BI BLIOTEC A
COMUNALE
ZARA
ALMANAGGO
DI ZARA
PER. L’ANNO 1806. $
AD V SO
DEL REGNO
ĐELLA DALMAZIA.
Z A B A.
DAltE STAMME DI ANTONIO * LUfGI
BATTAJLA
Librajo, e Rcgio Stanapatore.
NIA, e sono le seguenti, con ii gior-
no nel quale sono riportate:
Scadenza Ripirto
L'JEpifania . . 6. gennaro 10. gennaro
S. Anastasia . 15. gennaro*,24. gennaro
Corpus Domini 17. giugno zo. giugno
S.Pietro e Paoio 29. giugno 4. luglio
S. Simeon Prof, 8. ottobre 10. ottobre
S, Grisogono . 24, nov. 11. decenA»
L’altre Feste che erano in osser-
vanza nella Dalmazia, sono in corsi-
V9 , e sono del tutto soppresse .
QUATTRO TEMPORA.
Primavera . 10. it. 13. marzo t
Estate ... 9. u. ü. giugno.
Autunno . . 15. 17. 18« settembre.
Inverno . . . 15. 17. 18. decembre.
Tetnpi ncn proibiti per le Noztüe.
Dal gierno 11, febbraro sino tutto il
giorno 2. marzo, e dal giorno 26. apri
le sino tutto il giorno 27. novembre.
EIERE DELLA. DALMAZIA .
$ palato. Comincia il giorno 7. , e
termina il giorno 14* maggio.
Macarsca, Comincia il giorno 24., e
termina il giorno 31. agosto.
Stbemco. Comincia il giorno 23., e
termina il giorno 30. settembre.
Zara. Comincia il giorno 3., e ter
mina il giorno ij, ottobre.
4'
*
INDUITO
P£R LA RI DU ZION E DILLE FESTE*
Nei Gio: Battista Gaprar ay Cardinale
della Santa Romana C^sa dfl Titc-
to di S. Onefrioy Areivfseovo , Ve-sßO-
vo d’Jesi, Legato a latere del Nostro
santissimo Padre Pio Papa p'II. , e
delict Santa Sede Apostelica pruste il
Primo Conole della Repttbblic* fr antest.
fe dovere della Sede Apostolic»1’»
incarieata dal Signore Nostro Gesü
Gristo della cura di lutte le Chiese,
il rcgolare l’oss^rvanza della dircipJi-
ra ecclesiastica in modo , che oppc*r-
tunamente, e dolcemente provegga al
le circostanze dei luoghi, e dei tempi.
Un tal dovere avendo innanzi agli oe-
chi il santissime Padre Pio per divi
na Provvidenza Papa VII > arg unse
all’altre eure, che occuparono la sua
mente riguardo alle Chiese Gallicane,
quella pur anche di rißettere a ciö,
che era da st abilirsi in questo nuovo
erciine di eose, interno ai giorni festi
vi. Nonignorava la Santit& Sua, che
nella vasta estensione dei paesi sog-
getti alla Kepubblica Francese non era
seguita in ciö la medesiroa consuetu
dine; ma che nelle diverse diocesi os-
— 299
risguardava 1’Opera Pia alia neo-eretta Commissione. Un ricorso
in via telegrafica non potö impedire l’esecuzione della draconiana
ordinanza, e 1’ Opera Pia fn invasa per mera via di fatto il giorno
26 febbraio anno corrente.
L’attuale direzione dei rinniti istituti Opera Piae Beneficenza
presentö all’Eccelso Ministero dell’Interno regoiare ricorso scritto
acciocchö in via amministrativa e salvo ogni miglior rimedio di
legge, fosse tolto il D.to dell’ Ecc. Giunta, ma nn tal ricorso non
venne totalmente accolto come risulta dal Governiale Dispaccio 7
Luglio corrente N.ro 7540 pervenuto a mezzo postale il 12 corr. a
mani del Vescovo Preside.
Sotto la vigente Costitnzione, in un paese retto da leggi fon-
damentali che segnano tra il potere legislativo ed il potere ese-
cntlvo una linea, che quest’ ultimo non puö varcare, la Direzione
dei Riuniti Istituti non puö persuadersi che ramo alcuno del po
tere esecutivo possa annullare ciö ehe sotto il cessato regime rao
narchico fu creato e confermato da due Decreti dell’ Eccelsa Can-
celleria Aulica Rinnita. Ne Giunta Provinciale, ne Governo Pro
vinciale, ne Ministero dell’ Interno, possono dirsi in nessun caso
fattori equipollenti all’ Eccelsa Cancelleria Aulica Rinnita che per
ordine imperiale esercitava i poteri di Sua Maestä I. R. A.
La rappresentanza di una fondazione puö esser costituita sol
tanto o in base dell’ atto fondazionale o da quel potere legislativo
politico ehe regola le fondazioni; una volta ehe la rappresentanza
di una o piü fondazioni sia legalmente costituita, il potere esecu
tivo non puö decapitarla come non puö decapitare nessun cittadino;
a tanto non puö bastar che una legge, come ben sentono e la
Giunta Prov.le ed il Ministero stesso dell’Interno giacche e la
Giunta ed il Ministero affermano di deliberare in aspettazione di
una pros8ima legge.
Molto meno il Potere esecutivo puö decapitare moralmente
una rappresentanza fondazionale quando essa sia costituita in nn
corpo meramente cittadino con relazione all’ indole municipale e
confessionale delle fondazioni stesse, e loro scopi; e che tale sia
il caso nostro risulta anche dalla lettura del solo Aulico Decreto
allegato sub F.
Dal momento che si tratta di fondazioni basate sopra atti di
ultima volontä, a vantaggio di determinato luogo e paese ed iu
gran parte a scopi di natura ecclesiastica, quelle qualunque deter
minazioni, che lo Stato avesse prese a loro riguardo, non possono
riguardarsi come atti di amministrazione pubblica, ma come atti
eccezionali del Potere Supremo dello Stato, appunto come accade
quando lo Stato provvede alle rappresentanze dei nonnoti e pupilli;
tali determinazioni non cadono nella sfera delle attribuzioni del
mero potere esecutore.
II § 15 della Legge fondamentale 21 Decembre 1867 sui di
ritti generali dei cittadini, garantisce alla confessione Cattolica le
sue fondazioni a scopo di culto, e il Decreto della Giunta cbe to-
glie la Presidenza dell’Opera Pia al Vescovo, legittimo rappresen-
tante della Confessione cattolica, e lesivo dell’anzidetto § di Legge
in quanto toglie alla Confessione cattolica di Ragusa la legittima
posseduta ingerenza nella gestione delle fondazioni di culto che
fanno parte dell’ Opera Pia.
Strana cosa! Mentre il Ministeriaie Decreto allegato sub I.
trova ehe il reclamato Decreto della Giunta Provnciale e fondato
in legge, notifica in pari tempo che viene accordato seggio e voto
ad un rappresentante del Vescovo di Ragusa nella nuova Commis
sione „affine di controllare piü dappresso 1’ adempimento degli ob-
blighi fondazionali di natura ecclesiastica che formano parte inte
grante dell’ Istituto medesimo“. — Confessione stupenda della le-
sione dei diritti Confessionali contenuta nel Decreto della Giunta
Provinciale allegato H.
Finalmente un tal Decreto 6 viziato radicalmente dal falso
supposto che nel 1846 alia Direzione della Beneficenza sia stata
annessa 1’Opera Pia; anzi in tal falso supposto fu molto piü logico
il voto delta minoranza nella seduta della Giunta Provinciale 17
Maggio 1873, voto che par la sua ragionevolezza e nel falso sup
posto aDzidetto, ci permettiamo di riportare qui per esteso:
„Ritenendo che alla Giunta compete la sorvegliaoza dell’ 0-
„pera Pia come ad Istituto annesso alia Beneficenza; Riflettendo
„che separando 1’Opera Pia dalla Beneficenza, alla Giunta non
„competerebbe piü la sorveglianza dell' Opera Pia, e qnindi non
„potrebbe eroettere le disposizioni proposte dal Signor referente;
„Considerando che i disordini rilevati nell’ amministrazione
„dell’ Opera Pia dipendono in ispecialitä dagli attuali amministra-
tori responsabili Gagliuffi e Coporcic-b;
„Votiamo ehe sia mantenuta intatta la presente Comrois-
„sione, e sia avviata procedura disciplinare contro gli amministra-
tori responsabili.“
Passando ora dal merito alia questione della competenza, Vi-
sto che si tratta direttamente di diritti non rigorosamente civili,
ma politici in quanto fondati sopra relazioni politiche, mentre a
tenore dell’ Art. Lo della Legge 21 Decembre 1867 erettiva del
Tribunale dell’Impero, e desso istituito per la decisione delle con-
troversie in materie di diritto pubblico;
Visto che la veste di Alta Tutrice colla quale la Giunta Pro
vinciale ha emanato il Decreto 1550 ex 1874, la sottrae alla di-
retta giurisdizionc del Giudice ordinario; mentre che il § 16 della
Legge 18 Aprile 1869 organizzatrice del Tribunale dell’ Impero,
ad esso Tribunale aeferisce la decisione delle pretese non adatte
ad essere definite neil’ ordinaria via giudiziaria verso uno dei Re
gni rappresentati nel Consiglio dell’Impero quale e appunto il Re
gno della Dalmazia;
Visto che in ogni caso si tratta della validita di una Ordi
nanza emanata dalla Gianta Provinciale della Dalmazia; e che per
il § 30 della citata Legge 18 Aprile 1869 il Tribunale dell’Im
pero e competente a decidere sulla validita delle Ordinanze; la
competenza dell’ Eccelso Tribunale dell’ Impero in proposito non
puö essere revocata in dubbio;
Quindi ö ehe il sottoscritto Giovanni Zaffron Vescovo di Ra-,
guso quale ordinario Presidente della Direzione dei riuniti Istituti
Opera Pia e Pubblica Beneficenza e quale Procuratore dei Signori
Condirettori: Matteo Cav. Sgitkovich, Savino Conte Giorgi i. r. Ciam-
bellano di Sua Maestä e Membro della Camera dei Signori, Luigi
Serragli Presidente della Camera di Commercio di Ragusa e Cat-
taro, e Biagio Cav. Sciarich Dottore ed i. r. Ispettore dei Lazzaretti,
come da mandato chi si allga sub K, si rivolge ad Esso I. R. Tri
bunale dell’ Impero contro la Giunta Provinciale della Dalmazia e
contro I’ I. R. Ministero dell’ Interno ed insta
L II Decreto della Ginnta Provinciale della Dalmazia 17
Maggio 1873 N.ro 1550 ed il Decreto Ministeriaie l.o Giugno
1873 N.ro 5171 in quanto non fece luogo al Ricorso dalla Parte
Attrice interposto contro 1’ anzidetto D.to della Giunta, essere ille-
gali e nulli.
