divisa di una delle più antiche famiglie : instiuit.
rexit . luget. Se i ragusei d' oggidi si prendessero
ad impresa: nil desperandum, senza dubbio in
pochi anni sarebbe a vedersi un mutamento in meglio.
INVESTI GAIIONE
sull' esistenza dell' iodio nelle piante marine
lungo le coste della Dalmazia.
Parlando di alcuni prodotli chimici, che da qual-
che anno presero un posto di non tenue importan-
za nella medicina e nella tecnología, quali sarebbe-
ro, il cromato di potassa, 1'iodio, o ioduro di potas-
sa , il sale ammoniaco, i sali di barite , il sale di
acetosella ed altri, un corrispondente Viennese del
giornale del Lloyd austríaco scriveva nel numeró' 51
di quel foglio presso a poco quanto feiegue :
?» Sonvi molti sali ,che s' impiegano nella medi-
« ciña e nelle arti, e che noi ritraiamo esclusiva-
» mente dall' Inghilterra, come se la fabricazione
» loro non fosse possibile nei nostri paesi. Tale pe-
« ró non si è il caso nostro. « E dopo d'aver parlato
come e dove nell' impero austriaco si guadagnino
alcuni di questi sali, continua:
» Per ricavare 1' iodio e 1* ioduro di potassa ci
« manca la materia prima , e che è fornita dalle varie
« piante marine della Scozia e della Normandia. Non
» avvi dubio, dice , che alie coste della Dalmazia si
« trovino piante, che ne darebbono, avendo noi spes-
» se fíate ricevuto da colà alghe, che contenevano del-
« l'iodio. Un premio messo in concorrenza per la pro-
» duzione di questo oggetto, potrebbe forse indurre
« ed animare più di uno a cercare tali piante per ri-
» trarne 1' iodio e 1' ioduro di potassa. L' introduzione
« di quest' articolo è caricata da dazii gravissimi. Dot-
s' tor Noè, addetto presentemente al museo del Sul-
« taño a Costantinopoli, e che per varii anni soggior-
» nava in Dalmazia, facendo escursioni botaniche e
« nella provincia, e nel Montenegro , sarebbe forse
« alia meglio in grado di offrire un ragguaglio sulle
n piante, che contengono dell'iodio ecc. «
Queste parole stuzzicarono le curiosità, e $>1-
1' intenzione di vedere, che cosa di buono se ne po-
tesse conseguiré, furono pregati i medici, i farma-
cisti, e qualche naturalista, dimoranti iu Dalmazia,
a voler porgere dilucidazioni sull' argomento.
Desideravasi in principalità, che ognuno riferis-
se quanto era a sua conoscenza, e circa le piante
marine, e circa il loro contenuto di iodio per poter
afferrare la cosa con principii basati sopra dati certi:
tutti convetinero trovarsi più o meno abondanti sui
varii lidi piante marine, pero ad uno solo, riusci di
fare un saggio, e di parlare con precisione sull'ar-
gomento.
Che cosa è quest' iodio, domanderà più di li-
no ?
E una sostanza scoperta ancora nel i8ít, che
con processi chimici si ricava dalle ceneri delle piante
marine, e serve nella medicina contro il gozzo e le
malattie scrofolose, puro o sotto varie forme; in chi-
mica come reagente, nelle arti per tingere in blù ,
e nella dagherotipia per preparare le lamine che de-
vono rícevere le impression! degli oggetti riflettuti nel-
la camera oscura.
I ragguagli che più o meno circostanziati si eb-
bero dai varii punti della provincia accordano nella
massima, trovarsi nelle nostre piante marittime del-
r iodio, e supporsi più abondante nelle piante, che
crescono in mare, che in quelle ai lidi: di quelle no-
verarsi assai maggior numero che di quest' ultime.
Pero non essere le sole piante, ma potervisi ag-
giungere molti animali marini, che vivono in pros-
simitá delle coste, quantunque essi non per anco,
come sembra , siano stati sottoposti ad una analisi.
Alcune abondano assai in alcuni punti, altrove
scarseggiano forse per la natura de' lidi.
Alie coste dell' adriatico in generale trovansi per
quanto al contenuto dell'iodio i fuchi, e di questi
le cistoseire, i sargassi, quindi, le conferve , le co-
ralline, ecc. In particolare sui lidi del circolo di Zara
ne somministrano i fondi sabbionicci ed argillosi, spe-
cialmente poi a Nona, Pago, Novaglia, Arbe, Pa-
costiane, Sebenico. A Nona in un punto abonda-
no le salicornie. A Traù all' occasione delle procel-
le vengono gettate alla riva delle Castella masse
considerevoli di piante marine, tra queste fuchi, ulve,
sargassi, e zoslere.
Ai lidi di Macarsca scarseggiano tali piante. Non
tanto qua e là alla Brazza. Nell'isola di Lesina
grande è la quantità di alghe, che i pescatori traen-
do le reti estraggono dal mare. Alie coste dell' isola
trovansi criptogame: fucus vesiculosus, abondantissi-
mo; la corallina, il ceramium, lo sphœrococcus, o
gracilaria dei moderni, abondante ma in poche lo-
calità, la sertularia riconosciuta per un polipajo, l'hel-
mintochorton officinale, rarissimo, le diverse spe-
cie dei generi corallina con tutti gli altri cosi det-
ti polipai calciferi, che si trovano in abondanza quasi
prodigiosa, le diverse specie di spugne marine.
A Lissa bavvi il fucus vesiculosus.
Lungo le spiagge del circolo di Ragusa cresco-
no varie di tali piante ; da cui si potrebbe estrarre
l'iodio. La quantità proporzionale dell'iodio che tro-
vasi alio stato di ioduro di sodio nella cenere delle
piante suddette eguaglia a quella delle migliori ceneri
del commercio. Per altro la quantità del vegetabile
è troppo tenue. Le stesso dicasi del rimanente del-
la costa sino all' Albania turca. {Siegue la fine)
BS^ n ig-
ECO DE' GIORNALI.
— (Una talpa trova il tesoro). In un luogo del-
la Prussia renana si trovo un tesoro in modo singo-
lare. Un ragazzo campagnuolo sedendo presso alla
lo sanno. E per non ridire e queste ed altre simili cose, fatta buona la scusa:non poter progredire e svilupparsi Y agricoltura per la scarsezza delle braccia, si domanda, se vi sia mezzo di trarre qualche uti-lità dalla grande superficie di terreno incolto, subi-to che non si puó ne seminare, nè arare quanto si dovrebbe ? Se dalla sola agricoltura si dovessero ricavare gli oggetti di alimento, ed il terreno non si prestas-se ad altro, direbbesi a ragione che la condizione della nostra Dalmazia è deplorabile anzi che no. Ma troverassi nell'impero austríaco dopo il litorale véne-to, rillirico ed ungaríco una provincia cosi favore-volmente situata come la nostra, la quale offre mez-zi tanto variati ad un esteso esercizio delle 3 arti primitive: agricoltura, pastorizia e pescagione? Que-sti vantaggi, di cui la Dalmazia puo andar superba, dovrebbero naturalmente aprir la via al maggior suo benessere , qualora non si lasciasse intentato nissun mezzo a prevalersi di quel che spontaneamente ci si offre. Della pescagione,, che pur introduce in Dal-mazia belle somme di danaro, non parleremo per ora, nè porremo mente aile tante sue vicende per stagio-ni, temperatura ; per convincersi della fluttuazione del prodotto, basta gettare uno sguardo sulle quan-tità rappresentanti la preda degli anni trascorsi. Ri-mane dunque che c' intrattenghiamo della pastorizia nostra, e v»ediamo che cosa se ne possa fare a ripie-go della immiserita agricoltura.
