Anno II. 1846* N. 45.
LA DALMAZIA
INTESO AGLI 1NTERESSI DELLA PROVINCIA.
ASSEDIO DI SEBENICOt
Anno i647*
Utristjüe nécessitas in loco, spes
in virtute, salus ex victoria.
A ciascuno dava il sito !a né-
cessita, la virtù spcranza, la
vittoria salute! Tac»
Questi baluardi che ci attorniano parte
'dalla natura , parte eretti dall' arte a nostra
difesa, quante idee non ci rideslano ! Rammen-
tanci a piedi di essi sofferenze sostenute , san-
gue in copia versato , estreme prove di costan-
za, superati perigli, trionfi ottenuti. Ma quan-
do sfolgoro cotanta gloria per noi ! quando la
burbanzosa possanza musulmana accostavasi a
queste mura nel 1647 stringendole di assedio.
Memorabile certamente e glorioso è per noi
cjuesto arvenimento, di cui appunto dopo due
secoli trascorsi facciam* ora motto ! Esso ci of-
fre 1'idea deirampiezza della cittá, della po»
polazione, dello spirito degli abitanti, dello sta-
10 loro in quella sventurata stagione. Narrarne
i particolari non puote riuscir discaro a citta-
dini, che ad ogni istante ne calpestano 1* agone.
Addrizziamo percio ad ess» principalmente
11 racconto, inserendolo in questo giornale in-
teso in ogni maniera al giovamento e lustro di
questa provincia. L' ossidione presente veniva
clescritta da Gio. Batta. Nani istoriografo della
veneta República , narratore solerte della guer-
ra di quelr età : d* Haktier nella sua storia del-
r impero Osmano tora. 19: da Virginio dalla
Spada: dal Dr. Francesco Difnico nella sua
opera manoscritta, che i disastri di que' tempi
espose: finalmente dal sig. Cattalinich di re-
cente nella sua storia della Dalmazia con non
minore diligenza. Sembra che questo beneme-
rito cittadino siasí accostato al riferto dello Spa-
da. E ben a ragione, perché crediamlo piíi
prossimo all* awenimento. II suo libriccino, che
il contiene, avevalo dedicato a Pietro Ottobon
Píobile Veneciano, quand* era questi Auditore
della Sacra Rota romana; a colui, che fu di
poi vescovo di Brescia, indi di Frascati, final-
mente nel 1689 creato Papa col nome di Ales-
satidro "VIII» Se raffrontiamo il tempo della in-
titolazione con 1* altro della suprema dignitá
pontificia dell* Ottobon, puote credersi scritto
non molto dopo il fatto. Ma questa preferenza
alio Spada non ci fece dimenticare gli altri,
cercando puré di commettere qualche riflessio-
ne per rendere piü lucido 1' esposto. Non in-
dugiamo.
Siede Sebenico sulla china di un colle pe-
troso, estendendosi sino al mare. Ha di co-
spetto la foce del Rerka, appellato anticamente
Tizio» Altri colli dirupati il cerchiano, ed al-
cuni ne hanno piu eminente la vetta, per cui
la cittá non avrebbe resistito alia forza ostile,
se di-rimpetto al Castello di Sant'Anna, rin-
chluso entro alie mura, non avesse avuto 1' al-
tro di San Giovanni esteriormente costruito.
Stendesi inoltre al vareo del canale, che per
un seno tortuoso mena al porto, una striscia
di térra contrappojSta alí* altra di Sant' Andrea,
ove sorge il forte San Nicoló opera del celebre
ai iremendi composli délia chimica minerale.
Cosi avvilivano sconoscenli, quella corleccia fa-
mosa contro le febbri, quelle gomme vincilrici
di oppilazioni viscerali ostinate, quel sueco in-
cantalore di tormentosi dolori, que' veleni che
placano gl' irritamenti o rifauno la vita che
muore.
