Ćlellan intanto sforzando le posizioni de' separa-
tisti, giunge a impossessarsi di Yorktown e Wil-
liamsburg sulla via di Èiclimond. Conseguenza di
ciò sarà di separare quest' ultimo da Norfolk, die
potrà venir assediata dalle truppe di Mac-Clellan
e da quelle di Burnside, di far sgomberare i se-
paratisti dalla Virginia e dalla Carolina, e ridot-
tili a disperata guerra di guerriglie^ affrettare la
fine della indecorosa lite.
. E pure lo scioglimento della spedizione del Mes-
sico un fatto compiuto; le truppe spagnuole si
imbarcano già per l'Avana. I francesi procedono
contro Messico, risoluti a compiere l'impresa, il
cui fine avrebbé ad essere di porre su quel trono
r Arciduca Massimiliano. Essi sono già impadro-
niti di Orižabana; mentre delle dissensioni e di-
sordini neir interno, paiono dare il trionfo al già
partito monarchico.
La via più diretta e più naturale
di congiunzione della valle del
Danubio coir Adriatico.
L'Ungherià assieme al Banato di Temesvar, alla
Transilvania, alla Schiavonia, alla Croazia, alla
Bosnia ed alla Servia forma uno dei più impor-
tanti alti-piani dell'Europa. — È attraversato in
direzione nord-ovest dalla grande arteria del Da-
nubio cui confluiscono alla riva destra la Drava,
la Sava e la Morava, ed alla sinistra la Theiss.
L'importanza di questo alti-piano è natural-
mente determinata dalla sua positura geografica,
dalla fertilità del terreno, e dalla stupenda rete
di vie navigabili che in tutti i sensi lo percorrono.
Fra i ricchi e svariatissimi suoi prodotti le gra-
naglie occupano il lu'imo posto, e ne produce assai
più de' suoi bisogni in guisa da poter fornire al-
l' esportazione, anche nello stato ordinario delle
cose, qualche milione di ettolitri (staja). Tale ec-
cedenza può crescere rapidamente in vaste pro-
porzioni mettendo a profitto gli spazi incolti, mi-
gliori praticlie di coltura, ed il buon mercato re-
lativo della mano d' opera.
Possiede ricchezze inestimabili nelle sue miniere
e nelle sue foreste, ed oltre alle granaghe può
esportare buoi, cavalli, porci, carbon fossile, legna-
mi, canape, vino, pelli, lane, seghi ecc. ecc.
Ad onta però di tanta ricchezza di prodotti, le
Provincie di questo alti-piano, prive affatto di
strade, erano ridotte ad un' esportazione quasi in-
significante. La nessuna industria, la segrega-
zione dai centri connnerciali, e la mancanza di
comunicazioni col mare rendevano più grave la
loro condizione. Giacevano chiuse in una cer-
chia senza uscita, ed il trasporto di una merce
su tratti di qualche dozzina di miglia costava ta-
lora più della merce stessa.
I primi tronchi di strada ferrata le congiunsero
ài nord alla Germania e più da vicino alla Boe-
pur troppo, s'è quasi perduto lo stampo , e però
sono sì rari nella moderna società. A far maggior-
Inente spiccare la grandezza dell' idea, a ottenere
il maggior possibile interesse drammatico, colla po-
tenza dell'antagonismo, Feuillet s\iluppa in tutta
la sua pienezza, nel personaggio di Wolfran Mat-
teus, il medico alchimista, l'idea dell' ateismo ; per
cui più belli, e di soave profumo, i primi germogh
di fede del cuore di Maddalena, non soffocati, ma
attutiti, ma depressi dal gelido soffio della miscre-
denza e contrastati dall' intralciamento lussureg-
giante di depravate passioni ; per cui potente, am-
mirando il pieno sviluppo, la completa vittoria
-del principio divino (notisi che la produzione ter-
mina colle parole di Maddalena : Aà! credo in
Dio /) cui si arriva dopo dura e cruenta lotta. Nella
detta commedia, dico ciò contro al parere di pa-
recchi che ripetutamente la udirono, nulla havvi,
nonché di ozioso, di inutile, non un pensiero che
non serva a segnare i contorni e a dare colorito e
rilievo ai caratteri. In essa, come dissi, è un' idea cui
• viene dato sviluppo, non un fatto che ci si voglia
narrare ; sonvi de' tipi caratteristici die ci si pre-
sentano, non de' personaggi introdotti a solamente
wiandar avanti un'azione. La si consideri sotto
mia. Ivi incominciarono allora a versare l'ec-
cedenza dei loro prodotti granarli con danno del-
l'industria agricola di quella provincia, la quale
per la concorrenza dei grani d' Ungheria non a-
veva interesse e, volendolo anche, non le era age-
vole sviluppare la produzione propria. I paesi
circostanti, produttori quasi tutti di granaghe, non
potevano porger mano allo sgorgo della soprab-
bondante merce ; e per tal guisa il solo, ed il meno
remoto mercato, era il Mar-Nero: punto a cui
convengono le ricerche della Francia, dell' Inghilter-
ra, del Belgio e della Svizzera meridionale, che
poco 0 molto annualmente difettano di grani. Se
non che, le spese necessarie a tradurh al Mar-Nero
erano tali da non lasciar margine alla speculazione
quand' anche su quel mercato fossero stati venduti
a caro prezzo ; e d' altronde il Danubio, chiuso
dai geli nei mesi d' inverno, presentava un altro
ostacolo considerevole.
Era quindi inevitabile che quelle provincie do-
vessero costantemente agognare ad uno sbocco
diretto e naturale al mare più vicino — all' Adriatico.
Il signor Bontoux, direttore delle ferrovie au-
striache del Sud, in un articolo inserito nella lieviie
des deux mondes 19 novembre 1861 avente per
titolo — l'Ungheria e l'alimentazione dell'Europa —
dimostra ad evidenza, colla logica delie cifre, che
l'Ungheria colle provincie annesse è destinata a
soppiantare Odessa nelle somministrazioni di grani
all' Europa occidentale. Se non che, questo sop-
pianto egli lo vuole esercitato solamente per lo
scalo di Trieste.
E naturale che il signor Bontoux, interessato
al prosperamento della ferrovia Trieste — Vienna,
e desideroso di attirarvi sopra una numerosa cli-
entela, voglia appoggiare l'idea che Trieste debba
essere il solo scalo dei prodotti di Ungheria, molto
più che dall'anno scorso, per il compimento della
ferrovia Buda — Pragherhof, Trieste si trova in
diretta comunicazione con Buda. E siccome fra
mesi sarà aperto il tronco da Sisseck a Steinbrlick, e
congiunta di tal guisa Trieste alla Sava, cosi le
induzioni del signor Bontoux hanno una certa ra-
gione nei fatti, esséndo in realtà quelh i soli due
tronchi che mettono i prodotti della sponda destra
del Danubio in comunicazione coli' Adriatico.
Tanto è vero che in un solo trimestre dell' anno
scorso, per la via di Trieste, si esportarono dal-
l'Ungheria e dal Banato 225,000 quintah di grano
(circa 330,000 staja) ; e in quest' anno è da sup-
porre che r esportazione sarà stata per lo meno
maggiore del doppio. E naturale d'altronde che
i negozianti trovino il loro tornaconto a comperare
i grani, piuttosto che in Odessa, in un porto del-
l' Adriatico, attesa la maggior brevità del viaggio,
i noli per metà assottighati ed i minori pericoH cui
va incontro la merce sottraendola alla perighosa
navigazione del Mar-Nero, del Bosforo e dell' Ar-
cipelago.
Qui giova notare che, giusta i calcoh di Bon-
questo aspetto, e vedrassi come cada la richiesta,
che da molti veniva fatta, del che ci abbia a
fare col resto della rappresentazione 1' eredità della
principessa d'Ehreinstein, e l'introducimento del
personaggio Gothleben, l'avvocato, nel prologo, e più
ancora di quello (da taluno ritenuto più ozioso)
di Herman, il vecchio cameriere.
D'altra lotta, non meno sanguinosa, abbenchè
presentata sotto ridevoh forme, dà spettacolo la ri-
duzione della commedia di Cicconi Troppo tardi!;
e questa è lotta tra l'assolutismo e i sacri prin-
cipii di una santa libertà. Ma la riduzione è tale
che lo stesso titolo,. in cui l'autore racchiuse ,
come in nucleo, ih soggetto della commedia, non
sarebbe più ad essa nè poco nè punto adatto, e per-
ciò fu cangiato in Antichi e moderni. Codesta ri-
duzione mi rammenta quella di un certo tabarro
alla veneziana, ordinato, or son molti anni, dami
nostro conte, che non è più, a un nostro sarto,
quondam pur esso, e taghato da questi con tale
uno spirito diminutivo, die il conte ha dovuto farsene
fare, con esso, una marsina, la quale pure, sempre
per colpa dello stesso spirito diminutivo del sarto,
e' dovette far ridurre a paiiciotto, e inline a be-
rettonc. Fatto vero. Con ciò non voglio già dire
toux, r Ungheria colle provincie annesse produce
ora dagh 80 ai 90 mihoni di ettolitri di grano,
e che la produzione, secondo altri, potrebbe farsi
persino decupla. Attualmente può esportare,
senza disagio, almeno 20 milioni — esportazione
che fino all'anno 1860, dal lato del Mediterraneo,
era quasi nulla.
Se Trieste, giacente all'ultimo limite settentri-
onale dell'Adriatico, può essere uno sbocco per
r esportazione dei prodotti della valle del Danubio,
perchè non ha da esserlo, con assai maggior pro-
fitto dei produttori, qualche altro porto più meri-
dionale della costa orientale dell'Adriatico? Trieste
per la sua posizione è destinata piuttosto a ser-
vire ai commerci del settentrione d'Europa e se-
gnatamente a quelli della parte media della Ger-
mania, e r indirizzo al suo porto dei prodotti del
basso Danubio è cosa affatto artificiale: non è
altro che l'adoperare la sola via possibile in man-
canza di una migliore. E di migliori, cioè più
diritte, più naturali, possono ben sorgerne sulla
costa orientale dell' Adriatico. Tutto il graa
continente che s'addossa su questo nostro litorale
e che ha una superficie non minore di quella della
Francia, con ben maggiore fertilità di terreno, può
benissimo, senza scapito reciproco, alimentare non
una ma parecchie vie. In prova di ciò vediamo
che la Francia (quantunque, può dirsi, non esporti
che i prodotti del suo suolo) stende al mare dallato
del nord dieci tronchi di ferrovia, otto ne stende
all'Oceano e quattro al Mediterraneo. Al Pie-
monte è insufficiente la grandiosa ferrovia di Ge-
nova (una delle più monumentah del mondo) e ne
costruisce un' altra dispendiosissima per Savona.
