mercio del giorno d'oggi, e le relazioni fra paesi
e popoli, sono per modo mutate e moltiplicate, che
nessuna norma, e nessuna deduzione ragionevole
può trarsi da ciò. Nè che la conca sia più ab-
bondante' di prodotti che l'alto Danubio, fa che
maggiorente provare la nessuna ragione che a-
vrebbe Spalato di contenderci così accanitamente
un bene da essa tanto dispregiato, e al quale in
ogni caso non potrebbe mai aspirare.
Dalle cose pertanto che fui costretto a dire
lisulta che non in me è l'ignoranza e il parlare
^avventato, ma nel corrispondente la malignità con-
"scienziosa e la villana rozzezza, e che non il pro-
getto di Zara, di tanto probabile riuscita, può
•suscitare le risa di nessuno, ma bene gh sdegni
impronti, e ? imperversare incessante dei signori
.di: Spalato, la pietà per le nostre discordie mu-
nicipali,. e la riprovazione per chi male a pro-
jposito le va fomentando.
V. DUPLANOICH.
(fctre Corrispondenze).
Vienna il / marzo.
, L'anniversario della costituzione fu festeggiato nella
capitale con pompa e solennità straordinaria. Alle ìi del
mattino una messa solenne si celebrava nella cattedrale
di S. Stefano, e vi assistevano gli arciduchi Francesco
Carlo, Luigi Vittorio, Ranieri, Alberto, Guglielmo e Sigis-
mondo, il gran maggiordomo di S. M. il principe di Lich-
tenstein, i ministri Rechberg, Wickenbnrg, Hem, Lasser
e Degenfeld, il maresciallo della provincia, i membri della
Dieta, tutti i consiglieri di stato, il conte Crenneville aiu-
tante generale di S. M., parecchi generali fra i quali ri-
ìmarcavasi il barone Hess ed il principe Wasa, l'offioialita
della guarnigione, le autorità civili, il consiglio univer-
sitario, il consiglio municipale presieduto dal podestà , la
icamera di conimercio, i consiglieri di amministrazione ed
i direttori degl'istituti di credito e delle vie ferrate ecc.
1 cancellieri aulici comparvero essi pure tranne il conte
Forgach. Vuoisi che quest'ultimo fosse da tre giorni in-
disposto, 11 servizio religioso venne celebralo da S. Em.
il cardinale arcivescovo di Rauscher in persona. Le truppe
furrnavano spalliera, ed una guardia d'onore era stata posta
agl'ingressi della cattedrale, le cui maestose arcate erano
occupate da un pubblico numerosissimo. Nel pomeriggio
il pig. podestà p.r Zelinka , raccoglieva a banchetto nei
iaìonì dell'Hotel-Munsch tutte le notabilità della capitale.
1 ministri, i deputati della Dieta e parecchii consiglieri
mùnicipali erano fra i convitati.
La giornata del 26 febbraio, fu con egual pompa so-
Jennizzata in tutti i capiluoghi delle provmcie. Il ministro
Schmerling che in quel giorno si trovava a Praga, assi-
stette al banchetto ufticiale e pronunziò un toast nel quale
pose in rilievo, come arra di pace e della consolidazione
delle famiglie costituzionali, la circostanza che l'Austria
disarma.
Quanto alla stampa della capitale i giornali tutti dedi-
carono all'anniversario della costituzione un articolo più
p meno ispirato. Gli organi ufficiali (e non scarseggiano
qui giornali di questa fitta) sparsero incensi a piene mani
sulla patente imperiale; gli organi dell' opposizione ne tras-
sero argamento per accennare a quanto restò a farsi onde
la costituzione produca tutti quei frutti cui i popoli della
monarchia se ne ripromettono. Il solo Wanderer tenne
il broncio e passò oltre. Deplora forse il Wanderer che
le Diete provinciali non godono di sufficienli poteri e che
l'autonomia delle singole provincìe sia stata menomata
dall' istituzione del Reichsrath. Quantunque io mi sia ben
lungi dall'essere fra coloro che ravvisano nella patente
del 26 febbraio, un paladio infrangibile di libertà che nulla
lasci a desiderare, e quantunque io non disconosca le ten-
denze sinceramente liberali del giornale summentovato ,
nou posso a dir vere dividere il suo rammarico.
. L' autonomia come vuoisi dagli uomini del Wanderer
e del diploma d'ottobre condurrebbe a mio avviso in li-
nea retta ad un stato di cose poco diverso dalla reazione.
Ciò sembrerà a prima vista un paradosso; ma io mi fac-
cio appello ai fatti, e tristissimi fatti ci ofTersero due Diete
provinciali, quella di Galizia e quella del Tirolo. L'intol-
leranza religiosa, lo spirito di classe e di casta non tar-
derebbero a rialzare il capo , ed a mettere in forse le
vittorie del progresso in varie provincie della monarchia
se alla Dieta generale e cioè al Reichsrath non fosse at-
•tribuita la mansione salutare d'sformare la legislazione
di principii uniformi e corrispondenti ai tempi che corrono.
Il Reichsrath consapevole che sovra lui son rivolti gli oc-
chi di tutta la libera Europa, non oserebbe mai al pari
della Dieta d'iuspruck votare una risoluzione che ridur-
rebbe la libertà religiosa allo stato di pio desiderio.
Permettetemi che dalla politica passi alla cronaca urbana.
Un duello fra due secretarii d'ambasciata che ebbe
luogo pochi giorni or sono nella BrigUtorau e costò la vita
ad uno dei campioni formji ancora quasi il solo soggetto
di tutte le conversazioni. Il conte Rechtern segretario'del-
afii^baseiata Olandese, ed il si^. Muroaga segretario di
quella di Spagna si vedevano da gran tempo di mal oc-
chio a cagione di urm rivalila il cui oggetto si era una
certa rnad;iina P. bella ed elegantissima (Ijiina, nei cui sa-
loni s'incontrarono di sovente i due dipluinati. Un pre-
testo per un duello è presto trovato ed i due gentiluo-
mini nun tardarono a rinvenirlo in una discussione poli-
tica. L' indomani un colpo di pistola tirato alla distanza
di 50 passi costava la vila al conte Rechter, giovarje nel
fiore degl'anni e di r;ira bellezza e di più unico erede
di una fra fortune le piij COIOSSHH doli'Olanda
Quanto al sig. sig. di l\]iiroaga vuoisi che pwhe ore
dopo il triste avveminento abbia varcato la frontiera. Il
s)g. e la signora P. hanno essi pure abbandonato la ca-
pitale. La giustizia informa ma finora senz' alcun succes-
so ; sendocchè i nomi dei patrini seppero finora sottrarsi
ad. ogni ricerca.
ler sera si produssero al teatro Carlo nella Sonnam-
bola la celebre Palti ed il non men noto tenore Guiglini.
E indiscrivibile 1' entusiasmo col quale furono accolti que-
sti due sommi artisti. Madamigella Palti sopratutto su|>erò
le aspettazioni quantunque grandi del pubblico.. Giovane,
in sommo grado avvenente, fornita di voce oltre ogni
dire simpatica ed educata alia vera scuola del canto , la
Palti formerà per due mesi le delizie di questa capitale
cui da oltre due anni non era dato gustare le armonie
della musica italiana.
Graz, 28 febbraio.