Difensori de' pregi delle piante vediamo il
ragionamento ed il fallo: Ma non son pregi i
miracoli del Litospermo, del!' Astro montano,
del Vincetossico, del!'Aristolochia , che spac-
ciare quelle false virtù vuolsi oggimai o ignoran-
za o impostura. — Abbisogni di fármaco possen-
te e hai, a tacer d'altri, 1' Oppio e la China , la
Digitale, la Scammonea, la Noce vómica, 1' Aloe,
la Cicuta e la Belladonna: ecco che d'eroici
non men del minerale il regno vegetabile porta
ricchezza. Perô badiamo al Giacomini che con-
siglia si melta cauta mano ne' rimedii vio-
lenti onde non si trascorra air abuso, che
moltiplica i pericoli tra gli ammalati e le di-
scordie tra medici. — Viene il vegetabile dal
regno orgánico e percio s' affà meglio alla na-
tura animale: Quindi il farmaco vegetabile pe-
netra piíi agevolmente e più addenlro nei vorli-
ci délia vita e nelT azione delle forze che la
reggono e la ristorano, e pronto riordina tan-
te molle moderatrici delT umano complícalo
composto i).
Era ufficio délia Botanica ridare aile pian-
te I' onore scemato. Essa infalti venue a noi
con cumolo di peregriní tesori, e, sorvolati i
terrnsni del diletto, si rese benefattrice : Rine-
gó le bugiarde propriété delP erbe, dalle arabe
scuole prescrilte, dalla prestigiosa alchimía di-
stíllate e smaltite a danno degl' inielletti, e de'
corpi ; d' altre acertó e scopri l'efficaccia.
Ne la dottrina del Controslimolo, fregio
del secolo XVIII, nè Y Omiopalia, studio che
invecchiava bambino, nè gli altri sistemi me-
dici, inonorarono il regno vegetabile; anzi 1' Ita-
liana Riforma parló dell' azione dell' erbe con
ampi ragionamenli.
i) Ved. Visiani. — Délia utililà ed smcnilà delle pianle.
D' alcune piante dalmatiche Y uso ignolo
additarono il professore Roberto de Visiani e
il dottore Vincenzo Giadrov. A1P ingegno del
primo la Flora patria moho deve e molto dovrá ;
agli scritti dell' allro puó altingere il medico
ammaestramenti opportuni i).
E dallo studio dell' erbe nuove verrá cer-
lamente alia scienza incremento. Perché ricer-
cando le virlú sperimenlale o credute dal vol-
go non puó che non escaño notizie nuove e
principi sani di popolar medicina.
Affreltino i medici dalrnati a metler pi¿
nel campo fecundo che cosi cresceranno vanti
alia patria, alT umanitá giovamenlo, al proprio
nome decoro.
D.r MAZZOLENI.
VARIETA'.
Nell' arsenale di Venezia ritrovasi una cas-
setta contenente sei piccoli cannoni che scari-
cano il loro mortifero contenuto nel momento
istesso in cui si apre il coperchio.
— Francesco Carrara ultimo signore di Pa-
dova, tanto celebre per Y inumana sua crudeltá
e fierezza, mandava questa cassetla alia sua
amante la contessa Sacrati. L' infelice signora,
che non nulriva verun sospelto dell' infausto
conlenuto di questo dono, spinse frettolosa la
susta con cui chiudesi la cassa e precipitó mor-
ía a térra. Nel medesimo arsenale mostrasi an-
cora una piccola balestra ed alcuni quadrelli
d' acciaio con cui divertivasi il crudel tiranno
uccidendo o ferendo alcuni uomini cui odia-
va, senza che essi polessero sapere donde ve-
niva il colpo. Egli fu pero, stante la sua cru-
deltá ed i suoi delilti, strangolato per comando
del Senato di Venezia.
— Non molto tempo fa fu seppellito a Basilea
un soldalo velerano a 93 anni, il cui fu-
llereo corleo veniva accompagnato da niente piú
e niente meno di 1 r8 membri di sua direlta
discendenza. (Luna), G. H.
