f^OOOOOOOOOOOOOOOOO^
Ji
Per i
convale-
scenti
i Merluzzo
di J. SERRAVALLO - Trieste
preparato a freddo da fegati frescbi e scelti in Terranno va d'America.
Quest' Olio viene raccomandato quale potente rimedio e quale mezzo alimentare ad un tempo conveniente
in tutte le malattie che deteriorano la nutrizione.
Quaranta anni d' esperienza hanno ormai dimostrata la efficacia indiscutibile e la
superiorità di quest' OLIO in confronto alle altre qualità.
E' purissimo e di sapore non dÌSS:UStOSO ' b: nibini più restii io prendono volentieri ed in
^ ^ brtve teo'po ne ritraggono evadenti vantaggi.
E' facilmente digeribile e quindi indiato anche aì!e persone di stomaco debole. E' economico poiché in rag-one del contenuto dello bottiglie il prezzo è minore di ogni altra qaaltà.
Signor Jaoopo Serravallo. — Trieste.
L'Olio naturale di fegato di Merluzzo, che Voi ci favoriste per il trattamento degli scrofolosi ricoverati all'Ospizio
Marino fu da questi bene tollerato e spiegò sui medesimi costantemente un ottimo effetto locchè ben volentieri vi attestiamo.
Trieste, gennaio 1890. Per il Comitato esecutivo
delV Ospizio Marino
A. Dottor Castiglioni.
Si vende a fiorini UNO la bottiglia.
L'Olio di fegato di
viene preparato col suddetto Olio bianco purissimo e possiede perciò tutte It doti di t sso; con questa differenza che se quello
è più conveniente nelle cond z;oni uioibose a lento decorso, che non possono e non devono essere attaccate con mezzi curativi di azione
energica, questo è ind.cato in tntti i casi a decorso più acutoe i;e quali ujge di rifocillare la nutrizione languente.
ECCOUfE UUfAL MtOVAHI
Signor J. SERRAVALLO, farmacista, Trieste.
Ho riavido a suo tempo la spedizione di hoitiglietie del suo Olio di Fegato di Merluzzo Jodoferrato, che io le com-
misi. Godo poterli comunicare che la cura dell'Olio di Fegato di Merluzzo Jodoferrato fa miracoli alla signora, alla qucde lo
prescrissi. Essa, dchilttuta cstnman ente da un parto laborioso e da v,n puerperio pieno di vicissitudini, giunta ora appena alla quarta
bottiglietta, ha già aumentato di due chilogrammi di peso e sia benissimo, come da lungo tempo non si sentiva.
Aggiungo d'avere inoltre esperimentato il suo eccellente prodotto in altri casi di gravi ane-
mie, fra cui in uno complicato con assalti epiteta formi, ottenendo sempre ottin i risultati e guari-
gioni incontestabili e durature.
GRADO, 15 Novembre 1890. Devotissimo D.r Paride Candìoli.
Si vende a soldi 70 la hottigia.
erfif
preparato dal chimico farmacista J. SERRAVALLO ii^ Trieste.
Td Olio di ricino, quando è perfetto, è il migliore purgante
8he si conosca — e fa beno!
L' Olio di ricino, quando non è perfetto, è un veleno — e
fa male!
Olio vergine di ricino, ottenuto con particolare pro-
eesso dal chimico-farmacista J. SERRAVALLO h quanto di più puro, di
più perfetto si possa desiderare.
Questo ottimo purgante ottenne già il favore dei signori Medici
e del Pubblico, che lo usa già da parecchi anni con grande successo ed è dive-
nuto tanto popolare, che in ogni famiglia lo si tiene come cosa indispensabile.
Tanta fortuna dovea naturalmente eccitare la gelosia e l'avidità di
alcuni speculatori, i quali spacciano un'Olio di ricino, imbianchito artificial-
mente, ma cattivo e dannoso alla salute, illudendo la buona fede del pubblico
coir imitare la forma delle fiaschette e delle etichette di Serravallo.
Per salvaguardarsi da tali dannosissime imitazioni il pubblico dovrà
por mente:
Che la boccetta sia della forma precisa del presente disegno e che porti
incrostate nel vetro le parole: J. SerraVftllO-Trieste.
CAB sulla capsula metallica vi sieno pure rilevate le parole Farmacia Ser-
ravallO-TrÌ6St0 ed H monogramma.
IIL"" Che IOJ etichetta^ che rappresenta la pianta del ricino^ sia attraversata
dalla arma J, SERRAVALLO in COlOF TOSSO.
1 F.^ Cbe ogni boccetta sia munita di relativa istruzione^ sulla quale si trovino
pure stampate la firma del produttore e il disegno della boccetta,
NB. La boccetta piccola contiene 30 grammi, e la grande 45 grammi di OLIO VERGINE.
Ultima estrazione
22 Ottobre
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Attivi della società al 31
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Spalato : Farmacie Tocigl e Volpi e Drogherie
Aljinovid e Marid. Ragusa : Farmacie Drobao
Sarid, Drogheria Lopizd, presso i R. P.
cescani e presso E. Srindid e B. Weiss. Cat-
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Zovetti e Thonhauser. Cettigne (Montenero,
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da fiorini 500 in sù procura come credito
personale correntemente e direttamente.
Agenzia, Budapest, Postfach 138.
Issfcie t)attezzati come croati e si dicono
seffii»Ìieemeiite dalmati e vogliono vivere
in perfetto accordo coi cittadini ; ben noto
essendo al Navodni List, del resto, die gli
abitanti del^forese vedono rispettalo, dal
Comune di Za a, ogni loro diritto ìingaistico
e sono accolti nel Comune di Zara con l'a-
morevolezza, ignota spesso a chi regge i
Comuni croati: esempio classico, fra multi,
un podestà croatissimo, che non una volta
sola percosse e maltrattò dei poveri con-
tadini.
Affetto da megalomania croatissima, il
Narodni Lid — nei riguardi del signor
rappresentante governativo, che, per ri-
spetto alla tradizione e all' ambiente, usò
la italiana — dimentica un' altra
( jsa: un'inezia! Che, cioè, in città dal-
mate, o\e. l'elemento italiano ha vasta si-
gnificanza e virtuale e numerica, i rappre-
sentanti dell'autorità ebbero a s,;lutai:e i
neo-eletti podestà ed assessori esdusioa-
niente in lingua croata, e persino laddove,
nel consiglio, eri^no nostri aderenti politici.'
Nè noi, per tale fatto, con gli infelici si-
stemi vigenti,, abbiamo menato scalpore;
ma il Narodni Lisi, per cui tutto il mondo
è croato, perde il lume sereno della me-
moria e della logica e sragiona, compas-
sionevolmente.
Asilo Infantile. -- Giovedì al pome-
riggio — più bella del consueto — ebbe
luogo all' Asilo Infantile la festa di Natale,
con l'alberello riccanip te guarnito.
Un pubblico sceltisi
la s; 5 maggiore d^"
cIf f!.:ÌLÌ(',lo er -
.im.bcs.ti e •
V 'oseo e
oro •
appendice al libro: Niccolò Tommaseo e il
opere a sLTpr d^^^
di - ^"^el giorno C >niprovvÌ8amente a Rovigo Gian Ferdinando Rubini, «i non più gii
di Trieste - lo
evPìl T incaricato di ri-ceveie le iscrizioni degli alunni del gin-nasio comunale, lassù nella sala del Co- , . .
ffi^ ^"^^^sjasta della missione che gli era stato economico e finanziario di ogni
athdata, intelligente degli intendimenti che singolo cittadino, che, a seconda della pro-
avevano fatto sorgere il nuovo istituto. Fu Ppsta dell'autorità di prima istanza, deve
dal 1863 fino al cadere del 1866 professore P^^ ^ meno venir assoggettato all'imposta
di matematica e fisica al nostro patrio isti- ^^^^^ rendita personale.
rat^'di triennio mentore ado- La nooTa Talnta. - Li direzione
Uta gioventù, e nella provinciale di finanza notifica che con la
inf^ivAn. ^ cooperatore fine del corrente anno va' fuori di vigore
U l'attuale valuta austriaca e che col primo
dplircilvi^. l ® bollettino gennaio del 1900 entra invece della stessa
fondò a ^fi ^^ in attività la nuova valuta in corone. tondo e diresse col Fichert (che di un anno ' ' '
to le rispettive schede saranno da conse-
gnarsi 0 personalmente durante le precise
ore sopraindicate al cammissario elettorale,
0 prima del tempo indicato spedirle colla
posta mediante piego affrancato al mede-
simo.
Rendiamo di un tanto informati i nostri
concittadini, perchè sappiano regolarsi.
E assolutamente necessario che tanto i
membri quanto i sostituti da eleggersi
siano persone sotto ogni aspetto ragguarde-
voli e del tutto imparziali, inquantochè
dalla loro scelta dipende l'equa stima
numeroso gremì
tituto : e nelle pan-
rati in beli' or-
dell' Asilo, col
enti dalla gioia,
.ituto o il bene-
) pi te^ro, signor Giu-
»e "" cav. Demetrio
gli altri si^^-nori
de ^ uote don Pietro
-pie, è V anima di
t -r. ittore ntissimo e va-
iti. -ni, co. nei canto come
. la ae x-à'u éttrice e le mae-
' 'dgarono, anche in questa
.. loro iodevói"?-, sohrzia.
i oimr -j ) il programmino di un
riuscitissimo • 'liimento : cantarono da
soli ed in lecitaror.u con bel garbo
dialoghi e poesmccie ; si fecero ammirare
ed '^'^'»uiire, con completo successo. Un
piccoli t >berger esilarò l'uditoli". Il
sacerdote' ^s -- accompagnan !o il
canto sull u: -^ia^n — diresse egregia-
mente il concexto.
Il pubblico dimostrò di gradire assai il
lieto trattenimento; e fra gli invitati ed i
convenuti rimarcarne. « con piacere S. E.
il luogotenente Da-'l de Khonfeld con la
di lui nobil consorte, x ^ I.mo signor podestà
il r iiuigi Ziliotto e tutte le distinte dame
V'Hiroftesse dell' Asilo. La signora Maria
de David — con tratto squisitamente gen-
tile — non solo fu larga di sorrisi e di
carezze incoraggianti verso quei cari fan-
ciulli, ma anco fece loro distribuire in ab-
bondanza frutta e dolci sceltissimi, da lei
fatti venire, in parecchie ceste, durante la
festicc'uola, Atto che le valse ammira-
' • , "-ratitudine da parte
'.laiitropici cittadini
•'lUc signore — vennero
ancora • ' e oggetti di ve-
stiario e . i; poiché nella festa
— a seguire il precetto oraziano — si
^'olle mescere 1' utile al dolce. Tutti i bimbi
rincasarono con uno o più doni; tutti sod-
disfatti e giulivi.
La festa dell' Albero all' Asilo è divenuta
una cara tradizione: e noi siamo veramente
lieti che si faccia sempre maggiore e più
feconilo di carità l'interesse della cittadi-
nanza per un istituto degno di tanto ap-
poggio e di tanta simpatia.
Intanto, qui, si abbiano una schietta pa-
T'^k^^logio e il reverendo Maupas e le
^fÉlV^feeatre dell'Asilo. tr
»ne cospicua. — S. E. l'il-
signor Emilio David di Rhon-
fe^ piacque di devolvere polla ri
Natale la generosa somma di
coA tOOm locale Asilo delle orfanello.
— teri, verso mezzodì, è morte:
d» i hpfevé malattia il sostituto-comandante
oel Corpo dei Pompieri Volontari signor
Nicolò Dadich, abilisssimo proto-imprendi-
tore. Era un bravo operaio e un buon pa-
dre di famiglia. La sede del Corpo dei-
Pompieri FoL .t n ha esposti i segni di
lutto e la bandiera abbrunata. Le funebri
esequie avranno luogo domani alle ore 9
e mezzo a.m.
== Nel giorno 28 corrente passò fra gli
estinti la signora Anna Ivanissevich, ma-
dre del capo ricevitore delle imposte in
^-ara, signor Ivanissevich.
Alle famiglie — colpite da questi de-
cessi —- le nostre sincere condoglianze.
Tommaseo. — Sotto questo titolo leg-
verno improvvisamente soppresse. Vittima mente nella valuta in corone, nella quale
dello spionaggio di un servo, fu il prof, valuta saranno del pari conteggiati gl' im-
KUDini, con grande dolore dei colleghi e porti negli ordini di pagamento ed in tutti
r-f ^v^' governativo desti- gli altri atti, che verranno emanati dalle
luito. egli allora onorevole ufficio nel autorità e dagli uffici d'imposte. Liiceo di Rovigo e lo coperse salvo brp- ,
vissima interrSzione -^fino al di suo t " Società Operala ne
stremo. Nel Polesine (patria della sua fa- semente carnovale venne già fissato pel
miglia) il Rubini esercitò ognora grande V febbraio, prossimo venturo. Sap-
influenza per l'integrità del carattere, per f costituito già un comitato
la coraffffiosa sua con dott.«. npr inntà P®»' fai. bene le cose; anzi, da quanto_ ci
zione d'ogni lotta che nel suo paese si
fosse combattuta per quegli ideali ai quali
tutto s'era votato ; e furono sue parecchie
vittorie della causa liberale.»