Nella corrispondensa da Graz nel n. 'io del Nazionale,
che annunzia come gli studenti dalmato-slavi qui ditno-
ranti sieno per prender parte ad una festa prp la ricor-
renza del millenario de'SS. Cirillo e Metodio; vengono
rammentati gì' indirizzi diretti altra volta al redattore di
quel periodico da alcuni di Padova e Vienna, e si de-
plora che in quella circostanza non siensi mossi a fare
10 stesso quelli di Graz , dando così motivo a trarne sii
di loro cattivo giudizio, e con ironia ad esclamare a Graz,
si dorme. — Su tal proposito gli studenti dalmati sono
d'avviso che l'ironia avesse a cadere su di chi così s'e-
spresse, mentre essi hanno la coscienza di essere stati
perfettamente desti ed in pieno senno, quando, a quel-
l'uno che le veniva accattando per un'indirizzo progettato
ricusavano di dare le proprie firme, ripugnando i loro
nobili sentimenti 1' applaudire a chi incivilmente insulta,
e specialmente poi in quel caso, quando l'insulto era di-
retto a Tommaseo, gloria nostra. Questa e non altra è
la ragione, la quale il corrispondente si fa schivo d'e-
sporre, per cui allora non s'udì la voce degli studenti
di Graz esclamare braoo! al cagnohno che tentò di rosec-
chiare il mastrno.
In quanto poi' alla festr''ft'er i SS. Cirillo e Metodio,
giova notare che il numero di que'dalmato-slavi che vi
prenderanno parte si riduce a non più che cinque o sei.
— Ed anco questa volta non è senza ragione che ricu-
sino di prendervi parte, e non è punto che sonnecchine
gli altri dalmati qui dimoranti. — Riservando essi per i
SS. Cirillo e i\]etodio quella venerazione dovuta ad ogni
santo, non riconoscono punto in loro gii apostoli che il-
luminarono le menti de'padri nostri colla luce del van-
gelo. In prima, Tito fu da s. Paolo mandato a predicare
11 cristianesimo espressamante in Dalmazia. E che così sia
lo si sa non per l'autorità di Diocleate, ne'di Biondo o
di Kreglianovich, o simili; ma per quella inoppugnabile
del Nuovo Testamento, per 1" autorità di Paolo stesso, che
nella lettera seconda a Timoteo, lo fa sapere: <iCrcseens
abijt in Gallatiam, Ti'.iis in Dnlm,afiam<i (Paul. Ep. Il ad
Tim. cap IV). Di poi, come ogni uno sa, s. Doimo vi fu
mandato da Pietro. P] quanto a lui, ci fa fede il testimo-
nio di diecinove secoli di tutta la Dalmazia, che in esst)
venera il discepolo di Pietro, mantlato da Pietro stesso
da Roma a vescovo della nostra, già allora illustre ed an-
tica capitale, Salona. — Ed è cosa ben da stupire, che
quel dalmata, vantato uno de' promotori della festa per i
Ss. Cirillo e Metodio e che superbo vi siede nel comi-
tato , sia appunto uno di Spalato , di qiu;lla nobile figlia
di Salona; e che pare per tal modo voglia disconoscere
una delle più belle glorie della sua patria, che venera in
Doimo un apostolo della Dalmazia, il suo primo vescovo,
ed il suo patrono. — Tito adunque e Doimo ben de'se-
coli prima che Cirillo e Metodio nella Moravia , sparsero
fra Dalmati i lumi della religione di Cristo; onde essi a
ragione si gloriano d'essere stati fra le primizie del cri-
stianesimo, come pure possono vantarsi d'essere stali ben
oltre nelle scienze profane ed in ogni ramo di civiltà,
ancora ai tempi del paganesimo, e già prima della con-
quista dei romani. Di che ne fan fede ed i preziosi vo-
lumi tratti da'Romani da Salona, e le navi liburniche, e
le molte arti allora eulte in Dalmazia.
La festa per i Ss. Cirillo e Metodio dice il corrispon-
dente del Na-Jonale, è in ricordanza dell'ingresso della pro-
pia nazione nelk via della civiltà. Or bene, perchè adun-
que avranno i Dalmati dare a divedere di avere fatto que-
sto solenne ingresso ben otto secoli più tar- i , da che
realmente lo fecero? Ed a quelli, che Dalmazia vogliono
assolutamente terra slava, si chiede : e perchè dunque gli
Slavi non festeggiano Tito e Doimo. che furono taht'epoca
prima di Cirdlo e Metodio? «Ma (sono pronti a rispon-
dere) Tito e Doimo non predicarono in islavo, non cele-
brarono in slavo B — Verremmo così allora ad argomen-to,
di grave peso per quelli che sfrontatamente asseriscono
ohe la nazionalità dalmata sia slava, e'Da Imazia ' terra
slava, — In fine, col voler d.ire alla festa di cui trattasi
un' importanza diversa che di semplice solennità religiosa
(mentre tal funzione fu'Ogeltata e discussa non in sagre-
stia, ina in osteria, non avrà (limone di religioso se non
l'esterno secondo l'articolo Nazionale) non si fa egli
una dimostrazione a favore dell' idea del [lanslavismo, idea
che lo stesso Nazionale conveniva nel dichiarare utopistica?
Queste sono le ragioni, per cui la grande maggioranza
de'studenti dalmati in (jraz, ricusano di prender- parte
alla festa per i Ss. (birillo e Metodio. — Questi sano, i
svntiKienti di loro, che guidati da sensato ragionamento,
vivamente amano la libertà e la patria, senza lasciarsi cie-
camente trasportare dal torrente precipitoso del fanatismo.
Milano 1 marzo.
Persone bene informata assicurano che il nostro mi-
nistro Di-Negro siasi posto seriamente alla riforma del
materiale della manna italiana, acciocché essa possa an-
dare di pari C(dr esercito, il quale, grazie all'intelligenza
ed uniforiìiiià di vedute dei ministri che ne diressero fin
qui le sorti, procede verso il suo completo organamento. La
marina invece per una malaugurata fatalità è ancora ben
lontana da questa meta. Primo sbaglio fu quello di
non avere acceso un falò coi navigli dell'ex-regno me-
ridionale, che vecchi e sdrusciti , tranne poche eccezioni,
sarebbero impotenti a tenere il mare in una guerra. Ri-
mettere in istato conveniente quelle carcasse costerebbe
pressocchè la spesa di una costruzione e poi si avrebbe
sempre roba vecchia. Bisogna dunque assolutamente pen-
sare a sostituire i legni inservibili con altrettanti nuovi,
A tale scopo il ministero avrebbe iniziate delle pratiche
con alcuni costruttori inglesi di primo ordine, e quando
queste saranno bene inoltrate, verrà spedita in Inghilterra
una abile commissione di ufficiali di marina per isti-
pulare gli ultimi accordi.
La discussione co.minciata ier l'altro alla Camera elet-
tiva sul prestito di 700 milioni, come avrete veduto dai
resoconti, riferiti dai giornali, procede bene , ed al mo-
mento in cui siamo non v'è alcuno, nemmeno l'opjiosi-
zione, che dubiti che il Parlamento non voli a gran mag-
gioranza la proposta del ministro
Assicurasi che il marchese Pepoli, nuovo ambasciatore
italiano destinato a Pietroburgo, è incaricato di fare alla
corte di Russia amichevoli rimostranze in prò della l'o-
lonia, nel senso vnedesiino che dicesi le abbia fatte e le
faccia tuttora la Francia.