Qúella pastorizia, che appo di noi è più gene-ralmente diffusa é la pastorizia nomade , che ricor-da i tempi primitivi deírinfanzia dei popoli, che tro-vavano nella medesima con che alimenlarsi e vestir-si. Speriamo, che i tempi si cangeranno, e che ben presto si farà un passo innanzi, dei popoli nomadi, e che il nostro campagnuolo considérera e riconoscerà 1'allevamento del bestiame domestico quai sorgente ricca di guadagno a canto deir agricoltura medesi-ma, chè, Tuna e Taltra servonsi di potente vicen-devole ajuto e sostegno. Diamoci ogni premura ad abbandonare tale pa-storizia errante, doppiamente nociva all' agricoltura. Poco utile si ricava dal. bestiame male pasciuto an-zi dimagrato ; nulla frutta il concime, che va disper-so. Ma chi a casa sua alimenta il bestiame, cornu-to specialmente, ed ha con che nutrirlo, s'avvede ben presto su quanto danaro potrà calcolare alla fi-ne dell'anno. I pascoli comunali sono di pregiudizio alFagricoltura, e dicano i contadini quanto vogliano in contrario, vi si guadagna pochissimo. Il bestiame lanuto, sappiamo, abbisogna che anche d'invernó si lasci fuori all' aperto per qualche ora del giorno: il bestiame cornuto non puo rima-ner sempre chiuso nelle stalle. Ma quando occorresse di tenervelo, come si fa se manca 1'alimento?
f metodi che altrove si usano per educare il bestiame domestico per le viste di economía e pel commercio, non sono, è vero, in tutto applicabili
da noi per le particolári nostre circostanze del cli-ma, del siiolo, delle abitazioni rustiche, delle stalle. Aile isole ed alie coste ; dobbiamo di preferen-za lasciare il bestiame minuto, vista la difficoltà di raccogliere foraggi per 1? allevamento del bestiame cornuto. Quivi il compartimento dei terreni in pic-cole particelle è più considerevole, che entro la ter-ra ferma ; un sistema di coltura dei prati e incom-patible colla quantità del terreno; ci occorre quin-di di relegare i foraggi e l'allevamento del bestiame cornuto a qualche miglio distante dal mare verso la terra ferma. 11 latte, la lana , ed il cacio danno a suo tempo prodotti di commercio di non insigni-ficante guadagno. Che alcune lane e formaggi sieno rinomati, lo sanno tutti, ma il vantaggio è circo-scritto. Dove troviamo noi in Dalmazia sufficienza del bestiame da macello? Se la contermine Turchia non ce lo fornisse, saremmo a cattivo partito. Nel I845 furono introdotti in Dalmazia buoi 5, dei qualicalcolato il prezzo a fni. 40, risul-ta una somma tributaria all'estero di fni. 200,960; vacche e sorannelli a fni. 20 , pezzi 2,127 Per foi. 42,540.; vitelli sotto un anno a fni. 7 pezzi 77 per fni. 53g.; pecore, montoni, câpre, castrati a fni. 3 pezzi fni. 72,222.; agnelli e capretti a fni, 1 172', pezzi 1,487 per fni. 2,238. somma fni. 318,499« Sottratta Tesportazione peí valore di fni. 3, 114 rima-ne la passivité per la Dalmazia in quant o alla di-pendenza dall'esterno pel suo bestiame di fni. 315,585. E se questa somma restasse a casa? Se la quan-tità del bestiame si migliorasse in modo da procac-ciarle prezzo maggiore? Raccomandiarno adesso, e non cesseremo di far-lo in avvenire, che in quelle parti della Dalmazia, dove il terreno si presta cómodamente , si coltivino i prati , e con essi non si dimentichi 1* allevamento del bestiame. Quanto diremo nelle poche righe che sieguono, non sarà nulla di nuovo, nissuna nuova scoperta, francese, inglese od americana ; ricorde-remo solamente cose, che da altri sono state dette, e quand' anche il lettore a questo punto volesse met-iere da parte il foglio, lo faccia in nome di Dio, cio non pertanto speriamo che* approverà le nostre xione intenzioni , sia che queste linee le consideri pla-gio, o piratería, o quef che vogiia. (sarà contint)
• ME OGGETTI DI MOLTO INTERESSE DURANTE
il TOEiiu.
S'ávvicina la stagione della vendemmia, in cui spontaneamente ci si offrono due argomenti da spen-derne poche parole in questo giornale. Il primo si è la maniera di dividere il prodotto della vendemmia fra il padrone ed i coloni. Il secondo è la vendita dell' uva in cittá, che fan no i contadini, quasi il prodotto fosse, tutto loro, ed a nissuno dovessero dar ¿onto pell' uva spiccata. us*
rubato e dïssipato : le grandi bibliofceche dei gesuiti
e dei donienicani 2) vendute e disperse ; i fondi per
ottimi stabilimenti d'ogni genere dai privati ammi-
nistratori considerati in loro proprietà, e come tali
maneggiati. Non è a noi d* accusare personalmente
il maresciallo Marmontj il suo carattere lascio in
Ragusa favorevoli impression!, ma fu appunto l'in-
vasione francese che reco le tristi consegùenze. Ad
onta di cio trovansi qua e là rifusi considerevoli
frammenti di queste antiche dotazioni. II vescovo
presente toise dai monopolio de' privati tali fondi 3) ,
e raduno un capitale per la fondazione di un' isti-
tuto filosofico sul qua le v' è molto a sper are. 01-
treció possiedono 4) i Ragtisei sul monte di pietà in
Roma circa 28,000 scudi, sull'impiego de'quali pre-
sentemente verrà con efficacia negoziato coi Papa,
che, per la favorevolissîma opinione nel popolo, spe-
rasi in breve realizzarli. Quel giorno in cui visitai
tale collegio ancora riel suo primordio, fu per me
de'più interessanti quivi passati. Oltre le ordinario
sale di scuola ed un gabinetto físico, havvi pure
una biblioteca, ricca per sole private oblazioni di
ben 5,ooo volumi. Ornamento di questo scolastico
stabilimento e D. Marco Calogerà professore di fv-
losofia, 5) il quale a molta coltura accoppia altresi
dote non meno necessaria ad un istitutore, una pra-
tica conoscenza del mondo, della quale egli va de-
bitore più ad una felice facoltà intuitiva, che a
lurghi viaggi o ad occupazioni di importa nti inte-
ressi materiali. Possano le nobili fatiche del vescovo
di Ragusa venir coronate da un degno fine!
