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VIENNA 1873, medaglia del merito
SCARDONA 1875, medaglia d' oro
NAPOLI 1880, medaglia di I. classe
TRIESTE 1882, medaglia d' oro.
CALCQTA 1884, Medaglia di 1. classe
CORK 1884, diploma a onore
NAPOLI 1885, Diploma di progresso
con grande medaglia d' oro
NAPOLI 1885, diploma e medaglia
dell' istituto italico del progresso.
La inarca di fabbrica è riconosciuta e tutelata a Nuova-York in America.
Gasa Fondata nell'anno 1861
Giudizi ddila stampa
Dal „Finansieller Bepofter" di Vienna N.r48, Anno IV. ;
„L'i. r. priv. e premiata Fabbrica Llquort - Specialità di Romano Vlaliov in Sebenico Dal-
mazia con Filiale a Trieste (Via S. Lazzaro N. I A) si è acquistata in corso della sua esistenza
lina rinomanza, che trova la sua ragione, tanto nel corretto sistema di lavoro, come nella eccellenza
dei prodotti.
Non esiste una seconda Fabbrica di questo genero, che sia in grado di produrre liquori
che pur essendo igienici siano di gusto cosi squisito.
Bisogna aver assaggiato il Rosolio Maraschino, il Roob Coccola, il Puritas ed anche i Vini
da Dessert ecc. prodotti da questa firma per farsi uaa giusta idea della finezza, del gusto deli-
zioso e della purezza d' aroma degli stessi.
Una importante specialità di questa firma, è il suo Elisir Vlahov di mondiale rinomanza,
autorizzato dalle autorità mediche, che ha operato guarigioni meravigliose procurando al fabb i-
catore migliaia di attestazioni.
La Fabbrica Romano Viahov ha ottenuto a tutte le Esposizioni in cui figurarono i Buoi pro-dotti i premi più alti." (^J)
I
D.r VlNCEMZO de BENVENUTI imprenditore, editore e redattore responsabile. Tipografìa SPIRIDIONE ARTALE.
ad essa fatte per aver l'assenso all'accordo
ungherese, siano un precedente pericoloso. Magg
deplora che nelle trattative dell' accordo siano
alati trascurati gì'interessi economici deli'Au-
stria, che nessun miglioramento sia stato fatto al
trittato commerciale, e che per colpa della
destra siasi tanto ritardata la discussione. Di-
chiara che la sinistra respinge da se la re-
s^bosabilità di tali inconvenienti. Lichtenstein
rileva la necessità dell'accordo in riguardo tanto
dallato politico quanto da quello economico;
trova che col progetto proposto è proveduto a'
diversi Isisogni, ritiene unicamente poco felici i
rapporti col Lloyd, ed in questo riguardo deside-
un miglioramento. Il ministro del commercio
J^tecquehem, in un discorso accolto con generale
^ore dalla Camera, rileva 1' importanza della
^oposta, e spiega la politica commerciale del
governo. Menger, esprimendo la sua soddisfa-
^one per le dichiarazioni del ministro, pole-
oiizza contro Lichtenstein, e rimprovera alla
nMiggiorauza di respingere qualsiasi modifica-
zione alle proposte del governo, appagandosi
invece di altri compensi, che costano milioni
allo stato ed alla popolazione.
Dopo alcune parole del relatore, la Camera
delib<era di passare alla discussione speciale.
Sieinvenđer e compagni interpellano il mi-
mistro del commercio sui provvedimenti che
intende prendere, affine d'impedire gli abusi
del comitato esecutivo della ferrovia locale
della Bucovina.
La seduta è levata.
NOTE PROVINCIALI.
Echi Dalmati. — Sotto questo titolo VA-
laharda del 30 ottobre riporta una corrispon-
denza da Zara, nella quale, prendendosi a mo-
tivo l'interpellanza dell' onorevole d.r Plener,
rifa p«r sommi capi la storia delle enormezze
perpetrate nello ultime elezioui, stigmatizzando
caustiieštfnente il procedere dei nostri prvaci.
X
Traù ed il Lloyd. — Leggiamo nell' A-
labarda di Trieste che il ministero degli e-
steri, sentiti gli altri ministeri cointeressati, au-
torizzò il consiglio di amministrazione del
Lloyd, finché sono in vigore le misure sani-
tarie, a far toccare il porto di jTraù da' suoi
battelli, sulla linea Trieste-Corfù, tanto nel-
r andata quanto nel ritorno.
X
Colèra. — Il morbo asiatico ha fatto la
sua comparsa anche nei villaggi ungheresi di
Horgos, Doroszma e Algyo.
X
Mlsare contamaciali. — A datare dal
30 settembre, 1 battelli della linea dalmata
celere, che partono ogni sabato, e quelli della
linea istriano-dalmato-albanese, di partenza
ogni mìercoledi, devono scontare la prescritta
contutQacia, anziché a Zara, al lazzaretto di
8. Bartolomeo.
Per conseguenza, i battelli di queste due
linee approderanno in libera pratica nei porti
dalmati, ma dovranno però limitare nell' an-
data le loro operazioni nei porti istriani al
solo scambio delle poste, in sospesa pratica.
Il piroscafo della linea dalmato-albanese,
che parte ogni lunedì, toccherà i porti istriani
del tracciato itinerario, prendendo merci e
passeggieri, e sconterà, come finora, la con-
tugaacia a Zara.
X
Ineredlbiie dieta. — Il consiglio comu-
nale di Lesina, croato, già si sa, in sciolto,
e gli affari ne vennero demandati ad un com-
mistario straordinario, il quale però, pare im-
possibile, come a Cittavecchia, o come a Traù,
non venne scelto tra la cliqm spadroneggiante.
Che gatta ci covi ? Egli è certo però che
la popolarità del podestà Buchich è uno
spino negli occhi di madama Giunta, la quale
capisce che il croatume, per quanto esso sia
ufficiale, non può imporsi con un tratto di
penna.
X
Deslsteuza. — Scrive la Difesa essere
certo che la i. r. Procura di Stato non ab-
bia trovato di procedere nel noto attentalo
commesso contro gli impiegati comunali di
Traù, Donadini e Cerineo.
Il fatto non ci sorprende, imperocché ab-
biamo avuto parecchi altri esempi a Zara trat-
tandosi dei nostri ; ma deploriamo con la con-
sorella, che quei signori non siansi costituiti
parte civile. Ma, già si sa, quod difertur non
mifertur.
X
Pablicazlone. — Nello Schiesone Spa-
latino per V anno 1887 i chiarissimi signori
Qiuseppe cons. Alacevich e prof. Gregorio
Sliarbarini pubblicano cinque poesie inedite di
I^Qigl Tommaseo, patrizio spalatino, nato nel
1757 e morto intorno al 1830.
I
GAZZETTINO DELLA CITTÀ.
Alfonselde. — Le limitazioni, che vi soao
»Ile altee proviireie per la caccia, da noi non
•Bialono; essere cacciatore è libero ad ogni
^tadmo^ oè da noi Io lepri e le pernici
•fttto preda pntilegpa di pochi favoriti. Se
la éi^ekb à làiwrar Ifo ^^ ^ ^rto
d'armi, se anche a scopo cK caccia
divertirsi, può farlo col bastone o col sasso,
ma, se intende cacciare collo schioppo, deve
essere munito della relativa licenza. Questa è
però legge, e su ciò non vi è quindi que-
stione. Quello che importa però si è che le
limitazioni alle libertà cittadine siano regolate
dalla legge, e non dall' arbitrio; importa che il
cittadino sappia a chi debba rivolgersi, per do-
mandare quanto la legge gli accorda; importa
infine che sia tolto il capriccio autoritario.
La Sovrana Patente 24 ottobre 1852, che
stabilisce il divieto del porto d' armi, riserva
a speciali ordinanze di stabilire per ogni sin-
gola provincia l'autorità competente al rila-
scio delle relative licenze; e quindi coli'Or-
dinanza dei Ministeri dell' interno e della giu-
stizia d«l 29 gennaio 1853, eh« stabilisce le
norme per l'esecuzione della Patente Sovrana
succitata, al §. 4 tale competenza si attribuisce
in Dalmazia ai Capitanati circolari. Tale di-
sposizione è ricordata e schiarita poi colla
luogotenenziale Notificazione 4 aprile 1853
N. 4334, ed in conformità a ciò col Luogo-
tenenziale Decreto 3 ottobre 1856 N. 17845
si ordina ai Capitanati circolari la produzione
di periodici prospetti delle rilasciate licenze.
La stessa competenza era stabilita anche
dal §. 32 lelt. h, Capo li dell' Ordmanza mi-
nisteriale 19 gennaio 1853 sulla sistemazione
ed attribuzione delle autorità politiche. Senon-
chè colla Sovrana Risoluzione 29 novembre
1865, pubblicata colla Notificazione Luogote-
nenziale 29 dicembre 1865 all' Art. Il N. 10,
tale competenza si demandava alle Preture,
e nel §.11 poi della legge 16 maggio 1868
si dichiarava essere di competenza dei Capi-
tanati distrettuali tutti gli affari, che fino al-
lora erano stati nella sfera di attribuzione dei
Capitanati di Circolo e della Pretura, e quindi
anche il rilascio della licenza pel porto d'armi;
e tale disposizione veniva nuovamente accen-
tuata e schiarita coli' Ordinanza del Ministero
dell'interno 30 agosto 1865.
A tali disposizioni un' unica eccezione si
faceva, ed era che per le località, nelle quali
era slato decretato il disarmo della popolazione,
la prima istanza politica, prima di rilasciare
la licenza, dovea domandarne T autorizzazione
alla luogotenenza. Anche in questo caso
quindi non si alterava la competenza sul ri-
lascio, ma si poneva una limitazione all'esecu-
zione della stessa ; mentre 1' autorità compa-
tente, ad accordare il permesso de! porto d'armi,
restava sempre il Capitanato distrettuale.
Tanta abbondanza e chiarezza di disposi-
zioni non dovrebbero lasciar alcun dubbio
sullo spirito delle leggi e sulla volontà del
legislatore; ed il cittadino dovrebbe sapere da
quali norme è regolato 1' esercizio dei suoi
diritti.
E di fatti ogni cacciatole produceva sempre
la sua domanda per licenza al porto d' armi
all'autorità politica distrettuale, e da quosta la
otteneva.
Ora la cosa non va più così, fin questi
giorni abbiamo veduto negala tale licenza a
diversi cittadini, che la chiedevano per scopo
di caccia; e la decisione non veniva dalT au-
torità distrettuale, ma dalla luogotenenza. E-
rano cittadini, la cui condotta non dava mo-
tivo alla più scrupolosa eccezione; dilettanti
cacciatori, che avevano avuto sempre quella
licenza, ma che, essendo scaduta, ne chiede-
vano la rinnovazione. Sulla loro condotta poi
avevano le migliori attestazioni da parte del Co-
mune. Tutto ciò non giovava: le loro domande
furono respinte, senza che fosse adotto un mo-
tivo qualunque alla negativa evasione da parte
della luogotenenza.
Tale indebita ingerenza dell'autorità provin-
ciale in un affare, che non stava nelle sfere
delle sue attribuzioni, sulle prime ci sorprese,
ma poi ci convinsirao che nelle nostre condi-
zioni nulla deve sorprendere.
Il sig. de Pfauen^hal all'epoca delle elezioni
apprese ad applicare ed interpretare la legge
a modo suo, e da allora ritiene che la sua
volontà è superiore alla legge stessa. Dopo le
elezioni gli restavano ancora delle passioni da
sfogare, dei paesi ai quali voleva far pesare il
suo potere, delle persone che doveano per-
suadersi che r opposizione ai suoi voleri era
pericolosa.
Ed a questo scopo la patente sul porto
d'armi era un mezzo opportuno, per mostrare
che anche il benefìcio di godere dei più in-
nocenti piact'ri dipendeva dal beneplacito del
sig.r Alfonso. CDrae avea chiuso il nostro teatro,
così poteva anche impedire la caccia. L'osta-
colo della legge, che metteva in altre mani
quella disposizione, era troppo facile a supe-
rarsi. Se il ministro a Vienna emetteva ordi-
nanze, che non stavano in armonia collo spi-
rito della legge, a scopo di partito ; perchè il
sig.r de Pfauenthal non avrebbe potuto fare
altrettanto per scopi particolari? E' vtjro che
egli non era né eccellenza, né ministro ; ma
era consigliere aulico e capo virtuale del-
l' amministrazione politica-provinciale. L'esem-
pio lo avea —ed il sig.r Pfauenthal, superiore
alta legge, avocava a se le decisioni delle
domande per licenza al porto d'armi. Che con
ciò si violasse la legge, che si togliesse ai
cittadini il corso delle istanze da quella sta-
bilite, costituendosi la luogotenenza in prima
e seconda istanza, sono queste sottigliezze le-
gali, alle quali la mente eletak del signor
PfauoĐthal non deve abbasmrsi.
