ancora «he i termini del trattato, ben pre-
cisati a Gorizia, possano dar spesso mo-
tivo a discussiene e a proteste. •
Veloce olnb zaratino. — Martedì
14 alle ore 8 e un quarto pom. nella sala
del ristorante «Varietà» avrà luogo la
seduta generale di questo «Veloce club»
col seguente ordine del giorno:
1. Relavsione virtuale. 2. Relazione fi-
nanziaria. 3. Elezione della presidenza. 4.
Eventuali.
dalmato>albanese, che si e£Eettaerà da Trie-
ste nel pomeriggio d' ogni giovedì, verrà
abbreviata in modo da trasformarsi in una
linea postale accelerata. La linea Trieste-
Metcovich l'arà parte della navigazione li-
bera del Lloyd. Da questa linea furono
eselusi gli scali minori ed istituito in
quella vece un rapido servizio bisettima-
nale, in cui verranno toccati soltanto Se-
non si potrà dire che il cameriere ha di-
ritto di rubare perchè ha incassato poche
mancie !
Pur non vale la pena seguir l'organetto
nelle peregrinazioni tanto edificanti ; ri-
torniamo alla direzione del Lloyd.
Noi comprendiamo dunque che certe
irregolarità abbiano impressionata la di-
)itant be- I rezione; ma ncn vediamo opportuno que-
benico e Spalato e neji ritorno della linea | sto precipitarsi su degli effetti inevitabili
Metcovich A, anche Zara. | senza strapparne le radici d'onde trag-
Tutte le linee dalmate troveranno la I gono alimento. Tutta l' amministrazione ^ Decesso. — E morto in grave età il | coincidenza con i treni ferroviari, tanto a I va corretta con lungo e ponderato studio,
signor Pietro Dudan, da lunghi anni do-
miciliato nella nostra città ; uomo di mente
colta e di spirito arguto^ Uscito dalla ma-
gistratura, ed assunto l'ufficio di difen-
sore penale, egli andò vantaggiosamente
notato, per franca ed incisiva parola, in
alcuni processi politici. Ricordatissima la
parte di difensore da lui sostenuta in un
processo contro il barone Conrad, com-
plice, a Spalato, di audacissimi brogli a
elettorali. All'egregio consigliere postale
Niccolò Dudan e alla distinta signora | dacché viene adilnto a questa
Elisa Persicalli, figli amatissimi del de- ci»«- • • -
funto, le nostre più^sentite condoglianze.
Autodispaoeio. — Il «Narodni List»
si fa telegrafare da Vienna che il segre-
tario presidiale alla luogotenenza di Zara,
Trieste che negli scali intermedi.
Questo servizio del Lloyd avrà, fino a
nuora disposizione, carattere provvisorio.
Appena coli' introduzione nel servizio del
primo dei due nuovi piroscafi celeri in
costruzione per la Dalmazia, tutto l'iti-
nerario subirà una radicale riforma, ciò
che dovrebbe seguire già col prossimo
aprile.
Col nuovo anno s'inizia pure un muta- . ^
mento nella congiunzione con Venezia, | j^ommaseo a tuttofi anno decorso il signor
linea il pi- | Griuseppe Ceolin teneva 1' ufficio di econo-
tutta riformata e migliorata. Quanto poi
alle irregolarità dei dipartimenti camera
e cucina non dovrebbe vedere il Lloyd se
non sia opportuno lasciar quell' ammini-
strazione all' intraprendenza e all' inizia-
tiva privata, che pur dànno ottimi risul-
tati in altra Società di navigazione.»
Nel collegio Niccolò Tommaseo.
Dall'istituzione del convitto Niccolò
roscafo Metcovich, il quale è fornito di | ^^ questo importante istituto. Con ri-
ogni «comfort». L guardo però ai molti e difficili doveri che
Dal maggio in poi la linea di Venezia | incombono quale cassiere del locale
avrà una partenza giornaliera, e precisa- | istituito di pubblica beneficenza, ora no-
mente quattro g orni della settimana, con | tevolmente aumentati in seguito all'ammi-
sicno^ Tichv si è recato^colà in relazione I ^i®««^ durata massima di quat- | distrazione — devoluta al detto istituto — sipor iicny,si e recato coia, in reiapone l ^ j , • • notturni I della fondazione Pavaz, il signor Ceolin alia questione linguistica, invece il signor I _ ' " " I ha chiesto di essere sollevato dall' ufficio
Teatro Giuseppe Verdi. — Que-Tic^
da Za
non si è mosso, ma per un momento,
ara.
sConoittadiiio inventore. — Il gio-
vane concittadino si^or Graziano Talira
insieme al signor Romualdo Mohovich,
hanno ottenuto in data del 3 corr. dal
ministero di agricoltura, industria e com-
mercio del vicino regno, il brevetto di
privativa per sei anni, per l'invenzione
da loro fatta di un congegno da appli-
carsi alle locomotive, tendente ad evitare
gli scontri ferroviari. L' apparato — se-
condo la denominazione degli inventori —
si chiama «Dispositivo automatico di al-
larme e di segnalazione per pervenire gii
scontri ferroviari». Esso segnala automa-
ticamente ogni movimento del treno, su
cui è applicato, alla distanza di mezzo
sino a quattro e più chilometri ; e registra
contemporaneamente le segnalazioni ana-
loghe e di via libera, provenienti da altro
treno e dallo vicine stazioni della linea.
(ir inventori assicurano che le registra-
zioni del loro apparato sono di una pre-
cisione straordinaria ed escludono assolu-
tamente che vari segnali trasmessi nello
stesso tempo possano soprapporai, confon-
derai o elidersi a vicenda. Con questa in-
venzione sarebbero aboliti tutti gli altri
apparati di segnalazione ora in uso sia
lungo i binari sia nelle stazioni.
Quanto prima i due inventori faraaio
dei loro apparato un esperimento pratico.
sta sera, adunque, avremo la prima rap-
presentazione con r attrice di nove anni
Griulietta De Riso. Si dà «Cosi va il mondo
bimba mia», commedia in 2 atti dell' im-
mortale G. Grallina e «La lezione per do-
mani», nuovissimo monologo di Carlo Ber-
tolazzi scritto per la piccola attrice e
detto da Griulia de Riso. Chiuderà lo spet-
tacolo la brillantissima farsa in dialetto
milanese «Burrasca en dun dital».
Oltrecchè in Italia, e a Trieste e in I-
stria e nei teatri della nostra provincia
la piccola De Riso sollevò meritato entu-
siasmo. A Sebenico il teatro andò gremito
nelle recite da lei date ; e, nell' ultima,
venne colmata di applausi e di doni.
Cose del Lloyd. — Scrive 1' «Indi-
pendente» e noi riportiamo perchè molti
dalmati sono in servizio al Lloyd in qua-
litù di camerieri :
«E' una questione che ha suscitato non
poco scalpore nei circoli cittadini quella
dei camerieri del Lloyd. Infatti la dire-
zione del Lloyd apparisce essersi deter-
minata ad un atto ben grave quando si
rivolgeva alla polizia perchè sorprendesse
la sicura tranquillità di tante famiglie
con mattutine e notturne perquisizioni
nelle loro case.
Tra gli addetti del Lloyd colpiti da tale
misura corre la voce che a dar luogo alla
stessa sia stata una denuncia pervenuta
di economo da lui coperto per dieci anni
con generale soddisfazione.
La direzione del convitto, che suo mal-
grado ha dovuto accogliere^la^rinunzia, o
tutti i buoni patrioti hanno appreso col
massimo dispiacere la determinazione del
signor Ceolin, la cui opera indefessa, ze-
lante e disinteressata, dedicata a vantag-
gio di una delle nostre più care istitu-
zioni, è degna di essere pubblicamente ri-
cordata.
Suicidio."—IfGiovedi al| pomeriggio,
per cause ancora non bene precisate, si
suicidò a Sebenico Luigi Paut, d' anni
58, nativo da Traù, e geometra superiore
a Sebenico. E' dolorosa la tragica fine di
questo ottimo funzionario, che fu pur no-
stro buon consenziente politico. Oggi eb-
bero luogo i funerali dell' infelice. La
salma dal domicilio venne portata diret-
tamente al cimitero.
Il tempo che fa. — A Zara fa fred-
do ; e fuori, in mare, c' è stata fortuna
di bora. Anche il «Wurmbrand» sofferse
per la bora.
Naufragio di due bragozzi. — Se-
condo un telegramma oggi ricevuto, ieri
sera, in seguito a violento fortunale di
bora, due bragozzi chioggiotti, spezzati gli
ormeggi, si sbandarono sulle roccie di uno
scoglio presso Maoni vicino a Novaglia.
I pescatori si salvarono quasi a miracolo,
Antonietta ved. Bnbich 10, Maria ved.
de Zanchi 2, Gregorio Milossevich 2, Q-iu-
seppe Aiitissin 3, Venceslao Perlini 3,
Venceslao de Stermich 3, Riccardo Žo-
har 1, intendente Giuseppe Gosetti 10,
Pietro Vukich 2, Isidoro Simorina 2, cav.
Spiridione Mitrovich 2, dott. Giacomo
Ghiglianovich 5, dott. Roberto Ghiglia-
novich 5, Michele Smolian cent. 60, cav.
Antonio Gosetti cor. 10, Vincenzo de Me-
dici 2, Delich Silvio 1, Pietro Brunelli 2,
Maria Trigari-Messa 3, Giov. Giurissich
1, conte Colano Fanfognu 4, fam. di Eve-
lina Paltoni 2, Giuseppe Erzeg 1, Germa-
no ed Elisa de Benvenuti 2, Antonio Lo-
vrich 1, fam. Kirchmayer 2, dott. Antonio
cons. Rolli 4, Antonietta Rocchi 1, fam.
di Natale Mestrovich 2. • « *
Pervennero al gruppo di Sebenico:
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Gaspare Manos : Martino Kovacevich
(Zlarin) cor. 2, uno studente 2, F. F. C. 5,
Pietro Kovacevich 2, Emilio Beban 2, Mat-
teo Vukov fu Matteo 2, Fortunata ved.
Cicutovich 2, Stefano Macale 2, Stefano
Dean 1, Giovanni Suinca 1, Francesco
Dean 1, Stefano Kazia 1, Vincenzo Ros-
sini fu Vincenzo 1, signorina Agnese Bra-
nizza 5, Girolamo Strello 2, Antonio Bra-
nizza fu Antonio 1, Luigi Dean centesimi
50, Matteo Adum cor. 20, Girolamo Adum
10, Antonio Branizza di Antonio 1, Giro-
lama Branizza nata Dean centesimi 50,
Maria Branizza moglie di: Antonio cen-
tesimi 50.
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Gaspare Manos di Zlarin : Antonio
Bontempo cor. 4, Gaetano de Striseo 6,
Ugo Fosco 6, Gino Marassovich 5, Gio-
condo de Petris 10, Rocco Giadorou 2,
prof. Vincenzo Miagostovich 2, Simeone
Marin di Zlarin corone 60, Dott. Lorenzo
Dojmi (Lisea) cor. 10.
~er onorare la memoria del defunto si-
gnor Riccardo cav. Beden (Zara) : famiglia
C. Ruggeri cor. 5.
Parigi, 11 gennaio. — La popola-
zione di Fez proclamò Muley-Hafid a
sultano, destituendo Abdul-Hasis.
jmnmEjMEJii—JXILIIU-i— L_r—ITTIIT'—""
Edit. e redat. resp. Lidgi de Negovotiob.
stabilimento Tipo^rrafioo S. ArttI«
SETE
Le oblazioni varie.
Asile infantile. — La vedova ed i
figli di Riccardo cavaliere de Beden per
onorare la memoria del loro carissimo
estinto cor. 100, Famiglia Pastrovió 10,
Amalia Petricioli 10, Andrina ved. Ergo-
vaz 10, Maria ved. Karabaic 2.
La signora Culot nata Beden per ono-
rare la memoria del defunto fratello Ric-
cardo cav. de Beden ha vergato cor. 40 a
favore della Società per la prote-
zione degli orfani.
E noi auguriamo ai due giovani piena I si sa bene da che parte; ma, dicon j cercando ricovero in case di villici.
vittoria.
Malveazo. — E' malvezzo comune
alla stampa croata quello di rilevare l'an-
tico passaggio di talun nostro anziano
dalle file croate a quelle italiane: pas-
saggio che, del resto, risalendo ai tempi
dei tempi, si spiega. Ognuno sa che in-
torno al 60, al primo affermarsi di una
questione annessionista, gli animi di mol-
tissimi erano nella incertezza e quelli di
molti propensi a favorire una redenzione
iugoslava che si presentava affascinante
ad ogni spirito eletto. Molti altri invece,
i più, tenendo al partito autonomo, ave-
vano quasi intuito il futuro programma
di completa demolizione del partito croa-
to. E divenne naturale che al primo,
risoluto smascherarsi del partito croato,
essi, da una persona che negli ultimi tem-
pi ebbe a dimostrare fin troppo zelo nel
discoprire tutte le piaghe della ammini-
strazione lloydiana. Noi non ne sappiamo
nulla e passiamo oltre. Solo a noi consta
che negli ultimi mesi 1' arsenale ebbe ad
incassare circa 15,000 cor. da parte di
camerieri per oggetti comprati agli in-
canti; dunque è naturale che una consi-
derevole quantità di utensili e oggetti si
trovino nelle case dei camerieri, ma come
loro proprietà legittimamente acquistata.
Perciò il passo fatto dalla direzione del
Lloyd ci sembra alquanto precipitato e
non corrispondente alla difficoltà della
sceverazione della legittima proprietà dal-
l' illegittima, dell' acquisto dal furto : pure
noi attendiamo la soluzione della questio-
ne, certi che delle irregolarità si control-
li piroscafo del capitanato di porto que-
sta mattina partì pel luogo del naufragio.
Tlie radium cinematografo. —
Ecco il nuovo programma per le sere di
lunedi, martedì e mercoledì :
Parte I. — cSul Reno». Cinematografia
presa dal vero.
Parte II. — «Capitano Taylor». (Arti-
stica).
Parte III. — «Acciaierie di Terni». Ci-
nematografia presa dal vero.
Parte IV. — «La vita del pilota». Dram-
ma commovente in venticinque quadri.
Parte V. — «Carmencita». (Comica).
Darei non so che per sapere co-
me togliermi di dosso questo insopporta-
bile catarro. Toglierlo? Non è tanto fa-
cile cosi d' un fcmbito. Combatterlo bisogna.
per spose e sete Henneberg d:i
per sponsali
^ ^ di dazio e di porto,
di damasco
eoilene ^a-n^pìo'^i ® ncmesta.
Fabbricante di sete Henneberg in Zurìgo
arre-Mezzo infallibile
caduta dei capelli, far rinascere e crescer
gli stessi, è la mia «Pomata segreta» ove
non sia del tutto distrutta la radice dei
capelli. Signori e signore, che hanno usata
la mia «Pomata segreta» ne hanno otte-
nuto risultato efficacissimo, inviandomi
numerose dichiarazioni di elogio. Fiaschette
da 3 e 6 corono, inviare a Matteo Giur-
gievich. Spalato.
LE SEDI
— di —
Gorizia - Trieste - Pola
dell' I. & R. priv. Stabiliiento Aastr. di Credito
per Gommeroio ed Industria.
Capitale e Riserve: Corone I8S MilleiiiZ^p
Si occupano diftatte le operazioiii|di Banca
LE RECEJTISSIME
Il neoeletto bano della Croazia, ba-
rone Ranch, depose il giuramento nelle
mani dell' Imperatore.
Le conferenze riguardo le que-
stioni militari continuano a Vienna.
Oltre ai due ministri presidenti furono
ricevuti in udienza anche il ministro
comune della guerra SchiJnaich e il
ministro comune degli esteri barone
Aerenthal. Le udienze durarono a lun-
go. Tanto le udienze che le conferenze
avevano per argomento le questioni
militari.
Il ministro-presidente Wekerle ebbe
prima una conferenza col ministro della
LIBRETTI DI DEPOSITO
a rittparmio
a 4%)
L' imposi« rea lità Tiene pagata direttamente
dallo' Stabilimento
Custodia ed ammimstrazione di
valori.
Gompra-vendita
di valori nazionali ed esteri, divise e monete.
Assicurazione di Titoli
contro 11 sortesgio minimo
— Conti di Bancogir« e Conti Correnti —
T^CAHHl
d' effetti," documenti, tagliandi e'titoli estratti.
Lettere di Gredlto
Chòques — Vaglia — Asiegni.
e quando cominciarono le sevizie contro j le^anno e puniranno magari, perchè è im- invece. Nelle pastiglie minerali Sodener guerra SchSnaich e poi si recò insieme
gh autonomisti e gli italiani, molti illusi, I possibile ohe in tanto numero di addetti | genuine di Fay si ha un mezzo splendido 1 a Beck in udienza. Dopo questa We-
indignati, si mettessero a parteggiare per
gli oppressi, mal tollerando, sopratutto, il
proclamato ostracismo della lingua ita-
liana. Si capisce il rimarco ad un italia-
no di essersi gettato nelle braccia del
partito croato, di un partito, con cui tutto
aveva da guadagnare e nulla da perdere ; ma
in verità non si sa qual rimarco si possa
fare a chi — pur prevedendo ogni onni-
potente ostilità croata, pur sapendo di
non poter conseguire, ma in nessuna gui-
sa, nè lucri, nè onori — si affigliò, in per-
fetta cofcienza di bene, al nostro partito.
per estirpare completamente il catarro più
ìbbe
^ genuine ai Fay si ha un mezzo splendido
ad un'amministrazione non ci sieno dei di- '
sonesti, ma altrettanto certi che la rete
cosi precipitosamente calata per 1' agguato
ha tratto per la sua trama anche degli
immeritevoli di cosi poco onore.
L'unico impaziente in questa questione
. . _ _ Delegazioni _ _
lai chiaramente risolta, i ca- | Vendita all'ingrosso presso Francesco Meli, | j.ii. ^«„.Up, ^airli ufficiali non fn nnato
merieri sono tutti ladri, e son tali perchè | Trieste. (2) | UttlCiall non lU pOSlO
il Lloyd ha il torto marcio di pagarli • discussione.
ostinato, e di questo mezzo ella dovre
far uso. Ad ogni modo, un esperimento
non viene a costar troppo caro, perchè
con cor. 1.25 si può avere in qualunque
farmacia, drogheria o deposito di acque | presidente austriaco sulle questioni delle
li, una scatola di queste pastiglie. | Delegazion e rilevò che V aumento
Dopo questa
kerle conferì con Beck nel palazzo
ungherese per circa una ora. Finita la
conferenza Wekerle comanicò ai gior-
nalisti di aver conferito col ministro-
male.
Anzitutto vogliamo notare l'errore e-
norme di questo organo, il quale d'innanzi
ad una questione di si gran momento in
cui tante responsabilità sono in gioco, e
tante integrità d'uomini sono poste in
dubbio, risolve il dubbio in senso cosi de-
cisamente sfavorevole agli incolpati, fa-
cendoli, prima degli incaricati dell' in-
chiesta, dei ladri. Poi noteremo quale sen-
so morale addimostri l'organo medesimo
cipali non abbiano aderito all' invito della | nel giudicare certi fatti umani : noi non
direzione della «Società fra commercianti». | crediamo che sia del programma socialista
Il maggior riposo chiesto dagli agenti è | la predicazione della morale, pure ci pare
cosa equa, umana, tale da non pregiudi- | che sia contrario a quel contenuto d' idea-
care menomamente gli interessi dei prin- | lità e di perfezione morale che c' è nel
cipali, la grande maggioranza dei quali | programma socialista la predicazione del-
è persuasa esser finiti per sempre i brutti | l'immoralità ; massime queste tutte degne
tempi nei quali gli agenti erano trattati | di quel socialismo decadente e annaspante | gli
press' a poco come schiavi, adibiti ad un | in cerca di una via, di un metodo, d' un | Vi
• • T • I consiglio d'onde si sond sprigionate. •
Dunque è naturale che un operaio rubi
Sovvenzioni e prestiti
sopra Carte di valore - Azioni - Biglietti dì lot-
"~"tena — Merci - Warrants - Navigli ecc.
salutar« tóoiroìe affszioni diti« vit
talratorkiiBilo stan»eo e dilla vaactea.
Depositi nelle farmacie e prene Giorgio Brdić e
Spiridione j^Brčić in Zara.
La Lega Nazionale in Dalmazia| ^ nostfi AÌSP8CCL
Il luogotenente. — Si asserisce con
certezza che, tra breve, S. E. il luogo-
tenente della Dalmazia Nardelli tornerà a
Zara a riprendere il suo ufficio.
Le ragioni di un agente. — Ri-
ceviamo e pubblichiamo : «E' stato vera-
mente deplorevole che tatti i signori prin-
avoro accasciante. In ispecie gli agenti
in commestibili dovrebbero avere un ade-
guato riposo pel pranzo e non esser co-
stretti ad ingoiare i pasti, in fretta ed in
furia, in un retrobottega. fAnche pel n
se è mal pagato! Ma un operaio onesto
che sa di non poter viver di una profes-
sione se non rinunciando alla propria one-
Pervennero al gruppo di Zara:
In occasione del concerto a favore della
Lega ai 5 corr. dal signor Spiridione Ar-
tale cor. 10.
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Riccardo cav. de Beden : Dante In-
ghini cor. 2, Pietro Valenti 1, Giuliano
Gaus 3, fam. dott. Eugenio Rolli 5, dott.
Nilo Bugatto 3, Arnoldo Galasso 1, Gra-
zia Mircovich 1, Ottone Mayer 2, Osvaldo
Vezil e consorte 2, Pietro Piasevoli 2,
Antonio Matulovich 1, famiglia Palisca 4
Antonio Mestrovich 1, Eugenio Marinco-
vich 4, Giuseppe Petz 2, Celestina To-
niatti 2, Benedetto Bartulovich 2, fami-
lia Giaoomoni 2, Giuseppe Franck 1,
incenzo Bonicelli 1, Alfredo Brainovich
2, famiglia Descovich 2, Giuseppe cons.
Bressan 2, Orlich Stanislao 2, Doimo Al-
lacevich 2, prof. Vitaliano Brunelli 2, d.r
Simeone Ghiglianovich .",10, Giorgio Ven-
turini 2, famiglia Michieli de Vitturi 2,
Berlino, 11 gennaio. Il parla-
mento prussiano respinse contro i voti
dei liberali e dei polacchi le proposte
riforme elettorali.
Le dimostrazioni socialiste trascor-
sero in ordine.
Sofia, 11 gennaio. — Il deputato
Strachimirow, tenuto in carcere, inqui-
sito perSl'uccisione di Sarafow, si pro-
pose di lasciarsi mancar di fame, onde
sollecitare il suo interrogatorio.
NESTLÈ
FARINA LAHEA per
larranH« convaleecenfl.
malati dì stomaco.
Contiene del miglior latte alpint
rdeifdiii0Rtodeiiidinbtiilii»ia9i
Vienna LBiberstrasse 11.
poso'domenicale pareva che dovesse croi- | stà, rinuncierà piuttosto a quella profes- | baronessa Vittoria Lettis 2B, Antonio cons.
Iure il mondo; ma e poi si è veduto che | sione. i • , | Carlo Kiswarday 2, Gior-
nessun danno sostanziale ne derivò ai | Questa e umana gentilezza, quale noi la | gio Tamino sen. 2, Tiburzio Allacevicù 2,
proprietari. Si accettino gli uffici conci- | vogliamo veder brillare sempre sull'ascen- I dott. Pompeo Allacevich cent. 50 Remi-
iflff«; o vagirà «nn aoddisfàzione di | dente cammino dell umanita; 1 organo del | gio Bugatto e_fam. cor. 2, d.r Ernesto Nagy
BYRRH
ò un vino corroborante il quale a cagione delle sue proprietà igieniche a buon diritto
non dovrebbe mancare in alcuna casa.
N. 6 violet fréres Thuir (Francia)
iativi e si vedrà, con soddisfazione^
tutti, che si potrà andar facilmente d'ac-
cordo. «un agente a nome d'altri.»
socialismo triestino pare non abbia cosi | 2, famiglia Mandel 5, fratelli Simeone ed
delicato il senso della perfetta vita umana. | Antonio Stipanovich 5, Filippo Gazzari 2,
Quanto poi ai camerieri, la struttura | Biagio Urschitz 1, Carlo Bertuzzi 1, fam.
Nomine. — Il ricevitore d' imposte a | (jella loro professione è tale che la paga | Bauch 10, Cleto Rossi Sabattini 2, fam.
Curzola Giorgio Trojania venne nominato | piccola che loro si dà non è che il rico- | Ottaviano Raimondi 2, Oscar Randi 2,
ricevitore suoeriore delle imposte neir Vili | noscimento del vincolo di dipendenza tra | Antonio Rossi Sabatini 3, Domenico Ve-ricevitore superiore delle imposte
classe di rango.