LETTERA IV.
DALLA NARENTA.
A mezzo marzo. — Il piróscafo fu di sorarao
vantaggio per la Dalmazia, ma ben poco servi ad
estendere le nostre conoscenze nelf interno del pae-
se. Sono rari i viaggiatori che s'inducono a sacrificare
la visita di alcune più grandi città del litorale, che
hanno il comodo di un ben addobbato stanzino, di
una tavola ben ammanita, di libri, di societá; ai
disagi di un viaggio terrestre lungo il confine turco,
dove e le strade e le osterie sono a un dipresso
quelle delle provincie sariliate in Ungheria. Tale è
il motivo che la costa dalmatica da Ragusa a Spa-
2) Era considerevole anche la biblioteca dei benedettini,
<mrutta nell'irruzione dei montenegrini e russi nell'anno 4806.
3) I cnpitali, di cui qui si parla, non sembra che sieno
in mano, ed in monopolio de privati, sibbene amministra-
ufíicii i¡. rr. ¡ qu¿Wi dove vano fin ad un quattrino rispon-
dere^el capitale e degl' interessi.
^Cioè propriamentc varii istituti pii di Ragusa.
®,I1 sig. P..,.n non avrà forse conosciuto più da vicl-
g'Mtri professori di quel nuovo istituto, od almeno non
lorse: tajo quanto il professore Calogerà. Senza imminuire il
mentó Mividuale del Iodato professore sembrad, che qualcun
a ro arn^a „y^^e nierjtat0 breve menzione in un foglio .
CLLC COFLLP* A M • VJ -7 d 1 mn a A"gemeine: Zeitung si dirama per tutte le parti
lato è quasi del tutto ignota ai turisti moderni ;
quatitunque la vallata di JNarenta sia senza dubio
quella parte della costa ove natura profuse le sue
ricchezze campestri con un ri^oglio, da superare
perstao le pianure pugliesi che le stanno di fronte,
e dà paragonarsi airubertositâ de'migliori tratti sulPo.
La Narenta fra i fiumi che da Trieste fino
alla Grecia sboccano nelle parti orientali dell'Adriá-
tico', è il più notevole. Confrontata la sua larghez-
za con quella degli altri fiumi europei è insignifi-
cante, ma riassumendo le aque dell' Erzegovina
nella stagione piovosa, trae seco le pingui terre ve-
getali su quelle feiici pianure che all' época dei ro-
mani formavano di questa parte della Dalmazia il
granaio per tutto il litorale , di cui Narona, la ca-
pitale , non la cedeva in opulenza ed importanza
che alia sola Salona , capitale della provincia. Ora
pensando che la Dalmazia non produce più di gra-
no che quanto abbisognan in tre mesi i suoi abi-
tanti, è da credersi che questo distretto anche og-
gidi sia il più coltivato ; ma ti disinganna subito
Y affacciarsi. Prima di sporre intanto le mié notizie
economico-statistiche, mi studieró di tracciare un
quadro paesistico della vallata di Jaretita.
Lungo tratto distante e sotto di Mostar, capi-
tale dell' Erzegovina, la valle angusta è chiusa da
montagne ; ma s' allarga poi al confine austríaco
formando una vasta pianura, che da ogni lato esten-
dendosi diviene incircoscritta ; solo al sud soprastan-
110 le montagne di quel piccolo tratto, che i Ragu-
sei cedettero alia Porta per non essere limitrofi col-
la república veneta. All est dove il fiume abban-
dona i monti sul colle estremo sorge Y ultimo vil-
laggio austríaco, Metkovich, presso la gola che forma
il confine dei due regni , ed aile cui estremità stan-
no le barriere ove i turbantati sudditi del Sultano
due volte per settimana vengono a barattare i pro-
dotti di Narenta col sale e con altri generi di smer-
cio austriaci. Il più lontano punto ad ovest quanto
1' occhio puo trarre, è una piccola lista di limpido
ed azzurro mare, su cui la penisola di Sabion-
cello, coperta di fitta boscaglia. "Non v'è foce per
cui il fiume sbocchi nel mare, ma formando un
piccolo Delta, nel sito ove dipartesi in due braccia,
pari al Butan - el - Bukar del gran Delta del Nilo,
giace Fort' Opus : da qui io scrivo. La posizione di
questo punto del Delta accessibile dalla parte del
mare, ma disgiunta dai continente per i due brac-
ci del fiume, porse occasione ai veneziani di costrui-
re nell'anno i685 il forte, a fine di proteggere quel
territorio dalle naturali barriere turchesche poste rim-
petto negli inaccessibili monti dell' Erzegovina : per-
ció nella seconda guerra di Morea, allorchè Citluk
ed al tre conquiste de' veneziani caddero in potere
de' turchi, Fort'Opus mercè la sua isolata posizio-
ne rimase in mano dei cristiani.
Impossible è sconoscere i forti servigi che la
república veneta presto al cristianesimo nel difficile
-c 301 )-
Vedendo efèe i generali risultati dell'attuale massi-
ma del benéssere délia massa popolana non scema-
no, anzí sóno maggiori di quelli che oppongono in
proposito gli altri paesi, e coritenti del fatto, non
adopraùsi menomamente additare i possibili miglio-
ramentipur agevoli a conseguirsi senza scapito dei red-
diti dello stato, e senza affrontare i pericoli che ad-
duce seco il subito rovescio d'un sistema politico.
Benchè da varii mesi in Dalmazia, pure indu-
giai di sporre le mie opinioni su questo paese, a-
spettaodo piuttosto che la esperienza mi si maturi
col consorzio delle varie classi degli abitanti. E giac-
ché il modo, con cui 1'Austria governa i suoi sud-
diti Slavi, fassi appunto tema'frequente ai discorsi,
mi fo a descrivere in generale ed in succinto le
raccolte convinzioni: perché devesi giudicare lo spi-
rito della tendenza del regime d'uno stato non nel-
la capitale del regno, ma nelle singóle provincie ,
non durante il flusso e riflusso delle interne som-
mosse, bensi nello stato normale della pace. Tutte
le relazioni che sul governo austríaco si leggono
tanto nei paesi dell' ovest d' Europa, come nel nord
della Germania di chi sforzasi di dipingerlo malvagio,
tirannico , ed ingiusto, non solo sono false e caluti-
niose , ma si scostano da ogni barlume di vero. Per
quanto mi fu dato vedere in Dalmazia, sono costret-
to credere che T austríaco è uno de' piu giusti e co-
scienziosi governi d' Europa , perché sorreggendo
gl'interessi d'ogni classe, é convinto, che il con-
tento publico forma il carcline più fermo d' una mo-
narchia. II suo gran difetto non dipende da un* in-
giusto ed arbitrario procedere, ma da quelle lentez-
ze e formalità diramate , nelle quali appunto ripon-
gonsi le garanzie contro il procedere precipitato,
passiouato, ingiusto, ed arbitrario delle soggette au-
torità. È ben vero che a Parigi ed a Londra vi fa-
rebbe duopo di molto coraggio rhorale per sostene-
re quest'opinione , eppure in nulla pregiudica la
pretta verità asserire che : il gran fallo dell' Austria
deriva dai troppi argini opposti alie arbitrarietà del-
r amministrazione. Chi attentamente esamina questo
governo|, lo vedrà assai più democrático e meno oli-
garchico, che non sembrí a primo aspetto. La mas-
sima parte di popolazione componesi di paesani ;
gli aristocrati ed i forti possidenti non ponno pre-
valersi della loro sociale superiorità a fine di segui-
re, cozzaudo col paesano, le proprie inclinazioni ;
come avviene in diversi stati più liberali. Avendo il
contadino la protezione del pretore, sparisce Io svan-
tnggio', che va unito ad ogni bassa condizione verso
il ricco proprietario nella scala sociale. Solo devesi
cercare il gran secreto del potere straordinario ap-
po il governo austríaco nell'imparzialità di giudicare
Ie liti insorgenti fra queste due classi; e qui anco-
ra, da quel che vidi in Dalmazia , mi rende per-
suado, che le autorità adempion coscienziosamente
questo potere. Qui non trovasi, come in più liberi
stati, una legge pel ricco ed un'altra pel povero ,
solo é da consigliarsi di semplificare le formalità
della procedura acceleraqdo le sentenze giudiciarie.