11 conte Usedom, poi, nuovo ministro di Prussia presso
il nostro gabinetto, recandosi in questi dì a fare le sue
visite ai più eminenti nostri personaggi, ha potuf;^>e«f««-
prendere come a Torino si riprovi grandemente la con-
dotta tenuta dal suo governo rispetto alla Polonia.
La'proposta fatta dall'ingegnere Fell, risgiiardante il
passaggio del Moncenisio, fu approvata dal governo ita-
liano, purché essa venga acc.ettata anche da quello di Francia.
A Napoli si fecero varii arresti per la scoperta di una
nuova cospiraziiiee borbonica: vennero tra gli altri inca-
cerati l'ex-generale borbonico Sergardi ed il maggiore
Pironti.
l giornali ed i carteggi di oggi parlano con molta pre-
occupazione della possibilità di una guerra tra la Francia
e la Prussia, guerra che come ben capirete, non tarde-
rebbe ad estendersi anche allo altre potenze ; dietro que-
ste voci la borsa è oggi in ribasso.
Sebenico, 3 marzo.
Tutto ciò che si è parlato per l'addietro circa la ere-
zione di un nuovo teatro in Sebenico, era un puro desi-
derio; e, non vi essendo stata alcuna certezza, non se
ne faceva da'più nemmen conto: ora però sembra che
quest'egregio podestà, sig. Luigi de Fenzi, voglia lasciar
memoria di sè alla patria, che davvero abbisogna di un buon
teatro, da poi che il presente è indecoroso, e capisce
pochi spettatori. Il progetto è bello, come dicono; e spero
che non giacerà gran fatto sul tavolo di qualche inerte,
come altri che finora si fecero in Dalmazia; e me n'è pegno
il buon volercela solerzia del signor Feuzi, il quale non
risparmia fatica per tutto ciò che risguarda il vantaggio
e decoro della patria, nè voglio credere che i Seben/.ani
si lascieranno sfuggire tale occasione, mentre hanno a
capi questo premuroso podestà e un valente pretore.
Eicordo ad alcuni parrochi.
Non è cosa più disdicevole agli occhi de'ben-
veggenti quanto V avvenirsi in persone le quali,
sollevate a dignità, si tengono nell'ozio il più vi-
le, e paghe delle loro rendite e dei loro stipen-
dii, nulla cura si prendono dei loro doveri. Ove
tutti adoprassero di tal maniera che sai^ebbe della
povera società ? Indarno ci verebbero alcuni a ri-
petere che ciò ch'essi non fanno viene da^ altri
eseguito dietro loro commissione. Qual principe
si terrebbe soddisfatto di un generale del suo e-
sercito, che rispondesse in tal guisa? Ma ciò ch^
forse non avviene dei capi d'armata avviene, ahi
il Cairoli, tutto sdolcinato e patetico; il Klapka,
die lia sostenuto la vera nemica della Polonia
fosse l'Austria, contro cui non potrebbe che l'Un-
glieria; il Sineo, che ha ripetuto alla lettera il
sito discorso di Milano; il Duprat, che ha par-
lato il francese e molto bene ; un Boetti, studente;
il Liibanski, polacco, che sarebbe già in Polonia,
se avesse modo; e il Salvini, a cui il Brofferio
lia levato la parola, perchè sparlava più del do-
vere dell'Imperatore de' Francesi: cosicché egli
ha detto che ci bisognava fatti, non parole; e s'è
inscritto per partire. La riunione ha preso tre ri-
soluzioni ; prima di fare petizione al Parlamento,
perchè insista presso il Governo, a fine di ado-
perare tutti i mezzi dei quali può disporre per
intervenire in favore della Polonia; secondo, di
formare qui una Commissione centrale, incaricata
di procacciare e raccogliere insieme le offerte di
tutta Italia per la Polonia; terzo, di formarne
un' altra a fine di promuovere riunioni simili in
tutta Italia.
Como è cosa per Torino naturalissima, la riu-
nione è stata delle piìi calme e tranquille, e non
c' è stato per la città disordine o eccitamento di
sorta. Io non sono contrario alle riunioni, e amo
la Polonia, quando dica, che questa non può da
quelle avere vantaggio ed aiuti di sorta. La qui-
stione della Polonia è la più dolorosamente in-
trigata e grave che vi sia in Europa; e quan-
tunque così propria a eccitare la simpatia gene-
rale, non ce ne ha nessuna che la mera simpatia
aiuti meno a risolvere. Non ho saputo sinora che
nessuno in queste riunioni avesse trattato la qui-
stione polacca sul serio, nè considerata nelle sue
relazioni positive coi vani governi di Europa, ai
quali può spettare una qualche efficace azione nel
condurla a termine. Gli oratori non s'ingegnano
che di anfanare, come si dice, a secco, e di dare
sfogo a spampanate sentimentali, le quali mostrano
tanto poca intelligenza politica in chi le sciorina,
quanto poca ne danno a chi le sente.
Il ministro di Grecia ha avuto notizie che la
legazione di Torino è stata soppressa, con tutte
le altre, dal governo greco, e s' apparecchia a
partire.
Quanto al prestito, non pare che sia ancora
conchiuso ; e molto meno che, come dice un gior-
nale di Torino, le trattative sieno rotte colla casa
Botbschild. Il ministro delle finanze tratta e tratta
con parecchi, giacché, davvero, da molte parti e
da parecchi vengono offerte con ottimi fondamenti.
Si vede che non siamo qui, nell' opinione dell' Eu-
ropa, quali il signor de l'Isle voleva che fossimo.
Ultime notizie.
lìagusa, 8 marzo, Un telegramma da Costanti-
nopoli ordina sieno puniti i musulmani di Kolassina.
— Leggiamo nel Tempo del 10 marzo.
Cracovia, 8 marzo. Dal vicino teatro della guerra
non è giunta nessuna notizia. Gl'insorgenti ten-
gono le posizioni che aveano ieri, cioè Goszeza e
Szyce. I russi sono a Olkusz e Miechow, Da al-
cuni giorni gì' impiegati delle finitime dogane russe
non funzionando più.
Secondo lo Cazs d'oggi Bogdanowicz sarebbe
stato preso; non si conferma però la presa di
Neczay.
Altra dell'istessa data. Oggi notte da 30-40
insorgenti sotto gli ordini d'un capitano sono en-
trati a Michelowice ed hanno atterrato le aquile
russe e distrutto gli atti ed i libri. Gli avampo-
sti degli insorgenti si estendono fino ai confini
austriaci.
Torino 9 marzo Leggesi nel Diritto:
Un telegramma da Berna, 8, agenzia Sle-
fani, annunzia il passaggio di Menotti Garibaldi
in quella città per recarsi in Polonia.
Siamo in grado di smentir formalmente questa
notizia. Menotti Garibaldi non si è mosso da
Caprera.
— Oggi è cominciata nel senato la discussione
della legge sul prestito di 700 milioni. Hanno
pariate i senatori Vacca, Montanari, Siotto-Pin-
tor ed Audiffredi. Si attendono domani le dichia-
razioni del ministro delle finanze, e dopo domani
al più tardi si aspetta il voto. Ogni notizia sulla
conclusione del prestito è prematura, intanto che
la legge pende innanzi al senato. Io persisto però
a credere che le conclusioni, sebbene non annun-
ziate, non ponno ormai esser lontane dal lor ter-
mine definitivo. È stato detto da qualche gior-
nale che le trattative avviate con Rothschild fos-
sero interrotte per far luogo ad altre trattative
con altri banchieri. Ho ragione di credere que-
sta voce infondata, come ho ragione di credere
non fondato il dire che la sola casa Rothschild
sia per assumere tutti i 700 milioni del prestito.
