N. 83. Zara, Luneđi 4 Novembre 1878. Anno IX.
Dalmazia
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatem facienlcs in charitate, crescamus in
¡11« per omnia, qui est caput Cliristus.
f$. Paul. Eph. IV. IS.
Esce il Lunedl ed il Venerdl. Ego interim claniito: Si quis Cathedrae Petri jnngitur, meus est.
(S. flier onym. Epis. XVI. ad DmnJ
roborandis,....
Vos ipsos, auxiliante Deo, in Jies alacriter operam Vestram impensuros in tnomia salutari Ecclesia) doctrina, animisqut; in Iielígionis ainore ct in verse fidei professione
(Pió IX nel Breve del SI Fzbbrctjo 1872 agli scrittori della Dalmazia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la Monarchia Ausíro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un anno fraî-
chi 15 in oro. — L1 associazione è obbligatoria per Tintera annata. Chi non avrà dato disdetta alla line di un1 annata, si riterrà associato anche per la seguente. — Le as-
sociazioni e gTimporti di denaro in gruppi, o tneglio in assegni postali, si dirigano all1 Amministrazione delia Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazione. I çoirçunicati s'inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a lariifa assai moderata. Un N.ro separato s. 8.1 manoscritti non si restituiscono.
I libri proibiti a Berlino.
Piu volte íinora siamo stati costretti dal-
T amore alie anime ed alia Patria a levare
la voce contro la diffusione de' libri proibiti,
detti a pien diritto vera peste délia società.
Con ció non abbiamo fatto altro che seguire
T esempio della Chiesa e dar retta alia ra-
gione, nonchè alie prove che 1' esperienza
d' ogni giorno e d' ogni paese ci porge sot-
t' occhio.
In questa santa impresa per poco acqui-
stammo uno strenuo campione nello stesso
moderno liberalismo. Egli pure si prende ora
il pensiero di mettere fnori di dubbio essere
la proibizione de' libri perversi un atto savis-
simo e neeessario.
Davvero si è un bel conforto per noi
cattolici il vedere come anche coloro, che
stanno impettiti dinanzi alla maestà e sapienza
della Chiesa e ne avversano le istituzioni, di
volta in volta sono indotti a darsi per vinti
ed addottarne lo spirito.
Uno splendido esempio di tal sorta lo
abbiamo nella proibizione di 34 libri sociali-
stici fatta testé a Berlino dal Presidente di
polizia, cui I' ünitá cattolica fa rilevare egre
giamente, mostrando come tutto ci5 riesce a
fare 1' apología della Chiesa cattolica e a di-
fendere la tanto osteggiata istituzione della
S. Congregazione dell" Indice ossia dei libri
proibiti. L'Imperatore di Germania e il sno
Cancelíiere, dice I1 Unità, possouo essere bens\
neraici del Cattolicismo, ma spesso governano
secondo i principí cattolici.
II Journal de Francfort nel 1877 dole-
vasi dell' Imperatore di Germania e del suo
Governo, ehe „appellavano alia tradizione
del símbolo degli Apostoli, a confessioni scritte
ed alie decisioni del magistero infallibile di
un sovrano-pontefice nazionale. Questo non è
piíi protestantesimo, ma cattolicismo". E sog-
giungeva: „Nella realtà delle cose, per sal
varsi dalla dissoluzione, il protestantismo è
dunque giunto in contraddizione col suo più
intimo principio, a proclamare e praticare in
una larga maniera le idee puramente catto
liche". E la Vossische Zeitung conchiudeva
che, governaudosi la Germania in tal modo,
„non restava più come ultima conseguenza
che seguire 1' esempio dei puseisti inglesi, e
rientrare in grembo della Chiesa romana, dove
soltanto trovasi la salvezza".
La proibizione dei libri ¡pessimi o peri-
colosi è difatto un'istituzione cattolica. Essa
data fin dai tempi di S. Paolo, alie cni esor-
tazioni neir anno 51.o dell'eia volgare vennero
bruciati in Efeso un gran numero di libri mal-
vagi. Quindi fu costantemente seguito nella
Chiesa fino al regnante Papa Leone XIII
il sapientis8imo costume di proibire i libri,
come pub vedersi nella Storia polémica
della proibizione dei libri del P. Antonio Zac-
earía, e nel 1876, per comando di Pió IX,
stampavasi in Roma dalla Tipografía di Pro-
paganda una nuova edizione dell'Indice dei
libri proibiti „in qua libri omnes ab Apostólica
Sede usque ad annum 1878 proscripti suis lo-
cis recenseluru.
II prefetto di polizia di Berlino avrebbe
fatto meglio ad accettare quell'Indice piutto-
sto che compílame uno miovo. Ed invece dei
trentaquattro libri ch'egli ha proibiti, dovea
vietare e condannare quelli di Martin Lutero,
secondo la prima classe dell'Indice Tridentino.
Imperocché il socialismo che ora tormenta la
Germania non & che una conseguenza inevi-
tabile delle dottrine lutenine. L'operaio tede-
sco ora legge e ragiona, come osservava la
Berliner Freie Presse „L'operaio socialista legge
di sera il sno giornale od un libro, estende
le sue cognizioni, affine dj^poter piü utilmente
adempiere i suoi doveri verso lo Stato ed il
Comune.
I socialisti tedesehi, per vendicarsi del
prefetto di polizia di Berlino, ristampino al-
cune pagine degli scritti di Lutero, e saranno
piíi efficaci a promuovere il socialismo che i
trentaquattro libri proibiti e la Freie Presse.
Noi siamo lontani dal riprovare la proibizione
di questi libri; ma vorremmo che la nuova
Congregazione stabilita nella Capitale dell'Im-
pero germánico presentaste tutte le guarenti-
gie che offre 1' antica Sacra Congregazione
dell' Indice stabilita in Roma.
La quale non ha che una forza pura-
mente morale, e non vieta i libri colla spada
in mano, sibbene comandando alie coscienze.
E non dipende dall'arbitrio di un prefetto di
polizia, ma b retta dasaviissime rególe, come
quelle del sacrosanto Concilio Tridentino, svol-
te e commentate da Clemente VIII e da Be-
nedetto XIV. E prima di proibire, studia, e-
samina, e se occorre, interroga ed ammette
alie diffese. Oh i grandi servigi che ha reso
e rende non solo alia Chiesa, ma eziandio
aH'ordine sociale questa sapientissima Con-
gregazione !