Per le decisioni poi in uno e nell' altro
senso non gli occorre altra guida che la sua
volontà. 11 signor Pfauenthal in altra occasione
diede prova della sua profonda ermeneutica,
quando sr trattò di sciogliere il comune di
Gittafecehia. Motivi non vi erano» ma lalegge
đicev« c6r la luogotenenza poteva scioglto
un comune ; ed il signor di Pfauenthal trovò
che, essendo così stabilito dallalegge, non occor-
revano molivi, ma bastava la volontà. A quella
interpretazione tutti stupirono; ma la colpa era
loro, perchè non arrivavano all'altezza del crite-
rio pfdueotaliano. La stessa interpretazione viene
ora applicata alle concessioni delle licenze per
porto d' armi. L' autorità può accordarla, ma
può ancha negarla; a decidere sta quindi nel
suo arbitrio. Ciò è quanto vuole il signor de
Pfauenthal, e la sua logica è irreprensibile.
E poi avremo coraggio da dire che non
viviamo nei più bei tempi costituzionali, e che
la Dalmazia non ha la fortuna di possedere
il più sapiente, il più imparziale dei consi-
glieri aulici del mondo! Perchè, siamo sicuri,
nessun paese ha un Pfauenthal ! Taaffe ha un
gran torto di non chiamarlo nel gabinetto;
Prazak a capo della giustizia, Pfauenthal a
capo dell' amministrazione politica — tutte le
difficoltà sarebbero scongiurate.
X
Preziosa eonfossìone. — Un ciuco qua-
lunque neir ultimo Narodni segnala scanda-
lizzato alla publica opinione l'esistenza nel
prossimo villaggio di Smilcich di alcune in-
segne commerciali in lingua italiana.
0 in che lingua voleva quel citrullo che
fossero scritte? in lingua chinese ?..
Del resto, a tenere in certa pietosa igno-
ranza il popolo bue, ed a far vedere alla pro-
vincia che in nessun luogo la lìngua italiana
più noti esiste, il Narodni in tale aigomento
avrebbe dovuto osservare il più scrupoloso
silenzio.
X
Taniier, Succi e Pavoni. — Chi non
conosce 1' esperimento, che il d.r Tanner, due
0 tre anni addietro, ha intrapreso sulla propria
pt'rsooa, per dimostrare che 1' uomo può vi-
vere almeno trenta giorni senza cibo e be-
vanda? Molti hanno fatto plauso all'ardito di-
giunatore, altri dissero Tanner un ciarlatano,
né mancarono quelli che lo dichiararono mo-
nomane.
Tanner trovò un imitatore in certo Succi,
che, non è guari, ha ripetuto l'esperimento,
sul quale pure disparati sono i giudizi. Ma
molti non sanno che i due casi non sono iso-
lati e che Tannerò Succi hanno avuto il loro
precursore nel signor Pavoni,
Costui già nel 1867, essendo funzionario
subalterno della prefettura di Lubia, travagliato
da insulti ipocondriaci, interpretando a rove-
scio un opuscolo, capitatogli malauguratamente,
di Ceito Richelli, che possedeva allora a Veldl
vicino a Lubia uno stabilimento i Jropatico, si
fisse nel cervello di liberarsi dalle sue sof-
ferenze mediante la cura della fame, e prese
la risoluzione di astenersi da ogni cibo per il
periodo di 30 giorni.
^ia che la di lui costituzione fisica non po-
tesse misurarsi con quella del Tanner e del
Succi, sia che le condizioni cerebrali del Pa-
voni non fossero cosi sode come in .coloro; si
appalesarono in lui dopo 28 giorni di perfetto
digiuno sintomi psichici di assai allarmante
natura. Parossismi, che minacciavano gravi
pericoli non solo alla di lui persona mabeo-
anc9 alle persone, che venivano io contatto
con lui, determinarono la sua reclusione in
una camera di osservazione a Lubia. Quivi
rinfrancate poco a poco le forze mediante ali-
menti appropriati, e resi più rari i parossismi
mediante farmaci f-fficaci, fu assoggettato ad una
lunga cura regolare psichiatrica, che portò be-
nefici risultati. Pavoni potè essere licenziato
dall' ospitale. Straoidinaria fu T espansione, con
cui Pavoni si accomiatò dal medico curante,
eh' ei chiamava il suo redentore, per avergli
ridonato il bene dell' intelletto.
Ma, dopo poco tempo, si riprodussero in lui,
se nòn i parossismi, le allucinazioni sulla mi-
racolosa efficacia della cura della fame, ac-
compagnate da un' avversione invincibile per
il medico eh' ebbe nell' ultimogiorno decisivo
ad interrompere il suo digiuno. Queste allu-
cinazioni trovarono espressione in pubblici in-
sulti all' indirizzo del medico e poi in un opu-
scoletto elaborato dal paziente, per dimostrare
a mezzo dei più assurdi argomenti l' efficacia
miracolosa della cura della fame, e l'ignoranza
del medico, che lo costrinse a sospenderla alla
vigilia della guarigione.
L'opuscoletto del Pavoni fu sottoposto al
partre di una capacità psichiatrica, la quale
non esitò a dichiarare Pavoni affetto da mo-
nomania intermittente.
Non consta se Pavoni abbia ritentata la
prova, ma pare di no; avvegnacchè egli abbia
potuto raggiungere dappoi sulla scala buro-
cratica un'eminente posizione. Non invidiamo
in verità i suoi amministrati, e desideriatno loro
ed al povero paziente che non si verifichi una
recidiva.
In ogni caso abbiamo nel Pavoni la prova
che la cura della fame può portare a cervelli
poco solidamente organizzati serie, assai serie
conseguenze
A titolo di curiosità ci riserviamo di com-
rnunicare ai nostri lettori qualche brano del-
l'opuscolo Pavoni, interessante sotto vari aspetti.
X
Co^atiiittaeie.—O^i vi »mio in contuma-
cia^ 1 vapora-e 15 bastimeatt a vela, con 84
persone di equipaggio e 33 passeggieri. —
La salute è peifetta.
X
Die Ostcrrolchiseh-ungarische Monar-
chie in Wort und Blld col suo 23.o fa-
scicolo, il 6.0 del primo volume, continua il
capitolo: L epoca dei re (ungheresi) della
dinastia d' Abshurgo.
X
Ladri ignoti penetrarono l'altra notte nel-
r officina di un orefice in Via del teatro vec-
chio, e ne esportarono vari oggetti preziosi.
I malfattori ancora non furono scovati.
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
VIENNA, 3. In seguito alla pro-
posta presentata da Schmerling
alla Camera dei signori contro la
circolare Prazak, pervengono al-
l' illustre uomo innumerevoli indi-
rizzi di fiducia da Comuni e corpo-
razioni tedesche.
PRAGA, 3. 1 giornali czechi
constatano che le pretese del loro
partito sulla questione bancaria a-
bortiranno. Malgrado questa pre-
visione, essi scongiurano gli elet-
tori di accontentarsi delle buono
intenzioni e volontà addimostrate dai
deputati e non costringerli a rove-
sciare il ministero.
TIRNOVA, 3. Nei circoli del
Sobranje cresce lo spirito di indi-
pendenza,
SOFIA, 3. Il generale Kaulbars
continua nelle sue ardite provoca-
zioni. Egli offrirà un banchetto ai
traditori Grueff e Bendereff, pei quali
ottenne domenica la scarcerazione.
TRAPASSATI.
A domicilio in città. — H 26 ottobre; Bottura
Pietro di dr. Antonio, i. r. procuratore di finanza,
d' anni 13, da carbonehio; il 30 ottobre; Armaaini
GÌHcomo fu Giuseppe, peusioaatu, d'aaai 81, <jla a»
poplessia.
NeWospitale provinciale. — 11 30 ottobre; Maglov
Teodora, contadina, d' anni 50, da tifo,
L'Ammlmstrazione It«®"-:
cerca i seguenti N.ri del giornale : Annata
1881 N. 2, 70, 73, 81, 99 — 1883 N. 69 —
1885 N. 31, 83.
Ql T*10QT»nci P®"^ scrittoio un prati-
01 llUUiUa cante che abbia bella cal-
ligrafia. — Rivolgersi all'Amministrazione del
giornale.
Causa partenza Si «fdir»:
un sofà, sei poltroncine, tavolo da giuoco, cre-
denza. — I. B.. Comando di piazaa,ll piamo.
Gol primo di novembre
a. c. la ditta L. P. REI4A dal Borgo Brrazo
ha aperto a Zara una filiale in cereali prèsso
la piazza S. Bocc§, sotto la direzione del sig.
Baimondo Baimondi. — La filiale, che per
i suoi modici prezzi non teme concorrenza, si
occuperà soltanto di cereali e farine. 1(2*3)
Farbiger, schwarz- und
weissseidener Atlas 75 kr.
r^ov IVfofov j® vorBchie-
pUl mcit/l deneu Qualitàteo) versendet in
einzelnen Boben und Stiicken zollfrei ins Haus
das Seidenfabrik-DepÒt G. HENNEBERG (k. u. k.
HojQief.^ in ZUrich. Muster umgehend. Briefo ko-
sten 10 kr. Porto. (6-7)
La fabbrica
telerie e biancberie
con deposito di
maglierie, calze, tovagliato ecc.
di M. BETEB & O.o
Txieste, Vienna, Cracovia, Lemberg
Avverte lo spett. publico che il suo viag-
giatore, signor Mario Guastalla, trovasi in
Dalmazia, e che a qualunque richiesta portasi
a domicilio con il copioso suo campionario
dei suddetti articoli, più un grandioso assor-
timento di stoffe per vestiti e mantelli da
signora.
Recapiti per informazioni: Zàta, Albergo al
Vapore— Sebanico, Albergo ai Pell^rino —
Spalato, Hotel de la Ville — Ragusa, Hotel
Mir amar — Cattare, Al Cacciatore. (3-3)
S. 95. ZARA, Mercoledì 30 Novembre 1887. Anno X
Associazione.
Per 7ara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per l'Impero Àustro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti alTU-
nione postale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti air nnione postale fi. S
e di più r aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
tJn numero arretrato s. 16.
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata,,
iu Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. 1 comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea.
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono
Ai nostri abbonati.
Siamo già prossimi alla fine del-
l'anno, e molti dei signori abbo-
nati non hanno ancora corrisposto
ai nostri ripetati inviti, rimetten-
doci l'abbonamento.
È noto a tutti quanto ingenti
sieno le spese per l'edizione di un
giornale, in ispecialità poi quando
esso appartenga alla stampa liberale
della nostra provincia. Ne 1' am-
ministrazione può fare a meno,
colla line dell' anno, di soddisfare
a tutti i propri doveri.
E perciò che facciamo appello
al patriotismo degli onorevoli no-
stri associati, pregando quelli che
non sono in corrente colla nostra am-
ministrazione, di rimetterei quanto
prima il prezzo dell' abbonamento
in corso, nonché gli arretrati, molti
dei quali datano da parecchi anni.
RIVISTA POLITICA.
La confusione in Francia aumenta
sempre più : se la crisi presidenziale
non è un fatto compiuto, essa pare ine-
vitabile. Clemenceau, Brisson, Raynal
Ferry e Ribot, in una parola le persona-
lità tutte più eminenti consultate da
Grevy per la ricostituzione del nuovo
gabinetto, finirono col dichiarare la di
lui dimissione essere assolutamente ne-
cessaria alla formazione del gabinetto.
E Grevy ne sarebbe finalmente convinto:
egli dichiarò che partirà soltanto dopo
aver emanato un messaggio per libe-
rarsi da ogni responsabilità nelle com-
plicazioni interne ed esterne che prevede.
E questa sua intenzione Grevy la comu-
nicò a Ribot, il quale sarebbe incaricato
di formare il gabinetto, che dovrebbe re-
care alla camera il messaggio di dimis-
sione. Ribot per altro pretese che que-
st' ultimo fosse sottoposto al suo giu-
dizio prima di approvarlo.
A questo gabinetto di transazione
Ribot, dicesi che parteciperebbero Wal-
deck Rousseau, Flourens, Sadi-Oarnot
e Ferron. Altri invece vogliono che con
Rt^ot entrerebbero nel nuovo mini-
stero Goblet e Danis.
, Circa poi al successore di Grevy, i
senatori opportunisti sostengono e fanuo
propaganda in favore della candidatura
del generale Saussier. Questa candida-
tura è però combattuta dai giornali ra-
dicali.
Pur troppo ha ragione lo Standard,
quando scrive che i partiti in Francia
non sanno unirsi che per demolire, ma
che essi sono incapaci di ricostruire
sopra una base razionale.
E la Neue Ir eie Presse, che si oc-
cupa del ritiro di Grevy, lo trova in-
comprensibile, anzi misterioso, vista
la unanimità di vedute in tutte le
persone che conferirono col presi-
dente. Secondo essa, o vi deve essere
un motivo segreto all'estero e noto solo
alla Francia, oppure un'ambizione smo-
data per il seggio presidenziale da parte
degli uomini politici che consigliarono
il Grevy. Comunque sia — conclude
— deve esistere assolutamente una
base e un vincolo di solidarietà tra gli
uomini politici, poiché la loro respon-
sabilità è straordinària.
Le dimissioni di Giulio Grevy, quan-
tunque fossero naturalmente attese,
hanno destato al Quirinale grande im-
pressione. Si temono gravi conseguenze
dopo questo avvenimento.
