decembre 1867 furono regolate in via legislativa,
sieno da distribuirsi in quelle classi di rango che
essi coprono presentemente. La distribuzione degli
itxipiegati dell' altre categorie fu rimessa al gover-
no. Coir accettazione di questo compromesso per
parte del ministro di finanze presente alla seduta
è almeno assicurato che gì' impiegati, i quali furo-
no regolati dopo il 67, resteranno nella classe di
rango che godono attualmente, mentre nel mini-
stero di finanza già si era pensato a far passare
nella decima classe molti inipiegati che presente-
mente si trovano nella 9.a, come p. es. gli aggiun-
ti giudiziari ed i commissari, concepisti etc. ed in
tal caso la progettata regolarizzazione, anziché van-
taggio, avrebbe portato danno.
Un' altra modificazione del progetto governativo
si riferisce al salario della 11.a classe che nel co-
mitato finanziario fu stabilito in fior. 5, 6, 7 ed 800.
Il principio contenuto nel progetto governativo,
nel maggior salario sia da vincolarsi ad un ser-
vizio complessivo nominale di 10 o rispettivamen-
te di 20 anni fa respinto dalla maggioranza del
comitato finanziario, che stabilì dover seguire 1' ot-
tazione senza alcuna limitazione da cinque in cin-
que anni.
Infine il progetto governativo subi per parte del
comitato finanziario una modificazione riferibilmen-
te ai soldi di funzione, in quanto gli stessi furono
fissati in quattro classi a seconda del numero de-
gli abitanti delle località con autorizzazione al go-
verno di mettere nella classe seconda e rispettiva-
mente nella terza alcune località, che pel numero
degli abitanti dovrebbero trovarsi nella terza classe
e rispettivamente nella quarta.
Alla 4.a classe appartengono tutte le località che
non hanno 10 mila abitanti, e per conseguenza
tutti gì' impiegati della Dalmazia, fuori di quelli
di Spalato che ha oltre 10 mila abitanti, saranno
per go ìere i soldi di funzione progettati per 1' ul-
tima classo. Chi conosce le condizioni locali di
Zara, specialmente il caro prezzo degli alloggi, sa
che affli impiegati di Zara è giusto concedere un
speciale trattamento di favore, e quindi sarà obbli-
go dei nosti i deputati al momento della discussio-
ne di questa legge nella Camera di levate la loro
voce acciò il ministero metta Zara nella terza, an
zichè nella quarta classe.
La Wiener Zeitung dei 3 pubblicava la creazio-
ne d' un' indipendente chiesa nietropolitana per i
vescovati greci-orientali della Bucovina e Dalma-
zia. Alla dignità metropolitana fu elevata la chie-
sa vescovile della Bucovina, e ad arcivescovo e
metropolita venne eletto il vecchio vescovo Hack-
mann in Ozernovitz. Hackmann fu sempre un de-
voto e zelante propugnatore del partito costituzio-
nale in Bucovina, e fedele alle sue convinzioni
mosse fiera guerra ad Hohenwarth. Naturalmente
il partito di Fetrinò più volte attaccò e calunniò
questo egregio prelato, ma l'invettive dei fanatici
avversari non arrivarono a colpirlo. In un tempo
in cui in Dalmazia anche l'esimio vescovo Knezevich
fu bersaglio di manovre settarie che gli furono mos-
se ^unicamente [ler incutergli timore e farlo devia-
re dai suoi principi politici, T onesto prelato ri-
mase fermo nelle sue convinzioni, ma d' animo mi-
te e generoso evitò di scendere in lizza.
Tutta la stampa viennese esulta per questa no-
mina di Hackmann, specialmente perchè si ripro-
mette che r arcivescovo Hackmann, fervido costi-
tuzionale convertirà al costituzionalismo molti dei
dissidenti.
La Neue freie Presse oggi ha un lungo articolo
di fondo sopra il nuovo arcivescovato, nel quale
8i legge: „finalmente mediante un atto delia co-
rona eseguito colla cooperazione dei governi di
ambedue le metà dell' Impero viene rotto quel tes-
suto di menzogne, nel quale in seguito ad irragio-
nevoli ed infondate pretese dell' Ungheria e della
Croazia venivano avvolti i rapporti di Stato della
Dalmazia.... questo atto è una rinunzia ordinata
dal sentimento del diritto che fa 1' Ungheria sulla
Dalmazia." lì Tagblatt scriveJn argomento: „L'u-
nione della Dalmazia col patriarcato di Carlovitz
faceva credere che'l'unione della Dalmazia colla
Croazia potesse pur un giorno avverarsi, e poiché
tutto ciò che può contribuire a distruggere questa
pazzia dev' esser approvato "
Tutto ciò é magnifico, ma io mi permetto di
osservare che già colla legge del 21 decembre
1867 la Dalmazia fu definitivamente compresa nel
nesso dei paesi della Cisleithania, e che la pre-
sente istituzione è una naturale conseguenza dei
rapporti fissati dall' accennata legge.
Le cancellerie delle chiese metropolitane di Bla-
sendorf e Carlovritz erano e sono i centri di tutte
le agitazioni politiche nemiche dello Stato e pan-
slaviste, ed è befie che i greci non uniti della Bu-
covina e Dalmazia sieno sottratti dall' influenza sov-
versiva di quelle cancellerie.
Il Nazionale nel suo numero 9 scrive che i de-
putati dalmati al Consiglio dell' Impero furono in-
vitati a l una conferenza ministeriale per pronun-
ciarsi sul principio delle elezioni dirette e sulla ri
partizione dei collegi elettorali. Non saprei dirvi
se la notizia sia vera, e riflettendo che ai 24 del
mese passate» S. M. era partito per Pest, e [wima
della sua partenza gli era stato presentato il pro-
getto della riforma elettorale per la sua sovrana
approvazione (è quindi prima dei 24 che il pro-
getto era già fissato in tutti i suoi dettajrli) si a-
vrebbe ragione di dubitare della veridicità della
stessa, e tanto più, inquantochè i nostri deputati
erano già qui pei 15 del mese passato, e perciò
avrebbero potuto esser chiamati prima, quando si
elaborarono i dettagli. In ogni caso ciò poco im-
porta, mentre mi consta che i nostri deputati spie-
garono la più grande attività, onde ottenere una
ripartizione dei collegi più corrispondente ai loro
interessi.
Ma quando finirà il Nazionale a menar per il
naso i suoi lettori? A che gli articoloni del iVa-
zionale contro la riforma elettorale? A che le as-
sicurazioni che i deputati dalmati al Consiglio de!-
r Impero voteranno contro la riforma elettorale?
La maggioranza della Dalmazia accetta con
piacere la riforma elettorale perchè la maggio-
ranza della Dalmazia non vuol saperne di federa-
lismo e delle sue conseguenze, e ben lo sanno i
caporioni annessionisti, i quali non sesairono il
monitorio dei fratelli zecchi o sloveni d' unirsi ad
essi nelle proteste da rivolgersi al sovrano contro
la riforma elettorale, primieramente perchè sanno
che ad un appello il popolo li avrebbe sconfessati,
e eh' essi profeti d' un giorno sono senza seguaci;
e poi perchè quantunque essi gridino tanto nel
Nazionale contro la riforma elettorale, ,^nel loro in-
terno ne sono indifferenti''^, non ledendo la riforma
alcuna convinzione di essi che convinzioni non
hanno, e „perciò non ebbero coraggio, nè si die-
„dero cura che il partito federalista della Dalma-
„zia presentasse ai trono una protesta contro le
elezioni dirette.
La connivenza poi dei caporioni del Nazionale
coi deputati dalmati è pienamente anche provata
dal fatto, che quanto si scrive nel Nazionale sono
chiacchiere per illudere i gon«i, inquantochè il club
di Zara composto da federalisti non ha preso alcuna
deliberazione che servisse di norma ai deputati al
Consiglio dell'Impero in Vienna, appunto perchè sono
d'accordo cogli stessi acciò votino pella riforma.
Nella seconda seduta del comitato pella ferrovia
dalmata fu dato l'incarico al membro dello stesso
D.r Lenz di studiare la parte tecnica del progetto,
e di farne analogo rapporto; perciò presentemente
per pochi giorni sono sospese le sedute del comi-
tato in discorso.
Infine vi avverto che il ministero ha chiesto 500
mille fiorini per sussidiare il clero curato, e poi-
ché le condizioni del clero curato sono veramente
miserabili, può ritenersi senza fallo che il sussidio
verrà accordato. X Y. Z.
Ragusa, 11 febbraio.
V V
{La Stionica). - - La nostra Stionìca è perduta
irremissibilmente. Si domandava l'amputazione di
un membro affetto. Tutta la società ne era com-
penetratafdel bisogno; ma la direzione oppose il
suo vefo,"raccolto fra i ferri vecchi della sofisti-
cheria legulea. Ha preferito la dissoluzione; sta
bene; si ricordi però che l'ha procurato lei. Nè
le può servire di scusa il controvoto di alcune
poche firme questuate dallo stesso individuo di
bottega in b(»ttega. Occorre avvertire che non si
trattava di un affare commerciale, se non che di
una questione dove i firmatari della petizione a-
vevano, se non altro, almeno iì diritto di prece-
denza. Di fronte al ribrezzo di scontrarsi con chi
si voleva rejetto dal proprio grembo, di fronte al
puntiglio (Iella direzione, non restava al decoro
dei firmatari altra via decente che 1' uscita in cor-
po'-e dalla società, motivando il procedere pro-
prio, il quale ottenne l'applauso di tutte le per-
sone di cuore e di tutti quelli che si rispettano.
Chi non sente il coraggio di rispondere alle esi-
genze del proprio grado, o rinuiizi a quello, o
conviene subisca tutte le copsegaenze obbrobriose.
Sign, 8 febbraio.
Il nostro capitano distrettuale non è, per quanto
pare, sazio d'allori. Dopo quelli colti recentemente
a Dizmo, coli' allontanamento forzoso di quel be
nemerito parroco Ordugl e coli' imprigionamento
di vari suoi ammiratori che non volevano, a quan-
to si dice, ascoltare le n^iesse del suo successore,
il prelodato capitano cerca nuovi allori col decre-
to 30 gennaio p, p. N. 105 che vi unisco e col
quale si ordina al sig. M. B. di qui di far battez-
zare entro giorni otto una sua creatura maschia
{sic) a scanso di una multa di fior. 5 o di un gior-
no di arresto. Tutti vogliono vedervi in questo de-
creto lo zampino di qualche frate, di cui il capi
tano si fece probabilmente per ispirazione del com-
missario Mefistofele un docile isfrumento. Il sig.
M. B. è più cattolico di qualche frate, e se ritar-
dò di far battezzare la sua creatura maschia, ci
aveva o credeva avere alcune ragioni a farlo.
Il capitano è un buon diavolo, ma se egli se-
guirà le ispirazioni dell'empirico suo aiutante, an-
drà a rischio di farne grosse, e di perdere il suo
tempo miseramente. E vi accenno a tempo perdu-
to, giacché mi consta di molti affari che subisco-
no una lunga pertrattazione. Un' istanza p. e. che
fu presentata nel 31 luglio 1872, che fu sollecita-
ta nel 4 settembre e che trattava sul possesso di
un filone d' acqua ad uso di irrigazione e che non
ammetteva ritardo, non venne ancora evasa. Tor-
nando ora al nostro capitano, è strano che, avendo
avuto campo a conoscere intus et in cute quel be-
') Ci si scrive da Spalato che, per tradiro 1'Or-
dugl, il capitano distrettuale di Sign abbia pro-
messo al capovilla di Dizmo Marco Xure il po-
sto di sergente della Landwehr a Sign, e che
allo stesso scopo abbia promesso a certo Ja-
drich il posto di sorvegliante telegrafico. E ciò
possibile? Desideriamo non sia.
È in nostro potere. (N. d. R.)
nedetto iMefistofele, si lasci talvolta sedurre da es-
so e tolleri perfino che nella sua stanza d' uffizio
bazzichi un ragazzo triluste, che tutti ritengono
un organetto dei reverendi frati in particolare e
della Čitaonica in generale.
Lasciando ora e il capitano, e il «no aiutante
sedicente capitano in fieri, voglio chiudere con una
notizia da carnovale. Sere addietro si decise in
una seduta in Čitaonica di proscrivere la lingua
italiana, e di assoggettare alla multa di soldi 10
per ogni parola chi violasse il divieto. Il denaro
raccolto dalle multe sarà depositato per scopi a-
nonimi presso il (ie^nisstwo direttore di questo gin-
nasio padre Matas.