Nè accenno al Belgio e all'Inghilterra, ove sono
senza numero i tronchi che si spingono al mare,
e tutti necessari a versarvi l'esuberanza delle in-
dustrie e dei commerci dei loro continenti.
Perchè adunque una sola linea e questa indiretta,
viziosa, fuor di mano, deve bastare all' Ungheria
neir Adriatico ? Il commercio, per quanto distratto
dalla violenza delle cose, torna da sè, volere o
non volere, come 1' aqua per una china, alla sua
direzione spontanea e razionale. Noi vediamo che
questa direzione Parigi l'ha in Marsiglia, Torino
in Genova, Vienna in Trieste, Brusselles in 0-
stenda e così via via. Sono i due capi estremi
di una sola corda tesa che al più lieve tocco o-
scillano entrambi. —- La direzione quindi dell' Un-
gheria deve essere alla costa Dalmata e non a
Trieste. Per tradurre, come fa ora, a Trieste una
parte de'suoi prodotti, essa e obbligata a giri lunghi
e viziosi, è obbligata a salire ì fiumi a ritroso
delle loro correnti, e quindi aggiungere spese con-
siderevoh ad una perdita di tempo preziosissimo.
Volgendosi invece a mezzogiorno, scende a tutto
agio, con lieve dispendio, i fiumi stessi, e trov%
lungo la via, Belgrado che, posta al confluire della
Sava nel Danubio e poco lungi dalla confluenza
della Theiss, pare messa lì provvidenzialmente per
che un qualche mutamento non avessesi a fare
nella commedia in discorso, dico solo che fu as-
soggettata a troppo grandi amputazioni, e il dico
anche per far capire che da quella riduzione mal
potrebbesi^ giudicare del lavoro del sig. Cicconi, e
che non è da attribuire a sua colpa 1' abbandono
di parecchie fila eh' escono dal tramite della sua
tela comica, come sarebbero l'amore della vedova
di Ascanio di Roccabruna coli'intendente Giuliani,
quello di Adelaide col dottore FumagaUi. — Sa-
rebbero parole gittate il qui diffondersi sulle fasi
di quella lotta, ora che ogni voce parlata, ogni
parola scritta non ragiona d'altro che di questa
che chiameremo anch' essa redenzione dell' umanità,
di cui s' è fatto spiritoso apostolo il Cicconi. Il
contrasto de'caratteri, la sceneggiatura rapida, spi-
gliata, la vivacità del dialogo, che nondimeno sente
talvolta un po' troppo di quello della strategia mi-
litare, fanno però anche della riduzione Antichi
e moderni (dirollo, checché ne abbiano detto i non
pochi antichi presenti alla sua rappresentazione, e
in barba del consiglio dato da Vittorio co' suoi
proverbi toscani, a costo, cioè, di farmi entrare una
qualche mosca in bocca) una spiritosa, piacevolis-
sima commedia, che non fallisce, ma che grande-
lèzza ed agilit?i e dèstreziza cjhe sono di si gran giova-
mento nella vita, e risparra^rio ostacoli/inceppamenliy i
comodi, che poco contano presi ad uno ad uno, ma ^lie nel-
r insieine sono irnportantissimi per la felicità della vita.
Somma poi è l'uifluenza che la perfezione, e sanità e bellezza
del corpo, a il giusto sviluppo, e le eccelleut! attitudini
degli organi esercitano sul perfezionamento delle facoltà
intellettuali. Mens sana in corpore sano.- Il lejgame stret-
tissimo tra r anuna e il corpo, fanno sì che" li perfezione
dell' uno corrisponda esattamente a quella dell'altro. Le
facoltà intellettuali hanno ad istruinento di loro ^esercizio
gli organi del corpo ; se 1'organo necessario air esplica-
mento di esse non è perfetto, l'ell'etto reale non può es-
sere quale dovrebbe, e la facoltà eJj,e rimane. Ina^iya non
può non s'offrire deperimento, " Non intendiàmo con ciò
che questa veriià si riscontri sempre; abbiamo anzi e-
sempi numerosissimi di essèri imperfettissimi di corpo,
preda di inc/jf^anti imalattie, andar forniti di mente altisr
sima, e dar fruiti maravigliosi di intelligentissima jattività.
Ma noi sappiamo che le molle eccezioni non distruggono
la regola^ generale , che gli sforzi sublimi e le attitudini
singolari non devono esser prese per » norma.
Nè meno la scienza ginnastica può ' giovare al perfe-
zionamento del cuore, e a migliorare il costume della
giovenliX perchè la stessa abitudine dei movimenti, rego-
lali, tanto più se, come, suolsi, sieno accompagnati dal
canto e dal suono, fa acquistare eerta temperanza d'ani-
mo, certa eguaglianza e moderatezza nei moti morali, non
infeconda di bene; perchè acquistando la gioventìi affetto
a-questi lodevoli esercizi, è distolta dallo spendere il
tempo in viziose abitudini o gittarlo, come vediamo sem-
pre, in ozio stupido e funesto.
Noi speriamo per tanto che i padri si persuaderanno,
facilmente a profutare del benefìcio della nuova istitu-
zione pei loro figli, e che, per non sappiamo quali pre-
giudizi, o erronee credenze^ non rifiuteranno un bene che
doveva essere il pili caldo dei loro desideri, e che la nuova
scuola avrà quel prosperamento e quella frequenza che
ragionevolmente si merita.
(Nostra Corrispoiidenza).
w Fiewna ^^ tnaggio. ,
Gravi, avvenimenti si vanno maturando nell' uno e nel-
r.^tro emisfero; grandiosi progetti, idee prepotenti, smo'
diate ambizioniii j^^^^^^ piiì alta portata si èonten-
tendono senza posa> senza inaschera di predominio; i po-
poli svegliati dal lungo letargo corrono precipitosamente
verso una meta, eh' era non ha guari un delitto ; i gOr-
verni, fatto buon viso all'inesorabile necessHà, osano ap-
pena moderare l'universale commovimento; lutto sembra
accennare ad una crisi vicina, e se Dio vuole decisiva. In
America il grande quesito dell'emancipazione de'schiavi
minaccia 1' esistenza della più veneranda federazione, che
ricordi la storia, e ci manifesta come la sacra fame del-
l'oro, r egoismo di pochi, la ragion dell'abbaco, soppri-
mendo la coscienza del giusto e dell' onesto, possono sì
per lungo tratto di tempo sospendere l'esercizio de'sacri
diritti dell' uomo, impedirne alla perfine il trionfo r|on
mai. Le convulse agitazioni nel Mfssico, e la più che di-
plomatica ingerenza de'potentati d'Europa in quella san-
guinosa controversia, se ci offrono lo spettacolo delle fa-
tali conseguenze di un sistema di governo inconciliabile
coi bisogni e coli'indole de'goverjiati, danno d'altronde
la più solenne smentita alla teoria del non-intervento,
proclamata dai gabinetti all'unisono, e violala impudente-
mente tosto chìe lo consigli la non sempre onesta teoria
del tornaconto. Le persistenti e non sempre incruente di-
mostrazioni a Varsavia ci mostrano: coli'eloquenza de^fatti,
che ogni tolleranza ha il suo limite, e che a malattia di-
sperata rimedii lenti non bastano; niuno più crede in Eu-
ropa ali'immaturità de'suoi popoli per, un liberale go-
verno. L'eroica lotta dé'poveri cristiani dell'Ercegovina
sussidiati dal fanatismo nazionale de'prodi figli delle iMon-
tagne nere o, se pur volete, dall'ambiziose astrazioni del
giovinetto loro principe, colle truppe ottomane capitanate
dall'illustre rinnegato, mette in piena luce il miserabile^
ma non miserando stato di quell'impero,direbbe a fon-
damento la conquisto, a sistema il despotismo, a religione
r intolleranza, la crudeltà, la mala fede. Non credoi permet-
tetemi ch' io dissenta dal pronostico fatto nella vostra pri-
ma rivista^ non credo che il sangue versato da'nostri vi-
cini per la pià giusta delle cause . resterà infacondo. Io
ejedo, io spero il contrario. E do desidero come dalmata,
e come cristiano. In Germania il sentimento nazionale ye-
nuto, 3" beli'armonia coi liberali intendimenti politici, somt
ministra un antidoto efficace contro quelle condizioni di
sterile qtjietismo, inoculato ad una delle più assennate na-
zioni del mondo da un sistema, di cui concordi recla-
mano la riforma i. principi e i popoli germanici. La leg-
gale, coraggiosa opposizione della dieta di Berlino; l' elo-
quente risposta dell elezioni libéralissima al decreto reale
che scioglieva la Camera, l* onesta lodevole condiscen-
denza del re, che fa ragione, nel suo discorso alla nuova
dieta, ai desiderii del popolo il contegno eroico e pru-
dente insieme degli assiani nmpelto »ile intemperanti pre-
tese del principe; il seno, sincero apppggio dall' Austria,
dalla Prussia e da quasi tutti i sovrani tedeschi sommi-
nistrato questa volta (èon raro" esempio alla causa della
libertà e diritto costituzionale; If vittorie della stessa causa
riportate nel parlamento diMorisico nelle due recenti ses-
sioni; il progresso insomma rapido e sicuro manifestatosi
in generale negli ultimi tempi sulla via delle liberali ri-
forme in tutta Germania, giustifica pienamente il mio as-
sunto. Neil' Austria in onta alle difficoltà naturali e a quelle
che r èsorbitanze di nazionalità, finora a dir vero non
equamente trattate, vanno provocando o mantenendo al
nuovo regime costituzionale, questo non perde terreno,
anzi lo rassoda e trinciera. Ora corse il secondo anno,
da che il sovrano diploma lo inaugurava nei suoi prin-
cipii fondamentali, e la patente successiva mettevalo in
atto. Chi ignora le sconfortanti profezie onde accompa-
gnavansi alla capitale i deputati delle diete provinciali ?