Una parte dovrà anche esser riservata agli sta-
bihmenti di credito che sono nel regno. Questa
disposizione dei capitah stranieri a investirsi nella
rendita italiana è di buon augurio pel nostro paese.
lìoma L' Agen. Hams ha per telegrafo :
Lettere da Roma del 4 dicono che il ministro
delle finanze, monsignor Ferrari, voleva, al pari
del cardinale Antonelli, dare le sue demissioni. Il
papa rifiutò, dichiarando di volere la conserva-
zione integrale del ministero.
Pio IX volle, allo stesso tempo, che il ministro
dell' interno desse soddisfazione al primo ministro.
Il conte di Sacken, inviato straordinario dello
Czar, giunse a Roma coli' incarico di una missione
relativa alla Polonia.
Il papa e il cardinale Antonelli resistono ai
desiderii dello Czar.
Brescia, 8 marzo. Oggi, meeting per la Polonia:
ordine perfetto. Presiedeva il deputato Zanardelli
e parlarono otto oratori, fra' quah De Boni, Guer-
zoni e Lombardi. Fu adottato un ordine del giorno
per eccitare il governo al pronto armamento con-
tro coloro che osteggiano le nazionahtà e la libertà.
Napoli, 8 marzo. Oggi ebbe luego il meeting
nel giardino d'inverno , presieduto dal Ricciardi.
Finì coir adozione di due risoluzioni; la prima,
l'espressione di simpatia, e offerta di danari per
la Polonia; la seconda, il trasporto della capitale
d'Italia da Torino in altra citta più vicina a Roma. mote cagioni dei varii modi di essere e di reci-
L' ordine non fu turbato ; solamente sul princi- proca attinenza degli Stati odierni, sì anche per
Telegrammi.
Da Vienna, 12 marzo mezzodì.
Parigi. Secondo la Franco di mercoledì, Russel
avrebbe diretto un dispaccio ai segnatari del trat-
tato di Vienna, provocando una intervenzione di-
plomatica nella questione polacca. La Francia sa-
rebbesi accordata. Le Svezie e il Portogallo Vi-
vrebbero accettato. L'Austria sarebbe propenk
ad accettare. La Prussia e la Spagna non avreb-
bero ancora risposto. Budberg avrebbe dato a
Napoleone, in nome dello Czar, assicurazioni for-
mali. L'estero ha in mira di tranquillare la Po-
lonia mediante concessioni, e convenienti garan-
zie. Metternich parte domani per Vienna.
Dukarest, 10 marzo. La sessione della Camera
verrebbe chiusa ai 14 corr. lì ministero avrebbe
avuto un voto di sfiducia.
Cracovia, 11 marzo. Langievicz avrebbe levato
il campo di Goszeca, prendendo una direzione
ignota. (0, D).
BIBLIOGRAFIA.
Sufficiente raccomandazione all' opera di cui
pubblichiamo il Manifesto d'associazione è per o-
gni dalmata il nome dell' autore, 1' egregio e già
illustre compatriota nostro, professore Giuseppe
de Leva, uno di quei non pochi che onoratamente
fanno suonare il nome dalmato fuori di patria.
GAELO V E L'ITALIA
STORIA DOCUMENTATA
DEL PEOF. GIUSEPPE DE LEVA DALMATA.
Manifes to d'associa z io ne.
L'epoca, che nel nome di Carlo V s'intitola,
comprende fatti gravissimi, i cui effetti andarono
esphcandosi ne'casi successivi e più importanti
dell' evo moderno, Egh è perciò sommamente ne-
cessario di farsi addentro nella ricerca di quei
fatti, non solamente per conoscere le prime e ri-
piare del meeting, una pistola carica a palla, ca-
duta di saccoccia ad uno degh astanti, sparavasi
senza ferire alcuno.
Parigi 9 marzo (sera). I giornali annunciano
l'arrivo di un corriere, recante dispacci dall'am-
basciature di Francia a Pietroburgo.
Oggi tennesi un consiglio straordinario dei mi-
nistri, sotto la presidenza dell'imperatore.
Secondo notizie di Nuova-York, 4000 messi-
cani hanno rioccupato Acapulco.
Londra, 8 marzo. Il ricevimento della princi-
pessa Alesandra fu splendidissimo. Giammai videsi
simile spettacolo.
Bukarest, 5 marzo. Una deputazione della camera
presentò oggi l'indirizzo al principe Cuza. S. A,
lo accolse, ma non volle sentire la lettura. Molti
deputati, designati dalla sorte per comporre Ha
deputazione, declinarono, mercè la loro astensione,
la solidarietà della partecipazione d'un simile do-
cumento al capo dello stato.
Atene, 8 marzo. Il console bavarese Bernau
fu tradotto dall'uffizio della polizia alle carceri
criminali.
Lisbona, 8 marzo. Ha luogo un meeting in fa-
vore della Polonia.
Costantinopoli, 5 marzo. Ismail pascià è ripar-
tito per l'Egitto.
Nuova York 27 febbraio. Regna grande agita-
zione alla Nuova Orleans in causa deli' arrivo di
alcuni reggimenti di negri. Parecchi ufficiaU ed
un generale diedero le loro dimissioni.
Ottocento militi a cavallo appartenenti ai se-
paratisti sono entrati a Richmond nel Kentuky.
Nuova York, 2 marzo. I federali cominciarono
a bombardare Wicksburg, La nave corazzata de-
gh unionisti la Queen- West fu presa da' confede-
rati. Il Senato di Vashington ordinò la sospen-
sione dell' atto dell' tlabeas corpus. Nel Nord-O-
vest è aumentato il malcontento per l'ammini-
strazione di Lincoln.
rassodare e moderare opportunamente la facoltà
di arguire i probabili procedimenti dell' avvenire.
E ben lo dimostra l'assidua cura con che i dotti
delle più colte nazioni andarono a gara nello sco-
prire e adunare materiali nuovi^ i quali ormai sono
tanti e disposti in tanto lume di critica, che il
bisogno di rescrivere la storia di queir epoca è
sentimento unanime. Indi 1' ardenza e la costanza
degh studi che fruttarono l'opera annunciata, nella
quale l'Autore, sopra tutte altre, tolse ad illu-
strare le relazioni dell' Imperatore coli'Italia, pi-
ghando documenti di verità anche da scritture
tuttora inedite, che trovò in parecchi Archivii e
principalmente in quello di Simancas e nella Bi-
bhoteca dell'accademia reale delle scienze di Madrid.
A dar segno dello spirito che la informa e del
metodo tenuto valgano le seguenti parole, colle
quah l'Autore conchiude la sua prefazione:
"Sul farmi a scrivere la Storia di quest'epo-
"ca, in cui si piantarono quistioni che misero sos-
" sopra Europa nei secoh successivi, e affaticano
"e accendono ancora 1' età presente, ben m' av-
"vidi che io aveva a compiere meno un lavoro
"di merito letterario che di coscienza. E ciò ap-
« punto mi fece abihtà di supplire a dove l'inge-
"gno manca colla rettitudine degh intendimenti.
