Anno II. 1 8 4 6. I. 32.
F0GL10 LETTERARIO ECONOMICO
Inteso agli interessi della Provincia.
À
Escursione intorno airAdriatico.
(Cor.t. V. ¡1 N. preted.)
Da Zara proseguendo lungo la cosía fino a
Fiume non íncontransi piu cilla di qualche con-
siderazione. VFriona dei Romani, che fu gia re-
gia dei re Croali, non merita che uno sguardo
di compassione per la miseranda copia di rovine
e di sfasciumi che presenta, e per l'insalubrila
del clima, che vi ha quasi disimila la popolazio-
ne. Segna lungo il litorale eroalo dev'essere no-
lata per l'importanza del traffico che in essa si
fa colle granaglie d' Ungheria e del Banato, e
col legname dei monti della Croazia; é cittá ve-
scovile con una tenue popolazione, raa ben fabrí-
cala; il sito é flagellalo dalla bora , e la vegefa-
rione vi é assai stenlata e meschina. Venne fonda-
ta dai Galli senoni, che le diedero il nome, e
serví di rifugio a quell'orde di fuorusciti, che col
nome di Uscoccbi piraleggiando si resero cotanlo
ínfesti al cornmercio dei veneti nel i5.° secolo, che
poco manco non nascesse un'aperta rottura fra
quella república e la corte d'Austria, che ne'suoi
stati li aveva accolli solto la protezione della fa-
miglia Frangipani.
Nell'intervallo di circa 5o miglia fra Zara e
Segna nolansi i piu sígnificanti rivolgimenti fra
le coste di questo mare, e quindi'le piíi marcate
e profonde insenature dell'Adriatico. Dal canale
della Morlacca della lunghezza di ben 4o miglia
verso sud-est penelra il mare per un lungo e tor-
tuoso slrotto, spalleggiato da roccie elevalissime
ed inaccessibili fra Ierra, e vi forma una ben esle-
ía laguna, delta il mare di Novegradi^ e da que-
sta con ahro stretto vieppiu addentrandosi, forma
ena piu v'stretta laguna in guisa d'amminicolo,
che dicesi il mare di Carin. Piacevole è !a pro-
spetliva delle Ierre che s'addossano alie sponde di
questo più riposlo seno dell'Adriatico, e grazioso n'è
il discorrimento delle colline che lo circondano,
Se non che la vista rifugge, penetrando nella baia
di Novegradi, all'aspelto di quella rocca rovinosa,
che sovrasta al paese, nella quale perde la vila
Elisabella regina d' Ungheria per le mene e le
insidie d'un campione della religione caltolica, del
primate dei Templarii di Vrana,ivi fatta rinchiudere
insieme a sua figüa Maria, che fu poi la compagna
sul trono di Sigismondo imperalore. Riçco di pesca»
gione è il mare di Novegradi, e segnatamente di
oslriche,Ie quali arrivano a smisurata grandezzn,
e sono a preferenza ricercate per la loro squisi»
tezza. Enlrano in lempo del loro passaggio per
l'Adrialico a sollazzarsi a frotte i toni in questa
chioslra , e difícilmente trovano la via per fuggi-
re alia vigile bravura dei pescatori. Altenuata n'è
la salsedine dal commescolamenlo dell'aqua d'uno
dei più gran fiumi di Dalmazia, della Zermagna
(Tedanius)j che divideva un tempo la Liburnia
dalla Giapidia.
Percorrendo qneslo fiume atteggioto in forma
di canale fino ad Obbrovazzo (Jrgirunto), posto
al pie del monte Velebich, si resta grandemente
sorpresi dalle ognor varianti prospetlive de'ripidi
e scoscesi monti, che gli fanno bariera da ambo
i laIi, dagli enormi squarciamenti, e dai profon-
di buroni che vi cagionarono le ultime rivoluzioni
geologiche della Ierra , fra cui un cupo silenzio
ed un aere pesante e tetro per poco degnato da
un raggio di sole perpendicolare nelle ore del me-
riggio, infondono nell'anima la più romanlica mr-
stizia. Awicinandosi ad Obbrovazzo la natura si
presenta sotto forme meno severe, ma 1' imagina»
zione non vi trova più quel sublime slupendo di
prima. Merita pero uno sguardo il paesello popo-
lalo da poche centinaia di persone deditc in gran
Anno II« 1 § 46. I. 33.
F0CL10 LETTERARIO ECONOMICO
iGteso agli interessi della Provincia.
Primo viaggio da Ragusa a Zara in earrozza.
Dopo le periodiche corsé dei piroscafi, che
la benemérita societa del Lloyd austríaco da otto
anni ha slabilito nella Dalmazia, piu frequenti e
piü numerosi visitatori vi accorrono da ogni slato
europeo. Chi a semplice diporlo di un gradevole
viaggio di ruare a lato di amena variatissima ro-
stiera, e ira gruppi di scogli ed isole ubertose :
chi a studio della natura, de' costumi, della sto-
ria, delle arti: chi al cominercio intenti per rin-
veHire nuove sorgenti di vicendevole traffico.
Se si eccettuino le instancabili peregrinazioni
de naturalisli, ch'esplorarono le piíi alte cime del
continente dalmato, e le milizie che ne occupano li
principali punti di confine, a niuno sino ad ora
fra dato di percorrere coll'agevolamento di una
earrozza per una via, che si sviluppa nella lun-
ghezza di dugento miglia geografiche. Per chi vi-
sita le cilla maritlime della Dalmazia sopra l'ali
del vapore, ora si offre allro piü esteso campo
colla via di térra senza impiegare un maggior tem-
po di quello che passa tra un corso e l'altro del
piróscafo.
Sopra un viaggio di recente effeltuato in ear-
rozza da Ragusa a Zara, si ritrassero le segoenti
parlicolarita:
Da Bagnsa a Slano s' impiegano ore 5.
!•> Slano a Topolo —5
» Topolo a Metkovich- 5.
?> Metkovich, a Vergoraz 5.
35 Vergoraz a Duare- JO
» Duare, a Trilj e Spalato 10,
» Spalato a Traú 4«
" Traü, a Sebenico e Scardona io.