Quelle profezie non procurarono ancora l'aureola dell'i-
spirato all'autore. E se il parlameptO raccolto avanti Porta-
Scozzese non lascierà alla fine un ricco catalogo di leggi
sancite; s'esso non riformerà essenzialmente l'ammini-
strazione infelicissima sotto cUl abbiamo gemuto tanti anni;
se non riempierà tante lagune, non realizzerà tutti i de-
siderii, non restituirà pienamentO la valuta, non ricom-
porrà dei tutto le fmanze r'gli resterà il merito incon-
trastabile d^ aver mostrate molt^i piaghe ed accennalo al
rimedio ; di aver combattuto molti errori e pregiudizii e
preparata la via ad abbatterli; di aver raccolti molti ma-
teriali preziosi; di aver dimostrato che i popoli dell'Au-
stria vogliono esser liberi, e sanno apprezzare ed usufruire
il tesoro del sistema rappresentativo. Le discussioni finan-
ziarie franche e minuziose coi risparmii che si-vanno de-
cretando e si decreteranno neiramministràzione civile e
militare, e col ponderato lavoro sui mezzi di conseguire
l' equilibrio tra le spese e le rendite , di regolare i va-
lori de'pubblici effetti, e fissare il giusto rapporto tra la
Banca e lo Stato: queste discussioni hanno un'importanza
inestimabile, ed è a deplorarsi, che non vi abbiamo presa
parte i rappresentanti di tutto l' impero. Varie leggi di
sommo rilievo ottennero 0 sono prossime ad ottenere la
sanzione sovrana ; per altre si diede efficacissimo impulso
all'iniziativa del governo, che solennemente ne promette
la produzione nella tornata ventura. Il gravissimo assunto
della iriforroa di un sistema che durò per cosi lungo lasso
di tempo ; che s'incarnò in tutte le istituzioni; che eser-
citò la sua influenza su tutti i diversi stati sociali ; che
interessò le abitudini, i commerci, le speculazioni; siffiitto
assunto non compiesi nel giro d' un anno, ji nuovo si-
stema pianti ft;rrae radici ; il terreno si coltivi operosa-
mente, ragionevolmente; la pianta crescerà e i frutti non
tarderajnno.
U budget de\ Ministero di Stato ventìe 'tièllà parte fin
oggi discussa approvato colle riduzioni proposte dalla
Giunta finanziaria. Furonof^soppressi varii posti, per tutta
la scaia gerargica, nel dicastero centrale, e nelle luogo-
tenenze. Quella di Zara perde un consigliere, un segre-
tarió> un concepista, due impiegali di cancelleria, e V e-
rario risparmia i loro emolumenti. Una proposta di fìech-
bauer per una riforma dell'istituto della gendarmeria mei
senso che questa venga subordinata, come organo pura-
mente esecutivo, all'autorità politica, e sottomessa alla
giurisdizione civile», restò aggiornata. Non fu accolta l'al-
tra proposta Rechbauer diretta allo scioglimento dell' ispe-
zione generale della gendarmeria. Ebbe eguale destino la
mozione Sartori intesa a procurare anche agli aggiùnti
pretorili quell'aumento di fior. 100 conseniito dalla ca-
mera agli aggiunti giudiziari!. Venne invece conchiuso
colla proposta Froschauer di autorizzare il Ministero di
Stato a disporre degli eventuali risparmii nell'ammini-
strazione, che lo riguarda, per sussidii a favore degli im-
piegati delle preture miste e politiche dall'aggiunto in
giù. Offrì qualche interesse quest'oggi la discussione sulla
partita del soldo di funzione ridotto ai governatori di
Trieste è Venezia, al primo per fior. 2000, al secondo
per fior. 8400. I Ministri Schmerling e Lasser fecero la
loro parte ; ma la maggioranza della camera restò sorda,
e ... /a partita fl/«e>jo figura ridotta. Per domani stanno
all'ordine del giorno la continuazione del budget del Mi-
nistero di Stato, ed il budget del Ministero di polizia.
Seduta; pubblica dd Consiglio comunale di Zara
pel giorno 31 corrente alle ore 11 nella sala della
Biblioteca Paravia. ,
Ordine del giorno.
1. Udire la lettura d'una relazione sulla mo-
zione del Consigliere sig, de Ponte onde ottenere
la restituzione alla" Comune del dazio consumo
inòameràto dallo Stato.
2. Néìninà di un Comitato ad oggetto di stu-
diare e riferire su di una memoria della Giunta
pròtincìa:le, contenente il progetto di abolire ogni
dàzio d' entrata in 'modo che l'erario dello Stato
non ne soffra danne.
3. Domande di sussidii a due impiegati del
Municipio. • '
Notizie politiclie.
AUSTRA.
Vienna 20 maggio. Ieri nel pomeriggio si sparse
fi'a i deputati la voce eh'era imminente una crisi,
che il ministro de Schmerling aveva offerta la sua
dimissione e che la sessione del consiglio dell'im-
pero era in procinto di esser chiusa. Più tardisi-
apprese che la voce era del tutto erronea, ma
nessuno saprebbe dire da quale strana combina-
zione fosse stata originata. Il ministro di,stato
è anzi più saldo che mai nellla sua posizione ed
è ora sul punto di far prestare agli impiegati il giu-
ramento alla costituzione. Con ciò il ministero non
intende soltanto dar prova del suo liberalismo,
ma vuole porre un freno a certi impiegati di , là
della Leitha, i quali osteggiano apertamente la pa-
tente del febbraio. ,
Tra pochi giorni verrà pubblicata la nomina di
nuovi luogotenenti e dei ministri di marina e gm-
stizia. Oramai è generalmente ammesso che il por
tofoglio della marina verrà affidato al barone de
Burger. Per la giustizia è in predicato il presi-
dente del tribunale d' appello della Boemia barone
de Hennet. 1 nostri circoli parlamentari avrebbero
preferito ad ogni modo che venisse eletto per quei
posto un membro della nostra camera dei depu^
tati, la quale non difetta di distinti legali, e che
si fosse incominciato per tal modo a scegliere i
membri del gabinetto dal seno delle camere.
Vienna 22 maggio. Nell'odierna tornata dei de-,
putati fu adottata in terza lettura l' appendice al
codice penale per reati di stampa. Fu quindi conr
tinuata la discussione sul bilancio del ministro di,
stato; e precisamente su quello dell'ispezione ge-
nerale della gendarmeria.
Il deputato Rechbauer disse l'organizzazione di
quest'istituto difettoso e propose : che il governo
presenti una legge, colla quale la gendarmeria
venga sottoposta alle autorità incaricate della sor-
veglianza della pubblica sicurezza e si dichiarò
sciolta r ispezione generale della gendarmeria. Con-
tro le proposte di Rechbauer parlarono il ministro
de Lasser ed il barone de Tinti. Le proposte non
furono adottate dalla camera.
ITALIA.
Torino 22 maggio S. M. il Re è arrivato alle
ore 3. Fu ricevuto dal principe di Carignano, dalle,
autorità civili e militari. La Guardia nazionale e
la truppa erano sotto le armi, la folla straordir^
naria. S. M. assistette al defilé dal balcone del
palazzo. Continui viva al Re ed all'esercito. È-
pure arrivato il ministro Rattazzi.
Genova, 22 magggio. Sua' Maestà e arrivata in
l>ortG stamane, alle ore 8 li2; Venne ricevuta dalle
autorità civili e militari. Bicesi^ che partirà per
Torino a mezzogiorno. Più tardi vi sarà rivista
della Guardia nazionale.
BEGLIO.
Brusselle, 21 maggio L,Indèp. BÓ?///^ d'oggi an-
nunzia che il sig. Thouvenel indirizzerà quanto
prima una nota alle potenze, colla quale spiegherà
il contegno della Francia nel Messico.
FRANCIA. '
Parigi, 23 Maggio. Legesi neW Esprit Public:
La Francia è risoluta a continuare la spedizione
nel Messico. —' Il governo itahano cerca Mazzini,
il quale è nascosto a Milano.
Si ha da Madrid che l'Inghilterra invitò la
Spagna a dichiarare annullata la convenzione di
Londra riguardo al Messico. '
TURCfflA.
CoslanlinopoU, 22 maggio. La Porta respinge la
proposta della Russia chiedente il riconosciméiitò
dell'iriipendenza del Montenegro, ed ordina' defi-
nitivamente ad Omer Pascià di attaccare il Mon^
tenegro, " :
Ulostar, 20 maggio. I Montenegriui dopo san-
guinosi combattimenti nelle vie vennerò scacciati
da Niksich, e nella ritirata appiccarono l'incendio
alle case, Dervisch pascià il giorno 17 dopo un
sanguinaso combattimento, che durò fino al tra-
monto del sole s'inoltrò nella Duga fino a Ischemse
alla distanza di tre ore e mezza da Niksich.
Tipografia Fratelli BATTAEA. VINCENZO DUPLANGICH Redattore responsabile.
b sollecitudine con cui incalza all'esaurimento gli affari
del tribunale; per essere, conje dice l'3rtio>olo^ uno stpa-
nier,o, un teije§.GO, pè nato, nè educatt) fra noi, eho, da
mesi soUanlo studia lo slavo o nel PQZQV ai caffè, o nella
barbara trad.gziipne ufficiale del bollettino delle leggi, non
poteva poi senza un ruiracolo, per (questi «lessi motivi, e^r
sofdire con tanto splendore nei suoi slavi (lit)aftimerili.
Fu aiizi dalle persone intelligenti e spassionate no-
talo, eonae il maggior numero delle sue parole slave, e
palla novità delle espressioni attinte a fonti straniere non
cognite tra il pppolo nostro, e pella CMtliva pronun?ia, si
fa assai poco intendere, con grave danno della giustizia,
la qu^lp '(leve fendere con rigore e con calma a scopi
ben più importanti che non lo sieno codeste acculonie
discussioni di. nazionalità e di lingua, che escono sempre
dai liqiitf del vero e dell'onesto. Ed è strano davvero che
al parlare sbvo di quella maniera dicasi parlare con di-
isinvoUura. A taje giudizio non può menare che lo spirito
di pantito ! Impudenza, sfacciataggine, ilicono le persone
assennate, viojazionc di quel doppio risjìetto personale e
sociale che si esige dall' uomo educato ! Che se queste
cose piacciono davvero ai moderni, dnnno un meschino
(Concetto di sè, e poco hanno che ridere agli antichi, i
quali meglio stirpavano e slimano la loro dignità perso-
nale. L'encohfiiare con vano strepito di parole la so-
lennità di codesti slavi dibattimenti come fece all'infiam-
jnalp ILid'torio di tre o quattro slavisti il giovine vice-
prppuratore di stato Dr. Giunio, lungi dall'essere un-;ag-
gio di pompiere lealmente il proprio dovere di funzio-
nario pubblico, parve ;nzi a taluno manifestazione d'm-
tendere a rovescio il vero stato attuale delle cose, perchè
cl»ì lo intende daddovero sa che non si può d'un subito
allivare una novità di questa specie; che se è buono,
come non ^i coi\tet)(lc, attivare la lingua slava nei dibat-
timenti con accusali slavi, devono poi esserne tulli in-
«truiti e presidente e giudici e avvocali tanto dell' una
che delfoltra parte, come prescrive la stessa ordinanza
iniiiisteriale, e non parlare una lingua a capriccio che non
si S3 cosa sia, come avviene attualmente; che prima de-
vpnp essere preparate le traduzioni dei codici in lingua
islavprdalmata, nella lingua che sola parla e comprende
il popolo nostro delle campagne, e studiatili convenien-
tpmente questi codici da tutti i funzionarli, sieno obbli-
gali tutti indistintamenle ad usare la lingua slava; ed al-
Ipra con coscienza ci consoleremo colla nazione della in-
dossata veste delja giustizia, e bandiremo dalla memoria
questa lurida e penciosa, che piacque tanto al partito na-
^•jpnalp, con cui volle fare una prima comparsa per opera
di alcuni fanatici , che hanno per cara patria l'interesse
pfpprìp, e r egoismo per vero bene del popolo e della
nazione, ed aristocratici essendo per la bnrocraticjì lor
posizione o per innesto di magnanimi lombi, non hanno
^Icunp scrupolo di coscienza. Molti e molti potrebbero imi-
tare il loro esempio e parlare in slavo a quel modo, ma
^e gli avvocati protestano di non intenderlo, se è no-
tprio che non lo intendono neppiir i giudici, od almeno
npri intendono la lingua che ora parla il loro presidente,
fiar^ opera di giustizia e di coscienza non abusare almeno
ppr ora^ come fa il tribunale di Spalato, del ministeriale
dispaccio, che non fu elastico senza ragioiio, per il gusto
puerile di yeder celebrata con qualche esagerato articolo
questa slava novità, la quale ben lungi dall'essere una
cpnquista nazionale pel buon popolo di cui tanto si zelano
a parole le sorti, a questo modo è nient'altro che un'ironia,
una frode, un suggello d'ignoranza e d'ingiustizia.