"Scordandomi pertanto dei miei tempi, mi recai
"a scrupolo di vivere unicamente in quelli di cui
« pario, persuaso come sono essere ufficio dello
«storico non il discutere quistioni, sì bene certi-
"ficare i fatti. E poiché in vero mi accadde di sin-
« cerare questi fatti neha indagine e nello ^ esame
«de'documenti, per modo da esporti quasi sem-
«pre colle parole degh stessi attori e dei testi-
«moni immediati, posso fare sicurtà a me stesso
«di aver serbato quella mente calma e serena,,
«che nel giudicare le umane passioni e vicendo
«prende norma e misura dalle ragioni del veru.^
Venezia, febbraio 1863.
/>. Nara! ovi oh, tip. edit.
Tipogrutia Fratelli BATTARA. Yi^Vew^o DUPLANCICH edit., impr. e red. responsabile.
Sara 25 Mar^o 1§63. Aiiit«
Pi-L'zro d'associd/.uisK' im v:i! :tri prr
fara: |,u'r un iiniio tbisini S; pi-r m-ì iiu-si tioiiiii 4;
pei' trt' iiiFsi lioriiii 2. I'»*! rinKini'iUf delhi Fruvini-iA
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dattore dell» Voce Diiliiiatica. e di alibnonainetiti. ai
negozi! librarii dei sisnori Cratelli Battara e Fi(?tro
Abelich. (ìli avvisi di « linee costano I liorino, e of;-iii
linea di pili soldi tì. ha tassa di llnanza resta a earico
dol committente. Un iiuiiicro separato costa soldi lU.
liiipporto del Comitato della Dieta dal-
mata per r esame del progetto di legge
sulla attivazione dei libri tavolari, redatto
dal deputato Dr. Giacomo Ghigliaiiovieli.
(Continuazione e fate c. il n.r 2Ó).
Abbracciato in massima il progetto governativo,
la coinniissione lo ha fatto oggetto del suo esame
nelle singole disposizioni, avuto riguardo alle pe-
culiari condizioni della Dalmazia, e ponendo spe-
ciale attenzione al progetto della Giunta, die in
questa parte potè vale servire di guida.
Ferma in questo intendimento, la commissione
non ha creduto prezzo dell'opera V arrestarsi suUe
imprecisioni e scorrezioni del linguaggio, derivanti
nella massima parte da difetto di diligenza nella
traduzione; nò ha trovato opportuno di proporre
le numerosissime mende, che su questo proposito
sarebbero richieste; e ciò in primo luogo, perchè
è d'attendersi che la discussione, che verrà a-
perta al Consiglio dell' Impero sul definitivo pro-
getto del Governo, condurrà forse ad importanti
modificazioni, relative alla stilizzazione e casuistica,
e forse anco a taluni dei principii giuridici, che
regolano la parte esecutiva della legge ; ed in se-
condo luogo, percliè è a ritenersi, che, come il pro-
getto di legge, così le traduzioni verranno assog-
gettate ad una revisione regolare.
La commissione si è limitata a proporre delle
modificazioni ai §. §. 33 del progetto, di legge e
9 e 17 del regolamento.
Ad acquetare i nostri timori non basta, che il
primo avverta, che le spese per 1' attivazione dei
nuovi libri fondiari sono d'anticiparsi dallo Stato.
In questa misura noi possiamo riconoscere sol-
tanto la sollecitudine dello Stato a rimuovere que-
gP inciampi, in qualche parte assolutamente in-
vincibili, che dalla deficienza dei mezzi si porreb-
bero all' attivazione, od almeno ad una pronta at-
tivazione dell' istituto dei libri fon liari. Ma la
sollecitudine ci tornerà benefica e gradita alloi--
quando, come la spada di Damocle, avremo i)en-
dente la minaccia del rimborso a suo tempo ? Noi
sappiamo quale significato possa attualmente avere
r espressione rimborso a suo tempo a carico del
dominio. Essa significa nuovo aggravio del fondo
provinciale; aggravio, che non potremmo sostenere.
Noi domandiamo, che sia tolta questa condi-
zione, perchè ci rende il beneficio troppo amaro,
e forse anche impari all'attuale sacrificio; malo
domandiamo altresì, non come elemosina, ma iu
linea di stretta giustizia; in primo luogo, perchè
se le spese dovessero aggravare il fondo pro-
vinciale , in tale caso l'istituzione, cui elleno si
riferiscono, sarebbe da considerarsi come appar-
tenente alla legislazione provinciale, e dovrebbe
stare in noi per intero il regokria; iu secondo
luogo, perchè se a carico dello Stato venne atti-
vata iu tutti gli altri doim'nii, essa con pari con-
dizione dovrebbe veiìire attivata presso di noi come
necessaria completazione del codice civile, promessa
fino dal 181C, senza che. da noi dipendessero le
cagioni del lungo ritardo.
Le altre due modificazioni sono di natura me-
ramente giuridica, e riguardano condizioni speciali
della nostra provincia.
Il quesito, se e come i diritti di colonia nella
Dalmazia, come pure quelli di contadinaggio in
vigore nel circolo di Ragusa, possono venire in-
scritti nei libri fondiari, venne trattato dalla Giunta,
sia nel diligentissimo rapporto, che precedette il
suo progetto , sia nelle illustrazioni al § 8 del
progetto stesso. Esso venne discusso nel seno dell.i
commissione, la quale opina egualmente, che ne-
cessaria si presenta la loro iutavolazioue per ser-
vire allo scopo della evidenza e pubblicità, come
altresì utile all' interesse reciproco del proprietario
da un canto, e del colono o contadino dall'altro,
riuscendo per tale guisa, sebbene iiiuirettamente,
a fornirli entrambi di una prova a conoscere la
estensione de' rispettivi diritti, e così a sopperire
al difetto di conti-atti formali, che iu grande parte
della Dalmazia si riscontra.
Qualunque sia la natura di questi contratti, col
solo fatto della loro iscrizione nou va ad essere
definita, uè dalla commissione, che non n' era chia-
mata, potevasi definire. Ogni pretesa del proprie-
tario rimane salva, stando in esso di provocare,
nella procedura di onerazione, la definizione dei
suoi diritti ed obblighi verso il colono o conta-
dhìo, ed in conseguenza anche di far cancellare
la intavolazione di quest' ultimo, ove questi non
riesca a dimostrare le insinuate ragioni. L'iscri-
zione corrisponde a quella carattestica del rap-
porto colonico , per cui in quasi tutti i luoglii
della Dalmazia esso non può cessare a benepla-
cito del proprietario, e continua a sussistere ad
onta di qualsiasi mutamento di proprietario del
fondo, e ad ogni modo, le ragioni del colono ai
miglioramenti restano sopra di essi assicurate, ciò
che compete anche al contadino. Noi non sappiamo
se e come si potranno in avvenire chiarire e sta-
bihre questi rapporti, ma frattanto è necessario,
che ove un fondo subisca questo rapporto, ognuno
lo sappia, e ne prenda norma.
Ciò posto, la commissione, accogliendo l'idea ed
i motivi della Giunta, credette di dover dar luogo
all'iscrizione di questi titoli, ma solamente fra gii
aggravi del fondo.
Finalmente, in relazione al § 95 del regola-
mento, nonché al tenore delle intestazioni delle
varie rubriche dei libri, nel seno della commis-
sione venne proposto il quesito della hngua.
1 documenti redatti in lingua slava sono am-
missibili alle intavolazioiii senza bisogno di tra-
duzioni ?