Il Rubini nacque a Ragusa, in Dalmazia:
gli storzi dei nostri bravi oper
ranno appoggiati e coronati da un successo
senz' altro maggiore degli anni scorsi.
Alle procure di Stato.—I sostituti
procuratori di Stato : Antonio Cronia venne
e per la Dalmazia aveva sempre vivissima ti asferito da Sebenico a Zara e Antonio
cimnQfÌQ- 1 Stambuk da Zara a Spalato. L' aggiunto
giudiziario a Sign, Giovanni Grisogono, è
simpatia:
Esposizione industri ale-artistica
a Gorizia. — Nell'agosto del 1900, com-
piendosi il primo giubileo della autonomia
del Comune di Gorizia, si aprirà in quella
città, sotto il patronato del Consiglio co-
munale e con r appoggio della Camera di
commercio e d'industria e del Comune, una
Esposizione industriale-artistica, della quale
sono presidenti onorari gli illustrissimi si-
gnori : Ritter barone Eugenio, presidente
della Camera di commercio e d'industria
di Gorizia, e Venuti avvocato d.r Carlo,
podestà dì Gorizia.
L'Esposizione comprenderà due sezioni:
a) Industriale, h) Artistica, suddivise in
gruppi e classi.
Il giorno dell'apertura della mostra, la
qualità ed il numero delle onorificenze e
dei premi, i dettagliati programmi, classi-
ficazioni e regolamenti verranno resi noti
prossimamente con apposite pubblicazioni.
Altri manifesti porteranno anche il pro-
gramma delle festività e dei divertimenti
che si preparano ai visitatori di questa
Esposizione, cui auguriamo completo suc-
cesso.
Lia questione della fornitura del
vini alla i. e r. marina. — Nella se-
duta pomeridiana di giovedì della Delega-
zione austriaca, l'on. Bulat e consorti rivol-
sero al ministro comune delle finanze una
interpellanza a proposito delle avvenute
limitazioni di servitù forestali e di pascolo
sui territori di confine bosno-erzegovesi, a
danno degli abitanti delle regioni della
Dalmazia.
stato nominato sostituto
Stato a Sebenico.
procuratore di
Teatro Innovo. — Mancata la compa-
gnia Baccani, indipendentemente della vo-
lontà della direzione, questa fu sollecita
a concedere il teatro per tre rappresen-
tazioni straordinarie alla compagnia Gar-
dini, la quale tempo fa ne aveva fatta
domanda. Il debutto avrà luogo quindi do-
mani, domenica 31, alle ore 4 e mezzo,
onde lasciare campo al pubblico di poter
assistere dopo il teatro anche alla ritirata
della Banda Comunale.
Si dice che il capo-saldo di questa com-
pagnia sia una minuscola celebrità di sette
anni, che risponde al nome di Luigi Car-
dini, fratello di quella Desdemona, che
tanto favorevolmente fece di se parlare la
stampa italiana, e che ora, fatta giovinetta,
è passata al ruolo di prima donna, che so-
stiene nella stessa compagnia.
Pare insomma si tratti di una seconda
edizione Lambertini, di buona memoria.
Cose postali. — Otto giorni prima
delle feste natalizie — ad ovviare ad in-
convenienti — venne lodevolmente aumen-
tato alla sezione diligenza di questo uffi
cio postale e il numero degli impiegati e
l'orario; sicché le spedizioni e le conse-
gne procedettero con una esattezza e con
una celerità veramente lodevoli.
Col 1 gennaio 1900 viene modificato l'o-
rario dell'ufficio postale in Zara e della
cassa direzionale, nel senso che, alla do-
menica, r impostazione presso le sezioni
- , , . , , TI 1 4. lettere e diligenza resterà aperta dalle 8
Poi gli stessi delegati on. Bulat e con- antimeridiane a mezzogiorno, e presso la
sorti presentarono una interpellanza al co- y ^^ndati e cassa di rispar-
mandante della marma ammiraglio Spaun, ^ antimeridiane a mezzogiorno,
nella quale domandarono : Lo se nelle con- dopopranzo gli sportelli d'impo-
dizioni poste ai fornitori di vino per la i. | ofnrrii^TiQ i-Q c! f fQ n n A r>1iincì nrp«cn tnftp O.
e r. marina sia compresa anche quella che
i vini debbano essere nostrani ; 2.o se vi sieno delle difficoltà, le quali impediscano
all' amministrazione della marina di tener
conto del desiderio replicatamente espresso
dalla Dieta dalmata e da altri fattori in-
teressati che nelle forniture per l'i. e r.
marina siano favoriti i vini dalmati; e 3.o
stazione resteranno chiusi presso tutte e
tre le sezioni suaccennate. La cassa dire-
zionale osserverà alla domenica lo stesso
orario come la sezione vaglia.
Presso la sezione telegrafica e telefonica
nessun cambiamento.
Nitidamente stampato dalla tipografia
Artale, venne pubblicato e distribuito il
nuovo prospetto degli arrivi e partenze,
se il comandante della marma sarebbe comprendente anche le modificazioni suac-
propenso a rimuovere quelle difficolta, non- ^.g^^Q^te
chè s' egli sarebbe disposto a comunicare _ »fomina. - Ci scrivono
I da'sebenico: <11 giorno di Natale scoppiò
un incendio m casa di Lorenzo Juras.
Tutto lo stabile era in fiamme. Si salvò
quanto si potè salvare. I pompieri si ado-
appagare il desiderio suaccennato.
Elezioni suppletorie dei membri
e sostituti della commissione di
stima pel distretto di stima della
città di Zara. — Veniamo a rilevare,
dalla notificazione 14 decembre 1899 n.o
35133 del locale i. r. capitanato distret-
tuale, che dal giorno 20 corrente sono espo-
sti gli elenchi degli elettori del primo,
secondo e terzo corpo, che avranno da . • u-: ^A i ««ofifiiH rlpìlfl rnm-
perarono molto. I casigliani si salvarono
tutti; ma Lorenzo Juras, il padrone di
casa, morì in seguito a gravissime ustioni.
= A medico della locale Società Operaia
venne nominato 1' egregio d r Doimo Cace.»
lina nave italiana a Punte Bian-
che. — Alcuni villici da Punte Bianche
L'altro eyUgo — colpevole di non grave
mancanza disciplinare — doveva presen-
tarsi oggi al Giudizio militare. Si chiama
Miliak ed è da un villaggio del Comune di
Knin. \
Pattuglie di »fidati e di gendarmi muo-
vono alla ricerca, degli evasi, che oggi
a mezzogiorno no^ erano stati ancora ar-
restati. '
Il suicidio d' un marinaio dalmate
a Fiume. — Sigismondo Cizin, d' anni
23, nativo da un paesello della Dalmazia,
entrava il primo ottobre 1897 a servizio
neir i. e r. marina da guerra a Fola. Egli
era un buon marinaio e per 11 suo ottimo
comportamento veniva promosso a mari-
naio di seconda classe. Da circa due mesi
veniva trasferito presso l'i. e r. Accademia
di marina di Fiame.
Mercoledì nel pomeriggio egli si recò
col marinaio Vicevich nel deposito delle
imbarcazioni, per certi lavori ; ed alle ore
4 e mezzo, con un pretesto, si ritirava in
un punto renroto del deposito. Trascorsa
circa mezz'ora, cioè verso le ore 5, il Vi-
cevich, non vedendo il Cizin, ne fece ri-
cerca e con raccapriccio vide-il camerata
appiccato ad una fune e montato sopranna
imbarcazione. Il Vicevich tagliò la corda,
calò a terra il suicida, e poi rese avver-
titi della scoperta fatta i suoi superiori-
Ma il Cizin era già cadavere.
Il Ciziu si sarebbe recato domenica
scorsa presso una indovina di cittavecchia
e le avrebbe chiesto se fosse contracam-
biato in amore dalla sua amante. La «in-
dovina» diede al giovane marinaio una
risposta negativa, aggiungendo che l'a-
mante lo tradiva ed intendeva di passare
a matrimonio con altro uomo. In seguito
a ciò, la sera del Natale, avvenne un di-
verbio tra il Cizin e V amante ed egli
espresse il pensiero di suicidarsi. E ditatti
mantenne la parola.
Asfissia. — Leggiamo nel Piccolo di
un caso veramente curioso, occorso la vi-
gilia di Natale nella nostra città:
«La sera della vigilia di Natale una
famiglia civile di qui (marito e moglie, la
madre della moglie e due bimb tti) cena-
vano lietamente nel tinello riscaldato. Ad
un tratto, uno dei ragazzi, vinto da grande
sonnolenza, piegò il capo e si assopì ; e,
passati pochi minuti, la stessa sonnolenza
prese il secondo ragazzo, che si addor-
mentò del pari ; inutile ogni sforzo per farlo
star desto. Il caso però non allarmò punto
i due coniugi, infino a tanto die non vi-
dero anche la vecchia cedere ad un sonno
irresistibile e chinare il capo. Che cosa a-
veva determinato il sonno improvviso? Un
bracere ricolmo di carboni in combustione,
che, nella chiusa stanza, avevano svilup-
pato il mefitico gas carbonico. Venne chia-
mato in fretta un medico, che ridestò gli
assopiti, i quali corsero pericolo di morire.»
Se infatti nel tinello ci fosse stato un
divano e su quello si fossero coricati i
bambini, essi, molto probabilmente, non a-
vrebbero potuto esser salvati.
San Silvestro. — Domani a sera, alle
7, ha luogo la ritirata delta nostra ottima
Banda Comunale. Poi il tradizionale con
certo dell'orchestra cittadina al Caj^'è Cen-
trale. Così si potrà festeggiare allegramente
la fine d' anno.
In fascio. — Vize Miaglievich pub-
blica una saporita satiretta nell' appendice
del Narodni List, mettendo in burletta il
redattore deW.Jedinstvo, che diede una di-
sopillante relazione di una sua visita alla
Corte del principe del Montenero. = A po-
destà di Comisa venne nominato, sabato
scorso, Antonio Martini^ Micolin. — Il si-
gnor G. A. Konig mandò anche quest'anno
al Comune di Vergoraz 200 corone per es-
sere distribuite ai poveri di quel borgo. =
Pei bimbi poveri del basso personale fer
roviario venne eretto l'albero di Natale,
carico di doni, nell'Arsenale delle ferrovie
dalmate, a Spalato, Piesenziarono alla fe-
sta gli impiegati ferroviari con le loro si-
gnore. — Andrea Simich — un famoso
brigante che venne condannato'dal tribu-
nale di Spalato al carcere a vita — venne
graziato e rimesso in libertà dopo venti-
nove anni di domicilio nell' ergastolo di Ca-
podistria. = Il nuovo podestà di Spalato,
on Milich, ed i nuovi assessori, hanno
prestata la solenne promessa a mani de
signor Picliler. L'on. Milich tenne un fle-
bile discorso storico sulla città di Spalato
dai tempi del patrizio Severo a quelli di
Vito Morpurgo. E capitano distrettuale •
podestà — signori del Narodni List
non dissero si.laba d'italiano, quantunque
parecchie migliaia di spalatini abbiano a
lingua d'uso la lingua italiana. == L'im
presario Stehl, che fece molti denari con
r ultima stagione d'opera a Spalato, tratta
ora per dare una grande stagione d'opera
italiana a Saraievo.
glia L. Millicich cor. 1. -- Per onorare la
memoria della defunta signora Smerchinich^
E. cav. de Schonfeld cor. 2. ~ Per one-
rare la memoria della defunta signora Anna
ved. Ivanissevich, G. Ghergurovich cor. 1,
G. Nani cor. 1, P. Zarich cor. 1, G. Arne-
rich cor. 1. — Per onorare la memoria del
defunto signor Nicolò Dadich, G. Nani cor.
1, M. Bottner cor. 2, V. Draganich cor. 1,
A. Perissich cor. 1, L. ved. Bertoz cor. 1.
Aiutate tutti e «enpre la I^ega!
Le oblazioni varie
Air asilo Infantile. — Per onorare la
memoria della defunta signora Elena ved.
5ina, signora Lucilla Benzon cor. 4. ~
er l'albero di Natale, signor Giuseppe
i'erlini 24 paia di scarpe, signore: Ester
'•'ilippi cor. 10, Maria Filipii fustagno e
1 rutta. Veneranda ved. Crassicli dolci e
frutta, Anna ved. Geiger fazzoletti, A-
malla Petricioli 12 sottane.
La direzione, h mezzo nostro, ringrazia
vivamente i generosi oblatori.