1) Ved. I miei arlicoli. - - La Botaniea in Dalmazia — Degli
scrilli di Y. tiiadrov.
8i publica ogni giovedi. II prezzo annuo per Zara è di fiorini 4j per semestre fiorini 2} per fuori franco di porto fiorini 5, per
semestre o trimestre in proporzione. Le associazioni si ricevono in Zara dai proprietari, fuori da tutti gl'II. RR. Uffioii postali.
Si riceve anche qualunque altro giomale in cambio di questo.
G. FRANCESCHI Esteosore. ZARA, DEMARCHI E ROUGIER Proprietari Editori.
-( 4-95 )-
coir ameno, col gentile. La poesía dunque e F eloquenza di que' popoli, saranno, quali so-no le dilettevoli sensazioni che provano, varié sorridenti, delicate, placide, saranno rapidi i moti, leggeri, aerei, come le mobilissime fan-tasie che li creano.
(sara cont.) G. FRANCESCHI.
na^e gr
BIBLIOGRAFIA.
Flora Dalmatica , sive enumeralio stirpium vascularium, quas hactenus in Dalmatia lectas et sibi observatas descripsit, digessit, rariorum-que iconibus illustravit Robertus de Visiani, dal-mata Sibenicensis ecc ec.c Lipsiaee 1842. Per quantunque la Dalmazia abbia sor-tita da natura una posizione distintissima e per la naturale amenitá del suolo, e per la física struttura, onde vi porta nel suo seno terrestre e marino un inesauribile tesoro di cose sempre nuove alF occhio indagatore del naturalista , pur* essa , a dir vero, se non fu in quanto alia naturale storia del tutto trascurata, poco cura ta vi fu almeno, ed illustrata. Né mi si dica, che non pochi stranieri viaggiatori, ed alcuni fra noi delle cose patrie caldissimi anche in riguardo a ció con le loro dotte indagini non poca riputazione le aggiunsero, giacché costoro o malamente scrissero di tali cose, o se scris-sero con vantaggio, pochi vi furono e questi puré non ebbero scorsa che la costa maritti-raa ed alcune isole della provincia nostra, e ció ancora vi fecero alia sfuggita e a volta a volta con poca accuratezza. Tale sorte v' eb-be segnatamente la botanica, uno de' rami principalissimi, che vanno a costiture la scien-za della natura. Fin' ad ora la Dalmazia non ebbe sua Flora universale, ma bensi trat-tati parziali, cioé risguardanti alcune distinte regioni della provincia. Toccava la gloria di daré ad essa peí primo un lavoro completo ad 1111 di lei figlio, al dottissimo sig. Roberto de Visiani, il quale applicatovisi passionatamente fino dalla piú teñera etá a questa scienza e cogli anni in tale studio con massimo costrut-to progredendo, poté daré quattro anni sono alia luce, qual parto del!' agile ingegno suo, F opera che annunziamo. Questo valentissimo
naturalista ponendo a profitto quanto con lo-devole intendimento ed accurata dottrina pri-ma di lui fu fatto di pubblica ragione da' stranieri e da nostrali scrittori, ed aggiungen-dovi il risultato delle sue particolari investiga-zioni eseguite nelle diverse escursioni botaniche dal Quarnero fino a Budua, a quello che gli ebbero a procacciare le sagaci cure di varié persone nostre viventi e nella botanica disci-plina versatissime; raccolse e riuni in un corpo ben ideato, ordinato ed eseguito a per-fezione per intero la botanica di tutta la no-stra provincia, ellevandola per tal guisa ed un posto distintissimo ed aggiungendole splendore e lustro nuovo appo le nazioni piú colte. Vi rinvenne molte nuove specie di piante; altre fin' allora oscure o dubbie colla massima accu-ratezza espose; le piú rare a perfezione descris-se e queste pure fece rappresentare sul vivo in apposite tavole dal valente pittore Giacomo Acqua, ricavate spesse fíate da piante ancora vive. Né cieca fede in questo suo lavoro e' mai vi