Le intestazioni delle rubriche dei libri, oltre
che nella italiana, saranno anche espresse nel-
l'altra hngua?
Nò dal progetto della Giunta, nè da quello del
Governo, rimane sciolto il secondo quesito.
In quanto al primo, il progetto della Giunta
stabilisce uel § 12, che non si ammettono docu-
menti se non sieno estesi in lingua italiana, o
slavo-dalmata, od altrimenti se non sieno accom-
pagnati da una traduzione autentica, e dalle oc-
correnti copie.
Giusta il progetto del Governo invece, l'obbligo
della traduzione è imposto nel caso, in cui i do-
cumenti non sieno redatti in quella lingua nella
quale possono servire presso V autorità tavolare,
anche nel caso di una causa, per l'emanazione
della decisione.
La vostra commissione conveniva coi principii
di giustizia, ed anche di opportunità, che in que-
sta parte ispirava l'idea della Giunta, e riteneva
questi principii applicabili anche all' altra parte,
che riguarda la intitolazione delle rubriche, oltre
che nella italiana, eziandio nella lingua slava, nel
riiicsso che gli scopi dei libri fondiari non sono
limitati al momento, ma sono permanenti, e quindi
i libri stessi debbono venire fin d'adesso inate-
rialinente conformati ])er guisa da servire senza
mutazioni anche nel tempo, certamente assai vi-
cino, in cui la lingua slava anche nel loro avrà
la sua parte.
La commissione hà però posto mente, che per
r argomento della diffusione e dell' uso della lin-
gua slava nei pubblici uffici, voi avete scelto mi
comitato speciale per rassegnarvi le sue proposte,
alla cui sfera si appartiene quindi il trattare del-
l'oggetto in discorso. — Preopinando, la vostra
commissione temeva toccare V altrui messe, e forse
pregiudicare all' insieme di quei principii, che l'al-
tra commissione poteva avere accolto come guida
del suo lavoro. — Se nonché, la commissione ha
creduto di mettere l'altro comitato in avvertenza
dell' oggetto discusso, soggiungendo, che da parte
sua non trovava ostacoli, acciò ed i documenti o-
riginali in hngua slava a tale uopo fossero ac-
colti senza bisogno di traduzione, e le intesta-
zioni delle rubriche dei libri fossero stampate in
entrambe le lingue. Ora però la commissione stessa
domanda, che l'eccelsa Dieta voglia espressamente
deliberare su tale incarico da deferirsi all'altro
comitato.
Esposti i motivi, che regolarono la commissione
nelle sue vedute, l'eccelsa Dieta vorrà deliberare
a soluzione della proposta governativa:
L È votò della Dieta dalmata, che il progetto
governativo di legge concernente l'attivazione dei
nuovi libri fondiarii ed il relativo regolamento, ven-
gano applicati a questa provincia; però con le se-
guenti modificazioni ed aggiunte richieste' dalle pe-
culiari condizioni della medesima, risguardanti i
§§ 33 della legge, e 9 e 17 dei libri fondiarii:
In luogo del § 33 della legge il seguente:
Le spese per r attivazione di nuovi libri fon-
diarii sono da sostenersi dallo Stato;
Al § 9 del regolamento in continuazione al I.
capoverso :
In questo foglio s'inscriveranno in Dalmazia i
diritti di colonia e nel circolo di Ragusa altresì •
quello di contadinaggio ;
Al § 17 del regolamento in continuazione del
1" capoverso:
in Dalmazia anche il diritto di colonia, e nel
circolo di llagusa altresì ipiello di contadinaggio.
IL II comitato, che ha l'incarico, di trattare
r argomento della diffusione e dell' uso della lin-
gua slava, resta pure incaricato in relazione al §
95 del progetto governativo concernente il rego-
lamento dei libri fondiari, di estendere il suo t;-
same e le sue proposte sul quesito: se i docu-
menti estesi in hngua slavo-dalmata siano ammis-
sibiU alle intavolazioni nei libri pubblici fondiarii
e se le intitolazioni delle rubriche dei medesimi
abbiano ad essere espresse, oltreché nella italia-
na, anche nella slavo-dalmata.
Suir istruzione popolare.
{Contiimazione e fine.)
Dei tre punti che precipuamente sarebbero ne-
cessari per migliorare l'istruzione popolare, non solo
fra noi, ma benanco in buona parte dei domini
dell'Impero, io scelgo a dimostrare di quanto mo-
mento sarebbe quello del togliere il privilegio al-
l' amministrazione in Vienna di pubblicare i te^M
scolastici, perchè a mio vedere questa, se non dau-
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piu difficili, ai piu ardui cimenti. E quel!o che nella
iunga preparazione era stato pazienza, era stato vigi-
lanza costante delle proprie manchevolezze e di quelle
dei compagni, era stato tenacia, diventava, nel momento
della lotta, impeto, slancio, sforzo irresistibile, decisa
volonta di vittoria. E ia vittoria era nostra!
La vittoria, _ strappata dali" incoercibile slancio
^ella nostra passione, che mostrava in atto come ie forze
spirituali siano non solo ie alutatrici, ma, in parte, pure
le creatrici delle forze fisiche, acquistava un valore per
noi ben diverso e assai piii alto di queIlo che le avreb-
be potulo conferire la semplice soddisfazione per la
<lefinizione di un primato sportivo.
Zara nell' accogliere come veri trionfatori i suoi
meravigliosi campioni ritornanti sempre con una ricca
messe di allori, acclamava in essi non o non tanto i
^incitori di una competizione sportiva, quanto coloro i
affermandosi nel nome suo, avevano gridato ben
alto la" passione di Zara e delia Dalmazia tutta, che lot-
tavano e sanguinavano si, dolorosamente, ma avevano
iede nei destini della patria, che in un avvenire auspicato
prossimo avrebbero dovuto immancabilmente compiersi.
AUora, sotto le incalzanti necessita della lotta
disuguale, ie forze nostre erano disperatamente tese a
ironteggiare il formidabile cozzo delle forze avverse e
nella volonta, decisa, che era una sola in tutti, veni-
vano a comporsi i disaccordi e i dissensi.
Di ogni attivita nostra si faceva un' arma dJ propa-
ganda. Sul grandissimo vantaggio che derivava alla causa
nostra dalia propaganda fatta dai nostri atleti, la quaie
;per essere spiegata attraverso un campo che sembra
tanto lontano dalia politica, poche diffidenze suscitava
nelia sospettosa e ocuiata polizia austriaca, tutti erano
d'accordo; e non si conoscevano limiti ai sacrifici, pur
di poter mandare sempre meglio alienati e preparati,
sempre piu numerosi e con piu frequeaza i nostri campioni
cola, dove c'era la possibiiita di una nostra affermazione.
Venne la guerra, e la grande vittoria, e la pic-
cola pače;
Non tutte le redi seppero resistere al crollo im-
provviso dl^tante speranze.
Da noi, oggi, e diffuso (bisogna riconoscerlo) un
certo senso di siAarrimento, di scouforto, di scetticismo.
C e la tendenza a rinchiudersi sterrlmente nel proprio
vano dolore, accettando supinamente uno stato di
cose che si ha il torto di ritenere immutabile.
Tutto cio recide i nervi aH'azione. Percio questO
stato d' animo, perniciosissimo, va combattuto.