• ^ che giova incalzare con una fretta irragionevole e
farsi ridicoli, quando con un poco di pazienza ed usali i
mezzi necpssarii si potrebbe raggiungere efficacemente
lo scopo, ed essere stimati e rispettati, come a chi non
transige colla propria dignità? Si forniscano prima ai ma-
gistrati , agli avvocati, ai notai, le traduzioni dei codici
civile e penale e delle relative procedure per cura d'una
commissione nazionale redatte in lingua slavo-dalmata,
come pur dice l'articolista, e poi s'ingiunga un limitalo
fermine in cui dovranno colle parti slave trattarsi in slavo
gli affari di giustizia, ed allora il sig. articolista si per-
suaderà che non tutti stanno colle mani in mano al solo
iscopo di accarezzar pigrizia, rna che molli degli antichi
lianno ancora troppo onore e troppo elevalo sentimento
della dignità della giustizia, per non farsi operai della 3a-
liilonia del tribunale di Spalalo.
Ragusa, 2S maggia,.
La spedizione di Dervisch ebbe un felice risultato —
qua\ fu quello di approvigionare la fortezza di iNiksich,
phe per fame avrebbe altrimenti dovulo sirrendersi — Ciò
però gli costò molto sangue, perchè nella battaglia dei 19
perdette 500 uomini. Caddero pure 500 Montenegrini
fece sosta li 20 e 21 a Niksich in continui combatti-
menti. Li 23 cominciò la ritirata lungo la fatale Duga, e
allo sbocco ai 23 iricoi^trò forti masse di Montenegrini
phe Ip assalirpnp. Sanguinosa fu la battaglia. Non si a(lo^
perarono che baionetta e jatagan. In questa giornata perì
il famoso Mebmed Cenghich che aveva arrolato qualche
migliajo di Bassi-bozuk bosniaci e condottili al campo
di Dervisch- perì il comandatile iri capq dei Bassi-bozuk
Jilbanesi, aictini colonnelli, maggiori e circa 1500 Turchi.
Caddero pure da 4-500 Montenegrini. L'approvigiona-
menlo di Niksicb fu compralo a troppo caro prezzo. Der-
visch, sviluppatosi dalie terribili strette della Duga, si recò
a Gulzko e Bilecia per ristorare le truppe. Ora si do-
manda come egli potrà cooperare all'invasione di Monte-
nero con Omer che raccolse a Podgorizza in Albania l'ar-
mata d'invasione di 20,000 uomini ed è pronto all'attacco.'
%
(Articolo comuiiiGato
re^ìo ed onorevole sig» Medattore !
Pavia, a dì 15 maggio, ore 10 pam.
Reduce, per ripatriare, dalle antiche provinole del re-
gno, ov' erami recalo per affari di famiglia, trovo una let-
tera dì studia, con trascritta in calce altra del sig. Michele
Messi, medico fisico di Uagusavecchia, traila dal di lei
pregialo giornale 3 corr n. 18.
In essa il ()refato signore si lagna por ciò che gli si sa-
rebbe riferito, come per alcuni giornali fosse corsa l'im-
putazione, che in una visita fallami nei primi di marzo,
egli si sarebbe prestato per •porgermi ma specie sin-
golarissima di scusa per il pretore di Ragusavecchia a pro-
posito dell' ormai famoso processo Vragotov; pregundomi a
non tardare a smentire ((uellà menzogna.
Se ne' suespressi sensi corse la voce pei giorn.ili, non
esito un istante a dichiararla un pretto mendacio.
Il Dr. Messi mi fu indicato come uno dei testimoni che
avrebbe potuto deporre a scarico in quel proc(3sso, nel
quale, com'è notorio, io avea assunta la difesa dell'im-
putato Giorgio VVagolov ; fui anche prevenuto che avrei,
all' uopo di meglio informarmi avuta una sua visita.
La visita infatti ebbe luogo ; il Dr. Messi m' istruiva
benissimo, e, dirò forse meglio, mi dilucidava la storia di
alcuni falli, non però come ciki si fosse trovato agli stessi
presente, ma per ciò che del luogo e per a lui noie
precedenze, polea dirsene informato e spiegar le cagioni;
per cui anzi, a quanto almeno ricordo, di vcrun fatto egli
m'istruì a siabilire il quale avessi potuto giovarmi della
sua testimonianza.
Se parlò del pretore fa per incidenza, e per ciò che
non polea farne a meno discorrendo di quella ridicola
scena (che la calunnia solo, e, parmi nella sua base pro"
vata in atti, polea elevare a crimine, aprir l'adito ad un
voluminoso processo, e sacrificare, da oltre un anno, al-
cuni infelici, innocenti per mio intimo convincimento, fra
le miserie di un carcere preventivo), in verun modo per
porgermi le sue scuse.
Dal lungo colloquio avuto con quel signore parmi anzi
di aver potnlo in esso scorgere un uomo franco e leale,
che quanlUnque avverso aU' anno&eiono, puro cm dototo di
quella ragionevolezza, sgraziatamente non troppo frequente
fra parlitanti polilici di contrario colore, per cui gli uni
vorrebbero fìscata negli avversari quella libertà di opinione
che pur reclamano per sè medesimi, o gli odiano e gli
disprezzano per ciò solo che sono di un avviso al loro
opposto.
Se quindi posso aver con alcuno tenuto parola di una
tale visita, non può essere stato che negli esposti sensi;
in caso diverso avrei mentilo; nè io sono uso a mentire.
Dopo di che, interessando la di lei compitezza eil im-
parzialità, egregio sig. redattore, a far luogo nelle colonne
del di lei accreditalo giornale, a Iranquiliià, e per quanto
possa valere a difesa del sullodato dottore, alla presente
mia dichiarazione, pregoU voler aggradire in uno a'miei
anticipali ringraziamenti, i sensi di quell'alta slima con
cui ho il pregio di protestarmele.
Dei;, ed ohh. servo
Avv. MICHELE CORTI.
Notizie politiche.
AUSTKIA.
Scrivesi da Trieste in data 21 maggio alla
Presse di Viemia:
Qui si pretende sapere, die nel seno del Con-
siglio dell' impero si abbia in mira di scatenarsi
contro il privilegio dei porti franchi di Venezia
Trieste ecc., locchè allarmer.ebbe in sommo grado
r intiero litorale austriaco. Le nostre città litorali
e nostri porti commerciali hanno in questo riguardo
un putito di vista dei tutto diverso da quello delle
città, continentali Le città di Spalato e Segna
hanno recentemente esternato in proposito i loro
desiderii. Spalato chiede il privilegio di un porto
franco come principale condizione dello sviluppo
del suo commercio. La sola parola Eutrepot basta
a, coiBinuovere tutta la popolazione del litorale.
È questa un ardente questione nè per ora sarebbe
prudenza di toccarla. Tutto il nostro commercio
di mare è compreso in un periodo di transazione,
nè un tale monientq si presenta opportuno per
mettere sul tapettq la questione.
Per questi articoli la Redazione non assume altra responsabi-
lità che qtiella voluta della legge.
Vienna, 27 maggio. Nella seduta di ieri, la Ca-
mera dei deputati votò dei sussidii a favore de-
gì' indigenti del Litorale e della Dalmazia in ^ se-
guito al cattivo esito dell'ultimo raccolto, cioè:
fiorini 25,000 per il Litorale, 50,000 per la Dal-
mazia, ed inoltre fiorini 30,000 per 1'acquisto (li
semente di cereaU pella Dalmazia. fO. T.J
Altra del 27. La Camera dei deputati accetto
la proposta del Gliubissa di condonare i 30,000
fiorini, anticipati ai poveri della Dalmazia per 1' a-
cquisto di sementi. Quanto alla gendarmeria^ fu ri-
soluto di mantenere lo stata quo. Domani simì di-
scusso il bilancio del ministro del culto. (G.dtVen./
Altra del 27. Si ha da Cassel che il coBsiglia
dei ministri decise ieri di dare la sua dimissione.
Si pretende che i ministri d' Austria e di Bavierit
abbiano dichiarato essere assolutamente necessčiria
tale dimissione, per togliere alla Prussia il prete-
sto di procedere ulteriormente. (Dep. di Borsai.
Fiume, 27 maggio. Il 25 di mattina partiva il
convoglio privato per Grobnico ad inaugurarvi la
bandiera del comitato. Numerosi fiumani erano
spettatori cupamente silenziosi. La sera vi fu fer-
mento. Quando ritornarono le prime vetture, furono
accolte con dimostrazioni sfavorevoli. 11 consiglio
municipale intimò loro il mandato di non entrare
in città. Le dimostrazioni crebbero; v' intervenne la
truppa; furono operati degh arresti. Jer sera quiete.