È veuuto il tempo, non per i bona-
partisti, chè non possono venir presi
in considerazione, ma per gli organi-
sti di arrabbattarsi per ispuntarla. Ed
a questo proposito circolano le voci
più strane. Così p. e. corre voce che
i banchieri orleanisti avrebbero rice-
vuto fondi dall' Inghilterra, probabil-
mente destinati a corrompere impiegati
e giornalisti per ricercare elementi per
un colpo di stato militare. Ma il go-
vernatore di Parigi ed il prefetto di
polizia hanno preso le loro precauzioni.
Tutti i picchetti militari furono aumen-
tati, lutti i posti di polizia rinforzati;
continue pattuglie sorvegliano lo adia-
cenze di Montmartre, dove i socialisti
tengono le loro riunioni. Secondo I E-
stafette, nove battaglioni di fanteria e
otto reggimenti di cavalleria ricevettero
l'ordine di rinforzare la guarnigione di
Parigi.
Con quale occhio si vedrà a Berlino
siffatto scalmanarsi del paese della ri-
vincita? Nulla ne dicono in proposito
i giornali; essi si occupano piuttosto
del discorso della corona all' apertura
del parlamento. Ed il discorso invero
nulla offre d'interessante, eccetto che
quello di ripetere per la centesima
volta, che la triplice alleanza null'altro
ha di mira che la pace. La National
Zeitung, che ne discorre estesamente,
trova di non comprendere il perchè del
silenzio sul prolungamonto della legge
contro i socialisti. Fa emergere però
l'accentuazione del carattere difensivo
della triplice alleanza; scusa se la vi-
sita dello czar non vi è menzionata,
perchè poscia si venne a rilevarne la im-
portanza soltanto relativa, e spera che
gli accennati risultati della politica pa-
cifica aumenteranno durante la sessione
inaugurata.
La Post invece, alludendo al discorso,
menziona la nuova legge daziaria russa
contro l'industria tedesca, seguita im-
mediatamente alla venuta dello czar a
Barlino, e dice che, anche non dando
importanza a questo atto, non si pos-
sono lasciare inosservati gir agglome-
ramenti di truppe russe ai confini, sullo
scopo dei quali non esiste dubbio. Se-
condo essa quelli che ne dubitano, du-
bitano del sole, mentre quello della
guerra austro-russa splende nel cielo
mattutino.
La Kólnische Zeitung a sua volta, di-
scorrendo della situazione russa finan-
ziaria, conclude essere un fatto che
alla Russia minaccia una crisi, e dice
che questa sarebbe affrettata, se la Ger-
mania, seguendo l'esempio della Russia,
chiudesse ai prodotti russi le sue fron-
tiere.
Dunque il conveguo di Berlino non
ha giovato a migliorare le relazioni
dei due imperi. Avrebbe giovato però
a mettere in chiaro alcuni fatti, i
quali, se veri, getterebbero una luce si-
nistra sul principe della Bulgaria. La
Kólnische Zeitung afferma, che nel col-
loquio dello czar col principe di Bis-
marck sarebbe stato stabilito che l'im-
peratore venno tratto in inganno da
false lettere del cancelliere. Se queste
lettere fossero state vere, con ragione
ne sarebbe stato adirato; ma invece
furono falsificate, e credesi da parte
orleanistica. Sarebbe stato inoltre sco-
perto che una piccola si, ma influente
parte dei circoli di^ corte a Berlino,
ha cooperato alla cosa, adoperandosi a
risvegliare in Pietroburgo la convin-
zione, che T imperatore Guglielmo non
trovasi sempre in pieno accordo col
cancelliere riguardo alla politica estera.
Se le comunicazioni del loglio di
Colonia sono esatte e la falsificazione
della corrispoudenza del principe can-
celliere sulla questiono bulgara potesse
provarsi, non solo falsificata, ma falsi-
ficata da parte orleanista, la oausa di
quest' ultima ne verrebbe a toccare un
gravissimo colpo. In ogni caso si dico
incamminato il relativo procedimento
giudiziario; vedremo che ne risulterà.
In attesa di ciò guardiamo all'Italia,
la cui politica d'espansione in Africa
è veduta di mal' occhio dalla Turchia.
A Costantinopoli non si vuol credere
che tanta truppa avviata a Massaua
tenda al solo scopo di metter a segno
1' Abissinia, no, si temono dei colpi di
mano d' altra natura. Un dispaccio da
Costantinopoli annunzia che un imbarco
di quattro reggimenti di fanteria ed
altri duo di artiglieria sono diretti per
Tripoli, cosi che la forza comples-
siva in rinforzo a quella qui stanziata
è di 14.000 uomini. La Turchia a-
vrebbe quindi a Tripoli una forza di
quasi 34.000 soldati.
Tale disposizione, com'era da preve-
dersi, mise in apprensione la popola-
zione di Tripoli, la quale prevede una
occupazione italiana. In ogni caso, si
scrive da colà alla Gazzetta, Piemontese,
la popolazione tripolina tende ad un
cambiamento di governo, e lo stesso
arabo agogna un governo migliore, ed
uno stato di condizione più felice. La-
sciamo al corrispondente la responsa-
bilità di essere smentito dai fatti.
Era poi corsa voce che una nave
francese fosse stata catturata presso la
baia di Obock; ora la notizia viene
smentita. Tanto meglio.
FINIS DALMAT1AE!
Quella malaugurata questione, che da ben
un quarto di secolo tiene divisi tra loro i fi-
gli d'uua stessa terra; quella questione perla
quale si sparsero rivi d'inchiostro e si con-
sumarono magazzini di carta; che diede tanta
matassa da dipanare a statisti e a giurecon-
sulti, a filosofi e a giornalisti, a secolari ed
a preti, a bianchi, a così così ed a ueri ;
quella questione le quale — dopo il martirio
di Nona — fu una delle principali fautrici
della celebrità dell'abate Danilo, per la defi-
nizione da lui datale di questione accademica;
quella famosa questione, lettori dolcissimi, venne
finalmente risolta: Dalmatia fuit! L'annes-
sione della provincia nostra alla Croazia ap-
partiene al numero dei fatti compiuti! Il
barometro politico europeo segaa: sego su tutta
la linea!
Qualcuno avrà la dabbenaggine di credere
che nello scioglimento del gran nodo, ammesso
che non ci sia entrata la spada di nessun A-
lessaodro, vi avranno avuto parte pelò i più
alti fattori legislativi della monarchia, come
ad esempio i ministeri cis e transleithano colla
rispettive Camere alte e basse, le Delega-
zioni ecc.
Niente dì meno t satto.
0 forse che per una simile inezia avrebbe
meritato la pena di strappare alla loro beata
quiete tante brave persone quali sono i depu-
tati, i luogotenenti, i ministri e così via?
Nemmeno per celia!
Amministrare un calcio al già ventenne dua-
lismo; dare alle stampe una edizione riveduta
e corretta della Costituzione, magari coi tipi
della tiskarnica che non esiste; pigliare
la Dalmazia per un orecchio e — come i pre-
stigiatori alle grida di uno due.... tre!
pssst! — farla politicamente passare da una
parte della monarchia all'altra, son cosuccie
che di primo acchito avrebb ro potuto imbro-
gliare anche un paio di Palmerston, se volete,
ma non già un Prodan alla vigilia di diven-
tare èanónico; il quale Prodan, in matèria di'
imbrogli diplomatici, sarebbe al caso di
dare trenta punti su quaranta allo stesso Bi-
smarck!
Tornando a noi, dunque, per soddisfare fe-
delmente al nostro compito di cronisti,. non
possiamo esimerci dai constatare il triste caso:
Dalmatia fuit! La poveretta, dopo lunga e
penosa malattia è passata a miglior vita senza
i soliti contorti, senza che nessuna prefica ne
abbia pianto la dipartita, senza che a nessun
cane sia saltato in mente di darle il vale di
prammatica: — reietta ed abbandonata in morte
come lo fu in vita! E se non ci fosse stato
prete Prodan ad annunziarne, commosso dalla
gioia del riuscitogli misfatto, l'improvviso de-
cesso, noi stessi, noi, figli di Dalmazia, ne i-
gnoreremmo la fine! Orribile!
Sien grazie perciò al molto futuro monsi-
gnoreil quale, se pure ci ha orbati d«lla ma-
div, ha avuto almeno la cristiana idea di av-
visarcene, perchè potessimo provvedere al de-
cente di lei collocamento nell' ultimo asilo.
Egli è vero che a monsignore non ha co-
stato nè molta fatica nò una spesa rovinosa il
regalarci la funebre notizia, giacché, parlando
nel suo giornale della Dieta dalmata, a lui è
bastato intitolarla: Hrvatski sabor u Zadru;
ma ciò non cale: ò alla buona intenzione che
bisogna badare, e noi vi badiamo.
Dunque Hrvatski sabor u Zadru e Hr-
vatski sabor u Zagrebu!
Immaginarsi la stizza delle altre provincie
della monarchia austro-ungarica, vedendosi con-
dannate alla fortuna di possedere una sola Dieta,
di froute alla privilegiata Croazia che ne conta
due, con uno Starcevich solo però, giacché
1" altro per ora è in campagna !
Senonchè, iu tutto questo benedetto guazza-
buglio che ha per soggetto la morte politica,
1' assopimento o la sparizione che dir si vo-
glia di questa grama Dalmazia, a noi sembra
d'intravvedere un tantino di mistero che, per
quanto ci scervelliamo, non riusciamo a spie-
garci. E quindi ci rivolgiamo umilmente a chi
ne sa più di noi, perchè voglia esserci cortese
delle seguenti risposte:
1. Come va che, essendo la nostra una
Dieta croata, sulla porta della Giunta si con
tinui a tollerare in pace la vecchia tabella colla
iscrizione: Pokrajnski Odbor Dalmatinski?
2. Come va che, essendo la nostra una
Dieta croata, i viglietti che la Giunta sullo-
data distribuisce per poter accedere alle gal-
lerie dietali, portino tuttavia l'intestazione:
Sabor dalmatinski ?
3. Perchè mai, se la Dieta dalmata è una
Dieta croata, S. E. il luogotenente nel suo
discorso d' apertura ha esordito colle parole:
„Visoki sabore, velečastna gospodo kraljevi ne
Dalmacije"?
4. Perchè, se una Dieta dalmata più non
esiste, l'ufficiale Avvisatore Dalmato si o-
stina a chiamarla Sabor dalmatinski?
5. Ed il croato Narodni List, che pure
dovrebbe saperne qualche cosa, perchè sci-
miotta P organo del Governo battezzando et>.so
pure la nostra Dieta col titolo di Sabor dal-
matinski? Forse per un rimasuglio di affetto
verso lo stari pobro?
6. E se la Dalmazia ha fatto fagotto per
1' altro mondo, se essa politicamente più non
esiste, per qua! motivo monsignor Prodan
continua a intitolare il suo cencio Katolička
Dalmacija e non Katolička Hrvatska? Sa-
rebbe forse per derisione? E si che il reve-
rendo Prodan, per quanto Prodan, nella sua
qualità di sacerdote almeno non dovrebbe i-
gnorare che de mortuis nil nisi bene!
Dunque?
In attesa delle sopra implorate sei risposte,
il dunque lo diremo noi in due parole, ed è
che il croatismo di monsignor Prodan è de-
generato in cretinismo!
sac... i tm -
GLI ITALIANHN AFRICA
Telegrafano da Massaua alla Tribuna che
ras Alula, non potendo alimentare tutte lo
truppe che s' erano concentrate all' Asmara,
ha pensato di distaccarne una metà nei vil-
laggi circostanti.
Trecento soldati sono accantonati a Ghinda.
La ferrovia dal forte Gherard a Monkullo
è quasi compiuta; non mancano più che un
500 metri.
— Il ministero della guerra ha disposto
perchè ai primi di dicembre si carichino
sulle navi tende, cuscini ed altre suppellet-
tili occorrenti alle ^quattro brigate che si
trovano in Africa. Inoltre il ministero della
guerra ha disposto che le navi Archimede'
Polcevera, Scrivia e Bosforo restino ormeg
cantare delle sconcie canzoni starcevichiane.
Altri dei loro compagni spensero frattanto i
fanali che ardevano nel corridoio, e, perchè
in una colluttazione non riuscisse a qualcuno
pìssibile di riaccenderli, ne levarono via il
lucignolo.
Di quali intenzioni fossero animati questi
signori lo provano le seguenti circostanza,
che, cioè, ostruirono la porta d'ingresso e che
gridavano continuamente: Vanlia taljand !
plaiićeđuin žuU! Il piìi arrabbiato nello slan-
ciare improperi e minaccie era, c' è dolorosa
di doverlo dire, certo Giovanni Ciciliani, in-
serviente di questa chiesa. Noi domandiamo
come il capo ecclesiastico della nostra città,
esso che pure è il parroco degli italiani e de-
gli slavi, possa tollerare che da qualche tempo
un suo inserviente sia il principale agente
provocatore della fazione croata. E strano ! Oggi
è tanto scalmanato, mentre, vivente il mai ab-
bastanza compianto Mazzanovich, egli era un
docile agnello. Notiamo ancora che quest o Ci
ciliaui spinga a tanto le sue provocazioni, che
ultimamente in via politica venne condannato
a tre giorni di arresto, e che, non essendo
ancora stato chiamato a scontarlo, va lodan-
dosi che non si ha il coraggio di arrestarlo.