» Scardona, a Benkovaz e Zara 9.
Totale ore 6a.
Senza cangiare cavalli cómodamente si verifi-
ca tullo il viaggio in otto giorni, e con mezzi pin
pronti, in quattro, non compresa la notte.
Da Kagusa a Slano è osservabile il porto di
Gravosa, del quale è sponda la strada , il passag-
gio del canale di Ombla sopra comodo ponte na-
tanle , la valle di Malfi, i villaggi di Valdinoce, di
Cariñosa, co'suoi due giganteschi faggi, tra i quali
scorre salubérrima fonte, Bersecine nascosto da
bosco di nlivi, le campagne di Dubravizza di Mai-
covi e Slano, a mezzo miglio fuor di strada, con
un buon porto.
Da Slano a Topolo s'incontra una congerie
di monti boschivi, di stretle valli con alcuni tratti
di terreno diligentemente coltivati a Ternova, a
Mravince prima di ascendere il monte Mirogne,
che sta di fronte al monte Tmor, elevato sopra
il li vello del mare 2869 piedi vienn., a Smocov-
gliani, ad Oscglie ad a Topolo, che distano un
miglio dalla strada principale.
Da Topolo a Metkovich si passa la lingua
turca di Klek boschiva e montuosa, nel sorlire
della quale si mostra dall'alto in tutta la sua am-
piezza la valle di JSarenta , che si percorre a Jato
dei colli che la circoscrivono : per lungo tratlo la
sitada è del lutto piaña, amena e piacevole, e
sopra robuste dighe passa i seni paludosi di Bi-
livir e Pologuz/a. Metkovich giace alia sponda si-
nistra del fióme Narenta, vi è presso il mércalo
confinario di Unka, e traversata la valle, il vil-
laggio diVido, dove si colloca lantioa Narona,
per le lapidi, medaglie, monete e piètre incise,
che si rinvennero nei dintorni.
Da Metkovich alia torre di Norino si percor-
re la più ferlile parte delle campagne asciutte,si
tragilta il fuime Narenta, indi si costeggiano al-
tre palndi , che si perdono dopo la diga di Ore-
pak, ascendendo a Novotfelo. Da Yerbanj Prologh
a Prologh e da qui a Vergoraz si osservano le
tamenti ai bagni in proposito, in Italia, si reche-
rebbero al contrario cola con sommo vantaggio di
esso, e in parte di quel paese che meriterebbe in
veri ta una sorte migliore della presente per la sua
posizione (regina della dalmata terra) amena e su-
scettibile d' incremento non piccolo, cui è negato
da natura agli altri siti di questo un di fiorente
suolo. Cessiamo una volta di ricorrere in tutto
alie straniere nazioni ed approfiltiamo di quello
che ci diede la Providenza nel proprio terreno.
Facendo cosí rendereroo anche ad essa quel tri-
buto che le si compete, e ci domanda a buon
dritto. Prepareremo inoltre ai nostri posteri, che
ci benediranno le gelide ceneri, quel bene e quella
gloria che li awicinera un giorno alie più cuite
nazioni. Non si scherniscano cotali pensamenti,
ma si ponderino. Vo sperare nel cielo che lo si
fara. dott. TRIGARI.
SCirOLE ELEME1IT1RI ISí B.ILM1HA
I fatti,che con questi brevi cenni presentia-
mo ai nostri leltori, sono, dopo l'asilo di carita
per I'infanzia in questa centrale, prova novella,
che un oggetto di somma publica utilità, racco-
mandato che sia férvidamente, appunto per la
sua importanza non incontra in Dalmazia tante
difïîcoltà nel trovare gli animi di mollissimi di-
sposli e pronti a darsene sodamente pensiero, cd
abbracciare ogni incontro opportuno per promuo-
verlo e portarlo ove fia possibile, al suo compi-
mento. E questi falti sono: l'aumentato numero
delle scuole elementan in questa provincia nel
j 845.
La Gazzetta di Zara nel suo M 60 a. c.,
free menzione onorevole di moite persone beneme-
rile, che nel detto anno aiutarono ad istituire nuo-
ve scuole, ed a promuovere T insegnamento ele-
mentare. Trovammo, che in quest'ottima causa si
segnalarono nella diócesi di Spalato 8 ecclesiasti-
ci, 7 in quella di Lésina, e nella diócesi di Ra-
gusa 47 persone, tra cui 3 ecclesiastici; e nomi-
natamenle 3o individui di Cunnà, 9 di Oscrusce-
no, 4 d» Podobuchie, 2 di Ragusa, 1 di Prid-
vorje e 1 di Popovicbi.
Per tal modo ci gode l'animo nello scorgere,
che s'appagó il desiderio dalle superiori autorilà,.
e dai veri amici del paese ripelutamente manifesta-
to per la diffusione dell' insegnamento elementare,
e ene buoni risullati se ne vanno traendo mercè
le conseguenti premuroso raccomandazioni dalle
autoritá polit ¡che ed ecclesiastiche della provincia
estese a canche e persone dipendenti.
La tabella che siegue, porta per confronto i
dati relalivi agli anni 1844 e »845, e chiaramen-
te dimostra, come vi si é progrédito; che alie i5
nuove scuole aperte nel 1844 s'aggiunsero nel sus-
seguente 1845 altre 4' > in due an°i quindi il
bel numero di 56 scuole nuove1).
anni 1844 '845
i {
12 13
2 2
637 647
276 260
NELLA DIOCKSI DI ZA RA.
Scuole maschili maggiori
» » minori
« femminili »
frequentavano maschi
» , fem mine
non frequentavano, in tulto 725 1021
NELLA D10CESI DI SEBENICO.
Scuole maschili maggiori 1 1
» » minori 4 8
» femminili » 1 4
frequentavano maschi 372 533
» femmine 80 153
non frequentavano, in tutto 533 1077
NEL PROVICARIATO DI ARBE.
Scuole maschili minori 2 2
frequentavano 2(>4 202
non frequentavano 549 53g
NELLA DIOCESI DI SPALATO.