(siegue.
GALLERIA DALMATA
GIOVANNI BUJOVICH.
( Continuazione.)
Questa prima lettera, come dice T autor della
prefazione , non letta, ma divorata, ma baciata dal
popolo, scompiglio le macchinazioni del conventicolo.
Si tentó di ripigliare T attacco. Ma il Bujovích lo
prevenne con altro scritto dei 23 setiembre, dove
dopo d'aver accennato di essersi allontanato dalle
sessioni della municipalité, in quantochè od è vero
che il popolo sdegnato lo costrinse a discendere dal-
la tribuna e perduta avendo egli la confidénza del
popolo ha perduto il diritto di entrar nei consigli,
od è falso il fatto, e 1'autore della gazzetta doveva
essere obbligato a ritrattarsi, ripiglia. « La natura
« non mi ha oiFeso, facendomi il dono di 70 an ni ;
« íria rivolgermi questo privilegio a disprezzo è una
» offesa.... Il nome di cavaliere dalle recenti leggi
» è soppresso: poteva esserlo essendo d'istituzione
» civile. Ma quella sensibilité, che ha il nome di
« onore, per chi lo conosce e lo sente, non puó
M essere soppressa nel cuore di un uomo nato già
" 70 anni : questa sensazione ha la sua origine dal-'
» la natura, dove la istituzione civile non estende
« i suoi diritti, perché fin là non arriva la sua for-
" za coattiva. La nazione, i maggiori dai quali di-
« scendo, la mia educazione , gl' instituti della mía
" vita, il mio físico mi rendono intolerabile l'ima-
» gine di una soperchíeria ; e sono certo che per-
» derei 1'equilibrio, se mi trovassi alia vista di chi
" raí ha offeso. Allontanarmi da chi puó cimentare
« la forza della mia ragione è il grado supremo a
« cui arriva la mia virtù. »
Passa quindi a manifestare i motivi dai quali
deriva la fattagli offesa , perché s' era opposto accíó
non venísse messo alla dírezíone della zecca un con-
giunto del suo avversario, il quale aveva altra volta
tradita la fede publica, perché a vea dovuto persua-
dere la municipalité a stabilír tro decreto che il co-
mitato di salute publica non possa far passi impe-
gnanti la república con principi forestieri senza la
previa consultazíone e voto dell'intero corpo, per-
ché aveva trovato contrarío ad ogni principio di ra-
gione política che tutti i poteri più ímportanti della
república si concentrassero in sette soli individui di
quel comitato e che questi sí perpetuassero, perché
aveva promesso al popolo di riunírlo in comizj. Que-
sta seconda lettera feri sul vivo gli avversarj : Si
cercó di raccogliere li sparsi esemplari : ma fu lam-
po »di luce che insegnó a detestare nei pretesi di-
fensori del popolo li suoi nemici. U gazzettiere im-
pugnó la penna , ed esagerando pericoli prese a ri-
punti. Da ció forse si potrá spiegare fácilmente, come
ci lusinghiamo, perché qualche distretto della nostra
Dalmazia si regga in piedi, sebbene il suolo non
dia prodotti che forse a stento per mezzo anno, e
che pur trovano di camparla per Taltra meta, e
porre da parte forse in giunta un capitaluccio.
\J enumerare o toccare solamente a volo tutte
le combinazioni, ci distrarrebbe dal proposito di non
annojare i lettori. Importerebbe forse in principatitá
di conoscere la quantità di punti e di distretti, che
devono spendere di più di quel che raccolgono, o
che guadagnano per poter trarne una conclusione
approssimativa. Pero essendo l'assunto fuor dei limi-
ti di questo giornale, dovremo circonscriverci a' dati
generali, e fermar su di loro le poche osservazioni.
La statistica commerciale dell' impero austríaco
publicata quest'anno, e relativa al 184$ presentava
l'operosità del commercio dalmato come siegue:
generi introdotti peí valore di íiorini 4>274-910«
generi estratti 5» « » « 6,25O.3I8.
quindi a vantaggio della provincia » 1,975.408.
Le merci di transito poi rappresentavano nel
suddetto anno un valsente di íiorini la
quai somma, se avesse dato in termine medio il gua-
dagno del 2 0/0 per provigioni nel passaggio in se-
conde o terze mani, pella condotta, peí consumo de-
gli animali da soma e delle loro guide, resterebbe
al paese in giunta la somma di fiorini 44>887. *)
perció guadagno totale di fiorini 2,o2o.2g5.
Ammettendo per un decennio Tattività commer-
ciale , che si avviciní almeno a questa cifra annua ;
si avrebbe il risultato di oltre 20 milioni di fiorini
guadagnati in Dalmazia. E dove sono mai questi milio-
ni ? Li cercheremo nelle fabríche cittadinesche, ne-
gli stabilimenti d' industria, nelle imprese commercia-
le nelle speculazioni grandiose, ne'miglioramenti o
grandi stabilimenti agricoli, nella disseminazione di
questo danaro fra il popolo, onde sollevarlo dalla
miseria e dalla povertà? Non ne troviamo traccia di
tutto questo.
Certo chi volesse attenersi a questi dati, non
verrebbe che inperfettamente, od erróneamente a
conoscere le forze della Dalmazia. La stimerebbe
provincia danarosa , e non la é ; crederebbe di tro-
varvi benessere privato e di singoli, e di famiglie
intere , mentre esso è rarissimo , la riterrebbe pro-
vincia florida, con capitali in danaro più frequenti,
con rendí te dello stato maggiori, ed ella invece è
provincia povera assai attrovantesi per cosi dire ca-
daun anno in istretezze tali, che si deve poi pensare
a provedimenti come ajutarla in cento bisogni, P uno
più imperioso deir altro.