So da parte avversaria le cose erano bene
organizzate, fortuna volle che alcuni nostri
correligionari politici si accorgessero delle in-
tenzioni di quegli scamiciati, per cui fecero
intervenire la gendarmeria e le cose pel mo-
mento finirono senza conseguenze.
A non perderla poi marcia, a due a due,
verso le dieci e mezza di sera, si portarono
alla spicciolata al caSè alla marina, che non
è mai frequentato da altri che da nostri cor-
religionari politici, e ciò nella speranza di tro-
varvi ancora qualcuno dei nostri. Il condut-
tore dei caffè fu però così accorto da imporre
loro di uscire e chiuse il locale ad evitare
disgrazie.
Noi fidiamo ancora che l'eccelsa luogote-
nenza vorrà prendere in considerazione lo stato
anormale del nostro paese; e poiché di re-
cente r eccelso ministero d' agricoltura ha dato
efletto sospensivo ad un ricorso insinuato dal-
l' amministrazione comunale di Spalato al tri-
bunale amministrativo, speriamo che, battendo
Q^ual via, vorrà sospender^* l'installazione del-
l' amministrazione comunale di Traù nell' in-
teresse della pace di questa città,"
Anniversario. — Ci scrivono da Se-
beoico, io data del 27 agosto;
„Il giorno sette settembre ricorre il primo
anniversario della morte di un distinto gio-
vane, di uu amico e collega affezionatissimo,
di un caldo patriota, di Enrico Inchiostri, stu-
dente di diritto, il quale morì vittima dell'or-
libilo flagello, che l'anno scorso desolò Se-
benico.
Siccome i «uoi colleghi ed amici non hanno
ancora fatto celebrare una messa solenne in
suffragio dell' anima del caro estinto, sarebbe
bene che appunlo nel giorno, che na ricorda
la morie, adempissero al piii sacro dei doveri."
Ancora del fatto di Slali-Halan.
— Ci scrivono da Obbrovazzo, in data del 30
agosto :
„Per il misfatto di Mali-Halan le autorità
iodistintamente spiegano un' attività sorpren-
dente; ma peiò i risultali sono sempre insuf-
ficienli. La facilità offerta dalla posizione ai
malandrini rese loro tacile e la fuga ed il na-
scondiglio.
Oggi pani per Zara un funzionario della
Procura di Stato, il quale, a quanto sembra,
fece un' escursione sul Velebit per incarico
superiore.
Continuamente si operano moltissimi arresti
per semplici sospetti, giustificati dalla gravità
del reato, ma il maggior numero degli arre-
stati, come entra, co?ì esce di carcere. Il fallo
di Mali-Halan dovrebbe per lo meno far com-
prendere che la sicurezza personale e la pro-
prietà, da queste parli, sono poco garantite an-
che di giorno ed anche sulla pubblica via.
In questo estate abbiamo avuto diverse ag-
gressioni sulla strada regia, a pochissima di-
stanza da Obbrovazzo e a pregiudizio di vian-
danti croati. Egli è perciò che sarebbe tempo
provvedere non solo, ma provvedere energi-
camente.
Simili fatti — posti in relazione coi continui
furti e le uccisioni che accadono specialmente
alle falde del monte Velebit — devono mettere
di necessità in seria apprensione i possidenti
e i negozianti.
Quindi se un male fu consumato cerchi chi
deve di prevenire, ma di prevenire a tempo
un peggior male possibilissimo."
Crome e biscrome. — A Sebenico
si è costituita una nuova società musicale, che
ha tolto il nome del re Kresimiro.^
Non abbiamo mai capito come c' entrino i
reucci croati con le crome e le biscrome dei
filarmonici idem.
La dinastia dei Zvonimiri — che si sappia
— non ha dato alle arti nessun mecenate. I
Wagner della loro epoca suonavano tutt' al più
le melanconiche diple.
Ma questo non monta! Noi staremo a ve-
dere se alla nuova società di mutuo stuona-
mento saranno impostele identiche restrizioni,
che — per viste d' ordine pubblico — ven-
nero imposte a quella Banda Cittadina.
Staremo a vedere.
Disgrazie, morti, snicidi* — La
cronaca lugubre è ricca.
Il 24 agosto, nel villaggio di Paljuha, certo
Babié uccise con un colpo di fucile Giacomo
Šušak, per un diverbio occorso fra loro. Il
Babié è stato arrestato.
Il 25, un lavorante della tintoria Vidovich
di Spalato cadde in una vasca da tinger la
rascia. Due altri operai gli corsero in aiuto,
ma loro accadde lo stesso accidente. Con grandi
sforzi due si salvarono, ma il terzo perì.
^ Una giovinetta, cnrta Vuèurovié da Krivoscie,
s'appiccò giorni sono ad un albero, in una
località distante parecchio dalla casa paterna.
Il popolo delle campagne — cosa nuova —
aumenta la statistica dt;i suicidi. Sarebbe in-
t(^rassante studiarne la causa.
Elia Ponos da Provié, presso Bencovaz,
il di 23 agosto, venne ucciso da un fulmine,
mt-ntre custodiva il suo gregge.
Secondo V Adria, infine, a Orebich l'auto-
rità giudiziaria, facendo rimuover la terra nel
cortile della casi Despot, venne a scoprire i
cadaveri di tre bambini. L' autorità investiga.
Un concertista celebre. — Ci scri-
vono da Traù:
„Il giornaletto del comune di Spalato pub-
blica nel suo ultimo numero una corrispon-
denza da Traù. Confessiamo che, dopo le forti
accuse lanciate in faccia ai signori Puovich,
noi ci attendevamo da parte loro un tentativo
di difesa. Ma ahimè ! Alle lettere Lebedina si
risponde con congratulazioni ed elogi al d.r
Puovié per meriti filarmonici. Ci vuole altro
che ditirambi I Ohe il d.r Puovié sia uu bravo
0 un cattivo concertatore di tromba è cosa
che poco ci giova e poco ci danneggia. Noi
abbisogniamo però che i nostri amministratori
siano delle persone oneste e non dei virtuosi
di bombardina.
E se poi la causa Puovié è così minata
che neppure si può tentare di difenderla, in
tal caso valeva meglio informare dei fatti a-
normali che qui avvengono per opera dei no-
etri avversari."
Assegni e rivalse. — L'importo mas-
simo degli assegni e rivalse postali nel mo-
vimento fra r Austria-Ungheria e le provincie
occupate fu portato da 300 a 500 fiorini. E-
gualmente furono aumentate le cifre degli as-
segni massimi nei movimento fra la monarchia
e gl'i. r. uffici postali austro-ungarici nel Le-
vante e fra questi e la Bosnia e l'Erzegovina,
come pure il movimento delle rivalse fra
r Austria-Ungheria e l'i. r. ufficio postale
austro-ungarico in Alessandria d' Egitto. L'au-
mento dell' importo massimo degli assegni fra
la monarchia e la Bosnia-Erzegovina trova ap-
plicazione ant'he per le spedizioni od assegni
telegrafici,
} t^^df. Sr«;, 1
Cronaca locale.
Decesso. — Partecipiamo sinceramente
al rammarico provato dai nostri concittadini
pel decesso del negoziante Giuseppe Milleu-
snich, avvenuto a Segua, di lui patria, la
mattina del 29 agosto.
A soli ventidue anni fu spezzata quella e-
sistenza fiorente e alla nostra città venne tolto
un giovane caro, simpatico e generalmente
slimato.
Baon patriota — di quelli che alle parole
antepongono i fatti — il Milleusnich era mem-
bro di tutte le società italiane di Zara e alla
nostra causa si mostrava aderente caldo e con-
vinto.
Parecchi amici e i nostri sodalizi inviarono
telegrammi di condoglianza alla famiglia del
giovine estinto, adornandone la bara di belle
corone.
Povero Giuseppe ! Mentre alla memoria di
lui consacriamo un pensiero imperituro d'af-
fetto alla sua famiglia inviamo noi pure le
condoglianze sincere.
Elargizione Pro Patria. — L i
Società dei Canottieri, volendo onorare la me-
moria del compianto suo socio Milleusnich, ri-
mise al locale gruppo Fro Patria un import ^
di denaro.
Lettere snlla Dalmazia. — Il chia-
rissimo professor Zerbini pubblica nella Gaz-
setta di Bergamo una terza lettera sulla Dal-
mazia, assai interessante, ove si parla della
coltura e della produttività letteraria italiana
fra noi. Nel numero arrivato oggi descrive poi
le nostre condizioni nazionali e politiche. Ri-
produremo, probabilmente, tutte le lettere,
Equivoco. — La notizia, relativa all'uc-
cisione del parroco di Much, dev' essere stata
causata da un equivoco ; ma é certo che il
giorno in cui il nostro corrispondente ce la
mandò, nei crocchi cittadini di Spalato, e per-
sino in certe aule, essa circolava come se fosse
positiva, innegabile. Qualche cosa di serio,
però, a Much è avvenuto; e vuoisi che solo
una commissione mandata da Spalato sopra
luogo abbia chiarito la cosa.
Ad ogni modo, noi, di fronte a un di-
spaccio autentico, che possiamo esibire quando
che sia al pubblico, non potevamo intuire l'e-
quivoco. Non abbiamo il privilegio della di-
vinazione, e, avendolo, lo adopreremmo a di-
vinare piuttosto i grandi avvenimenti politici,
facendo fortuna. Non potevamo dunque sop-
primere il dispaccio per nessun conto.
E il nostro contegno è oggi pienamente le-
gittimato dal FremdenUatt di Vienna, rJie,
non solo pubblica con data istessa lo stesso
dispaccio, ma reca dettagli che a noi non
pervennero.
La Smotra piglia cappello coi corrispon-
denti del Fremdenblatt, dimenticando il ri-
spetto dovuto alla serietà del suo fratello mag-
giore ; perchè il Fremdenblatt — come è noto
— e un giornale ufficiale e ripete esclusiva-
m tnte le sue informazioni da fonte ufficiale.
I certi corrispondenti, cui allude la Smotra,
non vanno quindij la Dio mercè, cercati nelle
nostre file; e se un importante giornale uffi-
ciale ha, come noi, riportato un dispaccio ine-
satto, tanto minore riesce la nostra responsa-
bilità — se responsabilità può chiamarsi — e
lauto più evidente riesCH il fatto che, a Spa-
lato, quel giorno, s'f-ra sparsa la voce, e se-
riamenlt', sull' uccisione dwl parroco Vulich,
Scuole reali. — Ci scrivono dalla città:
Colla chiusa dell' anno scolastico, otto, di-
ciamo otto, giovanotti compirono con buon e-
sito il quarto corso presso la locale scuola
reale. Siccome la nostra scuola reale consta
di sole quattro classi, cosi le famiglie dei sud-
detti giovanotti devono sobbarcarsi a non lievi
spese, per mandarli presso altri istituti.
Ci consta che uno va a Rovereto, uno a
Trento, uno a Fiume, e gli altri a Trieste.
Noi chiediamo: perchè la preposta autorità
non completa la nostra scuola reale? 0 non
si potrebbe sopprimer la scuola reale di Spa-
lato, che, per avere a lingua d'istruzione la
slava, dà risultali negativi, e completare la
nostra ? Paghiamo abbastanza d'imposi« per
reclamare un giusto bisogno.
Due padri di famiglia.'*
liloydiana. — Veniamo informati che
il ministero vuole tolti al servizio di naviga-
zione per la Dalmazia i battelli del Lloyd a. u,
Jonio, Fiume e Smirne, perchè non cor-
rispondenti pel loro tonnellaggio al contratto
stabilito fra il governo e quella società di na-
vigazione.
Ora noi — facendoci interpreti di parecchi
negozianti della provincia — ci permettiamo
alcune considerazioni in argomento.
Può darsi benissimo che i tre battelli non
rispondano pel loro tonnellaggio al contratto;
ma da ciò non proviene il benché minimo
danno al governo ed al pubblico. Va notato,
infatti, che il Jonio, il Fiume e lo Smirne
corrispondono perfettamente, e assai meglio
degli altri piroscafi, alle operazioni di imbarco
e di sbari'O delle merci, e, appunto come bat-
telli per merci, vanno preferiti a molli altri.
Hanno vasta coperta e boccaporte facilmente
accessibili. E' poi stato provato che, collo stesso
impiego di tempo, sul Jonio, sul Malta e sullo
Smirne s'imbarcano 500 colli, mentre sugli
altri piroscafi se ne imbarcano appena 300.
Del resto, che importa il tonnellaggio mag-
giore 0 minore, se i tre piroscafi da elimi-
narsi dalle nostre linee non arrivano mai ad
essere carichi?