Servisio del liloyd per la Dal-
maaia e Venezia. - Col primo gen-
naio sono entrati in vigore i nuovi itine-
rari del servizio dalmate del Lloyd. Le
linee celeri non subiscono alcuna altera-
aione, mentre nelle linee merci vengono
introdotte notevoli migliorie. La inea
principale e addetto; la fonte da cui essi | zil 2, de Medici dott. Ugo 2, G. Batt.
traggono il loro profitto restano sempre | cons. Filippi 5, dott. Luigi Ziliotto 10,
«le mancie». 1 Giulio Leibl 2, Venceslao floÉfmann 1,
Il principale che dà la paga e l'addetto | Edoardo Varda 2, Matteo Gardun 5, Fran-
che la riceve sanno l'esiguità della mede-1 cesco Salghetti Drioli 5, Niccolò Cattich
sima, ma contano tuttedue sul reddito del- | 5, fam. Zohar 2, Egidio Gallessich 1, Fran-
l'incerto guadagno : cosiffatta è la strut- * cesco conte Borelli 6, Rodolfo Inchiostri
tura della professione di cameriere. Onde : 2, Pierina Kouf 2, Guglielmo Maupas 1,
AN conrro il
Scarola
40 H
raffreddore
fesra
Namsro 14 ZARA, Merooledi 17 Febbraio 1909 Amo ZUV
DALMATA
ASSOCI A.ZION£
Pei Zara Cor. i6 anticipatamente, semestre e iiimestr^ n proporzione.
Poi l'iiD®)ero Au&tio-Un^faiico Cor. 18, semestre €!or. 9,trim«Btrc Cor. 5.
r«i gli Slati appai tementi idi'Unione postale Sor. 24 all'anno, semestre
o tPimesk« in oropoizione. Ferali Stati non appartenenti all'Unione
postale Cior. 16 e di più 1' aumento delle spese postali, semestre e
tiimestre in pct^oraione. Un numero separato costa Cent. 20. Un
numero air. Cent. 32. I numeri del giornale si vendono rella Li-
bieria ItóeraaK. di E. 3chònfeld e negli spacci {«indpali di tabacco.
Otornale polltiooi eoonomleo, letterario
Esce il mereoledi ed il sabato
^^ Ufficio a. redazione: Via Cwriera n.o 370 ^^
WBEB^lOm
Le assodazioni e gli importi di denaro^ in aiwdspi fKMrtj^ m diri-
air Amnùnistriuioue del DÀ!LMàTA in Zara. ^ Ohi "non ^abin|M i .
foglio dopo scaduta r associazione» intendé obbii^tò^ per U oipuitare,
sTtssegoentc.
Le corrispondenze devono dirigersi affrancate esclaaivaflMHxte all%
redazione. Le lettere uoa affiraacate «araimo relitta. I èmmualflllli é.
inseriscono al prezso di c^nt 25 la fscur^lìt«!« tef^^ fl4>
inajwzioni a pi«iu|0 mpder^ dA — fisit-
stìtniacoBo.
Un articolo dell' on. Bigatto
SULLA QUESTIONE DELLE LINGUE.
L'on. Bugatto — cui va ancora una
volta esjiressa la nostra più viva ricono-
scenza — non lascia passare occasione
per difenderci con vivo interesse o con
confortevolo sentimento di solidarietà.
Leggiamo oggi, di lui, questo notevole
articolo nel «Neues Wiener Tagblatt» :
^^Si è annunziato concordemente da
diverse parti che il Governo ha l'in-
tenzione di regolare l'uso delle lingue
negli uffici dello Stato in Dalmazia
senza il concorso della Dieta o del
Parlamento, col mezzo di disposizioni
a m mi ni strati ve, e senza prendere in
considerazione i postulati minimi degli
italiani. Non si capisce come queste
disposizioni possano essere messe in
consonanza|[col principio, riaffermato
anche poclii^giorni fa dal Governo m
Parlamento, ^che la questiono delle
lingue può essere regolata definitiva«
mente soltanto mediante una legge. È
pure un enigma per qual motivo pro-
prio per la nostra provincia più me-
ridionale debba essere ammissibile l'im-
posizione d'un'ordinanza contro la vo-
lontà d'uua nazionalità, mentre nella
provincia piti^ settentrionale non si
potè emanare nemmeno il più sempli-
ce decreto postale senza previe trat-
tative e senza il consenso dei partiti
fra loro in conflitto. Ma quel che ap-
pare più inesplicabile ancora è la cir-
costanza che proprio verso la nazio-
nalità italiana, i cui rappresentanti
parlamentari osservarono rispetto ad
ogni Governo sempre il contegno più
corretto e leale, si dimostri la mag-
gior mancanza di riguardo, e si ap-
profitti d'ogni occasione per provocare
malcontento e reazione. Nessun uomo
politico può essere tanto ingenuo da
supporre che una nazionalità, la qua-
le deve lottare contro tante difficoltà
come gli italiani in Austria, possa as-
sisterò passiva a un'azione repressiva
favorita dal Governo, senza che si
mobilizzino tutte le energie della so-
lidarietà nazionale a tutela dei conna-
zionali minacciati: giacché ogni passo
a ritroso significa una tanto più ener-
gica avanzata degli avversari, ed ogni
sacrificio dell'oggi deve avere per
conseguenza una serie di perdite per
l'avvenire.
Le lingue croata e italiana in Dal-
mazia sono lingue del paese : ciò non
^i contesta da alcuna parte. Ma le lingue
d'uso in paese hanno pari diritti. Co-
me può dunque un Governo disporre
che il carteggio ufficiale da ufficio a
ufficio non possa farsi che in lingua
croata? Come si può pretendere dai
10 10
PARTE SECONDA.
Il Provveditor Generale della Dalmazia
Considerando che coli' attivazione del
Regolamento organico giudiziario nella
Dalmazia, ordinata col Decreto provvedi-
toriale de' 27 Ottobre pross. scaduto, vanno
ad essere limitate le attribuzioni delle
Autorità giudiziarie ai soli oggetti ri-
guardanti r amministrazione della giusti-
zia civile e punitiva, e che quindi non
può più aver luogo la mostruosa concen-
trazione sino ad ora praticata d' ogni po-
tere civile, criminale, politico, economico,
ed amministrativo nelle medesime magi-
Considerando che rendesi perciò neces-
sario lo stabilire indilatamente anche un
altro Regolamento organico, che determini
l'erezione di separate autorità ammini-
strative, e le rispettive loro facoltà, e
competenze, onde non segua nè riunione
incompatibile, nè incrocicchiatura, o con-
fusione di poteri
Determina
Fino a nuovi Sovrani cenni ha luogo
in Dalmazia la seguente organizzazione
del potere amministrativo, che sarà atti-
vata col giorno primo gennaio 1807.
Titolo primo.
Disposizioni Generali.
I. La Dalmazia si divide in Distretti
Cantoni, e Comuni.
II. Lo scomparto de' rispettivi Distretti
e Cantoni è marcato nella sottoposta Ta-
bella A.
cittadini di nazionalità italiana, che
essi in avvenire debbano accogliere
ed osservare in questioni militari, o
tributarie, o giudiziarie, o amministra-
tive, comunicazioni, ammonimenti, de-
cisioni soltanto in una lingua ad essi
straniera, e che — grazie a Dio! —
non è stata ancora proclamata lingua
di Stato ? Come è compatibile coi di-
ritti dei cittadini dello Stato, che non
solo si costringano impiegati dello
Stato di nazionalità italiana ad im-
parare la seconda lingua del paese,
ma li si costringa anche a fungere u-
sando esclusivamente questa seconda
lingua; mentre viceversa gli impiegati
dell'altra nazionalità non hanno biso-
sogno di conoscere, e ancora meno
d'usare, la lingua italiana, pure usata
in tutto il paese, e specialmente da
gran parte degli intellettuali e dei
commercianti ? Ma, prescindendo dal
diritto, come si può pensare che il
pubblico internazionale, che viaggia
ed esercita i traffici, possa essere co-
stretto d'ufficio a non riconoscere d'ora
in poi che vocaboli come Dubrovnik,
Split, Hvar, Cavtat, Trsteno, Trogir,
Starigrad, Orasac, Peliesac, ed altre
simili indicazioni del globo croato, e
che si cancellino invece dal dizionario
geografico e postale gli antichi sonori
nomi dalmati noti a tutto il mondo
civile, i nomi cioè di Ragusa, Spalato,
Lesina, Citta vecchia, Canosa, Traù,
Valdinoce, Sabbioncello ? Se pur un
giorno si dovesse giungere a questo
se ne lasci il compito ai destini della
storia. Una innaturale manomissione
da parte del Governo è non solo ille-
gale, ma anche contraria alla'civiltà,
ed inutile.
Non si vuol qui ripetere la dura
parola usata dal dott. Kramarz par-
lando dei decreti segreti ; ma non deve
essere sottaciuto un ammonimento. La
popolazione italiana in Austria è de-
bole di numero, è debole per influen-
za politica; ma ogni torto che si fa
solo a una frazione di questa popo-
lazione è risentito da tutta la nazio-
ne italiana, e può provocare in tutto
il mondo civile una reazione certa-
mente sgradevole: la questione del-
l'Università italiana a Trieste lo ha
già dimostrato abbastanza. Ci si ris-
parmino dunque nuove emozioni, che
noi italiani non provochiamo in alcun
modo, ma che anzi desideriamo di
tener lontane da noi con tutte le no-
stre forze!
Lo studente Marocco — che prese par-
te alla battaglia universitaria di Vienna
— è impazzito. Più che dalle lesioni,
III. In ogni Distretto avvi un Delegato
governativo, che rappresenta il Groverno
nei limiti, e colle attribuzioni fissate da
parziali istruzioni.
IV. In ogni Cantone vi è un Vice-De-
legato di governo, che rappresenta il De-
legato, e dipende dalle sue istruzioni.
V. Dove risiede un Delegato governa-
tivo, non avvi Vice-Delegato.
Titolo secondo.
Del Consiglio generale della Dalmazia.
VI. Vi è in Dalmazia un Consiglio ge-
nerale composto di 48 Consiglieri, secondo
il riparto portato dalla sottoposta Tabella
B.
VII. In que' luoghi, che avevano per
lo addietro una Rappresentanza comunale,
vi saranno d' ora in avanti uno, o più
membri del Consiglio generale. Ve ne
saranno pare in quegli altri luoghi, che
non ebbero finora alcun Consiglio. Negli
uni, e negli altri il numero de' Consiglieri
è regolato in ragione di popolazione colla
norma seguente : Que' territori, che hanno
6000 abitanti, o meno avranno un Consi-
gliere. Quelli che hanno maggior popola-
zione ne avranno uno per ogni sei mille
abitanti. Se le frazioni oltrepasseranno la
metà dei sei mille, se ne aggiungerà un
altro.
Vili. I Deputati di questo Consiglio
sono scelti fra i più notabili per possi-
denza, dottrina, e commercio. Per la pri-
ma volta essi sono nominati dal governo.
IX. A questo Consiglio presiede il Prov-
veditore generale, che ne apre, e chiude
le sessioni. Il Segretario generale tiene
registro degli atti.
l'infelice, già malato di nervi, s' ebbe
sconvolta la mente dalle efferveseenze
dell' ora pugnace. Comunque una vittima:
poiché non v' ha lotta eroica di popolo
senza vìttime.
Una vittima del sistema governativo
che nega a noi, perchè Italiani, e quasi
che gli Italiani fosser segnati con un
marchio d'infamia, quello che altri popoli
dell' impero lucrano pacificamente e co-
modamente da centinaia d' anni.
Non so se il giovinetto ottenebrato ab-
bia madre. Se un padre avesse riposto in
lui, con viril tenerezza, tutte le sue più
belle speranze. Ma so che il dolor dei ge-
nitori del Marocco dev' essere anche co-
cente cosi da dar lievito al sordo, im-
placato rancorefcontro l'inumano sistema,
che scaglia i nostri figliuoli nelle carceri,
nelle infermerie, e, più orribile cosa, nei
manicomi.
Tutto ciò dà un senso di tristezza che
opprime. Solleviamoci un po' coli' augurio
che le cure prodigate al giovin» Marocco
valgano a ridargli la limpida luce del-
l' intelletto ed il conforto nuovo, di ogni
più caro affetto.
Noi amiamo, grandemente amiamo que-
sto caro seppur sconosciuto martire no-
stro.
A proposito di una cessione.
Il ministero del commercio — ad
instanza del Consiglio agrario provin-
ciale — gli ha ceduta quella «Agenzia
Agraria» che era stata creata dal go-
verno, a provvedere il contadino di
strumenti di lavoro e di sementi a
prezzo ribassato.
Ora è noto che —• in atto partigiano
e senza il menomo riguardo ai numerosi
possidenti italiani della provincia — il
Consiglio provinciale di agricoltura è
stato dato quasi esclusivamente in ma
no a Croati, sotto la presidenza di quel
conte Uberto Sorelli, di cui sono noti
U intransigenza ed il fanatismo in
politica.
Il Consiglio provinciale di agricol-
tura pubblica da anni — lautamente
sovvenuto — un periodico tecnico che,
da bilingue, utile così alla possidenza
italiana quanto alla possidenza slava,
si mutò in periodico esclusivamente
croato: croato persino in notizie agri-
cole di suprema importanza per tutti.
Se il Consiglio provinciale di agri-
coltura, in queste condizioni, non po-
teva e non può dare affidamento di
alcuna doverosa imparzialità, la ces-
sione ad esso della «Agenzia Agraria»
è addirittura un'enormezza. E'evidente,
è anzi flagrante che si volle dare in
mano al partito croato un' arine di più *
X. Le unioni del Consiglio si fanno
dietro invito del Provveditore generj^le.
L' invito ne' casi ordinari è anteriore di
due mesi all' unione.
XI. Il Consiglio generale si unisce in
Zara.
Per la validità delle unioni richiedesi
la presenza di uno almeno più della metà
de' Consiglieri.
1 membri del Consiglio assenti, che non
provano legittimo impedimento, sono mul-
tati in L. 150 venete, le quali si dispon-
gono in oggetti di pubblica beneficenza,
a favore del territorio a cui appartiene
il Consigliere che manca.
XII. I membri del Consiglio han^o un
mezzo fiorino per miglio, a caribo dei ri-
spettivi territori, recandosi al Consiglio.
L' assegno per la venuta non si ripete
pel ritorno.
XIII. Le sedute del Consiglio non ol-
trepassano i dieci giorni.
XIV. Il Consiglio si occupa di far co-
noscere al governo i bisogni della pro-
vincia. Propone i confini de' Distretti,
Cantoni, e Comuni della Dalmazia, i quali
sopra le di lui proposizioni verranno po-
scia rettificati dal Provveditor generale.
XV. Ogni quadriennio si rinnova per
intiero il Consiglio coli' estrarre ogni anno
la quarta parte del corpo totale.
La sorte determina per i primi tre anni
i Consiglieri, che debbono uscire. Nel
quarto anno ne esce la quarta parte re-
sidua.
Successivamente ha luogo il turno.
I successori sono presi nei rispettivi
territori, a cui appartengono i deputati
che sortono. Per ogni Consigliere da elég-
contro la nostra città; è evidente, è
flagrante che si è voluto rendere anche
r« Agenzia Agraria» — istituto che do-
vrebbe stare ben al disopra dei partiti —
una succursale del Sokol o delia Ci-
taoniza.
Si obbietta che dappertutto, nelle
altre provincie, simili agenzie sono am-
ministrate dai Consigli provinciali di
agricoltura; e sì vuol far credere che
il governo ne fosse stufo.
Ciò è e può esser vero. Ma se la
Dalmazia fa eccezione in mille cose,
poteva far benissimo eccezione anche
in questa. Sa assai bene il governo pro-
vinciale che ad avvivare profìcuamente
l'agricoltura in Dalmazia occorrooo
straordinari sussidi. Sa bene il governo
che occorre proprio un funzionaménto
irreprensibile dell' «Agenzia Agraria» :
quel funzionamento imparziale ed estra-
neo alle passioni politiche che un gruppo
di politicanti biliosi non può assicurare.
Il governo — e non altri che il go-
verno — nel periodo dolorosissimo di
crisi agricola attraversato dalla Dal-
mazia doveva tenere, anche con sacri-
ficio, r «Agenzia Agraria». La Dal-
mazia non può confrontarsi con le altre
Provincie dell'impero, ricche e grande^
mente progredite nell'agricoltura. La
Dalmazia — dopo un secolo di vergo-
gnoso abbandono — ha bisogno di aiuti
straordinari e diretti dallo stato, senza
il bisogno di trafile vessatorie o parti-
giane. E in nessun caso, mai, il par-
tito croato, gaudente un'eterna benefi-
ciata, avrebbe dovuto essere cosi di un
subito investito, e senza alcun pudore,
della «Agenzia Agraria». Le ultime
elezioni dei maggiori censiti hanno fatto
vedere quanto sia larga e rispettabile
in provincia la possidenza italiana, la
quale ha il diritto ad emanazioni bi-
lingui anche da parte degli istituti e
degli organi agricoli; diritto, e sacro-
santo diritto, alla più imparziale cor-
rentezza da parte della «Agenzia
Agraria».
Con la cessione come si sono rispet-
tati i nostri diritti? Con la cessione
quale garanzia ci ha offerto il governo,
il quale ha la mala abitudine di igno-
rare quasi sempre le nostre più legittime
suscettività? Domani, ad opera del conte
Borelli e dei suoi dipendenti, le tabelle
bilingui saranno croatizzate ; croatizzati
i registri e sin T aria respirabile nell'A-
genzia; e sarà un'altra inequità com-
piuta pacificamente, come la cosa più
naturale del mondo, in mezzo ad una
possidenza e ad una cittadinanza ita-
liane, perchè la usanza della perse-
cuzione contro gli italiani non venga
mai meno, perchè non si spezzi un
solo anello della catena che, ad opera
gersi, si presentano dal Consiglio delle
liste triple. Il governo sceglie su queste.
XVI. I Consiglieri usciti non possono
rieleggersi che dopo due anni.
Titolo terzo.
De' Consigli Comunali.
XVII. Nelle Comuni, che sono i capi
luogo di Distretto, vi è un Consiglio co-
munale.
Vi potrà essere ugualmente un Con-
siglio comunale nei capi-luogo di Cantone.
Il numero dei Consiglieri per questi capi-
luogo viene determinato con istri^zioni
speciali.
XVIII. I membri de' Consigli comunali
sono scelti per la prima volta dal Prov-
veditore generale su di una lista tripla,
c e vien presentata dai Delegati, o Vice-
Delegati per mezzo dei Delegati, i quali
danno su di essa il loro voto. Questa lista
deve essere composta dai nomi d'indi-
vidui i più notabili per possidenza, dot-
trina e commercio fra gli abitanti dei
capi-luogo anzidetti.
I Consigli comunali, che furono già
eretti in alcuni luoghi dopo 1' epoca de'
3 luglio p. p., si ritengono confermati an-
che indipendentemente dall' osservanza di
quest' ultima condizione, salve le modifi-
cazioni, che possono occorrere per l'uni-
formità.
XIX. I membri dei Consigli comunali
si rinnovano per intiero ogni quadriennio,
come all' art. XV.
Qualora il numero de' Consiglieri fosse
tale, da non potersi dividere in quattro
parti uguali, se n'estrarrà nei primi tre
anni quella quantità che più si accosti
del ga^erao., ci le^ e ci laceca le
carni.
Noi si^mo esacerbati, ade^^naU per
questa inùtile novità, c% 1 Cjfoati pon-
sidorano, un successo politico/o^teniltOi
con un colepo di mano, a nostra pregiu-
dizio e scherno.
Il governo può solo attenuare la nostra
acerba rampogna^ correggendo, 8i|bìto
il duplice grave errore comoiesiiQ col
donare al partito croato il Consiglio
provinciale di agricoltura e accordargli
il diritto di fare man bassa neir <A-
genzia Agraria».
Se il governo non vuole mostrare
miseramente il fianco, usi, a ripara-
zione, adeguato riguardo alle legittime
esigenze della possidenza italiana e di
Zara italiana. ì^on sia su^geilato Tatto
di cessione senza la garanzia che le
tabelle e le registrazioni abbiano an-
che espressione italiana e senza il di-
ritto al controllo, ad evitare atti di
ripicco 0 di ricatto polìtico, coufumati,
a gloria dei partito croato, nella som-
ministrazione di sementi e di strumenti.
L'«Agenzia Agraria» dev'esser di
tutti, e non del conte Borelli, aperta a
tutti (e vigili bene il governo), sen^a
allettamenti e senza angherie.
La somministrazioue di semi, di
piante, di zolfi e di strumenti di lavoro
segua pel tramite della luogotenenza,
come sin qui, con avvisi bilingui, come
sin qui, neir «Avvisatore Dalmato» : e
i nostri possidenti — badino bene —
presentino instanza esclosivamente in
itaUano e d'ogni a|t9 M^he lieve di
parzialità si facciano subito
Alia luogotenenza robblìgo, inùne, di
evadere le instanze e di soddisfare i
Noi e^igiamq — a npnie d^la pos-
sidenza italiana — la soddisfazione,
almeno, di questo elementare diritta ;
e in quesU direzione noi vigilerémo.
Troppi atti viplentf 0 siitfdp}^ aiMS»?
tqllerati sin qui, e tfopa è li
nostra pazienza. Ora non pili f vigi-
liamo e smascheriamo, ma Beoza re-
missione, perchè almeno si sappia di
quanta e di qu^le facile prè^ati^'^za
noi si sia vi^tiptie.
L'ipsegnamento della lingua italia&a
nelle scuole medie.. ^
Nei giorni 3, 4 e 6 corrente si tennero
al ministero dell'istruzione a Vienna al-
cune conferenze, alle quali presero parte
professori universitari, ispettori scolastici,
direttori e professori di scuole medie delle
Provincie italiane. Nelle medesime si di-
scusse la riforma del piano per l'insegna-
mento della lingua italiana nellp sciiole
medie e si fissarono le modaììta per la
compilazione di testi ad uso di queste
scuole.
alla quarta parte del corpo totale, e nel
quarto anno ne sortirà la quantità residua.
I successori sono presi fra gli abitanti
della stessa comune ; e la loro elezione si
fa nel modo stesso, eh'è stabilito pei
membri del Consiglio generale.
XX. I Consi^ieri usciti sono rieleggi-
bili dopo un anno.
XXI. Il Consìglio comunale si unisce
necessariamente una volta all'anno' per
esaminare i bisogni della pomup^e e pre«
sentare al governo le istanze correlative.
XXII. Il Vice-Delegato, o il Delegato
dove quello non esiste," assiste personal-
mente al Consiglio comunale. Il Segre-
tario del Vice-Delegato, o del I)eleg^to
tiene registro degli' atti.
XXIIf. Il Vice-Del^ato riu^ni^sce anche
straordinariamente il Cohsiglip coinuhàle,
previo assenso del Delegato. Egli subor-
dina sempre al Prpyveditor genéralé per
mezzo del Delegato le risultanze delle
deliberazioni de' Consigli anzidetti!, per
riportarne la corrispondente "sànzìòne.
XXIV. 11 Consiglio comunale è com-
posto d'individui non minori di 25 anni,
1 quali non abbiano lite, nè alcun inte-
resse diretto, o indiretto col l'ispettivo
com^une, e non siano inquisiti crimiiial-
niente.
Sono esclusi altresì da questi Consigli
gl'interdetti, i mentecatti, le donne, i ihi-
nistri di culto e i possidenti domiciliati
stabilmente fuori della Dalmazia e del
regno d'Italia.
XXV. Le dontì,e p.erò, gì' iaterd.etti, i
meiitecatti, i ministri del culto aventi nel
comune beni o propri, o beneficiari, e i
possidenti in luogo domiciliati altrove,
Nomero 94 ZABA, Mercoleđi 24 HTovembre 1909 Anno SlilV
ASSOCIAZIONE
Pei Zara Cor. i6 antìctputamente, semestre e iiimestr - n proporzione.
Pei r impero Austio-Un^^aiico Cor. 18, semestre Cor. 9,tiime8lro Cor, 5.
Pei gli Siati appavtenenti all' Unione postale Cor. 24 all' anno, semestre
o tcinieetve in oropoizione. Per gli Siati non appartenenti airUnione
postale Cor. 16 e di più 1' aumento delle spese poslali, semestre e
trimestre in prcporaione. Un numero separato costa Cent, 20. Un
numero air. Cent. 32. I numeri del giornale si vendono cella Li-
bi eria Tnternaz. di E. 3cb6nfeld o ne^,li spacci principali di tabacco.
Giornale politico, eoonomleo, letterario
Esce il mercoledi ed il sabato
Ufficio di redazione: Via Carriera n.o 370 ^^
INSERZIONI
Le aasooiazioni e gli importi di denaro, in assegni postali» su din-
gano air Amministrazioae del DA-LMATA in Zara. Ohi non respinge i
foglio dopo scaduta l'associazione, a' intende obbligato p» il trinsestre
susseguente*
Le corrispondenze devono dirigersi affrancate esclusivamente
redazione. Le lettere non affrancate saranno respinte. I oomtmioatì w
inseriscono al presso di cent 25 la linea^ cairattere testino. Awlm ed
insersioni a preuo moderato da conveniisL — I muioacritti non u
stìtoiscono.
Un pregiudizio.
E' pregiudizio degìif avverHaiì —
adesso ripetuto dal «Narodni List» —
che, solo volente il partito autonomo,
del 61 si sarebbe potuta compiere l'an-
nessione a Croazia.