Trieste, 28 maggio. Ricevemmo stamane due let-
tere da Fiume sugli avvenimenti, di cui fu teatro
quella città nella sera del 25. L'angustia dello
spazio e' impedisce di pubbhcarle. Ci hmitiamo
perciò a narrare che la sera di domenica, ritor-
nandosene in città la comitiva croata, fu accolta
dalla plebe a fischiate. Un Eljen uditosi nelle vi-
cinanze del caffè marittimo mercantile fece sfode-
rare le sciabole ai serezani che scortavano il conte
supremo de Smaich. Ne nacque un parapiglia.
Giunta una pattugUa militare condotta da un sig.
ufficiale, si ristabilì la quiete mercè il prudente e
lodevohssimo contegno di lui e d' altri signori uf-
ficiali. Il preside magistratuale sig. Martini e i
suoi dipendenti spiegarono il più lodevole zelo nel
calmare la concitata moltitudine e nel persuaderla
a ritirarsi. Venne arrestato un giovine capitana
mercantile, sospettato d'aver gridato 1' Eljen.
GERMANIA.
Franco forte 25 magggio. Un supplemento stra-
ordinario della Post-Zeilang riferisce da Cassel che
nel Consigho di ministri tenuto colà venerdì de-
corso, venne presa la deliberazione di riattivare
la Costituzione del 1831 colla legge elettorale
dell' anno stesso.
E fino ad ora infondata la voce d'un cambia-
mento ministeriale. (Sferza.)
TURCHLV.
Mostar, 26 maggio. Da ieri, Dervisch pascià bi-
vacca sul territorio montenegrino. Si annunzia che
Omer pascià in persona dirigerà quanto prima
una spedizione.
Scu tari 23 maggio. Hussein Pascià passò il giorno
19 i confilli del Montenegro con sette battaglioni
d'infanteria e 4000 irregolari. I distretti Vasoje-
vich sono nelle mani delle truppe turche le quali
oggi s'avvanzano nel Montenegro presso Spud
(Spuz). S' attende un battagha decisiva. fVand.)
AMERICA.
Nuova York, 13 maggio. Gli unionisti occupa-
rono senza resistenza Norfolk, trovarono il can-
tiere, r arsenale, ed i navigli distrutti. Il Merrima^*,
saltò in aria. Il generale Mac Clellan trovasi a 2 0
miglie da Richmond. Furono abbrucciate in Mem-
phis grandi quantità di cotone. La Camera dei rap-
presentanti votò r abolizione della schiavitù nell' A-
merica settentrionale.
Nuova Orleans è dichiarata in stato d'assedio.
Una proclamazione di Lincoln stabilisce per il 1. ®
giugno il toglimento del blocco in Nuova Orleans
Beaufort e Port Royal. Le condizioni sono le se^
guenti: I navigli devono essere muniti di certifi-^^
cati dei consoh americani, e non avere a borda
contrabbando di guerra. Si sostiene però il blocco,
degli altri porti.
Tipografia Fratelli BATTARA, VINCENZO DUPLANCICH Redattore responsabile.
/f
parmi eòe il culto alla nazione è da lasciarsi da un canto,
non ci entrando che in proporzioni omeopatiche, se pur
«'entra: mentre, a comune giudizio, codesti sforzi di po-
iiglottismo non sono, in massima, che un cemento di pre-
fisuzione contro tuli' i casi evenibili.
A qua! prezzo poi mantengasi questo precario e arti-
ficiale stalo di cose, lo gi apprenderà da un sol fatto. In
im certo dibattiruento, udite le conclusioni finali del pub-
blico ministero e la difesa, ebbesi a notare che i giudici,
ritiratisi per pionunciare la senleuza, ricomparvero indi
a pochi minuti nella sala del dibattimento. E qui il pre-
sidènte, armato di ben due fogli di carta scritti in lingua
yiazionale, les§e speditamente e con edificazione del colto
pubblico, che nulla comprese, i motivi della sentenza.
"Codesto fatto perderebbe alquanto della sua sembianza
prodigiosa se, oltre alla cattedra d'ortografia che c' è da
giorni, il e. r. tribunale ne contasse un'altra, e fiorente,
per allievi stenografi. Sendochè però quest'ultima si tro-
va, per ora, allo stato di desiderio, vi fu chi pretese di
sciogliere quel problema così gravido di logaritmi ; ma
siccortie la soluzione offerta pecca, a mio vedere, di ec-
icessiva malignità, alludendo perfino a certe chimeriche
violazioni dei riti processuali, così m'astengo volentieri
-dal riprodurla.
A compendio di quelle nnolte cose che resterebbero a
jdirsi, mi è grato di recare la seguente chiusa di uu ri-
corso, in seguito a sentenza comunicata in lingua nazionale:
«L'avvocato difensore declina da sé ogni onore di par-
«fecipazjone alla tenuta del dibattimento in una lingua snp-
» posta slava; come ricusa ogni responsabilità nell'offesa
«fatta a questa stessa lingua negli immaturi ed incon-
«sulli conati di servirsene nelle forensi discussioni e nel-
« l'assunzione di atti di qualche importanza e di rigore
«terminologico. E nell'interesse della nostra bella lingua
«slavo-dalmata, compro.messa e polluta da un linguaggio
«burocratico, zeppo di errori di grammatica, di filologia
fe di logica; è nell'interesse della dignità e del dncoro,
« che devono presiedere all'amministrazione della giustizia,
«e di cui giudici ed avvocati dovrebbero essere solidali;
flè per dovere d'altri principi! di logica attualità e di pre-
« visioni future, che il difensore ripudia la sentenza e lo
fspiritp inopportuno auspice a'suoi natali, e protesterà
«semprecchè, in sua presenza, si attenti a ciò che egli
«sente di dover venerare e difendere, loss'anche colia
«stessa sua vita.»
Dicendo infine che l'inclita pretura urbana và corag-
giosamente e brillantemente emulando il c. r. tribunale,
jion credo di defraudarla in verun modo di quella por-
zione d'encomio a cui essa ha ogni diritto, è che, per
amore d'imparzialità, nessuno ha fin qui mancalo di
tributarle. »«
Ragusa, i giugno-
Pochi giorni or sono, Abdi pascià, che comanda l'eser-
cito di Podgoriza, fu attaccato nel villaggio di IVIartin-nos,
ed ebbe una perdita di circa 5Q0 - cinque cento - fra
morti e feriti. Si ritirò verso Spuz, ma non già in causa
di questa perdita, se non se perchè Dervisc, stanti le in-
felici spedizioni di Niksich e Banjani-Grahovo, non potè
finora entrare nel concerto delle' operazioni che si vo-
gliono simultanee. Però, a Dervisc arrivano i rinforzi ba-
Stevoli a venire a fatti decisivi che ogni momento si
aspettano.
PS. Ricevo in questo punto notizia aver Dervisc pascià,
dopo i grandi rinforzi di nizarp giuntigli da Costantinopoli,
ed di basci-bozuk della Bosnia, mosso ieri il campo da
Bilecia, per liberare la fortezza di Niksich assediata da
Vukotich con 10,000 montenegrini.
Notizie politiclie»
AUSTRIA.
Vienna 2 giugno. Il Ministro del Gommercio e
pubblica economia confermò V elezione di Pietro
Abelich a presidente della Camera di commercio
e industria di Zara. (Oss. Tr.J
largare i mezzi d'istruzione, di tributare anche
una parola d' encomio : e non i3er dar tuono di
certa autorità al mio biasmo od alla mia lode,
ma per far conoscere altrui die il nostro sonno non
è letargo; che basta un semplice tremolar di fo-
glia per scuoterci, e dirigerci a maggiore attività.
Questa anno si può dire intanto di aver fatto ab-
bastanza per l'istruzione in provincia. Ragusa
riebbe la scuola nautica i Spalato ottenne la scuola
reale: Zara è a buon segno con le sue speranze
per ottenere anche 1' accademia legale : altre lo-
calità attendono pure qualche concessione per le
loro scuole ; e questa si può chiamare vera atti-
vità, che se non s'arresta, come speriamo, in
pochi anni noi vedremo fiorente l'istruzione nella
nostra provincia, é godendoci al rezzo che man-
deranno le sue piante, noi coglieremo anche uber-
tosi i frutti. Zara, in maggio. Dmceii^o 0u;joltcl)«
Vienna, 31 maggio. La semi ufficiale Corr. Scharf
dice che la risposta della Prussia al memorandum
austriaco, relativo al trattato commerciale franco-
prussiano, fu già rimessa al gabinetto viennese
dall'inviato prussiano, ed è in sostanza piuttosto
una ripulsa di fatto che una risposta ai punti di
diritto e d'interesse che si son latti valere. Il
tuono e la condotta del documento prussiano tol-
gono la speranza d' un accordo.
Vienna, 1 giugno. La risposta della Prussia al
memorandum dell' Austria sul trattato commerciale
franco-prussiano non lascia sperare verun accordo.
Tutta la flotta russa si riunisce a Kiel.
Vieìina, 2 giugno. La Corr. Scharf riferisce che
il Governo comunicherebbe, prima ancora che ve-
nisse chiusa r attuale sessione del Consiglio del-
l' Impero, essere deliberato a voler prendere l'i-
niziativa per mutare l'articolo 31 del Concordato.
Ragusa, 1 giugno. Ieri mattina Dervisc bascià
mosse con tutte le sue forze e con viveri da Bi-
lechia a Balika per approvigionare Niksich.
Bispetto alla questione ungherese togliamo dalla
Presse in data di Vienna 29 maggio quanto ap-
presso :
Credendo noi di avere scorto che il giornale
di Dresda riceva non di raro comunicazioni da
Vienna da fonti officiali, giudichiamo opportuno
di fermare l'attenzione sopra la seguente corri-
spondenza di Vienna contenuta nell'ultimo numero
di quel foglio : Finalmente sembra che la que-
stione ungherese venga di nuovo energicanteme
ripresa. Pareva prima , che anzitutto si sarebbe
dovuto raccoghere la dieta della Transilvania, ma
certi avvenimenti fanno apparire ora desiderabile
di occuparsi dell'Ungheria, e non a torto, imper-
ciocché dall'esito di tale tentativo dipende tutto
il resto, potendosi difficilmente attendere favore-
voh risultati in Transilvania ed in Croazia, se
prima non venga sciolta felicemente la questione
ungherese. Sembra che il conte Forgach abbia ot-
tenuto che prossimamente venga raccolta la dieta
ungherese. Soltanto nel caso che andassero a vuoto
le proposte essenzialmente modificate sebbene non
del tutto nuove da farsi alla dieta, si procede-
rebbe alle elezioni dirette pel consiglio dell'im-
pero. Questa misura spazia tuttavia ancora nel
campo delle incertezze, e difficilmente potrebbe
ammettersi che la dieta ungherese sarà per te-
nere le sue discussioni contemporaneamente a
quelle del consiglio dell' impero.
ITALIA.