II Lloyd — lode al vero — ha provvisto
con grandi e comodi battelli per passeggeri e
con linee dirette e celeri ad un sentito desi-
derio dei dalmati. Viaggiano ora dei grandi
piroscafi che offrono tutto il possibile comfort
ai passeggeri. E se il pubblico che viaggia
n' è pienamente soddisfatto, non v' è ragione
di non soddisfare anche il ceto commerciale,
quello che lavora esclusivamente nell' imbarco
0 nello sbarco dei colli e che — come ab-
biam dello — trova nei tre piroscafi sunno-
minati ogni possibile facilità e comodità d' o-
perazione.
Per tutto ciò, e pel fatto che ad ogni modo
1 tre comodi battelli per merci non giungono
mai ad avere un carico completo, chi ci scrive
è certo che il ministero non vorrà insistere
in una richiesta, che. in fondo, non giove-
rebbe ad alcuno, ma renderebbe meno age-
voli le operazioni d'imbarco e di sbarco delle
merci sugli altri battelli Iloydiani.
Società Filodrammatica Para-
via. — Apprendiamo che idileltanti di que-
st' utile società cittadina si produrranno, fra
poche sere, sulle scene del Teatro Nuovo.
Il programma della serata è assai promet-
tente. Fra altro si darà il noto dramma della
Bernhardt, in un atto, dal titolo La confes-
sione (I»' Aveu) eh' ebbe un grande successo
a Parigi e che non venne ancora rappresen-
tato in Italia.
Egregiamente.
I linguisti della Giunta. Un
amico ci scrive da Scardona, e noi la ser-
viamo calda calda agli assidui.
„Giorni sono, trovandomi per certi affari
all' ufficio comunale di qui, 1' occhio mi cadde
per caso sopra uno scritto della Giunta pro-
vinciale, redatto nell' ufficiale lingua serbo-
croata e diretto a questa amministrazione co-
munale.
Lo scritto, tra gli altri, conteneva questo
smagliante periodo, vero miracolo di eleganza
e di correttezza grammaticale:
„Ratila potrebita cestaru bila je jur pre-
dana od mjernika Randi-a."
II che, tradotto in italiano, suonerebbe alla
lettera:
„Gli istrumenti necessari allo stradino è
stata già consegnata dall'agrimensore Randi."
Capite ?
Battio è nome neutro, il cui plurale è ra-
tila, per cui bisognava dire: „Batila potre-
bita ecc. ecc. hila su predana ecc. ecc."
E questi sono gli slavizzatori, i filoioghi in-
signi, che vogliono rigenerare lo lettere slave!
Se i pontefici fanno così, immaginatevi i
semplici sagrestani!
Ma a che insistere? Occorrono commenti
a quanto vi ho esposto?
Giers col ministro Kalooky a
Franzensbad. Vi si combinerebbe
un convegno di sovrani, da te-
nersi a Gmunden, all' epoca della
visita di Guglielmo alla corte au-
striaca.
_ Codeste voci, rasserenanti l'o-
rizzonte politico, vengono accolte
con favore nelle alte sfere.
Giungono pessime notizie dai
Balcani. Il brigantaggio infierisce
in Serbia, in Bulgaria, in Mace-
donia.
Si teme lo scoppio di avveni-
menti gravi, massime in Serbia,
ove regna ìin generale malcon-
tento contro il re Milano, causa la
nota questione del divorzio. La di-
nastia degli Obrenovich versa in
serio pericolo.
Vienna 1 settembre. La
regina Natalia ha oggi proseguito
per Bucarest.
Vienna 1 settembre. — Do-
mani ha luogo il grande corteo
festivo dei tiratori di bersaglio.
Sono arrivati per la circostanza
trenta mila forestieri.
Leopoli 1 settembre. — Tutti
i giornali polacchi riproducono una
fulminante lettera dello Ozas con-
tro il vescovo Strossmajer.
Praga 1 settembre. — I JVa-
rodny Listy minacciano gli ebrei
dei dintorni di Praga di rappres-
saglie commerciali, ove continuas-
sero a mandare i loro tìgli alle
scuole dello Schulverein. (E que-
sto è liberalismo!)
Roma 1 settembre. — L'entu-
siasmo, le ovazioni e le benedizioni
di masse esultanti, i getti di fiori
accompagnano il re Umberto nel
suo viaggio trionfale nelle lio-
magne.
L'entusiasmo per questo gran-
dioso risultato si manifesta in tutta
l' Italia. Non occorsero punto in-
cidenti spiacevoli. I giornali sono
pieni di notizie e di patriottici com-
menti sul viaggio del re.
Parigi 1 settembre. — L' ex
generale Boulanger recossi in Russia.
—
Napoli, 8 ottobre 1885.
Sigg. Scott e Bowne,
L' Emulsione Scott da me sperimentata nella
Clinica Oculistica del Brefotrofio dell'Annuno
ziata di Napoli e nella pratica privata, ha d;it-
otiimi risultati. Nei bambini linfatici, negli scro-
folosi, affetti da oftalmia, dove è indispensa-
bile una cura generale, ho trovato essere la
Emulsione Scott ben tollerata, e rispondente
bene come medicamento ricostituente.
Dott. GIUSEPPE MOYNE,
Prof, e Direttore della Clinica Oculistica
della Beai Santa Casa dell'Annunziata di Napoli.
Largo Monte Calvario.
Telegrammi particolari
del „Dalmata^^
Vienna 1 settembre. — E'
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mestre e trimestre in proporzione.
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semestre fi. 4:50 trimestre fi. 3:60
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fi. 12 all'anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Pur gli Stati non appar-
tenenti all' anione postale fi. 8
e di più r aumento delie spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
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Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMAT
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
air amministrazione del "Dalmata^
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
aftrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono
CHIACCH)EB£
Dunque il vecchio Starcevioh rinnega
il vecchio Strossmayer. Abbiamo dun-
que due profeti che non vanno d' ac-
cordo e che possono creare uno sci-
sma. Eppure tutti e due giurano in
un verbo solo; tutti e duo mangiano
un tedesco a pranzo e un magiaro a
cena, tutti e due sono convinti della
missione civilizzatrice che sapete.
Ma, forse, allo Starcevich seniore
riuscì irritante la clamorosa réclame
condensala negli ultimi tempi sul capo
di monsignore. Come? Cera ohi si
permetteva di ofiuscarlo, c' era chi si
permetteva di fargli concorrenza nel
martirio politico? La Croazia della geo-
grafia ideale, per quanto vasta, non
può contenere che un solo profeta, che
un martire solo. Due sono di troppo;
uno, certo, deve levare 1' incomodo.
Così, d' ora in poi, alle tante frazioni
e sfumature di partito, se ne aggiun-
geranno due nuove. Vi saranno gli
starcevichiani e gli strossmayeriani, che
fiiiora non avevan ragione d'esistere.
Da che parte si schiereranno i croati
di casa nostra e del uostro cuore?
Divideranno imparzialmente i loro en-
tusiasmi rettorie], o parteggieranno per
uno solo dei due campioni? Il dilemma
è profondo come le elucubrazioni del-
l' avvocato Pastrovich.
Ma sapete che sono carini davvero
questi croati al di qua e al di là della
montagna? Non basta che non abbiano
fatto nulla per aver diritto all'unità
nazionale, non basta che di questa u-
nità si siano mostrati indegni, ci vole-
vano anche queste invidiose logoma-
chie, che provvedono al buon umore
del colto e doli' inclita.
Se uno dei pontefici del croatismo
dichiara l'altro anti-papa, con poca
reverenza alle persistenti aspirazioni
cardinalizie di monsignore, vi è facile im-
maginare la concordia che regna fra
la minor gente del partito croato.
Sono in pochi e non riuscirono an-
cora a mettersi d' accordo. Vi sono i
croati di mezza tinta, che hanno sacri-
ficata l'utopia del radicalismo alla bea-
titudine dell' opportunismo. Voi li co-
noscete: cacciatori di quietanze e di
prebende, adoratori del dio Fiorino,
malleabili come la cera. L' annessione,
per cui irent'anni fa versarono il loro
inchiostro, è un' utopia. Domani che
anche il croatismo moderato riesca im-
APPENDICE
Da Castelauovo a Cattare
Siamo lieti di pubblicare questo ca-
pitolo, tratto dall' opera d'imminente
uscita : Le Bocche di Cattaro dell' e-
simio dr. Giacomo cav. Ohiudina di
Spalato :
Lo spettacolo, che ha sotto gii occhi il
viaggiatore nel passaggio da Castelnuovo alla
volta di Cattaro, è il più grandioso, è il piii
bello che si possa cootemplare. Egli vede viag-
giando col piroscafo il pittoresco canale, ora
restringersi tra spoode ameoissime, ora allar-
garsi con giri tortuosi, poscia iosinaarsi entro
teira per più chilometri alle radici della Cr-
Dagora, che adergonsi colle squallide e rupi-
ginose lor cime, e sembrano dare coli' orrido,
che d'ogni intorno spargono, un magni-
fico risalto alle bellezze di questa meravigliosa
plaga.
Poi gii si presenta la cittadella di Castel-
nuovo, questa perla delle Bocche, che sì spiega,
portuno, sapranno adornarsi di una
coccarda perfettamente costituzionale.
Poi v' hanno i croati festerecci e
duri più delle roccie del Velebit. Per
loro r annessione è una coerenza, più
che una convenienza. Cantori di salmi
glagolitici, cercatori assidui delle co-
rone di latta dei tragici Terpimiri, ca-
valieri erranti del diritto croato, ab-
borrono gli opportunisti e vogliono un
programma netto o spiegato.
Ci sono i croati speculativi, che fanno
i croati per seguire la moda e che ri-
guardano il croatismo come un diploma,
un attestato, un titolo di promozione.
Non sanno parlare che l'italiano, ma,
se li udite in istrada, giurate suH' a-
nima buona del Parcié che hanno im-
parato tutto intero il suo dizionario.
E dall'altra parte? Croati banali,
ligi al verbo di Budapest e devoti al
governo, che, in fondo, 11 tratta assai
bene. Croati selvaggi, che, quando non
muovono a rumore la Dieta, prendono
a calci parlamentari o ginnastici i col-
leghi della maggioranza. Croati che in-
vocan la Russia; croati che vogliono
la fratellanza iugoslav.a: croati anti-serbi,
anti-bulgari, anti-cosacchi ; croati che
vogliono il regno qual'è; croati epici,
che vogliono mezza Europa a loro uso
è consumo; croati che voglion la luna;
croati che non sanno neanche loro che
cosa si vogliano. Tutte le specie vi
sono rappresentate, tutte le tinte, tutte
le velleità, tutti gli appetiti.. A completare
la collezione ci mancavano proprio ie ul-
time invettive del venerando contro il
venerabile.
Intanto la Croazia, anche piccola,
non può fare da sè. Mentre 1' Hrvatska
appunta i suoi strali di redazione coa-
tro il dr. Klaich e consorti, non si fa
neanche la parodia delle Cinque Giornate.
Le cannonate retturiche del dottor Anto-
nio non sfondano la più impercettibile
breccia e i telegrammi nordici di mon-
signor Strossmayer non innalzano la
menoma barricata. Mentre i croati dei
due emisferi si accapigliano fraterna-
mente, il loro grido di guerra — Bog
i Hrvati!— più che platonico, diventa
perfettamente umoristico. È vero che,
per tutti, il dr. Bulat si arma trucida-
mente ; ma credete che questo Pulzelle
di . .. Spalato basterà solo a redimere
e ad unificare la mamma patria?
Ecco dunque i nostri bravi antago-
nisti ridotti alle loro proporzioni natu-
rali, che appartengono al dominio del-
l'operetta. Senza unità di programma,
a guisa di grazioso ventaglio, sopra un colle
verdeggiante.
Lunghesso il lido, a destra e a manca, gli
SI affacciano le belle borgate e i villaggi, che,
ora in gruppi bene ordinati, ora in linee va-
gamente estese e adorne di eleganti edifizì,
pi'otendonsi Ano al punto, ove gli si presenta
la cittadella di Cattaro.
Il distretto di Castelnuovo corre sopra una
spiaggia ridente, fino allo stretto del canale,
abbracciando i fertili e vaghissimi villaggi di
Mojdož, Baosié, Podi, Kati, Zelenika, Gjono-
vié, Kameno, Kouibur, Kruševica, Jošića, Mo-
krine, Sašović, Topla, Igalo, Savina, Meljine
e Bijela, formanti la più deliziosa plaga del
canale, che dai viaggiatori tedeschi viene u-
niversalmente addomandata la più bella re-
gione dair Austria.
La natura ha un aspetto assai calmo, assai
sereno, «, qua e là, tra i vapori, apparisce un
campanile, una torre, un maestoso gruppo di
pini.
I colli sono ricolmi di ricchezza, come il
seno d' una madre, che allatta il suo primo
bambino.
Le bianche case spiccano sopra un fondo
di verdura, fra bellissimi boschi di olivi, di
aranci e di cedri.
E' un panorama rinnovato, senza posa, di
senza un patrimonio di civiltà secolare
che autorizzi fiducia nell'indipendenza
della patria, questi signori hanno ora un
bel fare della rettorica. Il principe di
Danimarca, dopo aver parlato del mar-
cio convenzionale, avrebbe ragione di
ripetere: parole, jìarole,parole! Vo^^ouo
continuare a far fremere i torchi e i
lettori; possono applicare all'elettricità
i novi entusiasmi; possono esaltare i
chiericotti a dimostrazioni ultra-croate.
