£ che di ciò sìa stata non solo persuasa, ma
sBche convinta la Dieta del Regno di Dalmazia Io si
deduce chiaramente dalla leg^g^e proposta e sanzionata
B 7 aprile 1873; legge questa che, se fosse stata
tosto applicata e posta in esecuzione, in 20 anni, la
Dalmazia sarebbe attraversata da una rete di magni-
iehe strade.
Fatalmente nulla si è fatto, ad onta delle tassa-
tive disposizioni della suddetta legge e della Circo-
lare Luogotenenziale 8 decembre 1875 N. 15663.
Egli è perciò che si raccomanda vivamente al-
l'Eccelsa Luogotenenza perchè disponga tosto che la
legge 7 aprile 1873 sia posta in esecuzione, persua-
dendo le Comuni di applicare più che sia possibile
iì § 16 di detta legge, come di più facile esecuzione,
coll'apprrfittare specialmente delle giornate mezzo
festive, nelle quali i contadini nen lavorano nei campi.
Siccome poi presso qualche Comune potrebbe
mancare un tecnico pel tracciamento di qualche strada
sia comunale chevillica, l'Eccelsa Luogotenenza, d'ac-
eorda colla Giunta Provinciale, dovrebbero destinare
occasionalmente i propri tecnici a prestarsi a simili
tracciamenti.
E che già vi sia un sentito bisogno di porre in
esecuzione le suddette disposizioni, lo si desume dai
continui lagni della popolazione, e di recente anche
dei pubblici giornali, come pure dalla lettera rice-
vuta dal Capovilla di Zelengrad, uno fra i moltis-
simi villaggi della provincia, che ancora non conoscono
ehe cosa sia strada regionale, nè comunale, nè villica
mei senso della suddetta legge. •
làm li Épafaini fa
(Ricordi e Note di E. M. Vusio)
5. Speranze deluse. — Prego i lettori di leggere
stentamente il seguente brano, ultima parte di un
&Fticolo della Redazione (an. II, pag. 47):
»Se si volge l'occhio al progressivo aumento
della popolazione ed agli 82% della superficie incolta,
ehe tuttora trovasi in Dalmazia, la dì cui imposta
fondiaria in termine medio non potrà sorpassare un
earantano per campo padovano, e se si pensi, che
mettendo a coltura soltanto la decima parte dell'in-
dicata area, si aumenta quasi della metà 1' attuale su-
perficie coltivata; se si consideri il possibile miglio-
ramento delle razze, ed il miglior trattamento degli
animali domestici per vantaggiarne l'agricoltura sia
eoi concime, sia con un più esteso lavoro per atti-
varvi le semine con rotazione agraria; se si rifletta
alP utilità maggiore che sarà per derivare dalla mi-
gliorata coltivazione della vite e della confezione dei
vini, ed alla maggior produzione che saranno per dare
agli olivi, perfezionando la spremitura dell'olio, nonché
i gelsi, estendendone quanto più è possibile, le pian-
tagioni, non volendo farsi carico di altri mezzi di mi-
glioramento, che vi potrebbe aver luogo, si potrà di
leggieri convincersi che la Dalmazia possiede in sè
Messa il germe per poter senz'altro triplicare la sua
produzione agraria, senza che perciò abbia minima-
•nente ad aumentarsi V imposta attribuita a' suoi fondi.''
Non è questo brano il più forte rimprovero al-
l' attuale generazione inerte e fiacca per quel che ri-
guarda grinteressi economici della provincia? Oggi
dopo mezzo secolo, sebbene la popolazione siasi au-
mentata di 124,000 abitanti, abbiamo quasi la stessa
proporzione di terreni incolti; oggi dopo mezzo se-
colo è ancora di là da venire il possibile miglioramento
delle razze, la rotazione agraria, la confezione dei vini,
la spremitura delVolio\ oggi dopo mezzo secolo, siamo
nello statu quo (anzi sia^mo tornati indietro) mentre
quei patriolti d'allora aveano calcolato che, senza farsi
carico di altri mezzi di miglioramento (e quanti se ne
potrebbero additare) la Dalmazia può senz'altro tripli-
care i prodotti! Capite, triplicare!
Gran cosa! Un debole cervello il quale non vede
il germe rigeneratore della Dalmazia che attraverso la
sola politica, stampava poco tempo fa, che la Dal-
mazia non può essere nè Inglese nè Americana.
La Dalmazia potrebbe esserlo; ma sono i dalmati
che la vogliono Africana come il Sahara.
6. Buffoni mascherati, — Ed a proposito della
sterilttà del nostro suolo, nell'annata I, p. 155, trovo
un interessantissimo articolo del prof. Bottura, diret-
tore generale dei gin oasi in Dalmazia, il quale ri-
sponde e confuta per le rime la Gazzetta di Milano
3 maggio 1844, che aveva asserito essere la Dalmazia
sterile. Lo riporterei per intero, perchè preziosissimo,
se non fosse troppo lungo.
Or bene, il prelodato professore vi dimostra il
contrario : ,cioè che non è la Dalmazia stenle, la si
deve anzi ritenere fertilissima". E mentre dà una
buona lezione al prof. Springer, il quale nella stati-
stica dell'impero austriaco aveva stampato che la su-
perfìcie improduttiva della Dalmazia ammontava a 48
1% ; non risparmia il Tegoborski, il quale, scrivendo
intorno àlle finanze dell'impero austriaco, pure asse-
riva che il terreno produttivo della Dalmazia è 51.9%
ed il rimanente coperto di monti e di rupi. — Venendo
poi a parlare dei monti e dei colli una volta coperti
di maestose guercie e dei più alti abeti, spera che V in-
dustria umana e il tempo potranno ritornarle al pri-
miero loro stato. Accenna ai pascoli che mantengono
un milione ed un terzo di animali minuti (dunque più
di oggi che conta 824,191 pecore e 217,155 capre),
e 140,000 di animali grossi (oggi 89,728!!!). Ricorda
le valli e le pianure che somministrano 14 staja ve-
nate di frumento per ogni campo padovano (capite? ed
oggi 13 ettolitri per ettaro), e di formentone 24 staja
(ed oggi 16 ett. per ettaro). Parla di 2,700,000 ulivi
che producono da 50 a 10,000 barili di liquido; dei
gelsi che dànno fin 200 funti di ottima foglia; delle
viti che sorpassano il secolo e producono un milione
di barili di vino alVanno; dei bozzoli che nel 1841
ascendevano a 55.000 libre grosse venete (ed oggi???);
e più avanti degli orti, dei fichi, delle mandorle, ma-
rasche, carubbe, piante aromatiche. Anzi a riprova di
tutti questi argomenti che il chiaro professore cita
per dimostrare la fertilità della Dalmazia, afferma, che
essa è in grado di dare molti altri ricchi prodotti, di
cui tante Provincie non sono suscettibili; e nomina da
ultimo ricche min'ere di carbon fossile, di ferro, di
asfalto, di marmi etc.
Non prevedeva però il prof. Bottura che con-
futando gli Springer ed i Tegoborski, il suo pre-
zioso scritto avrebbe servito dopo mezzo secolo di
umiliante confutazione anche pei dalmati, per i quali
assaissimo giova il seguente brano che riporto senza
commenti:
„Se il carbon fossile, scrive egli, il ferro e la
coltura del bestiame domestico costituiscono per Pln-
r'
Intanló per riparare almeno in parte allMgnoranza
dei parrochi e dei maestri in materia agraria, la scri-
vente, sulla base di esperienze acquistatesi, e dietro
calcoli fatt», è d' opinione, che uno dei mezzi più pra-
tici e più proficui sarebbe quello di aprire annual-
mente dei concorsi letterari soltanto pei parrochi e
pei maestri, i quali presentassero in iscritto un lavoro
qualunque d'agricoltura o di economia.
Con questo mezzo semplicissimo, gli uni spinti
tial bisogno di guadsgnarsi un sussidio in denaro, gli
altri eccitati dall' amor proprio di acquistarsi nome e
fantia; altri ancora per emulare i pochi colleghi che
SI occopaDO di agricoltura, egli è certo che una parte
dei parrochi e dei maestri, abbandonerebbero occu-
pazioni meno utili e meno proficue agli interessi di
400.000 agricoltori, per dedicarsi allo studio dell'eco-
nomia e dell'agricoltura.
A tentare questo mezzo di risveglio, la scrivente
ha intenzione di aprire annualmente 4 concorsi di 30
e rispettivamente di 20 fiorini l'uno, limitando per ora
la quantità della materia al minimo possibile, con ampia
libertà di scegliersi qualsiasi argomento d'economia
0 di agricoltura; poiché appunto con questi due mezzi
di facilitazione, si lusinga di poter meglio conseguire
io scopo prefissosi.
Il concorso verrà aperto per 4 mesi di tempo,
e verrà nominato un comitato di 3 membri per l'esame
dei lavori e l'ottenimento dei premi.