Nessuno puo disconoscere la necessita, anzi l'ur-
genza di riprendere una propaganda che ci faccia meglio
conoscere (siamo ancor sempre troppo poco conosciuti!)
ai fratelli deir altra sponda, che riaccenda in quei
cuori fraterni la fiamma della nostra nuova passione,
che ricordi ad essi che Zara, avulsa dalia sua terra, e
un corpo mutilato e dolorante che non puo vi vere a
lungo, che Ie ćitta dalmate deluse attendono ancora.
Se questa e la realta delle cos^ ed io non vedrei
come potrebbe non essere, si puo affermare senz'altro
che il nostro compito, il compito delle nostre šocieta
sportive, sotto questo^unto di vista, lungi dal potersi
ritenere esaurito dopo la guerra, resta sostanzialmente
quel medesimo che prima della guerra. Ci sara, se mai,
maggior liberta di movimento per le nostre squadre e
i nostri equipaggi, che porteranno dovunque, atleti e
apostoli insieme, il nome di Zara e della Dalmazia.
Bando quiadi ad ogni fiacchezza, ad ogni sterile
rimpianto! Dobbiamo ritrovarci quelli di prima, asso-
lutamente. Ricreiamo dentro di noi la iede di una volta,
rifoggiamoci l'inflesšibile volonta di una volta, e la
meta ultima delle nostre legittime aspirazioDi, la libe-
razione delle consorelle dalmate e cosi la salvezza di
Zara nostra, avraimmancabilnaente il suo conseguimento.
Arrigo prof. Zink.
Telegrammi e corrispondenza va diretta alla
^Societa Ginnastica Zara** — Zara.
OROIV A O A
Snll'approvazione del programma:
Pubblichiamo la lettera del 1. m. c. e ricevuta oggi,
dair lliustrissimo Signor Alberti cav. uff. rag. prof.
Alberto Direttore Tecnico Federale e diretta allo
Spett. Comitato Esecutivo del
Concorso Ginnastico Adriatico Zara
Ricevo in questo momento il programma del
concorso, e vedo con piacere che codesto Spett. Co-
mitato si e attenuto al Reg. Tec. Fed.
Sono dolente di non poter mandare la mia ap-
provazione solo pel fatto che dal 14 Novembre 1922
ho presentato le mie dimissioni per le cause che ormai
sono note.
Se un dolore mi puo esser dato dalia mia decisione
di rinunziare alla Carica di Direttore Tecnico Nazionale
questo e certo prodotto dai non poter esser con voi e
darvi tuttp 1' appoggio che avrei voiuto e potuto dare.
II valoroso Comitato di Zara sa fare le cose moito
bene e l'esito del conorso non puo essere che felicissimo.
Oggi stesso consegnero al Sig. Pessina Davide
(Milano Via Cappucini 8) membro della Presidenza
Federale perche mandi sollecita approvazione.
Distinti saluti auguri e Viva T Italia
Alherti Alberto
Vogliamo sperare che per quanto dimissionarip
fara il possibiie per intervenire al. nostro Concorso e
onorarci di Sua presenza.
Gara d' Onore
La „Societa Ginnastica Zara" comunica al Co-
mitato Esecutivo 1' intenzione d' esser considerata fuori
gara nella Gara d' Onore che si disputera in occasione
del Concorso Ginnastico. Questa decisione molto sim-
patica, trova giustificazione nel fatto che essa vinse
per ben sei volte consecutive la Gara d'Onore, e
vuole lasciar lihero il proprio campo ai ginnasti che
saranno ospiti di Zara.
Noi prendiamo atto con compiacimento di tale deci-
sione che pero vogliamo sperare non sia da intendersi
come una vere esclusione dei ginnasti della „Societa
Ginnastica Zara" da detta gara, bensi dalia classifi-
cazione; tanto piu che i nostri ginnasti dovranno ugual-
mente esser alienati per prender parte a qualche Con-
corso della Penisola.
Per la crisi federale.
II Consiglio Sezionale Dalmata raccoltosi a seduta
per prendere visione di una decisione dietro invito del
Comitato d' Azione per il Rinnovamento della F, G.
N. I., dopo aver preso in esame le cause del dissidia
e le relative dimissioni delia Presidenza e del Direttore
Tecnico Federale, ha votato ad unanimita il seguente
ORDINE DEL GIORNO
„Neir ora, dell' estremo sacrifizio, la Dalmazia, che
„sanguinante fissa pure gli occhi nei nuovi fatali capi«
„toli della storia ed addolorata ma non doma attende
„e confida nei sacri compiti della Patria, rivolge un
„disperato appello agli amici che reggono le sorti della
„F. G. N. I. perche, eliminato fraternamente il grave
„e deplorevole dissidio, riprendano l'interrotto lavoro
„ispirandosi ora e sempre a quei principi di amore al-
Italia, che sono tutta la storia recente e passata della
„gloriosa Federazione."
„II Consiglio della Sezione, fiducioso e disciplinato,
„decide intanto d' intensificare la sua opera, per il
„conseguimento dei puri ed alti ideali del programnaa
„della Federazione."
Una ifradita visita.
Da alcuni giorni si trovano nella nostra citta la
Signora Elisa Majer Rizzoli e la Signorina professoressa
Saura Mottura, venute da Milano quali delegate deir
l'Associazione „Sorelle Legionarie Milanesi^.
Nella loro permanenza vollero visitare anche la Pa
lestra della „Societa Ginnastica Zara*^, dove furon
Notizie spicciole
Intervento al Concorso
Ci SI comunica che al Concorso interverra una rap-
presentanza della Presidenza della Federazione con vessillor
Vendita di cartoline postali e programmi.
Nei giorni del Concorso saranno posti in vendita i
programmi del medesimo ed apposite cartoline-ricordo,
U cartellone del Concorso Adriatico
II concorso per il cartellone si e chiuso con risultati
soddisfacentL La commissione ha scelto il bozzetto del
valoroso artista concittadino Umberto Strichich per il cartel-
lone, scegliendo gli ottimi lavori del prof. Giuseppe Barone
e del signor Gino Duka per cartoline e diplomi. 11 bozzetto
dello Strichich, ispirato ali' armonico sensibiUsmo dell' arte
decaroliana, rappresenta un discobolo dalle forme crude e
muscolose, irrigidito nello sforzo, e nello sfondo la porta
Terraferma con delle vele latine contro un azzurro dalmatico.
II bozzetto per diplomi del prof. Barone e un acquarello
limpidissimo, suggestivo nell' espressione e fedelissimo alle
norme del concorso. La cartolina del Duka e pure un
acquarello tornito e fresco pieno di colbri e sfumature leg-
giadre. Anche altri bozzetti, inviati da artisti di Zara e da
esuli dalmati, meritano seria considerazione ma dovettero
essere esclusi dal concorso perche non rispondenti alle norme.
Cartelfoni del,,Concorso Ginnastico Adriatico''
Interiessiamo tutte le Societa alle quali abbiamo spe-
dito i cartellofli del concorso di volerli far affiggere sugli
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DEPOSITO FERRAMENTA :-: ARMI MUNI-
ZIONI :-: ARTICOLI CACCIA SPACCIO
POLVERE PIRICA CARTUCCIE, ECC.
(kTetefono negozio N. 83. Telefono Villa Barcagno N. 16.