Scuole maschili maggiori 2 2
» » minori ii 19
» femminili #5 2 5
frequentavano maschi 948 1171
» femmine 189 234
non frequentavano, in tutto 3395 3526
NELLA DIOCESI DI LESINA.
Scuole maschili maggiori
» « minori
» femminili »
frequentavano maschi
» femmine
i
11
597 748
1 i 33
non frequentavano, in tulto i5i2 2910
NELLA DIOCESI DI RAGUSA.
Scuole maschili maggiori
» » minori
» • femminili »
frequentavano maschi
» femmine
i
23
i
'7
i 1
806 794
i 27 151
non frequentavano, in tutto 2090 242$
Lo stato deglx anni 1842 e' si trova nel N.° 20 di puesto giornale a. 1845.-
{>arazione fatta (la lui cseguire, opera, per il cui >0011 esito, non è da dirsi, quanlo la famiglia
GaliiTi gli si moslrasse riconoscenle, talchè il Na-
chich nella detta memoria lasciô sî délia mede-
siraa, che de'gentil! e colti Traurini, da' quali,
durante il di lui soggiorno in quella cilla, era
quasi a gara accollo e fesleggiato, i più grali ed
affetluosi ricordi.
Nel J798 divenula forlunatamenle la Dalma-
fcia auslriaca, e destinai! al suo governo sulie pri-
me il co. di Thurn, indi il bar. di Carnea Stefa-
neo, ed il co. di Goëss, illustri nomi, che ne' Dal-
mati tutti risvegliano sentimenti di venerazione e
rispettosa indelebile riconoscenza per molli titoli,
ed in parliculare per la generosa loro affezione
a' médesimi, per le moltiplici elargite somme bene-
ficenze, e per la intéressante loro premura di rag-
giiinger lo scopo del loro potere, cloç la felicita
del popolo dalmato, chiamarono essi presso di
loro y ed acceltarono le sponlanee offerte di quei
Dalmati, dal sapere ed esperienza de'quali atten-
der si potevano lumi, o travagli a bene ed a van-
taggio délia patria alie loro cure affidata.
Priva in allora la Dalmazia di licei e scuo-
le del le seienze maggiori,. si offerse il Nachich al
co, Thurn a dettar lezioni di matematiche in Za-
ra, offerta accolla con piacere, e dal co. Thurn,
e dalla commissione aulica degli studii, cui rassegnô
il piano Felativo, che venne approvato, dietro di
che occupossi nella detta istruzione con scelto
numero di giovani appartenenti a militari distinte
famiglie; successivamente migliorô il Nachich e
ricostrusse gran parte del fabrícalo délia gran
guardia in piazza de' signori, alcuni tratti délia
marina ^ occupossi in parecchi lavori architettoni-
ci, e fu il primo che mosse il progetto di ridurre
a ruotabile la strada, allor campestre, da Zara ver-
so Bencovaz, co-oie ideato aveva, durante il tempo
che fu a Traù, quella da Spalato verso Sign.
Non appena intrapresi detti lavori stradali
di Zara, la superiorità di Knin, allor presiedu-
ta dal tenente colonnello cavaliere Sinobad, cal-
colati i vantaggi che ne deriverebbero a quel vasto
distretto, di cui facevano parte i territorii di Knin,
Demis e Verlicca, dall'apertura di una strada ruo-
tabile da Knin verso Sebenico, città marittima la
più vicina ai detti territorii, con la quale quegli
abitanù tenevano, come tengon oggidi le loro rela-
ïioni, si di ospital amicizia che di commercio ed
interesse, provoco per la sua esecuzione gli assensi
del governo r che vi aderi con applauso e soddi-
sfazione, perché convinto che le aperture , ed i
miglioramenti delle slrade sono, senza dubbio, i
priuni passi che preparaoo in qualunque paese
il risorgimento deiragricoltura e del commercíor
appunlo tanto necessario, ed in allora specialmen-
te per la Dalmazia, e convinto che il buon esem-
pio avrebbe servito di eccitamenlo agli altri.
Per desiderio del Sinobad, e de'capi del di-
stretto di Knin, il Nachich assunse la direzione
di detta strada , lasciando quella di Zara , che
condotta gia aveva fino Babindub, al suo amico
e collega Francesco Zavoreo, coito e benemerito
dalmata, giá direttore delle fabriche in provincia,
degno di onorala menzione.
Giunto il Nachich a Knin, fu proposto, q
vi aderirono unanimi tutli, funzionarii publici,
possidenti, religiosi, corpi morali, moflacchi, di
eseguir il lavoro slradale senza verun publico ag-
gravio: nelle oblazioni volontarie aperlesi, nessun
volle rimaner escluso; le famiglie civili contribui-
rono tosto non lieve somma, e non poche ven. li-
re 1800 e 2000, le morlacche, fra le quali si era
destafa perció generosa gara, oltre di assoggettarsi
alia fazioue, si assoggeltarono puré al contributo
di 20 car. circa per individuo, e non poche con-
tribuirono inoltre in danari ven. lire 5oo, 1000
e J 5oo.
Tali esborsi, oltreché spontanei, non pre-
giudicavano allora gran fatlo aH'economia delle
famiglie morlacche, fornite com'erano in generale
di mezzi sufficlenli a' lor biso^ni anch'estraordina-
rii, in grazia specialmente della legge agraria r
legge providissima, regolatrice la distribuzione del-
le publiche terre, secondo i bisogni ed i meriti
non solo, ma il destino pur anco de'miglioramen-
ti, la qualita delle collure, la buona tenuta degli
animali, la conservazione de'pozzi, e vasche, non-
che de'gai e pascoli, l'annua curazione de'canali e
fossi, provvedimento questo indispensabile special-
mente dopo i lavori idraulici eseguili in varié
partí della provincia sotto diversi proweditori
generali, ed in ispecie sotto il Contarini; legge
rhe sebbene considerar si voglia, perché contení»
plava la inalienabilita de'terreni, e la esclusione
dalla loro comparlecipazione delle femmine, qual
contraria al prosperamento dell'agricoltura, e delle
famiglie, per le particolari circostanze del paese,
e suoi individui, peí provvido modo, con cui ve-
niva applicala in vía di grazia, anche a favor
delle femmine e dal veneto principe, e durante la
prima felicissima attual dominazione; era allora e
lo sarebbe stato anche in appresso, per non bre-
ve lempo ancora, almeno in \ia di eccezione, op-
portuna ed anzi única al vero ben'esscre delle fa-
miglie morlacche.