Non è facile il credere che, pure
autorizzati i convegni a discutere la
opportunità di un nuovo assetto, l'an-
nessione della Dalmazia a Croazia si
sarebbe proclamata in un attimo e a
tamburo battente. Gli avvenimenti del
66, che si stavano maturando già dal
60, non consentivano una Dalmazia
che non fosse in perfetto possesso del-
l'Austria. Dopo la perdita del Lom-
bardo, tanto più all'Austria, detentrice
di Venezia, urgeva l'amministrazione
diretta delia Dalmazia, prolungamento
marittimo ed etnografico di Venezia.
Pare al «Narodni List> che proprio
del 66 si sarebbe potuto dirigere la
guerra con l'Italia da Zagabria? Ctie
due paesi privi di comunicazioni, di
commerci, di vita in comune, avreb-
bero potuto unirsi in un fiat? Non sia-
mo cosi profondi, in politica, come i
signori del «iJarodni List», ma tutto
ci fa credere che il convegno del 61
avrebbe lasciato il tempo di prima. Gli
avvenimenti di subito posteriori, e la
creazione del dualismo, effetto di lunga
preparazione, appoggiano la nostra
credenza.
Ma e poi? Fosj'.ero stati pur maturi
i tempi per l'annessione, chi avrebbe
potuto violentare la coscienza pubblica
io Dalmazia? Il «Narodni List» dice
che i deputati autonomi alla prima
Dieta Dalmata obbedivano alle esigenze
della burocrazia e non del popolo; ma
esso sproposita, in piena malafede.
Era il popolo di tutte le città e di
tutti i borghi della Dalmazia, che, in
grandissima maggioranza autonomo,
non voleva sentirne a parlar di annes-
sione. I municipi erano in mano agli
italiani, e lo erano per volere del po-
polo, che odiava il nome croato. I
concetto dalmatico dominava le menti
ed i cuori. L'annessione riusciva ostica
come servile dedizione. E l'atteggia-
mento anti-annessionista dei deputati
italiani alla Dieta del regno veniva sa-
lutato con segni di gioia popolare, con
feste, con luminarie, con epigrafi.
Il sentire della e&orme maggioranza
dei Dalmati veniva confortato dalla
autorevole, magistrale parola di Niccolò
Tommaseo. Da Firenze, pur in mezzo
a profondi e delicati lavori filologici,
il gran cieca trovava il tempo di man-
dare ai Dalmati opuscoli, ch'erano vi-
brante e generosa protesta contro l'an-
nessione. Opuscoli, ch'eran Vangelo
politico ai Dalmati e che scaldavano
gli animi a fierezza patriottica ; opu-
scoli cui si era goffamente o povera-
mente risposto dall' ancor vivente Vin-
cenzo Milich e dal defunto Costantino
Voinovich. Il pensiero autonomista do-
minò nelle popolazioni insino a quan-
do V Austria, perdute le provincie ita-
liane, si orientò ad oriente e pensò di
pigliare gli Slavi con gli Slavi, come
si pigliano i pesci coi pesci. Fu il go-
verno di Vienna che decretò l'avvento
del partito croato coi modi crudeli
che tutti sanno e per cui un dopo
' altro ci vennero portati via e comuni
e istituti scolastici: storia sanguinosa
di ieri. Fu il governo di Vienna che,
mettendo in programma la croatizza-
zione totale della Dalmazia per sot-
trarla ad influssi italiani, investi di
onnipotenza il partito croato, il par-
tito annessionista; mi — contraddi-
zione solo possibile in Austria — al-
lontanando da esso il miraggio dell' an-
nessione in proporzione diretta ai fa-
vori che gli elargiva. Più il partito
croato veniva colmato di doni e più
l'annessione a Croazia si faceva uto-
pia. Migliaia di Dalmati, deficienti di
senso morale, vedendo che il vento
soffiava soltanto nelle vele croate, e
che col croatismo c' era tutto da gua-
dagnare, mutarono subito rotta, diser-
tando le file dell'autonomia e assicu-
rando ai nostri avversari un successo
ancora maggiore.
Il Patto di Fiume smascherò com-
pletamente il governo centrale. La
pania di solo un tentativo di unione
alla Croazia, lo fece sollecito promet-
titore di tesori per la Dalmazia. Con-
fessò di averla trascurata indegnamen.-
te per un secolo. E la volle avvinta
a sè, indissolubilmente, con un monile
di perle. Lo stesso governo, che 1' ave-
va snaturata a violenza per farla croa-
ta, dimostrava che la Dalmazia non
doveva diventare Croazia, in nessun
caso, mai. Vienna non prepara certo
per Zagabria le coste orientali del-
l' Adriatico ; nè progetta spese di milioni
per darli poi in dono al Banato. Illu-
dersi su questo punto è follia!
Come dunque la rappresentanza po-
polare del 61 avrebbe potuto opporsi
all' onda dellaf volontà popolare ? Come
avrebbe potuto chiedere l'annessione
se il solo nome dì Croazia destava
sdegno o raccapriccio ? Se l'animo dei
deputati ripugnava profondamente dal-
' annessione ?
Eppure — ad entrare nel mondo
delle ipotesi come il Verne od il Wells
— sarebbe curioso il congetturare che
cosa sarebbe stato di noi, Italiani, una
volta annessi a Croazia. Del 61 i
Croati della Conferenza Banale ave-
van promesso in un manifesto ai Dal-
mati il rispetto alla lingua di Dante e
dell'Ariosto: il sacro rispetto alla se-
colare coltura dei Dalmati. Gente de-
siderosa di progredire, favorita da me-
cenati nei primi tentativi artistici e
letterari, avrebbe arrestata la mano
parricida dei Dalmati, alzata a demo-
lire le conquiste dello spirito italiano
in Dalmazia, oppure avrebbe aiutato
r ijnpeto demolitore? Del 60 i Croati
del Banato — non ancora avvelenati
Le £laftti.
A sud di E-agusa s'estende un territorio
clie per il buon clima marittimo e per
l'abbondante irrigazione è il più fertile
di tutta la Dalmazia. Vi si trova una flora,
quale per varietà e bellezza difficilmente
se ne troverebbe una simile in tutta Eu-
ropa. E in mezzo a questo paradiso ter-
restre giace Canosa coli'impareggiabile
parco di platani giganteschi, proprietà dei
conti Grozze; è un paesaggio recondito,
ma indescrivibilmente bello, indimentica-
bile per chi ha avuto la grazia di ammi-
rarlo e di respirare le sue aure balsamiche,
di passeggiare per quei meravigliosi viali
di palme e di sentire il simpatico mormo-
rio di cristallini ruscelletti.
Vicino a questa incantevole costa dal-
matica nuota neir azzurro Adriatico un
gruppo di isole, dotate della medesima
lussuriosa vegetazione, della stessa bel-
lezza (li paesaggio.
Già Plinio conosceva quelle isole che
incominciano con Calamotta e terminano
coir isola di Jaklian, e cui egli diede il
da certi giornali intransigenti — sa-
rebbero stati, forse, rispettosi di noi e
dei nostri diritti; ma più tardi, forse,
non più. Comunque — lo ripetiamo
— r annessione avrebbe portata al
colmo la confusione. Zagabria avrebbe
in breve rinnovato lo spettacolo della
biblica Babele.
Il tumulto di rivalità e di appetiti,
di velleità e di ambizioni, che erompe
dalle gazzette croate, basta a farci per-
suasi quale paradiso terrestre avremmo
conquistato col triregno. E da un reg-
gimento croato, deliziato da bani liber
ticidi, il cielo ne scampi e liberi. Suona
ironia, certamente, il motto liberté comme
en Autriche; ma neanche il cadere dalla
padella nella brace è, a quanto pare,
piacevole cosa.
Potere fascinatrice dell' arte italiana
sul nostro popolo.
Amenità di natura, dolcezza di clima,
tradizioni di civiltà raffinata e antichis-
sima, armonica tempia degli animi, af-
finità greco-romane, furono elementi
tutti che concorsero in efficace unione
a elevare l'arte italiana a quelle som-
mità di perfezione e di buon gusto,
che non poterono essere raggiunte da
alcun altro popolo.
Fu prima l'Italia a destarsi dal pro-
fondo sonno del medievo; e prima la
Sicilia fece udire, in un'alba precoce
del rinascimento, i canti dei suoi poeti,
che, accolti a Firenze, maestra di ci-
viltà, determinarono quel glorioso pe-
riodo in cui un' eletta schiera di artisti e
di letterati risuscitarono le meraviglie
di Grecia nell' età sua più bella e più
fiorente.
E l'arte italiana non ebbe soltanto
splendori periodici e solitari, ma, con
tradizione perenne, si riprodusse sotto
diverse forme in tutte le età. Potranno
all'Italia mancare in qualche età i grandi
ingegni, ma i grandi artisti non le
mancheranno mai; poiché l'ingegno,
nel giro dei secoli, può stancarsi e
isterilire talvolta, ma il sentimento del
bello, che ha radice in tutto l'orga-
nismo e che riceve la sua vita e il suo
alimento dalie meraviglie della natura
circostante, non potrà mai affievolirsi
nella delicata e sensitiva fibra degli
italiani.
Ecco perchè l'Italia unica al mondo
produsse i due supremi aitisti della
bellezza: Ariosto e Raffaello. Il nome
armonioso d'Italia, l'azzurro limpido
del suo cielo, la dolcezza infinita de
Buo idioma, dicono a tutti i popoli, che
fra le sue cento città, gloriose di storia
fra i suoi monti e le sue campagne
doviziose di tutti i tesori della natura,
cresce e vive un popolo che ha nel
sangue, come siero fecondante, il gusto
e il sentimento dell'arte. E quest'arte
è così grande, cosi delicata di sfuma-
ture, cosi vibrante di passione, che fece
sentire a tutti i popoli della terra con
forza iriesistibile il suo fascino di maga
e di dea.
Anche nella nostra Spalato quest' ar-
te ha saputo imporsi vittoriosa, incate-
nome di Elafiti, cioè isole dei cervi. Esse
ebbero nel medio evo e ai tempi di Filippo
li. di Spagna un'importanza storica. Oggi
però sono quasi dimenticate, perdute nel
mare; eppure appunto quella solitudine
accoppiata a quello sfarzo di bellezza do-
vrebbe esser oltremodo gradita al forestiero
che vuol sfuggire alla vita rumorosa e
agitata delle capitali. È ben vero che le
comunicazioni sono alquanto deficienti;
però usando dei piroscafi in servizio lucale
e se animati da un certo desiderio d'esplo-
razione, si potranLO ammirarvi dei pae-
saggi unici per la loro strana bellezza, vi
si imparerà a conoscere il carattere del
paesaggio e delle popolazioni dalmatine
quale esso è veramente, molto meglio che
facendo il solito viaggio sui piroscafi ce-
leri.
Le isole principali di questo gruppo sono
quattro; esse altro non sono che la con-
tinuazione della catena di monti che, pa-
rallela a qjiella della costa dalmata, forma
Lapad e Sabbioncello e che sporgendo qui
e li sul livello del mare cc>stituisce 1' ar-
cipelago della Dalmazia meridionale.
Presso Ragusa troviamo prima l'isola
di Calamotta (Kolocep) che da Plinio è
chiamata Caiaphodia; è la isola più pic-
cola delie Elafiti e conta 281 abitanti. Essa
nando fanatismi ed odi inveterati. Di-
nanzi ad essa, ricreatrice rigogliosa
dello spirito affaticaito e addolorato
dalle tristi cure della vita, ogni senti-
mento di parte è rimasto vinto e sof-
focato. A teatro, dove la compagnia di
[lemma Caimmi ed Ettore Berti fece
conoscere con fine interpretazione le
opere del genio latino, accorsero quasi
a gara italiani e croati, manifestando
quasi questi più che quelli il loro en-
tusiasmo con fervorosi applausi.
L'arte è sacra; essa celebra i suoi
riti 8u di un altare, e gli altari vanno
rispettati; è questa una religione in-
ternazionale, che si eleva sopra tutte
le divisioni convenzionali, ed abbraccia
l'umanità tutta.
Chi pensi e paragoni il malumore e la
diffidenza con cui furono accolte le pri-
me stagioni di opera, escluse ogni qual-
volta la lotta nazionale si inaspriva,
con Tentusiasmo odierno per l'arte
nostra drammatica, avrà un indice
dell'efficacia e potenza sicura di que-
st' arte, che, in un tempo relativamente
breve, ha saputo insinuarsi piena di
lusinghe e di attrattive anche in animi
ostili e costringerli all'ammirazione e
all'applauso spontaneo ed irresistibile.
E il fenomeno è tanto più caratte-
ristico ed acquista maggior importanza
psicologica, inquantochè questo popolo
slavo, che ha lasciato nella storia ve-
stigia così profonde d'intolleranza e
di fanatismo nazionale, segue ancora
oggi le sue poco liberali tradizioni e
perseguita anch« in Dalmazia il popolo
con cui convive, cercando di distrug-
gere quel carattere di secolare c.viltà
latina, che vi è impresso insieme coi
monumenti storici nella lingua e nei
costumi dei suoi abitanti. E per una
incoagruertza, che solo il fcinatismo può
spiegare, mentre da un lato s' accanisce
contro la civiltà italiana, e massime
contro la sua lingua, che n'è l'espres-
sione più viva e più gagliarda, dal-
l'altro lato mostra di appassionarsi
fino air Ciitusiasmo per la sua arte e
per i suoi artisti.
La popolazione civile croata di Spa-
lato ha dovuto subire il potere fasci-
natore dell'arte nostra drammatica,
poiché nella secolare convivenza con
l'elemento italiano ne ha appreso per-
fettamente la lingua e si è assimilata
in gran parte i costumi e l'educazione.
Ora se l'aite italiana emigra in tutte
le parti della terra, anche là dove i
divini accenti del nostro dolcissimo
idioma non sono intesi, non sarebbe
una troppo volgare animosità il non
voler accogliere quest'arte, quando se
ne intende il significato ed il senti-
mento ?
Alcuno obbietterà: gli slavi consci
di avere a fronte un formidabile ele-
mento italiano, il quale possiede la
virtù assimilatrice di tutte le nazioni
colte, temono che il teatro divenga in
tal modo un'istituzione snazionalizza-
trice. Timore vano e puerile. Il teatro
sarà meglio in questo caso un'istitu-
zione educatrice, e servirà al raffina-
mento del sentire e del buon gusto.
Ma certo coloro che si sentono slavi
nel profondo del cuore, slavi non per
opportunità dei tempi ma per convin-
zione, non abiureranno la propria fede
e l'amor saldo e verace verso la pro-
pria nazione per un paio di ore di di-
vertimento a teatro.
Informato evidentemente alla logica
di questo ragionamento, lo stesso gior-
nale croato «Naše Jedinstvo» credette
a suo tempo di dover spezzare una
lancia in favore degli spettacoli ita-
liani, eccitando ad accogliere nel kaza-
lište non solo l'arte lirica italiana, ma
anche l'arte drammatica, che miete
allori dovunque sono popoli civili.
Il popolo slavo, che ha cominciato a
muoversi sulle vie del progresso, se
vuole percorrerle con passo più spe-
dito, deve, anziché separarsi con ge-
loso livore dai popoli maturi di civiltà,
che il caso della storia gli ha messi
vicini, intraprendere sotto la loro guida
il tirocinio morale ed il discepolato di
coltura.
Sotto questo aspetto l'arte italiana
diventa per esso una maestra, alla
quale con slancio di gratitudine do-
vrebbe ripetere le parole di Dante e
Virgilio :
Tu duca, tu signore, tu maestro.
Ma purtroppo non è così; il popolo
slavo ha mostrato di non conoscere che
cosa sia gratitudine, poiché, mentre ha
ricevuto dagli italiani il fomite del pro-
gresso e l'iniziazione alla civiltà, e
mentre fruisce con voluttà dei suoi
godimenti artistici ed intellettuali, con-
duce una spietata campagna contro
l'italiano per sopprimerlo nel campo
amministrativo e scolastico, giacché
non è possibile nella vita pubblica.
Nondimeno, se per circostanze d'uo-
mini e di tempi non possiamo atten-
derci in ricambio dei benefizi dati una
politica più equanime, rimarrà sempre
per noi italiani un dolce conforto il
verificare la potenza dell'arte nostra,
che ha saputo trionfare sempre anche
su cuori invasati di odio e di disprezzo
contro tutto ciò che é e suona italiano.
Giovanni Demicheli.
è molto fertile e dalle sue alture si gode
un panorama incantevole della pittoresca
baia di Gravosa coi molti scogli che la
circondano. I due piccoli villaggi dell' i-
sola Donje Selo e Grornjo Selo distano
r uno dall' altro un tiro di fucile. Cala-
motta, come anche le altre Elafiti, posse-
deva un tempo una popolazione più nume-,
rosa, come attestano le ruine di ville e
case abbandonate. Slaccata da Calamotta
da un canale^giace l'isola alquanto più
grande e molto interessante di Mezzo (Lo-
pud) con 349 abitanti; quest'isola, che da
Plinio é detta Delaphodia, raggiunge l'al-
tezza di 216 metri edera untetupo ricca-
mente cosparsa di vigneti e frutteti, di
cui gran parte oggi purtroppo son dive-
nuti selvatici. Mezzo ebbe grande impor-
tanza nella storia di Ragusa; la popola-
zione assai bellicosa pHrtecipava costante-
mente colle sue navi alle spedizioni guer-
resche'degli spagnoli. I capitani e marinai
di Mezzo combatterono nel 1540 con Carlo
7 contro Tunisi, tacevano parte della
grande armada di Filippo II contro l'In-
ghilterra e anche in seguito essi erano
sempre al iianco dogli spagnoli nelle loro
S|jeiLziooi marittime in Europa, Africa e
America. Nel secolo XVI la popolazione
di quell'isola era proverbiale per la sua
agiatezza e ricchezza; senonchè per le con-
tinue imprese guerresche essa decadde e
impoveri. Basti ricordare una spedizione
di Carlo V contro Algeri nel 1541, nella
quale ben trecento abitanti di Mezzo pe-
rirono sul campo di battaglia, per cui le
loro famiglie piombarono nella miseria.
A Mezzo si conserva ancoftì la bandiera
del capitano Michele Prazzato che mori nel
Messico dove aveva prestati i suoi servigi
alla Spagna e lasciò in eredità alla repub-
blica di Ragusa 200.000 dobloni d'oro
spagnoli. Altri ricordi storici sono un pre-
zioso altare di famiglia tolto a Enrico
Vili d'Inghilterra in una spedizione guer-
resca e adorno di dodici statue d'argento
raffiguranti gli apostoli, inoltre un osten-
sorio con pietre preziosissime. In passato
l'arte dell' oreficeria era molto esercitata
dagli abitanti ài quell' isola. Molto pitto-
resco è l'aspetto del caseggiato colle an-
tiche mura di cinta, il convento fortificato
e le ruine di un forte costruitovi dal duca
Cosimo 111 de' Medici. La chiesa paroc-
chiale fondata dai Visconti di Milano, come
attesta lo stemma all'aitar maggiore, pos-
siede due pale artistiche; una terza, di-
pinta da Nicolò Raguseo nel 15là e raf-
figurante l'Annunciazione, si trova nel
convento dei Domenicani. Presso Mezzo si
L'importanza di una minoranza.
Gli italiani sono chiamati per la
prima volta a prender parte alla di-
scussione nel dissidio tra gli slavi e i
tedeschi. Bienerth s'aggrappa più che
mai al seggio presidenziale; il governo
e i partiti conservativi hanno bisogno
anche della sempre misconosciuta mi-
noranza.
Venerdì sera si radunarono tutti i
partiti tedeschi per vedere se era pos-
sibile in qualche modo di fare che la
Camera finalmente una volta lavori.
Dopo aver parlato e discusso si ricordò
(nell'ora del pericolo vengono le buone
idee) che alla Camera non vi sono
solamente slavi, tedeschi e polacchi,
raccolse anche sotto Marco Grimani quella
terribile flotta di 1500 navi dei veneziani,
spagnoli, ragusini e di Papa Paolo III.',
flotta che passò poi al comando di Don
Griovanni d'Austria e riportò a Lepanto
(1571) vittoria decisiva, che fu vittoria
della cristianità tutta sulla mezzaluna mao-
mettana. L'isola di Mezzo è la più bella
e la più pittoresca delle Elafiti. Più grande
però é Griuppana (Sipan) che misura 20-45
chilometri quadrati e conta 1100 abitami.
D'una fertilità eccezionale è pure que-
st' ultima ; cinti di meravigliosi oliveti e
vigneti giacciono due villaggi, Sugjaragi
e Luka. La popolazione s'occupa anche
di pesca e dell'allevamento di ostriche e
r«Anglobank» vi impiantò una fabbrica
per la conservazione «Ielle sardine. Queste
tre isole passarono ben presto, Mezzo già
nel 990 e Giuppana nel 1050, sotto il do-
minio della repubblica di Ragusa.
Vorremo che il governo nella sua pro-
gettata aziono di soccorso per la Dalmazia
non dimenticasse quelle incantevo.li Elafiti,
le quali, col migliorare le comunicazioni
ed erigere alberghi sovvenzionati, dovreb-
bero indubbiamente costituire per le ec-
cezionali loro bellezze nn punto di forte
attrazione per thtta la Dalmazia.
Adige ed Adria.
Bramerò 5 ZARA, Mercoledì 19 Gennaio 1910 Aimo.^ XLV
DALMATA
ASSOCIAZIONE
Pei Zara Cor. i6 anticiputamente, semestxe e iiimestr - n proporzione.
IVi r impero Auetio-Uni^aiico Cor. 18. semestre Cor. 9,himefllro Cor. 5.
l ei gli Stati appaitenenti .'ili' Unione postale Cor. 24 all' anno, semestre
« trimestre in propoizione. Per gli Stati non appartenenti all'Unione
postale Cor. 16 e di jiù l'aumento delle spese postali, semestre e
trimestre in prt porsdone. Un numero sépaiato costa Cent. 20. Un
numero arr. Cent. 32. I numeri del giornale si vendono nella Li-
bi«ria Jni:»maz. di E. ilehònfeld c negli spacci principali di tabacco.
Giornale politico, eoonomlco, lettorirlo
Esce il mercoledi ed il sabato
INSERZIONI
gano
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ali'Amaiinistraaio ne del DÀLMATA in Zara. Ohi non respinge il
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sossegnente. n
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redazione. Le lettere non affrancate saranno respinte. I comimleatì «
inseriscono al preaao di cent. 25 la linea, earrattere teatìno. Av^ ed
insernoni a preaao moderato da conveniiaL — I nuuMMtoritti non si re-
stitaisooiio.
ĐGIISI SFINSCB ROTTN* 1 ^^ statue snasate, di albe- il principio, ma è stata tolta a QOÌ an-I fallì fAnOri atarlinufì • Iinn niìno ncmn I In av^nMnn»» nìK nnaan niTTTnnì relli teneri sradicati : una ruina cana-
I ga roto el muso a la grongona! j giiesca, che avvilisce e stringe il core,
Questa la frase, che udii domenica da | scoraggiando i bene intenzionati, impe-
quanti ebbi occasione di avvicinare a j dendo ogni idea di bene. Una ruina
Spalato. I che neppure i popoli d'Africa oggi
La prima delle tre volte, che mi re- | possono comprendere. Le città d' A-
cai in Piazza del Duomo, ansioso di f^jca, anche quelle di recente civiliz-
ammirare l'isolamento parziale del pe- nazione, hanno abitanti riguardosi del
rietilio — e la nova visione di bellez- | pubblico decoro,
za mi fece profonda impressione —
vidi infatti la sfìnge faraonica,
la bella afinge nera
dalia fronte severa
che un canto mi cercò
Tutti gridano contro questa specie
di morbo ; ma nessuno, in fondo, si
muove : e le cose continuano ad an-
dare alla peggio. Si grida contro le
famiglie; e non si pensa che, ornai, la
con una specie di musoliera di stracci : | famiglia nel senso patriarcale e am-
un grosso animale grottesco e dolo- | monitorio più non esiste. 8i grida con-
rante in silenzio, senza respiro e pa- | tro i maestri ; e non si pensa che la
rola. Perchè la sfinge non grugnisce, | colpa è piuttosto dei piano d'insegna-
o bela, 0 muggisce, o nitrisce: ma | mento. Se invece di insegnare ai ra-
parla. Parla oscure parole, tragiche | gazzi certe cretinerie, si insegnasse loro
onibilmente a chi le comprende. Don- u rispetto più delicato alle pientagio-
ua e bestia. Simbolo e mito. Espres- ui, alle opere di abbellimento e a
yione di un altissimo grado di iatel- I quelle monumentali, forse il danno sa-
lettualità nazionale. Gli egizi, che i rebbe minore. Si grida infine contro
gnoravano 1' arte di inalzare i pupazzi la polizia ; e non si pensa che que-
di marmo o di bronzo che noi chia- | st'ente di prevenzione e di punizione
miamo monumenti, allineavano sui viali
centinaia di sfingi e scolpivano nella
viva roccia, immani ed iodisttultibili,
le figure dei loro re. Il popolo degno
si scompone in tanti piccoli uomini, i
quali preferiscono le serve di carne
alle stìngi di granito.