presta alF autoritá altrui, come a danno del-la scienza sogliono fare taluni ne' loro scritti ch'hanno viso d'olla spagnuola, in cui entra un po' di tutto; ma sempre vi cerca la base nelle sue particolari investigazioni. V' aggiunge alie piante ove gli cade in acconcio e dove la dolce lingua slava gliel' offre, il termine ver-nacolo corrispondente al latino; di piú, il rió-me del ritrovatore, del luogo ove crescono , e talvolta vi marca eziandio il colore e vi pro-pone 1' uso che da esse puó trarne il medico , T econortio e F artefice. A fronte delP opera riporta a giovamento comune un breve ma suc-coso sunto geográfico, ove discorre del sito della Dalmazia, della forma, della estensione, della natura, delle cittá, delle isole, de'con-fín i, dei monti, delle selve, dei fiumi, dei la-ghi, delle paludi, delle saline, delle stagioni annuali , della topográfica distribuzione delle le piante, e finalmente di coloro, che in qual-sisia guisa diedero e danno opera alio studio della botanica di questa provincia 1.) Dopo ció rivolgiendosi alia scelíít del metodo, di cui gli
1) Quest'ultima parte 1' anno scorso abbbiamo voltata in illirico idioma e fatta di pubblico diritto al N. 36 della Zora Dalmatinska
LA PORTA DI TERRA FERIA
2 sr EÄaü,
» Venezia pervenuta dopo varie vicende a vedersi padrona di Zara ; in Zara riguardava un punto necessario per assicurarsi 1' impero del golfo e la città che esser doveva scala pell' acquisto del resto della Dalmazia.
Ad opporre quindi resistenza a chi mai voluto avesse o conquistarla o ricuperarla , die-de ogni opera nel muñirla di più salde difese, onde nel i4°9 tagliö Y istmo che al continen-te congiungevala , e la rese isola a maggior si-curezza, scavandovi lutt' intorno un fosso pro-fondo.
Fu sommo il dispendio, ingente il lavoro, ma incessanli le sollecitudini, lo si compiè in una sola stagione che vi aveva alle spalle uu nemico d' aßrontare , altre città nel pensiero , se non a vincere a persuadere. II lempo pero e la fortuna dileguarono le minacce, e non ando guari, che un ¡Ilusorio bisogno condusse le altre parti della Dalmazia a mellersi sotto alla protezione dei veneti.
INel dalmata valoroso e fedele, vedendo al-lora la repubblica saldo un sostegno della sua signoria, per metler argine anche alla boria ol-tomana , che le contrastava quasi la libera na-vigazione del suo mare, i paesi di questa sua nuova provincia forlifícava a presidio piu che dell'altrui, della propria sicurezza ed esistenza. In cosi fatlo intendimento insieme ad al-tre piazze della Dalmazia ristraurar si propose anche le fortificazioni di Zara, e ail' uopo e-leggeva un Sammicheli celebre architelto civile e militare, le cui superstiti opere ne leslimo-niano il mérito, mentre la morte guarani isce alla verità il giusto diritto.
Ma troppi erano i lavoii che al Sammi-cheli si allogavano, e ail' esecuzione dei suoi disegni non polendo desso in Dalmazia badar-si, l'affidava a Gian-Girolamo suo uipote.
Solto la vigilanza di questi adunque venne eretla la porta , che sla nella presente tavola si-mile ad altra in Verona del medesimo architelto.
E qui anche pare che la repubblica abbia voluto dare un saggio della sua speculativa ma-gnificenza, e velare coll'esterno tasto la po-
vertà interna , e lo studiato avvilimento di que-sti popoli da lei governati. Ma veniamo alla Porta di Terra Ferma ; da cui pariendo lungo il ponte che si distende sulla prima fossa che circonda la città, si giun-ge diritto ail' opera a corno fabbricata nel 161-, nella quale vedesi appunto nel disegno traccia-ta una Scarpa al suo ingresso.