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fanciulla, non è capace di commuovere il
vecchio lupo di mare. Esso aspira l'odor
della burrasca come il profumo della sua
vecchia pipa; non vuol sentirsi cullato mol-
lemente come in soffice poltroncina, ma udire
il brontolio, lo schianto, la rabbia dell'oceano
che impotente, vergognoso s'accascia ai piedi
del grosso abete; le sue nari, come il soldato
all' odor della polvere, si dilatano e sorride
all'urlo angoscioso del sartiame, allo scricchio-
lamento degli assiti e degli attrezzi. Egli ha
veduto l'onda torreggiante del capo di Buona
Speranza, gli imponenti cavalloni delle spiag-
ge d'Irlanda, i rivolventisi marosi dell'Atlan-
tico, non gli basta: coli'abitudine il presti-
gio c sfumato ; al marinaio sembrano i fiotti
dalle creste frangiate e spumose, che gio-
vinetto vide arrabattarsi per entro l'inse-
' nature rupestri della costa nativa. E sogna
insaziabile uno spettacolo più terribile : l'o-
ceano tramutato in ghiacciaio, smagliante
come r alabastro, duro come il granito, ri-
coperto da un folto lenzuolo di neve e la
nave stretta stretta come nell' assiderante
• amplesso di morte. Lo vede mugghiando in-
curvarsi, sollevarsi, frantumarsi in blocchi
giganteschi, cristallini, che s'addossano, s'ur-
tano, si respingono, per sommergersi avvol-
tolandosi su sè stessi; mentre l'acqua gor-
gogliando si solleva, si appiana per rico-
minciare da capo, mandando al cielo co-
lonne spumanti, un oceano di sprazzi, di
nebbia sottile, polverosa. Q.uei tavoloni di
ghiaccio che rapidi trascorrono girando, sbal-
' zando, quei monti galleggianti trascinati lon-
tano con danza vertiginosa, in quel caos,
senza un filo di luce, gli sorridono sino ad
innamorarlo; la voluttà del profondo, dell'a-
bisso, quello strano miscuglio di colori, lo
i attraggono, lo trasformano a nuova vita.
• E questa vita entusiasmò i gelidi figli
d' Albione, trascinò i pacati figli di Arminio
e non doveva infiammare il sangue nelle
vene al marinaio di questa nostra terra, dove
le gloriose tradizioni degli avi segnano tanti
allori raccolti sul mare. E là dove sventola
la bandiera della marina austriaca, sia pure
nelle pericolose acque del polo artico, vi po-
teva mancare il dalmata marinaio?
Il 13 Giugno 1872, Bremerhaten, piccola por-
zione del territorio della città libera di Brema,
presentava uno spettacolo non mai veduto :
lungo tutta la riva dell'ampio porto sulla
destra delle bocche del Weser s'accalcava,
ondeggiava chiassosa una folla variopinta.
Sin dall' alba s'eran quivi dato convegno
il solito popolo minuto, ozioso, gli operai
dei cantieri, marinai, negozianti, commercian-
ti, contadini, i membri più influenti del Senato
e della Borghesia, numerosi illustri personaggi
da tutte parti della Germania e dell'Austria-
Ungheria. Sul limpido azzurro della marina
era una selva di grosse alberature imbandie-
rate : vi vedevi sfoggiati i colori di tutte le
nazioni; gigante fra tutti quei legni un tre
alberi ad elica dalla scritta: Tegetthoff, dal
cui fumajuolo usciva una folta nube di fu-
mo nerissimo, segno di partenza. Bastava a
persuadersene gettar un occhiata e tosto an-
che i meno esperti dell'arte marina lo a-
vrebbero indovinato. A bordo regnava una in-
solita attività: l'equipaggio tutto era intento
a terminare i preparativi del disormeggio,
sul cassero era come un bel mazzo di fiori
di primavera: una schiera d'ufficiali in
piena tenuta cogli spallini d'oro, che luci-
cavano ai primi raggi del sole, un eletta di
cittadini dalla coda a rondine ed il cilindro
a schiaccia, uno, due, capannelli di signorine
dagli occhi azzurri come il mare, dalle
ciocche bionde e svolazzanti come la luce;
e delle gravi mammine dalla teletta inap •
puntabile. Si aggiravano rompendosi, anno-
dandosi in gruppi appariscenti. Era un bi-
sbiglio armonioso, un chiacchierio allegro,
rotto a tratti da qualche voce maschia ro-'
busta che comandava la manovra in una
lingua che non era quella del paese, nò
quella che risuonava nell' allegra brigata :
r italiana. Intorno alla nave scivolavano spinte
da robusti marinai numerose barchette, zeppe
zeppe di curiosi; un andirivieni di caicchi,
di scialuppe, altre immobili per ammirarne
la prua quasi tagliata ad angolo retto colla
l'altra un idea del valore dell'opera del
signor Chiudina:
„Ti junake poznaš davne,
„Zemlje ove ljude slavne,
„U knjiga si mnogo štio,
„Mnogo s pjesnih razumio,
„Ali pitaš za njih sine,
„Za sadašnje Dalmatine!
„Znaj, da još je ono pleme
„Novom plodu staro sjeme,
„Još je svaki Dalmatin
„Dalmatinske slave sin!"
Que' primi guerrieri tu pur non ignori
C han cinta la fronte materna d'allori;
Lo dice la storia, le belle canzoni
Esaltan le gesta di tanti campioni,
Ed or de' suoi figli novella vuoi tu?
Di vecchia sementa germoglio novello
„E ancor quella stirpe; il Dalmata è quello;
„Leggiadro rampollo d'antica virtù."
In generale tutte le traduzioni del sig.
Chiudina si possono giudicare felicemente
indovinate; l'armonia dei versi, la loro bel-
lezza più poetica che musicale, il loro finito
tecnico, la lingua sempre limpida ed elegante,
formano del lavoro del sig. Chiudina un
riuscitissimo lavoro d'arte.
Chiudiamo questo nostro breve cenno col
riportare una poesia del Preradovié la " Vera
Virtii^^ che considerata dal lato del pensiero
e della forma dev' essere giudicato come
una gentile e squisita ispirazione poetica:
Il sol nell'alto cielo splendea,
La perla in fondo al mar giacea.
Una fanciulla bella e vezzosa,
Rivolta al sole dicea pensosa :
„Il sol rifulge ncH'alto mondo;
La perla ascondesi del mar nel fondo.
Se fossi rondine al sol m'andrei,
Se pesce al fondo mi spingerei.
Tutta di sole vorrei vestirmi
E della candida perla abbellirmi.
*) Pjesnička djela Petra Preradovió»
pag. 100. Dalmatin,
Oh! allor di tutti sarei piii bella."
Ma le rispose la rondinella:
Poiché del sole vorresti 1' oro,
Se di bellezza tu se' tesoro?
Il pesciolino dall'onde usci,
E alla fanciulla dicea così:
„Che mai la perla varria per te.
Se delle vergini perla tu se'?"
Spalato, maggio 18T8.
a. di.
Dal mio Jurimo lunga stanno
E ferite e povertà;
Greco è 1' aZfro, e fu d'affanno
Gran teatro a quella età.
Il mio tutto ammansa i pazzi,
E fa docili i ragazzi.
Piccola Posta.
C. de K. Spalato. Era impossibile appagare vo-
stro desiderio manifestatoci da A. D. perchè troppo
tardi. — A. S, Czernovitz. Ci rincresce nostre
parole prese in mala parte. — G. B. Gratz. Fa-
tevi vivo. ~ G. V. Vienna. Pronti a soddisfarvi.
Grazie.
Soluzione della Sciarada
del N.o 6:
Braccialetto.