Tutti gridano e nessuno fa nulla ;
di comprendere lo spirito delta figura- | mentre bisognerebbe pensare e sul se-
zione doveva esaere un popolo profon- | rio a sradicare gli avanzi di remoti a-
damente civile. | variami, accovacciati in fondo a tante
A oltre tremila secoli di distanza i I anime. Sradicarli col ferro e col fuo-
popoli, che rompono il volto alle gor- 1 co. Ottenere che nelle nostre città re-
goni e snasano i busti romani, sono I gaiuo V ordine e la mondezza scrupo-
profondamente incivili. Se poi qualcuno | iosa che regnano anche nelle più pie-
vuol far squillare delle fanfare a glo- ! cole città della Grermania, ad esempio,
ria del nostro progresso è padrone di «Noi siamo meridionali!» si grida. Ma
f^rlo- I r èssere meridionali non vuol mica di-
La sfinge messa nel peristilio del re essere sudici, cattivi, selvaggi. E
palazzo dioclezianeo era del tempo del se sentiamo profondamente la verge-
re d' Egitto Seti I, della decimanona gna degli atti cotidiani di vandalismo
che la speranza che ciò possa avveni-
re con possibile salìecitudine; e que-
sto non solo porta un avvilimento mo-
rale per questa prosperosa provincia,
ma ne cagiona anche un enorme danno
economico.
La posizione geografica, e la gran-
dezza storica di questa fertile provin-
cia adriatica, dà il diritto ai dalmati
ad una piena vita economica, e per la
nostra civiltà non possiamo sottostare
ed adattarci alla incuria dannosa del
governo viennese.
Volli, sempre volli, forzosamente
volli ! è la parola d'ordine dei dalmati ;
e speriamo che seguendo questo prin-
cipio raggiungeremo un giorno non
lontano il nostro scopo.
comizio ferroviario.
dinastia e di 1400 anni avanti Cristo.
La sua inscrizione geroglifica venne di
recente letta correntemente. E la sua
autenticità la rende cosa immensamen-
te preziosa. Si doveva, poiché la Fiaiza
gna degli
che si commettono nelle nostre città,
vuol dire che, dopo tutto, non ci sen-
tiamo meridionali nel significato più
dispregiativo del termine.
Si tengono conferenze, adesso, dap-
del Duomo di Spalato ha cubito tante j pertutto. Conferenze e comizi. Ad ini-
trasformazioni, collocarla in un museo, j ziare la guarigione dal morbus barba-
ci doveva anzi assegnarle una saletta j ricus si cominci appunto con confe-
speciale. Si doveva preservarla dal- | renze e col tenere pubblici comizi,
r ingiuria dei barbari contemporanei, | Può darsi che, ammaestrate e minac-
cile ancìie essi, forse, conquisteranno j ciate di esecrazione dalla voce di per-
domanr le vie del cielo senza saper f gone autprevoli, le pluralità giovani ed
rispettare ancora quelle della terra. | incoscie& si ravvedano e comincino a
E cosi. Sono passate migliaia di ge- | Vedere serenamente, anche esse, le cose
nerazioni e'1a sfinge di Seti rimase
intatta. I latini^ nidificarono nel castro.
Passarono gli Avari, passarono e re-
starono gli Slavi, passarono le solda-
tesche dei tempi di mezzo, ebre di
sangue e di vino, ma uiuno si attentò
pur di sfregiare la sfinge. Un fulmine,
dice la leggenda, ebbe a spaccarla in
due. Ma r uomo, se anche le moutò
belle e buone, date a noi dalla natura
e dall'arte. ^^^^
La nostra politica ferroviaria.
Leggiamo neirottimo «Corriere del Friu-
li» questo carteggio da Zara:
in tutti gli albi della città di Spa-
sulla groppa, cavalcando con gioconda | lato è stato affisso un manifesto per
immaginazione infantile, non la guastò | ua grande comifio per domenica Id
mai. Nè poteva facilmente guastarla. | corrente in quel «Teatro Cjoiunaìe»
E' di granito. Ci voleva il colpo di | alle ore 10 aut., per discutere sulTordiiie
ieri, di martello, o di sasso, violento e del giorno : Azrone concorde della Dal-
selvaggio. j mazia per le congiunzioni ferroviarie.
Il quale episodio si aggiunge a mil- | L'invito d'intervento è stato fatto io-
le altri, precedenti, per provare la su- | distintamente a tutti i Dalmati, qualuu-
prema ed elementare necessità che ab- que già la loro lingua, la leligione, la
biamo di educare le masse al rispetto parte: ai Deputati, Amministratori di
di tutto quanto costituisce decoro cit- tutti i Comuni dalmati, ai rappresen-
tadino. Un paese, ove sono possibili | tanti di tutte le organizzazioni politi-
siffatti vandalismi, è sinistramente giù- | che, economiche e sociali della pròvin-
dicato dal forestiero. Noi dobbiamo I eia.
assolutamente educare e riabilitarci. | Il progresso, l'avvenire economico
Se vogliamo veramente il progresso | di un paese si trova in ragione diret-
délìa nostra patria, dobbiamo comin- | ta, anzi direttissima, con la comunica-
ciare col persuadere le classi meno colte | zione con altri paesi. Neil' epoca attua-
che l'amor di patria si esplica, anzi- le, in cui tutto si mi patria
tutto, col maggiore riguardo a tutti i
segni materiali che 1' abbelliscono e
l'onorano. Abbiamo avuti anche qui
casi disperanti di barbarie. Abbiamo
dovunque, in provincia, casi dolorosis-
simi di pubblica ineducazione. Mentre
nelle città d' Italia i capolavori del
Rinascimento sono esposti al continuo,
immediato contatto con la folla, che
ne sente tutta la religione, qui da noi
s' ebbero e si hanno casi obrobriosi di
facciate di palazzi bersagliate di sassi,
di panche di giardino svelte e distrut-
te, di muraglie, anche eleganti, subito
muove a grande ve-
locità, e le invenzioni per mezzo di lo-
comozioni aumentano di giorno in gior-
no, ed il commercio e la civiltà le at-
tendono sempre a braccia aperte, tro-
vando in. esse un mezzo migliore per
trasportarsi velocemente come lo ri-
chiedeva vita presente, — nella Dalma-
zia, regione civile, che segue il pro-
gresso passo per passo, pure fa difet-
to una congiunzione ferroviaria col
mondo.
Dopo aver chiesta molte volte la co-
struzione d'una ferrovia, dopo aver
atteso tanto, non solo non ne vediamo
Invitati, abbiamo partecipato al Comizio
che si tenne domenica nel Teatro comu-
nale di Spalato.
li Comizio — per votare la nota riso-
luzione in argomento ferroviario — ebbe
principio dopo le 10.
La platea — collocata al livello del
palcoscenico — era rigurgitante di popolo:
e pur tutti occupati erano i palchetti ed
il vasto loggione.
Si calcola che al comizio abbiano par-
tecipato 2000 persoue. Vi erano i rappre-
sentanti di tutti i partiti. Quelli delle Ca-
mere di Commercio di Spalato (signor M.
Vidovich) e di Zara (signor A. Artale).
Vi erano ra|ìpresentati in gran parte i
Comuni e molte società e corporazioni e
deputati al Parlamento e alla Dieta. A-
derirono al comizio, di presenza e per i-
scritto, gii on. Ghiglianovich, Krekich,
Pini, Salvi, Smerchinicii e Ziìiotto. Infine
vennero spediti al comizio numerosissimi
dispacci di assentimento.
11 signor Metteo Jankov — in rappre-
sentanza del comitato promotore — aperse
il Comizio, dicendone lo scopo, ed aggiun-
gendo come si dovesse impegnare anche
un'azione contro la nuova tassa sui vini
e in favore all'introduzione del grano. E
ringraziò i convenuti.
Invitata ad eleggere la presidenza del
Comizio, l'assemblea accede per acclama-
zione alla proposta dell'Jankov. E la pre-
sidenza, in mezzo a vivi applausi, viene
composta cosi:
A presidente l'on. Milic ; a vicepresi-
dente l'on. Ziliotto ; a secondo vicepresi-
dente ii dott. Marinkovié; a segretario il
dott. Arambasin.
Funge da commissario governativo il
gerente il capitanato Ciurlizza.
Assuntala presidenza, l'on. Milić dice
la ferroviaria questione di morte o di vita.
Unica politica economica della Dalmazia
quella delle comunicazioni marittime e
ferroviarie. Cita l'esempio di Leopoldo II
re del Belgio, che fece ricco il suo pic-
colo stato. Ricorda l'azione per affrettare
il compimento dei lavori ferroviari e la
risposta del Kallay che sino a che i due
governi d'Austria e d'Ungheria non fos-
sero completamente d'accordo nulla si po-
teva l'are. Rileva la inutilità dell'azione
dei deputati al parlamento e dei conchiusi
(lietali. Che fare? Si incolpa l'Ungheria?
Ma l'Austria manca all'esecuzione dei la
vori ferroviari nel suo stesso territorio.
Quando non vi mancasse e costruisse le
sue linee fino al confine anche l'Ungheria sa-
rebbe obbligata ad adempiere i suoi impegni.
(Applausi). Manifesta la speranza che alla
soluzione della nostra questione ferrovia-
ria giovi il concorso degli Slavi che en-
treranno a far parte del nuovo ministero.
Il momento è opportuno. E — citato con
efficacia l'esempio di altri stati, fervidi
costruttori di ferrovie — raccomanda al-
l'assemblea di accogliere la progettata
risoluzione. (Vivissimi applausi).
Il dott. Arambasin legge in ambe le
lingue del paese la risoluzione progettata
e che noi ebbimo a riprodurre integral-
mente nel n o 3 del «Dalmata». Ad intel-
ligenza del lettore, però, ne riproduciamo
le deliberazioni:
1. Considerando la congiunzione ferro-
viaria della Dalmazia coi Balcani attra-
verso la Bosnia, e coli' Europa Centrale
attraverso la Croazia, questione vitale
dalla quale dipende l'esistenza economica
e l'avvenire del paese, proclama l'effet-
tuazione delle stessa quale il più impel-
lente e più grande bisogno economico e
civile della provincia, ed esige che alla
soluzione di tale questione si voti tutta
la Dalmazia come un uomo solo.
2. Rendendosi conto che l'ostacolo al-
l'effettuazione del congiungimento ferro-
viario della Dalmazia al continente euro-
peo sta da un lato nell' opposizione, per
principio, dei circoli direttivi ungheresi,
e dall' altro nella mancanza di qualsiasi
energia da parte del governo austriaco
ogni quàl volta trattisi della tutela degli
interessi dalmatici di fronte alle soper-
chierie dell' Ungheria, il Comizio chiede
che si muti dai suoi fondamenti il siste-
ma della politica dalmata sino ad oggi
seguita, il quale sistema non produsse al-
cun reale successo su questo campo, e che
d' ora innanzi la rappresentanza della Dal-
mazia, con procedere deciso, concorde e
coerente faccia '^dipendere il suo atteg-
giamento di fronte a qualunque governo au-
striaco dalla soluzione favorevole della
questione ferroviaria dalmata.
3. L'assemblea, coli'adesione di tutte
le organizzazioni politiche e di classe in
essa rappresentate, promette ai deputati,
i quali si atterranno a questo indirizzo
di decisa e costante politica nella que-
stione ferroviaria, illimitato appoggio e
il sostegno del popolo nella questione,
mentre nello stesso tempo si fa appello
al popopo che, in caso opposto, tragga tut-
te le conseguenze in confronto ai depu-
tati.
4. L' assemblea esorta la dieta dalmata,
tutte le amministrazioni comunali e le
organizzazioni di tutti i partiti della pro-
vincia, affinchè si apropprino le copra-
stanti deliberazioni, e ne diano notizia
alla deputazione dalmata a Vienna ed al-
l' i. r. governo col tramite della Luogo-
tenenza dalmata in Zara.
5.! Desiderando da un lato facilitare il
compito alla rappresentanza popolare della
Dalmazia, e dall' altro che anche il popolo
faccia tutto quanto è possibile per una
pronta ed efficace soluzione di tale que-
stione, l'assemblea delibera la creazione
di una stabile istituzione sotto il nome di
«Consiglio provinciale ferroviario dalma-
te», della quale^sarà compito, con la con-
vofrazione di riunioni, colla propaganda a
mezzo della stampa, nello stato ed all'e-
stero, con studi tecnici e lavori prepara-
tori, colla ricerca di contatti ed accordi
coi fattori competenti nello stato e nelle
terre vicine, e coll'interessarvi il capitale,
di promuovere e di facilitare la costru-
zione delle congiunzioni ferroviarie neces-
sarie alla Dalmazia, e ciò dopo la elabo-
razione di un programma ferroviario uni-
tario, nel quale si porrà mente al massimo
vantaggio della provincia, non perdendo
di vista gli interessi di nessuna sua parte.
Questo C. Pr. F., al quale, con i depu-
tati, devono appartenere tutti i rappre-
sentanti di tutte le organizzazioni od isti-
tuzioni politiche ed economiche del paese,
verrà istituito ed organizzato giusta le
norme direttive che verranno approvate
oggi da quest' assemblea.
Prende quindi la parola 1' on. Ziliotto,
podestà di Zara, che dice:
Ragguardevoli signori. La gentilezza
vostra che volle chiamarmi al posto di
vicepresidente di quest'assemblea (di che
vi sono altamente grato, più ancora che
per me, per la mia città, la quale con-
corre con fede e con entusiasmo h questa
azione, e alla quale voi voleste per certo
con la mia nomina renderò onore) mi ob-
bliga a dire qualche parola.
Non farò un discorso: non saprei per
fermo dire alcuna cosa che meriti d'esser
aggiunta a quanto con sintesi mirabile fu
espresso nella proposta del comitato pro-
motore e nelle brevi parole che l'accom-
pagnano; meno ancora, poi, dopo la lucida
ed eloquente illustrazione che ne fece testé
il ragguardevole cittadino che a buon di-
ritto chiamaste a presiedere all'adunanza.
E poi: il nostro paese non ha in questo
momento bisogno di parolo; ha bisogno
di fatti. (Applausi).
Se ancora si prolunga l'isolamento del-
la nostra provincia da quei paesi dalla
comunicazione coi quali soltanto essa può
ricevere il suo vitale nutrimento, la morte
economica della nostra provincia sovrasta
immediata; i figli di questa terra per po-
tersi nutrire dovranno in gran parte emi-
grare per sempre. (Applausi).
Fuor di proposito sarebbe in questo
momento pure il cenno di un programma
ferroviario. Ma se può esser discutibile
che sia per noi di vitale interesse che ci
si unisca per terra al centro della mo-
narchia, mentre questo gioverebbe forse
assai più a questa che a noi; chi può es-
sere tanto cieco da non vedere che sol-
tanto la Dalmazia è il porto della regione
occidentale della penisola balcanica; si
che la Bosnia, l'Erzegovina e una parte
della Croazia non possono vivere senza
esser congiunte or,<yanicamente con noi,
altro che per esser sfruttate, contro ogni
ragione e diritto, a vantaggio di terzi ; e
che noi Senza esser uniti con esse non
siamo, altro che un mare senza la terra?
Onde, siccome un popolo non può nè
deve pensare alla propria morte, ò obbli-
go imprescindibile di quanti in Dalmazia
abbiamo la coscienza della realtà, di rac-
cogliere tutte le nostre energie ad uno
sforzo cosi intenso come ancora non ne
abbiamo tentato. (Applausi).
E il successo non ci potrà per feroio
mancare, soltanto che noi in realtà si vo-
glia essere uomini.
Vi sono, è vero, nella vita delle nazioni
interessi più alti ancora di quelli econo-
mici ; ma per poter slanciarsi verso le su-
blimi idealità della vita, occorre, e intui-
tivo, essere vivi ; mentre se noi non at-
tuiamo il proposito, che qui ci raccolse,
la nostra morte deve dirsi decretata. (Ap-
plausi).
Per cui, sembra a me, che noi si sia in
uno di quei momenti nei quali il popolo
tutto deve dire a sè stesso: fino a che
codesto non sia raggiunto, cessi ogni al-
tra preoccupazione.
È forza imperiosa, pertanto, che cessino
per un tempo tutte le competizioni nazio-
nali ; che tacciano tutte le differenze di
partito ; che si dica a ogni specie di rap-
presentanti del popolo : rifiutate la vostra
cooperazione a qualunque attività pubbli-
ca fino a che questo postulato non sia un
fatto compiuto.
Codesto,, s'io ho bene compreso, è il
vero significato delle risoluzioni che vi
sono state proposte; e codesto è, fuori di
dubbio, il sentimento dell' intero paese.
E mi compiaccio che interprete prima
di codesto sentimento si sia fatta questa
illustre città di Spalato, che ha come
nessun'altra in sè tutte le premesse di
una vita piena e rigogliosa; e con l'o-
jjierna iniziativa mostra di avere anche
gli uomini i quali sapranno fortemente e-
sigere che sia finalmente dato ciò che a
lei e a noi tutti è dovuto. (Applausi.)
E gli effetti ridonderanno, non vi è dub-
bio, a vantaggio, non meno che di Spalato,
dell' intera nostra provincia. (Grandi ap-
plausi. Il podestà di Spalato si alza e
stringe la mano all' oratore.)
L' avvocato Smodlaka, accolto da un
grande applauso, dice che non occorrono
molte parole u dimostrare 1' accordo di
tutti nella questione ferroviaria : questio-
ne di pane, di vita, di progresso. Que-
stione, pei Croati e pei Seìmi, che li avvi-
cina all' ideale unitario. Si tratta di di-
mostrare col fatto di aver fede e volontà
di azione. E' azione di tutti i partiti e di
tutte le energie. Andremo anche in Bo-
snia a riscaldarli per tale questione. A
Vienna e a Budapest, onde obbligare i
governi a fare 1' obbligo loro. Cosi agen-
do la questione sarà per una metà risol-
ta. Il popolo imporrà il suo volere all'Au-
btria che non sa difenderlo dalie pretese
dei magiari. Obbligo dello stato di subire
a volontà popolare. (Chiamata all' ordine
da parte del commissario. Si eccita con
grida r oratore a proseguire.) Il dott.
Smodlaka cita 1' esempio della Svizzera^
a quale, con tutte le sue montagne, ob-
)ligò gli altri stati a passare con le fer-
rovie pel suo territorio. E accenna alla
necessità di appoggiare 1' azione dei de-
putati a Vienna ed a Zara, promettendo il
massimo impegno e la massima coopera-
zione da parte del partito progressista.
La ragione obbliga alla concordia tutti
quanti. (Applausi.)
Griacomo Gabrich parla a nome del par-
tito socialista democratico, dichiarando
che questo agirà concorde agli altri nella
soluzione della questione ferroviaria, la
quale ha da portar pane e lavoro. Della
insoluziono del quesito ferroviario non
hanno colpa gli ungheresi, bensi il go-
verno ungherese, che nega al popolo il
suffragio universale. Toccando della tassa
sul vino e del rincaro del pane, ne trova
la causa nelle agitazioni degli agrari che
impediscono i trattati commerciali e nelle
esorbitanti spese militari. (Seconda chia-
mata all' ordine del commissario. Il pub-
blico protesta in grande rumore contro il
commissario, che gesticola, come fuori
di se.) Conclude col diro che bisognerà
interessare i deputati ad un' azione contro
la tassa sui grani, che affama il popolo.
(Applausi.)
L' agricoltore Antonio Ruzié rileva che
r Austria senza la Dalmazia non sarebbe
una grande potenza. Vorrà almeno questa
volta l' Austria imporsi ai Magiari e co-
stringerli ad adempiere alla legge? (Ter-
zo intervento del commissario. Proteste.
Grida : continui I) Se un cittadino (!on-
travvenisse- alla legge sarebbe punito ; ma
se lo stato contravviene pagano i cittadi-
ni. (Applausi.)
Il deputato dott. Tresic-Pavicié. Quan-
tunque non sia passato un accordo tra i
ileputfiti al Parlamento di fronte a questa
nuova azione, e non possa quindi parlare
in loro nome, egli pure dirà alcunché. E
se pure per la lettera della legge non
possano gli elettori dare istruzioni ai de-
putati, egli si associa alla risoluzione e
l'accoglie. Per gli altri depuUti non può
rispondere. Crede che supremo ideale deb-
ba esser quello dell' unione politica, da
prepararsi coli' unione ferroviaria. Asse-
risce che r azione dei deputati, se fu va-
na, fu però energica. Egli stesso, nella
commissione al bilancio, ebbe a rinfaccia-
re al governo che i milioni destinati alle
ferrovie in Dalmazia venivano impiegati
a pagare spioni. Il popolo tragga pare le
conseguenze dall' azione dei deputati. Ma
non »I avveri più il caso che, mentre i
deputati facevano opposizione al governo,
HTamero 101 ZARA, Mercoledì 21 Deoembre >1910 ADDO ZLV
IL DALMATA
ASSOClAZIONJBS
Pei Zara Cor. i6 anticipatamente, semestre e Liimeatr'; n proporzione.
IV.i l'impero Austao-Uni?aiico Cor. 18, semestre Cor. 9,timeBtre Cor. 5.
Ter gli Stali appaitonenti .-iU'Unione postale Ctr. 24 all'anno, semestie
o trinuvetie in proporssione. Per Slati non appartenenti all'Unione
postale Cor. 16 e di più 1' aumento de'le pese postali, semestre e
tiimestoe in prc porzione. Un numero sepaiato costa Cent. 20. Un
numero àrr. Cent. 32. I numeri del giornale si vendono ^ella Li-
breria Intemaz. di E. 3chònfeld c negli spacci principali di tabacco •
Giornale politico, economloo, letUrarlo
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gano air Amministraaione del DALMATA in Zara. Ohi non
foglio dopo scaduta 1' associazione, s' intende obbligato per U trini««tre
'^^^Le'^oorrispondenze devono dirigersi affrancate esduaiYamoiite »U«
redazione. Le lettere non affrancate saranno respinte. I
inseriacono al prezzo di cetit. 25 la Unea, carrattere testì^ AwIm ea
inserzioni a prezzo moderato da oonvenind. — I aaaosoritti iMm si re
stitniseoao.
Economia sino all'osso.
Lo stesso presidente della Dieta pro-
vinciale ha dovuto dolersi, alla Camera,
dell' assottigliamento del preventivo per
la Dalmazia.
Il ministro delle tinaoze è messo a
dura prova. Le sue abilità matematiche
devono cimentarsi spesso contro l'im-
possibile. he spese crescono a dismi-
sura e crescono a dismisura i bisogni.
Non resta altro spediente che quello
dell'economia sino all'osso.
E tutto andrebbe bene, nel migliore
dei mondi possibili, se non ci fosse,
almeno per noi, una premessa. Questa
che la Dalmazia è la più abbandonata
delle Provincie cisleithane nonché su-
blunari e che il governo di Vienna,
dopo lungo sonn(^ sì er^ ì,H'AM08t0 di
riconquistare la Dalmazia.
Ora, è vero, egli ha teutato in qual-
che modo di riconquistarla con miglio-
rie agricole e sovvegni scoListici; ma
è vero altresì che rimane sempre im-
mensamente debitore ai Dalmati. Hi
una cambiale di cento anni da scon-
tare, coi censi e sovra censi.
Dopo cento anni di torpida ammi-
nistrazione saracena, si avvide che
un giorno i Dalmati manifestavano a-
spirazioni centrifughe. E fece il gesto
di elargire. E cominciò ad elargire.
alle cinque parti del mondo che la
Dalmazia, per l'olimpico Giove! doveva
essere tutta fecondata, trasformata e
rigenerata, da Arbe, si capisce, a Bu-
dua !
liettere da Tienna.
Al Coni»iglio industriale.
(Nostro carteggio particolare).
Vienna, 19 dicembre.
Giovedì e venerdì ebbe luogo a Vien-
na la seduta plenaria del Consiglio in-
dustriale sotto la presidenza di S. E.,
il ministro Weisskirchner.
Air ordine del giorno stavano i se-
guenti argomenti:
Propo^*^ per l'elezione di alcuni
membri ciiiiiisaionari o decessi. J
Progetti ui 'iUila regolazionS
dei-diritti u'ftsprr idzitìne per scopi
industriali; per la regolazione sui di-
ritti sulle acque; sull'orario di lavoro
nelle industrie; sul monopolio dei fiam-
miferi ; per la guarentigia dei crediti
sulle costruzioni; sui promuovimenti
delle iaduslrie ; sul regolamento e ta-
riffa tele fonica e sulla congiunzione tele-
fonica inUrarhana della Dalmazia colla
monarchia.
Quest'ultimo punto dell'ordine del
giorno venne già pertrattato nella V
sezione e la proposta del referente si-
Ma tardi. Quando il corpo della patria | gnor Godnig venne caldamente appog-
era tutto atrofizzato. Quando l'insana | giata dai signori Vukovié, Kuffler,
politica del «divide et impera» aveva
fiaccata ogni energia. E non a ricon-
quistare, ma a fare semplicemente 1' ob-
bligo suo, avrebbe dovuto profondere
dei milioni. Iniziare subito, in tutti i
punti della provincia, un vasto pro-
gramma rigeneratore. Riparare. Il go-
Schefftel e dal rappresentante della
marina di guerra signor Volkmar.
Il signor direttore generale delle po-
ste, capo-sezione dott. Wagner-Janns3g,
fece in quell'occasione delle obbiezioni
sulla rendibili^à, sulle difficoltà tecniche
e finanziarie, riconoscendo però V asso-
verno centrale non possedeva milioni? | luta necessità di questa congiunzione.