A'apoli, 31 maggio. Il principe Napoleone arrivò
in questo porto alle ore 11 aut. sul yacht Jerome
Napolèon.
Il prefetto Lamarmora visitò il principe a bordo.
Il principe non scese a terra, ma riparte stassera
per MarsigKa.
La missione itahana per la Persia è giunta a
Tiflis in ottima salute
FRANCIA.
Parigi 28. Scrivono alla Monarc. naz: Eugenio
di Savoja, principe di Carignano, è giunto a Pa-
rigi. Il principe è latore di una lettera autografa
diretta da Vittorio Emanuele a Napoleone IH: è
una risposta a quella che il principe Napoleone
fu incaricato da Napoleone III di consegnare
al re d'Itaha a Napoli. Il principe di Carignano
è naturalmente disceso al palazzo reale presso la
principessa Clotilde.
L'imperatore ha ricevuto il principe nel dopo-
pranzo, e gh ha fatto la mighore accoglienza.
— In Portogallo l'insurrezione non fu ancora
repressa. A Mouse, la truppa dovette sciogliere
colle armi un assembramento di 2,000 insorti.
Com' è noto, questi movimenti di popolo furono
provocati dalle imposte soverchie.
Parigi, 2 giugno. Il Costitiitionnel del 1 dice in
un suo articolo : Lo scopo, al quale deve tendere
il sig. Lavalette a Roma, è di guarentire la si-
curezza ^el Papa e di conciliarla cogl'interessi
legittimi dell'Italia. Coloro che si aspettano una
soluzione immediata s'illudono al pari di quelli
che annunciano un impossibile ritorno al passato.
Altra del 2. Il Moniteur di ieri reca un' ordi-
nanza imperiale, in forza della quale il corpo
d'occupazione di Roma viene ridotto ad una sola
divisione consistente di tre brigate sotto il comando
del conte di Montebello.
Parigi 3 giugno II Moniteur d'oggi annunzia:
Il generale Lorencez ha cacciaci il giorno 28
aprile i Messicani delle loro forti posizioni nei
monti. Il nemico avea 6,000 uomini e 18 can-
noni. Egli lasciò 20 prigionieri, e due obizzi nelle
nostre mani. L' ammiraglio Farien che ritorna in
Francia, scrive in data 10 maggio, che l'agita-
zione prodotta dall'intempestivo sbarco degli spa-
gnuoh venne calmata. L'armata di Juarez è in
disordine, e senza forza. Lo stato di salute della
flotta e delle truppe è assai soddisfacente.
Il generale Mac Clellan è arrivato a 15 migha
da Richmond ; i ponti furono distrutti, e vennero
elevati enormi ostacoli. Assicurasi che la Carolina
del Nord abbandonerà la causa dei separatisti.
Il presidente Lincoln ha annullato il proclama
di Hunter, che emancipava gli schiavi della Ge-
orgia, della Florida e della Carolina del Sud.
Solo il presidente ha il diritto di decidere simili
questioni.
GERMANIA.
Cassel, 31 maggio. La dimissione del ministero
fu accettata.
RUSSIA.
La semiufficiale Corrisp. Scharf. scrive quanto
appresso a proposito dell' invio del granduca Co-
stantino a Varsavia:
„La nomina del granduca Costantino a viceré
della Polonia è un avvenimento della più alta im-
portanp. Wielepolski resterà allato del nuovo vi-
ceré. E questa una prova che si tratta di tradurre
in atto il suo programma, il quale suona : Com-
pleta autonomia interna della Polonia. Wielopoìski
é inoltre panslavista, e si afferma pure cha anche
il granduca Costantino inclina al panslavismo. In-
fine dobbiamo accennare, che il programma di
Wielopoìski era appoggiato caldamente a Parigi,
e che il principe Gortschakoff finora s' è adope-
rato invano per farlo accettare dall' imperatore.
Ora quest' è riuscito, e noi non crediamo di esa-
gerare asserendo che la missione del granduca
Costantino a Varsavia sta in relazione con un' al-
leanza francorussa.«
• -saé^fess-
(Articolo comunicato
Sig, Redattore !
Un pastore spirituale, di cui non faccio il noma per punto di
delicatezza, noti tanto pietoso e magnanimo quanto mordace e
severo col suo terso e neologico modo di dire, proclamò giorni
sono pubblicamente l'essermi io interessato in alcune faccende
die non sono di mio giudizio nò di mia competenza.
Gli è quindi che sono a pregarla caldamente d'inserire nel
suo riputato Giornale le qui annesse poche linee, onde il signor
carato conosca la verità e gli uomini, e si persuada eh' io amo
una vita tranquilla e die, se non posso giovare a nessuno, sono
innocuo a tatti. — Accetti ecc. — Torrette, 21} maggio.
Di lei ecc. Giovasm Sasti.m.
Ad un Curato !
Questa è norma pasi sicura deU'umana virtii:
non maledire ai male vero, non affermare il male
incerto, non mettere in mostra il nascosto, non lo
ingrandire, non lo presentare staccato dal bene che
lo scusa od emenda. Colui che a parole suscettive di
significato innocente attacca un senso turpe, se non
è anima sudicia, è anima ignobile; se non è reo, è
un disgraziato che convisse con abbietti, e non crede
all'altrui dignità. N. Tommasko Fede e Bellez-z-a - lY. edh'iohe.
Ella reverendo signor Curato, non ha guari, menò contro ti'
me la sua aflilata e mobilissima lingua dicendo, fra le altre gar-
batezze, essermi io inutilmente affaticato per ammortire il P''"'
cesso di una 4isgraziata donna, che a tenore delia di Lei accusa
e dei testimoni da Lei introdotti venne condannata, non come
rea, ma come trascurante, a un mese di carcere, or saranno otto
mesi circ^ !
Ella, reverenda signor Carato, saper deve, che l'ufficio ove si
agitò il processo della detta sciagurata è occupato da persone
nobili e integerrime, per le quali non ho parole bastanti ad e-
sprimere quanta stima e venerazione io abbia.
Di più, signor Curato, saper deve, ch'io non ebbi mai la mani»
di accingermi a simili imprese, nò tanta impudenza di dimenticare
la mia e l'altrui delicatezza, ingoffare! o essere ingofFato!
se pure ve ne sono di quei che collo spacciarsi potenti ovunqn®t
vendono lucciole per lanterne e lucrano alle spalle dei creduli e<t
ignoranti, chi meglio di Lei cotali furfanteili può conoscere»
signor Curato ? ! La prego, quindi, s'è posisibile, corregga questi)
e a chi vive onestamente, e senza vane ambizioni, non istia a co-
niare delle imfamie I Torrette, 1 maggio, G. Santi"'^.
Per questi articoli la Redazione non assume altra responsabi"-
lità che quella voluta dalla legge.
J'ipografia Fratelli BATTAEA. VINCENZO DUPL^ÌJÌCICIH Bed^ttore responsabile,
su-quei beili vengano determinati in via .coslituziorraie,
con riguardo ai diritli sussistenti, io ìspecie di queili, che
spoltano a corporazioni, fond;izioni .eie . La Jotta fu ac-
<;at)"it3, degna del gravissimo argomento. H vescoyo Lit-winowitz terneo, ricusando però la ristretta cer-
chia .dalia proposta della .Giunla fiaanziaria ndl'art.
dei con.corda'o, e scegliei^d» in agone il yastissiiijo
campo 4el .ealtoRcismo da lui ideatilieaio ora col Santo
P.idre , ora cojla gerarchia eAcIosiastica, ora col concor-
dato slesso Parlò a lungo, con multa dgllrina, coll'espres-
' fiioné dì un ,eonvincii);ie«to .che -lo onora. H degno prelato
ravvisò nella mozione un maseheralo assalto alla religione
e slabiJita questa premessa , di cui ci lasciò veramente
desiderare J^ prava, non patì dfetto di buone ragioni a
coiiibatlerflie h eonseguonx.e. Giskra si hmciò senza titu-
bante nella lizza, li suo discorso incatenò per quasi due
ore J'aUeuzione dell'udUorio, e gli applausi che lo se-
guirono accendano ai favore onde fu accolto. Ei non si
ìimit.ò a ribattere le ragioni avversario, esaminò da tutti
ì laiti, anatorfiizzò tutii ^li ariicoli del concordato, sviscerò
r i,n(ilole e portata delle disposiziorii, olM la genesi del
docuipentp, riley.ò i dan^ii della possibile sua esecuzione,
10 .considerò nei riguardi della politica , del diritto pub-
blico, .e delle }«]tre confeiisiofli religiose, e concbiuse che
11 .concordato non poteva e non dovoa risguardarsi effi-
.eflce. fieleredi, Dobrilla, tìeleel e Rucka da un lato, Hei bst,
Kyger e Brinz dall'altro si succedettero nel combattimento,
di mi vi ho. detto poc' anzi d risultato. Mi resta solo a
s,oggiW:ngervi c|ìe Ifelcei e Bucka ddla frazione polacca
gmsliijca^'ono Ja l,oro partecipazione alla lotta, collo strano
jjj'eiesfó, che r argonciento era estraneo alla que.slione (i-
ija'iiziaria, cui, come vi è noto, il partito dei Cechi e Pu-
l^ccbi ricusò prende parte, perdonate al mio arjior pro-
prio questa osservazione, che voi ed i lettori del vostro
giornale saprete porre in armonia eoi riflessi dclU mia
prima corrispondenza suJ/a posizione, sulle tendenze <-'
Sulle aUes/ize dei yarii partili nell' attuale parlamentu
austriaco.
Daj concordato passiamo aite imposte: un chirurgo di-
rebbe da una piaga all'altra.