II. Dover immediatameute i Rei Couvenuti rimettere le cose
iu pristino, come erano il giorno 26 Febbraio 1874, e restituire
pure immediatamente all’ Attrice i denari, documenti, titoli e tutto
ciö ehe si riferisce alla gestione dell’ Opera Pia.
III. Condannarsi i Rei Convenuti solidariamente nelle spese
di lite.
NOTIZIE DI ROMA.
Nel giorno sacro alla Nativitä di Maria SS.ma, il Santo Pa
dre ammetteva all’ onore dell’ udienza, nella Sala del Concistoro,
una numerosa carovana di Pellegrini francesi della Diocesi di La
val, cui si erano uniti degli altri delle diocesi limitrofe, recatisi in
Roma col nobile e pio intendimento di far atto di devoto omaggio
al Padre comune dei fedeli, di visitare i Santuari della Domi
nante dell’Orbe cattolico e di lucrare in pari tempo presso le
tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, le indulgenze del corrente
sacro Giubileo.
La carovana si compoueva, di pellegrini d’ambo i sessi,
appartenenti a tutte le varie classi e condizioni della societä. Fra
gli ecclesiastici canonici, parroebi, professori e vicari; fra i laici,
a fianco di vari membri della nobilta e della borghesia, gli umili
- 118 —
a difendersi coll1 uniche arini clie possono adoperare, 1* as-
sidua preyhiera e la santa vita.
Alle violente condizioni iu cui si trova il Cattolicismo
e principalmente il Clero anche nelle provincie preponde-
rantemerite cattoliche della Germania, si trova pure in Sviz
zera, in Italia, in alcuni paesi del nuovo mondo, nelle pro
vincie cattoliche della Russia ecc.; oramai i governi sieno pur
di nome cattolici, protestanti, scisuiatici, vanno a gara nel-
Topprimere la Chiesa; ma questa persecazione che nulla
frutta ad essi tranne 1’applauso delle sette, e l’adesione di
pochi infelici ehe assumono il sacerdozio di questo nuovo
Dio -slato, reca un grande servigio alia Chiesa, la cui forza
si mostra piu nelle tempeste che nella tranquillita. A questa
scuola i legislatori dell’ Austria dovrebbero seriamenle me
ditare ora, che colle nuove leggi preparano alia Chiesa
giorni di angustia e di prova. La Chiesa, sicura delle pa
role di Gesu Cristo non perirä; Io Stato non ha pero
una simile promessa per assicurare Tesito della sua lotta.
Dapertutto i Vescovi, resistendo alle invasioni del potere
civile sui diritti sacri del Vangelo e della coscienza, di-
fenderanno ad un tempo Ie sante libertä dell1 anima e della
patria. Da Dosen a Treviri, da Colonia a Vienna, da Ba-
silea at Brasile, dalia Svizzera a Roma, I1 Episcopato unito
all1 augusto suo Capo, sapra applicare a se stesso le parole
ehe il Grisostomo scriveva a Papa S. Innocenzo: „La
battaglia che sosteniamo e nell’ interesse dei mondo intero“.
----------oOOggoOO- - -
Tradazione dei discorso dei dep. Can. Pavlinović detto
nella seduta dei Reichsrath dei 21 Marzo sulla condizione
delle chiese e canoniche iu Dalmazia, accennato nel nostro
numero precedente.
Signori!
Io non voglio rivangare ciö ehe nel periodo di ottant’ anni
il Governo austriaco fece o non fece per la Dalmazia in generale
e in particolare per la Chiesa ed il Clero. Ciö fu meglio attestato
dal Governo e dai suoi organi nella passata seduta di questa ec
celsa Camera.
Io non voglio pariare nemmeno dello stato in cui s’attrova
il Clero curato in Dalmazia, perche ciö vi fu con commoventi pa
role pochi giorni fä esposto da S. E. il sig. Ministro dei Culto.
Non voglio finalmente sindacare come si potrebbe meglio promuo-
vere la sua educazione, particolarmente ivi ove per molti anni di
abbandono esso era in pericolo di allontanarsi dall’istruzione.
La Cattedrale di Sebenico
di N. TOMMASEO.
(Continuazione, vedi N. 45, 46, 47 e 49 dell’anno 1873 e N. U e 13
anno corr.)
XIV.
E il Trenlino e la Dalmazia, giä provincie di Roma,
parteciparono della civiltä italiana e della verita cristiana in
nanzi che le terre germaniche e Slave contermine: la Dal
mazia, per il prezioso valore dei silo, piü pienamente; sic-
come dimostrano i nomi stessi delle cittä, nomi la cui de-
sinenza romana pretta, 6 cornune con altri di cittä italiane
ed estere, nidi dell’Aquila vincitrice. Promona piuttosto che
la prominenza de’ luoghi, accenna forse, da promere, la fer-
tilitä; Scardona, forse 1’ asprezza, ch’ era pur condizione di
sicurezza; Narona, ha per radice il vocabolo denotante il
corso dell’aeque; Salona, il mare che corona Pamenita dei
paese, laddove accoglie tra le sue braccia il Giadro, che si
volge a cercarvi la pace e i zeffiri molli.
Quanto alla Fede, n’ebbe Dalmazia la luce innanzi clie
Trento: ehe i suoi priinordi religiosi portano le splendide
Senonchö mi permetterete che vi raccomandi due cose, oade
possiate convineervi dell’ urgente bisogno di accordare al Governo
1’ intiero importo che vi ha ehiesto per le nuove fabbriebe di chiese,
canoniche e cisterne in Dalmazia.
Sono appena vent' anni dacche il popolo dalle contermini Bo
snia ed Ercegovina cominciava affluire in determinate solennitä nel
nostro impero — come il raja (cristiano nel dominio tureo) dice —
per sentire il suono dei sacri bronzi, per assistere alie funzioni
religiose; e ritoroava quindi nella misera sua patria, benedicendo
la terra sopra la quale sventola il vessillo austriaco. Ed oggi?
II raja al dissotto dei Ljubuški Humac, meravigliandosi dei
nuovo convento e della grande sua chiesa, il raja sotto le arcate
della chiesa e dei convento di Siroki Brig, il raja presso la gran-
diosa chiesa di S. Pietro a Livno, ritorce con orrore i suoi sguardi
dal confine, ove scorge la chiesa di Pod-Prologom come una casopola,
e quella di Vergoraz in istato di rovina: il raja tureo quest'oggi
ritorce lo sguardo dai confini ove scorge la chiesa di Fort’ Opus,
in inezzo al Narenta, ormai chiusa, onde non abbia a schiacciare
il popolo che vi accorre; la chiesa di Arzanö in forma di antro,
la chiesa a Vignane in forma dicapanna, e le fabbriche delle chiese
nei capo-Iuoghi di Imoski e Metković da molto tempo principiate
e non peranco condotte a termine.
Tutti i suddetti luoghi s’attrovano precisamente ai confini ot-
tomani, ed ö in ispecie per questi che ii Governo vi propone non
1’intera somma, ma soltanto una parte, in aggiuota alie offerte che
con gravi sacrifici fecero le povere Comuni. Ora vi prego, o si
gnori, a voler prendere in considerazione se non il religioso il
motivo politico, per accertarvi dell’urgente bisogno e dell’interesse
dello Stato, onde accordare Ia quota chiesta dal Governo, e re-
spingere la proposta dei comitato perche venga ridotta alla metä.