Questa porta che si mostra punto princi-cipale dell'offert a veduta, è un' opera dei buo-ni tempi del risorgimento delle arti, e puô fer-mare a buona ragione lo sguardo dell' artista. D'ordine dorico in generale tutto il suo pro-spelto e a bugne diligentemente combínate fi-no alla trabeazione, presenta qualtro pilastri che sostengono altrettante colonne, con capi-lelli d'ordine dorico, a cui è sovraposta una cornice diro altica con un sovraornato con in-tagli di tutlo buon genere, ed alcuni ornamen-ti nelle metope del fregio. Sull' arco dell'uscio maggiore si presenta lo stemma di T^ara (San Grisogono) e più in su quello della repubblica veneta (un leone di bellissimo lavoro). Ai lati s'aprono due posterle: sovra queste e sotto due altri stemmi, del Conte e del Prefetto d' al-lora, scorgi due lapidi con a manca le parole:
CUM . URBEM
DALMATIC . PRINCI
PEM . OLIM . P . II . COLO
JNIAM . S . V . MUNITAM
AC . AB . OMNI . HOSTIUM
IMPETU . TUTAM . RED
DERE . VELLET.
A deslra leggerai le altre:
MANTO . DIEDUS . COMIS
MICHAEL . SALOMOINUS
PRIEFECTUS . PORT AM
HANG . SUMMA . CURA
CONSTRUI . CURAVEHE
MDXXXXIII.
Ordinalo ed eseguilo il disegno con tulla aggiuslatezza, che quasi a bello studio da a vedere, come con felicissimo successo possano
>
ra. Da ció si desume ad evidenza, che giam-
raai si poteva giungere a si euormi risultati
nella produzione dei los&uti, se non si avesse
saputo sollecitamente ímbianchire col cloruro
di calce e tale sollecitudine si deve al basso
prezzo deir acido muriatico, da cui viene pre-
para to il cloruro.
II hasse prezzo dell' acido muriatico age-
vola anche la fabricazione del ¡ sal amoniaco e
T estrazione della colla caravella, dagli ossi,
che ne contengono da 3o a 36 percento del
loro peso. v
Applicando i prcidotti chimici da ottener-
si dair aqua marina alle ciilcpstanze proprie al-
ia Dalmazia si potrebbero oWeuere i seguenti
vantaggi.
i. Fabbricazione del $ olfato di soda.
Come si é detto piú sopra. si potrebbero
produrre tielle salino della D^lrtiazia con ma-
nipolazioni setpplicissime oltre quatfro mila cen-
tinaia di solíalo di soda,, (e se si volpsse au-
mentare la superficie ^elje ,salive mettendo a
profitto íe abbandonaté ^íed ámmetlere V il-
: I, . ,, I,. . ÍI . ..¡.,.TÍ;.
*) dota»; In Dalmazia sonovi. parqachi
possidehti di ¡salina? ora. cbiusé ed abbando-
naté y e par&cchí lieotyhi si potrebbero addiU
tare che¡ /¿ie -cbntedgdntul.id' imMUij Sarebbe
oltremodo dés¿derabile che i proprietari áU
euni de' quali anche in ¿¡¡tato di farlo, don
mandassero perrnissione. » di riaprire i loro
fondi saliniferL, non l afabbri^arviil sale^
ma bensl il solfato di. soda, cui potrebbero
in assai piú copia crediamo raccorre, non
aftráendo.ptima ktali'qqíie marine, introdot-
levi il. sale y H¡ ifwdé^ imt'al> pdralf' impiéghe*
re>kbe\soltantb neW itígFbs,s»r& w massä'del-
ia soda, -E\Jé ^superiofii/ autoritk• inü&se táni-
camente1 a ügñi eico»
nomia industríale, fácilmente anco giudPchit*»
mo ne concederebbero a' proprietari licen-
za, salvo i diritti sovrani e le debite pre-
cawAoni a tor di J&^Z&Q ogni contravenzio-
ne. Che se un proprietario solo esitasse in-
-timorita dalle spesa di accingersi a questa
impresa, ecf allora con .piú di aggevolezza
e con minore perico¿(^M^ potreM^rojföfß
•txtrii tnchtHrietnti de? IMÉ1oíi luoghi- c<t;>Ueg¿i>*
ti in una rágionevóle e^ndiretta societa.
limitata produzione del sale, potrebbe anche
ascendere oltre dieci míla centinaja il prodotto
del solfato di soda.