À Dalmazia li ciiifliiaiit'aiiiii la
(Ricordi e Note di E. M. Vusio)
9. Di nuovo statistica. — Ma torniamo alla sta-
tistica. Neil' anno 1844 i prodotti industriali in Austria
erano valutati a 1000 milioni di fiorini, ed i prodotti
rurali a 1295 milioni. D'allora in poi nell'Austria-
Ungheria si andò sempre più progredindo, ed oggi
i prodotti rurali si sono duplicati, e gl'industriali più
ancora. Solo la Dalmazia si trova nello stesso stadio:
e se non ci avesse favorito il prezzo del vino e la
filossera che altrove ha devastato a miliardi i pro-
dotti, dopo mezzo secolo si sarebbe tornati indietro
anche in questo, vale a dire, oggi la Dalmazia avrebbe
meno prodotti industriali e rurali che non ne aveva
mezzo secolo addietro. Per citare un esempio, nel-
l'anno 1891 la sola Ungheria ha prodotto di frumento
338 milioni; di frumentone 186 milioni; di orzo 84
milioni ; di cereali quindi in complesso per 1,039 mi-
lioni. Che cosa produce la Dalmazia, lo abbiamo già
veduto. iWa il non andar avanti è come il tornar ad-
dietro.
10. Movimento ccmmerciale. — Ecco però una
vera prova di regresso. A pag. 94, anno II, in un
articolo „sul commercio della Dalmazia" leggo che
sul movimento commerciale fra la Dalmazia da una
parte, la Turchia e il Montenegro dall' altra, cioè le
due sole provinole limitrofe si esportarono 3,750,000
fiorini di merci. Quanto più non si sarà esportato a
Venezia e Trieste, che erano gli scali principali della
Dalmazia. £ precisamente dalla statistica commerciale
dell'impero dell'anno 1845, si ha, che la Dalmazia
aveva esportato 6,250,318 fiorini, e le m^ci di tran-
sito rappresentavano un valsente di 2,244,242 fiorini.
Ad onta di ciò, l'autore dell'articolo si lagna dell'in-
dolenza dei dalmati, e dà dei buoni consigli, dimo-
strando, come almeno coi prodotti dell' olio, dei vino
e del bestiame si potrebbe di molto aumentare l'e-
sportazione. Oggi l'esportazione (non compreso il vino)
ascende a circa 10 milioni, e l'importazione supera i
12 milioni all'anno. Capite? come abbiamo dato in-
dietro !
11. Trionfo completo. — Finalmente respiro: eu-
reka/ Dopo aver confrontato tanti progressi da gam-
bero, ecco nella li annata, a pag. 70 una nota che
mi consola, poiché da quella rilevo, che almeno in
una cosa abbiamo fatto un passo gigantesco. Nell'anno
1844 in Dalmazia vi erano 3 giornali : la Gazzetta di
Zara, con 150 soci; la Zara Dalmatinska con 200; e
la Dalmazia con 250, in tutto 600 abbonati, ossia 1
copia per ogni 666 abitanti. Oggi abbiamo di soli
giornali politici 8 (otto) con 6000 abbonati, ossia una
copia per ogni 87 abitanti. Allora i tre giornali si
occupavano in prima linea d'economia; oggi gli otto
giornali si occupano di sola politica. Dunque attual-
mente il giornalismo politico sta come 1 a 8, ossia
in politica da impiastrar carta abbamo progredito otto
volte tanto. Infatti in Dalmazia tu trovi dei Gladstone
e dei Bismark per ogni dove, e per ogni posto di
deputato vedi avvanzarsi 20 aspiraati. Così in politica
almeno troviamo la Dalmazia ultra progredita.
Eureka ! Eureka!
Massime economico-asrrarie
— Del perchè tra noi l'industria agraria non
attira, come dovrebbe, i capitali, i quali sembrano
sdegnarla, così l'illustre Cosimo Ridolfi dice: »Io
vedo che tutto dipende dall'influenza e dalla direzione
data ai capitali consacrati all'agricoltura, i quali sono
il p.ù delle volte pochi e male applicati, per cui lungi
dal produrre l'efi'etto che se ne aspetta si perdono o
danno frutto scoraggiante; il qual triste risultamento
conferma l'opinione pur troppo estesa e radicata, non
poter la terra rimunerare le anticipazioni che le si
fanno al pari delle manifatture e del commercio; per
cui si crede generalmente, che se la terra offre ai
capitali il più sicuro collocamento, bisogna che questi
si contentino in correspettività di essere retribuiti da
un modico frutto."
— Se vogliamo cercare la causa della diminu-
zione fra noi della produzione agricola, mentre nelle
altre nazioni è tanto aumentata, la troviamo in ciò
che disse da tanti secoli il buon Columella, la cui
seguente sentenza, fatte le debite varianti, si affa anche
al nostro caso: „Opino che non alle intemperie, sivvero
a trascuraggine nostra, abbiano ad attribuirsi le ca-
restie; conciossia chè, quasi fossero colpevoli verso di
noi, noi abbiamo abbandonata la cura de' nostri ter-
reni a schiavi e mercenari; mentre che i nostri ante-
nati tenevano ad onore di coltivarli personalmente."
Salvo qualche eccezione, lo stesso abbiam fatto noi,
affidando le nostre proprietà a coloni nudi e poveri,
pur di disertare la campagna afiascinati dalle seduzioni
cittadinesche.
Nr. 10 L'ECONOMISTA 75
bri dell» Direziono con grato piacere ricevono la notizia che la
presidenza ha già presentato i necest^i d^Cad un nostro de-
putato a Vienna, il quale gentilmente si è offerto per presen-
tare al parlamento un'interpelanza.
Dopo ciò la seduta è levata alle ore 6. 25 pom.
Vttsio m. p.
Il segretario prov. Alueevleh '
•OOOatOOOO-
ìii Mia di cispt aim fa
(Ricordi e Note di E. M, Yusio)
23. Olio. Così pure la coltura dell'olivo mezzo
secolo fa si trovava in ottime condizioni. Ma i patriotti
d'allora non n'erano contenti, perchè si ripromettevano
di più della Dalmazia. Da un articolo del Defranceschi
si sa che in media si ricavava dall'olio 300,000 fior,
all'anno, e si cintavano in provincia 2,700,000 al-
beri. Si noli però che in Austria solo di olio impor-
tavasi annualmente dall'estero per 8 milioni di fiorini.
La Dalmazia quindi che ha un clima ed un suolo
adatto per l'allevamento dell'ulivo, e che avea a di-
sposizione terreni quanti ne voleva, poteva in buona
parte sopperire ai bisog-ni dell'Austria. „E la Dalmazia,
scrive il Defranceschi, ben potrebbe di molto aumen-
tare le sue rendite in olio, e procurarsi dall'industria
agraria, quanto non lo è dato dall'industria delle ma-
nifatture.
Won voglio che occupino i terreni impiegati nelle
vigne, non le valli atte alla seminaggione dei cereali,
ma occupino bensì queir immensità di terreni incolti,
abbandonati, intristiti dai cardi e dalle ortiche, e si
adoperino di accrescere le proprie derrate dell'olio
almeno del triplo etc."
Sulla produzione dell' olio e pel suo raffinamento
nella Dalmazia si trovano in tutte le 3 annate fre-
quenti articoli. A pag. 468 rilevo che anche il Governo
eccitava il proprietario ed il colono a dedicarsi a
questo ramo di coltura, e ne incorraggiava con mezzi
pecuniari la produzione.
Infatti la coltura dell'ulivo andò sempre più pro-
gredendo, e ci fu epoca che favorita da un prezzo
generoso, era la principale risorsa della provincia,
poiché se ne ritraevano annualmente parecchi milioni
di fiorini. Il prezzo dell'olio va presentemente sempre
pili peggiorando se pur non è divenuto pessimo.
Voglia Dio che sorgano società, collo scopo di raffi-
narlo e smerciarlo là dove lo si paga bene, purché
di buona qualità.
24. Vino. Mezzo secolo fa come si stava quanto
a vino? ficco la risposta che ne dà un articolo sul
commercio della Dalmazia ann. IL pag. 104. „Anche
i vini potrebbero contribuire al risarcimento di quanto
manca nel bilancio economico della Dalmazia. Ma, con
tutto che la provincia ne produca un milione e mezzo
di barili all'anno, il prodotto non è di certa utilità,
non se ne esporta che circa un sesto, ed in provincia
si vende a prezzi vilissimi".
In primo luogo riguardo alla quantità, questa con
tutto il prezzo alto dei vini che da circa 20 anni ab-
biamo, assai di poco si è aumentata. Allora 1 milione
di ettolitri; oggi 1,300,000 ett, ma siamo 124,000
di più, quindi ci troviamo all'incirca all'istesso livello.