Se poi c’e qualche parte dei mondo in cui i parrochi tro-
vansi in miseria, questa ö la Dalmazia; poiche cola essi non hanno
rimunerazioni se non i contributi parroehiali, e di rado ricevono
miseri supplementi di cento od al piü di dueeento fiorini all’anno dal
fondo di religione. Parrochi poveri, essi sono medici e farmacisti
per i loro parrochiani, ancor piü poveri di loro; essi soli In luo-
ghi disabitati offrono ricovero a viaggiaton e ad impiegati.
Credete forse, o signori, ehe la povertä sia per i parrochi
dalmati la maggiore delle disgrazie? Io credo di no.
I popoli meridionali, voi lo sapete, con poco campano. La
temperatura dolce ed il calore del sole compensauo il corpo di ciö
che non gli da il nutrimento. In Dalmazia i parrochi delle isole o
presso al mare, coli’amo e colle nasse cercano di pescare, e come
i loro parrochiani trovano nel mare quei profitto che il terreno
sassoso non puö loro dare. Nel montano una tazza di latte, un po’
tradizioni di Tito, inviato da Pietro apostolo, Tito a cui Paolo
scrive; e Paolo pur toccö quelle spiagge, come poi Ilario-
ne. E il nome di Girolamo, solitario possente, grandeggiu
tra quelli del monaco greco e dei fraticello sublime d’As
sisi, ehe in Dalmazia lasciö traccia del suo passaggio rive-
nendo in Italia d’Oriente. In una delle ultime mie lettere al
Gar gli additavor, come riscontro notabile di religiosa e ci
vile fratellanza, che la Chiesa Dalmatica nel suo calendario
ha commemorazione espressa e lezioni speeiali nell’Ullizio
di quei Vigilio che fu 1’Apostolo e e protettore di Trento,
vescovo all’ etä di vent’ anni, e dopo altri venti martire mor
to per mano di valligiani non ancora venuti al cristianesi
mo, che erano forse un misto della stirpe Vindelica e della
Retica; della Retica, dico, dalla qual voglionsi originali gli
Etruschi.
Certo b ehe, siccome in Dalmazia ritrovansi 1’una al-
1’altra sovrapposte, e poi miste per piü o meno spontanei
congiungimenli, P antica schiatta nativa, e poi quella de Grc-
ci e degli Italiani coloni, e poi varie delle Slave; cosi nel
Trentino Ia schiatta italica piii pretta e la celtica si trovano
a fronte nelle due cittä di Roverelo e di Trento. E Pac-
cento della favella lo dice, e le facce, e le consuetudini, e
N. 48 Zara 29 Novembre 1874. Anno Y
■ ..........................................
CATT
GIORNALE RELIGIOSO - POLITICO - ECONOMICO - LETTERARIO
«ritfctcm facientes in cKaritntc. crescamus in
o per omnia, qui est ca\« ut Christus.
(S. Paul. E])h. IV. 15.
Esce la donienica mattina. Ego interim clamito:Si quis Cathedrae Petri jungitur, meus esi.
(S. liier onym. Epis. mil XVI. Daus.}
...................Vos ipsos, auxiliantc Deo, in dies alacriter operain Vestram
impensuros in tuenda salutari Ecclesiae doctrina, animisque in Religionis amore
et in ver* fidei professione roborandis,....
(Pio IX uel Breve dei ti Febbrajo 1872 agli scrillori della Dalmazia Cattolica.)
Condizioni di associazione.
S*er Kara. Per un anno anticipatamente. . fior. 5.
■*«-r I» VSonnrciiia .liiKtro-f ngarica
Per un anno aiUicipataincntc .... fior. 6.
l**er IVestero. Per un anno anticipatamente franchi 12 in oro.
(.’associazione e obbligatoria per 1’inlera annata. Chi non avrä dato
4isdctta alla fine di un’annata, si riterra associato anche per la seguente.
Le associazioni e gl’importi di danaro in gruppi, o meglio in a*»
segni postali si dirigano all’Amministrazione della Dalmazia Cattohpa
in Zara. Le corrispondenze afTrancate al Redattore. I comunicati s’inso-
riscono al prezzo di soldi 8 la linea. Inscrzioni in quarta pagina a ta»
riffa assai moderata. Nessun articolo firmato sarä inserito, ove esso nefc
sia aecompagnato dall’importo di soldi 30 per la tassa di finanza. Us
numero separato costa soldi 10; I manoscriui non si restituiscono.
r
Ancora sulla soppressione dei Vescovati
in Dalmazia.
L’ attoale sessione dei Reichsrath, clie venne aperta
da oltre un tnese, finora nou si e fac a rimarcare se non
per la poca iiuportauza con cui vengono segnalate dalla
pubblica stampa le relative discussion?. U giornalismo giu-
daico della capitale non ce a il proprio malcontento per
queste falto, unico negli annali dd pariamento di Vienna
dopo 1’ rnaugurazione della nuova era. Esso domanda per-
tanlo qualclie nuovo progetto di legge confessionale, ea-
pace di solleticare 1‘ appetito dei liberalismo, e di atlirare
quindi nelle gallcrie grande folia di prezzolati spettatori, i
quali debbauo applaudire alie inveltive lanciate contro la
Cbiesa dai signor» della clique. Noi abbiamo buone ragio-
ni di temere che i voti del giudaismo Viennese saranno
soddisfani anche in questa sessione, ehe pur incominciö i
suoi Uvuri con tanto edificanie tranquillity.
Primo ad entrare in scena, per rappresentarvi f inde-
g«a cotnmedia, sembra voglia essere il noto ex-ministro
D.r Gisk ra, T eroe di Cracovia. Queslo millionario d'ttna
nolle, tenta di i iatquistare il pcrduto favore popolare, cou
qualche interpellanza o de< Umaziooe a danno della Cliiesa;
ma invano. In questa sessione egli si ö segnalato special-
mente per le sue manifeste antipatie verso la Dalmazia,
vtal cui budget, ove puö, laglia senza compassione parec-
chie migliaia di fiorini, in modo da far credere, che vor
rebbe condannato questo povero paese a morire d’ inedia.
La cagione delle ripetute ire delf ex eccellenza cittadina
contro la Dalmazia sono note a tutti quei cbe conoscono i
deplorevoli fatti dell'anno 69, i qtrali appunto costnronoal
D.r Giskra la perdita del porta foglio dell’ interno. Eppure
se il D.r Giskra ci rifiettesse un po1 meglio, non tarderebbe
«d accorgersi cbe in que' fatti, i cattolici delia Dalmazia
con ebbero la benclie minima parte. Ciö non pertanto egli
non si perita di offendere il sentimento religioso di que
st’ ultimi, col rinnovare anche in quest’ anno, nel comitato
finanziario, la proposta per la soppressione di alcuni ve
scovati.
Ecco quanto riferiscono i giornali di Vienna intorno
alia seduta, che il comitato finanziario del Reichsrath tenne
il *20 corr., e nella quale il dep. D^r Rodler era ladature
pel budget del Culto:
„Alla rubrica „Dalmazia“ vengono accordati senza
discussione fior. 40ÖÖ pei francescani di Sign“.
„Inoltre il relatore propone fior. 56,000 per la co*-
„struzione di nuove chiese e canoniche, coll’ aggionta che
„la ripartszione delle relative somme debba succedere me-
„dianle il ministro dell* istruzione“.
„II dep. D.r Giskra interpella il governo intorno alia
„diminuzione dei numerosi rescor ati della Da!mazim,
„ehe da una serie di anni viene ripetutamente chiesta;
„a cui il ministro Stremayr risponde, che due sedi ve.sco—
„vili sono giä vacanti, e ehe e seria iiKenzione del governp
„di realizzare il relativo desiderio delia Camera dei tie-
„putati“.
Chi anche per poco e informato delle pratiche parl«-
mentari in generale, e dei nostro Reichsrath in particula***,
sa pur troppo ehe le varie deliberazioni dei rispetlivi cor
mitati, vengono d’ordinario confermate nella seduta pleiia»
ria della Camera. Ecco adunque che il pericolo da cui somo
minacciate le due sedi vcscovili di Lesina e Sebenieo, cre
sce, e si fa ben piu serio dopo la surriferit« dickiarar.ioWB
di S. E. il sig. ministro.
II nostro period i-ro finora si e occupato piu volte <fi
questa importante questione j ed i vari articoli che venne**®
da noi pubblicati, e specialmente ii memoriale da S. E. mons,
Arcivescovo Maupas diretto alio stesso sig. ministro Slre-
mayr, e tla noi riportato nel N.ro 12 dell* anno 1872, tli-
mostrarono iu modo esauriente, sotto I’ aspetto religioso e
politico, la necessitä tli mantenere intatte Ie attuali sedi ve-
scovili. A ciö si aggiunse il voto esplicifo deila nostra
Dieta e di molte comuni della provincia, le quali, con pe-
tizioni dirette a S. M I’Augustissimo nostro Imperatore,
domatrdavano che si soongiurasse da questa religiosa pro
vincia il pericolo tla cui era minacciata. Dopo tutto ciö noi
non ci nieravigliamo giä dell' interpellanza fatta dal D.r
Giskra; ei meravigliamo bensi che il nostro deputato conte.
Bonda, metnhro dei comitato finanziario, non abbia preso la
parola, non fosse altro, per rinfacriare la (racotanza dei sig.