Essa proibisce, oltre i libri empii, gli o-
sceni, che corrompono la gioventú, e prepa-
rano i felloni ed iregicidi; proibisce i libri di
negromanzia, di chiromanzia, di astrologia giu-
diziaria, che fanno i popoli vittime degli im-
postori; proibisce i libri che negano la libertá
dell'nomo, e ne fanno una macehina; proibi-
sce i libri bugiardi, che falsificano la storia, i
libri rivoluzionari, che commuovono le plebi,
ed anche i libri di coloro che propugnano il
despotismo e la tirannia. In una istruzione di
Papa Clemente VIII sopra V Indice sono con-
dannati gli scritti che ex gentilium placitis,
moribus, exemplis tirannicam politicam fovent,
promuovono il governo tirannico.
Fortunati i popoli, fortunati i Re e gli
Imperatori se 1'índice dei libri proibiti, com-
pilato d'ordine dei Papi, fosse o almeno di-
ventasse legge degli Stati! In tal caso non
sarebbe nato certamen te il socialismo; non si
vedrebbero con tanta frequenza gli attentati
contro la vita dei Sovrani, e non diverrebbe
neeessario un nnovo Indice dei libri proibiti,
compilato d'ordine del prefetto della polizia
di Berlino!
Pogled po svietu.
Liberalna stranka Ugarskog sabora iza-
brala je odbor, da sastavi Kralju adresn.
Medju ostaliem odbornicima imaju tu Falk,
Wahrmann, Horvath i Zsedenj, sve živi au-
tianesionista. Sreća, da svi nijesu kako ova
Četverica a još viša sreća, što zakonoše Go-
spoda u svojem Visokom Vieću nijesu adresi
dkli.nikakva, paliti^koga. oblika; te tak^, sye
da zastupničko Vieće i uzpita od Krune neka
vojskom udari na trag, neće se moć reć da
su svi na taj smiešni predlog pristali: gdje
bo zastupani narod izmrče slojevi niži, oprat
će ga donekle slojevi viši.
Jednomu se klubu u Beču dogodilo što
zviezdoznanci kažu da se izkoli kadkad zviez-
dama repaticama: od jedne postanu dvije. Tu
je mienu okušo klub ljevičara, kojemu je sada
glavar Dr. Wolfrum. Nijesu se mogli svi se-
damdeset složit u odgovoru na Pretisevo pi-
tanje, a tim ne posredno ni na pitanje bosansko,
te ih 30 ode drugim putem. Da ih pak ne
potvore da su radili plaho, sastanu se u za-
stupnika Dumbe, da se promisle bolje hoće
li sami ali će se vratit na staro mjesto. Vi-
dješe tu da bi im samim bio glas slab, te
odluče sastat se s klubom naprednjaka. Ođ-
ciepljenici su za tim htjeli da se nova smjesa
prozove „klub ujed i njeni ka". Nu treba će rek
bi da odustanu od te namjere, jer naprednjaci
drže tvrdo za svoje uže i neće da im niko
nameće nova imena a još manje nova pro-
grama.
Medju zastupnicim što su istupili iz kluba
ljevičara ima baš poglavitih imena, kako su:
Demel, Kuranda, Beer, Klier, Newirth, Dtimba
i Giskra. Da nijesu dakle odstupila nego ova
sedmerica sama, za preostale bi ljevičare slabo
po uplivu bilo. Po tomu nije Čuda što se
Wolfrum tuži da odsle njegov klub tek i nema
više glasa.
Uz ovu razejepkanost raznih elemenata
bečkoga zastupničkoga Vieća, (Jesi vidješe da,
i prije novih izbora, mogla bi njihova (fede-
listična) stranka kušat ne bi li mogla sastavit
novo mistarstvo, koje da bude, barem dobrim
dielom, novoliko. S toga su se češki kolovodje
trknuli do Beča, da se ondje s ostalim jedno-
mišljenicima dogovaraju. Ne zna se je li što
došle pošlo za rukom, al moguće je još. To
očito odkrivaju bečki listovi; prem da možda
oni donekle i prećerivaju, od straha da cen-
tralizmu odmah sada ne odzvoni.
N. 84. Zara, Yenerdi 8 Novembre 18T8. Anno IX.
KATOLIG AGIJA
Veritatem facientes in charitate. crcscamus in
¡lio per omnia, qui est caput Cliristus.
fS. Paul. Eph. IV. IS.
Esce il Lunedi.ed il Venerdi. Ego interim cl&mito: Si quis Cathedrae Petri jnngitur, meus est.
(S. ilieronym. Efis. XVI. ad Dum.)
roboraadts,
Vos ípgos, auxiliante Deo, in dies alacriter operain Ves train impensuros in tu«:nda salutari Ecclesue doctrina, animisque in Religionis amore et in ver» fidei professione
(Pio IX net Itreve dc< 21 Febbrajo 1872 agit .terillori delta Dalmazia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anuo aniicípatamente fior. 6. — Per la Monareliia Austro-Ungarica flor. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. — 1/associazione è ohhligatorîa per Finiera annata. Clii non avrà dato disdetta alla fine di un1 annata, si riterrà associato anche per la seguente.— Le as-
sociazioni e gl'importi di denaro in gruppi, o meglio in assegui poslali, si dirigano all" Amminislrazione della Dahnuzia Cattolica in Zara. Le corrispondenze alfrancate alia
Redazione. I comunicati s'inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Iuserzioni in quarta pagina a tarilí'a assai modérala. Un N.ro separato s. 8. I manoscritti non si restituiscono.
Zadar, 8 studenoga.
Koliko su truda i muke vidjeli diplomati
dok su u Berlinu našarali ono ugovora, a sad
koliko da ga i nije. Vidi mu se krepost samo
u onomu što je komu koristno; za drugo tek
dojedna vlast haje i nehaje; najmanje pak
Rusi i Turci: Rusi, jer njima odnosno naj-
manje ugovor dao, a Turci jer njima samim
oduzeo.
CarigJadska vlada pustila je sebe i ugovor
na sudbinu, pa što bude. Vlada Petrogradska
ne tako: ona se obzire na ono što je bilo i
što joj je milo, te bi htjela da i opet bude;
sustjepanski je ugovor Moskovu rumena ja-
buka koju bi htio, pa baš i na maču, da
iznovice zadobije.
Okolnosti pomažu Rusiju po sedam za-
kona; pa i sam berlinski ugovor, koji, pnstiv
joj cielu godinu dana dok sasvim izčisti
s balkanskog poluotoka, pjužio joj je sto
zgoda da se nastani u Bugarskoj ko u sebe
doma; da odtrgne barem moralnom rusko-
bugarskom zajednicom po Balkana od druge
južno-slovinske polovice.