— OOULU questo tituiu icg- - ^ . eAetifnyione di
giamo nella reputatissima Illustrazione Ita- ' dita personale, .e ^o m
- «Vi sono uomini di lettere e dilet- I quelli che dopo i due anni escon^
di lettere che consacrano tutta la L'elezione pel distretto di stima aeiia
' à e il loro culto ad un autore
^ di Spoelberch di Brussel-
orrado Gargiolli a Giam-
U Gussalli a Pietro Gior-
^oleni di Sebenico si è
^ al suo grande concitta-
nominare i membri ed i sostitiiti della com- ,,accontarono che una grossa nave da
rtiicainnA d'fìstimo per 1 imposta smia ren- | italiana — per via del mal tempo
— ancorò tre giorni a Punte Bianche. Sbar-
carono ufficiali e marinai ed assistettero
all'ufficio divino. Uno dei medici di bordo
di
città di Zara avrà luogo nel giorno 20 gentilmente degli ammalati e pre-
gennaio 1900 nei locali di questo i. r. ca- g^jj.jgg^ ^^lle medicine. I villici non sep-
pitanato distrettuale (sezione i^Poste) e ^^^^ ^^^^
ciò pel primo H®, J^ellggere un Andace evasione. - Ieri, prima del-
antimeridiane, il l'alba, evasero audacemente due militi de
I tenuti in queste carceri ^^^^^^^^^^^^
eleggerà un membro e due sostituti; e pd terzo corpo dalle ore U antimeridiane alle
2 pomeridiane, peli'elezione soltanto di un
TuUrcoloro, che hanno diritto al roto
ricevono uno scontrino di legittimazione,
unchè le rispettive schede d'elezione se-
• -giocolò Tommaseo ; ed ha ragione,
perchè l'insigne dalmata fu uno degl'in-
telletti più alti di questo secolo, e ben po-
neva dire di sè : «La solitudine m' è di-
la povertà m' è trono, la coscienza
premio.» Il Mazzoleni amò il Tomma-
vivo; lui morto, fece sforzi nobilissimi
[' •lohè Sebenico gli ergesse un monumento,
3oine lo a'- jra eretto ^
' ricco vJump !
«.pensatori sul . ,
nisce in un fasci olo altre memorie del di quelli che si inie^uono cxcg^^.v, . ^^^^^^^^ sospettato come anarchico, e
gi-ande scrittore e le lettere che molti gli ! "^»dol.' della propria mm^ q^^le ^^ parecchio tempo l'an-
nerissero sul mei-ito di quel volume. L'opu- La scheda deve firmai si u ^ militare sta istruendo il processo.
^ Un qimio di secolo dalla morte di c.'.so contrario a medes^ma^.^^^ | audace e pericoloso,
wy ^. veramente una bella lanto io sconumu
Rotte le sbarre della finestra della ca-
merata, ove — assieme ad altri — eran
rinchiusi, si calarono in istrada, e, col fa-
vore dell'oscurità, presero — a quanto si
crede — la via di Boccagnazzo.
A quanto si assicura, gli evasi avrebbero
invitati anche gli altri detenuti a seguirli ;
ma costoro si rifiutarono. Non sappiamo,
in quan-
' Ante Bra-
Onorificenzd, nomine, coneoril, traslochi
Nomine. — II ministero del commercio ha no
minato ad ufiìciali postali superiori nel raggio
dell' i. r. direzione deUe poste e dei telegrafi pe
la Dalmazia in Zara, gli i. r. ufficiali postali
Giovanni VeziI, Pio Emanuele Luxardo, entrambi
in Zara, Emilio Savo in Spalato e Francesco Frtr
clitgott in Ragusa.
La Lega Nazionale in Dalmazia
Pervennero al gruppo di Zara :
Per onorare la memoria del defunto si
gnor Carlo Copani, M. Ostrich cor. 2, fa
miglie L. Millicich cor. 1, Mayrhofer cor
2. — Per onorare la memoria del defunto
signor Nicolò Solich, famiglia MayVhofer
cor. 2. — Per onorare la memoria della
defunta signora Rita Miculicli, decessa a
Obbrovazzo, G. Tolentino da Trieste cor. 2
sig.a M. de Beden cor. 1. — Per o lorare
la mcmoiia della defunta signora Fran
cesca ved. Lonich A. Giurin cent. 50,
d.r de Benvenuti cor. i. N. Benzoni por. 2
sig.e P Ivriiff cor. 1, C. Abà cor. 1, Ury
LE RECENTISSIME
Tutti i generali inglesi in Africa
hanno ricevuto V ordine di desistere
da ogni offensiva sino al giungere di
"ord Roberta e di lord Kitchner.
* *
Crede il Narodnu Listij clic il nuovo
ministero Wittek durerà sino alla fine
(li gennaio. Verrebbe poi sostituito da
un ministero parzialmente parlamen-
tare, col comjiito di preparare una
coalizione tra i partiti. A capo poi del
ministero definitivo vorrebbe nominato
il dottor Korber.
>t< *
Dispacci giunti a giornali francesi
annunciano una nuova vittoria de»
joeri 8U|^li inj^lesi.
»
tt *
La legge sul toglimento de! bollo
ai giornali verrà pubblicata domani.
I NOSTRI DISPACCI
Vienna, ìi0 decembrc. - J/impera-
tore prese la sua decisione sulla que-
stione della quota. La decisione verrà
publicata domani. K' fissata nella prò
porzione, con cui si accordarono le due
commissioni ; però è valevole per la
sola prima metà dell'anno.
La legge sull'abolizione del bollo
dei giornali ò stata sanzionata. Domani
si publicherà e cosi pure l'ordinanza
imperiale concernente la procedura per
la ripartizione del dazio consumo.
II chib dei jfiovani czechi alla Dieta
boema deliberò di osservare la mas-
sima riserva rimpetto al luogotenente,
ignorandolo per quanto è possibile.
Si afferma elio al ritorno di ni Ales-
sandro a Belgrado seguirà l'amnistia
pei condannati nel processo dell' atten-
tato contro Milano.
Si annunzia dalla Città del Capo
che gli Afrikand^rs sono in aperta ri-
volta.
La situazione di J..;.dy8mitii è di-
sperata.
K' imminente la resa.
RINGRAZIAMENTO
Nella grande sventura onde tumino col-
piti con la repentina ed immatura perdita
del nostro caro
Oftrlo
ci furono di qualche sollievo molte ami-
chevoli dimostrazioni.
Epperò, col cuore vivamente commosso,
porgiamo sentite grazie a tutti i gentili
signori e famiglio, che nella luttuosa cir-
costanza ci furono larghi di pietoso con-
forto e vollero rendere T ultimo omaggio
al caro defunto, sia coir inviare ghirlande
e torcie al funerale ed oblazioni a scopi
pii, 9ia coir accompagnare la cara salma
sino all'ultima dimora. Speciali grazie s'ab-
biano il m. r. don Rocco Pochina, i valen-
tissimi medici d.r Marcelić e d.r Luxardo
per le loro aifettuose cure, nonché lo pie-
tose Suore di carità dell'Ospedale provin-
ciale pelle soleili, materne e cristiane pre-
stazioni.
Zara, 28 decembre 1899.
Domenica ved. Copani, moglie
per «è e figli. — C arlo Copani,
padre, per sè e famiglia.
Edit. e redat, i^spr Luigi de Nogovstìoh
StobiUmento Tipoffrafloo 8. Artal*
Sete da ballo 45«soldl
ano 14,M p6r mot., pur® nsfe, bihn<'ho 6 co-lorate 80t« Henntbarg da 45 sol. fino fl. HM par mefro — noi moderni tosatili, colori « dinof^i. A ]>rivati franco di porlo e dazio in ccua. l'ampioni a corso di l'osia, «
Fabbriche di Seta Q. Henneberg / (i. c r. forn. di Corte) ZoHi^. (4)
m
Per «vlur* 1* ImitaaiOM 4e prlT« di Talore mìCW* lii»!» ^
tlN0T.0iP810I00aP«JL
«•U* .Altera* • i^tai»
Monte, nel 1899 s'introdusse d'oltralpe
quel sistema che il solerte Stiger, po-
destà di Windisch-Feistritz, adoperava
con successo in Stiria, già da qualche
anno, per combattere le nubi grandi-
nifere. In breve le regioni che costi-
tuiscono il bacino del Po ed altre an-
cora armarono le loro terre. Al modello
del cannone originario della Stiria molti
trovarono opportuno di fare certe mo-
ficazioni non sempre idonee, cosicché
jn Italia ed altrove sorsero in breve
numerosi i nuovi tipi di cannoni, come
non meno svariate e bizzarre si det-
tarono le teorie suir origine della gran-
dine.
Infiammati dalla nuova favilla, scien-
ziati, agricoltori e pratici, governi ed
istituzioni diverse, non schivarono stu-
dio. fatica e spreco di denaro, pure di
conseguire T alto scopo, nella speranza
di apportare un grande utile all' agri-
coltura.
Baccolti i dati e le osservazioni della
breve esperienza, i nuovi artiglieri con-
vennero 1' anno scorso ai 6 novembre
a Casale Monferrato, ove si tenne il
primo congresso internazionale!, in cu-
si concluse di essere sopra una via
incoraggiante per risolvere il grave
problema di evitare la grandine, e che
i risultati fino allora ottenuti erano
-••«ntf
prometta...
In seguito a queste conclusioni, an-
che gli scettici, e coloro che non si
erano ancora occupati della cosa —
tanto per non rimanere indietro agli
altri, forse ancora senza crederci punto
— pensarono pure di tentare la prova.
Ed ecco sorgere nuovi consorzi,
fabbricare nuovi cannoni. Le stazioni
di sparo, che alla fine dell'anno scorso
erano in Italia in numero di 2050, oggi
si sono moltiplicate. I francesi stessi
per opera di Vermorel si occuparono
praticamente della scoperta creando
consorzi, e nell' Istria e nella nostra
Dalmazia si fecero anche i primi passi,
Quest'anno funzionarono già in tutto
cento cannoni. Il più grosso centro
di stazioni sorse a Pinguente per ini-
ziativa dell'indefesso e zelantissimo si-
gnor avvocato Trinaistich, il quale
fondò due consorzi antigrandiniferi ed
istruì convenientemente gli artiglieri.
Anche a Spalato e a Gelsa funziona-
rono i cannoni grandinifughi.
Anche a Montona poterono funzio-
nare dieci cannoni in seguito alle so-
lerti cure ed alle pratiche non facili
che ebbero a sormontare i due filan-
tropici e distinti signori : dott. avvocato
Canciani e dott. Marchese de Polesini.
A Vermo, il parroco si fece in quat-
tro per trovare i fondi pecuniari é riesci
a piantare sette pezzi. Anche a Pirano
c' erano alcune stazioni.
Sarebbe da supporre che, un po' per
la mancanza di pratica, un po' per la
deficenza di mezzi, non si abbia po-
tuto ottenere nella passata stagione
grandi risultati colle batterie, e pure
invece, in merito di certi fenomeni os-
servati, sono già sorti molti entusiasti,
mentre non vi mancano gl' increduli e
gli scettici. A Pinguente ed a Lindaro
in seguito agli spari si vide trasfor-
mare la grandine in nevischio. A Pi-
rano si dileguarono le nubi sopra i
cannoni. A Montona non grandinò,
mentre gli altri anni la terribile me-
teora non risparmiava mai quelle terre.
Va tutto bene, però conviene notare
che, quest'anno, in Istria, non ci sono stati
temporali sì violenti come negli anni
scorsi, e che di grandine se ne parlò sol-
tanto a Buie e ad Orsera. Dunque non
illudiamoci, e, prima di prendere una ri-
soluzione e di dettare un verdetto, at-
tendiamo le conclusioni del congresso
degli spari contro la grandine che
cominciò domenica 25 novembre a Pa-
dova e durò tre giorni, fino ai 27. Le
discussioni sono riescile molto interes-
santi, giacché tra i dotti e gli speri-
mentatori vi erano disaccordi. Il signor
Michele de Tartaglia riferì sulle sta-
zioni di spari in Dalmazia.
Dopo lunghi ed accurati esperimenti
fatti a S. Katharein e a Bruk s. Mur,
il prof. Pertner, direttore dell' istituto
centrale meteorologico di Vienna ed il
signor prof. Trabert, due scienziati di-
stinti, vennero alla conclusione che,
qualora gli apparati corrispondano an-
che alle migliori condizioni possibili,
sia per lr altezza dell' imbuto, sia per
la potenza della carica, eccetera, gli
anelli vorticosi non raggiungono mai
i quattrocento metri d' altezza.
Ci sono invece altri studiosi di non
minore fama, il prof. Roberto ed il
prof. Marangoni, che vogliono l'azione
degli spari arrivi a duemila e più
metri.
Questa divergenza di pareri e di
osservazioni provocheranno senza dub-
bio delle vivaci discussioni, che ver-
ranno tanto più fomentate per il con-
corso dei rappresentanti delle società
di assicurazioni, i quali, approfittando
di certi insuccessi avvenuti quest'anno
coi cannoni, non mancheranno di so-
stenere l'inefficacia di questi.
Al congresso, tanto importante, pre-
sero parte molti delegati dei consor-
zi antigrandiniferi di Francia; vi fu
il ben noto Vermorel, l'on. Stiger
non mancò. L'on. Luschnig riferì sui
risultati ottenuti in Austria, mentre
dotti e sperimentatori di ogni parte
d'Italia illustrarono le prove fatte nel
bel paese. Fra questi, il chiarissimo
prof. cav. Tamaro fu relatore per la
Lombardia. Anche il' consiglio provin-
ciale di agricoltura dell'Istria doveva
venire rappresentato dal suo tanto be-
nemerito presidente, 1' on. comm. dott.
Campiteli], che però causa indisposi-
zione dispiacente dovette rinunciarvi.
Ed ora attendiamo la conclusione
ed il verdetto di quelle persone au-
torevoli.
Il Corriere della Provincia.
Da SPALATO.
Cronaca teatrale. — Dinanzi ad un
pubblico non troppo numeroso— cosa strana,
trattandosi di première — andava in scena
giovedì scorso il Don Pasquale del Do-
nizzetti, seguito dal ballo Per un bacio un
regno.