Giskra, il quale erede di poter impunemente scherzare coi
sentimento religioso dei dalmati; e molto piu ci merovi**
g lianto della dichiarazione del sig. ministro dei culto. Si
'rreile ftrrse ehe i vescovi sieno tanti impiegati dello Sta 0,.
‘41■'fwrawo dei quali possa dal governo soltanto essere au-
'imnttfjrfo o diminuito a piacere, quando si tratta di soddi-
siface «Ile voglie d’un Giskra qualunque ? Beu altiyneuii
turskoga jarma a ne nadajuć se nikakovoj koristi,
nego li su rimski Pape?
Istih je misli i naš neumrli Pijo IX., kojemu
nije do ničesa toliko koliko do razširer.ja katol. vjere
po svem svietu, a tim dosljedno i uljudstva svih naro-
da. Baš se zato danas mnogi smućuju, zašto ta vr-
hovna kršćanska Vlast ne navješćuje danas svetoga
rata proti Turčinu nekrstu nesamo; da pače neiz-
kazuje nikakve sućuti prema ruskoj vojsci tobožnjoj
izbaviteljici jadne raje. A ipak, vele takvi, Slaveni
jesu kršćani, a njihovi neprijatelji i zli gospodari je-
su oni isti pogani Turci, proti kojim se je nekoč
uzhitom dizalo zapadno kršćanstvo. Ta Slaveni kri-
žem na svojih zastavah bore se proti v«arvaru poga-
nu. Jesu li se dakle promienila vjerska i družtvena
načela pitao neki liberalni dnevnik? Zar je rimska
stolica zaboravila kako je god. 1456 živo poticala
vjeru Ivana Kapistrana kašnje na oltarih čašćena, te
hrabrila srčanost Ivana Hunijada, da tim kršćanstvo
obrani proti turskomu fanatizmu? Ne, odgovaramo
ini, nisu se ta načela promienila, jer su repromjen-
ljiva, dali su se promienili dusmani što no tim na-
čelom priete, što ćemo u sliedećem broju, da se da-
nas preveć neoduljimo, neoborivo i dokazati.
kavice bili, kad naši predji onu crkvu sagradiše?
Kao da vam naš sv. Ilija nije dosta što jvam zubi
suze za druge crkve, ako je to svejedno? Što je na-
ravnije i prikladnije, da se vi pokatoličite, ako je to
sve jedno, i da postanete što bijaste, il da se mi po-
hrišćanimo, da postanemo što nebijasmo?
Ružno bi se na ove rieči popu Ciru nakostre-
čila brada. A1 bi istina ostala istina, prem bi i on
ostao što jest, pravoslavni paroh kpd sv. Ilije u Zadru.
Ako je dakle govor popa Ćira, ko što dokaza-
smo, lažan; ako ga on ipak govori znajuć da je la-
žan, jer djelom nepotvrdjuje, što ustima tvrdi, ne-
treba nam dalje dokazivati, daje taj govor i nepošten.
opisi.
Zagreb. U oči nove godine.
To je svejedno!
Ovo je rieč i načelo u ovom listu većkrat hva-
ljenog popa Cira Žeželja, pravoslavnog paroha, kad
se pušta u lov za katolicim. Revnost, to je pravi
ures svakog svećenika: revnost je dična za svakoga,
koji svojem osvjedočenju, svojim nazorim nastoji
prokrčiti put. Samo nije dopušteno svako sredstvo,
ni svaki način; nalaže zdrav razum, zahtieva narav-
ski moral, da se i u ovim poslim neupotrebljava neg
što je pravedno, pošteno i istinito; himba, varka i
potvora nedoliči poštenjaku. Kad bi se dao pop Ciro
molitvom, podučavanjem, dokazivanjem da privede
katolike u svoju crkvu, mi bismo ga hvalili i mogli
bismo ga našim sveštenicim predstavljati na primjer:
nek oni rade za,njihovo osvjedočenje, što on radi za
svoje.fNu pop Ciro pošo je svojim načelom to je
svejedno na krivi put, kamo mi nemožemo slati našu
braću sveštenike; pače treba nam ono načelo, a do-
sljedno i djelovanje, odsuuiti kao nepošteno i lažno.
Da je naša odsuda pravedna i istinita, za to ti
netreba tko zna koliko pameti i bistroumlja, da to
dokučiš. — Uzmimo da koji istočnjak il koja iztoč-
njačica dodje pred svećenika naše crkve, prigodom
kad se ženi il udaje, pa da ovaj svećenik, željan
dovesti u svoju prkvu one inovjerce, nebi imao, ko
što nejma pop Ciro, drugih razloga do onih, koje
pozna i prosti Bukovčanin: psovati i huliti svećenike
druge crkve, rabiti rieči .koje nedoHkuju uljuduiku.
te napokon vikati: to je svejedno.
S* „Ako je to svejedno, to jest moja crkva i tvoja,
moja vjera i tvoja, mi mislimo da bi našem popu
odgovorio hrišcanin, tad predji ti gospodine na moju
vjeru i u moju crkvu ; ako istinu govoriš, potvrdi dje-
lom što tvrdiš govorom. Sto se tad vi popovi jedne
i druge crkve dielite i kidate narod ? čemu nam tad
po dva biskupa (biskup jedan, episkop drugi) u gra-
dovim? čemu po dva paroha po selim? čemu po
dvoje popove u gradovim i varošim? Ako je to sve-
jedno, taa se vi popovi liepo dogovorite kako se lju-
dima pristoji, pa mirna Bosna! Neznaš li ti, moj go-
spodine! nastavio bi hrišćanin, koliko bi to našem
puku koristilo, koliko prepirka uništilo, koliko bi po-
ruga prestalo, koliko mržnje, svadje i neprijateljstva
mahom izginulo? Opaki biste ljudi bili, vi popovi,
ako je to svejedno, da ne nastojite sjediniti nas i dje-
lom. Ti si gospodine učio i nove i stare knjige; ti
mene nevaraš; pa mjesto da se ja pokršćanim, kako
bi ti želio, ako je to svejedno, ti se pohrišćani!" y
Naš pop nebi se rad ,ovog govora pohrišćanio,
ko što se nije jošte ni pop Ciro pokatoličio, prem je
mnogokrat katolicim onako razlagao. Nu našem popu,
kad bi govorio i radio kao pop Ciro, mi se nadamo
da bi hrišćanin odvratio : Moj gospodine, oprosti znaš,
meni je drago istinu govorit; ako je to svejedno, pa
ti želiš da ja predjem na tvoju vjeru i u tvoju cr-
kvu a ti nećeš u moju, tad ću ti ja reći, oprosti
znaš, ja istinu velim: ti moj gospodine lazes!
ota ćeš mu na to? Istina je istina! a ti se jedi,
koliko ti glas nosi. ,
Kad bi pred popom Čirom i njegovim to je sve-
jedno stajao koji katolik (imao bi biti starac) mogo
bi k razlozim gore navedenim, koje nismo stavili u usta
katoliku naproti hrišćanskom popii, neg ih stavismo,
s neke simpatije napram popu Ciru, u usta hrišća-
ninu naprotiv katoličkom popu; mogao bi, velimo,
onaj starac katolik k onim razlozim dodati sliedeće,
koji idu ka kapa na glavu Zadarskim i mnogim
dalmatinskim Srbima :
„Vi hrišćani za moje mladosti bijaste s nam
katolicim sjedinjeni ; mi u vas, vi u nas ka brat u
rodjena brata. Ako je to svejedno, bezdušni ljudi, za
što se od nas odieliste? Mi ostasmo koji bijasmo, vi
postadoste što nebijaste. Da se bar ob sebi uredi-
ste, da se na svoje noge osoviste! Naši predji, ne
vaši, sagradiše svetog I liju u Zadru, k tomu vičete
ka na porugu: to je svejedno! Ako je svejedno, vi
ljudi pravedni i miroljubi zašto se grozijaste godine
48, da ćete katolike protjerati iz svete Stošije, koja
ima postati vašom eparh ijalnom crkvom? Gdje ste ku-
Jedva dospjeh, da vam opet koju dojavim iz
i hrvatske priestolnice. Početi ću sa našim saborom,
koji žalibože i ovaj put neće dugo trajati, jer veći-
ni narodnih zastupnika valja doskora i opet puto-
vati u Peštu na državni sabor. A košto financijalni
odnošaj Ugarske države prama drugoj polovini ca-
revine definitivno jošte nije riešen, a uslied toga niti
naš (s financijalnoga gledišta) prama Ugarskoj, to će
naš sabor za sada našoj zemaljskoj vladi po svoj
prilici dati na tri mjeseca privolu budgeta, a kasni-
je njegda pretresi vati će proračun za g. 1878, ko-
jom prigodom nadati se je važnim izjavam narodnih
zastupnika.
Za mlado lieto dobio je puk razvojačene Kra-
jine liepi dar od premilostivog Kralja. Kraljevskim
reskriptom, čitanim dne 27 tek. u sastanku krajiških
poslanika, bi odredjeno da se sav prihod iz državnih
šuma u raznom omjeru upotrebi za potrebe i na ko-
rist Krajine. Bogastvo je doista u tih šumah veliko.
U dvim regimentima odredjeno je na prodaju staro-
gorice (prastare šume) do 30,000 rali zemlje. Vi
primorci, koliko i jeste sokoli na moru, težko moći
ćete takovu šumu i pomisliti!