Rimpetto a tanta intolleranza si progetta <Ii i-
stituire tra onesti della borgata e tra im|)iegati una
società a scopo di lettura e di conversazione, con
esclusione ben inteso del noto Mefistofile. Si spe-
ra che il capitano Arcon troverà giustificata 1' e-
sclusione e non muoverà guerra ad una nobile i-
stituzione.
<^a///eHiiio disila €Hlà e
della Prof^ìiicia.
Da nostrn informazioni particolari rilevia-
mo che la deputazione di Budua andata a
V^ienna per trattare dì quelle prossime ele-
zioni comunali, ebbe udienza cortese dall'Im-
peratore, che jcjraziosamente sei^nò la pre-
sentatagli istanza. Il ministero intanto ha or-
dinato la sospensfone delle elezioni in di-
scorso.
Per il decesso di S. M. 1' Imperatrice Carolina
Augusta la locale società del Casino sospese il
hai masqué, che doveva aver luogo mercoledì 12
corrente.
Domenica 9 corr,, sotto la presidenza del sig.
cav. Pietro Abelich, il congresso generale della
Società di mutuo soccorso per arti e mestieri, ini-
ziata l'anno 1865 dalla locale Camera di commer-
cio ed industria, ha eletto il nuovo consiglio di
amministrazione nelle persone de» signori Pietro
Abelich, Ernesto Petriccioli, Co. de Begna, D.r
Antonio Smirich, Simeone Ferrari-Cupilli, cav. Ni-
colò Luxardo, Antonio Toniatti, Giuseppe Dezorzi,
G. A. Tamino, Carlo Copani, Osvaldo Agonia,
Giorgio Bolcovich, Michele Bilagher, Giusej)pe Be-
nevenia, Francesco Fabbrovich, Simeone Tolich,
Giovanni Ghergurevich, Andrea Zauner. A reviso-
ri, in luogo dei rinunziatari signori de Ponte 6
Tamino, furono nominati i signori cav. Vifezich,
Dezorzi, Tolich. Il sig. Giusepjjc Dezorzi proposo
un atto di ringraziamento al cessante consiglio
pelle zelanti sue prestazioni ad incremento di que-
sta società, e la proposta fu accettata per accla-
mazione.
Prima di chiudere la seduta il presidente esposo
l'operato dell'amministrazione in questo periodo
di tempo con soddisfazione generale. A tutti i
comparsi fu consegnato poi il resoconto stampato
della gestione 1867-1871, da cui emerge che il
complessivo patrimonio ascende a fiorini 8239:13.
La Commissione di pubblica beneficenza dispa-
iato nella decorrenza del p. f). anno 1872 con ua
complessivo introito di fior. 1447:187,^, fra le al-
tre spese, soccorse mensilmente IIG. Poveri con
fior. 892:30
e straordinariamente 145 bisognosi con fior. 102 :10
in tutto 261, individui sovvenuti con fior. 994:40
Ci è grato di pubblicare il seguente resoconto sulla gestione per T anno 1872 della Società di mutuo soccorso di Curzola. Anche in qaest' anno, come nei precedenti, il bi-
lancio corrispose alla generale fiducia, e fa l'onore dei benemeriti direttori che vi si prestano con disinteresse e patriottismo. Questa provvida istituzione sorse [anni addietro per
iniziativa di quell'egregio cittadino che è V ex deputato ed ex podestà, avvocato S'merkinich, che, sorretto da altri onesti, ne fu tra i fondatori, e ne rimase sempre tra i membri
della Direzione. Onore a lai ed ai generosi suoi collaboratori.
DIMOSTRAZIO\'E
della gestione della Cassa dì Mutuo Credito pel Distretto politico di Curzola deW anno solare 1S72.
DETTAGLIO
INTROITO
Tasse
d'
iscrizione
fior.
<o a
~ 0) = - S ® 1 S g S S .2 -5.
= i S .2
41
> s
fior. 8.
Censi
sopra ca-
pitali dati
a mutuo
fior. s.
Altri
introiti
fior. 1 s.
Assieme
fior. s.
Capitali
a mutuo
restituiti
fior. I s.
Totale
fior. s. 'i fior.
•-5 « -S . «5 .C
.ts
c= £ § -o » " «5
22 o —
Situazione della gestione
col giorno 31 decem-
bre 1871
Movimento della gestione
dal 1 gennaio 1872 a
tutto il 31 decembre
1872.-
Risultanze complessive a
tutto il 31 decembre
1872
Dedotti gli estremi di e-
sito come di fronte. .
Situazione della gestione
col giorno 31 dicembre
1872 corrispondente allo
stato di cassa di . .
^descrizione dello stato at-
tivo dell' unione col 31
decembre 1872. Sottrat-
to l' assieme delle pri-
nae quattro rubriche di
esito come di contro .
il^frge un valore netto di
584
30
10
fior. I 8.
ESITO
c 5 s _ o -r o «
> 1 - S CŽ 1 S £
fior.
15347
1818
97 2751 58
542 98
305 57
68
18989
2439
22 35285
66; 6398 %
56
44
54274
8838
98 350- 41 58
14 —
. • «> 1
a .IH o 2 O Cu*— > O « a. > o c co 0 « « <«•—>• — », ^ > £ a o T5
1 " 5 Ž , « c ®
s g 3 3 £ = .5
Censi ca-
pitalizzati
1 fior, j s. fior. 1 s.
4733 67
1389 60
114 54
Vi
31
Altri
esiti
j
Assieme
fior. Is.l fior. 1 8.
Capitali
dati a
mutuo
1135 50 1573 66
li
364 — 172 66
il . I
614 10 17165 3294 56
V.
354 25 21428 88 41684 ~
7557 37 %
1957 35
V.
46542
6990
Totale
fior.
54099
8947 35
.2 "
a> i=-
O -es
® aS
— o Xì «1
fior.
~ a.
aj ^ c C/3
fior. a.
41
14
58
63112 88
IV.
63046 73 i I I I
350 55 58 612327 145 64
V
9514 73
11914'15V2
66 15
iV.
pili in
55 58
1499 50 1746 32 9514 73 53532 63046 73 55 58
350, Quindi complessivamente fior. 12264 soldi 15 Va
Condizioni iV Associazione.
Per Zara.
p^ar un anno anticipatamente fiorioi 8'
IVr sei mesi ^
er tre iiaesi „ " 2 • —
Pet r Impero d' Austria."
fer un anno anticipatnnienie fioriui 9- —
icr sei mesi „
l er tre mesi „ ^ 2:60
Per l'Italia, Francia, Inghilterra, Serbia e Turchia.
In Banconote austriache fior. 12:50, all'anno
semestre e trimestre in proporzione.
Giornale politico, economico^ letterario.
§ì:sce il iiiercoleCi e il siilfvaiio.
Le associazioni e gli importi (li denaro, in
gruppi 0 meglio in assegni postali, bì diriga»'»
air Amministrazione del Dalmata iu Zara e non
più alla Redaz. Chi non respinge il foglio dopo
ricaduta l'associazione s'intende obbligatH
per il trimestre susseguente. Le corrlgpoi*^
denze devono dirigersi affrancate esclusiva -
mente al Redattore. Le lettere non affrancate
saranno respinte. I comunicati si inseriscona
al prezzo di soldi 8 la linea. Non inserir.i
nessun articolo firmato, ove esso non sia ac-
compagnato dall' importo di soldi 30 per l i
tassa #i finanza. Un num. separato co8t% s. 8.
Eisultato delle elezioni del III
corpo elettorale del Comune di
Zara :
Votanti N.o 734
Maggioranza autonoma .476
Minoranza nazionale . . . 258
sezione dell' impero, donde nelle condizioni
ordinarie alle sue finanze si soccorre an-
nualmente con circa Ire milioni di fiorini,
e nelle straordinarie le si donano fiorini
250,000, e successivamente, come in que-
sl'anno, le si elargiscono fior. 150,000?
Neanche!
Dietro alle quinte.
Nel suo numero l.o di quesl' anno il
^Nazionale'' annunzia di aver raggiunto il |
13.0 anno dì sua esistenza. È il numero
dell' [scariola !
Il „Nazionale'' si vanta dì aver risve-
glialo il mommento nazionale, e di aver
costituito il faro luminoso a cui si tennero
fissi gli occhi come a sicura guida.
Di questa asserzione gli danno piena
ragione le teorie da esso pubblicale, ed i
movimenti avvenuti alle Bocche di Caltaro.
L'annessione a Croazia è ora uno scopo:
ma questo scopo deve servire dt mezzo a
scopo maggiore, maturato sopra vasto con-
cetto da menti assai elevate come
quella del quondam Kvaternik.
•5'r
» -it-
Sedali questi, ci aveva il ^Nazionale"
lasciali per più anni ignari del suo pro-
gramma, sebbene eccitalo tante volte da
noi e recentemente dallo „Zemljak" a ma-
nifestarlo; dacché Ira le multiformi e con-
tradditorie sue evoluzioni, rendevasi impos-
sibile iadovinarlo.
Ora, nell'anno 1 3.o, ce lo presenta così:
^Annessione a Croazia; nazionalità slava
della Dalmazia ; solidarietà cogli altri slavi
dell'Austria, senza compromettere i nostri
più vitali interessi ed il nostro diriUo pub-
blico; completo rispetto alle confessioni
religiose cui aderisce il nostro popolo,
senza entrare in dispule e questioni; in-
dipendenza assoluta in faccia al potere;
•piena parità dei croati e serbi di Dal-
mazia.''
^ -K-
Noi rileniamo che non siano tanti quanti
espone i compili del „Nazionale''. Siamo
invece di avviso che il suo compilo sia
l'annessione, e che quanto altro accenna
nel programma non debba servire che come
mezzo a tale patriottico scopo.
Diciamo palriottico^ perchè il „Nazio-
nale'^ non avrebbe potuto lusingarsi di gua-
dagnare le simpatie della popolazione, se
non pubblicando un programma che, ad
'nlenlo conseguilo, l'avrebbe coadolla al-
' apogeo della sua felicità.
Oiscorriamone alquanto, e facciamo il
conio in soldoni.
•jj.
Annessione a Croazia!
Vuoisi forse ridonare alla Dalmazia i
confini che aveva prima della desolalrice !
'ncursione degli Avari e Croati; rivendi-:
carie l'antico diritto storico, e la sua mis-
sione civilizzatrice? Ohibò!
^ le si vuol afTermare il moderno diritto
pubblico, che la costituì a regno facente
parte dell'impero austriaco.^ Neppure!
" ^«i cura di assicurarle meglio 1 interno
difillo costituzionale, per cui gode d'au-
tonomia, ha governo e dieta provinciale,
Hnne collocala nella più colttì e prodiilUva
A questo grande scopo richiedesi il
sacrifizio della Dalmazia, la dissoluzione
dell'Austria. La Dalmazia da paese auto-
nomo deve divenire la minima parte di un
triregno, soggetlo esso pure ad altro do-
minio; da quasi padroni, devono i Dalmati
farsi schiavi in casa propria. Perdere ogni
bene, ogni sussidio per acquistare che?
ogni privazione. »
Ma in Dalmazia vi ha una razza di genie
che porla cappello, un'altra che porta il
berretto, da secoli frammiste, fralernamenle
amalgamate, entrambe innamorate di questa
terra, difesa, redenta col sangue comune,
gelose della sua fama, orgogliose della
sua autonomia, cui un senso invincibile di
palriollismo, all'esempio dei padri loro, ren-
de vigili, sospette, animose nella difesa dei
patri diritti. Come si ha dunque a con-
sumare il parricidio?
* «
né si pentirono, ad onta delle imprecazioni
dei loro antichi alleali.
t «
Con ciò la nave annessionlslito-federa-
lislico-jugoslavo-panslavislic» «elle acque
dalmale «iwiò in grande deriva. L'orizzonte
si fece fosco, la btissola si è guastata. E
vieina allo scoglio.
Si susciti gelosia, odio, guerra intestina.
Omne regnum in se divisum desolubitur.
Quelli che parlano l'italiano sono i più
perspicaci, i più cauli, i meno arrendevoli.
Si faccia di essi ciò che faceva Tar-
quinto dei papaveri nel proprio giardino.
E perchè non trovino sostegno nella
popolazione di razza slava e nel governo,
si ponga in opera ogni arie, ogni mezzo
per farli credere nemici della prima, cause
di ogni di lei sventura, e si pongano in
sinistra luce presso il secondo.
Ve
%
E ciò fu fallo. Nuove teorie allentarono
al diritto di proprietà, alla verità storica.
Bugiarde promesse pervertirono le menti
degl'ineducati, esaltarono quelle degl'ine-
sperli. Chi conservò la patria da secoli
venne dichiaralo forasliero, e si proclamò
il b&ndo alla sua lingna. Si ricorse alla
violenza, e si giunse ad ollenere la mag-
gioranza nella dieta provinciale.