Rimettiamo al prossimo numero gli ap-
prezzamenti, sia perchè gli artisti anda-
rono in scena senza alcuna prova prelimi-
nare, sia per mancanza di tempo,,,, nel
cronista.
Nel ballo emersero la prima ballerina
sig.na Maria Ferrerò ed il primo ballerino
signor Stefano Mascagni, e riscossero re-
plicati applausi.
Consigliamo frattanto l'impresa di ridurre
i prezzi, essendo questo desiderio generale
del pubblico.
L'orologio del campanile, in piazza
dei signori, segue anch' esso 1' andazzo dei
tempi e per la sua volubilità è in grado
di dar dei punti alla politica in Dalmazia
ed in Europa tutta.
Il disco esterno poi è in uno stato de-
plorabile di vetustà. È — oppure sembra
essere — tutto bucherellato, e di notte,
quando lo illuminala scialba luce del nostro
gas, dà l'idea del famoso ricettacolo di
lumicini mortuari nel Crispino e la qo-
mare.
I numeri, naturalmente, non si possono
distinguere, ed i passanti sono demandati
al tocco della campana dell' orologio stesso,
che batte le ore e le mezze ore, per sa-
pere che ora faccia.
Da TRAÙ.
Tea.tra.lia, — Di questi giorni sta per
chiudere una serie di rappresentazioni la
compagnia italiana drammatica e di canto,
diretta dall' artista F. Silvestri, che ebbe a
svagare le nostre menti dalle noie consue-
tudinali ed a rompere la monotonia delle
lunghe sere invernali. All'uopo fu concessa,
verso pagamento, dopo non poea disputa
intestina ed esitazione la sala del Comune,
che da fresco riattata a nuovo potrebbe
offrire un adatto convegno a persone civili.
Ma i nostri cari pravassi, propugnatori
indefessi degli asti e delle discordie con-
suetudinali, diedero l'iniziativa a un ripicco,
astenendosi in corpore, lusingandosi forse
con ciò nei loro minuscoli crani di sfregiare
la troppo gloriosa arte italiana, o recar
stizza a chi se ne vanta degno cultore.
E non paghi di ciò alcuni dei loro pre-
tesi campioni si misero a far pubblica pro-
paganda ed imporre ai più gonzi dei loro
satelliti di associarsi all' eroico operare,
E chi non si sarebbe arreso alle logiche
arringhe del Siše Rubignoni, tenute in Ci-
taoniza, oppure alle filippiche del Bepe
Košćina, tenute nel negozio Belas ? Nessuno,
certamente, nessun ... imbecille !
Vergogna, proprio obbrobriosa vergogna,
che si abbia a cercar la politica sempre
ed in tutte le cose, anche quando vi entra
di mezzo un poco di carità cristiana col
sovvenire della povera gente che cerca nel
modo il più onesto di campar l'esistenza.
E questi signori, s' intende, pretendereb-
bero poi che gli autonomi accorressero
prontamente ad ogni loro trattenimento per
poi offenderli colle loro immancabili dimo-
strazioni ultra-croate? E poi noi siamo i
provocatori, noi i promotori d'una inesau-
ribile diatriba ? Ci sapremo regolare !
Quello che più ci impressiona è che, an-
che da parte degli autonomi, non tutti ap-
profittano dei serali trattenimenti.
È impossibile il pretendere d'udire ce-
lebrità, pagando una corona d'ingresso, od
esigere che le nostre misere scene vengano
calcate da una Sara Bernhardt, o da un
Ermete Novelli. Ricordiamoci del motto
latino : quod licei bovi, non licet ovi !
LA CRONACA
La questione ferroviaria. — Dal-
l'egregio signor presidente della Camera
di Commercio ci viene gentilmente comu-
nicalo il seguente dispaccio, ieri inviatogli
da Vienna dall'illustrissimo signor podestà:
«Il consiglio accettò la proposta dell' on.
Vucovich, da me pure appoggiata, di espri-
mere il desiderio al governo che sia subito
proceduto alla costruzione della linea Spa-
lato-Arzanò; ed accolse pure la mia ag-
giunta, che sia raccomandato di provvedere
tosto al completamento di tutta la rete
ferroviaria dalmata, in ispecie col tronco
Zara-Knin. Ziliotto.»
Cori croati in tribunale. — È il
colmo ! Ieri a mezzogiorno i diurnisti croa-
tofili adibiti al nostro tribunale cantarono
in coro, e a squarciagola, la Lipa nassa
domovina. Come in una bisca! Lo stesso
signor Verona — ci dicono — avvertì que-
sto scandalo, occorso in prossimità alla
stanza presidenziale e immediatamente vi-
cino a quella del caro direttore Tironi. Quelle
care creature saranno proposte ai posti
venturi di cancellista ? Lo chiediamo a S. E.
il presidente d'appello, la cui atten-
zione non è mai abbastanza richiamata
sulle cose incredibili che avvengono al no-
stro tribunale.
Di bene in meglio. — Abbiamo ri-
cevuto oggi questo telegramma da Neresi :
«L'avviso giudiziale che l'impianto del
Libro tavolare seguirà a Neresi è soltanto
in slavo.»
Di bene in meglio, signor presidente
d'appello !
JLa festa delle matricole a Graz.
— Ci scrivono da Graz, in data del 29
novembre :
«Giorni or sono ebbe luogo la tradizio-
nale festa delle matricole, quella simpatica
festa da tutti desiderata, ma che riesce per
i novellini oggetto dì sacro terrore per
quel velo di mistero nel quale si tenta av-
volgerla ai loro occhi dagli studenti più
anziani, quasi vi si tramasse alcunché a
danno della loro saccoccia e della vita ! La
festa, e non è difficile, ebbe una nota gaia
ed allegra ; e a meglio completare la felice
riuscita, ed a scoprire quegli ideali che
ognuno gelosamente serba in cuore, valsero
i bellissimi discorsi inspirati di fervente
amor patrio. Primo s'alzò il presidente
della festa, signor Cosolo, che con vibrate
parole, porgendo il benvenuto ai no-
velli compagni, costretti ad istruirsi in
lingua straniera, ricorda i doveri di colle-
gialità che devono avere tutti gli studenti
italiani, augurandosi che tutti uniti si coo-
peri al benessere della patria, verso la
quale gli attentati di snazionalizzamento
sono quotidiani. Con frase felice il signor
tìavorgnan, presidente dell' Unione Accade-
mica Italiana, rifece la storia del patriottico
sodalizio, e volse affettuose parole ai «ma-
tricolini», ottenendo entusiastici applausi e
felicitazioni alla fine del brillante discorso.
Da ultimo si alzò il signor G. Tamino
portando — molto applaudito — il saluto
dei fratelli della Dalmazia, ove ferve più
accanita la lotta per la tutela del nazionale
nostro diritto,
Seguì poi la solenne cerimonia, eseguita
da un tribunale improvvisato, ed infine con
un battesimo di birra fu suggellato lo
stretto patto di fratellanza e di collegialità
dei matricolini con gli altri studenti.
Durante la festa fu raccolto un bel gruz-
zolo di denaro a favore della commissione
sussidiatrice per gli studenti italiani.
Non si deve dimenticare che alla bella
riuscita di questa festa cooperò molto la
solerzia del comitato, ohe si diè molta cura,
acchè le cose riuscissero come in realtà
riuscirono; e di ciò riconoscenti gli por-
giamo grazie.» A. C.
Li'organo di prete Prodan seguita in
quella nausebonda polemica, che ha disgu-
stati fino al reeere quanti ebbero l'occasione
di leggerla. Il famigerato collaboratore
straordinario, che dovrebbe uscire dalla sua
veste anonima, offende un po' tutti, . scon-
ciamente, e Comune e Lega Nazionale e
cittadinanza, dando a tutto pasto agli altri
quegli epiteti ingiuriosi che a lui solo com-
petono. È cosa veramente caratteristica
che dei sacerdoti di Cristo tengano un tale
linguaggio ; ma non importa ; è bene sapere
chi, ornai, in Dalmazia, sia l'elemento pro-
vocatore. E checché ne dica l'organo di
prete Prodan (che fa assai bene nel dare
maggior diffusione ai nostri articoli) quella
dei chierici e del prete Nicolanzi non è
stata altro, e non voleva esser altro, che
una dimostrazione politica. Chi, infatti, ha
chiamato i chierici? Qual parte, anche lieve,
della cittadinanza, ha reclamato il loro uf-
ficio? E l'articolista straordinario — che
ha l'impudenza di tacciar noi di menzogna
— mente lui, spudoratamente, quando so-
stiene che due anni or sono ancora si can-
tavano le laudi in islavo. Non è vero. Si
cantavano parecchi anni or sono, ma poi
andarono in disuso, perchè i fedeli non ne
volevano più sapere : non ne volevano sa-
pere. E lo stesso defunto arcivescovo lo
sapeva e non diceva nulla; e appena que-
st'anno, signor sì, il Nicolanzi ed i chierici
sono stati presi da improvviso fervor reli-
gioso ed hanno voluto sfogarsi a cantare
in croato e assai più per poter dire tra
loro : glie Vavemo fracada ai zaratini che per
onorare la Vergine santa. E chi diede il
placet alla traduzione del Nicolanzi? E
quell' Ave maris stella, sui motivi della Do-
movina, appartiene anche essa alla consue*
tuđine ? E il Nicolanzi ed i chierici avreb-
bero partecipato con eguale spontaneità e
con fervore eguale ad una cerimonia latina ?
Ohimè, che le voci dei chierici sono fioche
e rade nei cantici latini. L'anonimo dà del
farabutto (oh, santo prete !) a chi si mostrò
disgustato della scena ; ma invece ne furono
disgustate persone oneste, ottime e reli-
giose, cui non è degno di lustrare le scarpe.
Ed invano ricorre a certi usi passati : quello
che una volta (alieni i vecchi anche dalla
più remota intenzione politica) poteva pas-
sare, oggi non passa più. Oggi — e ben
lo si vede — quello eh' era innocente ma-
nifestazione di singoli, si vuol crismare col
carattere di una dimostrazione politica ; e
i zaratini non vogliono politica in chiesa.
Tant'è vero che anche ieri, per le messe
tradizionali di Sant'Andrea, i nostri pesca-
tori hanno detto chiaro e tondo di non
voler niente di croato nelle due messe : una
alla B. V. del Castello e 1' altra al Duomo ;
ed infatti le due messe sono state celebrate
esclusivamente in latino. Questo si vuole e
questo si vorrà. E 1' anno venturo, se sarem
vivi, udremo le cerimonie per la Madonna
della Salute esclusivamente celebrate in latino,
piaccia la cosa, o non piaccia, allo scriba
quanto villano tanto straordinario dell'or-
gano di prete Prodan. Al quale risponde-
remo ancora.
All' Jedinstvo. — Poche parole, chè,
in verità, non vale la pena di far lunghe
polemiche con l'organo della malafede per-
petua. Noi, che per i primi abbiamo insi-
stito nel rilevare come Venezia slavizzasse
anziché italianizzare, abbiamo pur rile-
vato come la lingua di comando della sua
milizia fosse anche la slava ; e l'ebbe anche
a rilevare a suo tempo il Gliubich, a smen-
tire giusto 1' asserzione che Venezia fosse
nemica del popolo slavo. Poi, concretandoci,
abbiamo sfidato il Jedinstvo a mostrarci
dove e quando Venezia parlasse, com' esso
pretendeva, di un esercito croato. Ora che
cosa fa il Jedinstvo ? Cita un regolamenti \
militare stampato a Venezia in italiano e
in illirico, con la traduzione illirica fatta
dal signor Pietro Miocevich, capitano di
cavalleria croata! ! ! Capite? La portentosa
scoperta! Come se non sapessero anche i
ragazzi di quarta elementare che al ser-
vizio di Venezia erano pur dei croati, ma
ben distinti, sempre, dai dalmati.
Perchè è certo — assolutamente certo —
che Venezia non battezzava, come croati i
militi delle nostre marine, o i territoriali
dei vari contadi dalmati. E perchè un tale
era capitano di un gruppo di croati, di
confinari, Venezia chiamava il suo un eser-
cito croato?!! Ecco come si pasticcia e si
mistifica da parte dei signori dell' Jedinstvo,
che ha l'impudenza, ancora, di volerci dare
lezioni di storia. Dove e quando Venezia
chiamò il suo esercito croato? Questo è il
punto: E si assicuri il Jedinstvo che la cosa
più facile del mondo è quella d'insegnare
a lui un po' di storia ; e si assicuri ancora
che tutta la storia dalmata è una protesta
alle demenze dei croatomani. Un' altra
cosa. Il Jedinstvo, bontà sua, trova che il
Dalmata è pieno zeppo d'invettive contro
i croati e che lo si attende con la curiosità
di vedere a chi sia toccata la grazia di
tali invettive. Possiamo rendere la pariglia
all' Jedinstvo, rilevando che quanti l'aprono,
siano italiani o siano slavi, sono curiosi di
vedere quale sia la schiocchezza, inevita-
bile, del numero uscito. E se il Jedinstvo
ha labilità di memoria ristamperemo quanto,
al suo indirizzo, ebbe a dire l'on. Trum-
bich. No, no ; il Dalmata non ha il sistema
dell' improperio ; il Dalmata ama meglio
pungere che ferire; ama scherzare sugli
avversari e solo provocato risponde come
si deve: tanto peggio per i provocatori e
per coloro che si adombrano anco per una
puntura. Ma il Dalmata non ha mai usate
le insolenze, delle quali per esempio fu
largo il Narodni List — oggi buon sozio
— verso i poštenih staraca, cui allude il
Jedinstvo. Se non ci crede, vedrà che i
Morpurgo ed i Borcich ed altri onesti ve-
gliardi sono stati pettinati dalla stampa
radicale in modo tale da far apparir baci
e carezze quelle del Dalmata. Ed oggi
stesso, in pectore, quanti croati più o meno
feroci non ne diranno di cotte e di crude
all'indirizzo di quel giocondo vegliardo,
eh'è il podestà Milich, il quale, a Vienna,
ha parlato in senso anti-annessionista, tanto
che il Jedinstvo non ha avuto il coraggio
di riportare il discorso ! È vecchio sistema
dell' Jedinstvo quello di strillare per offese
ed invettive che non esistono; e tutto per-
chè non possiamo talora tacere di fronte
alle puerilità con le quali egli ci gratifica.