Dne 20 o. m. bijaše na našem sveučilištu i-
matrikulacija, kojom sgodom rekao je naš velemožni
rektor g. dr. Kosto Vojnović sveučilištnim gradjanom
slovo, koje se nemože bolje okrstiti neg zovuć ga
Vojnovićevo. Opomenuo ih žarkimi riečmi, da što bolj-
ma uznastoje o uzgoju svoga značaja, kojim valja
da se svi okitimo, jer samo ljudi od značaja biti će
na korist hrvatskoj domovini. A dne 23 o. m. imali
smo promociju prvih triju doktora na hrvatskom
sveučilištu, dvojice pravnika i jednoga bogoslova.
Bijaše to prava narodna sveTčanost, kojoj su mnogi
odličnjaci prisustvovali, a na <|elu jirn svietli ban. Tom
prigodom iztaknu^ je VMecim1 naš rektor važnost o-
voga svečanoga čina, koji valja da bude zlatnimi slo-
vi upisan u poviesti prosvjete našega naroda, koji
doduše nješto kasnije ali sjegurnimi koraci napreduje
k obćenitoj prosvjeti. Govoreći o sveučilištu valja da
vam javim i broj slušatelja upisanih za zimski te-
čaj g. 1877-78. Ima ih svega 344. Od ovih ima 60
na fakultetu bogoslovnom, i to 22 redovita a 38 iz-
vanrednih; na fakulteta filozofskom 46, i to 40 re-
dovitih, a 6 izvanrednih; na pravoslovnom 237, i to
210 redovitih a 27 izvanrednih. Naprama prošloj go-
dini umnožio se je broj slušalaca za 61. Svakako
liep napredak u prvom početku! Nu žalibože broj
slušatelja na bogoslovnom fakultetu od godine do go-
dine sve veoma pada, a tim pokazuje se ujedno od da-
na do dana sve veće pomanjkanje svećenstva. Dočim
je prve godine na bogoslovnom fakultetu bilo do 80
slušatelja, ima ih evo sada samo 60. Mnogo se je
već pisalo, o toj nestašici a i o načinu, kako da se
tomu doskoči. I vaš dopisnik napisao je u „Katol.
Listu" prije dvie godine cieli niz članaka o tom
predmetu, nu piše se dosta, ali mislim da se slabo
radi, kako bi se faktično toj nestašici na put stalo.
Poznato vara je, kako su neki odličniji svećenici bi-
skupije bosansko-sriemske (djakovačke) odlučili u-
strojiti u Djakovu katoličku tiskarnu, kojoj bi za-
daća bila svojimi proizvodi u hrvatskom katoličkom
narodu obarati nemar za vjeru, čuvati i promicati čisto-
ću ćudorednosti, koja je temelj svetosti i obstanku obi-
telji, riečju buditi katoličku sviestu našem narodu. Ne-
prijatelji vjere rade neumorno, valja dakle da se i mi
prenemo iz sna, te da složnimi silami odvratimo od na-
roda našega moderne bludnje. Zaista to je plemeni-
ta misao i uzvišena zadaća. Vele nam je drago, da
je svećenstvo djakovačko ovu plemenitu misao po-
taknulo, ali mislim, da bi i sjegurnije, a i uspješni-
je našu svrhu postigli, kad bi se takova tiskarna u
Zagrebu podigla složnimi silami svih katoličkih ele-
menata u našoj domovini. Neima dvojbe, da se sve
većma pokazuje i potreba katoličko-političkoga lista,
a to bi se laglje postiglo kad bi se na dionice po-
digla u Zagrebu katolička štampama. Medjutim kad
nije drugačije, zadovoljni smo i tim, da se barem u
biskupiji djakovačkoj takova štampama ustroji.
, Ovih božičnih svetaca prisustvovao sam u Za
vodu kod ovdašnjih častnih milosrdnica liepim dvie-
ma zabavam. Naime na dan sv. Stjepana bila je u
doljnem njihovom gojištu predstava „Mali Isus" bo-
žična igra u tri čina, a na treći dan božica u pre-
parandiji „Sveta Agneza" u dva čina. I jedna i dru-
ga predstava bijaše krasna. A izvadjale su prvu pi-
tomice dolnjega gojišta, a drugu pripravnice. Covje- j
ku se srce od veselja uzdizalo gledajuć kako ne-
vine djevojčice, odgojivane u pravom duhu kršćan-
skom, s oduševljenjem prikazivahu, naznačena dva
komada, vriedna i sposobna, da potaknu u sluŠate-
ljih čuvstvo veselje i nabožnosti, odgovorajuće uspo-
menam ovih svetaca.
Dozvolite mi g. urednice, da pri koncu ovoga
dopisa jošte učinim jednu malu čednu opazku glede
vašega štovanoga lista. „Dalmazia Cattolica" zastupa
katoličke interesse u Dalmaciji. Zadaća odista častna
i plemenita, kojoj mi katolici s ove strane Velebita
najbolji uspjeh želimo. Nu kako su katolici u Dal-
maciji većinom Hrvati, koji uz svoju vjeru i svoj
narodni jezik ljube, to ste vi iz ljubavi prama svo-
mu narodu u svojem listu otvorili mjesta i peru hr-
vatskomu, čemu se mi ovdje od srdca veselimo. A
pošto ste ujedno zaželili, da vas po mogućnosti iz-
vješćujem i o naših odnošaj ih s ove strane Velebita,
gdje posvema hrvaština vlada, to bih se ja u svojoj
smiernosti usudio izraziti želju, ne samo svoju nego
i želju ovdašnjih odličnjaka katolika, da bi vaš što-
vani list na čelo si stavio kraj imena talijanskoga
wLa Dalmazia Cattolica" takodjer i irbe hrvatsko:
„Dalmacija Katolička" ili „Katolička Dalmacija".
Vjerujte mi g. urednice, da bi ova malenkost, na ko-
ju katolici Dalmacije imaju pravo, pribavila vam
mnogo simpatije kod katolika sove strane Velebita.
U ostalom to je moja čedna želja *).
Za novo ljeto želim vam uztrajnost i božji bla-
goslov u plemenitom vašem podhvatu i radu. - h. -
Ragusa, 20 decembre.
Figuratevi che i nostri montanari di Osojnik
diventáno dottori, parlano persino il tedesco, e si
fanno corrispondenti della „Presse" di Vienna e poi
dite che non vi sia abbastanza progresso a Ragusa.
Uno di essi infatti, fácilmente il piü dotto, spedi una
sua corrispondenza stampata in detto foglio il 2 di
questo mese, la quale dice come i Gesuiti licenziati
dali' i. r. Ginnasio il 1868 si sono destati finalmente
il 1876 per fondare nel Seminario appunto di Ra-
gusa un nuovo Ginnasio contro le leggi governative.
Compatiranno pero i lettori se noi facciamo un po' di
scuola a questo povero montanaro, e gli facciamo
conoscere da vicino quanto egli con tutta la sua
buona volontk non poté comprendere da lontano.
Licenziati i Gesuiti dall' i. r. Ginnasio il Ve-
scovo di Ragusa continuó a mandarvi i suoi Chierici
onde fossero istruiti, ma sia il bagliore fatto loro in-
travedere d' un grasso stipendio per istudiare a Vienna
e poi occupare una cattedra ancora piü pingue in
patria o f uori, sia 1' odio che si ispirava o almeno il
disprezzo alia vocazione clericale, noi non diremo
qui no come ne da chi, quantunque si abbiano au-
tentici documenti, sia la maggiore dissipazione dei
Chierici stessi al contatto de'secolari; fatto ata che
il Seminario da cinquanta Chierici, quanti ne con-
tava sotto i Gesuiti si vide ridotto mano mano alio
scarso numero di cinque soli, come tutta lamentava
e mormorava essa pure la cittá. .
Or che avrebbe fatto in tal caso il nostro cor-
rispondente, se avesse avuto il dovere, lo zelo, il
cuore e la testa d' un Vescovo ? Forse niente meglio
di quanto fece il Vescovo di Ragusa, il quale rag-
granellati questi pochi suoi figli li raccomandó prima
alia carita d' un' ottimo Sacerdote, ora Canonico e
Párroco dei Borghi, e poi, cresciuti di numero, alio
zelo d' alcuni pochi Gesuiti, perché sotto 1' immediata
sua direzione e sorveglianza ne ventilassero la vo-
cazione, ne preparassero la mente o a frecuentare
un Ginnasio superiormente approvato o la Teología
in Zara adempiendo prima alie prescrizioni di legge.
Per questo giá ne tiene due nel Seminario di Spa-
lato, che frequentano il pubblico Ginnasio, e que-
st' anno stesso, spoglió un Chierico che non mostrava
d' esser chiamato alio stato ecclesiastico. Or che vi
é qui a vedere contrario alie leggi scolastiche? Se
la legge scolastica del 14 maggio 1869 § 65 concede
ai genitori di educare i loro figli in casa propria,
vale a diré o fra le domestiche mura, o in quelle di
qualsiasi maestro, purché a suo tempo si presentino
agli esami, perché non potra fare lo stesso il Ve-
scovo coi Chierici che sono suoi veri figliuoli, e in
casa sua qual é il Seminario ? Perché i genitori non
potranno affidare i loro figli ai maestri designati dal
Vescovo con obbligo di presentarsi poi agli esami?