Non ci si faccia biasimo se ci opponghiamo ai
*) Ma abbiamo forte motivo di credere, che il guadagno delle
provigi ® ni non ascenda a tanto, e che non tutto rimanga nel paese.
dati numerici publicad colle stampe, e da chi pro-
fessamente se ne occupa; veramente non sarebbe
nemmen necessario, per le ragioní che si esporranno
in appresso. Ma trattandosi che taluno si possa figu-
rare la Dalmazia nelle sue forze commercial! altri-
menti da quel che ella si è di fatto, procureremo di
mostrare, che la quantità indicata di generi introdot-
ti è di molto inferiore alie cose di fatto, quantun-
que non se ne possa ragionare con evidenza, ma
per induzione ed approssimazione, e che quindi si
puó valutare dai 5 ai 6 milioni di fiorini ; — che in
quella statistica i prezzi di alcuni dei principali ge-
neri esportati sono stati notati con cifre altissime, e
che in Dalmazia non raggiunsero mai ; e ne seguirá,
che in luogo d'un' attività commerciale di 2 milioni
di fiorini risulterebbe in vece una reale perdita for-
se di tanto, e che decisamente sortono ogni anno
dalla Dalmazia vistosissime somme di danaro per
provvedere i suoi abitanti di quel che non hanno,
o di qualche non possono avere, ovvero anche di
quel che non possono o non vogliono preparare, re-
sisi dipendenti in mille bisogni dall' estero.
(sarà contint)
VENETI8 A. D. MDCCCXLVII.
ODE
AD VENETAM UJRBEM.
O quce superbis orta parentibus
Regina quondam, nunc decus Adrice,
Quod tu vel invitá perenne
Sorte decus remanes in eevum;
Formosa semper: festa per et jocos
Jam sueta fati vincere perjidi
Iras, et antiquos dolores
Ingénito recreare risu,
Primos Virorum, quos alit ítala
Tellus severce flore scientice
Tecum morari gestientes
Accipis haspitio beato.
Gaudebis illos dum tibí perferunt
Repleta multa pectora Pallade,
Unaque gaudentes tuisque
Deliciis hilares et auris,
Stupere, quce tu clara foves sinu
Virtutis antiquce et decora, et diu
Magnce supersunt quce ruince
Tot Venetüm monument a patrum; •
Stupere, late dum omnia providi
Cura et renident lumine Principis
Te pinguem et invicti favoris
Perpetuo refoveri amictu,
Quo transís equor jam celeri rotá,
Motuque promptas undique libero
Ad te volare, commerciisque
Pandere opes maris atque terra
Lcetaris: ultro te ñeque gaudia,
Cornuque felix copia túrgido,
Somnusque dulcís deseret et quies
Austriacis opulenta donis
iMo m.
Si publica ogni giovedi. Il ,prez-zo annuo per Zara è di florin i 4; per semestre íiorini 2; per fuori franco di porto fiorini 5; per semestre o trimestre in proporzione.
LA DALMAZIA
FOGLIO LETTEtóARIO ECONOMICO
JW. 40.
Le associazioni si ricevooo iu Zarj dai proprielari, fuori da tutti gl' II. RR. Ufficii postali. Si riceve in cambio qualunque giornale austríaco od estero.
Giovedi 7 Ottobre 1847.
Spirata coll' ultimo del passato I' associazione al terzo trimestre di questo foglio, preghiamo i benevoli
signori associati a volerla rinnovare per il quarto trimestre, e raccomandare La Dalmazia ai loro amici o
conoscenti. La spesa del quartale fuori di Zara e di 1 fno. e lo car.; qui 1 fiorino.
I¿a direzione premurosa di conciliare a questo scritto periodico il maggior possibile interesse colla varietà
ed utilità delle sue publicazioni, non si estendérà in promesse, ma farà quel che più potrà, onde il giornaletto'
riesca quale si desidera.
Chi bramasse d' avere La Dalmazia dal primo luglio a tutto il 30 setiembre a. c. si rivolga alia dire-
zione della medesima, la quale puô disporre d'un sufficiente numero di copie, in fascicoli di 15 fogli e mezzo ,
al prezzo d'un fiorino.
Cominciartdo dal numero 26, il foglio forma una nuova serie di argomenti e di articoli completi.
I semestri precedenti, sin dalla prima publicazione del foglio, potrebbero darsi completi ove ne fossero fatte
tante domande da poter far ristampare alcuni numeri esauriti.
Contenuto. Una predica di dieci minuti. contin. — Lettere Adriatiche. VI. — Rivista Slava. — Mancanza d' iscrizioni e monumenti in onore di magistrati veneti, fine. — Nuove strade in Dalmazia. — Forze commerciali della Dalmazia ,fine. — Eco de' giornali. — Zara. — Spalato.
UNA PREDICA DI DIECI MINUTI.
( Continuazione.)
* II piccolo orologio che suonava le cinque ore la riscosse, ma non pero interruppe i dolci pensie-ri che essa seguitava accarezzare nella sua mente, mentre levatasi e postasi alia finestra cercava col-rocchio di scoprire lo sposo ail' estremità della stra-da. Finalmente dopo alcuni minuti essa lo scorge approssimarsi, ma ohimè! appena vedutolo un dolo-roso presentimento cacció dal suo cuore la gioja. B.... infatti non camminava con quell'ansiosa ra-pidité che lo riconduceva ogni giorno fra le braccia della giovane moglie ; íl suo passo era lento ed avea avuto cruopo di ricorrere ad un bastone per soste-nersi ; giunto sul pianerottolo sarebbe caduto se Lui-sa non fosse stata presta .a sorreggerlo. Un brivi-do le corse per tutte le membra uello scorgere il pallore che copriva quel voîto cotanto amato. E che hai tu dunque, Francesco? — — Nol so, Luisa, un brivido gelato percorre le mie ossa e mi mozza il respiro. Apri quella fine-stra, Luisa , lasciami prender dell* aria. La testa mi brucia.... Ho voluto dipingere, ma i pennelli mi cadevan di mano, nè avea forza di reggere la tavo-lozza, poi una nube m'ha offuscato la vista, e le ginocchia si piegavano sotto di me ... Ma dove vai? — A cercare di un medico, amico mió ; tu sai che il nostro abita a pochi passi di qui, in un mo-mento son di ritorno. Essa non scese, ma precipitóla scala ; quando torno col dottore, Francesco giaceva fuori dei sensi nel mezzo delia stanza, ed il medico dovè ajutare