2. Fabbricazione del $apone.
Dietro i prospetti del commercio Austría-
co compilati dal dipartimento contabile dell' i.
r. camera Aulica vengono annualmente» espor-
tati dalla Dalmazia dietro un medio di un de-
cennio 5353o centinaja di olio d* uliva e cal-
colando un barile d'olio a funti ia5 di peso
sporco, ne sortono dalla Dalmazia oltre /¡.sooo
barile *) a cui aggiunto il proprio consumo
di circa 18000 barile cioé meno di 5 funti per
individuo, é chiaro che la provincia producá
in termine medio annuí 60000 barile d* olio,
la di cui morchia calcolata a soli 8 percento
ascenderá a barile 4S00 ossia ad oltre 5ooo
centinaja, che coll' impiégo di 2000 centinaja
di soda si potrebbe convertiré in »8000 centi-
naja di sapo ne ordinario rappresentaisibe un va-
lore di oltre JO 6,000 fiór. : .:••••' ;
¡ & olio puro darebbe dei saponi piú finí
e di un maggior valore. La ¡fabbricazione del
sapone potrebbe: quindi formare un ramo di
commercio altivo,, edíintece. se ne introduce
dall' esteráof tutt<!> il bisognio. h >
,.•••» Vi-;. ; • f '
tía! ¡; 5.,, JPabbri^hQ di vetrami.
JUa Dalmazia possiede saldami, che si usa-
po,,con§uni!are nelle fabbriche di vetri a Vene-
zia ; carbón fossile ed u.na fonte inesaqribilé di
soda,, che potrebbe ritrarre dalle sue saline.
Quindi a bassissimo prezzo , aver potrebbe *tut-
li i prjncipali ingredientí per produrre del ve-
trame ¡ e Ja sua aituazione marittima é piú me-
*)' Nota. NelV ártico lo ch& trat ta va del-
lo scarso prodotto dell' oglio , in proporcio-
ne a questo suoto, N. ¿fi, si disse che venida-
no estratte approssimativamente ogni anno
20,000 barille dallä Dalmazia. Ma si ebbe
riguardo únicamente alia Dalmazia proprla-
mente detta, e non ai circoii di Ragusie
Caitaro, di cui non per anco potevasi fissdfe
un termine medio dietro ¿ seguid registri
decimali.
guente denudamento dei rnonti, dei col-
li e di altri tratti non si potrá por ri-
medio che dopo un novero di anni,
piuttosto lungo. I punti piü elevati man-
cano di térra vegetale, cui le pioggie
dilavarouo e nelle valli trasporta roño. A
correggere la loro nuditá dovrebbesi ri-
portare sulle parti denúdate un tanto
di térra, ció che ognun vede, nori é
impresa tanto facile. Sia puré; lascia-
-mo tali siti, e troveremo tanti altri,
assai piü acconci, e che presentano tut-
ta I' attitudine perché vi si possa plan-
tare un boschetto. Per altro converrá
riflettere, che nelle vette dei monti e
dei colli crescono cespugli; se questi si
moltiplicano, bastera il lasciarveli'per
qualche numero di anni, e formerapno
giá uno strato di térra vegetale (humus)
che servirá poi ad alimentare piante piü
grandi. E chi metlerebbe in dubbio, ¡che
in questa guisa si sieno formati coll'in-
dar del tempo sulle alture i boschi piü
folti? I
Tutto sta nel far rivogliere V att<?n-
zione degli abitatori di questa, provincia
non giá al solo presente , ma piuttosto
al futuro, e con quei mezzi, che le
circostanze presentano, provvedere an-
che agí' interessi de' nipoti e pronipoti.