Rivenga serio, non accumuli sciocchezze
così come gli capitano sotto la penna (clas-
sica quella dell'altro giorno, sulla messa
glagolita) e, se ha da polemizzare, polemizzi
senza riguardo, sen?sa risparmio di colpi,
ma, almeno, con un poco di serietà.
Elezioni. — Tanto ieri, nelle elezioni
per la quinta Curia, quanto oggi, nelle ele-
zioni del forese di Zara — entrambe con-
comitanti alla nomina dei rispettivi depu-
tati al parlamento — gli elettori del Co-
mune di Zara nominarono elettori eletti
del nostro partito. Gli avversari non si
presentarono.
I<a Società di navigazione a va-
pore ungaro-croata. — La spettabile
Società di navigazione ungaro-croata ha
rinnovato il suo contratto col ministero
ungarico del commercio, e ciò per altri quin-
dici anni, per cui il nuovo patto durerà
fino all'anno 1916.
La Società contraente si assunse, fra
altri, i seguenti obblighi: creerà una nuova
linea celere tra Fiume e Gravosa con un
piroscafo del tipo Pannonia, e così porterà
al numero di quattro le partenze settima-
nali con piroscafi celeri dal porto di Fiume
per la Dalmazia; creerà una nuova linea
quindicinale per trasporto merci Fiume-
Oboti, colla toccata di Trieste; una linea
settimale Fiume - Smergo-(Cherso)-Veglia-
Lussingrande-Arbe-Valcassione e Zara, ed
una linea estiva Fiume-Cirquenizze ; au-
menterà di una le corse settimanali, per
tutto l'anno, sulla linea Fiume-Carlobago;
creerà una nuova linea settimanale diretta
Fiume-Trieste; manterrà anche le dome-
niche i viaggi sulla linea Fiume Segna ; ed
infine dopo tre anni a datare dalla firma
del contratto dovrà far costruire ancora
un battello (il terzo) del tipo Pannonia. Ed
allora avremo sei linee celeri settimanali
per Gravosa e Cattaro.
Postalia. — Col 1 gennaio 1901 saranno
emessi nuovi certificati di deposito a paga-
mento di imposte e tasse pubbliche nel
servizio-assegni della cassa postale di ri-
sparmio, al prezzo ridotto di 7 centesimi
ciascuno. I certificati di pagamento della
vecchia emissione del valore di 11 centesimi
ciascuno, che si trovano in possesio del
pubblico, possono essere usati per versa-
menti fino al 31 marzo 1900. Dopo questo
termine il loro uso non è più ammesso, ma
possono essere cambiati fino al 30 giugno
1901 presso tutti gli uffici postali verso
nuovi certificati, pareggiando la differenza
con segnavalori postali.
I rivenditori di valori postali devono, eam-
biare, entro il mese di gennaio 1901, presso
il rispettivo ufficio postale, le loro provviste
di certificati della vecchia emissione, presso
di loro ancora esistenti il l o gennaio 1901,
con certificati della nuova emissione o con
segnavalori.
Tempaccio. — Giovedì e ieri tempac-
cio con ritardo di piroscafi. Il molo di riva
nuova riportò nuovi guasti ed un tratto
della riva vecchia — che bisogna decidersi
a cambiare — venne tutto allagato.
La Rassegna Internazionale. —
Il fascicolo XIII di questa importante ras-
segna ha questo sommario : Angelo Conti,
Benvenuto Cellini scultore — Enrico Cor-
radini, Erostrato — Renzo Sacchetti, Le
origini del teatro internazionale (n.o 2) —
A. Cehow, La fortuna (traduzione di Leone
Zanco) — Remy de Gourmont, Rassegna
francese — Romualdo Pàntini, L'arte a
Parigi nel 1900 — Appunti bibliografici,
(Giovanni Chiabra, ecc.) — Notiziario gene-
rale, (Cesare Levi, Valentino Soldaui, ecc.)
Clie galantuomo ! — Da parecchi
giorni è fuggito da Zagabria il giornalista
Lodovico Fleiser, redattore della Hrvatska
Domovina, organo dell'opposizione croata.
Fu spiccato mandato di cattura contro il
fuggitivo perchè autore di truffe e falsifi-
cazioni di cambiali per parecchie migliaia
di corone. E dire che chissà quante volte
questo galantuomo avrà scritto vituperi e
canagliate contro gli italiani della Dalmazia!
Furto. — Ieri certo A. Drago, altra
volta condannato per furto, rubò dal cap-
potto del negoziante B. Mihalich, nella di
lui bottega in Piazza dei Signori, un por-
tafoglio contenente 80 fiorini. Arrestato
dagli organi della polizia comunale, il Drago
si mantenne negativo, ma una perquisizione
operata al suo domicilio condusse alla sco-
perta del denaro rubato. Il portafoglio, vuo-
tato destramente dal Drago, mentre il Mi-
halich era occupato jl servire un avventore,
venne trovato dietro un sacco, nella bot-
tega.
Corrispondenza aperta. — Signor
X. - Provincia. Non possiamo pubbli-
care il vostro articolo sugli impiegati do-
ganali perchè non crediamo sia giusto
adombrare coloro che dalla guardia di fi-
nanza passarono a posti civili. Avete ra-
gione voi, per quel singolo: ma non, per
uno, devono esser tutti attaccati.
Onorificenze, nomine, concorsi, traslochi.
Nomine — Ad ingegneri superiori nell' Vili
classe di rango vennero nominati gl' ingegneri
dott. Ernesto Nagy, Stefano Nazor ed Achille
Savo.
Le oblazioni varie
All' asilo delle orfanello. — Per
onorare la memoria della defunta signora
Antonietta ved. Colombani : Chiara Gosetti
cor. 2, C. Mattiazzi (Pago) cor. 2. — Fa-
miglia de Beden (offerta straordinaria) cor. 4.
Alla Società di 8. Vincenzo de
Paoli. — Per onorare la memoria, della
defunta signora Antoiietta ved. Colombani :
dott. A. Bottura cor. 2.
Le direzioni, preposte agli istituti bene-
ficati, porgono col nostro mezzo i più vivi
ringraziamenti ai generosi oblatori.
I NOSTRI DISPACCI =
Parigi 1 deccmbre. — Il senato fran-
cese si associò a voti unanimi alla
manifestazione di simpatia per Kriiger,
deliberata dalla Camera dei deputati.
Non è ancora accertato se Kriiger
si recherà a Berlino e se, recandovisi,
verrà ricevuto dall' imperatore. Pendono
trattative in proposito.
Si ritiene che il vecchio presidente
dèi Transvaal andrà pure a Vienna ed
a Budapest. Oggi al pomeriggio lasciò
Parigi. Il comitato pei ricevimenti lo
accompagna fino al confine belga con
seguito.
Roma, 1 decembre. — E' morto il
colonnello York. Il tenente colonnello
italiano Salsa assunse il comando della
colonna italo-tedesca a Kalgan.
Londra, 1 decembre. — Kitchener
venne nominato comandante supremo
delle truppe inglesi nell' Africa del sud.
Vienna, 1 decembre. — E' morto il
governatore di Varsavia principe Ime-
ritinsky.
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Stabilimento Tipografico S. Artale
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IL DALMATINO 1901
Lunario cattolico-greco ed itraelitico.
Esso contiene le solite importanti notizie
ed il prospetto dei distretti giudiziari nei
quali venne aperto il libro fondiario fino
a tutto settembre 1900.
Si vende al prezzo .di cent. 50.
Cattine, conservatori di bomboni, seguaci
di Kneipp, domatori ed agitatori di gene >
rosi destrieri e cliitarratori alle Dulcinee !
d Obrovaz. ammalati di b rgomastrite e '
dietite acuta, scavatori della fossa all'il-
lustre decorato di Dizmo, salvatori di
Croazia, e relativi fichi per la pancia, a
voi Ulpiani, Boezii, per 1' alto senno e sa-
pienza legale già accapparati compilatori
della costituzione della fu ura grande Dr-
žava, dico un arrivederci e non molestate
il pacifico Alpigiano.
LA C^HTACA
In favore dell' univergità italiana.
- Anche la direzione dei gruppi dalmati
della Lega Nazionale ha telegrafato all'on.
Malfatti plaudendo all' opera nobilissima
di lui per il conseguimento dell'università
italiana.
Per il centenario di Vincenz j Bel-
lini. — La direziona del Teatro Giuseppe
Verdi manda domani un telegramma a Ca-
tania per il centenario di Bellini.
Il novembre. — S'inaugurò ieri nella
mesta poesia dei ricordi il novembre. E'
il mese più triste aell' anno. E' la morte
delle cose. Non è ancora l'inverno colle
serate più raccolte, col freddo sano ed al-
legro. Non a caso venne s«elto fra tutti
per la particolare consacrazione di un giorno
ai defunti Volano così labili le memorie,
il tempo è cosi rabbioso cancellatore, che
il raccoglimento di questo giorno in un unico
pensiero viene quasi ad espiare le ore in
cui l'egoismo della vita trasporta e la fe-
rita più crudele può non parere insanabile.
Oggi ogni tomba ebbe il mesto tributo di
fiori e una fervida prece. Dormite in pace,
poveri morti !
Inoarioo onorilloo. — Il Ministro pel
culto e peir istruzione ha nominato l'illu-
stre nostro amico, 1' ufficiale postale in
pensione a Lesina, Gregorio Bucchich,
corrispondente dell'i, r. Istituto centrale
per la meteorologia ed il magnetismo
terrestre.
A Verg^orax, pare, gli affari non vanno
nel migliore dei mondi possibili. Come
abbiamo già annunziato quell'amministra-
zione comunale diresse alla suprema corte
di giustizia una nota per protestare con-
tro la condanna di quei galantuomini ed
in prima linea dell' innocente prete Lue-
tich. Tale iniziativa, però, non sarebbe
stata approvata dal Consiglio comunale, od
almeno da una parte, che vuole pertanto
la dimissione del podestà, e, quando non
la volesse dare, gli verrebbe inflitto un
voto di sfiducia. Contro il podestà sarebbe
stata poi mossa accusa per abuso del po-
tere d' ufficio. E perchè ?
Boycottaggio. — Il Narodni List —
fedele al programma della guerra allo stra-
niero — vuole hoycottata la ditta Luca
Millicich di qui, fabbricante di rosoli. La
cosa, comunque, è comicissima. 11 signor
Millicich, usando di un diritto consenti-
togli dalla legge, dalle stampiglie — De-
nunzia pella distillazione delC acquavite e
Dichiarazione per spedizione di liquidi spi-
rinosi per V Ungheria — ha cancellata la
dizione slava, perchè inutile. Trattandosi
di stampiglie usate dalle parti, le parti
hanno diritto di far ciò; e noi per esempio
sappiamo che la ditta Vito Morpurgo di
Spalato cancella da tali stampiglie la di-
zione italiana. Tanto è vero che — ad onta
del rapporto del commissario della guardia
di finanza (iioyanni Miletich — 1' autorità
di finanza decise in favore del signor Mil-
licich. Ed ecco tutto. Ma più della minac-
cia del Narodni List è graziosa l'origine
del carteggino che la contiene. Evidente-
mente è il signor commissario della guar-
dia di finanza Miletich, che si diverte, cosi,
a collaborare nell' organo magno della croa-
teria e a minacciar rappresaglie.... al ma-
raschino. E il fanatismo croato, fuori d' uf-
ficio ed in siffatti esercizi belletristici, può
ancora passare e far ridere. Ma noi ci
permettiam«. di richiamare 1' attenzione del-
l' ill.mo signor Hocevar sul fatto che questo
signor commissario dà abusivamente ed il-
legalmente evasioni in croato in affari
d'ufficio, ch'esigono l'uso esclusivo della
lingua italiana. Di giustificarsi da siffatto
abuso si occupi il Miletich, chè, in quanto
al hoycoUaggioj guai — ma veramente guai
— se ci mettessimo ad indirlo sul serio,
a danno dei pochi negozianti ed industrianti
croatofili che novera la nostra città. An-
drebbero ben presto con le gambe in aria.