Mnogi se i medju nama tomu od svega
srca raduju. S toga je bdit da bujica krive
il prećerane ljubavi ne zanese možda i onoga
koji stranputicom ne želi. Ima bo medju nama
ljudi što na ime Rus poraahnitaju od veselja,
lete maštom kao Ikaro, kad tudj glas Čuju, a
svoje im ime biva deveta; oni svakoga vide
PODLISTAK.
Postanje svjetovne papinske vlasti ili
pedeset godina talijanske historije
(724-774.)
Napisao NATKO NODILO.
Kakova to knjiga? kakov to povjestničar?
(Nastavak.)
VIII.
Nodilo — pragmatik.
1. Na str. 10. čitamo: „Uvigjalo se papi da
povriegjeni crkovni oprost danka svaki mu odpor
opravdava; ali na nezakoniti onaj nijek planu car.
Osorni Izaurijanin odluči s vladičanske stolice dignuti,
a i smaknuti buntovnika, pa bio on i prvi svestenik
rimske crkve".
U svojoj knjizi govori ovdje N. N. prvi put o
carevih atentatih na papin život; ovaj nam atentat
predstavlja kao prvi, a kao povod i uzrok navadja
mu papin nezakoniti nijek poreza. Svemu pak ovomu
navadja kao izvor historični, bez dotičnih rieči, samo:
Anast. Vita Greg. 11.
Prije svega vidimo koliku vriednost ima Ana-
stazij za Nodila. — lzpravljajuć Gregoroviusa, koji
„misli da Anastazij mrsi hronologiju;" oprovrgavajuć
„visokoučenoga Muratori-a", koji takodjer drži, po
Teofanu, da „istom ikonoklastvo dade povoda papinoj
oporbi protiv cara", Nodilo piše: „Za što pak mi
se ne bi pouzdali u hronologično poregjanje pisca
žića Gregorijeva (to vam je Anastazij), ja ne uvigjam.
Po svoj prilici on je suvremenik, dok je Teofan
prije nego svoga. Imaju razlog, ako eharitas
nije ordinata.
Rusija nastoji, kažu oni, da Balkan cio
slobodan bude. Da bi Bog dao, iskreni! tu
želju; al nije sloboda zamienit gospodara
s gospodarom: Tursku s Ruskom.
Turci dakako Bugarim odraažu, al im i
Rusi ne pomažu. Dokaz najbolji neiskrenosti
a previjanosti ruske imamo baš 11 sustjepan-
skom, ugovoru, koji je manje mario za Srbe i
Hrvate nego sara Magjar Andrassy; sve što
je u Sustjepanu PetrograJ pitao bilo za Bu-
garsku. Nije li sebična dakle ruska politika?
nju ne nadahniva načelo sveslovensko, nego
golo načelo rusko.
Pa da bi sve Rusija i najbolje namjere
imala, nje osobit i Čest doticaj s Bugarim
pogibeljan je s više uzr Kad 11 nas vape
svetu Rusiju, koji joj ništa dužni nismo, kako
neće Bugari? A to i po Bugare i po nas
velika šteta.
Po nas nada sve u svakom smislu. Bu-
garska uz Rusku neće nikad imat po sve
slobodne ruke. Bugarska neće uz Rusku nikad
zapamtit što je samoslalni razvitak u knji-
ževnosti, u narodnosti, a lako se može pretopit
jezerce bugarsko u more rusko. Turci nijesu
odnarodili 11 pet viekova Bugarske, al može
Moskov to i u samih pedeset ljeta.
A nije li pravednije s gledišta narodnoga,
književnoga, da Bugari, ako se imaju ujeđinit
svakako pozniji. Iz cijele vijesti Anastazij eve vidje-
ti je, da on pripovijeda nešto drugo od Teofana..."
Sad znamo koliko je Nodiiovo pouzdanje u Anasta-
ziJa-
Nu, prije ovog atentata, što stoji u savezu sa
porezom, Anastazij piše 0 drugom jednom atentatu,
i evo kako: „Post aliquos dies Basilius dux, Jorda-
nes ehartularius, et Joannes subdiaconus cognomento
Lurion consilium inierunt, ut pontificem interfice-
rent. Quibus assensum Marinus iraperialis spatharius,
qui Romanum ducatum tenebat, a regia missus urbe
imperatore mandante hoc probavit, sed tempus inve-
nire non potuerunt: quia Dei judicio dissolutus et
contractus est, et sic a Roma recessit". Ovdje imamo
zapovied carevu, da smaknu Grgura II; zapovied,
koja ne stoji u nikakovom savezu sa nikakovim
porezom; zapovied, o kojoj nam Anastazij govori
prije neg ob onoj, sto ju Nodilo spominje. Za što
je ovo Nodilo prešutio? za što je ostavio Anastazija,
pouzdanje svoje? Jer to preliepo ide u njegov plan:
prije svega stavimo porez, pa nijek poreza, za tim
tek carevu odluku, da se papa smakne! Eto tad
pape lopova, a cara poštenjaka!
Obazrieti ću se još ovdje na nešto za mene
malo važna, al što je dosta važno, ako želimo poznati
Nodila.
lzpravljajuć Gregoroviusa i Muratoria reko je
Nodilo: „Iz cijele vijesti Anastazijeve vidjeti je, da
on pripovijeda nešto drugo od Teofana". Stavimo
jednu viest pokraj druge.
Anastazij piše: „Paulus vero exarchus impe-
ratoris jussione eundem pontificem conabatur inter-
fieere, eo quod censum in provincia ponere praepe-
diebat, et cogitaret (exarchus, ovo pravom umeće
Nodilo) suis opibus ecclesias denudare, sicut in cae-
teris actum est locis".
s kim da se ujedine sa Srbim i Hrvatim ? Ne
napućuje li na to i položaj i poviest?
Ni ne reci pak ništa glede vjere. Svak
zna da nećo ruski razkol pomoć raskolu bu-
garskom, da se na izvor istine povrati.
Po tomu zlo radi kogod podpomaže
ostvaranje ruskih težnja. Imale bi u nas sve
novine u tomu složne bit, branit bugarski
narod, za nj pitat bolje dane, al uz to širtt
i kriepit miso moralne samostalne uzajemoosti
izmedju balkanskih plemena. Bolje za sad i
po Bugarske samosvojne, nego da do koje
doba sve ovamo bude tudje.
II concorso đe'Cattolici alie urne
grandemente temuto üa Marco Minghetli.