Quanto &ia il deficit per 1'anno che corre, non saprei
jdiryclo io, nè voi potreste farmene rimprovero, se il Mi-
pistro delle finanze ne indicò nei diversi rapporti diver-
samente la cifra, se la Giunta finanziaria confessò un er-
l'Qr di calcolo per niente meno che 14 milioni, e se per
ylt.mo non fu ancora approvato il preventivo delle spese,
onde solamente può rilevarsi l'ammontare delle rendile
necessarie a coprirlo. Ma non andremo errati di troppo,
(calcolando il deficit dai t)0 ai 70 milioni. L'anno avan-
zato e i bisogni urgenti non consentivano indugio. Le
prdinarie risorse, per (piantò aumentale da addizionali di
ìinpostc, non potrebbero sopperire alle esigenze deU'am-
niinistrazioné. Ergo indispensabile il metodo antico per
phi più spende di quanto incassa: rifugio al così detto
credito. Sopra proposta del Ministero, in qualche parte
modificala, venne accordata da entrambe le Camere l'au-
torizzazione di prelevare dalla Banca nazionale austriaca
|e obbligazioni di stato del prestito 1860, presso la tne-
ìdesima es.islenti nell'importo nominale di 123 «lilioni
in pegno del debito di 99 milioni verso la stessa, allo
scopo di effettuarne la vendita, ed impiegarne 50 rniìioni
a coprimento dei deficit, il resto a diminuzione del de-
bito, ed indiretto miglioramento della valuta. Lo ulteriori
somme necessarie per l'amministrazione di quest' anno
dovrebbero ricavarsi da un aumento dell'imposte. Il Mi-
nistero avvisava di elevare l'addizionale straordinaria della
prediale da 5 a 5 decimi; di raddoppiare l'addizionale
Straordinaria dell'imposta sull'industria e sul casatico clas-
sificatorio, e sulle rendile, e di elevare l'imposta sui coupons
idaj 5 ai 7 per cento. Dopo lunghe discussioni la mag-
gioranza della Giunta finanziaria invece propose di bisciuré
jntalta la imposta fondiaria, di accogliere la proposta mi-
nisteriale rispetto ai casatico classiucatorio, ed all' imposta
sull'industiia, di raddop[)iare l'imposta sulle rendite, de-
dotta però l'addizionale straordinaria, e di elevare l'im-
posta §ui coupons di luglio (scopo naturalmente non e-
§pressp ma sottinteso). Si pensò d'interrompere la discus-
sione suj preventivo delle spese, ed iniziarla tosto sul
proposto aumenlo d'imposte, imaginatevi la commoziuno
d'anirno dei paladini di borsa, dei rentiers in grande
ed in piccolo, dei cavalieri dagli scrigni ferrati. Miseri-
cordia l il 10 per cento sui coupons; .ma quest'è un fal-
limento, una lesione manifesta di diritto! Quasiché la co-
nfi o^d a rendila da obbligazioni acquistate al corso di 60
o 70 per cento aver dovesse il privilegio di una parziale
.esenzione dai pubblici aggravii, e questi dovessero more
solito portarsi tutti dal possidente di latifondi, ormai e-
sausto da imposte ordinarie se straordinarie. addizionali
di guerra, comunali ecc. ecc. Ventisette oratori erano i-
scritti, ed una compatta coalizione minacciava e 1' uria e
l'altra proposta col motivato ordine del giorno. Ne for-
mulò ie;i la domanda il deputato Kaisersfeld, appoggian-
dola al riflesso che r imposte dirette in molte parti del-
l'impero aveano ormai raggiunta una considerevole al-
tep.a ; che le basi, legali della Commisurazione erano no-
toriameritè diffettosfi e quindi necessaria la loro riforma;
e che se manifesto il bisogno di sacrifizio per migliorare
la condizione finanziaria, era pur trianifesta l'insuftìcienza
del prpj)oató'lìùmetrtò delle^ imposte dirette nel correole
già tanto' avanzato'ah^o aiTiministrativo. Giusta le pro-
pesile della maggioranza della Giuria dal divisato aumento
si sarebbero infatti ricavati da in 6 soli milioni. Plener
e Schmerling parlarono contro, l'aggiornamento ed alla
fine fu accolto 1'amendamenlo Hassmann, di di (Ter re la
discussione in proposito fino a che non sia pienamente
esaurita quella sul preventivo delie spese, e riconosciuto
cosi il preciso ammontare del deficit, lo credo .che alla
fine con qualche modifìcaziune syrà accolta la proposta
della maggioranza della Giunta , chè i più • ripugnano' dal-
l'aumento della prediale e ravvisano nell' imposta sulle
rendite, ed, in ispeei>L. sui cotipons. 1' unica equa fonie di
risorse. Dalmazia,-se iioh m'ingiinno, avrebbe a portare
un nuovo pe.so di circa 20,000 fiorini, dei quali iž,0()0
colpirebbero gli-irnpiegati con salario .superiore a fior GOO.
Ogni aumento" delia prediale dovrebbe dai vostri deputali
ducisamenle avversarsi.
Slamane, si procedette sul budget per la partita del-
l'istruzione pubblica. Herbst ha. tessuto un quadro ben
tristo del sistema di pretesa libera istruzione ed inse-
gnamento, ifiaugurato dal defunto ministero Thun Ne rac-
contò di beile sul metodo di tutela seguito in odio al-
l'autonomia dell'università , e sulle massime del nobilis-
simo Conte, che fa oggidì risuonare la sala de'S:gnori
lieile sue invettive eontro quella centralizzazione e quella
manìa germanizzatrice e burocratica, di cui fu non ha
guari il più furioso campione.
Quattro parole ancora di cose specificamente dalmate e
vi lascio.
Nel nr 27 de! Nazionale, nella parte slava, lessi questa
mattina una ventin;» di righe in onore al deputato Glm-
bissa. Dio mi guardi dal voler scemare i suoi meriti!
ma venta anzi tu ito, verità anche nella parte slava, almeno
quanlo è scritta in lìiifjm inleiligibile, come lo sono le
venti riglie di cui debbo farvi parola Si acc^'nna in queste
alle molle volte, che il deputato Gliubissa /ece sentire la
stia nella Camera - — alle sue proposte sulla decen-
tralizzazione da! governo centrale marittimo, sulla soppres-
sione delie gazzette uftiziali, e peli'abolizione delle inten-
denze di finanza, proposte che non avrebbero trovato ap-
poggio al Citnsiglio dell'impero; — al da lui ottenuto
aumenlo delle paghe dei sub-ilterni impiegati giudiziari!;
— ai 30,000 fiorini por sementi di grano da. esso otte-
nuti alla Dalmazia con condizione di risarcimento; — alla
da esio conseguita dispensa da siffatta restituzione Eccovi
un breve errata-corrige. 1.® 11 deputato Gbubissa fece
sentire la sua voce una volta alla Camera, e precisamente
in quell' occasione in cui propose di escludere la Dalmazia
dalle nuove leggi sulle Comuni, e negò di rappresentare
la Dalmazia e la dieta, ónde avea ricevuto il mandalo.
Gii rispose 'allora convié/jvienlemente il deputo L-anenua.
Le proposte sul governo centrale marittimo, sui fogli
uffiziali, e sulle intendenze non vennero ancora portate
in Consiglio, e non vi può quindi esser parola di appog-
gio 0 contraddizione per parte del Consiglio stesso ; non
può ancora ricouosersi l'opportunità od danno delle pro-
poste misure. 5.® L'aumento di soldo pegi'impiegati su-
balterni giudiziari! fu per tutto l'impero proposto dalla
Giunta ed accolto dal Consiglio , e il vostro Gliubissa vi
entra in quella proposta come Pilato nei credo. 4 ® 1
50,000 fiorini eolla nota condizione, non meno che gli
altri oO.OOO senza condizioni furono da Sua .Maestà as-
sentiti sulla'proposta caldissima di S E il vostro Gover-
natore, appoggiata dai Ministeri di finanza e di stato, e
qui pure il vostro Gliubissa ci entra come Pilato nel credo.
5.® Ei propose, è vero', amendamento per 1' esenzione
dall'obbligo di risarcimento dei suaccennati fior. 30,000,
e di questo gli la.sciamo il merito, facendo solamente av-
vertenza che a guadagn-ve proferente deliberato all'ainon-
demento Gbubissa sulla proposta della Giunta era pur d'uopo
d'una motivazione; che questa fu olTerla dal depiitato La-
penna cogli effetti riferitivi nell'ultima mia corrisponden-
za ; e che il pudore avrebbe pure dovuto suggerire una
equa ripartizione del merito.
. Mi resta per ultimo a giustificare le parole a anche nella
parte slava, almeno quando è scritta in lingua inlHligi-
bilet. Slavi, puro sangue, mi assicurano, a mia tranquillila,
che molti e molti articoli della parie slava del Naz-ionak,
e precisamente quelli segnati dalle letlcre P , sono un
impasto di voci bulgare, slovene, serbe e di nuova inven-
zione, alle quali non è estraneo nemmeno l'idioma te-
desco (cui fu p e., tolto a prestito il vocabolo špotanje da
spotten, deridere, con espressa špotanje di un illustre col-
laboratore del Nazionale stcss >)• Che questo mal vezzo
di abusare della infanzia letteraria della bella lingua
dalmalo-slava nuocia infinifrimenle al suo regolare sviluppo
è manifesto. Noi consigliamo a! signor M. P. di non di-
menticare il beli' adagio messo in fronte all' ultimo suo
articolo «pisi kako puk govori». Glielo consigliamo per amore
di quel popolo, che per ora non può con osso interes-
sarsi alle teorie di Gr;mm, Pericle, Ernesto Renan, Leib-
nizio, e di quegli altri dotti, dei quali s' affatica volgere
in slavo, q meglio in un gergo pseudo-slavo i sublimi
concetti.
Contro nriia intenzione ho pur fatta una lunga cicalata.
Siate ur)'altra volta piiì cauto nello scegliere i vostri cor-
rispondenti.
Notizie politiclie.
AUSTRIA.
Zara, 10 giugno- Sabato 7 corr., essendo stato
convocato il congresso generale de' soci della So- •
eiétà del Casino per deliberare sopra oggetti dì '
suo interesse, la direzione (conscia già del desi- '
derio generale de'soci, altamente ne'giorni pag, '
sati manifestato) propose che il giornale Nazio^ '
naie che stampasi in Zara, disonoratosi manife-
stando dispregi insensati e lanciando villani in-
sulti contro K Tommaseo dalmata, che è una delle
maggiori glorie contemporanee d'Italia e d'Eu-'
ropa, il cui nome rimarrà tra i piti insigni che'
abbiano illustrato il secolo XIX, sia escluso per'
sempre dai giornali a cui la Società è abbonata.
La proposta fu approvata dai soci presenti a u-
nanimità di voti. Avendo poi uno dei soci suol'
cessivamente chiesto che la direzione volesse or«
dinare al caffettiere custode di escludere, pure lo:
stesso giornale dal caffè sottoposto, la direzione'
dichiarò non poterlo fare, essendo per contratto
indipendente dalla Società l'impresa del caffè cìié;
è escìusivamente del caffettiere ; bene impegnau-'
dosi a fargliene relativa raccomandazione. Il giop^
naie diffatto non fu da allora più veduto sui ta-'
voli del caffè.
— Il Na zionale nel suo numero 29 ci ammonisce
in nome dell'onestà giornalistica, a non asserire!
leggermente fatti non veri, e ciò a proposito dei-
rabbuffo da noi fattogli per avere egli lodato il
deputato Gliubissa di una proposta utile alla pro-
vincia, fatta al Consiglio dell' impero, senza ac-
cennare air altro deputato Lapenna che quella
proposta aveva fatta addottare, e ciò dichiarando-
di non avere discusso di ciò prima del giorno 6,
soltanto riportato il relativo dispaccio telegrafici).