Il podestà di Arbe viene informato
che per la falsa incolpazione contenuta nella
sua lettera aperta stampata nella terza
pagina del Narodni List n.o 87 a. c. fu
dal signor consigliere Antonio Lazzariui
prodotta il giorno 31 ottobre p. p. rego-
lare denunzia al locale giudizio.
Consigliamo il signor Dominis a non la-
sciarsi più oltre corbellare da coloro che
lo circondano e che egli considera e qua-
lificò più volte ladroni, come possono at-
testare molti testimoni che nomineremo in
caso di nuova rettifica. Sarebbe omai tempo
eh' egli rinunciasse alla carica se non vuole
incorrere in gravi guai per colpe altrui.
La catastrofe è prossima.
Pensarci tosto per non pentirsi poi.
In questo momento siamo lieti di rile-
vare che la locale Corte di giustizia di
prima istanza quale giudizio di ricorso
confermò l'assoluzione del signor consi-
gliere Lazzarini nel noti processo incoa-
togli dall'amministrazione comunale di Arbe
e ciò non solo per -il motivo che il fatto
non si qualifica ad alcuna azione punibile,
ma anche perchè di fronte ai molti testi-
moni di difesa la Corte non potè prestar
fede a quei pochi di accusa quasi tutti
già condannati e salariati dal comune de-
nunziante.
Dimostrazione politica. — Togliendo
a pretesto Marco Marulo, mistificato in
Manilić, si sta organizzando a Spalato,
dalle società croate, -ina esclusivistica ed
accentuata politica dimostrazione per la
giornata di domenica. Fra gli organizzatori
jrincipali stanno parecchi i. r. docenti delle
ocali scuole medie, che firmarono, assieme
ai presidenti delle società ed agli amici
politici croati più in vista, il relativo ap-
pello!
La scolaresca doveva essere elemento
vitale nella dimostrazione, ma pare che
r autorità preposta non siasi trovata in ciò
d' accordo.
Ritorneremo sull' argomento.
Si allevano bene ! — Invece di stril-
lare per gli episo ì studenteschi di G-raz,
scemando la dignità dei loro giovani ade-
renti, i giornali croati dovrebbero vergo-
gnarsi della parte che alcuni ragazzi, e
qui e a Spalato, fanno nella scuola contro
loro stessi condiscepoli. Guai, quand' era-
vamo scolari, che uno di noi si facesse
delatore, anch^ in cosa di lieve conto;
mentre ora, pur troppo, la delazione, pei
croati (elevati, si intende, alla dignità na-
zionale !) è una istituzione. Giorni sono ci
rac 'ontarono non sappiamo più qua! ragaz-
zata; ma ben ricordiamo il fatto che uno
dtgli scolari croatofili, trattosi in disparte,
andò annotando sovra un pèzzo di carta il
nome dei suoi condiscepoli italiani, per de-
nunziarli ; cosa che certo desta più pietà
per il denunziatore che per i denunziati.
Noi condanniamo e i disordini e le vio-
lenze di qualsiasi specie esse sieno ; ma
non possiamo astenerci dal constatare che
un giovanetto, il quale ha la freddezza di
un commissario di polizia, e prende nota
dei condiscepoli suoi più vivaci, è un gio-
vanetto proprio meraviglioso.
Tanta freddezza però puzza di sugge-
stione, e c' è da scommettere cento contro
uno che a quei ragazzi dell' altra paroc-
chia, sempre a danno del nostri, s'insegna,
non diciamo la provocazione, ma il comodo
mestiere della spia. E i nostri, come al
polito, scioccamente v'incappano. E i geni-
tori, che dovrebbero sorvegliarli, si faranno
vivi appena post festumf
Benone !
Mistifioazioni. — Il Narodni List e
r Hrvatska Kruna, offendendo '!ol loro
guaito gli studenti croatofili all'università
di Graz (che sembra si lagnino a papà e
a mamà) asseriscono che lo studente Bo
netti ebbe a ferire di hox uno studente
croato. L'asserzione è falsa. La sera suc-
cessiva all' episodio occorso nel Restaurant
alla Stazione, e precisamente nella via pr n-
cipale di Graz, lo studente Bonetti venne
fermato da uno studente croatofilo, che
avfcva con se altri tre o quat ro compa-
gni. Interrogato con piglio altezzoso il
Bonetti, se fosse in caso di ripetere una
frase della sera precedente, il Bonetti, a
non mostrar timidezza e coerente a sè
stesso, rispose con un' affermazione. Allora
10 studente croato lo percosse ed il Bo-
netti, minacciato anche dagli altri, reagì
a propria difesa. Sopraggiunto però uno
studente italiano, forte ed aitante giovane,
i croatofili si allontanarono ; ma nessun
box venne adoperato e nessuno rimase
gravemente ferito; tant' è vero che lo
studente croatofilo, aggressore del Bonetti,
fu visto il giorno successivo fuori di casa.
L' Hrvatska Kruna specialmente poteva
risparmiare i suoi stupidi Witz sui hox e
risponde] e a tuono alle nostre accuse
chiare e precise sui preparandisti.
Il Narodni List ha il fegato di tac-
ciarci di me.izogna, mentre non v'ha riga
in lui che sia verità. (Si legga, a propo-
sito, anche l'odierno nostro carteggio da
Almi ssa). Non è vero che noi si sia tèneri
pei chioggiotti, ma è verissimo che le due
paranze alle quali abbiamo alluso vennero
armate anche coli'intenzione di far concor-
renza ai chioggiotti nella pesca in alto
mare e ciò anco per far tacere le recri-
minazioni croate. Nessun giornale forse più
del nostro ha parlato a vantaggio dei pe-
F:catori nostrani : e noi possiamo citare al
Narodni List carteggi e gazzettini ove era
da noi stigmatizzato 1' uso della dinamite,
nocivo non già ai chioggiotti, ma ai pesca-
tori nostrani ; e (quello che non ha mai
fatto il Narodni List) abbiamo chiesti pei
pescatori di Rogosnizza e di Zlarin e del
Contado di Zara e dell' isola d' Arbe faci-
litazion e premi e al governo marittimo e
alla società di pesca. Carta canta e villan
dorme ! E non noi, ma i demagoghi del
Narodni List, che si proclaman gli amici
del popolo, dovrebbero far voti perchè al
popolo siano mantenuti i vantaggi della
pesca chioggiotta e della importazione di
frutta e di legumi pugliesi. Con la male-
detta carestia che c'è, il popolo non po-
trebbe mangiar pesce o gustar frutta al-
cuna senza i regnicoli: e il popolo vuole
la modesta felicità di qualche variazione
nell'alimento e non già la guerra allo stra-
niero, indetta, nell' ora della digestione, da-
gli apostoli della grande nazione.
Prete Bianoliini, nell'ultimo numero
del Narodni List, si affretta a smentire il
ritiro del deputato Vucovich dalla vita
politica, per cui nelle prossime elezioni
dietali vedremo a braccetto la terna Vu-
covich-Bianchini-Morpurgo.
E così il povero Prodan, anche questa
volta, resterà in tromba; e tutto per voler
rimanere cisto.
Prete Bianchini è più pratico in politica;
non abbada a certe piccolezze ed ha ra-
gione, chè così i posti al Beichsrath ed
alla Dieta gli sono assicurati, senza poi
parlare degli abbonati al Narodni List che
aumentano perchè oscilla tra l'opportuni-
smo ed il puritanismo giusta il programma
di prete Perich, che estrinseca tutta la
sua intransigenza nel negare l'esistenza
d'italiani in Dalmazia, mentre in tutto il
resto è molto malleabile, civettando volen-
tieri e con serbi e governo ed opportunisti
e puri ed impuri. E gì' ngenui d'Imoschi
che gli credono 1
Doni alla biblioteoa .^Paravia '. —
11 sig. prof. Ubaldo (lalvi ha donato alla
biblioteca „Paravia" quattordici annate del
periodico L^ eco dei tribunali; il sig prof.
Emanuele Nikolic una copia della sua opera
Escursioni in Dalmazia ed il sig. Giuseppe
Leinweber tredici volumi di varia lettera-
tura.
Ai generosi donatori la direzione del
patrio istituto porge, a mezzo nostro, i
più sentiti ringraziamenti.
Camera di oommeroio. — Ecco l'or-
dine del giorno per la seduta del 7 novembre
della locale Camera di commercio ed in-
dustria. — 1. Approvazione dei pro-
tocolli di seduta 22 aprile e 5 luglio 1901.
2. Comunicazioni di atti evasi e pervenuti.
3. Nomina d'un revisore peli' esame dei
progetti peli' istituzione di società per azio-
ni in luogo del rinunziatario ingegnere dott.
G. Persicalli. 4. Modificazioni nella dele-
gazione di due rappresentanti della Camera
quali assessori consultivi all' intendenza
militare. 5. Domanda d' un esercente per
ottenere la concessione per 1' esercizio del
l'industria tipografica in Zara 6. Parere
sul progetto di legge circa Is facilitazioni
per l'erezione di edifizi per operai, con
sani alloggi ed a basso prezzo. 7. Domanda
d'un esercente peli'apertura di una libre
ria internazionale a Zara. 8. Relazione sulla
seduta tenuta presso questo Capitanato di
porto in seguito alla rinunzia da parte
dello Stato al diritto di traghetto nel porto
di Zara dal 1. gennaio 1902. 9. Parere sul
modo con cui il magazzino delle proviande
militari potrebbe far acquisto di avene pel
1902, direttamente dai produttori. 10. Do-
mande di stipendi e sussidi. 11. Esame ed
approvazione del preventivo della Camera
prò 1902. 12. Proposte eventuali.
Teatro Giuseppe Verdi. — La com-
pagnia Da Farro ha data l'ultima recita
giovedì, con la pochade Largo alle donne,
satira esilarante del femminismo. Per que-
sto mese è attesa la compagnia d'Italia
Vitaliani, attrice che torna a noi dopo aver
conquistata la celebrità. Di lei, special-
mente in Ispagna, si è scritto di recente
come di un'attrice originale, potente, de-
gna della più grande ammirazione. Sarà,
certo, una gran compiacenza pel nostro
pubblico.
Mancanza di correntezza. — Vi è
chi si lagna di mancanza di correntezza da
parte àéiV Istituto di assicurazione per gli
infortuni sul lavoro con sede a Trieste, isti-
tuto che si dirama anche in Dalmazia. An-
cora il 7 giugno di quest' anno, Deuer Gio-
vanni, cocchiere del signor Antonio Mestro-
vichdi qui, ebbe a riportar grave ferita alla
mano destra. Notificato subito l'infortunio,
con le relative perizie mediche, all'Istitu-
to, a tutt'oggi, cioè dopo cinque mesi, il
Deuer non ha conseguito il prescritto ri-
sarcimento. Trattandosi di un povero lavo-
ratore, che ha ricevuto danno dall'acciden-
te, questa mancanza di correntezza da parte
dell'Istituto è ingiustificata e ben deplore-
vole.
Traiferimento. — Il Segretario Luo-
gotener.ziale dr. Francesco conte Thun Ho-
hensteinsky venne trasferito in Boemia.
Comare che bora.... Ieri, dopo al-
cune giornate sciloccali, abbiamo avuto la
bora che pur oggi soffia allegramente, con
uno splendido sole e cielo turchino. Spe-
riamo che domani — per la nota regola
dei tre giorni — la sia finita. La montagna
è tutta coperta di neve.
Baroa capovolta. - - Ieri al pomerig-
gio, verso le 3 e mezzo, la gaeta di Giu-
seppe Valcich da Cale uscì dalla Fossa,
ma, giunta sotto le Colovarre, ebbe a ca-
povolgersi per una non forte raffica di
vento che le ebbe ad imbrog;liare la vela.
I quattro uomini che vi erano dentro si
Rgì>rapparono alla chiglia e con dei caicchi
vennero tratti a terra. La barca venne ri-
morchiata in Fossa.
Il Corriere Triestino della Moda.
— Le nostre gentili lettrici non facciano
a meno di chiedere alla Libreria Chiopris
di Trieste un numero di saggio del Cor-
riere Triestino della Moda, ricchissimo gior-
nale di mode per signora. L'edizione di
lusso dell' ultimo numero è magnifica. Oltre
infiniti disegni in nero, contiene due grandi
tavole con figurini colorati e tavole di mo-
delli e modelli tagliati e un supplemento
per le ricamatrici. Un periodico insomma
variato ed elegante ed economico, che rac-
comandiamo alle nostre lettrici.
Eccessi notturni. — Tre individui, che
stanotte commisero degli eccessi in un pub-
blico esercizio ed in istrada, molestando i
tranquilli passanti, vennero arrestati dalla
polizia comunale.
Banda in piazza — Domani alle 12
e mezzo — tempo permettendo — la Banda
Comunale eseguirà un concerto in Piazza
dei Signori.
Corrispondenza aperta. — Signoì
Antonio Alzetta. Fiume.— Non siamo con-
trari a pubblicare la vostra rettifica, ma
quando la rettifica sarà estesa in forma
legale ; quella che avete mandato non cor-
rispondendo per nulla alle forme legali.—
Signor Alpigiano. — Ci scriva ancora, ci
scriva sempre, anche articoli su tema pro-
vinciale. Ci farà un vero favore.
uu museo di rarità per 5000 dollari, ma
venne persuasa di non farlo.