Ci ha però grandemente favorito il prezzo, non
certo per merito nostro, ma in conseguenza di circo-
stanze tutto speciali per le quali, da un introito di
950,000 fiorini che si ebbe nel 1873, andò succes-
sivamente salendo a parecchi milioni. Allora si ven-
deva il barile veneto a Zara per fior. 3.20, di prirua
qualità; a Sebenico per fior. 4; a Spalato per fior. 5
e di seconda qualità per fior. 3.20 ; a Bagusa per
3.40; a Cattare per fior. 3. Oggi in media si è più
che triplicato il prezzo: e questa circostanza è la prin-
cipale, anzi si potrebbe dire la sola che 15—20 anni
ha sensibilmente vantaggiato la Dalmazia, migliorando
notevolmente le nostre condizioni economiche.
La concorrenza però del vino italiano darà il
tracollo alla nostra economia, se i dalmati non sa-
pranno con mezzi corrispondenti ed adatti ai bisogni,
far valere la qual tà super.ore dei nostri vini in con-
fronto a quelh d'Italia. E prima condizione si è quella
di dare vini sani e stagionati ; di istituire dei consorzi
per poter presentare in commercio vini tipi; di smer-
ciare possibilmente il vino in bottiglie; di fondare
cantine enologiche nei principali centri di consumo in
Austria e all'estero. In questo modo soltanto il danno
enorme che noi subiremo, potrebbe venire risarcito
con vini tipi e di buona qualità che si potrebbero
presentare in vendita.
25. Il ceto colto ci tradisce. A chiarir meglio quale
vivo interesse prendevano mezzo secolo tà i dotti
patriotti dalmati per le questioni d'economia e d'agri-
coltura, ci serviranno alcuni brani di un articolo del
Fenzi ann. IL 231.
Il Wikolié nel N. 28 della Gazzetta di Zara ann.
1846 occupandosi del commercio della Dalmazia ćolla
Turchia, avea scritto: il commercio essere l'unica
fonte di ricchezza e di prosperità onde sperar può
una nazione il suo risorgimento". Sorse allora il Fenzi
a confutarlo, dichiarandosi anzi tutto contrario alle
teorie di Colbert, e fautore di Sally, il quale teneva
come principio, che la primaria prosperità di una
nazione si è la produzione del proprio suolo. E di-
mostrava col Mengotti che «la primaria ricchezza di
una nazione non è riposta nella copia dell'argento e
dell'oro, come dai più si crede, ma in una gran massa
di prodotti propri, che sempre rinascono e sempre
si riproducono, e che possono essere consumati e di-
sposti senza nuocere alla loro riproduzione ed abbon-
danza". Poi confermava con un altro accreditato eco-
nomista, il Sismondi, che „prima vogliono le atten-
zioni dell'economista e del legislatore quelle ricchezze,
che prevengono dalla terra; deriva da questa e il
viver vostro, ed i materiali ad ogni umana industria".
E finiva dicendo che all'incremento e sviluppo del-
l'agricoltura patria, piuttosto che all'industria ed al
commercio, devono i dalmati rivolgere U loro atten-
zione e impegnare ile forze, secondo il principio di
Smith, che „il solo prodotto delie campagne, supe-
riore alla sussistenza, è quello che forma la cosidetta
ricchezza reale".
A ragione poi il Fenzi asseriva che „trattandosi
di questa nostra felice reg-ione, potremm ) ottenere la
maggior parte, e forse tutti que' prodotti, che per-
vengoci dalla Turchia, e da varie altre p^irii ancora.,
0 almeno quelli che già possediamo, vederli migliorati. .
Perchè dunque costituirci perpetuaaiente ommissio-
nari tra i produttori ed i consumatori, qtnndo p)s-
siamo essere tra primi? perchè assoona'-e sui vari
nostri interessi, perchè abbagliarci cm isperanze sem-
pre vacillanti?"
Citando poi Colbert e Sulley, Quesu^y e Siy,
Meng-otti, Sismondi, Filang-ieri, Smith ed alir, econo-
misti (citazioni di autori del mondo di li p-^r aoi!/
caso i sali cuprici incrosiano i primi strati del legno
e non vi si approfondano molto.
Siccome non tutto il solfato di ranfie resta preci-
pitato nelle fibre legnose allo stato di composizione
organica, fu proposto da alcuni di completare il trat-
tamemento, facendo subire ai pali un secondo bagno
in latte di calce. Il consiglio è ottimo e si potrà pre-
parare questa seconda soluzione spegnendo e diluendo
in un ettolitro d'acqua 3 chilogrammi di calce cau-
stica grassa, La durata dell'immersione potrà essere
molto più breve, perchè la riduzione dei sali di rame
per mezzo della calce succede rapidamenle.
GAZZETTINO
La Società agraria della Croazia. — Dalla relazione
di questa Società, rileviamo che Ja stessa nel eorso dell' anno
1893 ha distribuito a migliaja di piante fruttifere, ed una quan-
tità di macchine ed attrezzi agricoli d'ogni genere, e finalmente
tori, pecore e majali di buone razze. La Società ha 61 filiale
con 10,145 sucì, ed ha effettivamente contributo pel migliora-
mento di molti rami d' agricoltura.
* * ;f:
La Società agraria della Slayonia. — La Direzione
ci ha gentilmente favorito la relazione suH' operosità della So-
cietà agraria della Slavonia durante l'anno 1893. Da questa
rileviamo che la Società la quale nell'anno 1882 contava appena
73 soci, alla fine dell'anno 1893 ne avea 140 fondatori, 842
soci di I classe e 3900 di seconda; in tutto 4782 soci. La
Società riceve ogni anno dal Governo J2000 fìo. poi 800 pella
gratuita distribuzione di piante fruttifere e 3000 fio. per la di-
stribuzione di macchine, sementi, attrezzi, animali di razza bo-
vina, suina e pecorina. La Società in 10 anni ha distribuito
80,155 piante da frutto innestate, 92,570 selvatiche, e 269,102
rametti d'innesto. E' questa una Società molto attiva e patrio-
tica, la quale sensibilmente coopera al benessere della Slavonia,
non solo coli' ajuto efficace dei Governo che generosamente
lo sussidia ma coli'affluenza di numerosi soci. Imitiamo noi pure
r esempio, e la Dalmazia avrà un miglior avvenire.
* * *
Le Esposizioni Riunite di Milano 1894. — La Dire-
zione della Società agraria della Dalmazia ha gentilmente ri-
cevuto r invito colle relative istruzioni sulla grande esposizione
nazionale di vini ed olì d' ulivo, ed internazionale per macchine
vinicole ed olearie — esposizione che verrà aperta dal mese
di maggio a tutto ottobre a. c. Essendo la seconda parte (gruppo)
dell' Esposizione interno rionale, anche la Dalmazia può prendere
parte. A questa appartengono tutte le macchine ed utensili per
la preparazione, conservazione, consumo e degustazione del
vino — bottiglie, damigiane, turaccioli, — apparecchi ed uten-
sili per la selezione del vino, per fare vini spumanti, aceti, e
per assaggiare i mosti — prodotti per la correzione dei mosti
e vini 6 loro chiarificazione — e da ultimo trattati, opuscoli e
giornali che esclusivamente trattano sul vino — Come pel vino,
cosi per,tutto quanto riguarda l'oleifizio, sifpuò esporre — Coloro
quindi che volessero partecipare all'Esposizione, si rivolgano
tosto al Comitato speciale dell' Esposimne — via S. Eaffaele
6 — Milano, e da questo riceveranno il modulo D ossia la
relativa stampiglia — Si rivolgano però tosto, perchè pel 31
marzo gli oggetti da esporsi devono trovarsi a Milano.
Il N. 3 della Gazzetta delle Campagne contiene le se-
guenti materie:
Cronachetta georgica: Stato delle campagne e lavori di
stagione — Per 1' esportazione dei vini — Nuova malattia delle
patate — La fillossera ed i Comuni dichiarati infetti — E.
Osservatorio Astronomico di Torino — OriicoZ^wr«: Brevi cenni
sulla coltivazione naturale dello sparagio (fig. 11) — Zootecnia:
L' afta epizootica — I panelli per l'allevamento del bestiame —
Arloricoltura: La Sanseviera Ehrembergiana — Oaftivazione
del gelso — Il Morus Alba Pendula (figg. 13 e 13) — Eco
rappresentanze agrarie: Circolo enofilo italiano — Eoma:
Annuario generale per la Viticoltura e la Enologia — E. Scuola
di Viticoltura e di Enologia in Avellino: Inchiesta sulla pero-
nospora — Trasporti per Strada Ferrata : Trasporto di fieno,
foraggi, paglia, ecc. per la Francia — Proroga della tarifta
eccezionale N. lOOl piccola velocità e modificazioni relative —
Mostra e fiera di vini in Torino — Bollettino dei mercati:
Torino — Moncalieri — Annunzi.
-«^vWVAAAAiX'Wvvs.
IN FASCIO
Pasta di pomi e di pere. — Mettere questi frutti se-
paratamente neir acqua sul fuoco, e quando son molli, ritirarli
e ff-rli sgocciolare ; passarli allo staccio e farli seccare al fuoco,
rimestandoli con una spatola in fondo ed intorno, per timore
che non brucino. Quando la pasta è secca, tirarla via dal fuoco,
pesarla, e prender zucchero, libbra per libbra. Far cuocere
questo zucchero finché sia rappigliato, incorporarvi il frutto,
rimettere al fuoco finché la pasta ruggisca, ritirarla, accomodarla
sopra pietre di lavagna, finir di farla seccare al forno, e con-
servarla in iscatole guarnite di carta bianca, in luogo asciutto.