la giovine che struggevasi in lacrime a recarlo sul letto. Quando dopo molto tempo e mediante i soccor-si apprestatigli, Francesco torno in se, il medico 10 interrogó per conoscere i sintomi della malattia, né poté non apprenderne la gravita. — Sara dunque un male pericoloso? — doman-do Luisa tutta smarrita nel leggere sul volto del me-dico 1' impressione funesta prodottavi dallo stato del marito. — Pericoloso rio, almeno lo spero; bisogna pe-r-ó che vi armiate, mia cara, di pazienza e di co-raggio. lo tornero dimattina a buon ora, ed in que-sto frattempo ecco le prescrizioni a cui dovete atte-nervi. E partito il dottore, Luisa rimase sola presso 11 letto del marito a cui la febbre cominciava a da-re in delirio. Molto si soüre nelle agitazioni febbrili allorché mille visioui e mille sogni travagliano il corpo e la mente; ma cento volte piü doloroso é il passare un'intiera notte al capezzale di un essere amato a-scoltando le grida e i gemiti cagionati da quelli. La muta oscuritá che ne circonda riempie di tetri e fu-*, nesti pensieri. Si darebbe qualunque cosa per senti-re la voce o il rumore di persona vivente, mentre nulTaltro si ode che il vento che mugge simile al cupo iamentio d'un anima fra i tormenti; che le tronche parole dell'ammalato il quale guarda íisso sen-. za conoscere chi gli sta dinanzi, e alTansietá con cui sí ríchiede dei suo stato non dá in risposta che gemiti. Oh questa é uua notte terribile, notte di cui mai non giunge la fine, mentre pur si vorrebbe af-frettarla anche a costo della propría vita! Giudicate dunque ció, che soffriva questa pavera giovane sola presso al letto di uno sposo, chiedendo. a sé stessa se 1' alba spuntando non la troverá presso a un ca-
tutt'all'intorno da provincie. Per lei è indispensabi-
le il tenere in piedi una grande forza militare, ed
il tabacco è certo un'oggetto assai adattato e legit-
timo, perche la finanza se ne prenda cura. L'Unghe-
ria, in conseguenza di separazione política, (e del-
l'esenzione della nobiltá dalle conlribuzioni) è dal-
TAustria divisa in forza d'un separato sistema doga-
oale ; non altrimenti la Dalmazia nella sua geográ-
fica posizione di costa, isolata fra 1'Adriático e la
Turchia, è considerata, per riguardo ai dazii, come
estero paese, ed ha una tariffa speciale. La coltura
della nicoziana vi è vietata del pari che negli stati
ereditarii ; e la foglia portata dall' Olanda, conciata
a Venezia, si vende poi in Dalmazia. Ma l'impos-
sibilité di guardare con rigore i confini, come an-
che il modico prezzo e l'eccellente qualità del ta-
bacco turco, fa quasi decuplo il consumo di que-
sto che si spaccia come fosse legalmente. In Dalma-
zia prospera a meraviglia il tabacco: quello d'Imo-
schi è ottimo pel fumo, quello di Poglizza non lo
è da meno pel naso ; e porge un oggetto di giusta
querela il vedere, che in Ungheria è permessa la col-
tura e l'esportazione, mentre n'é proibita in Dalma-
zia. 2)
Spalato ha come Ragusa tre volte per settima-
na i traffici di carovane colla Turchia, sorvegliati
dagli impiegati sanitarii e dai soldati : queste deposi-
tano nel lazzaretto di Spalato le merci della Bosnia
riportando nell'interno quelle di cui difettano. Que-
sto lazzaretto costruito Y anno i5^8contava sino al-
T arrivo d'una carovana serviana ai 22 di giugno
18 ií per ciascuna in termine medio dai 25o ai 3oo
cavalli; ma in seguito d'una spaventevole peslilenza
che quivi scoppió, devastando tutta la Dalmazia (?)
fu precluso il libero commercio. II colpo fu grande-
mente sentito per tutta la costa , e ridusse il paese
alla dispiacevole alternativa o d' innalzare fra sé e
la Bosnia una barriera , o vedersi da ogni dove stret-
ta dalla più rigorosa quarantena. Cosi fu soppresso
il traffico delle carovane.
3Nel mió viaggio per Spalato passai alcuni giorni
a Macarsca, città ben fabbricata ed una volta florida;
la quale colla soppressione delle caravane divenue
piazza quasi rovinata. Quel mercante che s'occupava
dell'estrazione delle merci, si trovo disgiunto per
opera d'intermediarii da quello che le introduceva,
e col quale stava in diretta corrispondenza mercan-
tile, i quali intermediarii cercavano, come s'intende,
il proprio utile ed ingrandivano i dispendii del cam-
bio. I grandi migliorameuti seguid fiuora nello stato
sanitario della Bosnia indussero ¡1 governo ad ado-
prarsi onde ripristinare le carovane. Ció segui addi
21 novembre del 1844 e con grande esultanza: la
popolazione tutta di Spalato, alia testa i magistrati ,
2.) Naturale, perché in Austria, di cui la Dalmazia forma am-
ministrativamente parte, il tabacco é privativa dello stato 5 non cosi
puó dirsi dell' Ungheria, avente leggi particolari.
mosse fuori della città per festeggiare colla più sen-
tita allegiezza la caravana.
Col lievissimo dazio di transito (solo mezzo per
cento) nutrissi grande aspettativa sull' accrescimento
del commercio di Spalato; ma 1'esito fallí le con-
cepite speranze. Non la decima parte dei cavalli di
venuta partono con carico, perché non è permessa
I'introduzione del sale nella Bosnia per via di Spa-
lato, 5) il che ridonda a danno dell'estrazione dei
prodotti indigeni bosnesi. Essendo questi generi di
gran peso e volume in proporzione del loro valore,
di modo che il loro prezzo rincarisce a dismi'sura
colle spese del trasporto, cosi di alcuni articoli, co-
me ossi e stracci, in Bosnia senza prezzo, il tra-
sporto costituisce tutta la loro valuta ; e se il noleg-
gio a cagione della scarsezza di mezzi viene doppia-
to, il prezzo cresce del 100 per 100. Tiene bilan-
ciato questo commercio permuta torio il solo genere
del sale ; ma siccome per motivi, che non so spiega-
re, il sale accordato qual privilegio alie città di Metko-
vich (?) e Ragusa , è vietato a Spalato , cosi vediamo
tutto il commercio di questa città fortemente squili-
brato , ed il beneíizio delle carovane ripristinate im-
proficuo.
Quel proverbio, che nel conteggio doganale due
e due non fanno quattro, se è vero mai in qualche
paese, nel caso della Dalmazia egli calza a capello.
Gran parte dei redditi doganali viene inútilmente spe-
sa in una guardia fínanziaria, che non puo in alcun
modo conseguiré I' único suo scopo per la natura del
paese d' ogni dove aperto ai contrabbando. 4) Che,
ove si volessero togliere i moiti impedimenti a cui
accennai , ed imporre in loro vece moderati dazii,
Spalato s' eleverebbe ad un' emporeo commerciale,
in cui e l'attivo traffico, ed il sempre crescente ca-
pitale scambievolmente s' adoprerebbero al generale
miglioramento della civiltà negli abitanti, ed a van-
taggio dei proventi erariali.
INFLUENZA DEI BOSCHI SULLA FERTILITY
DE' TERRENI.