La Dalmazia, per la sua posizione, é
chiamata a prender parte al commercio
non solo delf adriatico e del mediterrá-
neo, ma ben anco de' punti piü lonta-
ni. Ed in tale vocaziohe, perché non
ha piü frequenti i suoi cantieri? Quan-
to íegname da costruzione non eleve
comprare la Dalmazia per somme gros-
se e a danaro contante ? Quanto tenue
air incontro si é il ricavatü dalle legna
da fuoco, che ogni anno incariscono,
e che fanno vende re a man baciatá e
tronchi di vite, e rami d' ulivo , e sot-
tilissimi stecchi, purché si abbia che da
ardere. E trattandosi del combustibile
il dalmata dovrebbe accorgersi, che non
senza ragione la provida natura gli lar-
gheggio il combustibile minerale , ed
egli , che é tanto tenero delle cose pa-
trie , loro difensore ad ultima prova,
dovrebbe devenire ad apprezzare un pro-
dotto del suolo patrio, e farne uso non
diversamente che ne fanno tanti altri
paesi piü ricchi di risorse ma poveri di
boschi come noi. 11 combustibile mine-
rale, posto in uso sui nostri focolari,
súbito che vi é mezzo di evitare la puz-
za che tramandano i carboni del Pro-
mina, servirebbe eccellentemente alio
scopo , che ha di mira il presente ar-
ticolo, di raccomandare cioé la coltura
dei boschi ed il taglio giudizioso dei
medesimi.
VARIETA'.
La societá per la navigazione a va-
pore sul Danubio aveva alia fine del 1846,
3i piroscafi della forza complessiva di
299a cavalli. Si dividono questi in basti-
menti peí trasporto dei passeggieri, ed
in quelli di rimurchio; vi appartengono
45 barche di ferro ed alcune di legno
per caricarvi le merci, ed 8 barche peí
trasporto de' maiali.
Col principio del 1847 si aggiun-
geranno altri 7 bastimenti a vapore del-
la forza di 980 cavalli, quindi il servizio
sará fatto con 38 piroscafi, ai quali si
aggiungeranno 60 navigli di térra da ca-
rico, 12 detti per maiali, e 1 2 peí tra-
sporto del carbón fossile , e che saran-
no rimurchiati da appositi bastimenti a
vapore. Colla fine del 1847 la societá
avrá 46 piroscafi della forza di 5090
cavalli, e 100 barche da carico, di fer-
ro, coi quali navigherá sul Daubio, sul
Tibisco, e sulla Sava.
(J. d. oest. Lloyd. 2o5)
Si publica ogni giovedi. II prezzo annuo per Zara é di fiorini 4; Per semestre fiorini 2; per fuori franco di
porto fiorini 6; per semestre o trimestre in proporcione. Le associazioni si ricevono in Zara dai pro-
prielari, fuori da tutti gl' II. RR. Ufficii poslali.
Si riceve anche qualunque altro giornale in cambio di questo.
G. FRANCESCHI Estensore. ZARA., DEMAKCHI E ROÜGIER Proprietari Editori.
-C)-
menti, hadando alla formazione de'pra-
ti, ail'incremento ed estensione de'bo-
schi ; e non perdendo di vista contení
poraneamente un più ragionevole alleva-
mente del bestiame domestico.