Ahimè! Starcevich è grande; ma Stros-
smayer non è più il suo profeta ! L'an-
nessione è una parola magnanima, ma
rappresenta una grande utopia! L' odio
poi magiari è una santa missione; ma
due terzi dei croati si permettono d'es-
sere appunto del parere contrario. L' an-
tipatia pei tedeschi è un apostolato ; ma
i ncstri onorevoli sono i décrotteurs de-
votissimi dei possessori della lingua del
ja. Non c'è, insomma, coerenza, non c'è
decenza, non c'è alta e unitaria edu-
cazione politica, non c' è nemmeno se-
ria tendenza nazionale.
Con tante deficienze, con rancori così
pronunciati, contali screzi politici non si
fanno davvero le nazioni. La Croazia —
per sua fortuna non potrà mai rea-
lizzare le sue aberrazioni geografiche,
che assomigliano a quelle di Campa-
nella. Perchè, concessa l'iperbole, si a-
vrebbe uno spettacolo meraviglioso ;
r opera buffa rappresentata da un' in-
tera nazione. Tutti vorrebbero essere i
primi. Primi i Dalmati, primi i Croati,
primi gli Sloveni: tutti primi! I Boulan-
ger al sego si moltiplicherebbero all'infi-
nito. Ognuno vorrebbe far prevalere le
proprie idee. Sarebbe 1' apoteosi del caos,
il cantico dei cantici della confusione.
Dopo un mese — lo giuriamo sulT om-
bra inulta del canonico Paulinovich —
se ne avrebbe di grande Croazia fin
sopra gli occhi. Dopo un anno — as-
sai probabilmente —• si tornerebbe allo
statu quo ante, il migliore di tutti.
In fondo, tutte queste battagliole
ci fanno sorriciere. Ma, pensandoci
poi un poco sul serio, sentiamo ram-
marico che in nome di tale confusio-
nismo, in nome d' una Croazia iperbo-
lica, un' accozzaglia di ciarlatani politici
abbia sconvolto il nostro disgraziato
paese. Stavamo tranquilli in casa no-
stra, felici dei nostri postulati civili, della
nostra lingua, dell' armonia esistente
fra slavi e italiani. Avevamo devo-
zione al passato e fiducia nell'avvenire;
ci credevamo chiamati a un rinasci-
mento materiale, mercè il concorso d'uo-
ville e di giardini fioriti, che danno ai venti
i loro profumi.
Zampilli di acque fresche, irradiati da un
sole d' oro, rinfrescano 1' aere odoroso.
Queste rive richiamano, in diversi punti,
ora il lago di Lacerna, ora il Bosforo ed ora
la rada di Smirne.
Valicato lo stupendo stretto delle Catene^ il
viaggiatore ammira la città di Perasto colle
sue bianche case, disposte lunghesso la riva,
a guisa di navigli lungo la rada.
In mezzo a un limpido spazio, che si
apre in faccia a Perasto, appariscono due leg-
giadre isolette: S. Giorgio e la Madonna dello
Scalpello.
E, proseguendo, vede spingersi e campeg-
giare maestosa la interminabile linea, a sinistra,
di bianchi edifizì della bella borgata di Do-
brota, eh' è alla Dalmazia ciò eh' è Broek al-
l' Olanda ; bianchi e rifulgenti d' una luce an-
cor più viva, pel contrasto eh' essi presen-
tano colle cupe cime della Sierra di Sant'E-
lia; e, a fianco, cogl'indivisibili, sempreverdi
e sempre fruttiferi, arboscelli dell' arancio e del
limone.
Ecco Stolivo, colle sue belle case campestri
disposte in anfiteatro, sul pendio di una ri-
dente collina, con la guglia piramidale della sua
chiesa, inalzantesi come una preghiera miste-
mini nostri, troppo poveri per fare del-
l' alta politica, dotati di troppo buon
senso per crear delle lotte civili.
Ma un brutto giorno s' udì una pa-
rola ancora più brutta: annessione, ahe
ne generò delle altre bruttissime: tutti
croati ! ostracismo agli italiani ! in mare!
Dio e i Oroati!. .. e così via dicendo,
a nostro ineffabile gaudio.
E, dopo venticinque anni di lotta
snervante, dolorosa, titanica, dopo aver
fatto indietreggiare di un secolo il pro-
gresso della nostra Dalmazia, si venne
a sapere dagli stessi provocatori che
r annessione era una parola priva di
senso comune e che uno dei grandi
Madhi della grande Croazia aveva torto
da vendere.
A chi dunque credere? Come oriz-
zontarci? Si fa 0 non si fa questa be-
nedetta Croazia? Si innalzano o non si
innalzano i roghi agli eretici unghe-
resi e tedeschi ? E a quando 1' ora del
nostro riscatto? Quando il Velebit sarà
un'espressione geografica?
Tutte queste domande ci si presen-
tano cosi imponenti, che abbiamo ri-
solto di rivolgerci per la spiegazione
all' on. Vrancovich, il più croato dei
nostri contemporanei.
-»^n.i»».,'»^''-
L'anno 1888 va segnalato pel gran
numero di esposizioni internazionali ohe
esso vide attuate. E un fenomeno de-
gno di nota questo moltiplicarsi di tali
feste del lavoro, quando appunto tutto
induceva a ritenere che esse volgessero
al loro termine, come strumento con-
sunto e non più adatto allo sviluppo
economico. L'indifferenza dei governi
non ha impedito che esso aorgano e si
attuino per opera di privata iniziativa;
però sarebbe assurda V affermazione che
le esposizioni odierne siano del tutto
identiche a quelle promosse e dirette
dagli stati. La differenza delle origini
e dei mezzi ha determinato anche una
differenza sostanziale fra le une e le
altre.
Le grandi esposizioni internazionali,
che, iniziatesi a Londra, si sono suc-
cedute a Parigi, a Vienna, ad al-
trove negli anni passati, poteano repu-
tarsi effettivamente universali, imperoc-
ché esse si estendevano a tutte le ma-
nifestazioni dell' attività umana, così nel-
r ordine intellettuale come in quello ma-
teriale : ciascun paese teneva a figu-
riosa dal seno d' una folla devota raccolta; poi
la graziosa borgata di Perzagoo, riparata alle
falde delle sue roccie e colla sua vaghissima
Madonna della natività, sparsa di case, edi-
ficate alla sponda della costa, come una co-
rona sgranata; poi le tre costruzioni d'una
medesima forma, legate l'una all'altra da uno
stretto pensiero di affezione, e addimaudate le
tre sorelle {tri sestrice), che nell'amicizia loro
fedele d'amore si fecero un'eguale dimora.
Quale delizioso colpo di vista, quale va-
rietà di quadri d'ogni parte, ad ogni istante,
in questi contorni argentati ; in questi allarga-
menti del canale, colla moltitudine delie chie-
suole, che, dall'alto delle loro colline, sembrano
invitare i viaggiatori ad elevare l'anima verso
Dio ; nella prospettiva di questi villaggi,
eJevantisi, a guisa di gradini, sull'ertezza del-
le montagne, e d'altri modestamente assisi in
UDO stretto vallone, e d'altri giacenti alle sponde
dei fiotti come nidi di gabbiani !
Quale contrasto fra le cime denudate di
queste montagne e V abbondante vegetazione,
che ne ricopre i fianchi!
Quale contrasto sullo stesso punto, sulla
rupe stessa, sì triste alla sommità, sì ridente alia
sua base !
E qual piacere non si prova nel mirare
questi edifizi d'ogni maniera, queste fascie dì
If. 102. ZARA, Sabbato 22 Dicembre 1888. Anno
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e triniestre in proporzione.
Per r impero Aiistro-Hngarìco fi. 9,
semestre fì. 4:50 trimestre fi. 3:50
Per gli Stati appartcìiciiti all'U-
nione postale tì. l-J ali'anjio se-
mestre e tvimeistre in ì)roi)or-
zione. Ter gli Stati non appar-
tenenti all'unione postale fi. 8
e di più 1' aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale polìtico, economico, letterario.
UN OPUSCOLO
L' anonimo raguseo ebbe dunque la
finezza di escluderci dal novero delle
sue combinazioni e di eliminarci dalla
esistenza politica. Puro, precisamente
Ragusa, ebbe ad offrire nelle due ultime
elezioni politiche il maggior numero di
suffragi a vantaggio del candidato dei
nostro partito. E' vero clie questo suc-
cesso era in parte dovuto alla coopc-
razione di quegli onesti slavi, che non
possono essere acquiescenti alle soper-
chierie speculative del partito croato;
ma è vero altresì eh' essi aveano so-
lennemente riconosciuta la legalità, la
importanza e la vitalità politica di que-
gli autonomi, che per 1' autore dell' o-
puscolo souo divenuti una quantité né-
gligible.
C è poi bisogno di ripetere che il
nostro partito, perchè temuto, viene
ancora osteggiato con ogni illegalità e
con ogni sopruso? 0'è bisogno di as-
serire che a Zara la imponente mag-
gioranza dei cittadini aderisce soltanto
al nostro programma? Ohe a Spalato,
a Traù, a Pago, a Oittavecchia e in
altri luoghi le maggioranze reali son
nostre e vivono di vita attiva, per
quanto resa difficile dalle lotte continue?
0' è bisogno di ricordare che, dell' 85,
i nostri avversari hanno dovuto ricor-
rere ad ogni enormezza per toglierci i
nostri rappresentanti alla Camera? Ohe,
dallo liste orribilmente sofisticato, ven-
nero tolte centinaia di nostri aderenti
politici? Che, a Spalato, dall'urna ven-
nero discacciati circa duecento elettori
del nostro partito e introdotti mino-
renni e nullatenenti croati? Che, nel-
r ultima elezione pel deputato dei mag-
giori censiti, il trionfo — il più bel
trionfo che segoi la cronaca provinciale
—^ fu nostro, quantunque fosse pubbli-
camente notorio il cinismo con cui i
croati diminuivan, truffando, il numero
dei nostri elettori?
Occorre ripetere che, per affermarci
come partito pieno di vitalità, abbiamo
bisogno di sola giustizia, giustizia al-
l' urna e in palazzo ? Che, quando fosse
ristabilito l'impero della legge, potremmo
scendere in campo perfettamente ag-
guerriti e con la certezza di più d' un
successo ?
No. Ripetere tutto ciò sarebbe per-
fettamente inutile. In venticinque anni
di lotta, il nostro partito ha attraver-
sati molti momenti diffìcili, ha subite
prove ben dolorose; ma, anziché dimi-
nuito, anziché smembrato, esso è u-
scito da questa lotta più temprato, più
puro. Si : tutti gli equivoci, tutti gli spe-
culatori del quarto d'ora, fiutando il
vento a noi sfavorevole, si sono sban-
dati. Ma guai al partito che volesse ri-
petere consistenza da cotesti percor-
ritori di tutta la rosa dei venti politica,
da codesti Girella, che hanno ia tasca
una collezione di coccarde! Si sono
messi senza convinzione nel partito
croato, perchè esso ascendeva, perchè
lucrava tutti i favori, perchè col partito
croato e' era tutto da guadagnare e
nulla da perdere, perchè i Rodich e i
Jovanovich si facevano frequentatori di
Čitaonice. Ma noi, certo, uon deplo-
riamo simili assenti; noi confidiamo
soltanto in noi stessi e nella legittimità
della nostra causa. Cambiano gli uo-
mini, cambiano gi' indirizzi politici. Non
è impossibile che, al primo mutar di
vento, questa turba di opportunisti ci
venga di nuovo tra i piedi. Intanto,
anche oppressi, noi contiamo seria-
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importiTfrde-
naro, in assegni postali si dirigano
air amministrazione del "Dalmata„
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
atìrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscoDQ.
mente come elemento di partito, per-
chè con noi è 1" intelligenza, è la col-
tura, è il censo, è 1' elevatezza del sen-
timento, è la parte migliore della gio-
ventù. Se r anonimo è di parere con-
trario, la colpa non è nostra.
Ma proseguiamo. Forte della teoria
che nega graziosamente la nostra esi-
stenza, il raguseo, che ha il debole per
le operazioni aritmetiche, fa un' altra
divisione. La politica è un' aritmetica,
ha detto un grand' uomo, e 1' anonimo
s' ingegna di salire sui trampoli, prati-
cando la massima.
Il raguseo passa dunque in rasse-
gna la proposta formulata dal partito
croato nelle trattative d' accordo e la
trova soddisfacente. Ma 1" operazione
dei posti è sbagliata, perchè, secondo
lui, cinque posti di deputato al consi-
glio dell' impero devono esser dati ai
croati e gli altri quattro ai serbi. Alla
Giunta provinciale poi ci dovrebbero
essere due croati e due serbi, con un
presidente neutro ed imparziale.
Santa semplicità! L'operazione ci
risparmia tutto il lusso dispendiosissimo
di liste elettorali, dì commissari viag-
gianti, di gite di dispiacere all' urna
e di morti resuscitabili.