L'improvvisa sua abolizione invece sviluppó
la brama impaziente degli acquisti, e bene spesso
AunoII. 1§46, 1i. 36.
FOGLIO LETTERARIO ECONOMICO
Iateso agli interessi della Provincia.
I X/ L/iPIDE ROMANA A KISTAGNE.
DIY . V
. A . LI:G . XI c .
.. . F « DOMO . VERO
NA . AUN . LX1II STIP
XXXXIII • T • F • IVSSIT
PAISTAGATHVS
L1B . F . C .
Inlorno alia lezione di questa lapide, préga-
lo l'emerito professore sig. Pietro Niseteo, delta-
va ai 19 di ott. 1840 le seguenti dilucidazioni :
«E alquanto tempo che la mia collezione e-
pigrafica possede 1' iscrizione rimessami, su! méri-
to della quale mi si volle consultare. Ella è una
lapida sepolcrale , ma resa imperfelta dalle ingiu-
rie del tempo nel lato superiore. Non porta veru-
no dei tre nomi del defonto, giacchè dalle sigle
Div . T . della prima linea parmi non si possano
derivare. Le copie, che io ebbi col mezzo di mons.
B...,. e del sig. pretore R.... mi assicurano che
nella seconda linea siavi una o (c inversa) a cui
segue la sigla LEG. ; donde si viene a conoscere,
che la lapide apparteneva al sepolcro d'un milita-
re , di patria veronese , ch'era gianto al grado di
centurione. Certi di ció, si oltiene una spontanea
lezione : CENTURIO LEGIONIS XI CLAUDIA PIAE FIDELIS
DOMO VERONA ANNORUM LXILL ST1PENDI0RUM XXXXIII
TESTAMENTO F1ERI JUSSIT, PANTAGATHUS LIBERTUS
FACIUNDUM CURÀVIT.
Questo soldato, che ha militato 4^ anni,
forse pria d'entrare nella legione xi, avrà servito
in altre legioni ; in questo caso la sigla DIV po-
Irebbe dirsi un frammento del norae abbreviato
della legione ADIUTRICE , e le sigle v.... c. un re-
sto deüa legione y macedónica. Ma non vale ¡m»
morare sopra queste dubiositá, che non tolgonu
il mérito della lapida.
Nella raccolta dei monumenti lapidarii dal-
matini, ch'io possedo, abbiamo prova certa, che
la legione xi era di presidio in questa provincia
ai tempi dell' impero di Tiberio, negli arini 771 e
772, quando in uriione alia legione vil lavorava ai
ristauro delle strade che partivano da Salona. Que-
ste due legioni non avevano nome fino all'anno di
Roma 795; ed in quest'epoca, rimaste essendo fe*
deli nella ribellione di Gamillo Scribonio, legato
di questa provincia, l'imperatore Claudio, loro
diede in giusta ricompensa i liloli di CLAÜDIE PIE
FEDELI (Dione l. 60 c. i5), e con questi nomi
esse due legioni sono pórtate da parecchie iscri-
zioni dalmate della mia collezione. Abbiamo da
Tácito St l. 2. c. 11, che la legione xi seguitas*
se ad essere di guarnigione in Dalmazia all'epo-
ca di Oltone e di Vitellio, che dichiarata si fosse
peí primo, e che dopo la vitloria» di Bebriaco fos-
se da Vitellio rimandata agli anlichi di lei quar-
tieri. Nella successiva guerra tra Vitellio e Vespa-
siano, sollo il comando di Annio Basso, prese es-
sa il partito dei Flaviani, in unione a 6m. dal-
matini (Tacit St. L. 3. c. 5o), e rese importanli
servigi nell'esito fortunato di Vespasiano. — Ac-
chetati gli aíFari in Italia, successe in Germania
la guerra conlro Civile, ed in quest'occasione,
l a. 823 di Roma , la legione xi con altre quattro
fu spedila a reprimere rardimento di Civile. Sia-
nio di ció assicurati dal celebérrimo cav. Borghe-
si, il quale coll'aiuto del códice florentino, retli-
ficando il passo di Tácito St. L. 4- C. 68, ove
si legge: LEGIONES VICTRICES VI ET VIII, ha prova-
to negli annali dell'istituto archeologico di Roma
dell'a. 1839, lf>g8pre S1 dovesse: LEGIONES XI
et vm, e con ció venne delerminala la data, in
cui cessó la dimora in Dalmazia della legione XÍ
Giovanni Hicolo Tninovich \aeliieli.
(Fine. Vedi il N. preccd.)
Compiuti i lavori interinali, intraprese il Na-
chich quelli per la regolazíone definitiva del tor-
rente Dragogna ; presentó in dicembre 1802 al
governo di Venezia il piano relativo, opera divisa
in sette capitoli, coi corrispondenti tipi, in cui
ritenne di aver conseguili con chiarezza , precisio-
ne ed ulilita que'importanlissimi fini, conlemplati
dalla sua cominissione, compiuta la quale, pote-
vano ben lusingarsi i Piranesi di veder elevato
quello stabilimento a stalo prospero, assicurata la
sorgente primaria di loro ricchezza, e , la inercè
di un governo grande e benefico quale l'austriaco,
tolte le anteriori leggi reslrittive, 1'industria dei
popoli, e la fecondità della natura.
Nel presentar il suo piano, spiegô il Nachich
che sarebbe felice, se il favore della superior ap-
provazione arrivasse a consolidare la lusinga di
aver combinato con l'intéressé publico il bene de-
gli amati Piranesi, ma nel lempo stesso riílelté
che l'oggelto non sarebbe conseguito che per me-
ta, qualora non si vegliasse altenlamenle sul man-
tenimento costante delle progeltate costruzioni, onde
togliere, che si rilorni a quello stato di desolazio-
ne, per cui ne rimase si vivamente interessata la
premura dell'augustissimo Monarca.