Non poteva che pubblicare programmi?
Ed allora doveva seguitare nel suo
fachirismo beato. Tanto e tanto nes-
suno avrebbe fatte le barricate I
Ma, una volta promesso, bisognava
mantenere. Bisognava pagare. E, so-
pratutto, non lasciare in seconda linea,
e in una penombra piena di ipotesi e
di equivoci, la questione ferroviaria:
una questione di essenziale, di vitalis-
sima importanza per noi^
Non si contano più gli anni, dacché
venne fatta balenare sul nostro oriz-
zonte una questione ferroviaria. E non
si contano più neppure le promesse
ferroviarie puntualmente rimangiate.
L'Austria seguita ad essere di una
sommissione supina verso l'Ungheria.
E non riesce a vincerne l'ostilità a
quegli allacciamenti che potrebbero
far rifiorire i porti della costa dalmata.
Per i begli occhi degli ungheresi la
nostra marina è senza una comuoica-
zione diretta coli' «hinterland»,
Il referente signor Godnig nella se-
duta plenaria riprese la parola e fece
le seguenti osservazioni.
Non trovando necessario di preleg-
gere la sua relazione, si è limitato di
rispondere poche parole a quanto l'o-
norevole direttore delle poste ebbe a
dire nella tornata della V. sezione. Am-
mettendo che le considerazioni del rap-
presentante del governo siano giustifi-
cate, perchè esse mettono in rilievo la
difficoltà della conduttura per terra
della linea telefonica attraverso il passo
di Mali Halan avuto riguardo alle con-
dizioni climatiche di quella regione,
pure non le ritiene tali da determinare
se in massima da parte nostra una
conduttura telefonica possa venire ef-
fettuata, 0 no, dal momento che esiste
già una congiuDzione telefonica tra la
Dalmazia e la Croazia ed una linea
telefonica interurbana tra l'Ungheria
e la regione della costa, le quali vanno
soggette alle stesse influenze climatiche
la rete telefonica interurbana tra Zara
ed Abbazia e rispettivamente Trieste.
Se ciò fosse una realtà, dovrebbe
congratularsi con sè Btesso.
Quanto concerne la rendibilità, si
permette di osservare che non si può
prestabilire in modo assoluto che que-
sta linea telefonica non possa essere
rendibile, dappoiché è notorio che nes-
suna congiunzione telefonica finora é
rimasta passiva, anzi, come lo dimostra
r esperienza, coli' estensione della rete
telefonica, cresce in proporzioni mag-
giori l'interesse del pubblico per l'uti-
lizzazione del telefono, e con ciò anche
la rendita dell'impianto: cosa questa
riscontrata anche in Dalmazia, ove il
iiumero degli abbonati i&eritti in ori-
gine si raddoppiò durante ì'ist^lr-^iiosé
cen rali tétèfoniciie nelle città, ed
a Spalato si triplicò in raffronto al
numero originario degli abbonati.
Quanto . riguarda il procacciamento
dei fondi necessari, il signor Godnig
si riferisce ai conchiusi presi nella se-
duta, in seguito ai quali il governo
viene eccitato di preventivare un cre-
dito esauriente per la costruzione della
rete telefonica austriaca.
In chiusa ebbe ad osservare ancora
che il direttore generale delle poste ha
riconosciuto, che la congiunzione di-
retta della Dalmazia colla monarchia
é un bisogno indiscutibile e che queste
inee si dovranno costruire senza ri-
uardo ai contributi degli interessati,
ed in proposito ebbe ad aggiungere:
se anche gli stessi contributi non fos-
sero rendibili.
Ed ora, dappoiché l'eccelso governo
ripetute volte ha rmonosciuto gli ur-
genti bisogni della 'Dalmazia per il
suo sviluppo economico, il signor God-
nig pregò di accogliere la proposta
nella V sezione.
La proposta venne accettata a voti
unanimi.
' Ed ecco ora il governo a confessarsi e pure si conservano e fiiozionaoc re-
in bolletta come un comico a spasso, | golarmente.
E' al suo quarto d'ora di Robelais
dopo essersi gonfiato in programmi mi-
rabolanti. Udite, udite, o rustici 1 Avrete
questo, questo e questo. Tutte le gra-
zie e tutti i favori. Ferrovie?! Ma di
ferrovie ne avrete più dello stato i>iù
operoso di America. E grandi bonifi
Le difficoltà che per l'effettuazione
di un tal progetto si oppongono non
basano quindi sullo considerazioni rile-
vate iu prima linea dal direttore delle
poste, ma bensì su quelle es{>08te in
seconda linea, e secondo il signor
Godnig, le sole decisive, che cioè l'am-
che.... sulla carta. E grandi opere por | rainisiraziope telegrafica dello Stato au-
tuarie.... nel futuro. E grande impulso | striaco, sia per motivi di tariffe, o po-
alVindustrie.... che hanno ancora da
sorgere. Doveva pioverci la manna dal
cielo. E, invece, ci piovono queste di-
sillusioni.
Yerampnte, però, nessuna persona se-
ria si era gran fatto illusa. La sape-
rano una montatura. Il governo centrale
litici, 0 per altri motivi, evita per prin-
cipio una linea di congiunzione attra-
verso il territorio ungherese, come lo
dimostrò di recente il fatto che tutte
le comunicazioni telegrafiche e postali
si svilupparono non attraverso l'Un
gheria, ma esclusivamente attraverso non muta né corregge il suo punto di | la Dalmazia
vista verso di noi, di Zara in ispecie, | Se nel caso concreto una coufaccnta
tanti anni turlupinata con la pro-
messa di una ferrovia che non arriva
mai.
Il governo ha bensì preventivata la
spesa non lieve per la istituzione della
soluzione sia possibile o meno, il si
gnor Godnig la lascia indecisa, tanto
più che l'amministrazione ungherese
certamente non ha minor interesse di
noi alla istituzione di una linea orale
polizia di stato in Z ira e la sua entrata I per il promovimento delle comunica
in azione è questione di pochi mesi ; ma ' nnmniArAiflli tra lu ,
non può mostrarci ancora, a Zara, dopo
parecchi anni di lavoro preparatorio
un solo metro di binario.
Non avete denari? Ma allora, eccelso
governo, dovevate risparmiare anche
<^uelU spesi, a proclamare da Vienna
zioni commerciali a Dalmazia
l'iume.
Il signor Godnig lesse con gioia ne
foglio ufficiale di Zara una notizia
dalla quale si rilevava che l'eccelso
governo era in procinto di gettare un
nuovo Kabelf che dovrebbe servire per
PROTOCOLLO
della XXYil seduta (Tel Consiglio comunale
tenutasi il giorno 5 dicembre 1910.
VI. Argomento. Doìnanda per permuta
di fondi.
Podestà. L'on. Consiglio ricorderà che
nella seduta del 30 maggio anno corrente
r Amministrazione aveva portato a discus-
sione una domanda del signor Griorgio
Biankini per permuta di fondi e che la
stessa era stata respinta. Asserisce ora il
signor Biankini di essere stato in quella
occasione frainteso e concreta in modo più
esatto la propria domanda. Egli, cioè, si
dichiara disposto di cedere al Comune il
tratto di fondo a scilocco del suo possesso
ai «Quartieretti», fondo nel rispettivo tipo
segnato in color celeste, mentre il Comune
dovrebbe dargli in permuta i fondi segnati
in verde e rosso, siti a maestrale e libec-
cio ; obbligandosi esso signor Biankini di
occupare con fabbricato soltanto gli spazi
segnati in rosso, mentre quello in verde
verrebbe da lui utilizzato come giardino.
L'Amministrazione partendo dal riflesso
che l'acquisto da parte del Comune del
fondo a scilocco del possesso Biankini
starebbe effettivamente negli interessi della
città, poiché verrebbe evitato lo sgorbio,
che risulterebbe dall' occupazione di quello
spazio con un fabbricato ; visto che la
costruzione di un edifizio, il quale occu-
passe i fondi segnati in rosso non porte-
rebbe alcun svantaggio nè estetico nè
pratico; visto che con la creazione da
parte del signor Biankini di un giardino
sullo spazio a maestrale del suo possesso,
quel tratto di fondo resterebbe libero da
fabbricati ; visto d' altronde che la strada,
la quale corre lungo lo spazio segnato in
verde, abbisogna di un marciapiede, pro-
pone: sia accolta la domanda di permuta
dello spazio segnato in celeste con quelli
segnati in rosso, mentre dello spazio in
verde sia ceduto soltanto la parte non
compresa dal marciapiede della larghezza
di 1 metro, che vi verrà costruito, con
ciò però che la differenza tra la superfi-
cie, che cede il signor Biankini, e quella
maggiore, che acquista, sia compensata
nel ragguaglio di cor. 10 per m^ e con
l'obbligo da parte del signor Biankini
di cingere il fondo destinato a giardino
di un muro corrispondente alle esigenze
estetiche e di un' altezza tale da permet-
tere la libera vista nel giardino.
Smirich. Raccomanda che la linea a mez-
zogiorno del muro di cinta del fondo Bian-
kini sia coordinata in linea retta con la
nuova strada, che, secondo il progetto,
verrà tracciata con direzione maestrale-
scilocco. Trova inoltre di raccomandare
che venendo a formarsi nel punto d' incro-
cio dei lati a mezzogiorno e ponente del
possesso Biankini un angolo troppo acuto,
esso venga debitamente arrotondato per
la maggiore viabilità ed estetica.
Podestà. Prende a nota le raccomanda-
zioni dell' on. consigliere Smirich.
Nessun' altro domandando la parola nella
discussione, messa a voti la proposta del-
l'Amministrazione, è accettata.
VII. Argomento. Conferimento di stipendi.
Letta la relazione, l'Amministrazione
propone :
1. che lo stipendio disponibile della fon-
dazione Ciprianis nell'ammontare di annue
corone 600 pagabili in rate semestrali, sia
conferito allo studente universitario Tullio
de Scharlach, sino al regolare corripi^nsiltó '
degli studi ;
elle i cinque stiperndi punibili dexla
fondazione Griovino, ciaf ^no nell' ammon-
tare di annue cor. 420, pagabili in rate
semestrali, sieno conferiti, sino al regolare
compimente degli studi, agli studenti uni-
versitari : Graovaz Brunelli Griovanni,
Alesani Attilio, Mondini Bruno, Marchi
Vittore e Ciubellich Andrea;
3. che dai redditi della fondazione Fran-
cesco Giuseppe 1, per il 50.o anniversario
di regno, sieno conferiti :
a) uno stipendio di annue cor. 200 pa-
gabili in rate semestrali, a ciascuno degli
studenti universitari: Schemftz Senato, Tu-
dorov Natale e Vuchich Giacomo, sino al
regolare compimento degli studi e all' as-
solto legale Talpo Pietro per 1' anno sco-
lastico 1910-1911;
b) un sussidio di educazione di cor. 100
agli studenti universitari Nimira x4.ntonio
e Mastrovich Bruno, nonché agli studenti
di scuole medie Paikin Matteo e Zink
Enrico ;
4. che dai redditi della fondazione Fran-
cesco Giuseppe I per il 60.o anniversario
di regno, sieno conferiti :
a) uno stipendio di annue cor. 200, pa-
gabili in rate semestrali sino al regolare
compimento degli studi, agli studenti di
scuole superiori: Meyerle Isidoro e Bo-
glich Gioachino ;
b) un sussidio di educazione di cor. 100
agli assolti universitari Storich Ugo e
Anerich Antonio, nonché agli studenti di
scuole medie Baumeister Alessandro o
Zerboni Simeone.
5. che venga autorizzata l'Amministra-
zione a devolvere dal titolo speciale del
areventivo un sussidio di educazione nel-
ammontare di cor. 100 agli assolti legali
Delich Vincenzo e Mòlinari Domenico,
nonché agli studenti universitari Antissin
Tommaso e Novak Miroslavo e allo stu-
dente di scuole medie Kerstich Tommaso.
Messe a voti le singole proposte del-
l' amministrazione sono tutte accolte, senza
discussione. (continua).
31 Corriere ddU provincia
Da Spalato,
liR morte del TescoTo.
Oggi, 19 corrente, alle 6 aotim.
morto improvvisamente, per paralisi
cardiaca, il vescovo di Spalato e Ma-
carsca mona. Filippo Francesco Nakid.
Reggeva da 21 anno la diocesi, ed a-
veva 74 anni. L'aspetto non mostrava
l'età, ma il fisico era nonpertanto lo-
gorato da vari acciacchi, senza riguardo
ai quali il prelato accudiva con zelo
diligente ed indefesso alle varie cure
del suo ministero.
Nativo di Selve, e vissuto lunghi
anni a Zara, ove godette la partico-
lare benevolenza dell'arcivescovo Mau-
pas, mons. Nak'é aveva accettato ri-
luttante il vescovado, e, nel venire a
Spalato, aveva portato seco una parti-
colare, una eccessiva diffidenza del
nostro ambiente cittadino. Tale diffi-
denza — strana ed ingiustificata -
non si smentì mai, nè si ammorbidì
nella convivenza e negli inevitabili con-
tatti, mantenendo un costante distacco
fra la cittadinanza ed il suo pastore.
Così mons. Nakié è morto estraneo a
Spalato, come vi era venuto, chè per-
sino l'orbita delle sue conoscenze e
relazioni private non s'era punto estesa
0 rinsaldata in quattro lustri di domi-
cilio. Questa curiosa particolarità, ef-
fetto della natura, riservata, titubante
del vescovo, tolse al pubblico la co-
noscenza, od almeno la valutazione
delle pregevoli qualità di mons. Nakié;
ed a questi la possibilità di esplicarle
più accentuatamente, col consenso
col sovvegno di tutti.
Perchè mons vescovo Nakié posse-
deva effettivamente qualità, particolar-
mente di cuore, non affatto comuni.
Pieno di fervida fede, sinceramente,
profondamente religioso, il vescovo or
defunto era un sacerdote esemplare,
sempre pronto ad anteporre a tutto gli
interessi della chiesa e del culto. Di-
fettava però della energia necessaria
in una diocesi come questa, e della
necessaria fiducia in sè e nell' opera
propria. Perciò, pure soffrendone pe-
nosamente, non seppe spesso rispon-
dere con efficacia a quelli che erano
i dettami del suo seresfi ii^Het
della Su» dtmsta coscienra.
Attaccato e m. ovente dalle
;>iù opposte paru, mons. Nakié si man
tenne equanime, spoglio di rancori,
ignaro di vendette, per effetto della
grande bontà del suo animo ingenuo ;
jontà che trovava la via del beneficio
tacito, discreto, non appena a lui ve-
niva fatto appello. Di tale bontà egli
diede segno anche nel suo testamento,
col quale elargì vari legati a scopo di
beneficenza.
Per suo volere, la salma sarà recata
per la sepoltura a Selve. Mons. Nakii-,
che aveva subito senza ambirlo il peso
di questa cattedra, che due volte si
sottrasse alla probabUità di salire la
metropolitana, converse il suo ultimo
desiderio alla pace romita e modesta
del luogo natale come a porto desiato
dopo l'ingrato travaglio, che all' indole
sua mite fu duro come T esigilo, da
cui ecco, morte fulminea, l'ha sciolto. Da Boi della Brazza^
Concorso.
E' aperto il concorso presso il nostro
Comune ad un posto di medico. Paga annua
di 4500 corone, alloggio in natura con lo-
cali separati peli'armadio farmaceutico e
peli'ambulatorio e diritto a pensione.
Sino a qui nulla vi è da osservare.
Quello che ci addolora si è che può ve-
nire nominata una persona che non conosce
una parola d'italiano, dacché tra le con-
dizioni vi è quella di conoscere il croato,
ma non quella di conoscere l'italiano, e
tutti sanno che qui in paese tutti adope-
rano comunemente la lingua italiana.
MARINA E COMMERCIO.
Pesca del corallo.
«Il consiglio pel progresso dell'indu-
stria» a Vienna nella sua seduta del 17
corrente, dietro richiesta del deputato
Zitnik, stabili d'imprendere un'azione a
favore della pesca dalmata di coralli e
spugne. Ci consta che già il governo ma-
rittimo di Trieste iniziò pure a tale effetto
un'azione, sulla quale vorremmo venire
informati.
La Cronaca
Per 1' albero della Lega le obla-
zioni seguitano ad affluire da ogni parte.
Grazie a tutti, in nome della Ijega ! Nei
prossimi numeri, e con vero piacei-e, pub-
blicheremo le liste.
Grande festa sportiva. ~ Per lu-
nedi 26 corrente, seconda festa di Natale,
la nostra «Associazione Crinnastica» ha
organizzato la prima gara regionale dal-
mata del giuoco del calcio che si svolgerà
alle 3 del pomeriggio in Campo Marzio
tra le squadre della società sportiva «Forza
e Coraggio» di Ragusa e dell' «Associa-
zione (Ginnastica» di Zara.
Per questa gara, che riescirà, senza dub-
bio, interessantissima, il ( omune di Zara
con gentile e patriottico pensiero, ha do-
nato una splendida coppa (challmge) d'ar-
gento, che i lettori avranno potuto ammi-
rare in una vetrina della libreria Schoen-
feld. Per questa gara la nostra «Associa-
zione Grinnastica» ha destinato una bellis-
sima targa, lavoro artistico veramente
squisito.
Alla sera alle 7 e mezzo al Teatro Giu-
seppe Verdi la fiorente Società di Grinna-
stica e Scherma di Spalato darà una ac-
cademia di ginnastica, nella quale avremo
campo di ammirare le bravissime squadre
della Società sportiva spalatina.
Ed ora ecco il programma completo
della giornata sportiva : Ore 4.30 ant. Ar-
rivo dei ginnasti della provincia. Ritrovo
al Caffè al Porto. — Ore 5 ant. Ricevi-
mento e presentazione al Caffè Centrale.
— Ore 9 ant. Maraschino d' onore al Pon-
tone del Circolo Canottieri «Diadora».
Ore 12. Visita al Comune. Concerto della
Sign, Imoschi, Canali, Risano, delle Boc-
che di- Cattaro e di Spizza.
La splendida riuscita della festa va
dovuta in gran parte alle instancabili pre-
stazioni del dott. Giuseppe Laxardo, con-
sigliere di sezione presso il ministero di
finanza, nonché a molti signori, comuni ed
associazioni della Dalmazia, che sommini-
strarono i costumi.
Questo ballo fu il trionfo dei merletti
dalmati, che vennero ammirati più di tutti
i lavori delle altre provincie. L' arcidu-
chessa Maria Gioseffa indossava un «cor-
sage» di merletti paghesani.
La baronessa Haas Teichen aveva una
toilettes tutta di lavori dalmati. E cosi
splendidi lavori dalmati, dell'epoca antica
e moderna, abbiamo osservato presso le
contesse l'estetits-Elam ed Hogos, presso
le signore Luxardo, nob. Wolff-Ciurlizza
ed altre.
Anche questa festa ottenne lo scopo di
far sempre meglio conoscere la nostra
Dalmazia, la quale però, meglio che con
qualsiasi altro mezzo, verrà fatta cono-
scere quando finalmente una rete ferro-
viaria la unirà all' Europa.
La marcia di un male.
Chi è famigliare alle riviste marittime,
non ignora che la peste serpeggia da lun-
fo tempo nell'Estremo Oriente e nelle ndie ; non passa qualche giorno, che non
si parli di casi sospetti a bordo di navi,
sopratutto di velieri ; quanto ai vapori
che trafficano con quei mari si sono prov-
veduti quasi tutti di ottimi apparecchi di
disinfezione e si difendono benissimo. Si
può anzi affermare che se la peste, e an-
che il colera, invaderanno l'Europa, ciò
non avverrà per la via di mare.
Ce ne offre un esempio luminoso il
Giappone, che con tanti contatti con la
Manciuria ha saputo tenersi immune e
dalla peste e dal colera anche durante la
guerra ; ma, prima di metter piede al Giap-
pone, i reduci dalla guerra e i prigio-
nieri russi erano sottoposti ad energiche
quanto rigorose disinfezioni ; perchè è dal
tempo dell a guerra che la Mancinria è
infetta, se pur quel paese fu privo di in-
fezioni in qualunque epoca.» E ben se ne
intendono le ragioni.
La Manciuria, ora che ha aperte tutte
le vie commerciali, è divenuta esportatrice
SU larga scala. In Inghilterra si sono in
questi ultimi anni moltiplicate le fabbri-
che di olio di Soya (sorta di fava) ; l'olio
serve alle fabbriche di sapone e il residuo
della torchiatura costituisce un ottimo
cibo per il bestiame da macello.
Quando la navigazione è libera dai
ghiacci i vapori imbarcano le fave a Vla-
diwostok, altrimenti a Dalny ; e come av-
viene quando si attiva una continua cor-
rente commerciale al traftìco maggiore si
innestano altri minori che in questo caso
sono le pelli, le ossa, l'olio stesso di fava
prodotto in paese, i panelli ecc.
La Manciuria poi ha esteso commercio
marittimo colla China (alla quale fra al-
tro fornisce i feretri su larga scala) spe-
cialmente dai porti del Liao Tung. Le
giunche chinesi sfuggono al controllo do-
ganale e penetrano cosi in China senza
alcuna precauzione sanitaria: donde la
sicura infezione di Tien-Tsin, il porto di
Pechino e nodo ferroviario e via via di
tutti gli altri porti, e anche dell' interno
poiché molte giunche risalgono i grandi
numi, congiungendo direttamente l'interno
dell' Impero ai suoi porti i più remoti.
Ma per via di mare, ripeto, 1' invasione
in Europa è poco temibile, potendo in caso
disperato le navi evitare i paesi infetti.
l5i questo abbiamo avuto esempio pal-
mare colla peste di Bombay, che dura da-
anni,' non fu ancor domata, e che nondi-
meno non riusci a diffondersi neppure
nell'India stessa.
Ma se le prospettive non sono sinistre
dal lato delle comunicazioni marittime,
sono però molto meno favorevoli da quello
della via di terra, perchè la Russia evi-
dentemente non sarà in grado da difen-
dersi da una invasione che penetri nel
suo territorio. Se la peste si diffonde
dalla Manciuria nella Mongolia e Tran-
sbaicalia, non tarderà a penetrare nella
Siberia e a raggiungere la via del Ca-
spio, la via delle antiche invasioni di
questa epidemia.
Si fa molto calcolo sulla energica di-
fesa scientifica che farà la Germania di-
rettamente minacciata dal pericoloso vi-
cino, ma solo una osservazione superfi-
ciale può lasciar credere che quella possa
essere la frontiera più pericolosa, e que-
sto presupposto deriva dal calcolare la
ferrovia transiberiana come la vera arte-
ria di diffusione.
Lungo la transiberiana la Russia stessa
potrà difendersi, e infine i territori russi
prossimi alla frontiera tedesca non sono
neppure i più deficienti come igiene, edu-
cazione e vivere civile. Il pericolo prin-
cipale è che la peste guadagni le regioni
del Caspio e la Russia meridionale e co-
me nel Medio Evo per via di terra rag-
giunge il Mar Nero, la Transiberiana e
l'Ungheria, invadendo contemporaneamen-
te l'Impero turco d'Asia e d'Europa, già
minacciato per la via della Persia.
La marcia per questa via sarà lenta,
avvenendo a mezzo di trasporti e di con-
tatti ancor primitivi, appunto come nel
medio evo, ma sopratutto temibile, perchè
nel suo itinerario la peste troverà un am-
biente ben poco diverso da quello delle
invasioni che ora si possono chiamare an-
tiche.
L'Austria e la Turchia adunque dovreb-
bero essere interessate almeno quanto la
Germania a predisporre la loro difesa alla
frontiera terrestre ben più estesa e diret-
tamente minacciata.
Le comunicazioni marittime comince-
ranno a divenire pericolose veramente solo
quando il morbo riuscisse a raggiungere
il Mar Nero e l'Asia Minore ; mancando
allora quella specie di garanzia che offro-
no le lunghe traversate. Queste costitui-
scono quasi una rigorosa quarantina per
i viaggiatori, perchè non è probabile che
il morbo possa rimanere latente su di un
piroscafo durante una traversata lunga
più di un mese, per divampare poi quan-
do a viaggio compiuto tutti gli imbarcati
siano ammessi a libera pratica in paesi
immuni.
E' probabile poi che le notizie che giun-
gono dalla Maùciuria siano sensazionali
ed esagerate ; se ne avrebbe una riprova
nel contegno delle autorità giapponesi cosi
gelose in materia di misura sanitaria, sia
perchè direttamente minacciate dalla vi-
cinanza e dai frequenti rapporti, sia per-
chè pensose del danno incalcolabile che
produrrebbe una invasione pestifera nelle
enormi agglomerazioni umane di alcune
fra le isole principali del potente e pro-
gredito impero.
Epperò l'Europa civile, se vuol difen-
dersi da una non tanto probabile, ma pur
possibile minaccia, deve pensare a sè
stessa.
PROTOCOLLO
della XXVIII seduta del Consiglio comunale
tenutasi il giorno 27 gennaio 1911.
(Continuazione, vedi n.o precedente e fine.)