. - ^ . ,,II suflragio universale in Italia fa-
rebbe luogxr m Parlamento ai cle-
ricalismo, che ha nelle moltitndini
radici assai profonde". M. Minghetti,
Discorso di Legnago, 26 ottobre
1878.
\
E noto ai nostri lettori come 1' ottima „Unitá
Cattolica", difendendo i diritti conculcati della Chie-
sa, abbia sin dal principio della nuova situazione
política creata nelP Italia addottato le parole ,,nč elet-
tori né eletti" quale suo prograrama, da cui non si
scostava mai. Non credeva cioé consulto di tollerare
che i cattolici d' Italia prendessero parte alie elezio-
ni politiche; senza volerneli pero ritrarre dalla par-
tecipazione alie elezioni araministrative. Ora lo stes-
so egregio periodico con due suoi articoli ha de-
Teolan piše: „Comperto ejus proposito (de
proscribendis imaginibus, i ovo je Nodiiovo) Grego-
rius papa romanus Italiae ac Romae trubuta ad
ipsum deferenda prohibuit".
Nijeku poreza sa strane Gregorija navadja
Anastazij kao uzrok, što je eksarh namierao oplie-
niti crkve; Teofan navadja kao uzrok, što je car
Leon bio odlučio uništiti ikone (slike i kipove). To
pako imao bi znati Nodilo, da je u crkvah, osobito
rimskih, bilo slika dragocienih i kipova od suha
zlata i čista srebra. Oplieniti crkve, kako veli Ana-
starij i zabraniti a i konfiskovati ikone, kako razlaže
Teofan, bilo bi dakle jedno te isto. Iz ovoga mogu
sad i manje oštroumne glave uvidjeti, da, navadjajuć
nijeku poreza isti uzrok, spomenuta dva pisatelja
govore 0 jednom te istom nijeku poreza. Tko toga
ne uvidja? — Sveučilistni profesor Nodilo, — Za
sto ? — On ne navadja nikakova uzroka, a ne bi ni
ja znao navesti drugoga van ovoga: jer neće da
uvidja. Ovo je opazka jedna: druga je sliedeća.
Kada tko, bio on i sveučilištni profesor, pobija
„visokoučenog Muratoria4', dužan je navesti svoje
dobre razloge: Muratorievo ime to zahtieva. Proti
ovom velikanu u historiji, osobito talijanskoj, nije
dosta reći kako govori Nodilo, na desno „ja ne
uvigjam", na lievo „vidjeti je".
Treća opazka veli, da Nodiiovo umovanje,
kojim hoće te hoće, da ovako reda dogodjaje: naj-
prije popis poreza, pa papin nijek poreza, odavle
sukob med carem i papom, a tek za ovim vjerska
raspra 0 ikonah; da to umovanje dakle ne stoji na
zdravih nogah, neg na papirnih štulah. Uvinuti No-
dilu i ove štule nije težko.
Gregorij piše Leonu u prvgm listu „ . .. deeem
annos recte ambulasti" (vidi Nodila str. 9.). „Po
ovome dakle tvrdo stoji, veli Nodilo, da je do te
N. 87. Zara, Lunedi 18 Novembre 18T8. Anno IX.
Đalmazia
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatcin facientes in charitatc, creseamus in
il I o per omnia, qui est caput Christus.
(S. Paul. Eft h. IV. 15.
Esce il Luneài ed il Venerdi.
ifg&gan
Ego interim elamite :
Si quis Cathedrae Petri jnngitur, meus est.
(S. Hieronytn. Efts. XVI. ad Dam.)
Vos ipsos. auxiliante Dco, in ilics alacriter operam Vestram inipensuros in tuenda salutari Ecclesi<e doctrina, animisquc in Religionis amore et in ver» fldei professione
roborandis, ix nel Breve del 2 i Fehhrajo 1872 agli scrittori delta üalmazia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per uu anno antícipatamente fior. 6. — Per la Monarchia Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un anno fran-
ela 15 in oro. — L' associazione é obbligatoria per 1' intera annata. Chi non avra dato disdetta alia fine di un' annata, si riterru associato anche per la seguente. — Le as-
sociazioni e grimporti di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano ÚY Amministraúone della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze alFruncate alia
lledazione. I comunicati s' inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a tariffa assai modérala. Un N.ro separato s. 8. I inanoscritti non si restituiscono.
Zara, 18 novembre.
Un articolo bizzoso della Provine. Corresp.
(ch' è un organo semiofficiale del governo di
Berlino) ha fatto un gran chiasso in Germanin
in questi ultimi giorni. V articolo è scritto contro
i cattolici in genere, e singolarmente contro
quelli che formano la frazione cosiddetta del
centro. A sentire il foglio, sono costoro che
mandano a vuoto ogni speranza di pace fra
Chiesa e stato. L' iride foriero della concordia
era già comparso, e il Papa conciliante e buono
non chiedeva nulla di meglio che di stender la
mano e di stringer amicizia col governo tedesco ;
ina il centro, ambizioso e bisbelico, rifiuta di
porger ascolto ai cenni delf „autorité compe-
tente" del Ponteíice, onde si fa chiaro che in
lui I' odio all'impero e l'astio contro il Bismark
possono più che 1' amor della pace e l'interesse
della Chiesa. Ë dunque il centro una fazione
prettamente política, a cui la religione serve di
maschera; il che stando, è in lei che si deve
cercare la ragion della lotta, e il governo si
lava le mani nella sua innocenza, e dovrà suo
inalgrado continuare il Culturkampf'.
P 0 0 LIST A K.
Postanje svjetovne papinske vlasti ili
pedeset godina talijanske historije
(724-774.)
Napisao NATKO NODILO.
Kakova to knjiga? kakov to povjestničar?
XI.
(Nastavak.)
Divljačtvo Longobarda opisuje N. na str. 49.:
Za Latine; ondašnje nosioce još preostale naobrazbe,
inoroč[i i inojezični Langobardi, svi do cigloga, bi-
jahu razbojničko pleme, koje, kud dopiraše, sa sobom
bi nosilo besudje i društveni nered. Čuše Latini
s radošću smrt Luitpranda, „vrebača i gonitelja
svoga" (Anast. vita Zachariae). Suvremeni taj «ud
bez dvojbe je strastven glede osobe kralja pripi-
tomljenoga (Je li? a osam puta digo je vojsku na
Latine!); ali oštar nije napram njegova naroda. Da
Langobardi budu Rim osvojili i cio apeninski polu-
otok pritisnuli, sva je prilika, da zgažena i davljena
Italija ne bi, pri izminuću srednjena vijeka, zapalila
u Europi luč opet oživljele prosvjete.