Presenti all' esecuzione erano solo pochis-
simi. Il cadavere fu bruciato nella calce
viva e bruciati furono tutti gli effetti di
vestiario indossati dal giustiziato durante
r esecuzione perchè di nulla memoria resti.
Czolg^osz non è più. — Venne giu-
stiziato mediante l'elettroesecuzione l'assas-
sino di Mac Kinley. L'esecuzione ebbe luogo
martedì alle 7.12. Prima di passare nella
sala tremenda gli fu permesso di ricevere
la visita del fratello e del cognato e si
dolse che non fosse con essi il padre. Re-
spinse fino all' ultimo i conforti religiosi,
e chiese che nessun intervento religioso
vi fosse dopo la sua morte. Tutto il con-
tegno dello Czolgosz fa calmo.
Martedì mattina si vestì e fece colazione
di buon appetito ; quando già era sulla ter-
ribile sedia elettrica pronunciò alcune pa-
role dicendo di aver ucciso il presidente
perchè lo riteneva nemico degli operai e
che non ne sentiva alcun rimorso. Parlò
rapidissimamente perchè tosto gli fu appli-
cato r elmetto e la maschera. L'esecuzione
durò 3 minuti e alle 7.15 Czolgosz era morto.
La famiglia poteva cedere il cadavere ad
Le oblazioni varie
All'asilo Infantile. — Per onorare
la memoria della defunta signora Elena
Battara : dott. Riccardo cav. de Stauber cor.
2. — Per onorare la memoria del defunto
signor Edmondo cav. de .Turissevich: dott.
C. Abelic di Melada cor. 5, Giovanni San-
tini 1. — Per onorare la memoria della
signora Milena Friedinger nata de Relia :
cav. Demetrio e Michelangelo Luxardo cor.
10, Carlo Copani 2. — Per onorare la
memoria della defunta signorina Caterina
Britvich: Don Cristoforo Stipcevich cor. 1,
Laura Ivankovic (Ervenik) 10.
Alla Società di S. Vincenzo de
Paoli. — Per onorare la memoria del
defunto sig. Luigi Tadic: Don Simeone
Soric cor. 2. — Per onorare la memoria
della defunta signora Elena Battara : Giov.
ved. Angelovich cor. 2. — Per onorare la
memoria del defunto signor Matteo Tolja :
Giov. Kiswarday cor 2. — Per onorare la
memoria della defunta signorina Milena
Friedinger : famiglia de Seifert cor. 6.
Le direzioni, preposte agli istituti bene-
ficati, porgono col nostro mezzo i più vivi
ringraziamenti ai generosi oblatori.
I NOSTRI DISPACCI ^
Parigi, 1 novembre. — Ieri è partita
per Smirne una squadra francese, che
farà una dimostrazione navale contro
la Turchia. La Francia, a Smirne, incas-
serà le rendite doganali. Così la Tur-
chia sarà costretta a sborsare gli im-
porti reclamati già da lungo tempo
per conto degli eredi Lorando.
Fiume, 1 novembre. — Ieri a sera
la rappresentanza comunale accolse
ad unanime voto la proposta del pre-
sidente dottor Vio che T invito del
bano per la nomina di due deputati
di Fiume alla Dieta croata renga
messo ad acta.
Vienna, 1 novembre. — Ieri piti
di trecento studenti italiani fecero
una imponente dimostrazione, dappri-
ma nell' aula dell' Università e poi
davanti al palazzo del Parlamento.
(Dimostrazione di solidarietà coi colle-
ghi italiani dell'università d'Innsbruck.)
Gli studenti acclamarono i deputati
italiani e gridarono evviva V università
italiana l vogliamo Vuniversità italiana!
Si ingrossò talmente la folla sulla
Bin^strasse, che le guardie dovettero
far uso delle sciabole a ristabilire la
circolazione. Tutti i giornali, oggi,
commentano la dimostrazione.
Vienna, 2 novembre. Ieri, per as-
secondare il desiderio manifestato dal
rettore dell' università, si presentò al
medesimo una deputazione del Circolo
Accademico, di cui face van parte il pre-
side Aldo Benevenia c due membri
della direzione, per consegnargli un me-
moriale abbracciante i postulati degli
studenti italiani nella questione della
università.
II rettore li accolse molto affabil-
mente, promettendo di inoltrare il me-
moriale ai fattori competenti, dopo
averlo esaminato.
Gli studenti rinnovarono V assicura-
zione che la dimostrazione non venne
diretta nè contro gli studenti tedeschi
nè contro V università di cui sono
ospiti, bensì contro 1' ostinazione di
negare la erezione di una università
italiana.
Il rettore raccomandò di mantenere
la calma, lodando il contegno decoro-
so, sempre finora osservato dagli stu-
denti italiani.
Graz, 2 novembre. — Oltre duecento
studenti italiani, stlidali coi colleghi
di Innsbruck, si recarono all' università,
ove tennero un comizio. Vennero pro-
nunziati, tra applausi, vari discorsi.
Venne votato un ordine del giorno
contenente i sacri postulati degli ita-
liani, che hanno diritto ad una univer-
sità degli studi.
Una deputazione venne poi accolta
gentilmente dal rettore, che assicurò
gli studenti di appoggio. Il corteo efilò
la Ring. Nessun incidente.
RINGRAZIAMENTO.
P(ir le tante squisite prove di affetto, di
cui furono larghe, con svariate attestazioni,
amici e ^conoscenti, in morte di Elena
ved. Linardovichi madre esemplare,
amorosissima, indimenticabile, porge com-
mosso i più sentiti ringraziamenti, il deso-
lato figlio Antonio, per sè, sorelle e pa
renti.
Ragusa, 30 ottobre 1901.
Edit. e redat. resp. Luigi de Negovetioh
stabilimento Tipografico S. Artalt
Collegio mWV A. GABELLI
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mande. La Direzione.
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liane oppure in Corone al corso di giornata.
Trieste, 1 agosto 1900.
OFFICINA MECCANICA
di
ZARA, Via teatro vecchio. «
SFRRATALLO - Acq ua di catrame
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petto e della gola
Numero 104 ZARA, Sabbato 28 Deeembre 1901 Anno XXXVI
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p,.r Zara Cor. 16 anticipatamonte, semestre e trimestre m proporzione
Por !'«r.ìpero Austro-Ungarico Cor. 18, «ementre Cor. 9, trimestre Cor 5
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Giornale politico, economicop letterario
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diir Ammiaistrazione del DALMATA in Zara. Chi non respinge il foglio doro
soadata Tassooiazione, s'intende obbligato per il trimesire snssegueiite.
Le corrispondenze devono dirigersi affrancate esclusiramente alla re-
dazione. Le lettere non affrancate saranno respinte. I oomimioatì si inierisoono
al prez'so di Cent. 25 la line*, e. r.irtero testino. Avvisi ed imserzioni a prozzt
moderato da convenirsi. — I manoscritti non si restitoiscono.
La questione di San Girolamo.
Riceviamo dal nostro comprovinciale Tito Ala-..p-vich (jucsta lettera, che pubblichiaiuo per la •^r.a siguiticanza, im[)reg-Ludicato il nostro modo
vedere nella (luestioiie.
Onorevole signor direttore,
A nome del comitato dei dalmati di
jioma, taccio appello al ^uo stimato
periodico, perchè si compiaccia di pub-
blicare àlcuiie brevi e sincere conside-
razioni suir ultima fase della questione
di San Girolamo, che sarà, lo speriamo,
fase risolutiva.
Dichiariamo anzitutto che non nic-
cogliamo alcune ingiuste critiche, che
ci vennero mosse m questi giorni da
qualche giornale intransigente. Quelle
critiche partivano da un concetto errato
suile condizioni politiche ed etnografiche
del nostro paese.
I dalmati, che vivono a Roma, pos-
sono avere le opinioni politiche che
credono ; ma la nostra patria potrà
constatare con orgoglio questo fatto:
che dinanzi a una questione puramente
dalmata, non vi furono più tra noi nè
italiani, nè slavi. Ognuno ha messo in
disparte i propri ideali politici, perchè
un altro più grande ideale si imponeva
alle nostre coscienze, la Dalmazia!
Ci duole che al di là dell'Adriatico
non tutti abbiano compreso il carattere
patriottico, e spoglio di qualsiasi tinta
politica, della nostia azione, dalla presa
di possesso di San Girolamo alla con-
venzione del 24 novembre, di cui par-
lerò poi.
In Dalmazia, per la questione di
San Girolamo, si sono accapigliati ita-
liani e croati; a Roma ed in Italia,
ove pure sono rappresentate tutte le
g-radazioni politiche del nostro paese,
regnò sempre tra i dalmati l'armonia
più perfetta. Perchè questa differenza?
Perchè qui i dalmati sapevano a quale
obbiettivo si mirasse; in Dalmazia no.
Se a Roma vi fossero stati venti
dalmati di sentimenti slavi, io li avrei
tutti raccolti sotto la nostra bandiera
per recarci a San Girolamo ; e non mi
sarei affatto preoccupato di trovarmi,
coi dodici dalmati di sentimenti italiani,
in minoranza. Si doveva lottare per
un diritto dalmata, e non per un di-
ritto croato, 0 italiano, o serbo.
Infatti, quando il 29 agosto noi in-
vademmo San Girolamo, non rispet-
tammo nè Pazman, nè Frisch, nè altri
croati delia Croazia; ma noi ci affret-
tammo a stringere la mano, ed a pro-
clamarli nostri compagni, due dalmati
di nazionalità slava, che si trovavano
nell'istituto e che, per nostro desiderio,
non furono mai allontanati da San
Girolamo e vi si trovano tuttora; in
tendo parlare dei servitore di Pazman,
un morlacco autentico, e del sacrestano,
che è un borghigiano di Sebenico.
E tanto onestamente dalmata fu la
nostra azione, che noi declinammo le
cortesi offerte dei triestini ed istriani,
dei trentini e degli albanesi. Essi non
erano dalmati e quindi non potevamo
associarli ad una rivendicazione, che
doveva essere essenzialmente dalmata.
Molti ci hanno accusato di esserci
rivolti al governo d'Italia ed allo
stesso re Vittorio Emanuele, anziché
fare appello al sovrano legittimo della
Dalmazia. L'accusa è gratuita. Quando
avemmo sentore di ciò che si tramava
a San Girolamo, il mio primo atto fu
una petizione a S. M. 1' imperatore.
In quella petizione, firmata anche da
altri dalmati, io esponeva a S. M.
tutto ciò che i nemici della Dalmazia
preparavano a nostro danno ed invo-
cava l'alta saggezza ed imparzialità
dell'Imperatore perchè fosse tutelato
un sacrosanto diritto di uno dei suoi
popoli.
Contemporaneamente io feci tenere
una petizione a S. S. il papa, per
richiamare anche l'attenzione del pon-
tefice sulla flagrante ingiustizia, di cui
stavano per diventar vittime i cattolici
della Dalmazia.
Questi furono i primi atti dei dal-
mati residenti a Roma, nella questione
di San Girolamo.
Solo quando vedemmo che non ve-
nivano risposte nè da Vienna nè dal
Vaticano e quando vedemmo che il
collt^gio pancroato stava per inaugu-
rarsi, noi ci decidemmo all'invasione
di San Girolamo.
Accordi tra noi e le autorità italiane
non ce ne furono mai. Anzi noi ave-
vamo preaentata una petizione al mi-
nistero dell'interno, perchè, nell'iute-
resse della pubblica tranquillità, fosse
impedita F inaugurazione del suddetto
collegio. Ma quella petizione, dopo
aver passeggiato da un ministero al-
l'altro, lini per essere messa a dormire
negli archivi di palazzo Braschi.
Tulto il resto della questione di San
Girolamo è noto.
Vengo dunque all'ultima fase della
questione stessa.
Il governo italiano aveva ricono-
sciuto il protettorato austriaco sull' isti-
tuto di San Girolamo ed aveva conse-
gnato l'istituto al conte Corouini; e
a noi non restava che iniziare la causa
in petitorio.
Ma qui sorgeva un grave quesito,
affacciato dagli stessi n.stri avvocati:
Tommaso Villa, Emanuele Gianturco
e Nicolò Gallo. Il quesito era questo:
se i tribunali italiani si dichiarassero
incompetenti ?
E questo quesito ne figliava un altro :
con quali mezzi i dalmati avrebbero
affrontato una causa lunghissima e di-
spendiosissima ?
D'altronde l'affare di San Girolamo
H complicava. Il Mv ntenegro, la Serbia,
r Albania venivano ad accampare dei
diritti sul San Girolamo, disconoscendo
i diritti nostri. Il Montenegro si af-
frettò a mandare a Roma una deputa-
zione diplomatica, composta — è strano !
— di due dalmati : il Vojnovich ed il
Millinovich, mentre un terzo dalmata,
il Popovich, avrebbe preparato il ter-
reno alla loro azione diplomatica.
Perdere del tempo in chiacchiere
sarebbe stato un delitto di lesa patria.
1 dalmati perciò, e italiani c slavi,
non esitarono a darmi pieni poteri
perchè iniziassi delle trattative con
chi teneva l'istituto di San Girolamo:
il conte Corouini.
In pochi giorni le trattative appro-
darono ad un compromesso, firmato da
tutti i dalmati ; e secondo questo com-
promesso, l'autonomia della congrega-
zione veniva pienamente riconosciuta;
la congregazione rientrava nel suo di-
ritto di eleggere gli amministratori del
patrimonio; si ritornava al rispetto
degli statuti ; si ristabiliva lo statu
quo ante.