•5'r r?
Questa, nogl'indirizzi del 1870 e 1871,
afTermò sè slessa, invocando l'annessione.
gì' indirizzi attendono ancora risposta.
Ma le promesse si riconobbero inganne-
voli ; crebbe il malessere della popolazione
tradita ; manifesto si fece il di lei disgusto,
ed alla prima occasione ne diede la prova.
Incominciò d'altronde a mancare l'or-
dine e la disciplina nelle file, ed avven-
nero defezioni decisive. Uomini intelligenti
compresero l'assurdità, il pericolo dei pro-
getti avanzali; a tempo ritrassero il piede
dalla rovinosa via, e si posero sopra quel
terrena che poteva praticamenie riuscire
più ulile allo Stalo, alla patria e ad essi;
A salvarla dai naufragio, occorreva la
bussolit migliore di un programma con fer-
vorino alla concordia, un favorevole soffio
mandatole da don Miho mediante la „(ìaz-
jtetla d'Augusta*'; e per farle riprendere
la perduta rolla rendevasi necessaria la
costanza dello zeffiro e del favonio, che
le manda l'on. Vojnovich coi Cenni sta-
tistici sulla Croazia.
(Continua).
Begolazione dell' imposta
fondiaria.
Da v«rlo tempo non ci occupaiinmo di
questo vilale argomento per Diifiiiazia no-
stra, per l'assoluta ^aneanza di positive
notizie stili' andamento degi' inerentivi lavori.
Rileviamo che non è guari a Spalalo
ebbe luogo, per ordine superiore, una con-
ferenza fra i referenti distrettuali d'estimo
di Sebenico, Spalato, Brazza, Lesina, Ma-
carsca, Imoschi, Sign e Knin, sotto la pre-
sidenza dell'i, r. consigliere di luogote-
nenza referente provinciale signor Copor-
cich, coir intervento dell'i, r. ispettore pro-
vinciale signo Vellan, allo scopo di olle-
nere l'uniformità nei lavori della regola-
zione dell'imposta fondiaria, nonché una
proporzione delle posizioni di tariffa fra i
suddetti distretti che sono rispeltivamenle
contigui. Plaudiamo a questa misura.
Le conferenze durarono più giorni, e ci si
assicura che i predetti signori referenti di-
strettuali presentarono gli elaborali inclu-
sivamente agii abbozzi di tariffa, basati so-
pra dati di fallo, raccolti su ampia scala e
sviluppali con sani ed imparziali criteri.
Seniiamo inoltre che la fiducia più com-
pleta regna fra i signori referenti e l'ispet-
tore provinciale, e che i lavori presentali
in conferenza, e ispezionati già in appo-
site visite dal signor Vellan, incontrarono
anche le vedute dell'i, r. referente pro-
vinciale sig. Coporcich. Il che ci riesce di
caparra di buoni risultali nella perequazione
delle larifTe.
Sarebbe però raccomandabile sì alle
commissioni distrettuali, che ai comitati in-
caricati della compilazione del secondo ab-
bozzo di tariffa, di comunicare il più di
frequente colle autorità superiori onde to-
gliere ogni equivoco ed ogni malinteso, e
quindi per migliorare il servizio. Consta-
tiamo infine come la venula tra noi del-
l'ispett. sig. Vellan abbia sensibilmente gio-
vato a rafforzare la concordia tra le auto-
torità preposte alla perequazione dell'im-
posta fondiaria, a emanciparle da quello spi-
rilo partigiano e da quelle influenze ()er-
sonali che qua e là vi facevano capolino.
Siamo sicuri che tanto il governo quanto
i contribuenti non hanno che da ralle-
grarsene.
Le società operaie in Dalmazia.
Me II Ire la liberta cu! «i«i gridu cosmapo-
litico scuote intera T uuiana t'auiiglia, ed i
pofMili vivificati del suo alito unnipossent)-.
già per ogni dove li vediaiiiu sorgere a vil4
«ivile, li v«diaaio elevarsi ed afliatellar-
si in circoli deinutuatici con vart ntittil, M
tutti ^ospititi da uti solo e santo intendimento,
è ben giusto die la patria nostra abbia co-
niincialo almeno essa pure a porre a buon
frutto quel grande motore del secolo che ap-
pellasi assuciaKÌoiie.
Oiinuno di noi che senta veracemente pellet
nostra terra, deve salutare con gioia le be-
nefiche e civili istituxiuni che già si vanno
in CvSsa od a costituire od auipli»Mi. E fatto di
compiacenza superba, lieto preluéto di un" av-
venire migliore, suonan per iitti le ormai
fondate società #^raie di SfMiliio e di
N«'), non poteva rìwiiiere seoiias€tu(a più
a lungo, nella nostra patri® soltanto, la ne-
cessità di così utile istiiu%ioM?, nella iio.4tt'<i
patria che va altera pella vigoria delTliige-
gno ne' suoi figli, nella nustra patria eàr
non vorrà cmatnente bandirsi giammai f^
sè stessa dall'Olimpo civile #|gU altri
Onore agli operai di SpatiHp di Ragusa !
Essi riuniti in nobile e geiicsiiso sodalizio,
ponendo in comune le propriv' cognizioni e
coir aiutarsi vicendevolmente, da una nobile
gara non potranno che ricevere impulso po-
tentissimo ad accostarsi vieppiù sempre a
quella meta, che ogni uomo, che senta di es-
sere cittadino e patriota, deve sacrosante-
mente prefiggersi. Ghè nel «eno 'di
classi laboriose specialmente, come nel seno
della gioventù, maturano più spesso le spe-
ranze del',' avven'ire.
Da questa cosi necessaria istituzione non
andrà guari, che l'operaio ne trarrà i dovuti
benefizi, quei benefizi materiali e morali,
che ormai competono a questi laboriosi figli
del popolo, la di cui vita può esprimersi in-
tera neila santa parola : lavoro.
Tutti hanno comune il trafico della propria
attività: l'artista, il magistrato. Chi fa pro-
fessione di divertire, chi d'istruire, chi di go-
vernare ta società: tutti od in un modo o nelPal-
tro prestando la loro opera per on fine solo, e
tutti sono eguali, vantando eguali diritti, pari
ai doveri dai quali ognuno è pur aggravato.
E se per ogni classe sociale già ebbe a
sorgere T aurora propizia allo sviluppo pro-
gressivo morale, l" aurora diremo del perfe-
zionamento, ormai è pur giunto il tempo,
quel tempo in cui anco la più oscnra plebe
debba elevarsi alla dignità di popolo civile.
E quest'arduo si, ina quanto glorioso in-
carico, oh, più che non sia alle scuole, al-
l'istruttore, più che a nessun mai è com-
messo a te, operaio! In te forse principal-
mente riposa questo grave mandato, e tu
solo puoi tradurlo in pratica ad ogni istante
e presto. Alla polvere basta una scintilla.,.,
avvegnaché non è la potenza che manchi da
noi, belisi quella spinta salutare, che in altri
paesi vieii data dalla libertà. E non già che
questa manchi interamente da noi ; nò, manca
piuttosto qualche altra cosa, forse quell'istru-
zione pelle moltitudini, quelF istruzione che
dovrebbe essere libera, come libera la mente
dell'uomo, libera come liberi i tempi in coi
ci viviatno.
Ma non è questo, quello di cui noi inten-
devamo parlare in oggi.
Belisi inneggiando noi pure con tutta l'ani-
ma alla formazione, agli ampliamenti, o sa-
lutari riforme del più alto interesse che van-
no compiendosi nel nostro paese, fummo spinti
dal desiderio di dire poche sì e povere, um
cordiali, ma sincere parole. ^
A Ragusa specialmente, dove il popolo
versa in condizioni eccezionali, ove costa-
manzo medioevali, V avvincono ad obbli-
ghi i più ingiusti, a versazionì incompaù-
bili coi tempi in cui viviauw), si rende ne-
Ur.o 21. ZARA, Sabbato 14 Marzo 1874. Anno
Condizioni d' Associazione
Per Zara.
'^ua auuo anticipatam. fior. 8: —
Per sei mesi „ „ 4: —
Per tre mesi „ „ 2: —
Per rImpero d'Austria.
Per un anno anticipatam. fior. 9 : —
Per sei mesi „ „ 4:50
Per tre mesi „ „ 2:50
Per r Italia, Francia, Inghilterra,
Serbia e Turchia.
In banconote aust. fi. 12:50, all'anno
semestre e trimestre in proporzione.
ILMATl
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mereoledì e ilsabbato.
Le associazioni e gli importi
naro, in assegni postali, ài dirigano
all'amministrazione del "Dalmata,, in
Zara. Ohi non respinge il foglio dopo
scaduta F associazione s' intende oli-
bligato per il trimestre susseguente.
— Le corrispondenze devono dirìgersi
affrancate esclusivamente al Redattore.
Le lettere non affrancate saranno re-
spinte. I comunicati si inseriscono al
prezzo di soldi 8 la linea. Avvisi ed
inserzioni a prezzo moderato da con-
venirsi. Un numero separato costa s. 8,
1 deputati dalmati e il loro
colore.
Ora che il numero dei deputati dal-
mati al Consiglio dell'impero è com-
pleto, almeno in apparenza, crediamo
opportuno di classificarli secondo il lo-
ro colore politico. Diciamo in apparenza,
giacché l'elezione del d.r Klaich è vi-
ziata da multiformi irregolarità, e ba-
sterebbero la scandolosa aggressione di
Gorizza, e le mariuolerie che si com-
miscro in Arbe, per annullarla.
I cinque deputati d.r Bajamonti, d.r
Begna, conte Bonda, d.r Keller, d.r
Lapenna, appartengono tutti al partito
costituzionale; partigiani caldissimi del
nesso di Dalmazia alla Oisleithania, e
niente ammiratori del governo provin-
ciale.
I tre deputati d.r Klaich, d.r Monti,
e abate Paulinovich sono tutti nemici
del ministero, odiatori implacabili del
nome tedesco, partigiani dell' annessio-
ne di Dalmazia a Croazia, e caldissimi
ammiratori del governo provinciale.
II cavaliere Ljubissa, trovò il secre-
to di essere amico del ministero e del
governo provinciale, di amare la Oislei-
thania e la Transleithania.
Dai giornali di Vienna rileviamo che
i deputati Paulinovich e Monti hanno
votato contro le leggi confessionali, ed
in senso puramente clericale. Il d.r
Monti è notoriamente libero pensatore,
e non fece mai mistero di essere an-
ticlericale ad oltranza: quindi il suo
voto desta sorpresa e vuol essere com-
mentato. S'egli si fosse convertito al
clericalismo e il suo voto fosse in ar-
monia delle sue convinzioni, noi lo com-
prenderemmo come comprendiamo 1' a-
bate Paulinovich, ohe, coerente a'suoi
principi e alla sua veste, parlò e votò
in senso clericale. Ma il d.r Monti è
rimasto certo, anche dopo il suo voto.
il libero pensatore e F anticlericale della
vigilia; egli votò unicamente per ispi-
rito di opposizione "à tout prix,., votò
per odio alla nazione tedesca e nuli'al-
tro. I clericali si vergogneranno di que-
sto voto, e faranno bene. Quale calcolo
può farsi di un uomo politico che vo-
ta contro i proprii convincimenti, con-
tro la propria coscienza?
Opposizione "à tout prix,, si vuole da
certi eroi contro il ministero, ma essi
poi non pensano che questa opposizio-
ne insensata, e dicasi pure forsennata,
conduce all'assurdo, e può essere fe-
race delle più rovinose conseguenze
per questo povero paese. E infatti, al-
lorquando il ministero chiederà l'ap-
provazione della strada ferrata, o qual-
che sovvenzione per la Dalmazia, il d.r
Monti, per essere coerente, dovrà fare
opposizione e votar contro il ministe-
ro. Che il d.r Monti si persuada. I snoi
voti di opposizione al ministero ed al
partito tedesco non fanno caldo nè
freddo, nè varranno certo a scuotere o
a scalzare la Cisleithania. Ogni deputato
ha il diritto e il dovere di fare op-
posizione al ministero, quando ciò cor-
risponda alle proprie convinzioni; ma il
votare contro le proprie convinzioni, è
commedia di pessimo gusto; è un brut-
to giuoco che si fa colla propria co-
scienza; è un insulto alla pubblica o-
pinione; è atto immorale e cho mai
abbastanza può essere stimmatizzato.
iVotizie parlamentari.
La camera dei deputati continuava
il 7 corr. a discutere le leggi confes-
sionali. Dopo che ancora 4 deputati eb-
bero parlato a favore e 4 contro, fu
deliberata la chiusura della discussione
generale. La proposta di Kronawetter
(del partito democratico) di rimandare
il progetto di legge alla commissione,
come pure la proposta d' aggiornamen-
APPEmiCE.