Non é questo, anziché opporsi alie leggi governati*
ve, un cercare ogni via per uniré insieme 1' osser-
vanza delle medesime e il soddisfacimento del gra-
vissimo obbligo naturale e divino che corre al Ve-
scovo di procacciarsi sacerdoti per soddisfare ai bi-
sogni spirituali dei popoli a loro affidati?
Si dirá che in Dalmazia vi sono molti Istituti
privati onde non v'ha bisogno si tenti nulla di so-
migliante in Ragusa? Ma il nostro corrispondente,
che sebbene posto sugli alti greppi di Osojnik per
iscrivere assennatamente alia „Presse" d' una Vienna
dev' esser informato delle cose, mi sa diré che gP 1-
stituti privati de'Religiosi non sono che pei loro al-
lievi, che quello di Zara diretto dai Gesuiti, oltre la
ristrettezza del lócale non é per ordine governativo
*) To je već prije bilo odredjeno. Drago nam g. Dopisni-
ce! da naša odredba odgovara Vašoj želji. Kad ste se od
od težke bolesti oporavili, sjećajte se naš češće. Ured.
N. 7. . i . . Zara, Yenerdi 25 Gennajo 1878. Ániió IX.
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatem facienles in charitate, erescamus in
ill« per omnia, qui est caput Chrietus.
fS\ Paul. Eph. IV. ÍÓ.
Esce il Lunedi ed il Venerdl. Kgo interim elamito ; Si quis Cathedrae Petri jnngitiu, meu» ««t
(S. flierottym. Epi*. XVI, ail fíatn.j
roborandis.
Vos ipsos, auxiliante Deo, in dies alacriter operam Vestram impensuros in tuenda ¡-alutari Eeclesise doctrina, animisque in Heligioiiis amore et in verte fldet professfftit
(Pió IX nel Breve, del SI Febbrajo 1872 aijli seriltori della Dalmazia Cattoliea.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la Monarchia Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. — L'associazione è obbligatoria per V intera annata. Chi non avrà dato disdetta alla fine di un1 annata, si riterrà associato anche per la seguente. — Le as-
sociazioni e grimporti di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano all' Amministrazione della Dalmazia Cattoliea in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Hedazione. I comunicati s1 inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarlj* pagina a"_tariífa assai inoderata. Un N.ro separato s. 8.1 manoscritti non si rfestituíscóno.
— —fr
i zato što nema tko da im osvojene zemlje
otme i Sultanu povratk
Uz toliko veoma Je znamenito što Rusi,
sudeć po zadnjim viestima, došav u Jedrenu
ne obustavile dalje ratovanje. Vidi se da ovaj
grad nije bio zadnji u njihovim namjeram, inače
oni, ostaviv posadu, ueli krenuli bili namah na-
pram Carigradu, da i Jnjemu bedeme ogleda-
ju. Jedrena opominje Air od g. 1829 kad je
Grčkoj priznata bila nezavisnost. Tim se tu-
mači čemu do Jedrene i dalje. Rusi ipak i nje
saveznici biti će uvjereni da ohola turska pred-
stojnica ima mnogo prbsaea te da o njoj za
sada bolje da ne bude ni sbora ni tvora. Ca-
rigrad nema po Rusiji| ni državnoga ni na-
rodnoga dali samo trgovačkoga zakonitoga
smisla; a gdje trgovački odnošaji stupaju na
polje Viktoriji na? && »¿Veće dnie* Čemu da-
kle novih neprijatelja? Bez Carigrada lašnje
će uzpjeti dogovori, laglje će se sklonuti Ot-
manska Porta na popustljivost. S turskim Ca-
rigradom moći će junačka Crna gora Nikši-
ćem i Zetom popuniti pouzani pas, Srbija viti
barjak na Nišu i posjesti djedovinu, Grčka
vladat u Tesaliji, Bugarska uživat neodvisnost
ili barem samoupravu. S ruskim Carigradom
predstolnica bi turska možda prije prešla u
Jedrenu nego u Brusu. Na Marici se može
utanačiti povoljan mir, a i u Carigradu se la-
ko zamiešati europejska krv.
Doba u koje ulazimo najužasnije je; došle
se osvajalo a nije se dielilo. Za prvfo malo
tko mari, za drugo mari svak. I drugi znakovi
novu mienu navieštuju. S Apokorone na Kandiji
ustačka iskra zapalila jurve ravnu Tesaliju.
Što će Kraljevina? Što će Evropa?
Veritas odium parit.
Una nuova prova di questa massima ce la dà
il Costituùonale nel suo numero della scorsa domeni-
ca. Stizziío perché osammo nel nostro num. 4 ricac-
ciargli in gola una maligna calunnia, smascherare
una vile insinuazione, rilevare un' insipiente temerità;
sdegnato perché si sentí colpire nel vivo dalla forza
della verità egli, che per il suo liberalismo si crede-
va invulnerabile al par di Achille, si lascia prendere
furiosamente dall' odio contro di noi. E P odio é una
passione che accieca terribilmente 1' intelletto, per cui
questo non ragiona, ma farnetica e delira. Ed ecco
perché nel suo articolo il Costituzionale moralizza e
calunnia, piange e s' adira, insolentisce e fa mostra
di essere commosso, accusa e giustifica, inneggia e
deprime secondo gli accessi da cui è preso. E un
fenomeno psicologico questo che noi non sappiamo
conciliare col raccoglimento che dovrebbe ispirare
un sentito dolore, colla calma che dovrebbe accom-
pagnare la partecipazione sincera ad un lutto. Potrà
anche questo essere una conquista del progresso, che
noi non intendiamo; ma appunto perciô, ed abbia la
bontà di compatirci giudicando noi le cose con vec-
chie idee, ci sembra il suo pianto sulla morte di
Vittorio Emanuele quasi una manovra di partito,
mentre ne vediamo interrotti i singhiozzi da in
sinuazioni tendenti ad esporre all' esecrazione altrui
persone, a cui l'annunzio della catástrofe avrà sug-
gerito, siamo certi, una prece per 1' anima del tra-
Zađar, 25 sječnja.
Jedan za drugim do 18 tek. omakoše
dvanaest mjeseca od kada je Porta odbacila
predloge Carigradske konferencije. Taman na
18 sječnja prošle godine Mithad paši nalo-
ženo bilo nek Čita turskim velikašim na okupu
što Europa zahtieva i opiše im crno stanje
turske carevine. Skupština, uzdajue se možda
u staru narodnu sreću, prezre složnu volju
Čitave Europe i opominjuć svoju nezavisnost
u riešenju domaćih posala, razidje se vičuć
„smrt al sramotu nikad". Ovaj odgovor ne-
milo se dojmio diplomata te netom u ime vi-
soke kapije Safket paša nakon dva dana javno
i svečano očitova što Turska misli, poklisari,
podpisav zapisnik, odoše.
Nastalo novo doba. Crna olujina izvijajue
se preko prostranih ravnina čak od Bieloga
do Crnoga mora nagomilavala se oko Pruta
prieteć grmljavinom topova, tučom tvrdih ta-
neta. osamljenoj ali ipak gordoj ratobornosti
sunčeva i mjesečeva brajana. Ponove se ipak
mirni pokušaji, kojim se nastojalo sklonuti
Sultana, uzalud; pukne rat, zatutnje topovi,
začme kreševo medju dva carstva, dva sto-
ljetna ljuta protiv-nika.
Poznato je kako je sreća naginjala iz
početka najprije Rusiji i kako joj se pak iz-
nevjerila Osman pašinom vještinom i krabrošćn
njegove vojske. Nu kad pade Plevna Rusi,
kršeć preostavše odpore, nastave slavodobitno
marš put Careva grada i eno ih jurve u
Drinopolju.
Hoće li Turci sada poprimiti ozbiljno
dogovaranje o miru ili primirju ili će se još
za koje doba obazirati na krvavu prošlost i
nastaviti strašni rat? Od Dunava do Balka-
na, od Balkana do Stambula krv zemlju poji,
hoće li Osmanlije popustiti ili će pogledav na
krvavo zemljište svrnut oko i na krvavi ba-
rjak svoj ?
Po svoj prilici ili u Carigradu il pod
Carigradom kane i ruska i turska vlada uta-
načiti mir. Još je jednom Drinopolje završilo
tursko-ruski rat, sa da može Carigrad.
Težko je pak i nagadjati koji će bit u-
vjeti. Nu o cjelokupnosti ovaj put nema bit
govora, viču jednoglasice svi ruski listovi, I
Bismark dodaje ruku. „Nordd. Allg. Zeitung"
a s njom mnoga druga njemačka glasila bistro
i Čisto to izpoviedaju. „Rusija neće pristati na
mir ako se ne ukinu sa svim harači, obstoje-
ćim se državicam ne poda Sto zemljišta i ne
ustroji se koja država nova. Ovo će Rusija
postići sve da bi imala nastupit na tudje in-
terese a i na najsvetije interese engleske."
Po tomu po sve je vjerovatno da će Rusi
predložiti turskim, odaslanicim „uti possidetis"
za se u Aziji i u Europi za Srbiju i Crnu
goru, za Rumunjsku pak barem nezavisnost.