*
* *
Maniera di guarire le screpolature delle labbra o
delle mani. — Prendasi : 1 oncia di cera vergine, 2 oncie di
buiro, 2 oncie d'uva nera sgranata.
Si faccia fondere sep?ramente la cera e il burro a bagno-
maria; poi si mescolino assieme e vi si aggiungano i granelli
d' uva, ritirandoli poco stante dal fuoco prima che l'uva cominci
a crepitare. Si versa la miscela in un setaccio, e si raccoglie
da questo in un recipiente. Alla sera si ungano le mani e le
labbra screpolate con questa miscela.
Maniera di ridare il lucido alle stoffe. — La lavatura
leva il lucido, o lascia un posto scolorito e disaggradevole alla
vista. Si restituisce il lucido alla stoffa passando nel sito lavato,
e nel senso del tessuto della stoffa, una spazzola bagnata d'acqua
nella quale siasi fatto sciogliere un po' di gomma arabica. Si
applica quindi su questo luogo un pezzo di carta, ed al disopra
un pezzo di drappo ed un' asse liscia che si carica di gròssi
pesi, sotto cui si lascia seccare la stoffa.
* * *
Loasa Wallisi — La Loasa Wallisi (appartenente alla
famiglia delle Loasee) è una nuova specie non molto conosciuta;
ha fiori numerosi di forma speciale, petali concavi bianchi, con
bordo prancio, calice verde. La pianta forma un cespo che non
si eleva oltre gli 80 centimetri, ed é annuale e molto rustica.
Si riproduce per seme che si fa nascere in terriccio tra-
piantando poi le piantine a posta stabile in aiuola non appena
abbiano raggiunto lo sviluppo necessario.
La semina è meglio farla d' autunno conservando poi le
piante in vasi nella serra; alla primavera si collocano in piena
terra contro un muro esposto a mezzodì.
La fioritura della Loasa è abbondante e di lunga durata,
è quindi preziosa pei giardinieri e pei fioristi.
*
Zolforatore per piante fiorifere — La ben nota ditta
Barbero di Torino ha messo quest' anno in commercio un pic-
colo zolforatore americano utilissimo ai floricoltori per spargere
sulle piante fiorifere polveri insetticide (zolfo, polvere di tabacco,
polvere di piretro ecc., ecc.), onde distruggere gli afidi ed altri
insetti dannosi. E in forma di una piccola scatola rotonda ma-
novrantesi colla pressione a scatti del dito pollice. Ne abbiamo
parlato altre volte quando lo vedemmo annunciata sui cataloghi
delle ditte americane poiché è dall' America che ci giunge questo
piccolo strumento.
Lo raccomandano ai dilettanti floricoltori ed alle signore
pel loro piccolo giardino.
Costa lire 1,75 Eivolgersi alla ditta Barbero, via Urbano
Eattazzi, in Torino.
70
li
che 8—10 soldi, l'agricoltore sarebbe in grado di spendere
questo minimo importo, per capacitarsi se realmente l'impiego
dello stesso gli si renderebbe utile. — I venditori poi godendo
il vantaggio di saldare 1' ordinazione entro 6 mesi, potrebbero
accordare agli agricoltori il pagamento dopo 1 raccolti, e que-
sto 0 in denaro o anche in natura.
La scrivente perciò invita quei tali che volessero assu-
mersi r incarico a parteciparle in iscritto, indicando la quantità
e qualità dei concimi da spedirsi.
Zara 16 aprile 1884.
La Direzione.
* ik ìH
I concimi chimici per i flori. — Per ottenere buoni
risultati dai concimi chimici per fiori che la nostra agenzia
vende in cassette postali di 5 chil. valga la seguente breve
istruzione :
I fiori ordinariamente si coltivano in vasi :
1. pìccoli che contengono circa 1 chil. di terra;
2. medi che contengono da 3 a 5 chil. di terra;
3. grandi che contengono da 8 a 12 chil. di terra.
Pei vasi piccoli bastano 3 grammi di concime chimico ;
pei medi 10 grammi, e pei grandi 35 grammi.
I 3 grammi di concime chimico si versano in un gotto
comune d' acqua di litro) ; i 10 in 2 gotti ; i 25 gr. in 3
gotti.
Allora si sbatte un paio di volte 1' acqua. Il concime per
metà si scioglie nell' acqua, e coli' altra metà rimasta insolu-
bile si forma una leggera poltiglia. Prima che la poltiglia si
deposita nel fondo, la si versa ai piedi della pianta ; in nessun
modo fra i rami o per le foglie.
Tale letamazione si comincia in primavera quando le fo-
glie cominciano spuntare, e si può ripetere ogni mese fino a
fioritura cessata.
Pei fiori in piena terra valga la seguente regola.
I fiori annuali si letamano alla stessa guisa come i fiori
in vasi piccoli con 3 grammi ; i fiori biennali con 10 grammi,
ed i fiori perpetui con 25 grammi.
Le rose e tutti gli arbusti si letamano con 50 fino 80
grammi secondo lo sviluppo della pianta.
•
* *
Arriso interessante. — Per facilitar! ai soci lo smer-
cio dei prodotti che si tengono disponibiU per vendita, la Re-
dazione per incarico avuto dalla Società, apre nei propri gior-
nali una rubrica apposita per l'inserzione gratuita che godranno
i soli soci della Società agraria della Dalmazia. A tale scopo
basta partecipare con cartoHna postale 1. il nome e cognome
del venditore ; 2. il luogo ; 3. la qualità ; 4. la quantità dispo-
nibile ; e 5. il prezzo.
*
Ss *
Irroratrici e zolforatrici in rendita. — L'agenzia
della nostra Società non potendo soddisfare alle numerose do-
mande pervenutele per 1' acquisto dell' irroratrice Dalmatia per
quest' anno tiene a disposizioni le seguenti :
Victoria f. 17.50
Austria „ 18.—
Vermorel „22.
Syphonia (automatica) „30.—
Solforatrice Don Rebo 5.
„ Bogdanovié 4,50
I prezzi sono compresi coli' imballaggio franco bordo Zara. *
Assicurazione per danni elementarL — Alcuni ci
domandarono se potrebbero assicurare V impiantaggione del ta-
bacco contro la tempesta. Ci siamo informati qui ed a Trieste
presso le Società d' assicurazioni, e tutte ci risposero che per
singoli casi non sono in grado di accettare l'offerta.
Si richiede che in un Comune o tutti o una buona parte
dei coltivatori si uniscano per 1' assicurazione. — Da parte no-
stra raccomandiamo caldamente 1' aflare. — Con un paio di
fiorini si possono assicurare centinaia di fiorini di prodotto ;
mentre una momentanea tempesta può in due minuti distrug-
gere totalmente il raccolto, e per tal modo cagionare enormi
danni. — Quest'anno specialmente che l'estate si pronostica
piuttosto brusco, sarebbe molto conveniente di assicurare il
prodotto.
* * *
Giornali agrari che si trorano nella sala dell'E-
sposizione permanente per comodo dei soci. — 1. Agri-
eoUore — 2. Agricoltura e V industrie agrarie — 3. Amico
dei Campi — 4. Atti e Memorie ddV I. JR. Società agraria di
Gorizia — 5. Bollettino d'agriwltura — 6. Bollettino di no-
tieie agrarie — 7. Bollettino delle sezioni di Trento del Con-
siglio provinciale di Agricoltura pel Tiralo — 8. Bolletin
(f agricolture pratique — 9. Bollettino della Associazione A-
graria friulana — 10 Economista — 11 Gazzetta delle Cam-
pagne — 12 Gospodar — 13 GospodarsU list — 14 Gospo-
darski Poučnih — 15 Hrvatska pčela — 16 Kmetovalec —
17 Landwirtschaftliche Zeitung — 18 Obrtnik — 19 Poljo-
djelski Viestnik — 20 Progresso Agricolo-Commerciale — 21
Rivista mercantile - 22 Seljak - 23 Scolta - 24 Volks-
wirtscTiaftliche Wochensclìrift.
Oltre questi giornali ve ne sono altri 28 politici dei quali
4 giornalieri.