Profili letterari.
La lirica nel trecento.
Predata ed arsa la penisola dallo straniero,
caduto il prin(ipio dell' unità nazionale sorse
quello della libertà municipale. Al cadente la-
tino monopolio di dotti e professori, successe
il volgare; al trovatore che ramingo sposava
al liuto la canzon d' amore, tenne dietro il
poeta di stabile dimora, elemento precipuo alla
formazione di quelle scuole che contribuirono
tanto efficacciemente allo sviluppo letterario.
L'espressione dell' amore ha quasi sempre
alcunché di convenzionale, ma in quell'età egli
era tutto convenzionale.
L' amore cantato dal menestrello di Provenza
in elegante forma ma in concetto oscuro, non
Jf' sarà slato sempr^e i più puri, nè la lirica stessa
sarà stata sempre tale, ma si l'uno che l'altra
conferirono molto alla vegnete età.
Per il trovatore la donna non è altro che
r ispiratrice de' suoi versi, sia pure, se il vuoi
vergine pudica o sposa vereconda, il sentimento
che lo eccita a cantare è una specie d'adora-
zione platonica, l'animo non sente l'amore
sopra il quale ragiona con metafisica sottigliezza.
Da ciò deriva la donna tipo di convenzione,
da ciò le innumerevoli poesie con anonimo in-
to fatta da Smolka (polacco) vennero
respinte.
^^ La camera proseguì il 9 la discus-
sione delle leggi confessionali. Il mini-
stro del culto dichiarò, essere la pro-
posta il risultato di una trattazione tran-
quilla e scevra di pregiudizi delle cir-
costanze date, e non già una violenza
usata contro la chiesa cattolica. Il go-
verno non può tollerare che si abusi
della religione per ordire dei raggiri
in danno dello Stato, e non può per-
mettere che servi di Dio si cangino
in mandatarii di opposizione politica.
Non si ha già in mira di muover guer-
ra alla Chiesa, ma soltanto di ordina-
re i suoi rapporti, in modo ch'essa
possa bensì disporre liberamente entro
i limiti del santo suo ministero, ma non
già intaccare V intangibile diritto dello
Stato. (Replicati, fragorosissimi applausi)
Il presidente dei ministri dichiarò, che
quanto alla minaccia dell'opposizione
di non voler giammai riconoscere que-
sta legge, il governo saprà con tutta
energia procurarle il dovuto rispetto.
(Applausi fragorosi). In esito alla di-
scussione generale, il progetto di leg-
gf fu accolto con voti 224 contro 71.
La commissione per il bilancio ap-
provò quindi la legge finanziaria insie-
me al rapporto sul preventivo totale
dello Stato. Le cancellazioni praticate
neir esito ascendono complessivamente
a fior. 4.277,000, mentre l'esito totale
ammonta a fior. 383.082,000.
Tutti i giornali costituzionali consta-
tano, che la votazione seguita il 9 nella
camera dei deputati e 1' entusiastica o-
vazione che fu fatta al ministero, pon-
gono in drastica luce la solidarietà che
regna fra il governo e l'imponente mag-
gioranza di pilli di due terzi della camera.
Nella seduta del 10 corr. la camera
dei deputati rimise le leggi votate dalla
camera dei signori, nonché le peti-
zioni, alle commissioni rispettive, ed en-
dirizzo. "Un contenuto convenzionale abuso di
dottrina o di -personificazione, rozzezza e raffi-
namento; ecco i difetti di qual tempo. „
Ma e tempo utile, poiché la poesia amo-
rosa essendo palestra a tutti i poeti, la lingua
prese norme sicure, si ingentilì, e l'Italia che
ancora non aveva una lingua stabile, ma si ser-
viva tanto del latino, che del provenzale, che
del municipale, andò acquistandosela special-
mente per la formazione delie scuole poetiche
con leggi, e forme proprie.
A buon diritto può dirsi che siciliana fu la
nostra prima lingua scritta, e siciliane le no-
stre prime poesie.
La Sicilia aveva avuto due epoche di coltura
bene distinte: 1' araba fantastica, voluttuosa;
la normanna cavalleresca.
Posizione meridionale, popolo vivace, dispo-
sto al bello ed iniziato dal cielo, fecondo per
fantastiche rimembranze, impressionato dai canti
dei trovadori, dalle novelle arabe, dalle avven-
ture dei cavalieri della tavola rotonda, in breve
divenne il centro del nuovo movimento lette-
rario. Arrogi che Roma rimaneva rappresen-
tante il pensiero antico, il pensiero cristiano
universale, in veste latina, per cui gli Svevi
fecero della Sicilia il centro del nuovo pen-
siero italiano nazionale, laico, antiromano con
veste nuova (volgare). Qui grandeggia Fede-
rico 'II. che Dante chiamò "cherieo grande»
che amò le lettere, le protesse e le dilatò, per
lo che a lui givano, come dice il "Novellino„;
trovatori, suonatori, bei parlatori, nomini di
arte, di scherma, di giostra e gentili di ogni
culto e bella maniera. Andava di notte per le
vie mescendo le armonie del cuore e dell'in-
gegno a quelle d' una natura incantevole
Biondo era e bello e dì gentile aspetto
Ma r im de' cigli im colpo avea diviso.
Purg. HI. V. 107.
La lirica eternò la memoria, di casa Sveva.
Erano forestieri d'orrigine, erano scomunicati e la
pietà del popolo verso loro non s' è ancor estinta.
Ogni incidente della lotta che essi sostennero ogni
ricordo di quel fiore di poesia, calpestato a Na-
poli e in Sicilia come il fiore dei trovatori di
Provenza, sotto il ferro dei cavalli o sotto lo
zoccolo del frate, toccano ancora e spirano per
quell'incanto della bellezza che la stessa sco-
lastica non combatte bene, se non s'ammanta
d' alcuno de' suoi raggi.'
L'infelice finì
Dal cò del ponte presso a Benevento.
La scuola siciliana fu aulica, le canzoni dei
poeti sono cortigiane di lingua e di concetto.
In esse si trovano idee peregrine, ed amore
alcune volte sentito, si scorge la forma signo-
rile, si trova il cavaliere innamorato si, ma sem-
pre composto senza uscir mai dall' usanza di
corte e delle convenienze di cavalleria. La scuola
siciliana infatuata dalla gaja scienza, dal codice
d' amore, dai romanzi della tavola rotonda,
dalle novelle arabe, colpiva l'immaginazione
ma rimaneva estrimea dia vita reale. La scuola
fa d'imitaziane. L'amore divenne un arte, col
trò quindi nella discussione speciale
dei paragrafi 1 e 2 della legge con-
fessionale. Dopo che Kozalowski, Kr-
zeczunowicz, Grocholski ebbero parlato
contro, e Naumowicz, Tacco e li rela-
tore a favore, i due paragrafi vennero
accettati a grande maggioranza nella
forma proposta dalla commissione.
Nostri carteggi particolari.
Vcrgoraz, 8 marzo.
Corre voce pel paese avere il consiglio sco-
astico provinciale di Zara, rimessa l'istanza
dei padri e vecchiardi di Vergoraz, eh' ora coi
suo canale fu diretto al ministero del culto e
pubblica istruzione, colla quale domandavano
che questo benemerito maestro comunale signor
Domenico Ljubich fosse qui conservato e no-
minato effettivo ; e ciè dopo di aver richiama-
to tutti gli atti e fatto il paragone delle quali-
fiche dei tre compresi in triplo fatto da que-
sto ignorante, illegale, analfabeta ed incompe-
tente consiglio scolastico locale. Il consiglio
provinciale la rimise al consiglio scolastico di-
strettuale di Macarsca. Contro tale abuso di
potere colla prossima posta partirà la protesta
dei firmatari all'eccelso ministero.
In un crocchio d'annessionisti a Macarsca
vi fu taluno che voleva aver spiegazioni corno
mai il Ljubich, essendo nazionale per eccellenza,
fosse perseguitato dal comune e consiglio sco-
lastico locale di Vergoraz. A tale osservazione
vuoisi che il commissario Percovich rispon-
desse: "nessuno perseguita il maestro Ljubidì
a Vergoraz, ma egh bisogna che si sacrifichi
ed assoggetti al trasloco pel bene del nostro
partito, trattandosi che la comune di Vergoraz
ha perduta tutta l'influenza, iu^queì distretto,
e se non si manda e tosto, il Zogar che rior-
dini il comune e disponga F occorrente pelle
elezioni in modo che con probabilità i nostri
possano trionfare quel distretto, *è assoluta-
mente per noi perduto. "Dall' altra parte poi
il Klaich e Ljubich da Zara caldamente rac-
comandano di nominare a maestro effettivo di
Vergoraz il Zogar per premiarlo pelle presta-
zioni stra®rdinarie fatte a Gradac nelF elezione
di d.n Mijo,,. Bravi per Dio! Dunque ci vole-
te regalare un intrigante, quasi il flagello della
fame ci fosse poco, per riuscire nei vostri te-
nebrosi scopi volete sacrificare e rovinare l'e-
ducaziono dei nostri figli. E questa la vostra
spassionata morale? Volete accendere la
suo codice di leggi e costumi. Ci fu la donaa
tipo di lineamenti fissati, ed il cavaliere con
sentimenti fittizi. La poesia non fu una po-
tente effusione dell' animo, ma una distrazione,
un sollazzo, un diporto, una moda, una galan-
teria, un passatempo. L'arte divenne un me-
stiere, il poeta un dilettante. Invano si cerea
in questi poeti le agitazioni della loro vita, non
si trova che il convenzionale perfino nul metro.
Presso «ilcuni le immaginazioni, il sentimen-
to, le rime, tutto è compassato, forzato, facil-
mente si scorge l'artificio, ma artificio meschi-
no, debole, senza pregio. Ove manca il senti-
mento, supplisce la dottrina, ed il poeta pro-
cura di trarne effetto con immagini raffinate,
esagerate. Alcune volte si trova 1' energia d'e-
spressione, ed al freddo periodo tiene dietro
un movimento d'immaginazione che colpisce;
ma è un fuoco fatuo.
Questa scuola non sentiva amore, ma sotti-
lizzava d'amore, non aveva nè forza di con-
cetto, nè elevatezza di pensiero, bensì era molle,
dolce, aveva un non so che di voluttuoso.
Era forse il riflesso siculo del cielo ?
Caduti gli Svevi, questa scuola, come dice uno
scrittore, stagnò.
Mentre la Sicilia splendeva per chiari inge-
gni, nel centro della penisola si formava e pu-
liva il volgare. Accanto a Bologna e Firenze,
cultrici del nuovo idioma, lavoravano Lucca,
Pistoja, Pisa, Arezzo, Siena, Faenza, Eavenna.
Lodi, Sarzana, Pavia, Reggio. Contiaua.
fi
ad intendersi, nè vi ha bisogno a spiegarri se
si considera, che questa è nella società la più
-generalizzata delle altre; motivo per cui i'ap-
d.i#fitaruna Aecessità anche p^qablli
che fino da .^famciu^lii i^nfo al caso di appren-
. derne un' alù-a, oltre la lingua parlata nella
famiglia, a qtiellaì^be.è.propria del paese.
gìòM f icòrdìJtè, (tiie in tut^e quelle
jprovineie dove si parlano due lingue, una si
è la lingua propria 0 a tutta o alla maggior
parte della nazione che l'abita, e 1' altra si è
la lingua di coltura. Di tali casi ne riscontria-
mo in Balinazia dove la lingua di coltura e
#'della società «i è l'italiana, nel^a Croazia dove
- V Ipovismo la feedèsca, e nella Boemia dove seb-
bene si debba attribuire una Jingua progredita
e quasi letteraria agli Òehi, pure la tedesca vi
inantieoe ancora il suo predominio nella cul-
tm formale. Non è del resto a non ricono-
scere che nella Croazia specialmente ni lavora
^ con tutta alacrità al prosperamento ed al pro-
gresso della lingua slava; ma rimane però an-
cora il fatto che la ispiratrice di questa lette-
ratura nascente si è la tedésca ; ed il medesi-
mo caso si ripete da noi in Dalmazia colla
differenza che i fattori che vi cooperano sono
tutti eterogenei ai dialetti del nostro popolo,
rper cui dalla confusione della cultura ita iana
e tedesca, nasce un gazzabuglio di croatismo,
germanismo, e serbiamo, che danneggia più
che non avvantaggi lo spirito del nostro vec-
chio illirico idioma. Fatta astrazione da ogni
altio riflesso, è sicuro che lo studio della lin-
gua francese dà luogo appunto ad una cultura
formale. Imporla però che lo scolare d' un Gin-
nasio-reale riceva soltanto le basi fondamen-
tali, te quali più tardi potranno condurlo a pe-
netrare le bellezze e le proprietà di questa lin-
?;tìa; e perciò l'istruzione deve progredire dl-igéntemente, iioperocchè con sole quattro ore
^settimanali in due anni si può fare assai poco.