Na 60. i 61. str.: Italija pucala pod bremenom
nadošlih rušećih, a ne radećih Germana. U njoj svake
nove godine osvitalo to manje naroda. Italsko pu-
čanstvo, već prorijegjeno rimskim latifundima, užasno
tad propadaše u bijedi, nastaloj pod osvajačkim
kopljem Langobarda. Tamanjenje zemlje, uz seljačko
ropstvo, raslo u velike, otkad Langobardi prekriliše,
ili trknjama napastovaše gotovo sve italsko polje ...
Cfr. med ostalim opazku 4. str. 25.
Da su Longobardi, u koliko bili živi, imali i
htjeli napadati na Rimljane sliedi iz Nodilove izreke
na str. 20.: Langobardi i Rimljani bili dušmani od
zakletve. Koliko su krat na Rimljane i Latinjane
napali, vidjeti ćemo o svakom longobardskom kralju
na pose.
Liutpranđ (712—44), piše Nodilo str. 24., čeznuo
sve Latine imati pod vladom, i u svoj Italiji izmije-
Cosi P organo officioso, secondato da un
coro d' anime gemelle che si tira dielro, ma
eziandio schernito da quanti sono liberali schielti,
a cui la servilità non toise affatto 1' uso della
ragione. Ë mirabile infatti, scrive Y „E. d. L.",
il garbuglio di contraddizioni smaccate in cui
s'avvolse fin qui il governo berlinese, e nulla
eguaglia la stortura del sao linguaggio. Un sei
o sett' anni addietro, si inauguró la lotta pro-
clamando che i cattolici sono marionette del
Papa, e pigliano da lui I'imbeccala d'una politica
oslile alia patria. Era un' ohta insopportabile che
un prete italiano movesse a sua posta i cattolici
tedeschi, obbedienti al pari di monaci, anche in
affari civili ; e perciô fu necessario quel tocco
di Culturkampf, e per staccare affatto da Roma
la Chiesa alemanna, il prinfj) articolo delle leggi
del maggio escludeva risoíutamente qualsivoglia
atto di giurisdizione che í ^ase "per esercitarsi in
Germania da un superiore ecclesiastico dimorante
fuor dell' impero.
Quest' idea fu ricantala in ogni tuono, e
ripetuta colla fedeltà religiosa che si mette nella
professione d1 un simbolo di fede, finché dal-
1' estáte passata in poi, si mutô registro. Pre-
niti cara rimskoga. Čim je g. 726. pukla vjerska
razpra med carem i papom Gregorijem, a i med
carem i Latinjani (Nodilo ne će valjda zahtievati,
da su Latinjani i pape u ovoj vjerskoj raspri imali
popustiti), Liutpranđ započe boj; varvari (str. 24.)
polomili, po običaju, rimsku upravu, i osvojivši Ra-
vennu i Narniu, već upirahu željno oko i na sami
Rim *).
Tko će pomoći? Car Leon (717—41.), o kojem
(s. 8.) veli Nodilo: popuštala careva pažnja na za-
pad, mjesto državnimi, bavio se vjerskimi posli;
mjesto da misli osloboditi Ravenu, on misli kako će
na krivovjerje obratiti svoje podanike, niti se osviesti,
kada, po Nodilovu citatu iz Anastazija,... omnis
Italia consilium iniit ut sibi eligerent Imperatorem
et Constantinopolim deducerent. ..
Pomoći će papa Gregorij II (715—31.). On već
na svoj trošak Rimu pogradi i raširi bedeme; on je
već jednom bio uložio svoju moguću riječ, a Lan-
gobardi vratili Grcima zaposjednutu ravensku varoš
i luku, što se zvala Olassis; on je jednom jurve
dao do 70 funti zlata, eda bi grčko oružje bilo u
stanju natrag oteti beneventskim Langobardima zna-
menitu tvrgjavu Cumu kod Napulja (sve na str. 8.)
Taj će Gregorij pomoći i sada. On će najprije stje-
šati Talijane: compescuit tale consilium pontitex,
sperans conversionem principis. I Pavao Dijalcon,
od Nodila ne citovan, veli VI. 49.:... et nisi eos
prohibuisset pontifex, imperatorem super se consti-
tuere fuissent aggressi. Za tim Gregorij najživlje
preporuči Ursu duždu Mlečana, da bude u svačem
na ruku eksarhu, koji bijaše iz Ravenne umakao u
Mletke ... A zbilja združeni Grci i Mlečani... opet
oteše Ravennu iz ruka langobardskih (str. 28.).
Ali Liutpranđ u drugoj, a valjda i u trećoj
vojni osvoji Bononiu uz okolna mjesta, pa čitavu
Pentapolu i grad Auximum (Osimo)... I na zapadnoj
*) Žao mi što rad tiskarnih potežkoea ne mogu sve Nodi-
love rieči staviti med navodke; navadjati ću uviek stra-
nicu, a moje umetke i primetke nastojati ću kakogod
označiti. U ostalom može čitatelj Nodila laliko razpoznati
po njegovih osobojnostih: Langobardi, Liutpranđ, Pippin,
itd. (mjesto kako drugi obićnjaci pišu: Longohardi, Luit-
prand, l'ipin), a osobito po srpštini.
meva al cancelliere di cattivarsi i cattolici del
centro e di farsene altrettanti cagnotti, pronti a
giurare ciecamente in verba magistri e a se-
guirlo in tutti i capricci della sua politica. Pur
di ottenere questo profitto, ei s'era messo bra-
vamente sulla strada di Canossa, fe' appello al
Papa, e accoglierebbe magari a braccia aperte
un nunzio apostolico a Berlino, a patto che
questo gli portasse nella valigia 1' ossoggetta-
mento dei cattolici. Ma ecco che s' è trovato
che il Papa non si arroga la pretesa di dar
comandi in materie politiche, e in queste cose
i cattolici non si sentono tenuti ad obbedire,
onde il Bismark si vide coslretto o a stipular
la pace senza guadagni, o a proseguire una
lotta di cui gli è già palese il niun effetto. De-
luso cosi nei suoi calcoli e mancatagli la spe-
ranza d1 acquistare il bramato contingente di
iaiicie spezzate, il Bismark giurô di vendicarsene,
e intanto lasciô cadere le trattative, spiccando
ai trombetti officiosi l'ordine di intonare un' altra
cantilena. E adesso adunque i fedeli ail' impero
sono obbligati di credere il rovescio di ciô che
era stato proclamato per più d'un lustro. I cat-
tolici dovrebbero essere marionette del Papa;
strani dokopa se Liutpranđ tvrdoga grada Sutrium
(Sutri) .. . Jedan dva li dana vojničkog hoda, pa eto
Langobarda papi na vrat (29.).