Non ci sarà più bisogno di quelle cen-
tinaia di ricorsi con cui si tenta di ret-
tificare le liste. 11 regolamento elettorale
diverrà un pleonasmo; la convocazione
alle urne sarà soppressa; e gli autonomi,
gli autonomi, che pagano le loro im-
poste come tutti gli altri, non avranno
altro incomodo che quello di portare
il loro denaro all' esattore e . . plau-
dire. Plaudite cìvesì
Né — Dio ne guardi — noi discu-
teremo con serietà quest' amabile cor-
belleria. Non ricordate la favola dei
cacciatori che facevano i conti sulla
pelle dell' orso, mentre il medesimo era
ancor vivo? Noi — paragone a parte
— non siamo disposti a lasciarci scuo--
iare a benefìcio d' un opuscolaio d' E-
pidauro. E proferiamo il vecchio si-
stema, quello d- ir elezioni, per quanto
ci sia stato contrario sin qui. Perchè
siamo convinti che, ove il nostro par-
tito volesse, ma fortemente volesse, e
ove la legge fosse una buona volta
scrupolosamente applicata, tutti i cal-
coli dell' anonimo andrebber sconvolti.
Del resto, egli non si accorge di ca-
dere in una grossa contraddizione. La
parte inferiore della Dalmazia, da lui
decretata .ai serbi, non darebbe quattro
collegi ai serbi. Dunque uno o due
deputati serbi dovrebbero essere eletti
dai croati, e, quello eh' è peggio, su
terra croata !
Un' altra anomalia. Per devenire al-
l' accordo, 1' incognito propone una
cosa, giustissima in sè, ma immensa-
mente impraiica nei riguardi del par-
tito croato. Egli vorrebbe che tanto i
croati quanto i serbi escludessero l'in-
gerenza del clero dalla politica, togliendo
ai preti la redazione degli organi di
partito. E qui è 1' utopia. Imponete ai
croati la lingua del Vuk, obbligateli a
muoversi entro confini prestabiliti, pri-
vateli della possibilità di monopolizzar
tutto e di fare speculazione di tutto,
togliete loro, infine, l'ausilio potente
del prete e del frate .e di croati
non avrete più neanche 1' ombra. Per-
chè, per loro, la prepotenza è condi-
zione d'esistenza ; perchè se i preti
fossero solo ministri dell' altare e ri-
pudiassero la politica, il partito croato
non avrebbe più nei seminari e nelle
parocchie e nei conventi focolari d' a-
gitazione; perchè il Narodni List —
per esempio --- è un lutto omogeneo
e indivisibile col suo redattore e il
scinderli è cosa impossibile.
Però — siamo imparziali — l'au-
tore dell'opuscolo ha ragione. Tutti i
cittadini, che assistono addolorati allo
nostre lotte, e ne sludian le cause, sono
d'accordo nel reclamare pel prete tutto
altro compito che quello della politica.
E così bella, è così augusta, è così
umana la religione di Cristo, sono cosi
efficaci i suoi precetti, sono tanti i bi-
sogni morali del popolo nostro, — che
al sacerdote veramente tale non do-
vrebbe rimaner tempo a preoccupa-
zioni e a provocizioni politiche.
Ma, pur troppo, è come dire al muro.
Il male c' è e bisogna soffrirlo. E se
vi accennate in nome doil'interesse co-
mune, in nome della moralità e della
pace, 1 preti gazzettieri vi dan sulla
voce come per un crimenlese com-
messo.
Uii'ultima osservazione. L'autore della
brochure dice che il posto dei depu-
tati al Consiglio dell' Impero — serbi
e croati, naturalmente — non può es-
ser dubbio. Al parlamento — dice lui
— non vi sono partiti politici, ma na-
zionali. Tutti gli slavi hanno un av-
versario comune : i tedeschi. Da qui
la coalizione della destra, cui devono
aderire i deputati della Dalmazia.
Ma — data e non concessa l'ipo-
tesi che il programma doil'anonimo si
effettuasse — potrebbero i sorbi imi-
tare il sistema tutto speculazione dei
deputati croati? Non ebbe lo Srpski
List a stimatizzare sovente codesto si-
stema, basato a concessioni continue?
Potrebbero i serbi sconfessare ad un
tratto le loro premesse di liberalismo,
e, dall'opposizione fin qui mantenuta,
passare nelle file governative? Tutto a
questo mondo è possibile ; ma, confes-
siamolo, r evoluzione sarebbe per lo
meno curiosa.
Eliminati con un tratto di penna gli
autonomi, tolti all' opposizione i serbi,
modificati essenzialmente i croati, l'au-
tore dell'opuscolo offre alla travagliata
Dalmazia le beatitudini del paradiso.
Con un colpo di bacchetta magica, tutti
i parlili scompaiono, o, meglio, ne ri-
mane uno solo : quello che dovrebbe
rendere i suoi deputati acquiescenti alle
vedute del conte ministro. Se le uto-
pie dell' opuscolo diventano le realtà
di domani, potremo gridare col Ferra-
villa: — Oh, che bella'fefta! Oh, che
bella fefta!
Il Giornale Vinicolo Italiano pubblica
quest' articolo, che noi riproduciamo nei
punti più essenziali, certi di far cosa
gradita a quanti in provincia s' inte-
ressano di viticoltura, argomento omai
di capitale importanza anche pei Dalmati:
Ija recente constalazione della fillossera in
alcun • località dei territori di Gorizia e Trie-
ste, e ia scoperta di altri nuovi focolari e cen-
tri infetti importati nella parto insulare e con-
tinentale di questa provincia dell' Istria, hanno
richiamato a giusto titolo 1'attenzioue dei vi-
ticultori delle limitrofe provincia italiane, se-
riamente minacciate per l'immediato contatto
dai territori viticoli conflaanti, e per le diu-
turne relazioni alimentate dai rapporti agricoli
e commerciali tra i rispettivi paesi.
A chiarire le notizie divulgate in proposito,
e a porgere una più retta cognizione delle o-
dierne condizioni di queste provincie sotto 1' a-
speUo della questione fillosserica, gioverà per-
tanto di dare una fedele e succinta esposi-
zione delle reali condizioni di fatto qui create
dalle ultime esplorazioni fillosseriche; come
non riuscirà inutile accennare ancora ai prov-
vedimenti qui già attivati a difesa contro il
temuto flagello.
Che per le provincia viticole dell' Austria
lo stato presente della questione fillosserica
sia molto grave ciò risulta pur troppo anclie
dalle pubblicazioni officiali comparse su que-
sto argomento in questi ultimi tempi : talchi
nessuuo più potrebbe dubitarne.
Ma 8Q lo stato fillosserico nell' Austria era
già grave nel 1886, di molto venne poi a peg-
giorare nelle susseguenti annate 1887 e 1888,
coma è facile dedurlo dalle continua e sem-
pre più numerosa scoperte di nuovi focolari
d'infezione in località per 1' avanti del lutto
immuni.
Suir andamento della infezione nel volgente
1888 non si posseggono al presente che po-
che ed incomplete indicazioni. Queste però già
bastano a mostrare 1' incremento spaventevole
preso dal malanno, che nella ^trascorsa estate
ebbe ad infierire con una violenza non ancora
veduta in passato. Senza soffermarci a men-
zionare le stragi menate su quel di Pirano e
Isola, dove diede il crollo a molli vigneti che
avevano sopportato abbastanza bene gli ante-
cedenti assalU della fillossera, e il suo continuo
avanzarsi nelle opposte direzioni di setten-
trione e mezzogiorno, basti fare menzione del-
l' infezione scoperta nell'isola di Lussino, so-
pra ben 60 mila viti e su di un'area di oltre
660 eltaii, con sn-i indizi di una infezione
anteriore alla prima scoperta della fillossera
nella parte continentale dell' Istria, cioè al 1880!
Con la fillossera ai due estremi di Oapodi-
stria e Lussino, probabilmente anteriore al
18&0, e con 800 e più ettari di vigneti già
infetti, ripartiti sopra una estensione di circa
150 chilometri quadrati, l'Istria oggidì trovasi
dunque in condizioni punto migliori di quelle
dtiir Austria inferiore, della (Jarniola e della
Siiria, e deve accingersi ad una lotta disperata
per iscongiurare più gravi ed imminenti di-
sastri.
La lotta mediante i trattamenti d'estinzione
è — salvo in certi casi speciali — già da
parecchi anni abbandonata in Istria, nell' in-
terno delle zone infette di Pirano ed Isola,
dove ora si provvede ad esperimentare i trat-
tamenti colturali e si dà larga mano alla dif-
fusione delle viti americane.
Nè giova qui nascondere, che la speranza
di spegnere l'infezione non è punto il mo-
vente che induce a continuare, nei casi spe-
ciali su citati, la lotta coi mezzi estintivi ;
imperocché l'esperienza largamente fatta in
passato ne allontana purtroppo da siffatte illu-
sioni. Si continua, sia per non contrariare di
soverchio l'opinione del volgo dei viticultori,
che ancora protesta e reclama che pur qual-
che cosa si distrugga, quasi che questo sa-
crifizio espiatorio valga a placare i Numi fil-
losserici avversi ; sia per la lusinga di rallen-
tare in tal guisa l'inevitabile cammino del
flagelio e dare tempo al tempo.
Dopo una non breve perplessità e discor-
danza di pareri, l'opinione che finalmente ora
sorge poderosa e generale nei meglio avve-
duti è però tutta ed unicamente a favore delle
viti americane resistenti. E giustizia vuole che
qui si dica come l'Istria, la quale pure fu
tra le ultime regioni ammesse a fruire della
difesa offerta dalle viti americane resistenti,
oggidì già si schierò tra le prime ad affer-
mare con inoppugnabili fatti il valore di que-
bttì stesse viti con tanta perseveranza recla-
mate.
Ed, invero, per iniziativa del Consiglio a-
grario provinciale, furono già introdoUe in Pi-
rano ed Isola 20 mila talee di viti Riparia
selvatica, York-Madeira, Solonis e Kupestris,
ritirate direttamenia dalla Francia. Queste, cu-
stodite per un anno in vivaio, vennero poscia
distribuite gratuitamente, parte innestale colle
varietà più indicale pel luogo, e parta sotto
f irma di piante madri. Altre 4000 barbatella
delle varietà suddette attendono presentemente
r innesto nel vivaio provinciale di Pirano, al-
l'ogi^etto di servire ad erigere, nei principali
centri fillosserati, dei filari modello di viti a-
mericane innestate.
Questo Istituto agrario provinciale, d' altro
lato, mediante talee ritirate dalla Boemia e da
luoghi della Stiria notoriamente ancora im-
muni, da tre anni lavora indefessamente a
moltiplicare le vili Riparia, Solonis e York-
Madeira, delle quali già possiede un vigneto
di circa un ettaro nel Podere sperimentale per
la costa in Parenzo, in terreno immune, a
suolo argillo-ferrugginoso (terreno siderolitico
dei geologi o terra rossa) povero di calcare,
poggiante su roccia calcarea della formazione
cretacea superiore; ed un secondo vigneto nel
centro dell' Istria, in Pisino, a circa 300 me-
N. 77. ZARA, Mercoledì 26 Settembre 1889. Anno XXIV.
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione,
per T impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione pestale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Ter gli Stati non appar-
tenenti ali'unione postale fi. 8
e di più P aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale politico, economico, letterario.
Dicevamo nei nostri ultimi numeri
alcune cose intorno alle scuole popo-
lari, rilevando e i doveri che devono in-
combere alle autorità scolastiche per
l'imparziale adempimento delie leggi,
e i diritti dei nostri consenzienti poli-
tici, alla difesa dei quali essi sono chia-
mati a vigilare. Ora vogliamo tenere
parola di vari fatti, che hanno attinenza
colle scuole medie, specie di quelli che
debbono tutelare la nazionalità dei no-
stri figliuoli e T incorrotta grafia dei
nostri nomi di famiglia.
Non è raro il caso in cui da parte
dei nostri amici vengono sollevati dei
lagni contro i direttori dei ginnasi e
delle scuole reali, i quali si renderebbero
responsabili di mutare arbitrariamente in
senso croato e la nazionalità e i co-
gnomi degli scolari, che accedono agi' i-
stituti da loro diretti. Ammesso che
tutti gì' italiani della provincia com-
piano il loro dovere di dichiararsi per
tali anche nell' ambiente ufficioso di
una scuola governativa, e che quindi
la statistica della gioventù studiosa rie-
sca sbagliata a danno nostro per catti-
veria degli avversari e nou per la so-
lita pecoraggine di certi eroi da ope-
retta, noi vogliamo oggi rendere av-
visato il pubblico delle leggi, che in
proposito esistono, e invitare contempo-
raneamente il governo a curare la loro
puntuale esecuzione.
Di questi giorni, sulle colonne del
giornale ufficiale, furono pubblicati da
parte delle direzioni delle scuole me-
die della provincia i soliti avvisi c rea
f apertura delie scuole medesime, e circa
le pratiche da farsi da chi voglia pre-
sentarvi i propri figliuoli. Ebbene, que-
sti avvisi non erano tutti concepiti allo
stesso modo, anzi differivano special-
mente in una cosa per noi di grande
importanza. Le direzioni di ctee sole
scuole esigevano che gli scolari di
prima iscrizione dovessero essere mu-
niti del nazionale, le altre di questo
documento non facevano parola. Que-
sto nazionale, secondo il nostro modo
di vedere, è un atto di molto rilievo,
perchè i genitori o chi no fa lo veci
dichiarano in esso quale sia la lingua
materna del futuro scolare; e questa
loro dichiarazione, firmata di proprio
pugno, è una prova palmare di ciò
che asseriscono, superiore senza dub-
bio a quanto essi possano esprimere a
viva voce al direttore all' atto della i-
sorizione, garanzia poi indiscutibile per
1' esattezza della matricola dell' istituto.