Ogni tendenza d' utilismo dt5ve venire tenuta
lontana. La speditezza nella lettura ò la cosa
principale a rilevare più tardi i tesori di que-
sta letteratura. La cultura pratica è cosa ac-
cessoria.
L' insegnamento deve come nel latino pro-
cedere su, giuste basi, da maestri i quali hanno
fruito dVuu édupziorie^ filològica, non da cosi-
detti maestri dì''Ìfngu'à ; deve inoltre racco-
glierai^ un assieme di materia istruttiva, onde
poterla trattare adeguamente. Waitz osserva
nella sua Pedagogia universale (407). "Alle
"lingue moderne, di già abbastanza tardi in-
^trodotte, devesi subito dal principio accordare
"più forza nel trattarle di quello che loro ve-
fniva attribuito fino ad ora. 1 meschini pro-
"gressi nelle lingue moderni, hanno senza dub-
"biolaloro origine, principalmente e alla poca
,"preq.iira con cui si insegnavano, e alla non
"corrispondente attività che con esse veniva
Sposta in o|>era, ed bltre 'a ciò nen'imperfetto
paraPleM^mo e délV analogia, che
"esse fiìà^lbgono còlle lingue .antiche.,, Que-
sf.ujtiiB^ uj^^ok deviffisi intenderef^eome -si
Susot dire, cum grano Meglio che altro
in ^r&posito nfi^^rfìò'^per ie parole di
Herder : " Le ling".^ oiodern^ appfe^e, ^ei
'tniip nt^èeréi a; ehibifeias
'^detèsi^^^ avere'ili occhi, di non las^ciarsi
''sapplàntare dall'allettamento della moda, onde
"non trascurare per l'apprendimento delle lin-
'gUe- antiché ; ^ wm '^ciemd quanto più per-
*'fettqmmf^ epummmteviene insegnata, tanto
"più a&tta alla scuola essa diventa.,. Una
qiianUtà di obbiezioni si fecero sull' istituzione
{Id Ginnasio-reale. Io voglio quivi accennare
alle più rilevanti; specialmente a quanto ebbe
a^ìitó Th. Voght; "Le lingue non sono
flQ ^copo, ma il mezio. Per coloro che vo-
"gliono frequentare la Scuola reale ; 1' istru-
"zione n^lfe Hngaa latina'è quasi perduta, sen-
"docetó pochissimi pensano a studiarfà in se-
Quale sarebbe adunque lo scopo di un
"iBéegnamento di quattro anni in questa lin-
"gua'. Dunque non s' insegna una lingua allo
«seopo della lingaa^stessa ; si vuole un com-
"pehso alla fatica sostenuta nella lettura dei
«di lei sommi poeti e pensatori, sendocchele
"traduaicàiij non \^lgóno da più che un bel
A questo e da rispondersi,
Càm mmmmrn, la inaggiór parte de-
gff'^i^àft il Gianasio supe-
anche lo scfce d' una Scuola reale,
s^vvaotóggia abbastanza con un'isCruaione in-
tensità'flafiici 4)el pprso di Qùaitro almi
(Forme, Sintassi, Elementi di stìle, come pure
lettura dei classici), ne a ciò si potrà opporre
dubbio di sorta? Il latino, pel meno che m-
fiuisca, influirà al certo ad eccitare nello scolare
la eognizimie dello sviluppo della lingua, ed e-
gli ^àdagnò materialmente, in quanto che k
sfera dei suoi pensieri venne ad estendersi ri-
leTantemente, e ciò specialmente collo fami-
gliarizzarsi alla vita ed ai costumi di un po-
polo, quale era il Romano; egh guadagno
formalmente,- perché al paragone di questa
scienza si accuì il suo iatelletto.
((Jmitima.) Mtzzolenl.
GafXzéMtio (feHa dttà vi della provincia.
ik sédaia dietalé ^é ' dt^ fissata per
oggi venne rideputaU; a lunedi. Se
in quel giorno potrà radunarsi non sap-
pressimo indovinarlo. Sentiamo che i
deputati del partito nazionale riflutta-
rono la firma anche al foglio d'invitto;
cosa farà la frazione Zemljakista non è
bene accertato. Agli autonomi, l'attuale
qtìestione d'indole affatto personale fra
gli ultra nazionali ed il presidente, è
estranea. Eletti a tutellare l'interesse
del paese, non possono avere altro scopo
che questo, nè su di essi ricadrà là re-
sponsabilità degli eventuali danni che
la provittcia potrà risentire da lotte per
altri' scopi iniziate. La nostra dieta di-
visa com' è in tre gruppi, si trova alla
discrezione di uno fjfualuaq|ue di^tiestì;
ecco dove l'intrigo, la violenza e 1' e-
gaismo condussero il paese.
Ieri ebbimo di passaggio Liubibra-
tich. Annunziata con tutta sicurezza
la venuta, una massa di curiosi si
portò alla Marina nuova per attendere
r arrivo del vapore — la massima parte
per vedere l'atnazzone olandese. La cu-
riosità restò però deliisa, mentre il va-
pore non si arresto alla riva, ma gettò
r ancora fuori del porto, ed a nessuno
degli scortati fu permesso lo sbarco.
11 vaporetto Colibrì dell' uffizio di
porto era andato incontro al vapore
che arrivava, e sullo stesso si fecero
passare tre dei prigionieri, fra i quali
lo Stazich, i quali dovranno dirigt rsi
per Fiume. — Liubibratich, Faella,
Morelli, e la sig.na Markus, rimasero
a bordo il Messina. La folla allora si
disperse, ed in breve la marina re-
stò deserta. I deputati del partito
nazionale con pochi altri si portarono
allora a bordo del vapore a compli-
mentare Liubibratich.
Ciò che deve stupire però si è che
rfiutorità conosca tanto poco questi
cfitadini. Dall'apparato, anzi diremo
^Jlo spreco di forze, che fu posto in
s6ena, dobbiamo ritenere che essa te-
tìlfsse di, una qualche dimostrazione o
c|| un qualche disordine. Numerose
{i|,tuglie incrociavano sulla marinà, fra
i4ilranquilU cittadini ; altri gen4armi
sMvano in pronto all' ospitale militare,
e 'diceva che una parte della guar-
nigione era consegnata nelle tésamé
sMto le armi. A qua! prò tali disposi-
zi&ni? Sarebbe difficile spiegarlo. Una
sofa cosa non possiamo comprendere.
Sé^ all' autorità premeva di scansare le
tessero dar adito a disordini ; sarebbe
cui'are a Liubibratich e compagni una
ms^Vcia, che^^|?ed 1 suoi ammiratori
vorranno chiamare trionfale, lungo tutta
la costa della Dalmazia ed Istria, di
imbarcarli a Spalato, sopra apposito
vapore di guerra, e trasportarli diret-
tamente a Trieste. Non avendolo fatto
era meglio sorpassare le dimoàfrazioni
che, diremmo quasi, si volevano pro-
vo^re senza daré alle stesse un' im-
pqrìanza, che in fatto mai avrebbero
a>^a; e dare adito a commenti e ri-
fl(^ioni, sopra l'onestà di un individuo
ve^o cui lo stesso governo in altra
epoca si era mostrato tanto indulgente,
che su questo territorio era stato fe-
steggiato, banchettato, e curato senza
mai aver sofferta qualsiasi molestia.
(Sodiamo di poter pubblicare il se-
guènte ringraziamento dell' on. depu-
tatei sig. Co. Begna ai suoi elettori :
ì^ettori maggiori censiti del Circolo
if' alcfei %iei 'fmici 'e èoiiseif-
zienti polìtici-mi determinò ad assumere la
Vostra rappresentanza nella Dieta del Bagno.
L' Quanime voto da Voi datomi ieri mi rie-
sce tanto pià gradito in quanto dallo stesso
ritraggo una prova non dubbia che i prin-
cipi politici, da me sempre pi^fessati e noti,
ed ai quali staro stréttamente aUàecato, sono
oramai quelli dè^ etettori del pìtì importante
dei nostri eollegf. '
Onorevoli elettori alto censiti ! Unitamente
a tale mia piena soddisfazione Vi manifesto la
mia più sentita gratitudine.
Zara 16 marzo 1876.
Co. Begna Possedaria.
' ^ stjrivòno dkllai citta:" '' '
Sentilo, che fra giorni v^rantio convocati
i signori socii fondatori della Filarmonica per
essere informati dei risultati dell' amministra-
zione dell'anno 1875 e dei previsibili risul-
tati dell'anno corrente. Col generoso regalo
dell'Augusto Imperatore, sod^sfattissimo del
brillante concerto offerto alla Maestà Sua la
sera del 10 aprile, la Società filarmonica rie-
sci a mantenersi ed a soddisfare ai proprii
impegni nell'anno 1875; ma le visite ed i
regali imperiali sono fortune rarissime, ed i
bisogni invece e gli impegni sono continui,
sono costanti. — Strane contraddiziooi ! si parla
tanto dei meriti di questa Società filarmonica,
si scrive di frequente della sua utiUtà, ù ri-
pete che è di lustro e di decoro alla città,
che i forestieri non cessano di encomiare gli
squisiti trattenimenti che offre la medesima,
che nelle solenni occasioni si ha almeno a
chi ricorrere per approntare un graditissimo
divertimento, che mantiene una scuola affatto
gratuita di canto, di piano, e di violino, scuola
frequentata da più di trenta allievi, e dopo
tanta profusione di lodi, cosa succede?...
Siamo assicurati che i socii paganti sono
66 fondatori, 70 transilorii e 14 dilettanti, e
le tasse soddisfatte dagli stessi ascendono a
fiorini 1464 in un' anno; ammessa la migliore
ipotesi vale a dire che non esistano arretrati
di pagamento; la benemerita Comune di Zara
elargisce l'annuo sussidio di fior. 200. per
modo che i redditi sicuri ammontano a fior.
IGOO coi quali bisognerebbe pagare le spese
fivsse ed mdispensabili che ascendono almeno
ad annui fiorini ^100 usando la massima e-
conomia, e vivendo anz^ in mezzo a stenti ed
a privazioni. Ogni bamlino può trarnè la /a-
cilissima, conseguenza, fior. 1600 di redditi, fior. 2100 di spese fisse ed indispensabili, ac-
corre adunque la rinnovazione del miracijfo
dei cinque pani e dei sette pesci RicorÀ^
alle accademie nel teatro, gridano gli ingenti;
alla prossima convocazione saranno anche pfief-
sentati i conti (coi documenti) del redditof^
delle spese delle accademie offerte dalla ^
cietà filarmonica in teatroj e dopo J ispezic^
di questi conti cJ^'tltóàtéremo owament
giudizio dei barabiai e dotiiaadecemo Ioro:|^
vantaggio di chi vfs^ori^^^^^Jl^ccadeì^
in teatro ? ... la :
vantaggio di tutti
costretta ad iaicreé^^
lestire un -,. / » ;
Ci viene narrato iprisèio èhe le nosfcifl'
informazioni non siano pienamente «isatte.
la^ Società filarmonica, in mezzo a tanti ost|j^
^óli, non potrà dur^e oltre agosto dell' anil4
corrente; — dopo tanti sagrifijsii, dopo tante
benemerenze verrà lasciata perire di lenta t^
questa utilissima secietà? Sarà forse vero^'
vaticinio di quelli che da un mese circa pré»f
sagiscoQo cb| ^na ntu)V% soci^à jjN^ pt^ |pr.
g|re-^àlfritiàenti the' siìl^ rovine di al fra già
vecchia? la culla della accarezzata Società ft-
któri^lBft^a jcfeHB sta ^ei^, situtìtfrre, sari fobici
la tomba della filarmonica? ^ \ ^
Noi raccomandiamo con ^^ore a tutti i;
signori socii fondatori di noif'mancare ali*
Jrossima convocazione, e di sorreggere cof
oro suggeri-finenti e coi loro consigli le pro-
poste che venissero fatte per la conservazione,
della benemerita Società filarmonica; — racco;»
mandiamo in particolar modo ai signori com-
ponenti il patrio consiglio comunale di non
mancare alla convocazione; non permettane
essi che la nostra città rimanga priva di que-
sta instituzione, unica in Dalmazia nostra, che
è di decoro e di utilità manife.sta, riconosciuta
da tutti: — se fatalmente la Filarmonica
vesse cessare, quanti ostacoli, quanti sagrifizifi
si esigerebbero per riaprirla!! e quanto sl^
lamenterebbe la perdita della giovevole insti-
tuzione!