Nu, velim ja, da se dohvatili Rima i papina
vrata, bilo bi jednim mahom izčeznulo i bizantinsko
vladanje.
Tko će sad pomoći? Cara Leon#i za Italiju
briga ne tare.
U to Gregorij, piše Nodilo, neprestanim poru-
kama i pismima molio i kumio Liutpranda; ali jedva
velikim poklonima skloni ga, da od megje odmakne,
i da „apostolima preblaženim Petru i Pavlu" vrati
opuhani grad Sutri.
Na ovom će mjestu, veoma a propos, Nodilo
govoriti o nečuvenom novom pravu, što ga Rimljani
hoćahu suprotstaviti carskome!
Medju tim car Leon, kao na odplata, zapovjedi
nekoliko puta da papu smaknu, jer mu papa nelitjede
pristati na ikonoklastvo, i eksarh Eutihij sklopi
s Longobardi savez, koji urodi ovim plodom : Veoma
je sumnjivo, da je baš po nagodbi (str. 32.) s Euti-
liijem, poveo (Liutpranđ) čitavu oružanu Langobar-
diju na gracl cesarâ: nu svakako langobardski kralj
bješe na skoku, da izvede ono, što ne učini junak
Alboin.
Od Bizantinaca, koji su ovu nepriliku prouz-
ročili, ne treba očekivati pomoći. Nodilo ne bi bio
Nodilo, kad bi nam sada štogod reko o tom bez-
primjernom bizantinskom vladanju. On će čitatelju
podrugljivo opisivi-ti pobožnost Luitprandovu, pa će
reći o uspjehu, što ga glavom i svojom rieči na
sastanku s Luitprandom polučio papa, ovo : Nije baš
bilo Gregorij u premučno izbaviti se od onakoga ne-
prijatelja !
Za ovim će samo natuknuti Nodilo znameniti
dogodjaj, što ga on sam stavlja u god. 730., i o
kojem Anastazij ovako piše (Vita Greg. II.): Igitur
exarcho Romae moranti venit in partibus Tusciae
in Castrum Manturianense quidam seduetor Tiberius
nomine, cui cognomen erat Potasius, qui sibi regnum
Romani imperii usurpare conabatur, leviores quosque
deeipiens, ita ut Manturianenses, Lunenses atque
Bledani sacramenta praestitissent. Exarchus vero
haec audiens turbatus est, quem sanetissimus papa
confortans et cum eo proceres ecclesiae mittens, atque
LA DALMAZIA.
INTESO AGLI INTERESSI DELLA PROVINCIA.
Si publica ogni Giovedì. Il prezzo annuo per Zara è di fiorini 4, per semestre fiorini 2; per fuori franco
di porto fiorini 6, per semestre fiorini 2 car. SO. Le associazioni si ricevono in Zara dal proprietario,
fumi, da tutti gl'ii.rr. uffìmi postali. Non si accettano gruppi o lettere che franche di posta, e con tempiio
alla estensione del giornale in stamperia Demarchi-Rougier*
Jo Giovedì i. Maggio.- 1843»
INTRODUZIONE.
Se oggi esce in luce per la prima volta in que-
sta provincia della Dalmazia un giornale letterario-
economico scritto m lingua italiana, lo viene merce
i savii e premurosi consigli ed eccitamenti di più
stimate e dotte persone, e la efficace cooperazione
di chi abbiamo scelto a dirigere il lavoro, al quale
ti dà principio.
E che questo giornale possa e - debba tornar
utile alla Dalmazia, ciocché è nostro unico propo-
nimento, ci giova sperarlo, persuasi alla pratica di
tutti gli altri colti paesi, ne' quali si può dire che
per ogni maniera di lettori, v' ha apposito giornaley
ito cui e l'uomo dotto e l'artista e l'artigiano e l'a-
gricoltore trovano egualmente di che soddisfare alla
propria bramosia e al bisogno d'imparare, innestato
ito tutti gli uomini da natura.
Ma tanta abbondanza di scritti periodici in
Dalmazia non può esservi altrimenti, perchè nè
riéchezza tale ella ha da poterli mantenere, nè
mltura letteraria tanto diffusa, che ogni grado di
persone valga da sè ne' fogli attingere le utili co-
gnizioni. Perciò abbiamo divisato di ristringere in
un solo le tendenze di vani altri giornali, ed of-
frire a nostri lettori alla spicciolala .articoli scien-
tifici, letterarii, economici, artistici, tutti accomo-
dati ai bisogni, alle circostanze, ai vantaggi, alle
facoltà, a' difètti di questa provincia; e se saremo
riusciti di sopperire col nostro alle tante giovevoli
cognizioni, che vengono propagate dagli altri gior-
nali, e noi crederemo aver bene spesa nostra fa-
tica, lo scopo di cui altro non si è, vaici a ripe-
terlo, che l'utilità della nostra patria.
Nè l'amoroso intendimento si tacci di presun-
zione da taluno, perchè anche modiche forte co-
stantemente ad ottimo fine rivolte, assai possono,
e perchè nel lavoro benché diffìcile, saremo aiutati
continuamente dalla cortese e valida eooperazione
di molte dotte persone, che ci prof ersero gentili l'as-
sistenza loro. Ed ognuno sa che la Dalmazia conta
molti eleganti e robusti scrittori, ehe d' ogni ma-
niera dell' umano sapere fecerv capitale, altri dei
quali hannosi fama europea, altri siedono maestri
nelle prime università, e che in essi jmà molto l'a-
more di patria, per cui nmi lascieranno di con-
tribuire al suo bene, aprendosi loro innanzi vki
cosi facile e spedita.
Ma la plebe ed il villico non leggono, .sog-
giungerà taluno, e gli altri, quelle -cognizioni ò le
possiedono o di leggieri le possono apparare da
opere di maggior mole, di sapere più profondo. Se
il villico e la plebe, che più ne abbisognano, im-
mediatamente non le cavano dagli scritti, {e, pos-
sono avere mediatamente da quelli che intendono
alla loro istruzione. I dotti poi, quand'anche si ab-
biano tutte le imaginabili cognizioni', riporteranno
almeno questo frutto del nostro giornale, che, o-ver- l
ranno vieppiù incoraggiati 'ne' toro studi, o riceve-
ranno novella ispirazione a qualche lavoro di grande
lena dai molti temi, che verranno svolti, per quan-
to lo permetterà I angustia di poche pagine, di un
giornale. Da piccola scintilla talvolta esce gran fuo-
co; da un oggetto, da una• reminiscenza, da una
proposizione, da un principio solo addiviene spesso
che si prendano le mosse a lavori di somma imporr
tanza, e che la mente dell'uomo capace per la pro-
pria potenza imaginatrice e ragionatrice delle mag-
giori sintesi ed analisi, trovi, come in embrione, iti
uno de' nostri tenui pensamenti il primo germe di
un'opera sua della più alta eccellenza.