* «H
Baccomandazio ne alle filiali per l'iscrizione dei soci
nteuti. — Colla metà di maggio si comÌQcierà la stampa del-
l' annuario della Società destinato pei soci utenti. Questi non
arrivano ancora ai 500 mentre con un pò di buona volontà dei
signori direttori e segretari delle filiali se ne potrebbe^ rac-
cogliere a migliaia. — Eaccomandiamo perciò di sollecitare
r iscrizione per poter regolare la tiratura dell' almanacco, con
avvertenza che quanto piìi numerosi saranno i soci utenti tanto
pili voluminoso si potrà pubblicare 1' almanacco. *
* *
Irroratrice „Dalmatia*^. — 1 signori che ordinarono la
nuova irroratrice Dalmatia raccomandata dalla nostra Società,
sono pregati gentilmente di notificarci a suo tempo come fun-
ziona, ed eventualmente annotare quei difetti che potrebbero ri-
scontrare, onde poterla nel venturo anno perfezionare. * « *
Arriso di concorso. — Per frequentanti dei corsi d'i-
struzione teorico pratico nella bachicoltura e nell' enologia che
si terranno dal 4 al 30 Giugno a. c. presso l'i. r. Istituto spe-
rimentale chimico-agrario di Gorizia è aperto il concorso ai
seguenti stipendi :
L Uno stipendio di fl. 90 per un frequentante appartenente
alla regione settentrionale della Dalmazia.
II. Due stipendii di fl. 100 ciascuno per frequentanti ap-
partenenti alla regione meridionale della Dalmazia.
I concorrenti dovranno comprovare:
1) d' aver raggiunto 1' età di 20 anni,
2) d' aver assolto una scuola popolare.
3) d'avere la pertinenza ed il domicilio in Provincia.
4) di possedere fondi destinati all' agricoltura e di avere
cognizioni pratiche nella stessa, e
5) di abbisognare d' un sussidio per poter frequentare i
corsi d'istruzione.
Ogni stipendiato sarà tenuto di frequentare tanto il corso
di bachicoltura, come quello di enologia, nonché di partecipare
alle relative esercitazioni pratiche e dovrà assoggettarsi alla
chiusura dei corsi d'istruzione ad un esame sul di cui esito gli
verrà rilasciato analogo attestato.
I concorrenti dovranno presentare le loro istanze fino al
20 Maggio a. c. presso l'i. r. Luogotenenza in Zara.
Acquisti e vendite
A favorire lo smercio dei nostri prodotti, venne stabilito
dalla Società agraria della Dalmazia, che ogni socio possa gra-
tuitamente inserire avvisi, coli' indicazione del nome, luogo,
qualità della merce, quantità e prezzo. L' avviso dei prodotti
rimasti invenduti, si potranno verso richiesta rinnovare ogni
2-3 mesi.
*
Olio raffinato. — G. M. MarcJevié, Pueišće 20 quint.
olio raffinato I. qualità fio. 70 ; 12 quint. IL qualità a fio. 50.
*.
Solfato di rame. — P. Christofidis Zara, tiene in ven-
dita solfato di rame puro Aussig, e lo vende all' ingrosso ed al
minuto a 26 soldi il chil.
«'N'WWWWxAriA.^
IN FASCIO
Il miglior concime per gli orti. - Il miglior concime
per gli orti è quello dei cavalli e delle bovine, eccellentissimo
il pecorino e lo sterco dei volatili.
adoperandolo in istato fresco, basterà spargerlo sul terreno
sul quale si vuole seminare alla primavera, e lasciare che ivi si
mfracidisca e si mescoli al terriccio ; se poi venne adoperato già
scomposto, allora si pùo spargerlo prima delle lavature in gennaio
incorag^ìr la pastorizia, se non si a-
nimi l'agricoltura, se non si redimono
le terre inondate dalle acque, se non
si costruiscono strade interne per la
facile circolazione, se non s'incorag-
gisee il commercio con la Turchia con
buona sistemazione di trade, bazzane e
lazzaretti; e sopra tutto levando gli
odiosi ostacali delle dog-ane; se non si
regoli in fine la^ moneta eh'è il mezzo
delle permute che si fanno fra le di-
verse nazioni, non potrà mai aversi un
attivo commercio nella Dalmazia. Con-
questi mezzi si procurerà un movimento
di utilità ed attività tale, che basterà
per trasformare nel corso di pochi anni
U Dalmazia dallo stato suo di miseria,
in quello di ricchezza e di felicUà".
• *
E per non rattristare più a lungo, po-
niamo termine a questa sequela di de-
cadenza, tralasciando di dimostrare altre
decadenze ancora: decadenza di buone
leggi agrarie (circa 20); decadenza nella
pollicoltura; nella frutticoltura; deca-
denza nei progetti di prosciugamento
di nostri territori tertilissimi, che da
50-80 anni restano ancora in carta; e
decadenza recentissima del »solo" ed
„unico" prodotto che non era deca-
duto.
A chi dobbiamo attribuire questa
decadenza? Ce lo dirà per noi il Dr.
Nikolié che ancora Panno 1846 scri-
veva nel N.ro 28 della „Gazzetta di
Zara"; „la primaria richezza di una na-
zione non è risposta nella copia del-
l'argento e dell'oro, come dai più si
crede, ma in «una gran massa di pro-
dotti propri, che sempre rinascono e
sempre si riproducono, e che possono
essere consumati e disposti sema nuo-
cere alla loro riproduzione ed abbon-
danza.... Quindi prima vogliono le at-
tenzioni dell'economista e del legisla-
tore „quelle ricchezze che provengono
dalla terra" ; deriva ,da questa" e il
viver nostro, ed i »materiali" ad ogni
umana industria." E concludeva che:
ail solo prodotto delle campagne, su-
periore alla sussistenza, è „quello che
forma la cosìdetta ricchezza reale".
A questo articolo il Fensi allora
rispondeva che „trattandosi di questa
nostra felice regione, potremmo otte-
nere la maggior parte, e forse tutti
que' prodotti, che pervengono dalla
Turchìa, e da varie altre parti ancora,
0 almeno quei che già possediamo,
vederli migliorati". E conclude „di eri-
gerci in uno stato d' indipendenza eco-
nomica".
Ma perchè non si dica che noi
S'amo i cattivi, concludere«)o colle pa-
role del più volte citalo Zavoreo, che
scriveva „60" anni addietro, senza bi-
sogno, dopo si lunga epoca, di alterare
verbo del rimprovero che ci fa egli:
Da quanto abbiamo brevemente
esposto sulla fisica costituzione della
Dalmazia, e sulle qualità morali del suo
popolo si può agevolmente desumere
ch'essa è suscetibile d'ogni genere di
migliorazione e prosperità, sì per la
dolcezza del suo clima, che per 1' esten-
sione e fertilità del sno suolo, non me-
nochè per li copiosi prodotti del naare,
e per l'interessante sua posizione al
commercio; e finalmente che i suoi abi-
tanti dotati dalla natura d'una felice
cemplessione fisica e morale, sono atti
a ricevere ogni genere di coltura e di
educazione. Ma i progressi che nazioni
dipendono principalmente dalla prote-
zione del governo e dalla saviezza delle sue leggi. Essi non possono essere se
non ciò che vogliono le leggi che le
regolano compatibilmente con le circo-
stanze ed ì tempi in cui vivono. Ma se
suole, strìngere il capezzolo con due
dita e strofinarlo dall' alto al basso. Pare
sia più comodo prender i capezzoli due
a due in croce. Soltanto alla fine del-
l' operazione si possono adoperare il
pollice e le due dita prossime, affinchè
non rimanga nel capezzolo alcuna goccia
di latte, 0 anche quando nelle vacche
primipare i capezzoli sono tanto corti
da non poterli prendere coli'intera mano.
Il mungitore deve imparare a co-
noscere con precisione le mammelle e
i capezzoli della vacca, e avere un oc-
chio acuto per tutte le particolarità che
si potessero mostrare. Chè egli durante
il suo lavoro deve aver riguardo a
tutte le anomalie e mancanze di questi
organi. Soltanto allora potrà arrestare
lo sviluppo di mali, e togliere incon-
venienti già esistenti.
6. Se una vacca sia da mungere
due 0 tre volte al giorno, la mia espe-
rienza di lunghi anni mi dice: Nelle
prime quattro settimane dopo il parto
è meglio mungere tre volte al giorno,
imperocché cosi non si ha soltanto un
vantaggio nella produzione del latte, ma
si possono prevenire più facilmente al-
cuni mali della mammella. Si devono
continuare a mungere quotidianamente
tre volte le vacche molto lattifere sinché
ci si accorge che loro torna molesto il
latte se munto soltanto due volte, o se
loro sgocciola.
Nei primi tre giorni dopo il parto,
ho fatto mungere tali vacche cinque
volte in 24 ore, e trovato che si pos-
sono così prevenire alcuni disturbi.
Più tardi, forse dopo sei a otto
settimane, è sempre sufficiente mungere
giornalmente due volte. Nelle ultime
quattro settimane del perìodo lattifero
basta una volta. Col mungere più fre-
quente si può ottenere un po' più di
latte, ma si disturba di più 1* animale.
e il maggior prodotto compensa appena
il lavoro aumentato.
Se si deve asciugare una vacca la
quale dà ancora una discreta quantità
di latte, lo si farà a poco a poco mun-
gendola meno spesso e incompletamente,
e in pari tempo le si somministrerà un
vitto più povero.
Come in tutto ciò che riguarda il
latte, così anche nel mungere è indi-
spensabile la più severa pulizia. Se la
si trascura, si troverà la pena adeguata
nelF ulteriore manipolazione del latte.