^td %teÀ
K ' di d
Ci scrivono da Sebenico 16 corr.:
Oggi verso le 1 p. m. arrivò il piroscafo
Messina della linea dalmato-albanese. Invece
che accostare al molo esso si legò alla bova/
A bordo c'era Ljubibratich ed i suoi compa-/
gni d'infortunio. Di ciò i nostri nazionali
ve vano avuto avviso telegrafico, e prima del4
l'arrivo del vapore si vedevano gli appresta»;
menti ad una dimostrazione.
. \ifoii s'cbbéifecfuto jyi MJ^t
bdva,' il geirente a.r Dimitròvich con altri mem-
bri del Comune si portò in barchetta e giunto
tir Ai del battello, gli fu issata la sesia. Da
ciò nacquero delle proteste, si telegrafò a Za-
ra, e si ebbe il permesso che un piccolo nu-
mero di compUmei^anti potesèe recarsi a bor-
do. Allfi djel L|iifaitiratigli od a mada-
migella'Markus venne data licenza di scen-
dere » terra. Tutto il dopopranzo si feeé bal-
doria dai nostri nazionali, non cessavano i
èivio, le schioppettate, e uno straordinario
movimento alla riva. Alla sera si ballò in Ci-
taonica, e festeggiate vennero accompagnate a
bordo le due signore.
Da Zara vecchia ci scrivono:
1 nostri nazionali, fest<^giarono alla loj^ana
l'arrivo di Ljubibratich. Ci dicono che in ^ara
gli saranno ktte feste non mai vedute nò in-
tese. Bravo il governo ! Esso imprigiona i con-
dottieri degl' insorti, per farli passare da trionfo
in trionfo ? Ecco gli effetti della pacific|izioae.
Hisufn teneatis !
Ci scrivono da Macarsca 10 corr.:
Macarsea ^a vide sinora un funerale oom-
pagoo di quello testé fatto ad Antonio Cit»-
ricn da Diakovar ; questi >in quaranta ansi di
servizio con soli fior. 300 all' anno seppe far
sù dai 14 ai 15000 fiorini.
Non avendo famiglia fece testamento, e be-
neficò alcuni amici, i fanciulli ohe tenne al
fonte battesimale ed a cresima; si rieorctò
delle Chiese locali; lasciò un legato di f. 500
alla figlia minore dell' i. r. ricevitore doganale
Dobrich, ed infine fior. 7000 pel manteni-
mento di due suore di carità per assistere gli
ammalali del luogo.
Al funerale intervenae monsignor Vescovo
con tutto il capitolo, ed in piazza venne inal-
berata 'a bandiera austro-ungarica.
11 Citarich viveva solitario e misantropo.
VARÌETA'.
Gli spiritisti. — A .Jalferson sul Missouri,
negli Stati Uniti d' i\merica, orano una sera
radunati in una camera alcuni cultori della
scienza segreta che pone, o vuol porre i vi-
venti in comunicazione coi trapassati.
Raccelti in 12 fra uomini e donne attorno
ad un tavolo rettangolare, coperto da un verde
tappeto, su cui era una lampada a petrolio,
stavano intenti alle loro esperienze.
Il medium scriveva sotto il dettato dallo spi-
rito d' un uomo da poco morto:
"In virtù della l'orza <;liti vien dal Signore,
"del quale son parte, per(Ujò sciolto dall' in-
''volucro terreno, ;;paziu nell'inlinito eornu lui,
"a lui raggiunto, vyggo in quel die l'igno-
"ranza dell'uomo domanda passato, ma che è
"presente, perchè passato, presente e futuro si
"confondono nelle nostre libere menti. Turni
"chiedi di cose cui duole a mente rett» pensa-
"re; ma poiché lo vuoi, ti detterò una storia
"di sangue. Innanzi àgli occhi miei si com-
"piono i fatti, e scorgo occhi spaventati e cranii
"infranti, e membra lorde ed intrise.,,
A questo punto due' c^olpi distinti furono
battuti aU' uscio.
Gli spiritisti co«<ieatrati com'erano ed in-
tenti m quella terribile narrazione, ehe pro-
metteva d'essere delle più interessanti, sussul- '
tarono.
Il tappeto del tavolo tirato troppo da una
parte, trasse in rovina la lampada, che cadde
e si spense.
Tutti si alzarono esterrefatti.
Fu un fugffi fuggi, un gridare una confu-
sione indicibile.
Si precipitarono verso la porta per uscire;
ma là v' erano coloro che avevano ballato, i
quali nulla sapendo e imlla comprendendo, vo-
levano entrare; quindi maggior confusione,
imbroglio e terrore.
Lo spirito, lo spirito di Emberok! grida-
vano le signore.
— No.... SI.... li' ho veduto.... l'ho veduto.
— Ha spento il lume....
— lìil il ^demonio....
— E il signore....
Insomma, una vera Babele.
Questo era comico, ma ahimè! ie eonse-
gueuze furono tragiche.
Al domani mattina i medici di Jefferson ven-
nero chiamati in diverse famiglie, ove alcuni
signori erano caduti improvvisamente malati.
Una signora fu cercata intano per due giorni,
ed alfine, sul far della sei'» del terzo, un di
lei fratello la ritrovò. Era sedata su d'un sasso
in riva del Missouri, e pareva contaese i gra-
nelli dell'arena, su cui diasegnava strani ge-
roglifici con una verga.
Il fratello le si accostò, e come ella lo vide
mandò un grido e diedesi alla foga. I capelli
sparsi erano agitati dal vento e scappava gri-
dando :
— Emberok, pietà! Emberok, pietà!
Era pazza !
Fu alfine raggiunta, ed ora è nell'ospedale dei mentecati.
Un'altra signora che trovavasi in quello,
stato ìb mi ogni emotione può essere fat»le
ad uw dolina,.Diofivf dop9 poplji giorni, e^n-
sé^nando cosi alla tomba due vìttime della
spiritismo.
41. lAM, m. Aimo xn.
Oondizibni d' Assaciazrone
Per Zata fior. 8 aaticipalamente, se-
mestre e trimestee in proporsmme.
Per r Impero Austro - Ungarico
- fior. 9; semestre fior. 4:50; tri-
mestre fior. 2:50.
Per gU Stati apparteaenti all' TJ-
nione postale fior. 12 all'anno
ffeinestre e trimestre in proporzione.
Per gli Stati non appartenenti
airUnione postale fior. 8 e di più
l'aumento delle spese postali, seme-
" stre e trimestre in proporzione. *
I pagamenti sì fanno in banconote austr.
oppure in moneta d'oro del paese.
Giornale politico, economico, letterario,
£s€e il mereoledii e il gabbato.
Le associazioni e gli inaporti di
Dare, in assegni postali, si
«iramministrazione del „Dali
Zara. Chi non respinge ilfogl
scruta r assoei^ione s'intent
binato per il trimestre susseguent
Le corrispondenze devono dirigersi
afirancattt esclusÌTamenté al Beda^re.
•Le lettere non affrancsate saranno re*
spinte. I comunicati si inseriscono al
prezzo di seldi 10 la linea. Avvisi ed
inserzioni a prem) moderno da con-
venirsi. Un numero separato costa s. 8.
Zara mag$;io.
L' orizzonte diviene ogni giorno più
fosco; la guerra che pareva limitata tra
la Eussia e la Turchia, minaccia già ora
di prendere maggiori proporzioni. Alla
dichiarazione d'indipendenza della Eu-
menia ed agli armamenti della Serbia,
pare voglia ora ten^ r dietro la dichia-
razione di guerra della Grecia, ad onta
degli sforzi dell' Inghilterra per impe-
dirla.
La Turchia la quale si vede in tal
guisa minacciata ed assalila da ogni
parte, ed abbandonata da tutti, cerca
la propria salvezza nel proclamare la
guerra santa, estrema e disperata ri-
sorsa, la quale senza salvarla inonderà
di sangue 1' Asia e 1' Europa facendo
subire inauditi disastri alla povera u-
manità.
Se r Oriente è scuro, 1' Occidente
non lo è meno. 11 colpo di stato in
Francia dà luogo ai più tetri presenti-
menti ; già si va vociferando d' un al-
leanza franco-russa a danno della Ger-
mania, e la comparsa di Bismarck a
Berlino ne avvalora le voci. L' aumento
delle guarnigioni nell' Alsazia e Lorena,
secondo ii Times, sarebbe la risposta
della Germania al colpo di stato del
governo francese; si parla ancora di
un corpo d' armata russo destinato a
sorvegliare 1' Austria dalla parte delia
Transilvania, quantunque i giornali in
generale si scatenino contro 1' Austria
pella dimostrata parzialità verso la Eus-
m a danno della Turchia, ora però si
sarebbero destati dei sospetti nei russi.
L'Inghilterra, intenta esclusivamente ai
propri interessi, egoisticamente attende,
nel caso di una generale conflagrazione,
d'impossessarsi di qualche altro punto
importante, che la renda padrona ed
arbitra più ancora di quanto lo sia og-
gidì di tutti i mari e passaci, per as-
sicurare meglio i suoi domini nell' A-
sia e nelle altre parti del mondo.
Una condizione di cose tanto tesa e
minacciosa forse iion si è mai avve-
rata nella storia come al presente.
L'incertezza ed il dubbio regnano so-
vrani, poiché furono condotte le cose
ad un punto che ogni potenza diffida
dall' altra e teme d' esser tradita. I trat-
tati e le alleanze non tengono, nè con-
tano più nulla, poiché, se il tornaconto
del momento Io richiede si stracciano
ed abbandonano^ per cui come disse
Moltke, ogni potenza deve pensare da
sé per la propria salvezza.
Questa è la situazione, situazione as-
sai oscura; atmosfera pregna di elet-
tricità la quale minaccia uragani e tem-
peste imprevedute, dopo le quali, non
si può ora conoscere, quale sarà il nuovo
ordine di cose che sarà per sorgere.
àPPEroiCE.
iesto 0 ""Pogleda na hmtskn
književnost ^od. 1876.,,
( Vigii ''Qbeor„ hr. 85-79 o. g.)
(Slijedi, vidi br. 40.>,
Kritičar nadalje pita koji je razlog što se
hryitske beletrisiickè novine malo čitaju a
èé§ée talijanske i njem^ačke. Ako se ne va-
ramo, nama se čini da je tome jedini uzpok
ito prave hrvatske beletristike nema. Ovdje
dakako dolazi odmà. bogat predmet za
našu kritiku o beletrističkoisn hrvatskom listu
"Yieneu„ predmet, koji sam po sebi zahtjeva
ibs^ posla, pa ćemo za to gft^dali da na svo-
jem mj<i§tu rečemo koju gasma, nepristrano ob
pvÀm Žali kritičar što befetrjstika uspr-
^ švsinii dosadašnjem nastojanja ne ide baš
jMjbòlje, i ima pravo ; ali se z č^uge strane
Jjiito vara kad misjr da se takotpni^zlu mpŽe
$8fno dfwkotìti dobrim f^
>1 se aaročito, ,t6j »Mriia j^f^CI^ W»,
ttzdamb se, našijem J^taéStaà ntMć. m tótìo
4 Zara regna V ordine.
Il Dalmata s'era proposto di non
spendere« parola per rispondere alle e-
spettorazioni del Costituzionale. Infatti
ad un giornale serio, persuaso e ge-
loso della sua dignità, non si addice
mettersi anche nel più indiretto con-
tatto con un' organo surto per servire
alle più m°-schine velleità, alle più
grette passioni, e ^diciamolo, alla più
sfrenata demenza. È ben naturale, che
il Costituzionale, si metterebbe a festa
quel giorno in cui uno dei nostri or-
gani rappresentanti la pubblica opi-
nione lo onorasse di due parole di
polemica — ma col Costituzionale, la
polemica è un' utopia ; esso non rap-
presenta nè un partito, né una ten-
denza d'onde potrebbe provenire un
bene al paese, esso è 1' organo delle
furibonde escandescenze di un Piperata,
r organo delle speculative cortigianerie
d'un Bozich, delle effemminate ciurmerle
d' un Petris, delle velleità incompati-
bili di due 0 tre malconsigliati nostri
concittadini; esso è 1' organo- di una ri-
stretta accozzaglia di malcontenti, di cui
la maggior parte fatta ormai più savia
e prudente, si volge indietro, vede dove
i Piperata i Bozich e i Petris volevano
trascinarli, e abbandona una via che li
avrebbe condotti alla vergogna, ed alla
disistima dei propri concittadini.