Una piccola città del badese, Sinsheim, col suo
limitato territorio è circondata tutta all'intorno di
colli, che ad eccezione di uno, sono rivestiti della
più rigogliosa boscaglia. A memoria di uomini i
campi di quella città non sono stati percossi dalla
gragnuola : pero allora soltanto gli abitanti temono,
quando un temporale sorge e si avvicina dalla regio-
3) L'autore di queste letterc se si fosse trovato a Spalato 2
mesi più tardi della data di questa sua 6.a lettera, avrebbe veduto ,
che al l.o di luglio si era cominciato a vendere colà il sale bian-
co al prezzo pattuito per gli ottomani j il numero de'cavalli nelle sus-
segucnti carovane s' accrebbe d' assai.
Questo passo avremmo potuto trasandare, se non si tosse trat-
tato d'una feđele versione dal tedesco. " A , ,,
4) Spiace, chc P...n non abbia conosciuto il regolamento della
guardia: avrebbe ommessa questa parte, chè realmente essa guardia
non ha già per único scopo la sorveglianza degl' mteressi flnanziarn.
—c 332 )—
» Alia vista d'un uditorio si nuovo per me,
parrebbe, fratelli miei, che la mia bocea non doves-
se aprirsi che a chiedervi indulgenza in favore d' un
povero missionario, sprovvisto di quei talenti che da
voi s'esigono in chi viene a parlarvi della vostra sal-
vezza. Eppure ben diverso é il sentimento che m' a-
nima, e se io mi sentó umiliato, guardatevi dal cre-
dere ch* io mi avvilisca a provare le miserabili dub-
biezze della vanitá, quasi ch' io fossi accostumato a
favellar di me stesso. Non piaccia a Dio che un mi-
nistro del Signore pensi giammai d' aver d' uopo di
scuse dinanzi a voi! poiché chiunque voi siate, voi
tutti come me non siete all' estremo giudizio che pec-
catori. Solo dunque dinanzi al vostro e mió Dio io
mi sentó spinto in questo momento a battermi il pet-
to. Io ho fino a quest' istante predícate le giustizie
deir onnipossente in templi coperti di paglia, ho pre-
dicad i rigori della penitenza ad infelici che manca-
vano la maggior parte di pane, ho annunziate al
mansueto colono le veritá piú terribili della mia re-
ligione. Ma che feci misero me! Io ho contristato i
poveri, i migliori amici di Dio, ho recato lo spaven-
to e il dolore in quelle anime semplici e fedeli che
avrei dovuto piuttosto compiangere e consolare! Qui,
qui dove il mió sguardo abbassandosi non cade che
su dei grandi, su dei ricchi, su degli oppressori del-
T umanitá sofíerente, e su dei peccatori induriti e
sfrontati, qui solamente nel mezzo di tanti scandali,
qui era duopo che la sacra parola tonasse con tutta
la sua forza; qui era duopo di collocare su questa
cattedra da un lato la morte che vi minaccia, dal-
1' altro il Dio terribile che dee giudicarvi! Tremate
dunque dinanzi a me, uomini superbi ed altieri che
m'ascoltate! 1/ abuso che voi avete fatto di tutte le
grazie, la necessitá d' una salvezza , la certezza del-
la morte ed il buio di che si ricopre quest' istante
si spaventoso per voi, 1' impenitenza finale, 1' estre-
mo giudizio, il picciol numero degli eletti, e su tut-
to ció T ala spiegata dell' eternitá!... L' eternitá! Ec-
co i soggetti ch' io debbo svolgere dinanzi a voi, e
che per voi soli avrei dovuto serbare. E che mi ca-
le dei vostri suffragi che mi renderebbero dannato
con voi , senza che forse giungessi a salvarvi? Dio
vi comrnuoverá mentre io suo indegno ministro an-
nuuzierovvi le sue parole, poiché lunga esperienza
ho omai delle sue misericordie; egli fra pochi istan-
ti sommoverá le vostre coscienze; colpiti di spaven-
to, irto il crine d'orrore per le iniquitá vostre pas-
sate, verrete a gettarvi nelle braccia della mia cari-
tá versando a rivi lacrime di compunzione e di pen-
timento, e la forza del rimorso vi fará sembrare as-
sai eloquente il mió diré, si
Sarebbe impossibile il desenvere 1' impressione
profonda che le parole di quel sacerdote produs-
sero sulP uditorio, che pochi momenti innanzi cosi
indisposto verso di lui, ora pendeva dalle sue labbra
in religioso silenzio. (la ventura volta il fine.)
1 " "jjjji'1 0 '^ü^i""'"
SULLA NECESSITÁ' DI UN MAGAZZINO
ERARIALE DI SALE AL CONFINE DALMATO-CROATO-
OTTOMANO IN DALMAZIA.
Con osservazioni sul mérito di questo
prodotto nazionale.
II sale di mare per una popolazione agrícola
pastorale é sorgente di preziosissimi vantaggi, un
mezzo di vita, e non senza ragione calcolato da al-
cuni per il quinto elemento. La economía pubblica
e privata, Y igiene antropologica e zoologica gli ac-
cordano la massima importanza specialmente in que-
sti ultimi tempi.
Nella Dalmazia il circolo piü ricco di bestiame
é quello di Zara, cui appartiene il circondario pre-
torile di Knin, 1' único in provincia che ha per con-
fine la Dalmazia, la Croazía austriaca, la Turchia,
esteso e popolato al parí dei primi circondari della
provincia stessa , proveduto meglio di qualunque al-
tro di animali domestici, dove 1' agricoltura e la pa-
storizia sono le principali occupazioni dell'abitante.
Questa particolare condizione topográfico-eco-
nómica lo rende necessariamente importante sia per
le relazioni esterne, che per i prodotti agrari ed a-
nimali suoi propri, conseguenza di che la destinazio-
ne di un magazzino di sale dovrebbe aver luogo
piuttosto in questo distretto che in qualunqne altro
montano, mentre le circostanze, cui tende questa
istituzione, non sono cosi favorevoli e pronunziate
come in quello.
II contado Tinniense possedeva alia scadenza
deli'anno 1846, 29,673 individui, de'quali 29 mi-
la a un dipresso di condizione agrícola - pastorale,
contava fra bovini, caprini, pecorini, cavalli, asini,
muli, majali 194,335 capi tutti abbisognanti di sa-
le, del quale se ne consumano secondo i migliori
dati di approssimazione 7800 cent, di funti alme-
meno all' anno.
Non so sia noto abbastanza come il terrazzano
di Knin per mancanza di magazzino erariale di sa-
le nel distretto é obbligato a comperarlo dagli spe-
culatori che lo vendono nel distretto stesso, e pa-
garlo col 25 0/0 di aumento al prezzo fiscale 1) e
se vuole acquistarlo dírettamente al fondaco regio al-
ie marine vi perde pella traduzione del genere, n-
tenendo che usí la maggior economia, il i5 0/0 al-
meno. 2)
4) II territoriale comperando sale a Knin la paga di con-
sueto a car. 8, 1'oka di legno, dimodoche -100 funii che cor-
rispondono a 34 oke di legno, a 44 oke di peso circa, costa-
no alia piazza di Knin fni. 4:32. Coní'rontato questo prezzo
mercantile coll' erariale di fni. 3:30, ne avviene la psrdita del
25 0(0 e piü a carico dell' acquirente alia piazza suddetta. Al
mercato di Grab, a Kistagne, a Ervenik, ecc. non vi ha prez-
zo corrente, ma lo si esige maggiore (minore di car. 8 mni)
secondo la maggior o minor sordidezza dello speculatore.