{Balla Gazzetta delle campagne)
11 gesso in agricoltura
Il gesso o solfato di calce è un
minerale composto di
46.5% di acido solforico,
32.67o di ossido di calcio e
20.9% di acqua.
In natura riscontrasi più o meno
puro in ammassi isolati e in depositi,
formatisi dalle acque dei mari in cui
trovavasi disciolto, assai frequente
mente come compagno al salgemma,
che vanta la stessa origine.
A seconda della sua purezza
presentasi di color bianco e perfino
trasparente e, qualora è frammisto
ad impurità di varia tinta dipendente
dalla qualità e quantità delle materie
eterogenee frammistevi.
Una parte di gesso si scioglie
in 398 parti d'acqua della tempera-
tura di 15.0 C.
Riscaldato a 110-120® C. il gesso
perde l'acqua di cristallizzazione, con-
servando però la proprietà di assor-
birla nuovamente.
Il gesso, così detto cotto, e pol-
verizzato trova applicazione ini varie
Quanti ricorderanno le lezioni di voga di Venci Ster-
mlch! Lui che rideva seropre, in fatto di voga e di disci-
plina non ammetteva scherzi. Bisognava star attenti, vogar
bene e „tirare". Qu>indo poi si era g-iunti lontano dalla riva
e da orccchie pericolose, da un momento all'altro un sonoro:
„Avanti Savoia" elettrizzava gii animi e i muscoli e ci fa-
ceva provare tutte le ebbrezze di una gara.... con noi stessi.
II „lancione" provoco un grave incidente di alta di-
pioraszia.
Un bel giorno ia barca usci battendo a poppa una
bandiera dalmata. Ma dopo poco, hoppi capitarono i piloti
della capitaneria di porto ad inseg-narci che la bandiera
colle tre teste di leoparde poteva stare a prua, ma che a
poppa ci doveva andare Taustnaca.
Fu un g-iorno di lutto. La bandiera dalmata fu abbas-
sata. Tenemmo cons'^lio segreto. La discussione fu breve
e la decisione unanime; piuttosto che vedere davanti ai
nostri occhi e sulla testa del noštro coraandante la bandiera
austriaca, saremmo usciti neutri, anonimi, senza bandiera.
Nel 1898 ci si offerse l'occasione di acqiiistare uno
„scale" a sei rerai, non nuovo. Non c'erano fondi. Ci tas-
samrao in dieci a pagare per un anno 2 fiorini (pari a 4
lire) al mese. Quale nome sarebbe stato date alia nuova
barca? Diamine, tanto naturale: Roma!
Con questo fatto cessa il periodo preistorico, e siamo
entrati nei preludi della costituzione del Circolo Canottieri
Diadora.
L'idea marinara aveva fatto breccia; ii bisogno di una
societa del remo era sentito generalmente. Mancava ancora
di conquistare i „patres patriae" della politica e della finanza.
Anche questo fu fatto.
Lo spazio e il momento non ci concedono di prose-
guire nei ricordi, D'altronde il mio scopo e limitato ad un
piccolo tentativo di stuzzicare l'opinione pubbllca e di pre-
parare il materiale per le pubblicazioni che la „Dalmazia
Sportiva" potra fare, in forma di numeri unići, nell'occa-
sione dei prossimi g^iubilei dei Canottieri e della Ginnastica.
Anzi tutti coloro che avessero da correg-gere, da aggiun-
gere o da protestare contro questo sproloquio, sono pregati
di non dimenticare i'indirizzo del Palazzo Fozza.
(Continuaf. Oscar Randi.
II Canottaggio Nazionale
neir orgaaizzazione olimpionlca
(Cont. V. numero prec.).
Neir anno delle Olimpiadi di Anversa (1920) la Presi-
denza federale aveva fatto comunicare alle Societa parteci-
panti alie reg^ate, credo anche per mezzo della štampa,
alcune disposizioni che obbligavano le Societa partecipanti
quel}'anno alle Reg-ate nazionali e di Campionato a Como,
a sottostare a qualsiasi cambiannento negoli armi anche se
vincitori in singole gfare, e cio per poter formare eventual-
mente un armo misto nazionale, che avrebbe dovuto par-
tecipare alle Olimpiadi di Anversa. Non mi consta cio che
si scrisse in merito ali' armo misto nei vari Giornali sportivi
di queirepoca, E' certo pero - e lo ricordo benissimo -
che il primo armo misto improvvisato quell'anno a Como
con i vari campioni del remo presenti, tutti ottimi presi
individualmente, non riuscl a dare neanche la piii lontana
speranza d'una qualsiasi possibilita A'assieme. Troppe in-
sormontabili difficolta tecniche si sarebbero dovute superare
e vincere, in soli venti giorni di preparazione, per poter
formare un allenato armo nazionale capace di affrontare
quella prova mundiale: diversita enorme di ,,stile di voga'*
dei vari componenti l'armo; diversita di temperamento in-
dividuale non plasmato da un lungo e disciplinato allena-
mento in comune; uno svariato campionario di tipi d'im-
barcazioni d'ogni origine; e infine mancanza assoluta di
tempo. Tutto cio obbligo la Commissione tecnica a lasciare
inalterata la pratica, in uso fino allora, della prevalenza vit-
toriosa del singolo armo e della libera coropetizione delle
Societa; pratica, che poteva dare maggior affidamento di
vittoria.
Cosi cadde l'idea dell'armo misto nazionale ed oggi
nensmeno piii se ne parla.
Ma suir argomento mi riservo di ritornare quando
trattero della necessita di creare e di stabilizzare uno stile
nazionale - come fu fatto in altri generi di sport - e che
abbia a caratterizzarci rispetto alle altre nazioni ed a darci
la possibilita di organizzarci nazionalmente e di imporci
alle gare europee e mondiali.
* i;:
E sempre restando alle regate naz'onali di Como del
1920, ricordero che, rimasero in lizza, per i campionati na-
zionali ed eventualmente per rappresentare 1 Itaiia alie O-
limpiadi, solamente la Lario di Como e la Diadora di Zara,
essendo, come dissi, caduta la possibilita di formare un
armo misto per outrigger a otto.
II giovane ed allora promettentissimo armo della Lario
di Como rimase vittorioso; ma non fu prescelfo per )e O-
limpiadi. L'armo della Diadora, invece, ch'ebbe a subire il
noto incidente del remo, spezzatosi alle prime palate dalla
partenza (privato che fu della possibilita d'un confronto
con la Lario di Como.) s'era iraposto alla considerazione
dei competenti, sia per la beliissima vittoria riportata il
g-iorno precedente in yole a otto, sia per il coroplesso fdr-
tissimo sebbene non ancora stabilizzato. AU'armo della Dia-
dora rimase cosi la probabilita d' essere prescelto per le
Olimpiadi di quell'anno.
Da prima la Commissione tecnica federale decise di
indire una nuova gara di confronto tra la Diadora e la
Lario di Como, gara che si sarebbe dovuta disputare il
giorno successivo a quello dei campionati. Ma la Lario non
pote impegnarsi, e quindi si decise una prova al cronografo,
che pero non ebbe luog-o causa 1'incostanza del tempo.
Rimase cosi in discussione la proposta che avevo fatta
quale rappresetnante della Diadora, in una seduta con la
Presidenza federale, nei locali della Lario, di autorizzare
cioe r armo a otto della Diadora a rimanere a Milano allo
scopo di completare 1' allenamento per i rimanenti venti
giorni, nella miglior outrigger disponibile e di inviarlo poi
- qualora la prova al cronografo fosse stata favorevole sotto
ogni aspetto - ad Anversa. Nel caso contrario la Diadora
avrebbe dovuto sopportare tutte le spese.
Questa mia proposta fu allora accolta favorevolmente
da parecchi dei presenti, compreso, se ben mi ricordo, il
noto pubblicista ed esperto, Baglioni, deila „Gazzetta dello
Sport", il quale appunto in quei giorni, scriveva mettendo
in rilievo il progresso che V armo della Diadora andava fa-
cendo di giorno in giorno in outrigger.
La mia proposta fu respinta, credo per un veto
di differenza, e i Dalmati perdettero cosi l'occasione di rap-
presentare r Itaiia alla massima competizione mondiale di
Anversa, proprio alla vigilia delFinfausto trattato
di Rapallo.
(Continua). Verban.
Pellegrinaggio ginnastico a Fiume
Come gia per Trento, Trieste e la nostra citta, le
Societa federate compiranno anche per Fiume il loro rito
d'amore partecipando alla manifeitazione che il XIII Con-
siglio Sezionale, per speciale incarico della Presidenza fe-
derale, indice in Oiocausta redenta per i giorni 6 e 7
giugno del prossimo 1925.
La manifestazione sara costituita dal Pellegrinaggio
Ginnastico Nazionale e da una gran Fešta Ginnastica finale.
Tempestivamente ritorneremo sull' argomento, esau-
rientemente.