Ecco, perchè il Dalmxda rifugge per-
fino dalla sola idea di rispondere alle
malo prije spomenuli da kM aas béletri stike
u pravom smislu nema, i evo kako bismo mi
to dokazali. Prije svega nastme nekoliko pita-
nja: što je beletri stika? mòzé li ona u lite-
raturi zaozimati mjesto posve Modvisno od o-
stalijeh književnijeh struka? može li cvasti
kod naroda, koji nije dopr-o do svoje potpune
obrazovanosti ? ima li ona biti prvo literarno
polje na kojemu se književnici tog mladog na-
roda imaju baviti? ili je ona samo produkt
jedne izvorne narodne razvijene književnosti
iz koje crpi svoj postanak? Što se tičesame
riječi beletristika, mi držimo da joj posao ne
sastoji u ničem dragom nego u paljetkovanjtf
svega onoga što je već u prvijem literar-
nijem strukama bilo stvoreno i izmišljeno. Po
tome dolazi da ona sama po sebi ne može
sačinjavati posebnu neodvisnu granu u knji-
ževnosti, no je, tako rekuć, zadnji proizvod
književnog rada, pa nam se zato i čini da je
ne može biti ala> joj nema temelja u drugi-
jem književnijem strukama kao na pr. u epici,
u lirici, u histonji itd. S toga istbga razloj^
ona ne može rrasti kako treba }tód narodi'né
a mattjé kod ^aff'lemi d^as
OI^À:^ 80 ta''Ift mo^
žk béiétrìstika t. jl'^proze. Da mi
aeurilità ed alle mendacie del CostUu-
donale; e se esso oggi a malincuore
prende la penna e sì accolla ii nau-
seante compito di ricacciargli in gola
i suoi due ultimi articoli — Peggio
die a Sebenico — e — L' ordine regna a
Zara — lo fa allo scopo di constatare
come il Costituzionale coi frenetici ed
itterici suoi redattori non faccia altro
che mentire, e calunniare.
Il Costituzionale, ci favorisca una ri-
sposta. — Surse esso allo scopo di
riordinare i piccoli screzi, che sussi-
stevano nella nostra città? Il CoslUvr
zionale, non è al caso di asserire che
cosi nobile fine abbia deciso i suoi
redattori a pubblicarlo. Il Costituzionale
in tutti i suoi 12 numeri, gridò sempre da
trecca avvinazzata contro la persona del
podestà Trigari, eccitò gli animi all'odio,
tentò di accendere il fuoco della di-
scordia fra cittadini e cittadini, tra
questi ed i forestieri, e per riescire non
badò a mezzi, non ebbe ribrezzo di
mettersi a braccio di qualsiasi fara-
butto, prese in mano le armi le più
abbiette, le scagliò in mezzo al po-
polo, e facendo appello al patriotti-
smo. iniziava la guerra civile: — Ed
ora che il buon senso del popolo dì
Zara, visto d' onde s' ammucchiava il
turbine, accortosi che non erano suoi
compatriotti, non erano e non sono
figli di Zara, quelli che avevano ordito
trama così abominanda, ora che que-
sto popolo ricalcitrò di faccia al peri-
colo che lo minacciava in casa sua. e
colle più dignitose ma serie e catego-
riche dimostrazioni, insegnò a questi
messeri, che avevano mal scìelto il
campo delle loro truculenti operazioni,
e li ha consigliati a levare le tende,
ed a cercarsi altro posto, perchè Zara
ama la quiete, rispetta, ma vuol essere
rispettata ; ama il forestiero, ma esige
che esso corrisponda alla proverbiale sua
ospitalità; — per tutto ciò, ii Costihir
zionale che nel suo primo numero cre-
deva di venirci a suonare, e nel suo
numero duodicesimo s'accorge d' es-
sere stato suonato, grida che a Zara
siamo in piena anarchia, ohe a Zara
još nemamo proze osnovane na temelju naro-
dnom, to je istina koju i sam kritičar malo
dalje priznaje, i nemožemo pojmiti da bi se
proza mo^la pojaviti najprije a beletristici
gdje joj nikako ne može biti mjesto ako se
pazi na ona načela što smo malo prije spo-
menuli, i na zadaću samu beletristike. Ako
je prva svrha beletri stici da zabavlja čitatelj-
stvo, nije kud kamo da se uvjerimo da
se prva naša proza ima tu pojaviti. La-
sno ie Francuzima baviti se romanima i
novelama, jer je u njih gotova klasična lite-
ratura i to im je vrelo iz kojega mogu crpiti
izo})ilja, pa za to imaju gotovu i prozu. No
kako ćemo mi? Zar ćemo početi da pišemo
prvu našu prozu u romanima? Prvi naš poku-
ša! u toj struci imora da bude dakle, beletri
stika? Tu ti ga nema, i teško nama kad bi-
smo imali tako ^ajM)četi naš rad. Iz svega o-
voga dàkle što rekosmo, lasno je uvidjeti da
je u ovom pitanju naš kritičar stranputicom
išao.^ No ima svakako tu nešto i ogromnijega.
^ Čitaš li raspravu našeg teritičal-a ođ glave
do pete i štaneš li gam gobota raemižfjati, kakvo
on ntéelo flébi sti^of ir oBoj tispravi, t s
eteđilt« ^ til^Tljati 0 Icidttl-
vmjétn proizvodima, neće t e* tókako UtejSii
si ripetono sù più ampia scala i di-
sordini di Sebenico, che l'autorità dor-
me, e persino che là nel sacrario della
giustizia si chiudono le orecchie, e non
si dà ascolto alle accuse portate dai
tanti infelici percossi, feriti, uccisi, %
via avanti. Buffoni!
Né per il Dalmata, né per Zara vale
la pena a dimostrare ohe le accuse
che sù di essa scagliano i Piperata, i
Bozich, ecc. sono vili menzogne. L'opi-
nione pubblica è quella che giudica
appunto sulla verità dei fatti — U
mata e Zara con esso non hanno biso-
gno d'invocare la carità della Daiwwwia
Cattolica a confermare le bugiarde as-
serzioni dei Piperata e dei Bozich, e la
Dalmazia Cattolica è troppo onesta per
farsi insolidale delle birbanterie del
Coslituzionàle. A Zara si pubblicano ben
sei periodici; nessuno oltre il Costituzio-
nale intravide V anarchia e il disordine
nelia nostra città, quel Costituzionale ohe
oggi vorrebbe smettere la cappa del-
l' istrione, e presentarsi in piazza colla
palma del martirio inumano al Pipe-
rata, al Bozich, al Petris, a queste tre
inclite personalità che a loro bell'agio sco-
razzano Zara, vanno dove loro pare e
piace senza che nessuno si pensi nemme-
no a guardarli di sghimbescio, e sì, che
tutti se lo sanno, che specialmente questi
incliti furono e sono i primi fra i pochi
buoni amici della nostra città e dei no-
stri uomini. E' ridicola per non dire
insensata la pretesa del Costituzionale,
che il Narodni-List, 1' Avvisatore Dal-
moto, la Dalmazia Cattolica si mettano
a gridare all' anarchia, al disordine che
secondo esso regnano a Zara.
Ci vuole la più bassa spudoratezza
a pensare che tutti gli uomini siano
corrotti e perversi, che gli onesti tran-
sigere possano coH'onore. colla morale,
per calunniare una città a buon dritto co-
nosciuta per gentile ed ospitaliera. Il
CostiiMziontde non ha che un solo con-
fratello di cui esso segue la morale,
e dirige la sua esistenza secondo i
di lui principi e da esso solo può do-
mandare conferme alle sue calunnie.
— Il Costituzionale non può farla
razebereè ništa. U golom nabriyanju književni-
jeh djela ne vodi ga jedna glavna misao, kri-
tika mu nije nadahnuta jednom mišlju koja
bi mogla dobrijem plodom uroditi po opeu
književnu stvar. Nije toliko dosta bilo spome-
nuti književni rad i kritikovati svako pojedino
djelo, što je ugledalo svijet tečajem prošle go-
dine; koliko je trebalo istaknuti opširno i po-
tanke, kojega se načela moraju držati naši spi-
satelji u knjjževnosti, a »0 svekoliko s jedinog
razloga što liječnika ide ne samo označiti bo-
lest, nego takogjer i odrediti lijek koji će tu
bolest ukinuti. Svakako, mislilo se o tom i
raspravljalo koliko se hoće, treba na-
{K)kon priznati da te to danas glavna naša
šteta što ne slqedimo svikoHci i Srbi i Hrvati
. jedno te isto nafelo, nego se Srbi drže one sjajne
' isUne Vnkovft ** piši kako puk govori „ a IHr-
vati »asiiprot minte da danas može biti u
književnosti kao Sto je bilo za iremena du-
brovačkog književaog diletantizma. Kakvo ima
biti to načelo što moramo slijediti, o tom ćemo
k^u malo kaŠĐje prozboriti; u toHko sadavi-
gjimo Što Daš kritičar^j^ovon o "Vijencu.«
U raspravi o "Yienca„ uéiiiilo oam «e j«
^ ako i slj« M kritičar zaneasa. m ti
Ir. 37. ZAEA, lercoledi 8 Maggio. 1878. Anno XIII.
Condizioni d' Avssociazione.
Per Zara fior. 8 anticipatamente, se-mestre e trimestre in proporzione. Per l'Impero Austro-Ungarico fior. 1); semestre fior. 4:50 trimestre fior. 2:50. Per gli Stati appartenenti all'U-nione postaie fior. 12 all'anno semestre e trimestre in proporzione. Per gli Stati non appartenenti all'Unione postale fior. 8 e di più r aumento delle spese postali, seme-^^fStie e trimestre in proporzione. I pagamenti si fanno in banconote austr. oppure in moneta d' oro del paese.
IL DALMATA
Giornale politico, economico, letterario. « Esce il mercoledì e il gabbato.
Le associazioni e , gli importi di de'
naro, in assegni postali, si dirig
all' amministrazione del "Dalmata
Zara. Chi non respinge il foglio d
.scaduta r associazione s'intende blfgato per il trimestre susseguente:
Le corrispondenze devono dirigerà
affrancate esclusivamente al Eedattore.
lie lettere non affrancate saranno re-
spinte. 1 comunicati sì inseriscono al
prezzo di soldi 10 la linea. Avvisi ed
inseizioni a prezzo inoderato da con-
venirsi. Un numero separato costa s. 8.
Zara, 8 maggio.
I consigli ministeriali a Vienna si succedono V uno all' altro, senza che ancora sia riuscito di trovare il modo di sciogliere le esistenti differenze e superare le difficoltà che si incontrano neir accordo auslro-ungarico. L' oppo-sizione ne approfitta e nell' uno e Del-l' altro parlamento per combattere i ri-spettivi ministeri, la cui posizione si va facendo sempre più critica. La questione dell' occupazione della Bosnia va prendendo sempre più con-sistenza, e perfino il Pester Lloyd in tale proposito ora scrive: Ove riesca senza effetto ia [(ressione che si fa a Costantinopoli pel ripatrio degli emi-grati; sia perchè la Porta rifiuti di provedere alla garanzia dei reduci; sia perchè alle nostre domande si diano risposte unicamente dilatorie; in tal caso si avvanzerà la donìanda di affi-dare tale compito all' armata austriaca; ed ove tale concessione fosse] negata, od unita a condizioni impossibili, si dovrebbe ricorrere al mezzo estremo, e gli emigrati verrebbero ricondotti in patria sotto scorta militare, attendendo poi successivi avvenimenti nelle nuove posizioni. Ad un' opposizione, o ad una protesta deila Porta non si pensa, né' si cureranno le eventuali riserve di di-rilto. Quando il Pester Lloyd assume tale tuono, non si può più dubitare sulla presa risoluzione, e ciò, tanto più, se come si dice, è vero che l'Inghil-terra non si opporrà ad una simile mi-sura.
Le speranze pel mantenimento della pace, vanno sempre più dileguandosi, e tale tatto viene constatato da tutti i periodici, quantunque 1' attuale sospen-sione delle trattative potrebbe esser giu-stificata anche colla malattia dei due cancellieri, e specialmente di Gorcia-kofl. La stessa Corrispondensa provin-ciale di Berlino, sebbene assicuri che le trattative continuano, riconosce che la mediazione germanica è fallita. La Kussia frattanto si apparecchia alla guerra e ricorre a mezzi i più il-leciti. In America arruola i Fecci, as-
APPEimiCE.
BIBLIOGRAFIA.