2) Calcolando io strapazzo delle indumenta, e specialmen-
te de'calzari, le spese di viaggio per sé e cavalli se suoi, o
il nolo, se non sono suoi; il perditempo, il calo esorbitante.
Arrogi l'altra circostanza molto dannosa al rustico montanoro,
lasciano esposti, le pessime stalle, lo scarso, ed esi-
le alimento, il maltrattamento, la nessuua igiene
veterinaria, inconvenienti che rendono viemaggior-
mente necessario Tuso del sale, i)
Che se ancor mancasse 1'animo di penetrar-
si del mérito grandissimo del progetto, cosi minuta-
mente chiarito, tanto riguardo al principio che al-
l'interesse generale cui tende , desideriamo se ne fac-
cia almeno una prova per un triennio, che alia fine
l'argomento ben mérita da occuparsene con impegno
e sollecitudine.
Finalmente non si ricerca che di rendere age-
vole pel distretto di Knin , ed a mezzo di questo
anche pei distretti affini (locchè si dee certamente
ottenere dalla sua particolare posizione topográfi-
ca) la provista del sale al prezzo fiscale attuale,
benefizio che si ha fondamento di sperare oggidi
che tutti gli studii sono diretti a migliorare lo stato
delle primitive arti indivisibili, l'agricoltura e la pa-
storizia, onde tener lontano il ílagello della carestía,
della quale la Dalmazia riceve continue periodiche
piaghe mortali. Non è perció che la dimínuzione
del prezzo di questo genere non sia un voto co-
stante di questi poveri abitanti locati lungo la fron-
I tiera, che nella infelicitá delle loro limítate risorse
!, scorgono nel mare , che bagna le coste della pro-
pria terra, un dono ad essi fatto dalla providenza
anche pel sale, che offre e costituisce un prodotto
nazionale, e che essendo di prima necessità pelle
ragioni sopra sviluppate (tra le quali non si annove-
ro la pesca propria delle parti marittime ed insulari),
puö aspirare a quel prezzo limitato di vendita che
è sopportabile con la facoltâ economica dei bisogno-
si utenti e consumatori. Questa diminuzione di prez-
zo del sale, alla quale fu rivolta l'attenzione dei go-
verni in questi uitimi tempi con adesivo impegno,
non sarebbe per risultare dannosa all'erario, avendo
dappertutto insegnato l'esperienza, che il maggior
consumo supplisce di gran lunga al minorato prezzo
del genere, come l'abbassamento delle tariffe dazia-
rie accresce i redditi della finanza. Se altrove, cioè
nel Tirolo, venne accordata una sufficiente quantité
1 di sale per la pastorizia a prezzo inferiore del cor-
rente , è sperabile che almeno iu via eccezionale sia
per essere applicato alla Dalmazia, la quale abbisogna
più di qualunque altra provincia della monarchia, di
ajuto, di facilitazioni, d'incoraggiamento.
Chiuderô questo articolo con una digressione ;
¡ ed è che formando la Dalmazia un proprio territo-
rio doganale della estensione di 222 leghe quadrate
austriache, mentre il territorio delle rimanenti pro-
vincie della monarchia arriva a ii,63i, potrebbe
la publica amministrazione ammettere in via di espe-
rimento nel piccolo territorio dalmata il ribasso del
prezzo del sale per valutare dopo un periodo di al-
1) Torna inutile il sovvenire come tutte queste osservazio-
ni economico igieniche trovano applicazione anche negl'altri
distretti in Dalmazia posti in eguali condizioni.
cuni anni le conseguenze di tale importante misura
fiuanziaria , e quindi estenderne 1' applicazione. Fin
d'ora è lecito presagire un buon risultato della pro-
va, e molto più che essendo la costa marina della
provincia dali'isola di Arbe ai confini della Albania
ottomana miglia 248, il contrabando è inevitabile
e questo andrebbe a cessare, sapendosi che 1'abbas-
samento dei prezzi fiscali è 1' immancabile assicura-
tore dei régi diritti, ed il più forte ed irresistibile
avversario del contrabando, che nasce soltanto dal-
la sicurezza di considerevoli guadagni, e quindi dal-
la sproporzione del prezzo legale con il consumo.
Giova dassezzo osservare che il sale è una merce, e
come tale il suo prezzo resta influenziato necessaria-
mente dalle ricerche del consumo, dalla produzione,
e dalla concorrenza de'venditori. Per superare questa
ultima che viene fin dalle foci del Danubio, e nul-
r ostante le forti spese del lunghissimo viaggio, trova
il suo buon tornaconto nell' ottomano, convien ri-
correre all' abbassamento del prezzo. Se questo fosse
adottato come lo esígono le presentí circostanze,
è certo che la finanza dalmata potrebbe aspirare nue-
vamente a quelle vistose vendite nell' ottomano, che
ai tempi della república Yeneta e Ragusea sussiste-
vano, formando uno dei principali, se non il prin-
cipale reddito finanziale, con cio innoltre che la mag-
gior produzione in questa provincia è possibile e de-
siderabile pel vantaggio dei proprietari delle saline,
e che jl consumo per la accresciuta popolazione, e
produzione pastoreccia si è reso di gran lunga mag-
giore che ai tempi delle republíche surricordate , ed
o'ggidi viene coperto dall' estera concorrenza, sebbe-
ne abbia da superare tanti ostacoli, e tante spese
nel lunghissimo trasporto.
Dalle sponde del Tizio nel 1847. P*
ECO DE' GIORNALI.
— Si esaltano a' sette cieli gli occhi artificiali
che fabrica un tal professore di Parigi — Egli mette
gli occhi di smalto senza il più piccolo dolore , e
senza particolari operazioni chirurgiche. Modellato lo
smalto sulla lampada acquista e forma e colore , co-
me si vuole, e si applica ail' occhio esaurito si, che
ne acquista i movimenti deir occhio reale — L'o-
perazione non è congiunta con dolore di sorte, per-
ché l'occhio privo della sua sensibilité , più fácilmen-
te sopporta questa misura di vano ripiego.
— Il Papa ha incaricato un pittore di dipin-
gere per lui il Sultano in grandezza naturale.
— Curiosa maniera di proteggere gli animali contro il
maltrattamento. La Signorina Martin figlia ed erede
delle opinioni e dei beni dell'apostolo della prote-
zione suddetta in Irlanda , annunzia in un giornaie,
essere divietata sulle sue terre ogni specie di caccia,
ed avvisava in oltre ogni pastore a schivare quelle ter-
re per aver essa avvelenato varie sorgenti, e sparso
qua e là del veleno.