XII. Argomento. Approvazione di con-
tratti.
il Su
Consig
)roposta dell' Amministrazione,
io approva:
a) la stilizzazione del contratto col qua-
le il Comune di Zara, per conto e nell'in-
teresse della frazione di Zara, cede al si-
gnor A. Jankovic un tratto di spazio della
partic. terr. 14/1, costituente parte del
corpo tav. unico della part. tav. 756 del
1. f. per il c. c. di Zara in permuta del
fondo, di proprietà di detto signor Jan-
ković, demarcato con la partic. terr. 4/9,
corpo tav. 2 della part. tav. 1104 del 1. f.
per il c. c. (li Zara, con l'obbligo da parte
del signor Jankovié di pagare, a congua-
glio dei fondi permutati, l'importo di co-
rone 4200 al Comune di Zara, il quale, a
sua volta, assume le spese di trasferi-
mento della proprietà ;
b) la stilizzazione del contratto col qua-
le il Comune di Zara, per conto e nell' in-
teresse della frazione di Zara, cede al si-
gnor Spiridione Brčić, al prezzo di cor.
26 per m^, un tratto di spazio della partic.
terr. 14/1, costituente parte del corpo ta-
volare unico della part. tav. 756 del 1. f.
per il c. c. di Zara.
XIII. Argomento. Domande per conferi-
mento di pertinenza.
Su proposta deli' Amministrazione, il
Consiglio :
a) riconosce il diritto di pertinenza al
Comune di Zara, in base alla legge 5 de-
cembre 1896 B. L. I. N.o 222, a Boden
Angelo, Bolle Raimondo e Smoglian Mi-
chele ;
h) accorda la pertinenza al Comune di
Zara, con esenzione da tassa, a Easdarich
don Giovanni, Bettalli Osvaldo, Botterl
dott. Vincenzo, Bressan Domenico, Chin-
chella Giovanni, Collenz Libero o Romano,
Dellavia Antonio, Desanti Raimondo, De-
scovich Luigi, Dorchich Eugenio, Gauss
Gregorio, Giuppanovich Mttteo, Heinrich
Guglielmo, de Hobert di Schwarzthal dott.
Giuseppe, Kirchmayer Giuseppe, Lutten-
feldner Giacomo, Macchiedo Luigi, Molinari
Domenico, Montschek Giuseppe, Muiza
Giuseppe, Negrini Periandro, Palisca Gio-
vanni, Rumel Giovanni, Rumpel Emilio,
Schmid dott. Rodolfo, Scopinich Rodolfo,
Scopinich Francesco, Scopinich Giovanni,
Svircich dott. Simeone, Trigari Federico
e Zorattino Giuseppe.
Podestà. Essendo stato da parte dei ca-
povilla di Diclo e Cosino fatta domanda
che alle guardie campestri destinate alla
sorveglianza del pascolo nei boschi «Vo-
lunjski» di dette frazioni sia riattivato il
salario ad esse anteriormente fissato, l'Am-
ministrazione comunale propone : che 1' on.
Consiglio voglia rimettere in vigore il
conchiuso, preso nella seduta del 18 set-
tembre 1909, modificato, per quanto si ri-
feriva alla fissazione un' annua retribu-
zione alle guardie comunali, nella succes-
siva seduta del 12 marzo 1910.
La proposta è accettata senza discus-
sione.
dott. Ghiglianovich. Prega l'ill.mo si-
gnor podestà a voler informare quale at-
teggiamento intende prendere il Comune
di fronte al continuo rincaro della carne.
Podestà. L' Amministrazione comunale
aveva iniziato pratiche per poter ricevere
carne dall'Argentina e farla mettere in ven-
dita nel mercato locale. Tali pratiche,
però, non condussero a risultato per il
difettoso funzionamento delle celle frigo-
rifere. Tolto tale inconveniente, l'Ammi-
nistrazione ha ripreso le trattative, sicché
per la fine di febbraio o principio di mar-
zo sarà possibile ricevere la prima par-
tita di carne dall' Argentina.
Stipanovich. Uno dei principali motivi
della mancanza di carne bovina sul mer-
cato è l'opposizione dei competenti fat-
tori al trasporto a piedi dei bovini da
Knin a Zara. Ritiene consulto rivolgersi
con petizione al ministero per il consegui-
mento di tale permesso.
Inchiostri. Propone in argomento un voto
del Consiglio, da comunicarsi al ministero
in via telegrafica.
La proposta è accettata ad unanimità.
Esaurito cosi 1' ordine del giorno, il po-
destà leva la seduta alle ore 6.50 pom.
MARINA E COMMERCIO.
La conclusione del cartello del cemento.
Sono state concluse le trattative per la
rinnovazione del cartello del cemento. Le
divergenze esistenti circa la contingenta-
zione nel gruppo delle fabbriche dalmate
sono state eliminate. Il cartello si basa
su una convenzione di contingentamento
fra i quattro gruppi (interno austriaco,
boemo, moravo-slesiano-galiziano e meri-
dionale) e sulla ripartizione del contin-
gente fra gli stessi. Da principio si aveva
l'intenzione di dare al cartello una durata
sino al 1917 ; in seguito alle difficoltà
verificatesi nel corso delle trattative il
contratto fu concluso soltanto per tre
anni, e con una clausola di disdetta, in
forza della quale ogni aderente al cartello
ha il diritto ad una disdetta quindicinale,
nel caso che si fondi una nuova fabbrica
di cemento.
Il nuovo cartello costituisce una reale
vittoria riportata dal gruppo dalmate sulle
fabbriche dell'interno. Le quali, nella lotta
di' concorrenza con le industrie del ce-
mento della Dalmazia, subirono una per-
dita di circa 11 milioni per mancato gua-
dagno. Il cartello generale del cemento
sarà suddiviso in 4 gruppi: il boemo, al
quale è assegnato un contingente di 30.000
vagoni ; il galiziano, che disporrà di un
contingente di 30.000 vagoni; l'interno,
che avrà 36.000 vagoni ; il meridionale, il
cui contingente è fissato in 35.000 vagoni.
Del gruppo meridionale fanno parte 10
fabbriche, delle quali quattro hanno sede
in Dalmazia. Quella parte del contingente
assegnato al gruppo meridionale che non
trovasse collocamento, verrebbe compen-
sata con indennizzo dagli altri gruppi del
cartello. Il cartello verrà organizzato su
piede di lotta contro eventuali nuove fon-
dazioni di fabbriche di cemento, special-
mente nel sud della monarchia a.-u., per-
chè qui vi è una sopraproduzione che si
vuole ad ogni costo evitata. Perciò il car-
tello potrà venir disdetto entro quindici
giorni, nel caso che sorgesse anche sol-
tanto una nuova fabbrica. La parte meri-
dionale dell' xlustria non è in grado di
assorbire nemmeno la metà del quantita-
tivo di cemento attualmente prodotto dalle
sue fabbriche. In quunto all' esportazione
è da rilevarsi eh' essa è impossibile a causa
dei noli elevati e di altre notevoli diffi-
coltà e che essa non serve che solo di
pretesto per nuove fondazioni. A quanto
si assicura il cartello del cemento non
deciderebbe eccessivi aumenti, tendendo
soltanto ad evitare la rovinosa concor-
renza sinora esistente fra le singole fab-
briche.
3! Corriere della provincia
Da Ragusa.
Ija gran veglia prò I^^ega
tenutasi sabato nel Teatro Bonda riu-
sci splendidissima.
L'addobbo dei locali di straordina-
ria eleganza e finezza, con profusione
di fiori. Ad onta del freddo e di molte
assen.7,e in cai-'-a di malattie, una piena
da superare tutte le aspettative. Ma-
schere in quantità, in costumi ric-
chissimi, piene di brio e di anima-
zione. Specialmente una mascherata
rappresentante una completa banda
musicale, con lampioni, gran cassa
eccetera, composta e di provetti ban-
disti e di dilettanti, destò immenso en-
tusiasmo, suonando inappuntabilmen-
te r inno della Lega e la marcia del
Si. La cena servita a piena soddisfa-
zione di tutti dal caffettiere signor
Roberto Odak. L'incasso al bacile
oltre 3600 corone, in attesa di altri
incassi dipendenti da regali ed obla-
zioni : sicché la cifra totale ascen-
derà a quattromila corone. Al solerte
comitato che tutto ha organizzato a
meraviglia va attribuita ogni lode,
specialmente ai signori Beghini e Zac-
cagna. Quanto prima dettagliata re-
lazione e comunicazione della lista
dei magnifici doni. La festa si pro-
trasse fino alle 6 del mattino.
Da Lesina,
Balli.
Anche quest'anno il ballo della Società
Biondi ebbe esito brillantissimo. Il teatro
era popolato di una vera folla. Le danze
animatissime, al suono di scelti ballabili,
eseguiti dalla nostra ottima Musica Citta-
dina Farense. La marcia dei Si elettrizzò,
tanto che venne bissata e trissata fra en-
tusiastiche acclamazioni. La vivacità fe-
stiva continuò fino a notte tarda e l'esito
finanziario fu superiore alle più rosee
previsioni.
La «Società Biondi» con gentile pensie-
ro devolse il ricavato alla nostra musica ;
la quale pure dette una festa da ballo
con bellissimo risultato. Si ricordino poi
tutti che l'ultimo lunedi di carnevale la
festa deve essere tra le più belle. Fac-
ciamo appello, a nome del comitato organiz-
zatore, a tutti i buoni lesignani dimoranti
fuori della patria. Debbono concorrere con
doni. Si deve contribuire al progresso
della nostra massima istituzione, alla quale
dobbiamo dare il nostro appoggio con
grande entusiasmo e pronta generosità.
Da Postire.
Ballo rientrato.
Griorni sono mi recai nel nostro caffè
e vidi un programma recapitato da San Pie-
tro, il quale annunziava un grandissimo
ballo a favore di certa sokolana a Zara.
Il ballo lo dava la Supetarska omladina,
la stessa omladina, che diede anche un
ballo anche all'ultimo dell'anno. Ma sic-
come i baldi giovani non hanno un pia-
nista cosi fanno venire da Postire un gio-
vanotto, il quale, naturalmente, doveva
recarsi a San Pietro anche all' ultimo del-
l'anno. Il ballo doveva cominciare alle
nove; ma passarono le dieci e più ed
il ballo, per mancanza del sesso gentile,
andò in fumo di maccheroni. E il povero
pianista, con un tempaccio infame dovette
tornarsene a piedi alle undici di notte,
rimunerato con poco più della metà del-
l' importo del prezzo stabilito.
E dell'incasso? Prima i debiti e poi la
sokolana.
Una multa ingiusta.
Un nostro operaio falegname, aiutante
di suo padre, doveva essere fornito del
libretto di lavoro, il quale naturalmente
si acquista presso l'amministrazione comu-
nale. L'operaio andò parecchie volte al
comune; ma sempre dovette ritornare a
mani vuote, causa la mancanza di libretti.
Un giorno venne qui il commissario e gli
domandò il libretto di lavoro. L'operaio
gli spiegò esattamente la cosa; il funz.o-
nario comprese e se ne andò. Ma dopo
pochi giorni confettò il povero operaio
con una multa di venti corone, per non
avere avuto il necessario libretto. Doman-
diamo, noi: è colpa dell'operaio se l'am
ministrazione comunale è sprovvista del
necessario? E noto all'autorità superiore
questo disordine dell' amministrazione che
va a danno degli operai? Sono sicuro che
la multa dopo il ricorso sarà diminuita o
addirittura annullata!
La C ronaca
Gli Italiani della Dalmazia
per la Lega Nazionale.
Ci cominciano a giungere le prime
relazioni sui balli per la Lega Na-
zionale in provincia. E le prime cifre.
E sono, anche quest' anno, cifre molto
eloquenti. I nostri consenzienti di Ra-
gusa hanno dato, nel nome della Lega
Nazionale, 4000 corone. Quelli di
Curzola ne hanno dato 2300 e anche
la lor festa ebbe esito splendidissimo.
A Sebenico, per la Lega, si è rac-
colto quest'anno un importo quasi
eguale a quello dell'anno passato:
5000 corone. Somme che confortano.
Cifre che entusiasmano come il più
vibrante dei carmi patriottici.
Ora tocca il turno a Spalato, che
farà onore alla tradizione magnifica.
E daranno altre feste gli altri gruppi.
Bisogna dar più che mai. Bisogna
accumular come mai. La Lega riceve
da tutte le parti, onde poter provve-
dere a tutte le nostre esigenze sco-
lastiche.
Poi avremo la festa della Lega a
Zara. Che è quanto diro la superfe-
sta. 11 convegno di tutti i cuori. Il
pellegrinaggio, al quale prendono parte
i giovani e i vecchi, gli agiati ed i
poveri, per dare, per dare, per dare.
Perchè il nome di Zara fiammeggi
nella cronaca delle città italiche.
Perchè non cessi la usanza nobilis-
sima; perchè non cessi il miracolo di
una cittadetta, fieramente ed inequa-
mente combattuta, che da in una notte
quanto non sanno dare, con minore
virtù di patriottismo, grandi e popo-
lose città.
La festa della Lega è quest' anno
una festa veneziana. Motivi di Vene-
zia e decorazioni lagunari. Il teatro
— per l'addobbo del cav. Bettalli —
sarà un incanto, una meraviglia.
E già tutti col pensiero vi si sono
dati convegno. E sarà bene che nelle
maschere primeggino le fogge vene-
ziane : le parrucche bianche, i zen-
dadi popolani. Saranno intonati al-
l'ambiente. E la festa delle feste sarà
completa: un'armonia d'arte; un'ar-
monia di sentimenti !
Per un comitato interprovinciale.
Il progetto di istituire a Vienna la
Facoltà giuridica italiana venne ap-
provato dalla Commissione parlamen
tare al bilancio e per il prossimo
anno scolastico la Facoltà potrà fun-
zionare. E' qualche cosa, ma assai
poco. In ultimo — scrive l'ottima
<ldea Italiana» — siamo ritornati allo
stato di possesso in cui ci trovavamo
anni or sono, quando era istituita la
Facoltà a Wilten. Vienna, è vero, è
qualcosa di meglio di Wilten, non
fosse altro perchè eserciterà maggior
attrattiva sui nostri giovani accade-
mici, i quali avranno opportunità di
trovarsi più numerosi e di preparare
con maggior energia ed efficacia il
terreno per la battaglia prossima che
verrà combattuta per il trasporto del-
la Facoltà a Trieste. Accettiamo ad
ogni modo quel poco che ora ci vien
dato ; ma col proposito fermo di ap-
profittarne per raggiungere il nostro
scopo finale, per giungere a Trieste.
Giacché non bisoga dimenticare che
la battaglia per arrivare a Trieste sarà
aspra assai. Ad essa dovremmo pre-
pararci già adesso, e prepararci di
tutta lena. Io mi permetto di lancia-
re r idea della costituzione di un co-
mitato universitario interprovinciale
col programma di mantenere desta e
sempre più viva 1' agitazione per
Trieste.
Certe balordagg^inl.
L' < Hrvatska Riec» di Sebenico
trova di pubblicare nel numero del-
l' 8 corrente un articolo sulle condi-
zioni dei geometri per deplorare la
corruzione (!!!) che regna nel servi-
zio del catasto a danno dei geometri
croati.
Non ci sorprende quell'articolo per.
chè r «H. R.> pubblica senza pen,
sarci su qualsiasi balordaggine, pur.
chè contenga qualche punta contro
l'elemento italiano.
Noi sappiamo, ed essa pure lo do
vrebbe sapere, che a capo del catasto
in Dalmazia sta il signor direttore
A. Inchiostri, persona superiore ad
ogni sospetto di parzialità; tanto è
vero che, essendo egli intenzionato
di ritirarsi fra breve dal servizio,
viene continuamente pregato da tutti
i suoi subalterni^ siano essi croati od
italiani, di non abbandonarli ancora
e di continuare a fungere da loro
capo.
Sino a pochi anni or sono quasi
tutti i geometri del catasto apparte-
nevano al partito italiano; ed è quindi
assai naturale che quei funzionari,
che sono oggi i più anziani, coprano
alcuni dei migliori posti nelle città
principali della provincia.
Ci sorprende però che r<H. R.>
— la quale comprende fra queste città
anche Sebenico — non sappia che
appunto a Sebenico, dei quattro geo-
metri, che sono colà destinati, ben
tre appartengono al suo partito.... 0
vorrebbe forse che tutti gl'italiani
venissero eliminati, tutti distratti, in
omaggio al graziosissimo grido <u
more?»
Per quanto riguarda Zara, ci con-
sta che negli ultimi tempi vi vennero
nominati parecchi geometri croati,
tanta — altro che corruzioni e per-
secuzioni e u Zagoru!!! — la asso-
luta imparzialità che presiede alle
nomine.
Relativamente alle conoscenze lin-
guistiche degli impiegati del catasto,
i quali a tenore di legge dovreb
bero conoscere tutte e due le lingue
del paese, da quanto ci siamo infor-
mati j)0ssiam0 asserire, che, se vi è
qualche deficenza, questa la si riscis-s-
tra appunto nelle vittime delle scuole
reali di Spalato, delle quali alcune,
senza saper scrivere correttamente in
croato, non conoscono l'italiano.
Altro che scioccherie! Questo è un
fatto innegabile.
L'asserzione che nelle promozioni
vengouo favoriti i geometri italiani
in confronlo ai croati è dunque una
grossolana menzogna. Sino ad ora
nessun fatto la potrebbe giustificare.
Saremmo poi assai curiosi di sapere
dove la <H. R.> abbia pescato quel
suo balordo di c Geometar» che ha
fatto stampare tante bestialità. E vor-
remmo sapere quando gli elementi
più avanzati de partito croato la fi-
niranno con la stolida presunzione
che tutti i posti pubblici debbano es-
sere monopolizzati dai croati: riser-
vati agli Italiani l'esilio o la fame.
No, no, signori; bisogna togliersi
di capo siffatta ubbia: gli Italiani
hanno gli stessi diritti, in tutto e per
tutto, e in tutti quanti gli uffici, de-
gli Slavi.
La festa della Lega a Sebenico.
Abbiamo da Sebenico : „La festa, data
a beneficio della „Lega Nazionale" sabato
scorso nel Teatro Mazzoleni, è riuscita
molto bene e per il concorso di gente e
per r incasso che si avvicina alle cinque-
mila corone ; cifra raggiunta anche nel
1910.
L' addobbo del teatro, opera del solerte
comitato di giovani, è piaciuto a tutti per
la semplicità artistica e pel buon gusto.
Dal mezzo del soffitto pendeva una enor-
me stella dalla quale partivano festoni
bianchi di velo. Farfalle sopra i palchi.
Illuminazione a giorno. Campeggiava sul
palcoscenico il busto del sommo poeta.
All' entrare nel palco del presidente del
gruppo, on. dott. Luigi Pini, la Banda cit-
tadina, diretta dal maestro Orsini, suonò
r Inno delia Lega, che tutti accolsero con
fragorosi applausi ed alzandosi in piedi.
Naturalmente si dovette bissare e suo-
nare ancora due volte la marcia del „Si".
Vivissimo entusiasmo.
Portò una nota di gaiezza la quadriglia
che i bambini, istruiti dall' instancabile
presidente del comitato, signor Marsilio
de Mistura, danzarono con grazia nella
pittoresca varietà dei costumi. Era bello
il vedere quei frugolini che danzavano,
quali tutti ridenti, quali con la medesima
serietà con la quale si accingono a risol-
vere un complicato problema di addizione.
Molte mascherine graziose animavano il
ballo. Furono assegnati i premi dalla com-
missione a ciò eletta ad un poetico An-
gelo (signorina Gr. Montanari) ad un bei
Una completa oggettività nella stampa,
un linguaggio scevro da ogni incorret-
tezza varrebbe poi anche a sollevare di
molto il livello morale del popolo croato,
reso stazionario dal cieco odio e dal fa-
natismo brutale.
Triste flue.
Da una diecina di giorni il tenente
Manlio Schebath era sparito senza lasciar
alcuna traccia di sé per quanto si siano
praticate numerose ricerche. Le supposi-
zioni sulla sua sorte erano varie e per-
sino si vociferava per la città che avesse
disertato e che si fosse rifugiato in Italia.
Se non che venerdì un puro caso volle
che venisse alla luce latriate realtà. Due
compagnie di volontari intente ad eserci-
tazioni di fucile a Lapad scopersero sul-
le roccie, che da «San Biagio in bosco»
condncono al mare, la salma del povero
Schebath già in uno stato di avanzata
decomposizione. Si ])otè constatare che
s' era ucciso con un colpo di rivoltella.
II defunto apparteneva alla nostra na-
zionalità, era nativo di Fiume e noto per
la sua indole buona e mite.
Da Miìnà.
Quello che vogliamo essere.
Credevamo di non dover più riiornare
su questo argomento; ma purtroppo le
varie circostanze di fatto ci inducono a
riprendere la penna e svelare al mondo a
quali sorta di persecuzioni, a quali ven-
dette i nostri consenzienti siano giornal-
mente esposti. Credevamo tempo addietro,
che, calmatisi gli animi, questo fosse il
buon indizio di un migliore avvenire; ma
purtroppo non fu che una rana nostra il-
lusione, giacché la breve pausa — o meglio
tregua — fji indice fonerò di tempesta.
Illudersi ormai sarebbe utopia! Scorag-
giarci sarebbe peggio : proseguiamo la no-
stra via sebbene irta di spine e confidia-
mo nell'avvenire e nella giustizia, supre-
mo tribunale, eguale per tutti!
Gli avversari predicano che qui si vuole
formare un nuovo partito, che si riscal-
dano le persone con false teorie, e che
sarebbe meglio mandarci a Tripoli !
Niente meno ! (Se certi signori lo deside-
rano faremo anche questo ; ma contro chi
dovremo combattere? S«, come dice la
stampa croata, Tripoli ò in mano dei tur-
chi ?) Ma è tutto falso, falsissimo! Sono
fandonie; sono le solite armi usate dagli
avversari per combatterci, per denigrarci;
armi usate in tutti i tempi in questa scia-
gurata lotta politica in Dalmazia, dal 60
a tutt'oggi.
r.1 partito nostro non è altro che il vec-
chio partito autonomo (e voi lo sapete quanto
forte fosse una volta), (;[uel partito, che
dal 1880 riposava in un ininterrotto le-
targo e dal quale oggi si scuote, si ride-
sta, per la forza degli eventi, a vita no-
vella, e rivive per affermarsi nuovamente
degno figlio di questo dalmatico suolo ed
all'ombra del vessillo con le tre teste di
leopardo! Orgoglioso si professa dalmata
e leale in tutte le sue manifestazioni. Ora,
quali veri dalmati, noi vogliamo avere
pure una nostra setlc, un nostro ritrovo
onde riunirci e respirare un'aria più sa-
lubre e priva di ogni microbo avversario.
Piaccia ciò o no a certi signori, poco ci
importa !
ProTOcazionl.
*
Il caro «Dalmata» altre volte ebbe ac
occuparsi di attriti politici, e di recente
parlò di quella famosa sentenza del no
.stro Comune, con la quale condannava 18
giovanotti ad 8 e 14 giorni di arresto
per aver cantato in italiano ; ed anzi si
attende l' esito del ricorso da Zara.
Ora non passa giorno, o serata, che
qualcuno dei nostri non venga provocato
ed insultato. Ci si vieta perfino ' aria che
respiriamo ; se alcuno dei nostri si ferma
in istrada a chiacchierare, eccoti spie che
notano ogni sua frase, ogni suo passo
Se in caffè od in trattoria si raccolgono
questi nobili reporter sono sempre alle lor
calcagna. Sembra veramente ai attraver
sare i tempi dell'in(juisizione !
E veniamo ai fatti. Una sera della scorsa
settimana, un giovanotto dei nostri venne
aggredito da un certo B. con uno stiletto;
fortuna volle che il giovane scansò il
colpo, che, diversamente, sarebbe stato
colpito. 11 movente? Odio politico! La
cosa è sub-giudice, quindi punto. La sera
di sabato 11 corrente alcuni nostri can-
tucchiavano in italiano, in prossimità di
un' osteria. Saranno state circa le 7, quan-
do il proprietario (fanatico mangia-italiani)
infastidito usci fuori, e con frasi oltrag-
giose principiò ad ingiuriare un certo S.
Risentitisi i compagni suoi, chiesero al-
l'oste ragione; e l'oste si ritirò nel lo-
cale. Domenica 12 corrente, verso le 9,
dieci o dodici socolassi cantavano per la
borgata, accompagnati da una armonica
stuonata, e, quando s'incontrarono con
una comitiva dei nostri (i quali subito
compresero la provocazione) si impegnò
un alterco, che avrebbe degenerato in
rissa senza il pronto intervento della gen-
darmeria e dei rondari. Lunedi 13 corrente,
verso le 8 di sera, in Caffè, parecchi dei
nostri sedevano ad un tavolo, quando com-
parve (e dicesi che la cosa era già pre-
meditata) certo D. ed in tono provocato-
rio ed offensivo cominciò ad inveire con-
tro dei nostri, minacciando di gettare in
mare tutti gli autonomi, ed offendendo pure
i loro morti. Ajizi, ad un certo punto,
quasi trascese a vie di fatto. Però l'in-
tervento energico di certo Gr. P. rondavo
e la rimostranza di varie persone li pre-
senti, le quali compresero l'ingiustificata
aggressione del D., lo misero alla porta,
ed un gendarme, che si trovava in quelle
vicinanze, l'obbligò a rincasare. La cosa
è pure sub-giudice. Mercoledì 15,corrente
alla sera e davanti il Caffè il calzolaio
M., croato, percosse il suo pivi vecchio fra-
tello, autonomo, dandosi poi a precipitosa
fuga. Bravo l'eroe! Chi è che provoca?