Infatli opportuno era ben Tav-vcrtimento, giac-
chè egli è in física, come in morale che convien
riparare a'principii, onde i mali ingigantili per
una pericolosa trascuranza non giungano al punto
di render ogni rimedio impossibile, od almeno
della massima difficoltà e di grandissimo peso.
II piano del Nachich venue approvato, alcu-
ne delle opere vennero anche eseguite, ma con
qualche intervallo, perché veniva egli di spesso in-
caricato di altre commissioni, come per congeneri
lavori alle saline di Capodistria, di Muggia ed
isola , per la livellazione della foresta di Montona,
a fine di liberarla dalle aque, di cui presentó un
piano semplice ed economico, ed altre. Alcune poi
delle opere proposle col detto piano, ed anche ap-
provate, nella parte cioè che contemplavano la de-
molizione della rosta de'molini Schiavuzzi, dello
sradico de' boschi Comodor e Grande, ebbero de-
gli ostacoli che ne impedirono la esecuzione ; al-
tri ostacoli, e ben maggiori trovó il Nachich per
l'esecuzione di un canale, ossia scaricatore, opera
ch'egli invece considerava la più essenziale di tul-
te, anzi quasi Tunica efficace, a cui mezzo nelle
montagne le aque, senza danno della valle, potes-
sero scorrere sollecitamente al mare, senza gravi-
tare ai í'ipari della valle inferiore, opera che in
parita di caso eseguila, a fronte di molla contra-
rieta nella regolazione delle aque del Carban,
gli assicuró la completa riuscila dell'adottalo si-
stema. Or che it Nachich non é piü, si deve pur
a sua lode ricordare , che 1'evidente interesse ri-
solse alia fine i Piranesi a sradicare que'boschi,
e la rosta Schiavuzzi, che volie conservarsi, con-
tinuó a sempre piíi impedir la libera progressione
delle aque, con danno della valle, e fu causa che
i molini medesimi divenissero (eos} era almeno
fino a qualche anno addietro) per i proprietarii
forse piü d'incomodo , che di vantaggio. Ma il ca-
nale ossia lo scaricatore, che secondo il piano
del Nachich doveva esser alto iré piedi, sopra il
comune li vello del mare, largo 5o piedi in testa,
colle sue arginature, e della lunghezza di soli pie-
di 120; giacché cosi largo, con linea tanto breve
peí caso di escrescenza, avrebbe poluto scaricare
altrettanta aqua, quanto ne avrebbe mai pórtala
il fiume maggiore, composto con cemento di cal-
ce, e térra rossa del Carso, che sott'aqua divien
col tempo e pin solido e piu forte, di# cui a ve va
pur formato Jo scaricatore delle aque presso i mo-
lini di Traíi, dopo aver riconosciuto che lo eran
del pari le fondamenta, ed i muri di parecchie
fabriche romane in Istria ed in Dalmazia, non si
é voluto ancor eseguire, forse perché occupar do-
vrebbersi alcune proprieta privaté, ma qualunque
ne fosse il danno, che con tal occupazione aves-
sero dovuto resentirne i Piranesi, il Nachich ne
lo calcolava assai tenue in confronto ai varitaggi
che ne sarebber derivati coll'assicurare, mediante
la sua coslruzione, la perenne prosperitá della
valle salífera, e quindi la fonte principale di loro
ricchezze.
Alie dispiacenze del Nachich, causategli dalle
contrarieta suddelte, si aggiunsero le inquietndini
per la guerra con la Francia, e l'arrivo stesso
dei Francesi in. momento che aveva egli le piu
fondate lusinghe di conseguir dalla grazia del suo
Sovrano il premio di sue faliche, un posto corri-
spondente a' suoi lumi, giá presagitogli; laonde
attaccato per tanti doverí all'augustissima casa
d'Austria, evitó di assumer servizio sotto il nuo-
vo governo, e s'era risolto a viver privato a scri-
vere e sulla nautica^ opera che avea divisa in
due partí, di cui la prima aveva qualche tempo
inanzi presentata al governatore di Trieste bar. Lo-
vatz, e sull'idraulica, scienza sua predíletta di cui
avea unile le opere piü distinte, come avea ricca
raccolta archeologica, di numísmi, di altri li-
bri ec., e ad oceuparsi puré dell'educazione de'fi-
gli, resi piu numerosi per aver accolti anche gli
orfani nipoti dell'unico s:iio fralello Paolo, capi-
Anno II« 1 8 4 6 M. 3§.
F0GL10 LETTERARIO ECONOMICO
Inteso agli interessi della Provincia.
afiozay . ^Dax^eu
brano di §toria Iliteraria illirlca
del «ecolo XVI.
DI
GIOVANTfl KVKV6X.IEVXCH SAKCINSKt.
(Dalla Daniza a. 1846.")
Col finiré del buio medio evo, cominciarono
ntiovamente rischíarare lo spirito delle principali
nazioni europee i blandí raggi del sapere e del-
la dottrina. L'uso incessanle dell'armi mortifere,
la sanguinosa ferocia e tirannia dei secoli bellico-
si, aveano inselvatichito 1' Índole di quasi tutli
que' popoli, che illuminarono 1'umanítá. L'Iialia
sola disgiunta dai confini dell'Asia, e libera dalla
vicinanza barbarice, nutricó dentro sé il germe
della vita intelieUuale. Pressoché tutta Europa dor-
miva, quando essa sola s'animava alia voce di Dan-
te, Petrarca e Boccaccio. Questo spirito contenne
nella loro nazione l'amore alia scienza ed alia poe-
sia; e, mortí essí, anche allora gl'Italiani, dacché
ne' secoli xv e xvr approdarono molli esuli greci,
forniti di larghe cognizioni; fácilmente ridesti dal
sonno e scorti da questi nuovi Istitutori, sorpas-
sarono nelle scienze le altre nazioni. Viaggiavano
allora I'Italia, oltre dei Greci gia stazionati, Fran-
cesi, Inglesí, Spagnuolí, Tedeschi e Slavi. A Pa-
dova, Bologna, Roma, Firenze e Yenezia, essi
attingevano le scienze e dottrine del tempo , che
quindi diffondevano peí loro lontani paesi. Le re-
gioni illiriche piu prossime alie provincie ilaliane,
parimenti spedivano la gioventu, perché si rischia-
rasse nello intelletto: nía era piccolo il loro nu-
mero, cosicché pochi poterono adoperarsi colle a-
prese dottrine a vantaggio della propria nazione.