Se uno de' più cari servigi, che possa ren-dere un colto ingegno alla sua patria è quello di offrire ai pubblico la storia della patria medesima, tale onore e tal gioia procacciò senza dubbio a questa classica terra l'Autore, che d' altro nome non volle fregiarsi tranne quello Mi "un Dalmata,, nella sua opera re-centemente alla luce. É questa il "" Prospetto Cronologico della Storia della Dalmazia con riguardo alle Provincie slave contermini», seconda edizione notevolmente accresciuta ; un bel volume in 8.0 di 428 pagine a nitidi e grandi caratteri, pubblicato ih quest'anno medesimo 1878 a Zara pei: i tipi del sig. Spiridione Artale. L'imfortatìza di qnesto aee«ratÌBSÌQao la-voro, eorae l)en fa osservare il Librajo Edi-tore, si appalesa dal titolo i^sso, il quale
sociando alla sua bandiera la rivolu-zione comunista per minacciare con quella i possedimenti inglesi; e seb-bene essa sia una delle potenze che aderì al trattato di Parigi, col quale si abolisce, come contrario al diritto pub-blico, il corseggio procura di armare bastimenti corsari, onde danneggiare il commercio inglese, e far la guerra alla proprietà dei privati, ed a tal' effetto si fanno per tutto 1' impero pubbliche colette onde sostenere le relative spese ; senza che l'Inghilterra si allarmi per tale minaccia. Intanto cresce la rivolu-zione in Bulgaria, che minaccia di e-stendersi anche alle altre parti delle Provincie occupate, e già si parla di sanguinosi conflitti fra Arnauti e Serbi nel distretto di Konja e Nisch. Non è una semplice rivoluzione, ma una guerra di razze, e religioni che si scatena nell'Oriente, e che è la prima conseguenza della guerra di liberazione russa e dalla quale ora ritorno a Pie-troburgo il granprincipe Nicolò rice-vuto ed acclamato nel suo passaggio. Da Parigi si hanno le prime rela-zioni suir apertura dell'esposizione, che non ostante al cattivo tempo ri usci splendida. Nel banchetto dato in onore al principe di Galles si fece un brindisi all'amicizia delle due nazioni, una volta rivali, ed ora per sempre amiche.
Dall' Unità Cattolica togliamo i! se-guente articolo : Lo Czar AleisHandro II e ia parola di un imperatore.
Nella risposta dello Czar Alessandro II alla partecipazione fattagli dal Papa Leone Xlll della sua assunzione al Pontificato, e che noi abbiamo riferita nel numero 82 dell' Unità Cattolica, del 5 aprile, si leggono le seguenti parole: "La tolleranza religiosa è un principio consacrato in Russia dalle tradizioni politiche e dai costumi nazionali. Non dipendette da noi che la chiesa cattolica romana, al pari di tutte quelle che esistono nel nostro impero, sotto la protezione delle leggi, non compiesse con piena sicurezza la missione che la reli-gione, straniera alle influenze politiche, è chia-mata ad esercitare per la edificazione e mora-lità dei popoli.,, Consideriamo davvicino que-sta imperiale risposta e non sarà nostra colpa
annuncia la fedele e concisa esposizione dei principali avvenimenti, di cui nelle varie età fu la Dalmazia campo glorioso. Ciò sembrerebbe dover bastare a commen-dar quest' opera e renderla pregevole a tutti. Nientedimeno non sarà discaro ai lettori del nostro Periodico, se, a vantaggio specialmente di quelli, a cui mano non fosse tuttavia per-venuta, ci proviamo a darne qui una succinta notizia. Nella dotta sua Introduzione, parlando dei primi abitatori di queste regioni illiriche, il chiaro Autore non omette i Vlachi. E certa-mente senza che altri li abbia a confondere coi Daci e Valacehi, (onde gli odierni Eu-meni), i Vlahi 0 Vlassi furono Slavi, ed una delle stirpi slave primigenie più estese, la cui età risale alle remote migrazioni dei Celti: sebbene sia vero del pari, che a cagione del trovarsi diffusi nelle terre romane, così quelli, che procedevan dai Daci, come quelli eh eran di schiatta slava, in progresso di tempo si denominass.ero Vlahii e tal promiscuo voca-bolo passasse a suolare altrettanto che latini •0 romani. Da questo poi si formò .anche l'àl-tr» voce men'vtaoM e morlmehi: deUa orìgine de* quali, volendo stare ail'jetiz&ologia, e ieg-
se essa apparirà priva del suo carattei'e es-senziale e desiderabile, quello della sincerità. Negli ultimi trent' anni, numerosi e intelli-genti osservatori d' ogni nazionalità e religione hafino percorso la Russia, parlando con gente d'ogni classe, per farsi un concetto dei costumi e (Ielle consuetudini dell' Impero. In Germania, in Francia e in Inghilterra si è moltiplicata la letteratura russa, e da tutti quegli scritti appare ciò che è pure ammesso dai più alti personaggi della Russia, che essa è uno stato, nel quale domina abitualmente la più sfac-ciata ipocrisia. Il principe Kozlowski dice: Ogni parola in questo paese è V espressione della più spudorata ipocrisia sì religiosa che politica. (Tendances catholiques dans la so-ci&té russe, par le prince T. Gagarin, fase. VII, p. 35); il principe Dolgoroukow scrive: La Russia e il paese della menzogna offi-ciale ed organisgata. (La vérité sur la Rus-sie, par Io prince Pierre Dolgoroukow, pag. 9.) In conseguenza di questo fatto il citato principe Gagarin, nella prima parte dell' o-pera citata, dà il seguente consiglio: Non si debbe leggere quello che è scritto, ma si deve ascoltare quello che si dice. Che se quest'asserzione avesse bisogno di altra conferma, la storia intiera dell' Impero russo ne prova abbondantemente la verità ; ma basterà ^ esaminare brevemente gli avveni-menti dell' anno scorso e del presente. Sotto il falso pretesto di adempiere ad una santa missione, di liberare i cristiani della penisola balcanica oppressi dal giogo dei Mussulmani e migliorare la loro sorte, scese lo Czar in campo contro la Turchia, dx>po una solenne pvaiesta e dopo avere impegnato la sua pa-rola d' onore eh' egli non aspirava a con-quiste. Ma oggi è manifesto che solo questo spirito di conquista, solo il desiderio di ra-pina fu il motivo di quella sanguinosa guerra ; e le belle parole di "amor fraterno,,, di "cri-stiani,, nascondevano i piìi neri progetti, pro-getti che strapparono la maschera dal viso dell' Imperatore. E questo basterebbe a scusare la nostra dif-fidenza verso le promesse della Russia; ma dobbiamo e vogliamo aggiungere che ogni parola del governo russo, e ve n' ha una lunga serie, fu ed ò pura ipocrisia religiosa e poli-tica, finché la storia racconta appunto il con-trario di quelle parole. La storia dimostra che la tolleranza religiosa nella Russia non è "una tradizione politica,,, nè "un principio conse-crato,„ anzi la persecuzione e lo sradicamento del cattolicismo fu sempre il solo scopo della politica russa; e che la Russia lavorò sempre a piegare tutti i sudditi dell" impero, quali si fossero il loro carattere e i loro costumi, ad un sistema dominante e inflessibile, affinchè colV aiuto di questa Agenzia fosse bene sta-bilita r egemonia dello Czar di tutte le Russie. Ad ogni jaodo esiste una serie di docu-
gendovi chi mor-vlahi, quasi slavi abitanti le parti marittime, o venuti dal mare, e chi moAirovlachi, quasi latini nigri, dal color dei capelli, discussero tanto gli etnologi, e, con-vien dirlo, non in modo concorde, nè a pieno soddisfacente. Checché ne sia, questa porzione di slavi si merita pure una speciale conside-razione, essendo essi, che non solleticando mai la cupidigia di voraci conquistatori, ser-barono fino ai dì nostri inalterato il lor tipo, e formano anche oggidì la parte più vigorosa della popolazione slava stanziata in Dalmazia, tranne poche migliaia verso le frontiere della Croazia. E di questi coraggiosi abitanti della Dalmazia e dei vari lor movimenti il chiaro scrittore, appoggiato sulle più dotte Autorità, parla ancora di poi nel Prospetto all' anno 300 e all' anno 501. Quanto agli Slavi meridionali presi nel loro complesso egli li fa col Du-Cange discender dai Sarmati (pagine 9, 55 e 61). Segue poi saggiamente 1' Hilferding, come questi il Du-Cange suddetto, neir assegnare le primitive dimore delle tribù slave, e 1' epoca in cui pare, ehe posterionaente incomiaciassero quei po^ a colonizaare ^e contrade situate tra i CaPiìfttì e r Adfintìeo, oocapindo a poco a
menti officiali, in cui è solennemente garan-tito il libero esercizio della religione cattolica. I Sovrani Russi, sotto l'invocazione di Dio e per mezzo di Carte firmate dì mano propria, affermarono sempre che non solo non perse-guitavano i cristiani cattolici, ma li volevano proteggere. Appoggiato a codesti atti ufficiali, potè dire benissimo lo Czar che la tolleranza religiosa è una "tradizione politica» nella Rus-sia ; ma questa tradizione esiste solo sulla carta. La pratica invece smentisce la parola dello Czar, e noi possiamo a ragione dire col principe Gagaiin: Non si deve leggere ciò che vi e scritto, ma si deve ascoltare quello che si dice;„ e noi aggiungiamo Bisogna ve-dere quello che si fa. Nell'articolo 8.o del Trattato di Grodno, conchiuso dopo "la seconda spartizione della Polonia, r imperatrice Caterina promette con firma di propria mano: "Voi (Polacchi), i vo-stri eredi e discendenti, sarete irrevocàbil-mente c sempre mantenuti nel possesso delle vostre proprietà, dei vostri diritti e privilegi, non che nel libero esercizio della vostra re-ligione e della sua disciplina.,, Ma, appena fu stipulato il trattato, un esercito russo apparve in Polonia per metterlo in esecuzione alla moda russa, cioè per estirpare la fede cat-tolica. 11 principe Dolgoroukow ha detto bene: — La Russia è il paese dell' ipocrisia uffi-ciale ed organizzata. "Una crudele persecu-zione fu la conseguenza di quei sacri prin-cipi consecrati di tolleranza religiosa, „ di cui ha parlato lo Czar Alessandro nella sua risposta a Papa Leone XIIL E, sicome in seguito di tale rispetto ai so-lenni trattati conchiusi da Caterina II, da Paolo I, da Alessandro I, Papa Gregorio XIV, riescite vane le pratiche fatte presso la Corte di Pi(;tioburgo (Vedi la Nota ufficiale ponti-ficia deir anno 1842, che protesta contro la persecuzione. Einsiedeln, 1842), citò lo Czar Nicola I a comparire dinanzi al tribunale di Dio (Vedi Wiseman, Ricordi dei quattro ul-timi Papi; pag. 382 e seg.), lo Czar scrisse al Papa una lettera, in cui si legge il seguente passo: "Lo Czar supplica 11 Papa a persua-dersi chfe a nessuno sta più a cuore di ono-rare e proteggere la chiesa cattolica e nella Russia e nella Polonia che all' Imperatore. La parola imperiale dovrebbe essere per Sua Santità la prova di tale sincera intenzione, f, Ed in altra occasione scrisse lo stesso Czar : "Il mio figlio mi ha riportato le cordiali pa-role che Vostra Santità si è degnata nella sua bontà di mandarmi ; è una soddisfazione per me rispondere a quelle parole colla nuova as-sicurazione che io non cesserò mai di con-tare fra i miei più imperiosi doveri il dovere di procurare il bene de' miei sudditi cattolici, ed assicurare la loro pace.,. Ed il fatto che seguì tale assicurazione qual fu ? La più cru-dele delle persecuzioni, i cui terribili partieo-
poco i luoghi delle popolazioni romane e de-gl' Illirici latinizzati. ^ Per ciò, che -riguarda la forma e costrut-tura dell' opera, essa è divisa in due parti, delle quali la prima comprende la storia ci-vile, r altra la storia ecclesiastica; e ambedue con metodo cronologico espongono per anni e per date la serie successiva de'più notevoli avvenimenti. La storia civile, ossia il "Prospetto crono-logico della storia della Dalmazia, con ri-guardo alle Provincie slave contermini,, si compartii in dieci Epoche. La La va dalle prime immigrazioni dei popoli nell' Illlrio, a Genzio ultimo re degli Illiri —• >dal lòio'al 180 — av. Cristo. La Il.a dall' origine della Repubblica Dalmata sotto Genzio fino a Ot-taviano Augusto, in cui la Dalmazia è di-chiarata Provincia Romana — dall' anno 180 av. C. fino al 9.o dopo C. — La Ill.a dal tempo in cui la Dalmazia marittima e medi-terranea divenne Provincia Romana fino alla caduta dell' Impero Romano — dall'anno 9 o fino al 476. — La IV.a Dalla caduta dell'Im-pero Romano d' occidente fino alla distruaioae di Salona da parte degli Avari ossia dal 476 al 636. — U V.a Dalla detta distruzione