Po današnjim načelima, oni na to imaju pravo
passato recitata senza ostentazione, a c^ltuiniare noi,
che primi in Dalmazia invocammo pubblicamente
dal ÍSignore 1' eterna pace all' anima del defunto. II
tripudio sulla tomba é un' immoralitk agii ocehi del
cattolico, e dicemmo giá a chir egli lascf^ queati
trionfi. < j¡'\
Bisogna avere 1' abitudine di sozze js scurriti in-
sinuazioni, di offese troppo oscene per aggravare noi,
malignare a carico nostro per avefe nomíttata la
contessa di Mirafiori, legittima moglfe' di W E., co-
me quella che a nostro avviso piü di^uore ávrebbe
pianto questa perdita, per lei irrepar^bile. Riman-
diamo il Cos ituzionale al nostro numero -del 30 ue-
cembre p. p. dove puré é nominata la cfotessa, e
veda se noi mancammo al dovuto rispetto verso la
vedova di V. E., e se nel nostro giornale vi aiaí om-
bra d' insinuazione quando rileva la (ñrcostanzar che
il defunto, da buon consorte, ai era recato.a visitar-
la ammalata in Pavia.
Del resto i fogli piü devoti all'Italia unita e
al suo primo re, raccontaño che at cápesele del mo-
rí mondó eran presentí dar ana párttí ifc principe Um-
berio e dall'altra il conté Mirafiori. Ha il Cortitusio-
nale, cosi tenero della pubblica morale, nemico acér-
rimo di ogni scurrilita (v. n.ri 41 e 42 del Cantitu-
zionale anno I), trovato in quest' ultimo nome, nome
del resto di uno che é figlio di V. E., come il re Umberto,
qualche insinuazione maligna, qualche offesa troppo
oscena? E perché vorrebbe egli trovare tutto questo
in quello della madre? Noi non siamo chiamati ad
insegnare al Costituzionale come si abbiano ad inten-
dere parola gik per sé ovvie e rese ancor piú chia-
re dal contesto. Se egli pero le vuole intender come
piú gli piace, lo faccia puré: „unusquisque abundat
in sensu suo".
Chiamati all' ordine dal Costituzionale, ecco co-
me noi prontamente vi ci mettiamo.
Politički pregled,
Kao da je naša unutrnja politika skop-
čana s vanjskim ratnim dogodjajima, što su
Rusi više se primicali Carigradu to veće je
bilo sporazumka izmedju miuistarstva našega
i ugarskoga. Dogovaranja o savezu izmedju
dvije polovine carstva kaže .„Fremdenblattu
završila su podpunim uzpjehom. Ministri su
se podpuno složili vrhu svih saveznih pitanja:
o pobiranja carine, o dugu od 80 milijuna, o
carinskom cieniku, o ugovoru s austro-ugarskim
Lloydom i o ostalim manje važnim stvarima.
Sve je dakle u redu obzirom na ministarstva;
nu to nije dosta; ministri bo predlažu ali ne
razlažu. Ako je ministrira pošlo za rukom do-
priet napokon do sporazumljenja, o Čem još
dvojimo, budući nevjerovatno da se do oče-
kivane sloge tako brzo došlo, nijesmo zato
još sigurni da će i Parlamentim. Laglje je doć
do sloge medju malo ih nego gdje ih je mnogo.
To priznaje i „Fremdenblatt'' te govori da
ipak nije radnja još gotova pače stanovište
malo ne koje i došle bilo (sic). Uzdati se je u raz-
boritost zastupnika koji će imati barem toliko
rodoljublja da izbave iz kritičnog stanja za-
stupane narode i povrate im red i stalnost
bez kojih nije napredka. Uz toliko je u pro-
šasti utorak imala začeti razprava o carin-
skom cieniku. Glas je da će bit svaki dan u
N. 8. Zara, Lunedí 28 Gfennajo 1878. Anno IX.
Cattolicá
KATOLIČKA DALMACIJA
Vtjriiateai facicntes in eharit&A, erescamu* in
iJlo per omnia, qui est caput Ohristus.
fS. Paul. Eph. IV. 15.
Esce il Lunedi ed il Venerdl. Ego interim clamito : Si quis Cathedrae Petri jungitur, nicub est.
(8. Hieronym. Epis. XVI. nd fínm.J
Vos ipsos. auxiliante Deo, in dio» alacriter «peram Vesrram ímpensuvos i» tuenda «alutari Ecclesire doctrina, «nimisque in Religionís amore et in ver« fldei prcfessione
1-oborandis, (¡>¡„ ¡\ He( tírece del 21 FeMrajo ÍS72 agli seriitori della Dalmazia Oattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un auno anticipatamente flor. 6. — Per la Monarchia Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. — 1/associazione è obblig-atoria per i' intera annata. Chi non avrà dato (iisdetta alla íine di un' annata, si riterrà associato anche per la seguente. Le as-
sociazioni e gl'importi di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano iúY Amministraüone della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affraneate alia
Kedazione. i comunicati s' inseríscono al prezzo di s. 10 la linea, luserzioni iri quarla pagina a laritfa assai modérala. Un N.ro separato s. 8. 1 manoscritti non si restituiscono
La dimissione del nostro ministero.
Dopo tre anni di trattative 1' accordo eco-
nomico-finanziario delle due parti della nostra
monarchia è tuttora un voto e nulla più.
Quando poehi giorni addietro i ministeri
nelle loro continue conferenze ebbero appia-
nate le difficolta che impedí vano la cointelli-
genza dei due governi, si riteneva prossiraa
la soluzione di tutte le questioni relative al
compromesso. Ma si speró in vano. Chè le fra-
zioni parlamentan si mostrarono concordi nel
combatiere il progetto del governo, massima-
mente in quanto si riferisce alia tariffa dazia-
ria, e specialmente poi la parte relativa ai
dazî finanziarî. La lotta ingiganti va sempre
più ed í ministeri, per iscongiurare il perícolo
e superare con felice esito la crisi, che da si
lungo tempo ne affaticava le menti e ne as-
sorbiva quasi tutta 1' attività, riputarono di fare
dell' accettazione intiera delle proposte gover-
native una question« di Gabinetto. Percio i
rispettivi presidenti espressero la loro ferma
decisione di sostenere il presentato progetto.
Senonchè i caporioni dei clubs probabilmeute
bramosi di afferrare un portafoglio preferirono
la dimissione del ministero ; e la dimissione fu
anche ratificata dall" Imperatore.
Siamo dunque da capo. Vedemmo volgere
al 8Uo fine 1'anno 1877 coronato d'insuccessi
ed'una selva di provvisori ; e l'anno che corre
non ci si mostra sin ora niente più amico. Le
popolazioni sono condannate ad assistere ancora
alla comparsa di avvenímenti nuovi si ma che
non si succedono per riporre su basi più solide
il traffico che pur arena, bensï sembrano de-
stinad a scuotere il prestigio della monarchia
nelle attuali condizioni che per sè tanto gravi
riflettono poi luce assai sinistra se si pensi
alla crisi acuta che subisce la questione orientale.
Se non che conviene consolarsi pensando
che attraversiamo V êra delle dimissioni. Grià
in Italia e nella Francia i ministeri sono per
età bamboli, e mentre è redivivo il ministero
Komunduros ed in rimpasto quello di Berlino,
anche i freddi calcolatori inglesi trovano per
somma la dimissione. Perianto se i nostri vo-
gliono rendere completo il quadro di battere
anche in ritirata, pazienza, purchè ci rispar-
miassero successori a la Crispi o Wadington.
Il giornalismo già va indagando i nomi
degli onorevoli che avrebbero da raccogliere
1' eredità di chi fa bagaglio e se ne va. S'o- j
dono declinare per ora il Herbst, il Dumba f
ed il Suess. II sospetto che il capitano della
sinistra parlamentare possa formar parte del j
futuro Gabinetto si vuolc da taluni per fon- j
dato, mentre sarebbe stato appunto il D.r ¡
Herbst, che s' abboccô più fíate di questi giorni ;
col ministro degli esteri e fu anche in udienza ;
dalP Imperatore. Non sappiamo quanta fede
meritino queste voci, è certo peró che la posi- i
zione pu5 venir di leggieri modificata in peg- ¡
! gio. Ma vogliamo augurarci del bene almeno j ratne priprave. Ne može se doć vrha englez-
nel senso della soluzione delle pendenti que- kim namjeran), kao ne ni uvjetim mira što Ru-
| stioni economiche e finanziarie. Sarebbe pur | sija Turskoj predlaže. Nu za .malo i jedne i
j tempo che dopo tante corse si raggiungesse j druge tajne. f
| finalmente quel beato paese che h i) terreno I Grčka misli što prije zaigrati krvno
| com u ne delle trattative. Ci6 si otterrebbe forse j kolo. Sada kada joj ustaše krče put rieč je da
ja p rez zo di minori fatiche se si volesse andar ! ce kraljeva vojska do malo i ona preko gra-
persuasi che anche i tiori ed i frut.ti del dua- i nice. Da se politika u Ateni promienila naj-
lismo ponno essere graditi alia vista ed a que- j bolji je dokaz novo ministarstvo u kojem je
sta soltanto. j i ratoborni Komunduros. On je jurve razvio
^oslv?**- j gvoj program pred zastupnicim očitujuć da
treba spasiti braću oružjem u ruci; Kad se
kraljevina zarati tada će se svim pravom moć
reći da je istok planuo vas
Politički pregled,
Potonje viesti potvrdjuju da su se ministar-
stva sporazumjela bila u mnogo Čemu; nu to
Mije nimalo koristilo ^ rješenje postojećih na- j
godbenih pitanja. Zastupstvo nije htielo pristati
na vladine predloge. Ministri, koji su to pred-
vidjali. da svladaju sabore, rekoše da će od-
stupiti od svoga mjesta ako zakonoše ne odo-
bre pogodbu, nu uzalud ; cisleitanski zastupnici
ne popustiše te ministri vjerni zadanoj rieči i
parlamentarnim običajitn dadoše ostavku. To
Dal teatro della guerra.