Chi è che offende? Pr^hiamo il signor
podestà di risponderci. E che cosa ne dice
r autorità politica ? E' a giorno di questi
fatti?
Dipende da voi!
Col presente carteggio non intendiamo
)unto di offendere il partito croato locale,
tutt' altro ! Sappiamo molto bene, che fra
croati di qui ci sono delle buone persone,
e quali non s'immischiano affatto in que-
ste faccende. Ma vi sono pure certi mes-
insubordinati e prepotenti, i quali seri
vanno in cerca di questioni, baruffe e cosi
via, sobillati più o meno da terzi. Di que-
sti messeri all' occorrenza anche faremo i
nomi ; per ora ci limiteremo a questa sola
domanda. Desiderate la calma e la tran-
quillità degli animi? Dipende da voi ! Sul
contegno tranquillo, moderato e paziente
dei nostri, giudichino gl'imparziali e gli
qnesti ; mentre invece, continuando le pro-
vocazioni e le minaccie, noi ci difendere-
mo legalmente, ma energicamente, e la pub-
blica opinione giudicherà.
MARINA^E^^
La sovvenzione deli' Ung.-croata triplicata?
Ci scrivono da Fiume: «A proposito
dell'aumento della sovvenzione all' Unga-
ro-croata da 400.000 corone ad un milione
e 200.000 corone, annunziato ncll' ultimo
nostro numero, devesi aggiungere che
questo aumento sarebbe condizionato al-
l' obbligo da parte della società di aprire
nuove linee.
La notizia è perfettamente attendibile,
ma i circoli commerciali di Budapest sono
malcontenti perchè nelle trattative in
corso sono stati completamente ignorati.»
I prezzi del cemento e ie fabbriche dalmate.
«Le fabbriche di cemento cartellate —
a detta di un giornale commerciale —
hanno aumentato a datare dal 15 corren-
te i prezzi del cemento di mezza corona.
Per singoi« relazioni l'aumento sarà di
soli 40 centesimi.»
Ma è deciso che le fabbriche della Dal-
mazia non procederanno ad alcun aumento
di prezzo.
= Ci scrivono da Spalato : «Le ferro-
vie egiziano hanno concluso con la «Spa-
lato» un contratto d'aquisto per il 1912
di 10.000 tonnellate di cemento.»
Anche nello scorso anno la fornitura di
cemento per le ferrovie egiziane era sta-
ta aggiudicata alla «Spalato».
Congiunzione telefonica Interurbana
in Dalmazia.
Secondo notizie ritenute sicure possia-
mo annunziare che durante il venturo
anno 1912 e alla più lunga con il prin-
cipiare del 1913 sarà del tutto condotta
la congiunzione telefonica interurbana tra
le città marittime e le principali borgate
dell'interno nella provincia. Spalato sarà
congiunta con Ragusa e con ('attaro con
un ramo fino a Sigii. Scl)(>nieo sarà con-
giunta con Spalato e con Zara e in questa
congiunzione sarà acclusa la unione con
Dernis-lvnin. La congiunzione più lontana
con Pola e più innanzi sarà soggetto di
studio, che si tratta di tecniche difficoltà
a cagione di lontananza di spazio, attra-
verso la (|uale il «cabel» sottomarino cor-
risponderebbe poco, poiché facilmente vi
potrebbe succedere una neutralizzazione
della corrente. Si dovrà condurre la con-
giunzione attraverso le isole con 1' aiuto
di brevi «cabel», e ciò appunto è che si
deve ancora studiare e stabilire.
A ciò che riguarda la congiunzione in-
terurbana nella provincia sola è stato già
provvisto, anche la spesa rispettiva, che
anzi tra poco si potranno annunziare quelli
che abbiano voglia di abbonarsi.
La c ronaca
che la
riflette
Alla vigilia deir applicažione
dell' ordinaoza linguistica.
(IL) Chiusi il precedente mio artico-
lo colP accennare come i diritti lingui-
stisti degP italiani vengono salvaguar-
dati dalla nuova ordinanza.
E valga il vero.
Anzitutto giova premettere
nuova ordinanza linguistica
esclusivamente la nostra provincia: ed
infatti il § 3, che ne è il caposaldo,
dice espressamente: le i. r. autorità
civili é gli uffici dello Stato in Dal-
mazia^ nella reciproca corrispondenza
d'ufficio^ nonché nella corrispondenza
d^ ufficio coi propri i. r. organi civili
in Dalmazia.^ dovranno usare la lingua
croata o serba.
Questa lingua adun][ue dovrà ve-
nire usata nella corrispondenza tra
ufficio e ufficio della Dalmazia; ma
in tutto il resto della corrispondenza
tra uffici ed autorità della Dalmazia
resta la lingua italiana quale lingua
d' uso.
Ci si obbietterà da qualcuno — e
prima di tutto dai croati, che sono i
ù'atelli siamesi dei tedeschi e che
preferiscono anche il turco.. . all'ita-
liano — che allora, cioè nella corri-
spondenza tra autorità ed uffici della
Dalmazia ed autorità ed uffici fuori
della Dalmazia, subentra la lingua
tedesca. Questa lingua — ad onta
della prokleta niemstina — verrà a-
doperata nella corrispondenza coi mi-
nisteri ] ma vivaddio la nuova ordi-
nanza non toglie il diritto di scri-
vere in italiano colle autorità ed uf-
fici fuori della Dalmazia, colle auto-
rità ed uffici di tutte le provincie
dell'impero, con Fiume, con Trieste,
e persino anche con tutti i diparti-
menti speciali dei singoli ministeri, i
cui rimarchi anche oggi vengono mol-
tissime volte rimessi agli uffici in
lingua italiana.
Ma questo diritto degli italiani è
ancora meno importante di altri di-
ritti loro garantiti nella nuova ordi-
nanza linguistica.
Già il § 1 di detta ordinanza, col
far richiamo all'ordinanza ministe-
riale del 20 aprile 1872, nonché a
quella del 21 novembre 1887, esi-
gendo cioè che le medesime trovino
applicazione presso tutte le ii. rr. au-
torità civili ed uffici dello stato in
Dalmazia, garantisce agli italiani il
diritto di non accettare alcun atto,
alcuna risposta a loro insinuati, a non
firmare alcun protocollo, a non fir-
mare alcun atto, intimazione, od in-
vito che non sieno estesi in lingua
italiana.
Se gli italiani tutti non presente-
ranno insinuati o ricorsi, o rimostran-
ze 0 qualsiasi altro atto che in ita-
liano, se non vorranno essere assunti
a protocollo che in italiano, se non
firmeranno che intimazioni od inviti
od altri atti a loro diretti che non
sieno estesi in italiano, è certo che
l'uso della lingua italiana negli uf-
fici continuerà in gran parte come per
lo passato.
Qualunque atto di debolezza in di-
rezione delle cose testé accennate da
parte degli italiani della Dalmazia
sarà di maggior danno nei riguardi
linguistici di quello che non lo sarà
tutta la nuova ordinanza.
Dagli italiani della Dalmazia di-
penderà se l'uso della lingua italiana
negli uffici debba o meno sparire ; e
più energico sarà il loro comporta-
mento e più tardi o mai cesserà V uso
dell'italiano nei pubblici uffici. Io vo-
glio essere franco : e riderò in faccia
a qualunque italiano, che verrà meno
a questi obblighi ed a questi principi...
pronto naturalmente a recriminare
contro l'ordinanza linguistica!! Miei
signori, gli uomini fanno le nazioni.
E come i privati hanno i diritti dei
quali testé ci siamo occupati, così u-
o-ualmente sulla base del succitato o
§ l li hanno tutti gli organi autonomi,
che dichiareranno d'avere per lingua
d' ufficio r italiano, nò dovranno quindi
ricevere alcun atto ufficioso che non
sia esteso in questa lingua. — E
così ugualmente dicasi dei nostri so-
dalizi, consorzi, società, istituzioni, ec-
cetera.
Noi ripetiamo ancora una volta che
dal contegno, dal procedere degli ita-
liani della Dalmazia dipenderà in
gran parte il posto che potrà conti-
nuare ad occupare la lingua italiana
presso gli uffici e le autorità della
Dalmazia.
Ogni italiano, senza chiacchiere e
declamazioni, sia fiero, energico e vi-
gilante nella tutela dei propri diritti
linguistici; ed allora appena l'uso
della lingua italiana negli uffici non
soffrirà quel regresso da tanti temuto.
E potrà non soffrirlo peraltro ragio-
ni, che esporrò nel prossimo numero.
I^'albo commemOratiTO della L<e-
ga nazionale. — Si sta preparando a-
lacremente il ricordo durevole del vente-
simo anniversario della Lega nazionale:
l'album commemorativo evocante in cin-
quanta superbe foto-incisioni le opere delle
quali la Lega è fiera come la madre ro-
mana dei suoi figli: le scuole, gli asili, i
ricreatori. La sottoscrizione alle duecento
copie di lusso è quasi completamente co-
perta; ma l'edizione popolare dell'albo
sarà di parecchie migliaia di esemplari e
tutti i cittadini potranno averlo tra breve.
= Nel ricreatorio della Lega a San Gia-
como di Trieste i bambini hanno festeg-
giato il ventennio della Lega Nazionale.
fra gli altri numeri del programma
della lieta festicciuola andò rimarcato
quello di cinque bambini, che, vestiti da
scatole di fiammiferi della Lega Nazionale,
recitarono, a nome delle cinque provinole,
una bella poesia d'occasione.
Riccardo Pitteri tenne un paterno e
commovente discorso ai fanciulli.
Il Circolo Accademico italiano a
Vienna ha tenuta l'indetta adunanza ge-
nerale. Dei membri onorari erano inter-
venuti il dott. Carlo Pezzoli ed il presi-
dente Dadich ; inoltre assistettero all'adu-
nanza due studenti di Graz, il dott. Su-
vich ed Umberto Nani, che, presentati al-
l'adunanza, fur(mo da questa salutati con
cordiali acclamazioni.
Il presidente Dadich. aperta la seduta,
salutò i presenti e commemorò dei colle-
ghi defunti e constatò che il Circolo an-
che nell'anno che sta per decorrere, fe-
dele alle sue tradizioni, ha offerto fre-
quenti occasioni agli studenti ed ai loro
amici di coltivare la socievolezza che rie-
sce tanto più utile e gradita a connazio-
nali costretti a vivere lontani dalla loro
terra e fra gente di nazionalità diversa.
Lo studente Cappelletti, presidente del
Curatono degli studenti della Men^a ao
cademica italiana, riferi sulla istituzione,
rilevando come, benché sorta di recente,
abbia già vita prosperosa, mercè i gene-
rosi contributi di patrie istituzioni, di pa-
recchi Comuni e d» privati.
Seguirono le elezioni per le cariche so-
ciali. La nuova direzione riusci, composta
cosi: presidente, lo studente tecnico Za-
netto Deperis di Gorizia, vice-presidente
lo studente di agronomia Maroni di Trento,
direttori Mullich di Gorizia, Addobbati
di Zara, Sugar dall' Istria, Zigon di Trie-
ste, Giumlia di Zara.
11 nuovo presidente Zanetto Deperis
prese la parola per ringraziare della
prova di fiducia datagli dai colleghi col
metterlo alla testa del Circolo accademico;
disse che si manterrà ligio alle belle tra-
dizioni del Circolo e farà ogni sforzo per
contribuire alla prosperità ed al progresso
dell'associazione: e fece appello ai colle-
ghi, affinchè alla fiducia aggiungano an-
che il loro appoggio. (Applausi).
Alla fine, su proposta dello studente
Fonda, l'assemblea votò un atto di plauso
e di ringraziamento alla cessata direzione.
liote personali. — Il dirigente luo.-
gotenenziale conte Attems fu col «Dal-
mata di questi giorni -a visitare gli stabili-
menti oleari di Morter ed Eso grande.
Lo accompagnava il consulente mini-
steriale peli' oleocoltura signor Artmann.
= Il consigliere luogotenenziale, diri-
gente il capitanato distrettuale di Cattaro,
V. de Budisavljevic, venne nominato cit-
tadino onorario di Perasto.
= Il vescovo di Spalato d.ott. Givoie,
di ritorno dalle conferenze di Vienna, si
ammalò ed ora attrovasi all'Ospitale provin-
ciale di Borgo Erizzo.
Cncina popolare. — Un vivo desi-
derio filantropico della nostra cittadinanza
sta per realizzarsi per l'iniziativa e l'o-
pera assidua di un comitato cittadino, alla
cui testa stava il podestà, dott. Luigi Zi-
liotto, e cui — si ricorda? — affluirono
abbondanti oblazioni.
È imminente l'apertura, a Zara, di una
cucina popolare, in Piazza San Rocco, allo
scopo di preparare e distribuire cibi sani
e nutrienti verso corrisponsione del puro
prezzo di costo.
La Cucina popolare — aperta sabato —
verrà inaugurata domenica : ed i criteri,
che mossero ad aprirla, risultano da quan-,
to qui riassumiamo.
Per sopperire ai bisogni della cucina
sono destinati : il locale d'esercizio^ con-
cesso ad uso gratuito dall' istituto di Pub-
blica beneficenza, un capitale raccolto con
oblazioni e le oblazioni che in seguito po-
tranno affluire da filantropi cittadini e da
corporazioni.
L'islituzione verrà diretta ed ammini-
strata dalla commissione di Pubblica be-
neficenza e la cucina sarà affidata a suore.
Si preparerà per ora soltanto il pranzo.
I locali saranno aperti al pubblico dalle
II e mezzo alle 1 pom.
Si dispenseranno ogni giorno due qua-
lità di minestre, carne allesso o stufato
(se di magro baccalà), due specie di con-
torni, pane, vino e dolce nei giorni festivi.
Nei locali della cucina saranno esposti
i prezzi. E sarà anche esposta la lista
cibaria per i diversi giorni della settimana.
I cibi non verranno somministrati che
verso la produzione di tessere destinate
soltanto per un determinato giorno, le quali
devono acquistarsi al più tardi il giorno
prima a quello per cui sono destinate.
Si potranno acquistare anche per Una
sola delle vivande che verranno sommini-
strate.
La vendita delle tessere seguirà nel lo-
cale della cucina ogni giorno dalle 11 e
mezzo alle alle 1 pom. e durante un'ora
del dopopranzo da notificarsi.
Gli avventori dovranno prendere da sè
le vivande alla dispensa (cancello) sia che
l'annunzio soltanto : e sarà lieta notizia
per tutti i nostri concittadini.
Il Consiglio Comunale di Zara è
chiamato sabato 25 corr. alle ore 10 aut.
ad una seduta solenne, onde procedere al-
l'elezione del podestà e di sei assessori.
Azione governativa pella Dal-
mazia. — Il ministro presidente conte
Stiirgkh affidò al ministro del commercio
cavaliere Roeszler la presidenza del con-
siglio, che dovrà occuparsi dell'azione go-
yernativa pella Dalmazia.
E quando finalmente mcomincierà que-
st'azione? I comitati, i consigli ed i prò-
grammi sinora non mancarono ; ma ua' a-
zione seria, che dovrèbbe incominciare
colle ferrovie, è ancora di là da venire !
lie elezioni di Pago. —- Lunedi sera
la commissione mista in affari elettorali
presso la Luogotenenza dalmata ha per-
trattato sul ricorso interposte contro j'e.
lezione per la rinnovazione del consiglio
comunale di Pago.
'Venne respinto il ricorso, in quella parte
che riguarda il primo ed il terzo corpo-
e i relativi consiglieri eletti rimangono
quindi confermati.
Riguardo il secondo corpo venne però
accolto il ricorso, e vennero proclamati
eletti i dodici candidati del nostro partito
e dei partito croato nazionale.
Festa religiosa. — Ieri tutta Zara
a dir cosi, si recò all'antico santuario
della B. V. della Salute in Campo Castello
nel quale, pur coli'intervento di monsi-
gnor arcivescovo, si celebrarono solenni
funzioni. Il santuario per la prima volta
e con bellissimo effetto, venne illuminato'
a luce elettrica. E venne ripresa la tra-
dizione del concerto serale e dello spet-
tacolo pirotecnico, abolita sin dal 1888.
Ieri a sera, in mezzo a una gran folla, il
Rabis esegui un brillante spettacolo piro-
tecnico e la Banda comunale un bel con-
certo. Pel ripristino della vecchia usanza,
e pel decoro delle funzioni, va data lode
al Padre Filomeno da Gradisca, presideate
dell' Ospizio dei Cappuccini.
Per la circostanza venne pubblicato ua
bellissimo sonetto.
Il'atroce menzogna. — Abbiamo
letta nella «Prava Crvena Hrvatska» di
Ragusa — e son preti che inspirano e
redigono quel fogliaccio! — l'atroce men-
zogna, cui allude, oggi, il nostro egregio
corrispondente da quella città.
0 i profughi arabi, dicendo di essere
sfuggiti alle stragi indette dagli Italiani
in Tripolitania, hanno mentito, od ha lu-
ridamente mentito — il che è assai più
probabile — 1' organo clerico pravasso.
E ora il colpo di grazia a siffatta cana-
gliata viene proprio dalla Dalmazia.
Ora il collaboratore di un giornale di
Spalato —- dunque un croato, perchè a
Spalato non vi sono giortiaji ituliauì
— dice di avere parlato a Durazzo con
numerosi profughi turchi partiti dalla Tri-
politania.
E uno di essi disse che il procedere
degli italiani verso di loro fu sotto ogni
riguardo correttissimo. I funzionari turchi
furono invitati di rimanere al loro posto
anche sotto il dominio italiano. «A nes-
suno di noi, disse il turco, fu torto ua
capello».
Le notizie circa le pretese atro-
cità commesse dagli italiani sono una in-
venzione priva di ogni fondamento : tanto
è vero che, adesso, i soldati italiani sal-
vano gli arabi persino dalle inondazioni!
Marcia ciclistica prò «Croce Ros-
sa Italiana». — Riceviamo e pubbli-
chiamo :
«Il «Veloce Club Zaratino» bandisce
per domenica 26 corrente una marcia cicli-
stica di ottantatre chilometri sul tratto
Zara-Bencovaz-Carin-Smilcicn-Zara, la cui
L'rgMare^rr«^^^^^ d'iscrizione di co. 1 per parteci-
V istituto 0 portarle a domicilio. P»'"« devo uta alla Croc. Sosm lla
ISel primo caso l'istituto somministrerà ^ iioma a tavore dei soldati italiaai primo
i recipienti necessari e le posate ; nel se-
condo le parti devono portar seco i reci-
pienti.
Il vino non sarà somministrato in mi-
sura maggiore di un quarto di litro e sol-
tanto a chi acquisti anche qualche vivanda.
È €ìsclusa la somministrazione di bibite
spiritose.
È finalmente vietato di fumare nei lo-
cali della cucina.
Onomastico. — Ricorrendo dome-
nica r onomastico della defunta impe-
ratrice ^ Elisabetta, lunedi le scolaresche
di qui intervennero a solenni messe com-
memorative. E le scuole ebbero vacanza.
Decesso. — In tardissima età, e com-
pianto cordialmentè dai numerosi amici ed
estimatori, è morto nella nostra città il
signor Gregorio Gauss, consigliere di tri-
bunale provinciale in riposo.
Fu il defunto un magistrato colto, ope-
roso, integerrimo; e l'aderire con sempre
eguale aiìetto al nostro partito, anche in
tempi diffìcili, non menomò, ma lumeggiò
meglio la sua esemplare integrità. ^
Consigliere per molto tempo al tribu-
nale di Ragusa, godette meritamente in
quella città amicizie ed universale estima-
zione.
Gli ultimi anni della sua vita volle
passarli a Zara nel seno della famiglia
di una sua diletta figlinola.
Ai figli e ai congiunti del compianto
magistrato, che fu marito, padre e con-
giunto impareggiabile, porgiamo le più
profonde e sentite condoglianze.
Zara. — E uscito un altro volume della
perima serie della raccoUa «La Venezia
Giulia e la Dalmazia». È dovuto al caro
e studioso collega Antonio Battara che
parla con amore di figlio devoto e con
profondo sentimento d'italiano della sua
e della nostra «Zara». Del bel volume e-
dito dalla libreria M. Guidde, che p'ro
segue l'ottima iniziativa del Meylender,
parler^H^Q come si conviene. Per oggi
malati e feriti in guerra.
R.trovo e partenza dal Caffè Lloyd alle
ore 8 aut.
' La marcia è libera a tutti i ciclisti e
motociclisti di Zara. Vi potranno prender
parte anche le automobi i.
Le iscrizioni si ricevono seralmente diiHi?
ore 7 alle 8 e mezzo nella sede sociale
del «Veloce Club Zaratino, in Calle S.
Antonio (sala attigua alla Biblioteca Po-
polare Italiana) la cui direzione darà ai
richiedenti le necessarie informazioni.
A tutti i concorrenti, che avranno com-
piuto la marcia, verrà conferita una me-
daglia-ricordo.»
Una deputazione, composta dal ve-
scovo dott. Marcelic, della contessa Ca-
boga, del cappellano di corte monsigno'"
Cerniza e dell' avvocato dott. B. Matievic
SI recò a Vienna in udienza dal ministf"
della guerra cav. Auffenberg, cui presen-
tò un memoriale diretto a promuovere il
progresso di Ragusa e dei suoi dintorni.
Non occorre aggiungere che il ministro
accolse molto affabilmente tale deputa-
zione, promettendole... mari e monti.
I santi padri. — Dinanzi
distrettuale di Stagno si è tenuto addi »
e 9 corrente il dibattimento contro cer»
molto reverendi di quel distretto pe»'^
loro illegittimo procedere durante le el«"^
zioni comunali, e per offese, per il
portamento scorretto e scandaloso, com'^"'
che per aver squadrate le corna, per aver
fischiato ed essersi battuti il sedere.
Furono condannati:
Don Michele Franković a 8, Relja Rf
Fmilio Sabatini a 6 e Mietei®
B irovié a 5 giorni di arresto.
Edificante, proprio edificante!
I^e confereuze episcopali e
ste. — La «Reichspost» apprende
fonte informata che nelle conferenze ep^'
scopali tenute la scorsa settimana son
palesati due ordini d'idee: l'uno pef ^
mantenimento delle feste attuali, l'
per r accogliraento del decreto
sero conquistato un lembo di para-
diso : evviva la cosHtmione. Mentre al-
tri ostentavano un gran cartello, su
cui spiccavano le eleganze di una te-
sta da morto, con sotto due tibie in
croce e la scritta:
M<yrte alla polizia!
Poco importa se un signore qua-
lunque, che potrebbe chiamarsi anche
Bach, abbia, pochi anni dopo, privata
la Dalmazia con un de facto della
costituzione e se nell'anno 1911 la
polizia abbia ripreso tutto il suo do-
minio. Abbiamo anche avuto e diplo-
mi e patenti e manifesti e l'ultima
Magna Charta del 1867 che riassicu-
rarono anche alla Dalmazia il trat-
tamento tutto carezze promesso anni
avanti.
Ma non si arrestano ([ui le bene-
merenze centrali.
Evacuato nel '60 il Veneto, vien
provveduto agli studi superiori dei
dalmati — come degli studiosi del-
l' Istria, Trieste, Trentino, eccetera —
cui provvedevano le università italia-
ne, colle università... tedesche di Vien-
na e Oraz; si conquista, nel 1873,
l'indipendenza del parlamento dalle
Diete provinciali, ma la Dalmazia
meridionale perde de jure nel 1869
e de facto nel 1882 i privilegi doga-
nali e militari, goduti sino allora;
nel 1878 si acquista un magnifico
hinterland e si va via via perdendo
quasi completamente il commercio
delle ricche carovane, che affluivano
regolarmente ai mercati dalmati dalle
ex Provincie ottomane.
E' qui tutto? No, c'c dell'altro.
Soli cinque anni più tardi, nel 1883,
si firma una convenzione colla quale
viene assicurata la costruzione di li-
nee ferroviarie che dovranno unire la
capitale dell'impero, la diletta resi-
denza di Vienna.... alla Dalmazia ? a
Trieste? Ma che mai: a Costantino-
poli ed a 8alonicco. Ed il sogno di
Hajainonti va man mano a svanire,
•distraendo il grosso del movimento
coir Oriente ottomano e coli' Egeo dal
suolo dalmate
Intanto, nel 1877, cedendo allo
spauracchio di ferrovie costruite ed
esercite d;i impreso estere, si inaugu-
rano due graudi\ arterie ferroviarie :
Spalato - Siverich e Hebenico - Perco-
vicli, completando la prima alcuni
an'ii dopo sino Kuin; ma la locomo-
tiva non }>rocede più in là, ed oggi
ancora nessuno può dire so, ef'fettiva-
mcnfn, la congiunzione potrà operarsi
nel corso del secolo ventesimo.