Gran parte delle nazioni illiriche gemeva solio il
giogo ottomano, altre stavano in eterna sfida di
armi sul limitare della patria in difesa delle so
stanze e della vita. Bagusa sola con breve tratto
della Dalmazia , conservando in neutrale política
l'antica liberta , poté progredire negl'insegnainentí,
nelle leltere, nel commercio e nell'opulenza.
Nel quirulicesimo e decimosesto secolo sor*
sero in Ragusa i primordii della scientifica, o me-
glio, della poética e dotta letteratnra illirica ; per-
ché di scritlure ecclesiasliche e politiche avevano
gl'Illirii in copia già da più secoli, e cantavano
i cantí nazionali colla vita della nazione.
11 décimo sesto secolo diede molti scriltori
e scriltrici illiriche; ira queste la più illustre è
Fiora Zuzzeri, celebrala da molli sî nostri che
italiani autori, della quale parmi utile in quesli
fogli dare alcuni cenni.
Nacque Fiora circa l'anno 1555 in Bagusa,
da Francesco Zuzzeri e Marina Radeglievich
Ricco ed onoratissimo cittadino era il padre di
leí, estimatore della virtù e della collura. Oltre
di Fiora ebbe cinque figlie: Nicoletta , Lucrezia,
Eloisa, Calerina e Margherita; fra qucsle Fiora
era la secondogenita, ma su tutte primeggiava per
acume d'inlelletlo, per spirito elevato e bellezza.
Secondo l'usanza di tutti i ricchi casali, e le
famiglie ragusee di quel tempo, si occupavano i
Zuzzeri oltre della merca tura, specialmmte nel
sapere: le memorie contcmporanee ci parlano di
La famiglia de'Zuzzeri di origine bosnese, si stabili in
Ragusa sul finiré del 1300. Ebbe in pertinenza il viltaggio di
Samandria, ed il titolo ducale. Nel 1460 essa appena si privó
di quelle tenute, nientre interessi più forti la chiainavano altro-
ve. Fu ascritta nel 1430 alla eittadinanza ragusea* per la quale
dovette rinunziare al titolo antico: raro, ma non unico esempio
in quanto conto venisse tenuta questa distinzione republicana!...
Anche la famiglia materna di Fiora conta un'anticliità di citta-
d¡fianza eguale -j non pero cosí nobile principio.
Rota del Traduttore.
Grimani arcivescovo di Udine e Principe Pa-
triarca d'Aquileja, riferibile al vescovo di Cat-
taro Paolo Bisanti, creato nello scorcio del 15^6
di lui euffraganeo nell' arcivescovato e vicario
generale nel patriarcato di Aquileja, senza piü
farsi malevadori se fu edita o meno, non es-
^endone tampoco cit^to Tautore cui appartiene.
» Ma perché non poteva Giovanni aver
v> un* ora sicura per 1* amministrazione deila sua
•» Diócesi, diede commissione a Paolo Bisanti
55 vescovo di Cattaro di compire ai suoi doveri.
» Di questo abbiamo che abbia governata la
" «nostra chiesa dal i 5-j7 sino al 1585 , ed in
a questo intervallo di tempo si raccoglie dalle
sue lettere spedite al nostro prelato, che a-
« vesse >ri«iodernata la licenza de' costumi, chiu-
« se ne' monasfceri le Vergini e studiato alia lo-
« ro onestá : «corrétti i viziosi chierici, reintro-
« dotte le canortiche preci, messa in pratica in
« molti capi la disciplina stabilita nel Concilio
" di Trento¡: ridotti ali' obbedienza del Prelato
« diversi chierici che non voleano riconoscere
" per loró Metropolitano; fatta continua guerra
" all'eresia, e banditi affatto certi perversi uo-
« mini che tentarono d' introdurvi il Luterani-
55 smo; visitata la Diócesi a parte Véneta del
« i58o, nell'anno dopo la Carintia Stiria e
s' Carniola, e nel 1583 il Contado di Gorizia,
9» il Carso, Vipaco e Gradisca. Di queste ulti-
me visite diede ragguaglio a 11* Arciduca d' Au-
f stria Cario, e tra le altre cose che gli disse
•?» d'aver operate é anche una d*aver a grandis-
55 simo stento raccolti 2 mila volumi fatti spar-
v> gere da Lutero per corrompervi quelle genti,
55 e questi tutti in una volta abbruciati. Anzi
» che per mettervi tutto il riparo che potea
« contro di quest'empio, scrisse una lettera al
si legato Apostol co Malaspina, che allora si tro-
5» vava in Gratz, perch'egli vedesse d' impegna-
5> re il braccio secolare in riparo di tanto male,
ri che si andava preparando di contaminare tut-
« te quelle provincie. Né ancora pago di questo,
impetro licenza da Giovanni, che gliel'accordó,
íi di tenervi un Sínodo Diocesano, avendo prima
55 stabilita Aquileja e poi Udine. Ma quando cre-
de va di non avervi altra opposizione, provó con-
« trarii i Capítolí di Aquileja e Cividale clie con-
tendevano sopra la preminenza del luogo e di
•?» portar il voto. Ridotti questi a dovere, non
v puoté oUenere il $uo intento, che alzati que'
» di Udine, si diedero a contenderla con que'
55 di Cividale sullo stesso punto. Stanco il Pre-
« lato di piü sentíre tali contese, porto un De-
5> creto in cui ordinó la celebrazione del Sino-
» do senza pregiudizio di alcuno. Si celebró
»» percíó del i584 a» 26 di Novembre, detta
» avendo la messa Cesare INorino vescovo di
» Parenzo che allora faceva figura di visitatore
»5 apostolico in tutta la nostra Diócesi. A que-
" sto non intervennero che 5oo chierici, 1'ar-
« cidiacono di Carintia , 1* abate Orlistauense,
55 il preposito Ebrendorffense, 1'abate di Gitie
*1 Lostronense, e si compi secondo le for-
5» mole del Sacro Concilio di Trento, terminato
55 ai 4 di Dicembre. Finalmente fattosi un gran
55 mérito pres.so del Prelato e di Dio, 1* Uomo
5» Apostolico il nostro Paolo Bisanti se ne mo-
55 ri del 1587, e t¡li fecero di bei funerali, col-
55 la recita d'una Orazione fúnebre fatta da Gi-
55 rol amo Bigarella, e recitaU nella Cattedrale
55 di Udine. «
E noi pessediamo un m. s. di carte 12
dov*é registrato il Decreto 2 Ottobre i584 che
intima il Sínodo sullodato, e gli Atti della I.a
Sessione tenutasi il 26 Novembre 1584 nella
Collegiata di Udine, ed ancha una serie di 36
canoni in materia di ecclesiastica disciplina emeí-
si da Paolo il 16 Novembre »58o. (sará <cont.)