Dopo 1' ultima sconfitta toccata a Suleiman
pasciá nei monti di Despotodag, 1' esercito turco
venne talmente scompaginato, che fu reso inabile di
opporre ai Russi una seria resistenza. Percid non
abbiamo notizie di nuovi scontri, perché i Turchi
da ogni parte si ritirano, e per ora si concentrano
a (Jhataldsche solé 7 miglia distante dalla capitale. C..IL ,1: /'•„„^ i: • i • se je službeno javilo saboru na 24 tek. a na Sulle ^ura di Costantinopoli si lavora giorno e notte, . m*» flittn aaro irrnhlû i Pnocn an l» nv^v. 26 predsjednik ministarstva obaviesti zastup-
nike da je Car primio ostavku i naredio pa-
rna tutto sarà inutile, perché i Russi se hanno deciso
d'entrarvi, e se le altre potenze non intimano loro
una recisa proibizione, vi entreranno di certo, per
lomu ministarstvu nek nastavi svoj rad do no- ! segnare sul Bosforo il trattato di pace. Dalle ultime
voga kabineta. I ugarsko ministarstvo na oma- ! notizie della Hums da Costantinopoli, la Turchia
ku. Predsjednik Tisza očitovao kao i drugovi avrebbe gia aderito ai preliminari di pace, i quali
u Beču da će odstupiti ako sabor ne prihvati i ?novfn ^'T' ^ fi 8UOi
... ,, 1 j, T. ^ , ! m Anurianopoli ai 2b corr. ISiulla pero si sa di po-
sve vladine nagodbene predloge. Kako pak | sitivo suna pace. e le condizioni sono ancora del
misle zastupnici vidi se kao na dlanu u pred- j tutto ignote. Queste, almeno indirettamente, dovreb
logu Alberta Appony-a gdje on ovako zavr- | bero anche riguardare I'Inghilterra, la quale nasco
šuje: Sabor je spra van riešiti prijateljskim na-
činom sadašnja ekonomička pitanja, ali uz
uvjet da se osiguraju carinski ekonomički in-
teresi Ugarskoj. Budući pak da predstavljeni
predloži toga ne pružaju, sabor ne može sklo-
piti savez, nu spravan je ustanoviti privremeno
(opet privremeno) takove zakonske osnove koje
će, ne uklonivši sadašnji sustav, pripravit zem-
ljište novoj nagodbi, što će bolje užčuvati do-
brobit monarkiji i zemlji. Neka, sve bi to tužni
narodi pregorjeli kad bi bilo nade da će mla-
dim ministarstvom započeti bolje doba; ali taje
nada slaba.
Uz toliko u nas ako ikad rek bi da se
sada ni ne misli na istočne stvari. Visoki kru-
govi muče mukom, istina je da ih nitko ni-
šta i ne pita, nu bojati se je da se u naše u-
notrnje posle ne bude upleo koji Bismark da
neredom i uaslogom usiluje carstvo na skrajnu
neutralnost dok se bez Austrije ne pogode dva
vojšteća cara. Nu ovaj krat ako ne bdiju mi-
nistri žive pravo i bdiju narodi, te spletke se
mogu primit našega zemljišta, ali uzdamo se
da uzpjeti neće.
Engleska kao da se primiče novoj istoč-
noj politici. Dva ministra, naime ministar za
kolonije i ministar Derby, da su jurve odstu
stamente ha avuta molta parte in questa lotta,
benchè mentre da una parte ha indispettito il gabi-
netto di Pietroburgo, ÍT altra non ha giovato alia
Porta, almeno quanto questa sperava. Si dice anzi,
che il gabinetto del Sultano abbia risposto recisa-
mente all' ambasciatore inglese Layard, quando questi
chiedeva il permesso che la flotta inglese entrasse
nei Dardanelli ed occupasse Gallipoli, di non aver
ora bisogno dell' ajuto inglese. Se questa discrepanza
fra la Porta e 1' Inghilterra realmente esiste, la
Russia si servirá di ogni circostanza per accrescerla,
e non sarebbe troppo ardita la supposizione che in
avvenire la Turchia possa venir protetta più che
dall' Inghilterra dalla liussia. In questo riguardo,
giorni addietro, circolava una notizia, secondo la
quale una delle condizioni principali della pace, sa-
rebbe il protettorato russo sulla Turchia.
Secondo 1' Agence russe il gabinetto dello Car
avrebbe dichiar'ato, che non occuperebbe Gallipoli,
eccetto nel caso, che i Turchi da questo punto mi-
nacciassero di attaccare al fianco 1' esercito ruaso di-
retto verso Costantinopoli.
I Russi s' impossessarono dopo un accanito
coinbattimento il 22 corr. di 20,000 carri carichi di
proviande per 1' esercito turco.
1 Rumeni continuano da Kalafat e bombardare
Viddino, tenendola bloccata da tutte le parti. I Serbi
non prendono in ció alcuna parte, pare quindi che i
Rumeni soli agognino al possesso di questa impor-
tante piazza.
I Montenegrini continuano le loro operazioni
contro Scutari ; ai 24 m. c. s' impadronirono del
forte suir isola Grmogur, ove trovarono 4 cannoni e pila. Uz to druge viesti donose da britanska j moite vettovaglie.
vlada hoće da zaimlje koji milijun šterlina za j Komunduros, presidente del nuovo gabinetto
N. 10. Zara, Venerdi 8 Febbrajo 1878. Anuo IX.
attoicí*
KATOLIČKA DALMACIJA
VurUatem facientes iw charitate, crescamus in
¡lio per omnia, qui est caput Christus.
fS. Paul. Eph. IV. 15.
Esce il Lunedi ed il Venerdi.
«r^Êi^^p
Ego interim elamito:
Si quis Cathedrae Petri jiuigitur, meus est.
(S. Hieronym. Epis. XVI. ad Dam.)
Vos ipsos. auxiliante Deo, in dics alaoritcr operam Vestram impensuros in tuenda salutari Ecclesiae doctrina, animisque in Religionis atnore et in verse fidci professione
i-oborandis, (p¡0 IX nel Breve del Sí Febbrajo 1872 agli scriltori delta Dalmazia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la Monarchia Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. — L'associazione è obbligatoria per F intera annata. Chi non avrà datd disdetta alla line di un'annata, si riterrà associato anche per la seguentp. — Le as-
sociazioni e gTimporti di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano alT Amminütrazione della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazione. I comunicad s" inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a tariffa assai moderata. Un N.ro separato s. 8. I manoscritti non si restituiscono.
,. .i.
Bonura certamen certavi, cursum consummavi
(Sv. Pav.)
Zaspao je u Gospođu NAŠ OTAC PIO IX.
Bog nam (JA je bio dao, Bog nam (JA Je uzeo-
Dok bude svieta, živjet ee |ffj blažem uspomena*
Preko trideset i jednu godinu Tldfijivi glafat* ravnao je Crkvom Isu-
sovom. Nije spavao, koji je čuvao Izraila.
Vanredno dugo vrieme upotrebi da pokaže koliko VieE°aU slESJS'il zna
trpjeti rad imena Isusova. Nepađe u varke, znade razpoznati himbe, sili se ne-
pokloni. Istini je služio, pravicu je gojio;, sjatjBlSI IllĆ u tmini, liepolio-
lebi¥i Stlip u smetnji. Biesni valovi nisu nepomičnu liticu neg prali. Sretni
(JA dani neuzoholiše, crni dani neslomiše. Umre prije neg Rieč zapovjedi: pre-
stanite vjetri, umiri se more. Umre namjestnik Nazarenov, nasljednik Petrov, i
ON exaltatus na Vatikanskom brežuljku.
Posilus in sigmim NJEGOVO Je ™e dielilo sviet na dvoje: u poslušnu djecu
i ncublažljive neprijatelje. Non est discipulus supra magisirum.
Po Isusovu nalogu: conftrma fra tres. Crkvu je štitio u nauku, braću je krepio
u vjeri.
Slirbail Otac na koga nije mislio? Skrbio se za Ameriku kao za Eu-
ropu, brinuo se za Engleze i za Dalmatince, opominjao je vladare i vladane
omnia omnibus faclus. Nitko nije točnije vršio zapoviedi: Docete omnes gentes.
Bio je Serviis servoruvn »ei*
Dok je ON s nami bio, čuvao nas je, Nebeski Otče! u tvoje ime; daj
vienac slave, rajski pokoj!