Ci piace, pero tosto, rilevare che a Fiume s'e gia
costituito un numeroso Comitato cittadino, sotto la presi-
denza del Comm. ing. Conighi, che ha formato le varie
commissioni gia intente al rispettivo lavoro.
Fin'ora e garantito il miglior successo dell'avveni-
mento che si sta preparando.
Fiume, signorile nell' ospitalita, accogliera festosa i
ginnasti che numerosi, senza dubbio, accorreranno da ogni
parte d'Itaiia. Sara questo un premio meritatj di amore per
la Citta deir Olocausto Inconsumabile. E un nuovo vincolo.
Nel nome augusto della Patria.
A evitare disguidi e perdite del giornale, raccomandiamo caldamente
a tutti quelli che ricevono la nostra rivisia di segnalarci tosto eventuali
cambiamenti di indirizzo di časa a di recapito-
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nova, a Rovigno, a Fasana, a Pola. Costretti dal mai tempo
trovarono rifugio in una insenatura presso Veruda, da dove,
con mare sempre grosso, si diressero a Medolino. La prima
parte della traversata del Quarnero e precisamente fino allo
scoglio della Gagliola, sì compì in condizioni di mare fa-
vorevoli, non così la traversata da'la Gagliola a Unie, se-
riamente ostacolata da violente raff che di bora. Da Unie
i vogatori volsero la prora verso Lu>;sino e da Lussino a
San Pier dei Nembi. Attraversato il Quarnerolo, sostarono
a Selve, a Meiada e a Ulian.
Al largo di Puntamica e Puntadura i canottieri
del „Dadora" andarono incontro agli ospiti e con loro
fraternizzarono e rinsaldarono quei vincoli di amicizia che
indissolubilmente legano le due gloriose .società sportive.
I canottieri della Ginnastica, a nome della loro Società,
presentarono al „Dšadora" una medaglia ricordo in ricor-
renza del venticinquesimo anno di sua fondazione.
La crocerà, riuscita perfettamente, si svolse in condi-
zioni di tempo e di mare quasi sempre sfavorevoli e i vo-
gatori ebbero a lottare specialmente con il libeccio e lo
scirocco.
Durante la traversata, i Triestini ebbero il piij largo
appoggio da parte di tutte le autorità nazionali ed estere,
e da parte di amici ; affettuosità che culminarono a Zara
al „Diadora", che offerse loro replicati rinfreschi e un
pranzo sontuoso servito al „Restaurant alla Posta".
i canottieri della .„Ginnastica" ci pregano di esprimere
con questo mezzo i loro piii commossi ringraziamenti per
le indimenticabili accoplienze loro tributate dal „Diadora",
con a capo il suo illustre presidente aw. Brizzi, e alla
„Società Ginnastica Zara", che offerse loro un rinfresco
nonché a tutte quelle gentili persone che, in varia guisa
resero loro indimenticabile il soggiorno nella nostra città.
~ La [ona dila w il Piiio del Pieletlo
vinta da G. Dell'Orco
Domenica ebbe luogo la grande corsa ciclistica per
il premio del nostro Prefetto.
Dei 16 inscritti ben 14 concorrenti si presentarono alla
partenza, dei quali sei per incidenti toccati dovettero riti-
rarsi durante il percorso.
Ecco la classifica :
1. Dell' Orco Gennaro (cicli Bianchi), in ore 1, 59' 9" Ys-
2. Ratcovich Tita (cicli Jeriis) a due macchine.
3. lurich Pietro.
4. Deglovanni Bruno.
5. Schuh Giuseppe.
6. Fretti Tommaso.
7. Cherstovich Bruno.
8. Perincich Antonio.
La corsa fu delle piìi emozionanti e piìJ sfortunate,
perchè diversi dei migliori furono perseguitati dalle guigne
pili atroce. Infatti il bravo Terboevich, riuscito a fuggire
subito all'inizio, si mantenne solo per quasi tutto il per-
corso e solo verso la fine fu raggiunto dal gruppo capita-
nato dal valoroso Dell' Orco, che ha fatto ogni sforzo pur
di ricongiungersi col fortunato leader. La vittoria di Del-
l'Orco fu perciò n'c itata. Magnifiche prove fornirono Rat-
covich e lurich, specialmente il pilmo, che si è dimostrato
un elemento di grande valore.
Air arrivo quando Schuh, Fretti e Degiovanni avevano
iniziato la volata, per uno inciceotc della catena toccato al
primo, questi scarta e urta Fretti in modo tale che costui
cade, e nella caduta trascina lo stesso Schuh. Per fortuna
r incidente non ebbe che lievi conseguenze.
Una grande folla attendeva l' arr vo dei corridori.
Per il giorno 15 -agosto il V. C. Z. organizza la li
corsa d'incoraggiamento.
CRONACA
La I.a Olimpiade avanguardista
Iscrìzioni: Stanno perverfcndo le iscrizioni definitive,
che, quando il presente numero della nòstra rivista sarà
pubblicato, saranno tutte pervenute.
Orario: Il direttore della Olimpiade procederà tosto,
basandosi sul numero degli iscritti alle diverse gare, alla
compilazione dell'orario particolareggiato, che sarà inviato
alle squadre iscritte, insieme ai moduli per i ribassi fer.-oviari.
Vitto: Ci preme ripetere che il Comitato garantisce
con sicurezza il vitto per i primi due pasti a coloro che
avranno inviato le prenotazioni con l'importo relativo, come
è previsto nella scheda di iscrizione definitiva.
Alloggio: Ogni avanguardista deve portare seco una
coperta.
Premi: Si attendono ancora numerosi premi che sono
già annunziati. Diamo oggi l'elenco soltanto di quelli che
ci sono già pervenuti:
S. M. il Re d'Italia, medaglia d'argento grande;
S. A. R. il Principe di Piemonte, medaglia d'argento
grande ;
Il Ministero della Guerra, medaglia d'argento grande;
S. E. Federzoni, calamaio con orologio a pendolo ;
S. E. Diaz, medaglia d'argento grande;
S. E. Ciano, coppa argentate;
S. E. Generale Montanari, orologio a braccialetto ;
Senatore Luigi Luiggi, prenìio;
S. E. D'Alessio, coppa d'argento;
Presidenza dell'Enti, medaglia d' argento e 2 di bronzo ;
Federazione Fascista Venezia, medaglia d'argento ;
Gazzetta dello Sport, targa di bronzo;
Federazione Fascista Bari, premio;
Roma Fascista, targa di bronzo;
Federazione Fascista di Vicenza, 2 medaglie vermeil;
Veloce Club, medaglia bronzo grande e 3 med. vermeil ;
Società Ginnastica di Zara, Leone di bronzo su base
granitica. ^
Per il Concorso Ginnastico Adriatico
Siamo orgogliosi di poter dare la notizia ai nostri
Soci ed amici che in occasione della visita di omag-gio
della nostra squadra adulti di passaggio per Roma, reduce
dal Concorso Ginnastico dì Cagliari, S. E. Benito Mussolini
ha concesso il Suo Alto Patronato per il Concorso Ginna-
stico Intersezionale che sarà da noi organizzato nel 1927.
Un dono pre2:ioso
Il Comm. Mario Sani, Commissario prefettizio di Zara,
ha voluto dare una prova tangibile del suo compiacimento
per la raccolta di cimeli che sta facendo la Società Ginna-
stica Zara, offrendole in dono un prezioso autografo de!
Comandante G. D' Annunzio, scritto a Fiume, nel 1920, per
il periodico la „Vedetta d'Italia". In esso viene, per la
prima volta, designato col nome di Cagoia colui che ven-
dette la Dalmazia.
Il dono è stato accompagnato dalla dedica seguente :
Alla „Società Ginnastica Zara", che tempra, esalta ed
onora la bellezza e la forza, poste al servizio della Patria,
e sa custodire i ricordi ed i segni della sua grande fede,
il legionario Mario Sani affida questo autografo, che ram-
menta r impresa fiumana, e il marchio infame allora impresso
su colui che, nella pavida adorazione della materia, tentò
di rinunziare lo spirito.
Zara 18 luglio 1926 — Mario Sani, Commissario pre-
fettizio di Zara.
La Società Ginnastica fiera di possedere l'autografo
prezioso ringrazia vivamente, a nostro mezzo, il donatore
per il gentile pensiero che speriamo trovi imitatori.
Gare di nisoto
Domenica 25 u. s., in occasione delle regate nazionali
a vela, la Soc. Ginnastica Zara ha organizzato delle gare
di nuoto che si sono svolte alla Riva V. E. Ili, alle ore 9.
Lo starter diede prima il via alla gara di 80 metri
per giovanetti, indi a quella pure di 80 metri per signorine,
poi a quella di 100 metri, ed in ultimo a quella di 400 m.
Ecco i nomi dei vincitori dei premi :
Metri 80 per giovinetti i I Ivancevich Mladen, in 1' e 6",
Il Filippi Luigi ;
Metri 80 per signorine: I Drazich Rina, in T e 34",
Il Abatinovich Maria;
Metri 100: I iMatulich. in 1* e 26", I! Aghich, III Tromba ;
Metri 400: I Graein Giorgio, in 7' e 2", Il Antonelli
Alberto, III Stipcevich Eugenio.