E se non altro il nostro giornale recando pe-
riodicamente i pensieri e le fatiche di questo o di
LA DALMAZIA
INTESO AGL' INTERESSI DELLA PROVINCIA.
Si publica ogni Giovedì. Il prezzo animo per Zara è di fiorini 4r per semestre fiorini 2; per fuori franco
di porto fiorini per semestre fiorini 2 car. SO. Le associazioni si ricevono in Zara dal proprieta-
rie), fuori da tutti gl'ii. rr. uffìcii postali. Non si accettano gruppi o lettere che franche di posta e con
recapito alla estensione del giornale in stamperia Demarchi-Rougier.
M 2 Giovedì » Maggio» I84l>»
SOMMARIO.
Storia. Del sito deU antica Pharia.
ra. Dei proverbii slavL
Letterati!-
CENNI STORICI
INTORNO ALL' ISOLA DI LESINA.
Da quo' primi segni che i figli di Seth inven-
tarono per conservare le memorie di segnalati av-
venimenti sino a' nostri giorni , grande fu sempre 0
servizio che l'archeologia ha reso alla storia, di cui
è ritenuta a buon dritto una scienza ausiliare. Essa
sola infatti può chiamarsi la maestra e la face della
storia, dopo che le additò avvenimenti e cose che
essa d'altronde avrebbe ignorati. Che sarebbero i
palimsesti sorgenti di tante cognizioni, se fa mano
dell'archeologo non gli avesse svolti ed additati allo
storico? Che direbbero le catacombe, se l'antiqua-
rio non si fosse spinto fin nell' orrore delle loro te-
nebre a ricercare la vita in mezzo a sepolcri? Mu-
ratori, Grutero, Maffei, Panvinio, Flaminio Corna-
ro, ce ne danno una prova. Tutte le scoperte sto-
riche devono la lor vita a quella sorgente, e a quella
attinsero le opere che salirono nell'Italia a princi-
pali onori della letteratura. Ne io avrei fatto prece-
dere quest'esordio, se non provassi il debito di ri-
conoscenza verso chi, per mezzo di questa seppe
schiarire un difficile argomento sul quale molti eru-
diti lungamente dissentirono, e noi forse pure sa-
remmo tratti in inganno se la luce della verità non
ci fosse per essa stata conosciuta.
La repubblica veneta aveva già assoggettato
al suo dominio tutta quella lingua di terra e di sco-
scese montagne;, che principiando dal golfo di Trie-
ste estendevansi alla punta ove il mediterraneo e
l'adriatico confondono le loro acque col mare cosi
detto ionio. Quivi sotto i Romani avevano princi-
pio quelle vaste regioni, le quali sotto il nome di
Provincie illiriche estendevansi oltre la Pannonia
e la Dacia. La conquista delle inaccessibili spiag-
gie oltre il Quarnaro, sotto il titolo di guerre dal-
maliche, furono descritte dagli antichi, e costaro-
no rivi di sangue agli orgogliosi romani. Dopo la
decadenza e rovina dei conquistatori, la Dalmazia
die viveva altre volte all'ombra del potere di Ro-
ma, o dei re dell'IHirio cadde sotto il supremo do-
minio o dei re (teli'Oriente o dei re d'Ungheria,
sino a che la prepotenza del leène veneto qui pure
inalzò il vessillo di san Marco che doveva durare
sino al tramonto del secolo XVIII. Ultime a rico-
noscerne fl dominio furono le isole che per la to-
pografica loro posizione, e per la difficoltà di man-
tenerne il possesso, vennero tante volte contrastate,
sia dai re d'Ungheria o dalla regina dell'adriatico.
Lesina la più estesa fra queste, era forse la più
vaga che ornasse la corona ducale di quella re-
pubblica. Giace tra Spalato e la penisola di Sa-
IA DALMAZIA
INTESO AGL'INTERESSI DELLA PROVINCIA.
recapito alla estensione del giornale in stamperia Demarchi-Rougier.
jfè 4. Giovedì 22 Maggio*
SOMMARIO.
Documentò onorìfico al Canavelli—Biografia di
Minucio Minuti arcivescovo di Zara — Quadro
mineralogico geognostico del circolo di Cattaro —
Per santa Anastasia Inno — Rivista di due opere
relative alla penisola greco slava — Economia ru-
rale — Varietà.
DOCUMENTO ONORIFICO.
Di Pietro Canavelli parlando, più d'uno ricor-
da, ma non produce, la lettera a lui diretta dal re
Giovanni di Polonia per alcune sue belle poesie il-
liriche Sulla liberazione di Vienna. Onorevol tor-
nando al dalmata nostro una tale dimostrazione di
aggradimento, vergata da quella prode mano, che
una eguale ne inviò al Filicaja per le sue canzoni
sopra il soggetto medesimo, non sia discaro il ve-
derla qui riportata, in aggiunta del cenno che in-
torno al valent'uomo si lesse nel numero precedente.
G.F.C.
Illustrissimo S&gnore!
Il principe Lubomirski gran-maresciallo dì
questo Nostro Regno, al suo ritorno d'Italia, ci
ha. fatto pervenire diverse composizioni poetiche per
parte di V. S., da Noi gradite al segno maggiore,
anzi ammirate per l'eleganza dello stile, e per i
concetti sublimi con i quali le adorna. Sii intanto
V. S. sicura che non poteva farci maggior favo-
re, dandoci il modo della conoscenza di un virtuo-
1843-i
so suo pari, al quale corrisponderemo sempre ed
in ogni congiuntura di sua soddisfazione, anzi vi
contribuiremo con tutto lo spirito, sempre e quan-
do da lei ce ne saranno somministrati i mezzi. In-
tanto nostro Signore la conservi.
Savorova 16» maggio 1687.
Giovanni Re.
Al sig. Pietro Canavelli — Curzola»
MINUCIO DE MINUCI
Arcivescovo di Zara.