Ma, secondo i nostri detrattori, noi
ci eravamo sottomessi al Vaticano ed
all'Austria; e, con questa duplice sot-
tomissione, i vevamo trrdita la patria.
Lascio a voi di giudicare la logica
di un simile ragionamento. Nè vi è
buon senso nell'asserire ciò, nè da
parte nostra è pur ombra di scorret-
tezza.
Perchè i nostri due reati di sotto-
missione a che cosa si riducono? Ad
aver riconosciuto il primo articolo dello
statuto di San Girolamo, che pone l'i-
stituto sotto la supremazia di un car-
dinale protettore ; e ad aver accettata
quella protezione austriaca che lo stesso
governo italiano aveva pur dovuto ri-
conoscere.
Non vado oltre.
Mi permetta, signor direttore, di
dire ancora due parole sul patrimonio
di San Girolamo.
Esso è composto di dieci case e di
una chiesa e la rendita netta è di lire
italiane 30.000 all' anno.
Se il nostro compromesso ' sarà ra-
tificato, e se noi diverremo gli ammi-
nistratori dell'istituto, ci prefiggiamo
sin da ora il seguente programma, che
sottoporremo alle competenti autorità:
Detratta la parte dovuta alla bene
ficenza ed al culto, si potrà creare una
ventina di posti, o nel collegio da
fondarsi o in collegi già esistenti a
Roma, per altrettanti giovani dalmati,
siano essi o italiani, o slavi, purché
nativi di Dalmazia o di genitori dal-
mati, come vogliono gli statuti. Si
ammetteranno a concorso anche gio-
vani di altri paesi dell'antico Illirio.
Noi non vogliamo fare dell' esclusi-
vismo. I dalmati sono stati sempre ge-
nerosi e continueranno ad esserlo. Al
nostro diritto non rinuuzieremo mai ;
ma non per questo ci asterremo dal-
l'applicare il più largamente possibile
la dizione consacrata dai secoli e dalle
bolle papali: Dalmatica seu Illyrica
natio.
Con distinta stima.
R< ma, 26 deeembre 1901.
Tito Alacevich.
Il porto di Spalato.
Spalato, 27 deeembre.
Saranno venti giorni circa che da
noi domina il vento da lebicchio, ed
è impossibile il descrivere il mare
grosso ed il forte stigaizzo che con
questi tempi si soffre nel nostro porto;
il mare giunge sino ai negozi Pero-
vich, Voltolini, Juras, Matossich e tante
volte i colpi di mare arrivano sino al
principio della piazza delle frutta,
I vapori sono nell' impossibilità di
ormeggiarsi alle rive ed ai moli nella
tema di rompersi e ciò con gravissimo
danno al commercio ed al pubblico.
L' altra mattina giungeva in linea
celere Cattaro-Gravosa 11 piroscafo Pan-
nonia dell'Ungaro-Croata che causa il
grosso mare dovette restare alla rada
ormeggiandosi ad una delle boe. Gli
sforzi sopraumani fatti da due barche
a quattro remi condotte da vigorose
braccia furono nell' impossibilità di or-
meggiare il battello ed una dozzina
di passcggieri furono trasportati a bor-
do da alcune barche ed in questo mo-
mento succedevano scene strazianti,
grida di aiuto ; pareva in un momento
che tutti dovessero esser travolti dalle
onde, e tutto ciò succedeva nella più
perfetta oscurità imperocché un solo
fanale era acceso alla testa del molo
San Pietro e pareva propriamente di
essere non nel secondo porto commer-
ciale dell' Austria, ma in una delle
peggiori rade della Turchia.
Noi richiamiamo seriamente V atten-
zione deirillustrissimo signor presidente
del governo marittimo de Ebner e di
Sua Eccellenza il signor ministro di
commercio de Cali, facendo presente
che con un semplice braccio di diga
dalla punta di Santo Stefano il porto
di Spalato sarebbe ridotto a dock e
potrebbe pareggiare per sicurezza coi
porti di . Amburgo, di Ostenda e di
Cardiff. Non bastano forse quattro an-
negati in meno di un anno per deci-
dersi di illuminare convenientemente
le rive di Spalato ? Cosa si vuol più
attendere? Se Sua Eccellenza il mini-
stro del commercio ungherese Hegedils
preventivò per il 1901 per il porto di
Fiume sei milioni di corone perchè Sua
Eccellenza Cali non preventiva un im-
porto per il piccolo braccio della diga
da erigersi dalla punta di Santo Ste-
fano ? Non vogliamo che per Spalato
si sprechino dei milioni, ma abbiamo
il diritto di pretendere che sieno sal-
vaguardate le vite e gli averi dei con-
tribuenti. Videant consules !
Il martirologio del mare.
I mesi neri. - I naufragatori - Gli eroi
dell' oceano.
Ecco venire i „mesi neri" come di-
cono i marinai inglesi. Non è solo la
terra che si spoglia, si scolora, si ot-
tenebra : anche il mare, il bel mare
luminoso delle villeggiature estive, d'un
tratto muta aspetto, e per così dire di
faccia. Lo si sente turbato, inquieto;
esso assume dure tinte opache, ha in-
crespamenti maligni, e nel suo grande
romore eterno fa sentire alcunché di
più minaccioso e di più brusco.
Gli abitatori delle spiaggie che vi-
vono del mare, ed i cui destini sono
intimamente legati ai suoi capricci ed
alle sue ire, scrutano ansiosamente la
sua fisonomia mutevole. Non si calma
il mare. C'è in esso come un fondo
di rancore selvaggio, il quale non si
modera qualche tempo se non per
meglio prendere l'impeto. Nell'Atlan-
tico e nella Manica é sovratutto al
principio ed alla fine dell'inverno che
le sue collere sono terribili.
Leggete la Statistica dei naufragi;
vedrete che i due periodi in cui si ve-
rifica il maggior numero dei disastri
marittimi sono novembre e dicembre
da un lato, e marzo e aprile dall'altro.
In questo scorcio d'anno, in poche
settimane, sulle coste dei mari del
Nord non si sono già avventate due
furiosissime tempeste, affondando cen-
tinaia di imbarcazioni, travolgendo cen-
tinaia di vittime?
Novembre, dicembre! mesi tristi ed
i cui nomi stessi sembrano prolungare
la loro finale come un rintocco lugubre !
Per sapere quante immagini angosciose
e tragiche essi possono suscitare nella
mente, bisogna aver vissuto, almeno
per un inverno, in qualche borgata od
in qualche villaggio sulla spiaggia.
Tutta la vita vi è come sospesa:
solo lo spiazzo è drammaticamente a-
nimato. Torbide cavalcate di nuvole
sfidano senza posa pel cielo basso e
ventoso. La desolazione dei giorni non
è eguagliata che dal lugubre orrore
delle notti. Oh certe notti d'abisso,
popolate di rumori sovrannaturali e di
visioni apocalittiche! Si direbbe che
l'universo stia per ritornare alle te-
nebre primitive ed oscilli in preda a
tutte le forze scatenate del caos. Le
raffiche sibilano, singhiozzano, hanno
latrati, miagolii, muggiti. Il mare,
convulso, sembra in preda ad un at-
tacco di epilessia. Le j)iccole case dei
villaggi paiono stringersi nelle tenebre
l'una all'altra più vicine, come prese
da paura. Tutte le imposte sono chiuse,
i lumi spenti. Può darsi che vi siano
nel mare esseri umani con tempi si-
mili? Ohimè, si! E se dubitate ten-
dete r orecchio.
In una di quelle paure subitanee, di
quegli improvvisi silenzi, che ad in-
tervalli frammezzano il mostruoso con-
certo, una detonazione lontana si ode
dal Lngo, oppure alcune voci — in-
traducibili voci, lunghe, disperate —
invocano aiuto.
Un tempo, a questi appelli strazianti
rispondeva dal litorale un clamore di
saccheggio, di massacro, di morte. Era
r epoca fosca in cui gli uomini non si
peritavano di farsi, contro il proprio
simile, i complici dell'Oceano.
Questi barbari costumi sono scom-
parsi, ringraziando il cielo! Anzi....
cosi, come v' ha una flora speciale alla
zona marina, del pari v' è oggi disse-
minata in tutte le spiaggie una nobile
razza d'uomini, la cui voc£izione, il
cui istinto naturale è di sacrificarsi
pel proprio simile.
A prima vista nulla fa distinguere
questi uomini dagli altri comuni : a!
contrario essi sono individui assai u-
mili, rozzi, mal vestiti, dall'andatura
pesante, dalle mani incallite, sporche
di catrame, dai piedi scalzi. E nem-
meno l'esistenza che conducono ha
qualcosa di caratteristico.
Sparsi lungo le spiagge, essi non
sono che poveri pescatori, pescatori di
pesce minuto, modesti pescatori costieri.
Raramente essi perdono di vista la
terra: „escono" all'alba e rientrano
al tramonto.
Le loro case, in pietra bigia, sono
meschine. Pochi mobili arcaici e som-
marli: vecchi letti, vecchi armadi zop-
picanti, vecchi cassoni. Ma ceco, buI
muro, nel vano della finestra, qualche
cosa di notevole: v'hanno qua inqua-
drati grossolanamente, o semplicemente
appuntati con spilli, diplomi, certificai,
attestati, medaglie di bronzo e d'ar-
gento, le quali nella miseria generale
dell' abituro, sembrano essere come
smarrite. Smarrite ? No. In nessun
luogo, credetelo, quelle medaglie?, al
vrlore starebbero meglio che qui. Av-
vicinatevi a queste carte, a questi at-
testati appesi alla rinfusa e leggete:
„Salvataggio della barca Maria degli
Angioli^ il 6 novembre...." „Salvataggio
del brigantino Elisa, il 15 aprile...."
„Salvataggio " E' un elenco, una
litania! Ed ecco che l'umile capanna
si trasfigura ai nostri occhi : ci si sente
presi da rispetto e da ammirazione:
si è, semplicemente, in casa di un
eroe.
Quante volte, nel suo povero letto,
1' uomo è destato di soprassalto ed ha
detto a sua moglie:
— Ascolta! Non ti sembra udire
delle grida ?
E la donna, teso l'orecchio :
— Infatti... c' è qualcuno in pericolo,
va presto.
Ed egli era già in piedi, e se ne
andava. Se ne andava nella notte nera
e nella tormenta, bussando lungo la via,
alle impannate delle altre case, de-
stando e chiamando gli altri pescatori,
suoi compagni.
In pochi salti la brigatella di co-
raggiosi era sulla spiaggia e staccava
la prima barca incontrata. Via! Il ma-
re poteva pure urlare, gli si strappava
la sua preda dalle fauci, e, senza nem-
meno pensare al rischio cui si correva
continuamente, finché c' era gente da
trarre in salvo, si salvava.
Se i salvataggi sono tanto ardui e
tanto drammatici presso le spiaggie,
che dire quando essi si svolgono a
centinaia di migliaia al largo, tra il
cielo tenebroso ed il mare implacabile,
nelle solitudini minacciose dell' im-
mensità ?
Raffiguratevi due pescatori di Ter-
ranuova, due marinai bretoni, alti, mu-
scoluti, severi. La loro nave è all'àn-
cora nei paraggi del Banco ; essi V han-
no lasciata al mattino, come vuole il
loro mestiere di pescatori di merluzzi,
per andare a gittare le fiocine e le
reti in una fragile scialuppa.
Tutti intenti al loro lavoro, i due
marinai non si sono accorti che il tempo
cambiava, e prima ancora che potes-
sero avvedersi del nembo che si ad-
densava su^ loro.capo, la tempesta li
aveva colli.
La scialuppa è sollevata dai caval-
loni e sballottata come una festuca di
paglia. Gli uomini vengono sbattuti in
mare. Tuttavia riescono a raggiungere
lo scafo rovesciato e ad aggrapparsi
alla chiglia. Ma l'uno dei due nau-
fraghi non ne può più e vuol abban
donarsi alle onde...
— Tu dirai ai miei parenti...
— Mai! — risponde V altro. — Fin-
ché ic avrò un po' di forza per durar-
la, la durerai tu pure,
E lo spinge, e lo mantiene colle sue
braccia sulla carcassa della barca, fino
a che la loro nave, che aveva mosso
alla loro ricerca, non lì raccoglie.
Questo è accaduto non pi^i tardi di
due settimane or sono, r
Citeremo altri episodi?
No: non la si finirebbe più colie
citazioni. Il martirologio del mare è in
qualche modo infinito com' esso, e se
non una delle sue collere passa senza
qualche catastrofe, non v' ha alcuna
di queste catastrofi, in pari tempo, che
; non sia V occasione di qualche atto eroi-
co, r oggetto di qualche nobile Facri-
ficiu.
// Corriere della Provincia
Raccomandiamo a tutti i nostri corrispon-
denti dalla provincia dt tetterei bene infor-
mati di quanto avviene nei singoli luoghi. Ci
scrivano, tutti, ad ogni posta, magari con
cartolina. Spesso apprendiamo notizie, che i
nostri corrispondenti trascurano di relazio-
narci. Ci usino la gentilezza di non dimen-
ticarci mai e di arricchire questo corriere.
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