Un territorio, che principalmente,
in quanto alla fertilité, potrebbe chia-
marsi terra promessa , si è il territorio
délia Narenta, e andrebbe a buon di-
ritto posto fra tanti allri in Dalmazia
in primo luogo, se sventuratamente per
1' ingiurie de' tempi più che per col-
pa d'uomini non se ne fosse formato
nido di febbri perniciose, aile quali a
stento resistono i nativi, raramente i fo-
restieri E se poi bilanciar si volessero i
vantaggi délia sua posizione pel commer-
cio, risulterebbe, che nissuna parte dél-
ia Dalmazia é in grado di vantarne ta-
ie. La Narenta, fiume reale, è navigabi-
le dalle sue foc i sino a gran tratto entro
terra, quantunque il suo fondo non pre-
senti dappertutto sicurezza al navigante,
per grossi tronchi d'alberi, che vi gia-
ciono nel fondo ; il territorio per cui
scorre il fiume , è a contatto coll' Erce-
govina , e tra questa e la Dalmazia non
esiste in quel punto che un confine i-
deale in aperta campagna , che si slen-
de fino a Mostar. Aile pendici dei raon-
ti, che cingono la valle, passa la stra-
da regia litorale, che da Spalato, di-
stante 70 miglia geografiche, conduce
a Ragusa. La natura voile radunar qui-
vi le sorgenti, che basterebbero per i-
naffiare i luoghi aridi délia Dalmazia ,
chè vi scaturiscono i fiumicelli N orino,
il iinme IN aro, il Biíivir, che tutti sboc-
cano nella Narenta ; hanvisi inoltre tre
stagni e piccoli laghi alimentati da bas-
si l'ondi e da numeróse sorgenti.
Quasi tutto il territorio è cinto da
monti , parte sterili, parte boschivi. La j
valle si allarga variamente ne' fianchi ; !
al confine turco pero si ristringe a sole j
2 miglia, e verso la foce a 2 112 ; clal- |
la foce poi sino al confine turco corre j
la distanza di 8 miglia. Vizioso è il ;
corso ciel fiume. A Fort' Opus si clivi- I
de in 2 rami, I' uno maggiore al nord,
1' altro minore al sud: quello è naviga-
bile anche con grossi trabaccoli fino al
confine ottomano, questo solamente da
barche minori. Se vi s' introducesse la
navigazione a vapore, sarebbe mestieri
cl esammarne dili gentemente il foudo,
e togliere ogni pericolo, ció che s' ef-
fettuerà compiute che saranno le boni-
ficazioni pregettate.
La pianura clelia Narenta ha la
superficie di jugeri 20,700. Le terre
coltivate , appartenenti a' privati pro-
prietarii in minute frazioni ascendono
solamente a 2,448 jngeri, vale a dire
alia g.a parte délia superficie incirca. I
terreni poi , che possono redimersi e
rendersi fruttiferi , si riducono a jugeri
15,o4'3 ; il resto délia superficie è oc-
cupato dai fiumi , dai laghi ecc. Anco-
ra ai tempi del veneto dominio aveva
rivolta 1' autorità politica la sua atten-
zione a questo territorio ed alla sua im-
portanza commerciale ed agrícola che
avrebbe potuto acquistare. Ma sot-
to 1' attuale i. r. governo appena si ri-
volse spéciale attenzione su questo pun-
to. Venne ordinato 1' esame e lo studio
del terreno ; lo si riprese da pochi an-
ni, e le relazioni concordano nella mas-
sima di bonificare cioè le paludi col-
le torbide délia Narenta. Fu accolfeo
il progetto, e s'ordinarono in conse-
guenza i progetti di clettaglio per ese-
guire i lavori preparatorii a fine di di-
ramare le torbide negli spazii paludosi
più depressi. Per la configurazione dél-
ia valle si esclusero dalle colmate le lo-
calità più lontane, potendosi queste ri-
durre a coltura cou fossi, con pianta-
tagioni e cou altri mezzi meccanici. Le
terre, cosi escluse occupano una .super-
ficie di 2,^75 jugeri, le altre poi, che
sono in posizione più o meno felice on-
de raccogliere le torbide ed acquistare
un liveilo prevalente di qualche piede
a quello del mare, risultano délia su-
perficie di 11,270 jugeri, e furo no di-
vise in g recinti, dei quali ciascuno sa-
rà suscettibile di formare uno o più
stabilimenti agrícoli.