U. R.
COLTIV AZ10NE DEL GRANO A SOLCHETTI.
Nel 35 an. pas. dell* eddomadario La
Dalmazia, si legge Tarticolo cóltura de\l gra-
no per trapiantamento; e credo che giusta-
mente vi si é detto: II método non é applica-
bile appo di noi»
Supposto anche le donne e fancitilli adat-
tar si vogliano al tedioso trapíanto, e che lo
eseguiscauo a dovere, un grande ostacolo sa-
rebbe in Dalmazia la stagione in cui farlo:
Febbrajo!
Vero che il clima /li questa provincia k
mite; ma vero ancora che la trapíantazione
dovrebbe farsi a tempo piovoso: potrebbero,
vorrebero i fanciulli e le donne sopportare qvel-
-C 4-28 )-
Ne! modo cornu ne , cresciule 1' erbe seU
vaggie fra il grano, è d'uopo svellerle colle
mani, e cio convien fare quando la terra è
molle da pioggia, in conseguenza la pressione
de' pied i e il peso dçll' pperajo indufiscono la
superficie di quelle orme pedestri , con grave
danno delle vicine pianticelle. I lavori col sar-
chio son più solleciti, rendono soffice, anzichè
indu rire il terreno.
Oltre a cio non sarebbe ïmpossibile che
un meccanico inventi uno strumepto, conduci-
bile da due uomini, che producá efFetto simile
ail'azione del sarchio , e per più solcbi ad un
tempo. 11 rastello a sei vomeri che l'Astori
abbino al suo seminotajo, puo darne una idea,
e agevolare l'invenzioue del nuovo strumento.
Le difficoltà dunque di applicare a grandi
estese modi agrarj riusciti utili nelle sperienze
in piccolo, restaño solo nell* opinione inesper-
ta e nella ostinazione dell' uomo avverso aile
utili navilà, troppo ligio aile pratiche degli avi
suoi ? e che non si lascia vincere dal razioci-
nio délia sua mente, ma solo, e non sempre
dalla vista d'un esempio materiale. Un solo
genio per ogni capo-luogo o fra più ville dél-
ia noslra Dalmazia potrebbe moltiplicare gli
esempj, e generalizzare a poco a poco le uti-
li pratiche. JDeh! svegliatevi, o Dalmati !
G. BHA.
00 HERCIO,
Billibrigh. Generi i/itrochtti dali' olto-
mano mediante il rastello dal di i.° set*
sembré a tutto i5 detto.
Bovi n. 109; caprini e pecorini 1474- >
aguelii i¿f05 cavalli 1 ; formen to funti 12,700;
formenlone f. 12,700; orzo £ 1200; tavole
d'abete 2200; frutta f. 83o.
Estratti per V ottomano. Acciajo funti
45|; arsénico f. ; allume 3i3; agrumi
f. 836; carta f. i3og; caffe f. 3611 ; filati di
cottone f. 5436; generi diversi f. 5253; incen-
zo f. manifatture cotlone f. olio
f. 1209; pepe f. 3i£; pipmbo f. 2630 ; palli-
ni f. i5o ; riso f, 16470; rubbia f. 3}^; spi-
riti f. 276 ; stagno f. 3oo ; sal amoniaco £ |63;
çapope f. 35I8; vetlri f. 19^7; vetripl F. 157 ;
vino f. 354zucchero f. 35 19, zplfp f. 566.
. ... 1 •..;,,—:— :— ———>—r——* - i^ i < 111. • 111.. T
PROGRAMMA.
La vita un semplice frate parra cosa
troppo leggiera in questo secolo avvezzo all*
scene truci de' romanzi; ma tale nou lo è a chi
cerca un modello dell" umile e virtuoso vivere,
massimamente se la persona di cui si narra si
fece ammirare per iscienza e per religiosa pie-
tà. E tale fu sicuramente il Padre OTTAVIO
JANCOVICH detto SPADEII di Zara, Yéscovo
ad Arbe, quindi ad Assisi, di cui la vita,
le ge-
eta e le doti intellettuali e morali si recó a nar-
rare il moho reverendo Padre Costantino Bo-
ocich conosciulo per dottrina ed erudizione. Di
•questo lavoro noi imprendiamo Y edizione nel-
la speranza che trattandosi di un uomo che
fece tanto onore alia nostra patria, sarà da tut-
ti accolto volonterosamente ed aggradito, mol-
to pîù ch' è dedicato ail' lllus. e Rev. Mons.