Per la quale o le quali cose, se
siamo più che mai senza libertà e
senza ferrovie, non possiamo, nò dob-
biamo prendercela col governo : visto
e considerato che, risparmiando i mi-
lioni occorrenti ai binari, alle sta-
zioni e ai parchi ferroviari, ha risolta
la nostra maggiore delle questioni....
coi carrozzoni automobili.
31 Corriere ^a proilittcia
Da Spaiato.
strane cose.
1/ avvento del partito democratico al-
la partecipazione della amministrazione
del Comune va congiunto a segni che non
s' accordano con gli ordinari principi della
democrazia, e non sembrano atti a favo-
rire un indipendente e liberale andamento
delle cose.
I consiglieri comunali del partito demo-
cratico si sono costituiti in club, provo-
cando la costituzione d'altro club anche
per parte dei consiglieri del partito na-
zionale. Ora, questo sistema dei clubs, co-
piato dalle assemblee politiche, e più pro-
priamente dagli esempi viennesi, è di per
sé disdicevole ai membri di un' assemblea
che ha da trattare interessi economici, a
giudicare dei quali deve valere 1' indipen-
dente criterio dei singoli, e non già la
ferrea ed illiberale disciplina di clubs di
partito.
Far votare i consiglieri comunali quali
membri di un club di parte, anziché quali
liberi esponenti degli elettori, pur sul
campo economico, è una mala innovazione
dei nuovo regime.
Come ciò non bastasse, leggiamo che il
Comune ha costituito un comitato dei con-
siglieri-contadini. Il ristabilimento delle
caste, delle classi sociali, degli stati'^ Que-
sto non ci pare né opportuno nè serio.
Gli agricoltori che appartengono al Con-
siglio sono cittadini comoì gli altri j nè
agli altri si può fare il torto di ritenerli
meno solleciti degli interessi di un ordine
di persone che di un altro. Ed allora (|ual
bisogno di uno speciale permanente Go-
mitalo di difesa di una classe sola di cit-
tadini? Nò c'è motivo di particolare tu-
tela nè di particolare privilegio, e questa
costituzione ha l'aspetto, almeno, d' una
superfluità. Perchè poi, se si riconosceva
la necessità di una partecipazione più at-
tiva e più diretta della classe agricola
nelle cose del Comune, allora era meglio,
invece del comitato, conservare la pratica
— proprio adesso abolita — di mettere
un agricoltore fra gli assessori, c oé nella
mmmistrazione comunale.
li' acqua
sarà finalmente condotta fino alla vaile
delle Botticelle. Questo deliberato del
nuovo Comune, che corrisponde ad una
elementare e sentita necessità cittadina,
va sinceramente lodato.
lia Camera deg^li avvocati
ha costituita la propria Giunta pel ven-
turo triennio nella seguente maniera: a
presidente venne eletto il dott. G. Man-
ger, a vice-presidente il dott. G. Karlo-
vac, a membri gli avvocati Desković, Salvi
e Niseteo ; sostituti gli avvocati Grgié e
Trumbié. Il dott. Manger venne inoltre
eletto presidente del comune consiglio di-
sciplinare delle Camere degli avvocati
della Dalmazia, ed il dott. Grgié a pro-
curatore delle Camere stesse dinanzi al
Consiglio disciplinare.
Il Gabinetto di liOttura
ha rieletta, per l'anno in corso, la dire-
zione uscente nelle persone dei signori:
avv. dott. E. Salvi presidente, dott. Dormo
Karaman, vicepresidente, prof. G. Mar-
cocchia segretario, cons. d' app. E. Torre
bibliotecario e ing. A. Riboli cassiere.
La ragguardevole associazione darà nel
corso del carnovale due soirées, il 27 gen-
naio ed il U) febbraio.
IjO, „Sloboda'' copre delle sue ali
redattoriali (abituate del resto a dir male
(li tutto il mondo, e di qualche cosa al-
tro) il virulento ed incivile aggressore
degli artisti italiani che diedero il «Chan-
tecler*. E si torna ad asseverare, in uno
sfogo di esagerata ed incompetente pre-
sunzione critica, che soltanto chi ha per-
vertito il gusto poteva trovare anche di-
screti i saltimbanchi che recitarono l'ope-
ra di ilostand. Noi potremmo metterci al
riparo della scomunica estetica della
«JSloboda» citando la stampa di città ben
altrimenti educate al gusto teatrale della
nostra, e che trovarono meglio che di-
screta la esecuzione della compagnia ita-
liana, incoraggiata e lodata dallo stesso
Lorenzo Stechetti, uno dei ,traduttori del
poema ; potremmo citare ciò che ne scris-
se, dopo la recita a Zara, il direttore del-
la «Smotra», che indubbiamente può dar
lezioni di critica d'arte a noi, ed al fu-
ribondo pseudo-esteta della «Sloboda».
Ma non ne vale la pena. Egli delira per
idrofobia nazionale, e noi, per uno spon-
taneo e sereno istinto di politezza, abbia-
mo lasciato andare lo scatto d' una legit-
tima reazione contro il suo secondo at-
tacco scurrile contro artisti d'Italia.
Del resto, egli che ci accusa di cattivo
gusto, non ha semplicemente saputo di-
stinguere e sceverare l'insuccesso dell'o-
pera, caduta (^ni come a Parigi, come do-
vunque, dalla esecuzione. Ora, quando si
ha una percezione così incompleta, una
visione cosi grossolana della realtà, non
si va al teatro, ma al cinematografo, od
almeno non se ne scrive, e per dare dei
saltimbanchi agli altri !
Da Sebenico,
Il caso occorso al signor Ferruzzi.
Avremmo preferito non toccare questo
disgustoso argomento d'indole privata, ma,
essendo stato ripetutamente trattato da
altra parte, il nostro silenzio potrebbe
sembrare inopportuno.
11 signor Ferruccio Eerruzzi, facoltoso
possidente veneziano, da circa due anni
prese fra noi stabile dimora per ammini-
strare i suoi beni che anche qui possiede.
Allo scopo di arrotondare la sua assoluta
proprietà nelle vicinanze d' un suo villino
suir isola di Zlarin, sciolse il rapporto
colonico con alcuni suoi coloni, certi Be-
ban-Kalabrez, tre fratelli, pagando loro
per le migliorie più del doppio del valore
effettivo.
I coloni però vantavano ancora altre
pretese e per questo motivo si recarono
l)iù volte dal proprietario. Giorni or sono
essi assieme al figlio di uno di loro si
presentarono con provocante arroganza
nello scrittoio del signor Ferruzzi, che,
stanco d'esser tanto importunato, fini col
metterli alla porta.
Per tal cosa uno di loro ebbe 1' ardire
di offendere con le più grossolane ingiu-
rie il signor Ferruzzi; e questi, preso da
naturale impulso d'ira, senza riflettere al
livello sociale cui 1' offensore appartiene,
gli diede un manrovescio. Allora tutti e
quattro i Kalabrez assalirono il signor
Ferruzzi che avrebbe potuto sortirne assai
malconcio, se i vicini e i suoi agenti non
lo avessero fatto rientrare nello scrittoio.
Siamo oltremodo rincrescenti che ciò
sia accaduto all' egregio signor Ferruccio
Ferruzzi, cugino del compianto conte E-
manuele Fenzi, gentiluomo perfetto, dal
tratto squisito, da tutti universalmente
stimato e beneviso.
E' inutile però aggiungere che in gene-
rale, qui da noi, i coloni sono di tale bal-
danza da considerarsi essi i veri padroni
delle terre ; fanno ciò che loro maggior-
mente aggrada, senza curarsi dei pro-
prietari, i quali sono per tutto sempre in
seconda linea.
Da Lesina,
^ Partenza.
E partito per Spalato — novella sua
destinazione — e dietro propria domanda
Bartolomeo Granich, impiegato alle poste.
Ottimo nostro amico. Persona retta. Fun-
zionario zelante e cortese. Godeva la ge-
nerale estimazione pei suoi modi gentili
nel disimpegno delle mansioni del suo uf-
ficio. Pronto sempre a far piaceri a chiun-
que — senza distinzione di partito e di
casta — nei limiti della legge. Alla riva
convennero tutti gli impiegati a salutarlo
e numerosi cittadini. Un saluto ancora
caldo all' amico buono, assicurandolo della
nostra ricordanza anche nei giorni del-
l' avvenire. Gli amici.
Calìgine.
I tempi nostri nella loro essenza morale
sono volgari.... Nella rumorosa e scandalosa
seduta del Cur-Salon, nella^sera di S. Sil-
vestro, venne votata r esclusione del «Dal-
mata». Anche i preti — bontà loro — vo-
tarono contro il «Dalniata» per rappre-
sentare degnamente la tragicommedia so-
ciale di Lesina.... Gli italiani protestarono.
Si levarono dalla società in numero di
sedici.
Da Cattato,
Téatralla.
«La Comicissima» qui ebbe ad ottenere
pieno successo. Piene enormi. Sei recite
sei esauriti ; parecchie dimostrazioni di
simpatia ai bravissimi Brizzi e Corazza e
al Paluello. Si sta preparando la serata
del Brizzi ed il teatro per quella sera è
di già venduto.
Abbiamo piacere che anche a Cattare
si sia ripreso l'uso di dare dei corsi di
recite: chè, altrimenti, la noia è immensa.
Dà. Miinà.
A rettifica.
Spettabile Redazione del «Dalmata». In
base al § 19 della legge sulla stampi la
invito di voler rettificare quanto sta scritto
nella terza colonna del «Dalmata» n.o 5
del 17 gennaio 1912, sotto il titolo : «Il
fattaccio di Milnà. Non è vero che il sot-
toscritto podestà SÌB stato spalleggiato da
due famuli suoi e che abbia aggredito e
percosso il Botteri. E' vero bensi che il
podestà incontratosi da solo alla riva
presso il negozio Botteri, e ciò a caso,
chiedeva al medesimo per qiial mcitivo Io
offendesse a mezzo della stampa; il Bot-
teri in risposta sollevò le mani verso il
podestà in atto di aggredirlo. Il fatto è
sub-giudice. E' vero invece che il Botteri
corse ben tosto nell' interno del proprio
negozio, e, uscitone alla porta, mostrava
(jualcosa di nascosto colla mano, dicendo:
adesso la vegtia se la ga coraggio. Non è
vero che pesi sul sottoscritto alcuna gra-
vissima responsabilità e neppure, coll'ag-
gressione del Botteri, di aver provocato
pel primo il sistema delle vie di fatto e
di non aver saputo o voluto prevenire il
conflitto nella sera fatale. Niko Maran-
giinić.D
(Noi manteniamo inalterate le nostre
versioni : e chi legge attentamente vede
che lo stesso signor Marangunió, nella
sua rettifica, si contraddice. N. d. R.)
Da Pago.
Lia colpevole mancanza di un me-
dico. — Chi il responsabile?
Sei anni or sono il nostro comune mo-
dello faceva contratto col dott. Pecotió.
E siccome in tutto il nostro comune pra
vasso è un comune modello, cosi anche in
queir occasione, da comune modello, firmò
il contratto, che il comune mai potrebbe
licenziare il medico, neppure con regolaro
disdetta, mentre quest' ultimo potrebbe al-
lontanarsi in qualunque momento dal suo
servizio. Così verso la line d'ottobre il
dott. Pecotló abbandonava da un giorno
all' altro il proprio servizio sanitario, la-
sciando seimila cittadini senza il menomo
soccorso.
Il nostro Comune finalmente apri il con-
corso pel nuovo medico. E la prima con-
dizione — assai buffa — era che il me-
dico dovesse essere pravasso. Ma pare che
gli Esculapì pravassi non abbondino : e
perciò, da tre mesi, grazie al Comune mo-
dello, siamo senza medico.
Addì 14 corrente un uomo giovane, di
28 anni, rincasando verso sera, cadde da
soli tre scalini; e, pare incredibile, per
la impossibilità di ottenere le necessarie
cure mediche, il giorno di poi egli era
cadaver..
Quale la causa di sì repentina morte ?
La risposta al signor Budak, nostro ma-
gnifico, e alle autorità di tutela che lo
proteggono in modo veramente meravi-
glioso.
Addi 17 il compaesano Caravanich Mar-
tino, nostro buon consenziente politico,
j cui porgiamo anche dalle colonne del pa-
trio «Dalmata» le nostre sincere condo-
glianze, improvvisamente ebbe a piangere,
per un caso del tutto fortuito, la perdita
dell' amato sao figliuolo Bernardo, vittima
dell' esplosione improvvisa di un fucile da
caccia.
L' egregio nostro concittadino, dott. Pal-
cich, gli prestò bensi le cure più zelanti ;
ma, venuto qui per trovare suo padre,
non aveva portato naturalmente con sè
i ferri chirurgici necessari aduna pronta
operazione.
Hicorrere al medico comunale? Ma a
qual medico? A quale chirurgo? Il Co-
mune, proclamato modello, ci lascia da tre
mesi senza medico: e i colpiti d'accidenti
devono morire per mancanza delle neces-
sarie cure.
Ora sorge semplice la domanda: chi
porta la responsabilità morale di tutte
queste tragiche disgrazie? La risposta la
attendiamo dal signor Budak e dai suoi
incliti protetti.
E chiediamo: fino a quando il Comune
abuserà cosi impunemente della nostra
pazienza?
MARINA E COMMERCIO.
Le comunicazi ni della Dalmazia
con Trieste.
Lo sviluppo delle comunicazioni via
mare risulta centuplicato nelle congiun-
zioni fra Trieste e i vari porti della Dal-
mazia, delle sue isole e di quelle istriane.
Si sa dei viaggi celerissimi tra Trieste e
Cattare che tre volte alla settimana com-
pie il Lloyd, mentre dieci anni fa si fa-
ceva un solo viaggio e 1' arrivo del «Wurm-
brand» da Cattaro era quasi un avveni-
mento cittadino. Però già allora il Lloyd
eserciva altre due linee merci e passeg-
geri da e per la Dalmazia. Oggi all'infuori
del venerdì, ogni giorno parte un lloydiauo
3er le isole e la Dalmazia, mentre sulla
inea Trieste-Spizza e Trieste-Cattaro i
suoi piroscafi fanno scalo pure in alcuni
porti della costa istriana. I sei vapori a-
dibiti a questo servizio sono tutti piro-
scafi nuovi di discreto tonnellaggio e gior-
nalmente arrivano e partono carichi di
merci e di passeggeri.
Altrettanto si dica della società Ragu-
sea, la quale, fino al principio del 1910,
eserciva le sue linee con i piroscafi «Pet-
ka» e «Dubrovnik» e dal principio del
1910 aumentò la sua flottiglia con due
vapori nuovi, più grandi, il «Lovrinac» e
il «Locrum».
La società che alle comunicazioni da
e per la Dalmazia ha provveduto ed eser-
cisce tutte le linee da Trieste e i princi-
pali porti dalmati fino a Metcovich e dai
principali porti in tutti quelli piccoli della
costa e delle molte sue isole con una se-
rie di viaggi laterali anche verso i luoghi
e le isole meno importanti e le meno note
è la società «Dalmatia», sorta,dalla fu-
sione delle vecchie società «Topic, tli-
smondo, Pio Negri e Zaratina».
La «Dalmatia» ha ora una flottiglia di
36 vapori rappresentanti un tonnellaggio
di circa 10.000 tonnellate di registro netto,
ai quali quanto prima se ne aggiungeranno
altri quattro nuovi. Cosi saranno 40 i va-
pori sulla cui ciminiera spiccherà la pri-
ma lettera del nome sociale, il «D*.
L'attività esplicata durante il 1911 dalla
«Dalmatia», e che va sempre più miglio-
rando e progredendo, è rappresentata dalle
seguenti cifre, le quali molto meglio di
qualunque descrizione fanno emergere il
lavoro compiuto dalla suddetta società. !
viaggi compiuti nel 1911 da <' per Trieste
e tutti i porti della costa fino a Metco-
vich e delle isole istriano-dalmate furono
4530. Le miglia mirittime percorse furono
542.645, le merci trasportate raggiunsero
la cifra di 2.202.420 quint mctr., in fine
i passeggeri trasportati con i vapori della
«Dalmatia> ascesero alla bella cifra di
433.850 persone, non compresi i fanciulli
al disotto dei sette anni d' età.
La e ronaca
Seduta comunale. — Stasera ha
luogo la prima seduta del nuovo Consi-
glio comunale nella sala della Biblioteca
Paravia e col seguente ordine del giorno :
Comunicazioni del pod' sta.
Nomina del comitato finanziario.
Nomina della commissione sanitaria.
Nomina del consiglio d' amministrazio-
ne dell' officina elettrica e dell'acquedotto.
Nomina di un rappresentmte del Co-
mune e di un sostituto nel curatorio del-
la fondazione di San Demetrio.
Nomina di tre direttori d- Ha Biblioteca
Paravia.
Nomina della commissione d'ornato.
Nomina della commissione annonaria.
Nomina della commissione per il mer-
cato di Valle dei Ghisi.
Nomina della commissione alle pubbli-
che piantagioni.
Nomina del comitato relativo alla do-
manda degli impiegati e degli inservienti
comunali per regolazione dei loro emolu-
menti.
Fissazione del programma annuale circa
r esecuzione dei lavori contemplati dal
prestito comunale approvato nella seduta
del 20 settembre 1900, nonché proposta e
rispettivamente nomina di uno o più co-
mitati per assistere l'amministrazione du-
rante la preparazione ed esecuzione dei
suddetti lavori.
Proposta di un regolamento interno per
i comitati consigliari.
Parere circa una tariffa per il noleggio
di vetture pubbliche per la città di Zara
ed il territorio.
Domanda di condono della spesa di
consumo di energia elettrica.
Domanda del commissario annonario
Pietro Valenti che una parte del contri-
buto da versarsi da lui al fondo pensioni
venga assunto a carico del Comune.
Pareri in oggetto industriale.
Domande per conferimento di perti-
nenza.
Nomina della commissione di benefi-
cenza di Borgo Erizzo.
Udienza sovrana. — Neil' udienza,
in cui fu ricevuto il luogotenente conte Ma-
rio Attems, r Imperatore volle essere in-
formato in dettaglio delle condizioni eco-
nomiche della Dalmazia, dei lavori in
corso, eccetera. Informato di tutto ciò
espresse il suo soddisfacimento perchè
colla sollecita esecuzione dei lavori, di-
retti ed innalzare le sorti della Dalmazia,
questa va incontro ad un migliore avve-
nire.
Società del Casino di Zara. —
Mercoledì 17 mese corrente ebbe luogo
l'adunanza generale dei soci. All'ordine
del giorno erano: l'approvazione del bi-
lancio sociale pel triennio 1909-1910-1911,
la nomina della nuova direzione ed even-
tualia.
Scusata, per malattia, l'assenza del pre-
sidente signor A. Inchiostri, la seduta
venne aperta dal direttore anziano, signor
P. Brunelli.
Prima di passare all' ordine del giorno,
egli, con belle parole, deplora la mancanza
del presidente, e, dietro sua proposta,
viene inviato al presidente un saluto col
desiderio grandissimo di vederlo ben pre-
sto ristabilito.
Invitato, il revisore signor Nadali dà
lettura del bilancio sociale, i cui risultati
vengono accolti con soddisfazione ed ap-
plausi.
. Dopo approvato a voti unanimi il bi-
lancio, si passa alla nomina della nuova
direzione : e per acclamazione vengono e-
letti i signori: Alfredo Beucovich, Angelo
de Benvenuti, Pietro Brunelli, Ugo In-
chiostri e Federico Tecilazich.
Alla eventualia, viene raccomandato alla
nuova direzione di studiare la ricerca di
nuovi locali più corrispondenti all' uso
della società.
Congresso generale ordinario della
«Società dei Bersaglieri di Zara». Domani
avrà luogo nella .sala della sede sociale
in casa Basilisco il congresso generale
alle ore 11 ant. col seguenti; ordine del
giorno :
Lettura ed approvazione del protocollo
dell' ultimo congn-sso ; Relazione virtuale;
Lettura ed approvazione del bilancio so-
eia,le; Nomina della nuova presidenza;
Eventualia.
Esemplo da imitare. — Ci scrivo-
no : «Quello degli egregi avvocati italiani
di Sebenico è esempio degno di imitazio-
ne. Tutti coloro, che sono leŠi da evasioni
0 da intimazioni croate, hanno il mezzo,
ed il dovere, di farsi rispettai-e.
Ma vi ha di più.
Le parti, che si sentissero gravate dal-
l'evasione in una lingua diversa da quella
del loro esibito, hanno il diritto, non sol-
tanto di interporre ricorso perchè sieno
rispettate le ordinanze linguistiche, ma
di chiedere espressamente, in pari tempo,
che il giudice, che violò le ordinanze, sia
condannato a pagare tutte le spese del
ricorso.
La condanna — 1' ho ricordato anche
altra volta — sarà in consimili casi ine-
vitabile : ed i nostri consenzienti si per-
suaderanno che quello che non avrà even-
tualmente trovato di disporre la superiore
autorità disciplinare, sarà conseguito, a
tutela dei loro diritti, quando i signori
giudici, ribelli alle ordinanze ed incuranti
dell'altrui diritto, dovranno porre mano
alla saccoccia».
11 ballo dègli studenti avrà luogo
come abbiamo già annunciato, sabato 3
febbraio.
Ha assunto la presidenza onoraria il si-
gnor conte Francesco Borelli, promettendo
tutto il suo appoggio.
Quest' anno avremo la «Festa delle rose».
La sala, l'atrio e le scale saranno tra-
sformate in una magnifica serra. Siamo
certi che anche quest' anno si avrà una
festa degna degli anni precedenti e per
concorso di maschere e per concorso di
pubblico.
Xote personali. — È tornato ieri a
sera da Vienna — ove venne accolto in
udienza dal sovrano — il nuovo luogote-
nente della Dalmazia, Mario conte At-
tems.
Per la formazione del gran re-
gno croato. — A Zagabria venne tenuta
domenica una conferenza dei deputati del
partito del diritto della Dalmazia, della
Croazia e della Bosnia. Furono discussi
il contegno da adottarsi per 1' attuazione
del programma del partito del diritto e
le pratiche che il partito deve intrapren-
dere nelle Diete della Croazia, della Bo-
snia, della Dalmazia e dell' Istria. Su tutte
le deliberazioni sarà mantenuto il segreto ;
si assicura però che sarà compilato un
indirizzo coi lagni dei croati che sarà
presentato al sovrano. Alla cancelleria di
gabinetto fu mandato intanto un telegram-
ma firmato dal dott. Starcević in cui è
detto: «I rappresentanti del popolo, radu-
natisi, esprimono, insieme con la assicura-
zione di fedele sudditanza e di profondo
omaggio, la speranza inalterata cheS.M.
unirà i paesi croati spezzati e tutelerà il
diritto di stato croato».
Solidarietà nazionale. — Ci scri-
vono da Orsera (Istria): «Se tutti i doni
che giunsero pella festa data a favore di
questo gruppo della Lega Nazionale ci
riescirono graditi, con un senso di viva
compiacenza e gratitudine abbiamo veduto
quelli speditici dalle vostre spettabili
grandi ditte industriali Luxardo e Vla-
hov, e ciò perchè in questi doni abbiamo
veduto la solidarietà che regna tra tutti
gli italiani delle nostre provincie.
Vadano pertanto agli egregi patrioti i
nostri fraterni saluti e ringraziamenti.»
Sul fattaccio di Milnà. ~ Per
quanto, necessariamente, scrivano con una
certa oggettività, tanto il «Narodni List»
quanto il «Novi List» di Fiume fanno dei
giuochi di parole e delle inesattezze sul
fattaccio di Milnà.
Non è vero che grandi dimostrazioni
italiane avessero destato il paese di Milnà
a reagire.
E' vero, semplicemente, che numerosi
giovanotti di Milnà, figli di genitori auto-
nomisti, ed alieni da sentimenti e da at-
teggiamenti croati, intendevano ed inten-
dono di costituirsi in società: in una spe-
cie eli Unione Dalmata. Ed è vero che, se
anche cantavano in italiano, non offende-
vano nessuno al mondo cosi da legitti-
mare le sevizie del Comune come organo
di polizia. In italiano e alla Brazza, un
tempo non tanto lontano, cantavano tutti.
Non è vero che il Trebotich rimase uc-
ciso in una zuffa.
E' vero, invece, che senza alcuna neces-
sità e senza la menoma attenuante, egli
venne aggredito e sgozzato come un agnel-
lo, mentre soddisfaceva, inerme, ad uti bi-
sogno personale.
Ed il «Narodni List» non venga fuori
a sdottorare con sottigliezze e con cavilli-
A Zara, in momenti di grande efferve-
scenza pubblica, determinata dalla provo-
cazione avversaria, accaddero episodi di
violenza. Ma il solo che venne ucciso, in
condizioni pressocchè identiche a quelle
in cui Venne ucciso il Trebotich, fu l'ita-
liano Zanella e per mano di un feroce
soldato di Sebenico.
I giornali croati, che trovano quasi lo-
gica la morte del Trebotich, hanno man-
cato infine al più essenziale dei loro do-
veri : a quello di stigmatizzare con tutt i
la loro influenza il fanatismo che trasci-
na,^come si è visto, all' omicidio.
Ed era questa mancanza che noi abbia-
mo stigmatizzata.
£sami. — Apprendiamo che 1' egregio
nostro consenziente, Marino Smerchinich