Ebbene, perchè in alcune scuole me-
die si esige questo nazionale, e perchè
in altre apparisce che esso venga tra-
scurato? Si fonda la presentazione di
questo documento sopra una semplice
pratica, o sopra una disposizione di
La presentazione del nazionale da
parte degli scolari è obbligatoria, per-
chè dipende da una ordinanza ministe-
riale. E se il trasportarne i dati nella
matricola è solo compito del direttore,
ogni capoclasse, al princìpio dell anno
scolastico, deve raccogliere i nazionali
degli scolari, e riportare nel giornale di
classe tutte quelle indicazioni, che da esso
derivano. Così ha dichiarato il mini-
stero medesimo in un recente volume
di leggi scolastiche. (Weisungen ecc.
pag. 50.)
Come avviene adunque che in alcune
scuole della provincia questa legge non
venga osservata? E se ì direttori non
Esce il mercoledì e il sabbato
la osservano, perchè non alzano in pro-
posito la loro voce i signori professori,
specialmente quelli che si dicono ap-
partenere al nostro partito? E se di-
rettori e professori non fanno in que-
sto riguardo il loro dovere, perchè il
governo non interpone la sua autorità,
e non fa in modo che la legge venga
eseguita ?
Noi ci limitiamo quest' oggi a segna-
lare questa irregolarità alle autorità sco-
lastiche superiori, sperando eh' esse si
adopereranno, affinchè sia tosto levata.
E sta anche nell' interesse dei governo
medesimo ch'essa venga tolta: per-
chè, offrendosi così a ciascuno un modo
positivo di manifestare e tutelare la
propria nazionalità, non potranno più
avere base alcuna le tante recrimina-
zioni in proposito, giacché ognuno o
si godrà il frutto del proprio civile co-
raggio, oppure dovrà attribuire a se
stesso le conseguenze della propria vi-
gliaccheria.
La legge però, provvida in tutto,
non protegge soltanto queste dichiara-
zioni franche e leali della propria na-
zionalità, ma toglie ancora tutte quelle
scappatoie, che possono in questa ma-
teria essere escogitate dalla paura e
dai soliti riguardi umani dei tanti pi-
pistrelli della politica. C' è infatti qual-
cheduno --e questa è la peggior ge-
nia dì uomini, che mai possa immagi-
narsi — che non ha la forza di dirsi
o bianco o nero ; ma, camuffandosi d'en-
trambi i colori, vuole essere croato ed
italiano ad un tempo, oppure tedesco
ed italiano. In tali casi non è permesso
ai direttori delle pubbliche scuole il
decidere sopra queste dubbie naziona-
lità; bensì spetta a loro il fare osser-
vare ai genitori degli scolari o ai loro
sostituti che debbono dichiararsi per
1' una o per l'altra delle lingue ma-
terne, da essi citate come indizio di
nazionalità. (Ofr. Marenzeller „Norma-
lien" I pag. 109 Nota).
Un altra questione per noi interes-
sante è la grafia dei cognomi. Molte
volte e in vari luoghi si è alzata la
voce contro il brutto arbitrio, introdotto
in qualche scuola media, di alierare
capricciosamente i cognomi degli sco-
lari a seconda del partito politico, a
cui appartiene il direttore dell' istituto.
Anche qui la legge parla chiaro e tu-
tela questo sacro retaggio degli avi
nostri, obbligando i direttori a ripor-
tare nelle loro matricole i cognomi de-
gli scolari in quella forma, sotto la
quale si attrovano nella fede battesi-
male. Spetterà quindi ai genitori il con-
statare se ciò avvenga in realtà. Ma
siccome certi ministri del Signore sono
più amici della politica che della mo-
rale, così all'atto dell'estrazione della
fede dai libri battesimali dovranno i
nostri badare che la grafia del cognome
corrisponda al vero, e non permettere
eh' essa sia alterata dal fanatismo di
un prete qualunque.
Questo noi volevamo far sapere e al
governo e ai genitori; al primo, acciò
imparzialmente s'adoperi per T esecu-
zione della legge, ai secondi, perchè
facciano rispettare i propri diritti. E a
questi ultimi noi ricordiamo ancora
questo, che cioè i buoni patriotti si
conoscono ai fatti e non alle parole.
Ohi ha paura di dichiararsi per quello
che è, perchè teme p. e. il rigore dei
professori, il brutto muso del suo capo-
ufficio, una promozione, un sussidio o
uno stipendio non ottenuti, non è per-
sona costui che possa stare sotto la
nostra bandiera; anzi noi preghiamo
tutti questi egregi signori di passare
con armi e bagaglio nelle file avver-
sarie, per non contaminare d'avvan-
taggio colla loro presenza le nostre.
Ivi avranno tutto quel ben di Dio, che
potranno mai desiderare.
Ma qualcuno potrà obbiettare : se an-
che le statistiche nelle scuole croate
riusciranno a nostro vautaggio, in quelle
scuole non sarà mutata perciò la lin-
gua d'insegnamento. — Può essere: ma
sarà almeno palese l'ingiustizia della
loro esistenza. E allora potremo dire
che questa ingiustizia non la si trova
solo p. e. a Pisino, ove c' è un gin-
nasio tedesco, quantunque due terzi
degli scolari sietio italiani ; nè solo a Go-
rizia, in cui parimenti al ginnasio te-
desco accede una maggioranza di stu-
denti italiani; ma potremo dichiarare
eventualmente la medesima cosa per
qualche città della Dalmazia meridio-
nale. E, nella peggiore delle ipotesi,
potremo chiedere al governo 1' istitu-
zione di corsi paralelli italiani, facen-
doci forti dell' esempio del ginnasio i-
taliano di Trento, a cui furono aggiunti
dei corsi paralelli tedeschi.
Voi probabilmente ci tornerete ad
obbiettare che chi comanda ci riderà sul
viso e farà orecchie da mercante di-
nanzi alle nostre esigenze, E sia pure:
ma allora la parzialità sua sarà pa-
lese, e convaliderà 1' opinione che a
tutte le nazionalità in Austria si dà
quartiere, fuorché all' italiana. E noi
constateremo questa anormalità con
animo esulcerato sì, ma sempre tran-
quillo, perchè dalia storia di tutti i
tempi abbiamo imparato questa verità
indiscutibile, che nessuna ingiustizia,
quanto quelle commesse verso i popoli,
producono prima e poi delle conse-
guenze deplorevoli.
Ancora alcune cose: e queste vanno
dirette al solo governo.
È vero che nelle scuole croate della
provincia Io studio delle lingue vive è
trascuratissimo, e che laggiù i più dei
docenti se la cavano dinanzi agli sco-
lari con questa trovata : La lingua slava
già la sapete, T italiana non occorre, la
tedesca V imparerete a Vienna? !
È vero che, nella foga.... delle
spiegazioni ex cathedra, alcuni profes-
sori ingemmano il loro stile di quelle
frasi popolari croate, che saranno gio-
ielli in certi luoghi, ma che sono por-
cherie belle e buone tra persone e-
ducate ?
È vero che la pronunzia della lin-
gua latina se ne va a Zara da Erode
a Pilato in barba alla grammatica dtllo
Schultz, che è il testo prescritto, e che
subito alla prima pagina avverte che
le consonanti leggonsi in latino come
in italiano, meno il t ed il nesso ph?
Noi non sappiamo proprio, se tutto
ciò sia vero ; il governo intanto s'in-
formi in proposito, e, se fosse del caso,
faccia il suo dovere.
t —-
LE POSTILLE
Panslavismo! Ecco il babau, V orco, il
lupo mannaro della politica ... conciliativa.
Il Wiener Tagblatt c' informa che un decreto
del Capitanato distrettuale di Macarsca ha
vietato lo scoprimento del monumento al
poeta Kacich-Miossich.
E sapete perchè ? Perchè quei signori del
comitato, invece di limitarsi a onorare il
poeta, hanno voluto dedicarsi una dimostra-
zione politica, facendo scolpire sullo zoccolo
della statua dodici stemmi slavi, più lo
stemma uno e trino del regno ideale che
sapete.
Tutta questa gazzarra araldica, d' un prò-
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, ili assegni postali si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata»
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono.
tmneiato carattere panslavista, ha urtati i
nervi e ha determinato il divieto, che luogo-
tenenza e ministero confermarono.
Il sottoscritto, modestamente, si permette
di meravigliarsi della meraviglia dei supe-
riori. I croati di casa nostra, trattati sem-
pre a zuccherini e a ciambelle, avevano il
diritto di credere alla più illimitata libertà
in fatto di dimostrazioni.... statuarie.
Ed erano logici. Non vediamo noi, da
parecchi anni, le tricolori croate con tanto
di stemma del triregno? E queste bandiere
non son date al vento, liberamente, impune-
mente, in ogni ogni occasione? E se i sim-
boli panslavisti possono essere ricamati, o
dipinti, perche non possono essere anche
scolpiti? Lo scalpello non ha gli stessi di-
ritti dell' ago e del pennello <?
*
Evidentemente il governo s'avvede che i
protetti e gV imposti, nella sicurezza del-
l' impunità, hanno varcata la misura. Ieri
hanno espresso il voto pel distacco della
Dalmazia dal nesso cisleitano ; oggi stanno
per perpetrare un monumento a base ....
politica per un poeta che mai s' è sognato
di farla. Di che cosa, mio Dio, non saranno
capaci domani?
Noi, per programma, siamo lungi dall' ap-
provare ogni misura Imitatrice. Ma pur
non possiamo rimanere indifferenti u, queste
restrizioni, a queste resipiscenze del governo,
che, quasi ogni giorno, ha da esperimentarc
la verità del doloroso proverbio: dagli amici
mi guardi Iddio.... con quello che segue. * #
La politica della conciliazione b divenuta,
viceversa, la politica dell' irritazione. 1 con-
ciliati sono irritati; i gaudenti, in nome del-
l' eguaglianza nazionale, sono frementi.
Ed eccovi il menu politico d oggi.
Gli czechi sono irritati contro gli uffi-
ciosi per la leggerezza con cui trattano il
noto argomento dell' incoronazione.
I ruteni della Gallizia sono irritati con-
tro il governo e si preparano a un energica
opposizione in Dieta.
Gli slavi della Moravia sono irritati per-
chè si dicono trascuratissimi in linea di i-
struzione superiore e vogliono una univer-
sità czeca anche per loro.
II comitato esecutivo dei tedeschi dellat
Boemia e irritato per la nomina del conte
Thun, eh' è favorevole al progetto d' incoro-
nazione. E, non potendo ottenere dichiara-
zioni rassicuranti dal governo, il comitato
stesso mandò a monte le trattative pel ri-
torno dei tedeschi alla Dieta di Praga.
I liberali tedeschi sono irritati perchè il
ministero seguita a favorire le aspirazioni
slave e retrive.
Viceversa, i conservativi tedeschi sono ir-
ritati perchè il conte Taaffe va sempre più
allontanandosi dai loro principi.
Irritati gV italiani, irritati i croati, irri-
tati gli sloveni.... è un plebiscito, è una
torre Eiffel d' irritazione.
* *
E meno male se la claque urlante fosse
rinchiusa nei confini segnati per noi dal
Leitha. Il conte Taaffe, superiore a queste
burrasche, potrebbe ancora sfidarle. Ma, die-
tro ai tedeschi, agli czechi, ai polacchi, agli
italiani, agli sloveni, ai croati, si osservano
i magiari.
Avete veduto che gli ungheresi non pos-
sono guardare con indifferentismo orientale,
tutto questo imporsi di pretese, tutti questi
acri conflitti di nazionalità. Essi, più lon-
tani, vedono anche le cose con più perspi-
cacia. E prevedono che, per esempio, dopo
V incoronazione di Praga, ne verrebbe un' al-
tra : quella di Zagabria ; poi un altra an-
cora: quella di Cracovia.
Se si dà V offa desiderata agli czechi, i
croati esigeranno un eguale trattamento. Senza
parlare dei polacchi e di San Casimiro .....
L' avventura, certo, sarebbe delle più ca-
ratteristiche. La duarchia austro ungarica
si muterebbe prima in triarchia, poi in te-
trarchia, e, infine, in pentarchia.
Ciò, naturalmente, non può punto garbare,
alla discendenza di Arpad e compagni. *
* *
Sempre coerenti i Barnaba della Pulitik.
Quella officina di denunzie, quel laboratorio
di delazioni, quella fabbrica di spionaggi
mette le sue colonne al servizio dei croati
dell' Istria, dopo averle messe — è noto con
qual risultato — a servizio dei croati della
Dalmazia.
Anche in un recente carteggio da Parenzo
quel libello famoso accumula più delazioni