Air Avang^uardia di Modena, nona classificata,
Premio di S. E. L'On. Federzoni.
Air Avanguardia di Salerno^ decima classificata,
Medaglia d'argento del Ministero della Guerra.
Air Avanguardia di Perugia, decima classificata, a pari me-
rito con l'Avanguardia di Salerno,
Medaglia d'argento del Ministero della Pubblica Istruzione.
All' Avanguardia di Pola,
Medaglia d'argento del Min. dell'Econ. Naz.
All'Avanguardia di Catania,
Targa della „Gazzetta dello Sport".
All' Avanguardia di Gaggiano (Milano),
Medaglia d'argento dell'Enit
Alla Colonia Agricola per Orfani di Guerra di Zara, per
benemerenza,
Coppa della Milizia Voi. Sic. Naz. di Zara.
Premi per le gare individuali e staffette
Rovinelli Renzo, di Ancona, primo nella corsa m. 100,
Orologio di S. E. il Gen. Montanari.
Ferrareis Antonio, di Bari, vincitore della corsa m. 400,
Medaglia della Federazione Fascista di Venezia.
Avanguardia di Trieste, prima nella staffetta 4X100,
Coppa del Prefetto dì Zara, Gr. Uff. Carpani,
Avanguardia di Bari, prima nella staffetta Olimpionica,
Premio dell'Amministrazione Provinciale di Zara.
Fradelloni Aldo, di Cagliari, primo nel salto in lungo,
Orologio della Federazione Fascista di Bari.
Antonini Guido, di Trieste, primo nel salto in alto.
Orologio della Federazione Fascista di Bari.
Candela Renato, di Roma, primo nei cento metri, a nuoto,
Medaglia della Federazione Fascista di Vicenza.
Accardo Lorenzo, di Sassari, primo nella corsa piana m. 1000,
Calamaio artistico, dono del Sig. Pernar di Zara.
Feliziani Vito, di Bari, primo nella corsa piana di m. 3000,
Dono del Comm. Mandel.
Fradelloni Antonio, di Cagliari, primo nel salto con T asta,
Medaglia della Federazione Fascista di Vicenza.
Fradelloni Aldo, di Cagliari, primo nel salto triplo.
Calamaio della Federazione Fascista di Bari.
Candela Renato, di Roma, primo nei 400 metri a nuoto.
Premio del Senatore Luigi Luiggi.
Leone Francesco, di Bari, primo nella lotta greco-romana,
Premio del Cav. Uff. Marco Perlini.
Gamba Angelo, di Brescia, primo nel sollevamento pesi,
Dono del Cav. Devetak di Zara.
Mura Simone, di Sassari, primo nel lancio del giavellotto,
Targa del giornale „Roma Fascista".
Reggio Giovanni, di Vicenza, primo nel lancio del disco,
Premio del Fascio femminile di Zara.
Altobelli Ulisse, di Roma, primo nella marcia Km. 5,
Targa della Ditta Picchiani di Firenze.
Reggio Giovanni, di Vicenza, primo nel getto della palla di ferro,
Premio dell'On. Conte Alessandro Dudan.
Cenzi Umberto, di Vicenza, primo nella gara ciclistica Km. 28,
Medaglia d'oro, dono di S. E. l'on. Terrazzi.
Bonopane Angelo, di Brescia, secondo nella corsa ciclistica,
Medaglia dì bropjzo grande del Veloce Club Zaratino.
Tosti Filippo, di Perugia, terzo nella corsa ciclistica.
Medaglia di bronzo piccola del Veloce Club Zaratino.
Cavalli Ennio, di Brescia^ quarto nella corsa ciclistica.
Medaglia di bronzo piccola del Veloce Club Zaratino.
Fincato Arnaldo, di Vicenza, quinto nella corsa ciclistica.
Medaglia di bronzo piccola del Veloce Club Zaratino. Gara speciale, corsa piana m. 100, fra Modena e Catania: Grossi Giuseppe, di Modena, 1 arrivato, Dono della Società Ginnastica Zara.
Mariconda Gaetano, di Catania, II arrivato,
Medaglia deir „Enit".
Gemma Renzo, di Milano, III arrivato,
Medaglia deir„Enit".
li maraschino d'onore
Con la partecipazione di tutte le autorità e le squadre
che hanno preso parte all' Olimpiade ha avuto luogo, alle
ore 18.30, di lunedì, nei locali del Caffè Centrale, il mara-
schino d'onore. Ai presenti sono stati offerti, liquori, paste
e bibite, mentre la musica della Legione 108.a eseguiva gli
inni della Patria.
La simpatica riunione si svolse fra grande brio dei
presenti e gli alalà poderosi che i giovani avanguardisti in-
dirizzavano al Duce e a Zara.
La partenza degli ospiti
Fin dalle 21 circa, tutta la cittadinanza si era riversata
alla riva e sulle mura per dare il saluto alle squadre e ai
gitanti partenti.
I modènesi partirono col piroscafo „Dorico", alle ore
22, mentre il „Città di Roma" sul quale s'imbarcarono tutte
le squadre, meno quella dì Trieste e Pola, partì dopo le 23.
Alla partenza dei piroscafi un uragano di applausi e
di alalà diede l'ultimo saluto agli ospiti, mentre dalla
riva Derna e lungo tutta la costa venivano sparati colpì
di mortaretto e accesi bengali di vario colore, offrendo
così uno spettacolò di indimenticabile fantastica bellezza.
Risultati delle varie giornate
Prima giornata
Getto della palla di ferro: Concorrenti cinquanta. Ammessi
alle finali : Benevenia Italo (Zara), Reich Matteo (Zara), Toth
Iginio (Zara), Oggiani Giacomo (Sassari), Reggio Giovanni
(Vicenza), Gamba Angelo (Brescia).
Lancio del disco : Concorrenti quarantasei. Finale :
I Reggio Giovanni (Vicenza) metri 28.43, II Antonini Guido
(Trieste) metri 27, III Gabucci Umberto (Ancona) metri 26.72,
IV Decovich Renato (Zara) metri 26.37, V Fradelloni Aldo
(Cagliari) metri 25.90.
rincorsa : Concorrenti 40. Ammessi
Aldo (Cagliari), Fradelloni Antonio
Michele (Cagliari), Polazzo Romano
Salto triplo con
alle finali: Fradelloni
(Cagliari), Puligheddu
(Trieste), Gherardi Dante (Roma), Vidaich Giuseppe (Zara).
Sollevamento pesi: Concorrenti 23. Ammessi alle finali:
Gamba Angelo (Roma), Fanni Guido (Cagliari), Crudeimi
Appio (Roma), Gabucci Umberto (Ancona), Reggio Gio-
vanni (Vicenza), Reich Matteo (Zara),
Corsa piana metri 100: Concorrenti cinquantasei. Am-
messi alle finali: Benevenia Italo (Zara), Rovinelli Enzo
(Ancona), Brunetti Gioacchino (Bari), Teruzzi Fortunato
(Roma), Granata (Cagliari), Ferrareis Antonio (Bari), Po-
lazzo Romano (Trieste), Droher Aurelio (Trieste).
Tiro del giavellotto : Concorrenti quarantatre. Ammessi
alle finali: Mura Simone (Sassari) metri 42.81, Mura Gio-
vanni (Sassari) metri 42.20, Donati Antonio (Zara) metri
40.98, Rovelli Giovanni (Roma) metri 39, Benevenia Italo
(Zara) metri 36.30, Concìna Roberto (Zara) metri 36.24.
Corsa ciclistica: Concorrenti trenta, l.o Censi Umberto
(Vicenza) 54'46 ', Bonopane Angelo (Brescia), Torti Filippo
(Perugia), Cavalli Ennio (Brescia), Fincato Arnaldo (Vi-
cenza), Orru Gaetano (Cagliari), Altissimo Guido (Vicenza).
Seconda giornata
Salto in alto: I Antonini Guido (Trieste) 164, II Reggio
Giovanni (Vicenza) 161, III Vianello Guido (Roma) 159.5,
IV Cosmini Giorgio (Trieste) 157.5, V Fradelloni Antonio
(Cagliari) 155.5.
Lotta greco romana : I Leone Francesco (Bari), li Lam-
pedi (Brescia), Ili Padiglione Graziano (Cagliari), IV Melani
Luigi (Trieste), V Gabucci Umberto (Ancona).
Sollevamento pesi: \ Gamba Angelo (Brescia) 312.100,
II Fanni Guido (Cagliari) 301.600, III Crudeimi Appio (Roma)
296.400, IV Gabucci Umberto (Ancona) 293.800, V Reggio
Giovanni (Vicenza) 287.100.
Corsa metri 400: I Ferrareis Antonio (Bari) 59 ", Il Po-
lazzo Romano (Trieste), III Teruzzi Fortunato (Roma), IV
Granata (Cagliari), V Azzolini Free (Roma).