Da nobile famiglia di Serravalle della Mar-
ca Trivigiana nacque Minucio l'anno 1551. Per-
corsa la via de'primi studi in patria, venne col-
l'arcivescovo Andrea suo zio a Zara, ove attese
alla rettorica e filosofia, a Padova al diritto. Fu su-
bito secretario di lettere a Bartolommeo de Purli-
liis, nuncio apostolico in Germania, e all' eminentis-
simo Lodovico Madruccio, vescovo di Trento, cui se-
guì nello stesso ufficio ai Comizii di Augusta. Man-
dato a Roma a dar parte delle cose là conchiuse,
piaque sommamente il suo parlare a' Cardinali, che
tentarono ogni mezzo, perchè tra loro si rimanesse.
— Gregorio decimoterzo si valse della sua legazio-
ne per ricondurre alla fede cattolica Everardo ar-
civescovo di Colonia, il quale prevaricando, aveva
svelto dal suo seno molti e riputati credenti. Ne
avendo potuto riuscire con persuasioni, fu di nuov0
STUDII STORICI
(Continuazione).
Tutta una lunga, ma circostanziata narra-
zione di Appiano ho voluto recare, perchè dalla boc-
ca di scrittore tutto inteso a celebrare le gesta di
Augusto, s'impari a conoscere quanto valida resi-
stenza abbiano opposto i Dalmati a quel potente
dominatore del mondo, e quali forze, quante ric-
chezze dovevansi avere, e per assembrare esercito
tale da fronteggiar quello dell'inimico, e per muni-
re vigorosamente le loro città, provedendole della
necessaria vittuaglia, delle armi e degli afforzamene
di ogni maniera. Vien notato che 13,000 scelti gio-
vani formavano il nerbo dell'esercito nostro, senza
noverar quelli clic stavano di presidio in Promona,
in Sinodio, in Setonia, che sembra essere stata al-
lora la capitale della Dalmazia, e l'esercito de' ve-
terani, e quello condotto da Teutimo, i quali tutti
saranno ammontati ad altissima somma. Nè in minor
numero erano necessarii per far fronte e resistere
si lungamente e gagliardamente allo stesso Otta-
viano Augusto, che da poco aveva superato Bruto
e Cassio, ed il quale non sarà venuto per combat-
tere i Dalmati con piccolo, ma con potentissimo e-
sercito, tanto più ch'erano fresche nella memoria dei
Romani le rotte ricevute da Gabinio e da Vatinio.
Quali e quanto grandi, fortificate e difese non dove-
vano essere le città nominate, che poterono tener
fermo per tempo si lungo e resistere agli assalti di
eserciti cosi considerevoli, c continuamente eserci-
tati nelle oppugnazioni? Ma di ciò altra fiata.
Dopo che Augusto Cesare assoggettò a' Ro-
mani le migliori città della Dalmazia, rivenne a
Roma, e celebrò il suo trionfo dalmatico, d'Azio e
dell'Egitto. Ma non però la Dalmazia tutta era sog-
getta. Quindi nell'insurrezione accesasi nelle Pan-
nonie ed in Dalmazia, fu giuoco forza ad Augusto
di spedir con ogni sollecitudine Tiberio per repri-
merla. Duri") fatica combattendo or con uno or col-
I'altro popolo a continue riprese, di domarli, ma alla
per fine vi riusci, ripartendo per Roma appena ag-
giustate le faccende.
Poi quando per far fronte alla guerra germa-
nica, vennero gravati i Dalmati da Ottaviano di
nuove leve e di pesanti balzelli, cosa da essi non
prima patita, e quando videro raccolto e schierato
il fiore della loro gioventù, montarono sulle furie,
ed istigati da Datone che andava intorno buccinan-
do, diedero di piglio all'armi, posero iu rotta le
schiere romane capitanate da Valerio Messalino, e
fecero testa contro la forza di Roma. Contempora-
neamente quasi scoppiò la ribellione de'Pannonii?
non so se per accordi fatti, governati essi pure da
certo Rattone Breuco, ed unirono assieme le forze,
ed ebbersi un'esercito maggiore di 140,000 com-
battenti. Fu sommo lo sbigottimento di Roma, che
temeva d'un'invasione in Italia di cotesti ch'essa
chiamava barbari ; quindi mandar prima Tiberio con
potente esercito, poi Germanico figlio di Druso, poi
nuovamente Tiberio, rincalzandoli sempre di fresche
milizie, d'ogni bisognevole ottimamente fornite. Pure
in onta a tutti i loro sforzi, alle tante battaglie, as-
sedii, persecuzioni, scaramuccie, la guerra si pro-
trasse viva con alterne sconfitte e vittorie per ben
quattro anni, nò cosi tosto sarebbe cessata, se non
vi si fosse messo il tarlo fra i Pannoni ed i Dalmati,
per cui gli uni volevano soppiantar gli altri, e la
fame e la peste non gli avesse disfatti, e logorfper
guisa, che disperando di più poter durare, volonta-
rii si profersero i Dalmati a dedizione, patteggian-
do con Tiberio, che li accolse a untissime condi-
zioni, per più agevolmente opprimere la ribellione
pannonica. Poche città rimasero ancora ad essere
vinte, e le quali tutte una ad una Tiberio o espu-
gnò od obbligò alla resa. Da quel tempo dunque so-
lamente incominciò la totale soggezione dei Dal-
mati alla potenza Romana.
Fatta codesta divisione, Ottaviano che vedeva
tanto innanzi nelle cose del governare, e che co-
noscevasi dell'importanza di questa regione, del suo
incredibile valore, delle sue ricchezze, dell'oppor-
tunità del suo suolo e del suo mare per sempre più
accrescerla d'industrie e di commercii, la ritenne
per sè, riduccndola in provincia pretoria. La qual
accortezza di Augusto cosi disvela Dione Cas-
sio, lib. 53.: "Le più potenti provincie, come me-
no secure e più pericolose, o come quelle, i di cui
abitatori erano nimici, c potevano per propria for-
za attentar grandi fatti, ritenne per sè. Ciò e'fa-
ceva sotto specie, che il senato sicuro godesse delle
migliori parti dell'impero, mentr'egli doveva colle
difficoltà, e co'pericoli contrastare: ma infatto poi
perchè quello stesse inerme, quand'egli solo era in
armi e in soldati: „ Anzi per chiudergli gli occhi
e non lasciar che si dolga della perdita di cosi con-
siderevole parte, cesse al senato in luogo di questa
nientemeno che la (Jallia narbonese e l'isola di
Cipro.
Se dunque Augusto Cesare, che pur erasi
cotanto avveduto e dell'arte di regnare peritissimo,