GIOVANNI BERCICH Yescovo di Sebenico. Pre-
gliiamo quindi che chiunque bramasse di aequi-
starlo, e lo deve ogni buon patriota, faccia
tenere il proprio nome alia tip. Demarchi-
Rougier in Zara, presso cui s' apre relativa nota d' associazione. *• . . . 1 L opera sarà m ottavo e conterrà pagine non
meno di 100, in carta fina, caratteri nitidi e
nuovi, con in fronte il ritratto del Padre,.OT-
TAVIO JANCOVICIÏ in litografía. Ï1 suo pfezzo
sarà di car. 35 pei sigg. associati. Le assocciazionl si ricevono anche:
In Sefegnico presáo il sig. Fausto Inchipstro.
» Sulfato « » Giuseppe Peraarchi.
« Ragusa » » » Martechini.
Si publica ogni giovedi, II prezzo annao per Zara è di fiorini 4 c per semestre fionftw 2 5 per fuori franco di porto fi,oriui 5, per
semestre o trimestre in proporcione. Le associazioni si ricevono in Zara dai proprietari, fuori da tutti gl'II. RR. Ufficii postali.
Si riceve anche qualunquc altro giornale in cambio di questo.
G. FRANCESCHI Estensore» ZARA, DEMARCHI E ROLGIER Proprietari Editori.
5.
6.
8.
9-
ío-
11.
12.
>3.
»4.
*5.
16.
17.
»8.
19.
20.
21.
32.
33.
34-
25.
36.
27*
aspersa. .MÎ/Z. = H. grísea. JDÍ'/W. = H.
variegata. Gm. si trova in colore e
disegno molto varia nelle parti pia-
ne e litorali della provincia.
55 Var. fia vica n s Costa. Zara,
naticoides Drap. = H. neritoides. C/i. =
H. aperta. Born. Castelli di Trau. Canali.
vermiculata. Müll. Cornu ne , varia infinita-
mente in grandezza, colore, e forma più
o meno globosa.
nemoralis. Lin. Fier boschi pantanosi.
austriaca v. Mïihlf. = H. vindobonensis.
Fer. Na renta.
II. Helicella. Fer.
celia ria. Mïdl. Zara. Scogli di Zara. Sli-
vnizza ecc.
fulgida. Part. = ? H. eellaria. Var. Nobis.
Dalmazia.
bydatina. Aassm. zz= teñera. Fauve Biguet.
Villa. Zara Lesina.
crystallina. Müll. Vellebit.
cinctella. Drap. INon molto frequente riel
circolo- di Zara.
Ölivieri. Fer. H. parumcincta. Parr. = di-
lucida Z. =• H. ornata. Jan. =r H. bizona.
v. Mühl f. 3Non rara per tutta la provincia,
carthusiana. Drap-. Curzola. Ragusa. Budua.
claustralis. Z. = H. carthusianella. Var. maj.
Rossm. Non corauíie nella Dalmazia.
carthusianella. Drap. ™ H. carthusiana.
Müll, comunissima per tutta la provincia,
incolata. Drap. =. carthusianella. Var*
Rossm. Meno comune della precediente,
gregaria. Z. =z H. carthusianella Var.- No-
bis. Spalato.
consona. Z. Var. Nobis. Capocesto¿
vicina. Var. Rossm. Schm. Cattaro.
conspurcata. Drap. Lésina. Curzola. Ragusa»
apicina. L¡am. Dalmazia.
striata. Drap. = intersecta. Poiret. Varia
molto in grandezza e colorito lungo le co-
ste del continente e sulle isole della pro-
vincia. Si trova di distinta bellezza presso
il ponte turco sul fiume Rerka, località
denominata Roncislap.
variabilis. Drap, sulle isole e nelle parti
littorali della Dalmazia.
M Var. a. di molto grande dimen-
sione, = H. egregia. Z.
Nona.
2:3»
29-
30.
31.
32.
33.
3«.
35.
36.
57.
•58.
39.
40.
41.
42.
43.
44-
45.
46.
47-
48.
49.
50.
5r.
53.
53.
54.
55.
56.
b. = H. rstriensis. var. v.
Mühlf. Zara.
H.v obsoleta. Z. Za-» c. :
• .'••' ra Nova,
variabilis. Var. d. = H. nebulosa. Z. No-
• na. Ragusa etc.
n • n • e. —H. maculosa Z. =pu-
1 * stulosa. Z. canali.
» J5 f. = agreabilis. Z. Stenz.
Zara. Spalato.
>» » g. =:H.Zaraensis v.Mühlf.
Zara.
varia. Jan. Dalm.
varians Stenz. Lesina etc.
pisana. JVJüll. — H. rhodostoma. Drap. ~
H. sarda. Z. comune in tutta la
provincia e molto variante.
« Var. a. rosea. Sandr. Zara.
M u b. albina = Carocolla cinae Mke.
Frequente.
« « c. latilabris. Nobis. Zara.
» » d. elevata. detto. detto. Rara,
cespitum. Drap. = fasciolata. Poir. Spala-
to. Vodizze.
ericetorum. Müll. In tutta la provincia, pe-
ro non molto comune.
» Var. albida major. Nobis. Cri-
voscie di Cattaro.
homoleuca. Parr. — H. instabilis. Var. Z.
Nobiy. Pago. Rnin. Sign,
neglecta. Drap. Zara- Cattaro.
obvia. Z. Obbrovazzo. Ragusa.
candidula. Var. Hud. Nobis. Ragusa.
pyramidata. Drap. = H. spectabilis. Z.
Ragusa.
litoralis. Z.=rpyramidata. Var. Rossm. Dalm.
Requienii. Jenisson. = H. pyramidata. Var.
Anton. Spalato.
agnata. Zi. = H. pyramidata. Var. Ant.
Lesina.
arenaria. Z. = H. salubosa. Mke. =3 H.
pyramidata. Var. Ant. Ragusa.
cónica. Drap. = H. trochoides. Poir. Spa-
lato. Cattaro.
sulculata. Jan. r= H. verticillata. Parr. ~
H. cónica. Var. Anton. Lesina.
turritella. Parr. = H. cónica. Var. Anton.
Spalato. a
remissa. Parr, ssr H. cónica. Var. Anton.
Lesina.