Noi a dir vero non sappiamo come il Nazio-
nale possa avere tanta impudenza di dare taccia,
ad altri di menzogna, mentendo spudoratament$;
egli stesso. Nell'altro suo nimiero 27 difìfiitto,parte,
slava, è p.arlato con gran lode delle molte prò-,
poste fatte al Consiglio dal Gliubissa, tra le qiiaf^
dell'ultima risguar dante l'esenzione dal rimborsgj
per la Dalmazia, dei 30,000 fiorini sommÌTÌKtra|
per acquisto di sementi. A confermare i lettori die
non curassero chiarirsi della cosa da sé, o quelli
che non potessero farlo per ignoranza della lingua,
della verità dell' asserto nostro, li invitiamo a
leggere la nostra corrispondenza di Vienna, dove
è lungamente e minutamente parlato di ciò. Dopc!
questo resta evidentemente chiaro come al NaziO'
naie soltanto spetta la taccia di poca onestà.
Vienna, 4 giugno. La Camera dei deputati ha
deciso di aggiornare la discussione sull'aumento
delle imposte sino a tanto che sarà terminata la
discussione del budget.
Vienna, 5 giugno. La Camera dei Signori voti
ieri la legge tendente a coprire il deficit del 1862,
FRANCIA.
Parigi, 3 giugno. Il Moniteur annunzia, che il
generale Lorencez cacciò li 28 aprile i Messicani
dalle loro forti posizioni fino nelle montagne. B
nemico aveva 6,000 uomini e 18 cannoni. Riffl^'
sero nelle nostre mani 20 prigionieri e due o-
bizzi.
1 Francesi ebbero 32 feriti.
L'ammiraglio Jurien, che ritorna in Francia
scrive in data 10 maggio, che^ fu tacitato il
vimento, che accagionò lo slilrco fatto innao^
tempo dai Spagnuoh. L'armata di Juarez è ài'
sorganizzata ed impotente. Lo stato sanitari^
della flotta e delle truppe è assai soddisfacente
Altra del 3. Lavalette parte stassera (3) dirèt-
tamente per Tolone e Roma.
BELGIO,
Brusselle 3 giugno. L'Imlép. Belge reca in
corrispondenza da Parigi : L'imperatore è risola''
a proseguire i suoi progetti riguardo al Messicf
La candidatura delP Arciduca Ferdinando M^®®^'
miliano ha poche prospettive di successo. E m
babile invece che veng^ stabilito nel Messico^
protettorato francese.
Tipografia Fratelli B^txAEA. Yl^QEmò. DupLAjfoiCH Redattore responsabile.
m, 9. seara 14 eiiigmo I §63. tm Anno III. as
a Voce Dalmatica
Prezzo d'associazione in valuta austriaca per
Zara: per un anno fiorini 8; per sei mesi fiorini 4;
per tre mesi fiorini 2. Pel rimanente della. Provincia
e fuori: per un anno fiorini 9; per sei mesi fiorini 4
soldi 50; per tre mesi fiorini 2:25. Per 1' estero, o
pel Lombardo Veneto gli stessi prcitzi in argento, fran-
chi del porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I gruppi e le eommissioni, franclii delle spese
postali, si dirigrono in Zara a \ iiicenzo Duplancich He-
dadore della Voce Dalmatica, e sii abbuonamenti, ai
ne§;ozii librarli dei signóri Cratelli Battara e Pietro
Abelich. Gli avvisi di 8 linee eostano I fiorino, e ogni
linea di più soldi o'. La tassa di finanza resta a carico
del committente. Un numero separato costa soldi IO.
Rivista politica.
Nella tornata della Camera dei deputati del 6
• fu presentata una petizione della società degli autori
e giornalisti con la quale si domanda grazia pei
condannati per reati di stampa. Passatosi in se-
guito alla discussione del bilancio per l'istruzione,
e letto il rapporto del relatore della commissione,
il deputato Cupr mostrò la necessità d'un ministe-
ro dell' istruzione publica, non potendo pel sopprac-
carico di affari, occuparsi di questa come dovrebbe
il ministero di stato. Consigliò poi e mostrò la ne-
cessità di affidare una parte degli affari scolastici
alla direzione delle singole provincie. Noi non pos-
siamo accennare a questa sapiente proposta, senza
manifestare i caldi nostri voti perchè la Camera
voglia tenerne conto. I bisogni, le condizioni, la
varietà delle lingue parlate, la diversità del grado
di coltura, di attitudini e disposizioni delle varie
Provincie, non consentono, da una parte, che le stes-
se misure sien prese e l'eguale ordinamento attuato
per ognuna di esse ; nè dall' altra parte possono
essere sufficientemente conosciute dal potere cen-
trale lontano, e giudicante secondo informazioni
di funzionari, cui generalmente sta più a cuore di
andare a' versi di coloro a cui servono, che di gio-
vare al. paese che amministrano, perchè possano
i prendere per ognuna singolari e opportuni pro-
vedimenti. Nessun meglio pertanto, che le Provin-
cie stesse, per mezzo delle proprie diete e delle giunte
che ne emanano, sarebbero in grado di provedere
a queste bisogne. Sarebbe così esonerato lo stesso
potere della grande responsabilità dell' avvenire del
paese, e dell' educazione del popolo affidato alle
sue cure ; e sarebbero esse in grado di esercitare
una decisa influenza, col potentissimo mezzo dell' i-
struzione, sui propri destini. Per noi soprattutto,
che versiamo, a questo riguardo, in bisogni mag-
' giori che nessuna altra provincia dell' impero, sa-
' rebbe questa misura di utilità speciahssima. Allo-
ra non saremmo più nella dura necessità di suppli-
' care miseramente, per ottenere che ci si accordi
' di usare delle rendite nostre, de'nostri averi, per
prò vedere alla pubhca istruzione, come nel caso
dello studio legale, il permesso della cui istitu-
zione, a nostre spese^ domandato da tanto tempo,
ancora attendiamo. Allora la dieta e la giunta e
quindi le comuni, fornite di rendite e di fondi ne-
cessari, non lascerebbero più desiderare al popolo
della campagna quegli insegnamenti e quella edu-
cazione che in ogni paese civile si accordano; allora
potranno crearsi quelle scuole rurali in lingua
slava, che si fa rimprovero alla giunta nostra di
non avere istituite, come se colle misere rendite
provinciali d' oggidì avesse potuto farlo.
Al quale proposito non possiamo non arrestarci
un momento a notare la strana condotta del par-
tito annessionista nell' avversare di proposito e per
sistema ogni proposta, ogni atto, ogni sforzo che
la giunta faccia per procacciare, nelle sue ristrette
facoltà, il bene dal paese. Nel negozio della Hn-
gua la giunta si adoprò a tutto potere, per ogni
modo, a promuoverne lo studio e lo sviluppo; de-
cretò premi a' più operosi e valenti maestri, in-
vitò a publicare libri pel popolo; imprese a pro-
vedere al bisogno supremo di un dizionario, chia-
jnando a concorrere all'opera i più caldi anne-
gionisti, Invano : ogni cosa fu posta in derisione,
ogni atto male interpretato, condannato, senten-
ziato come ostile, benché palesemente favorevoiCj
ogni intenzione malignata. Fin il nome di lingua
slavo-dalmata criticato acerbamente dagli annes-
sionisti, che fino il nome abborrono della propria
patria ; sebbene fosse chiamata così per decreto
della dieta, dietro consiglio, e proposta e decisa
volontà manifestata dai capi-partito Klaich e Pau-
linovich. Parlano di accordo e di conciliazione.
Nulla voghamo, dicono, che la hngua; il pensiero
dell' annessione è lasciato agli eventi, all' avvenire,
all' altrui volere, ma lasciateci la lingua. Or come
soddisfare a' desideri vostri, se qualunque dichia-
razione che si fa a vostro favore è riputata e rin-
facciataci come menzogna, e ogni atto come un
tradimento ' e un inganno ? '
La mancanza dei giornali d'Italia, per colpa
delle spedizioni postali, ci tolgono-di dare minuti
ragguagli delle sedute della Càmera di Torino.
Dalle informazioni di seconda mano veniamo a
rilevare che il Rattazzi respinse nettamente ogni
partecipazione del governo al progetto della spe-
dizione garibaldiana, niegò la somministrazione di
armi e di danaro, e ogni altra ingerenza; e che
l'incidente finì con un ordine del giorno, col quale
la Camera rigettò l'inchiesta parlamentare do-
mandata da Crispi, approvò la condotta del go-
verno nell' affare di Sarnico, Bergamo e Bre-
scia, autorizzandolo a mantenere ferma 1' autorità
della legge e del parlamento. Conseguenza di ciò,
ci pare essere stata nel contegno del governo una
repressione o reazione troppo severa, perchè si
accordi cogli ordini costituzionah, e coi principii
liberali, a cui pure ei non può rinunziare, senza
porre in pericolo la propria stabilità.
La sospensione dell' associazione pel tiro na-
zionale, la legge sulle associazioni in generale pre-
sentata alla Camera, potrebbero sembrare misure
forse poco opportune o troppo rigorose.
Nè r arrivo a Roma di Lavalette, nè il comando
confidato a Montebello, nè la diminuzione della
guarnigione francese paiono aver fatto avanzare
di molto la questione di Roma ; lo statu quo, man-
tenuto ancora per lungo tempo, sembra invece la
probabilità meno incerta. Di proposizioni di acco-
modamento, e di concessioni dalla parte del go-
verno pontificio, sia in articoli dei giornah fran-
cesi semiufficiali, sia dalla pubhca voce, è sempre
di tempo in tempo parola ; non così però che vi
si possa dare leggermente credenza. E di nego-
ziazioni fra le corti di Parigi e di Vienna per
scioghere tutte le questioni adesso pendenti, si
parlò a questi giorni con insistenza: per la Ve-
nezia soprattutto offrirebbe la Francia ragguarde-
voh compensi nei paesi Danubiani, in luogo del
trono del Messico, ostinatamente rifiutato da Mas-
similiano.
E secondo una corrispondenza ^^W Indipendatice
di Parigi, Prussia e Russia sarebbero prossime a
riconoscere il regno d'Italia.
I francesi intanto proseguono e paiono sul punto
di trionfare definitivamente deha spedizione mes-
sicana. Juarez sarebbe già stato deposto dal go-
verno, a cui sarebbe stato surrogato Almonte ; più
sempre estesa nel paese la ribelhone al suo po-
tere, e quasi in ogni città la sua autorità disco-
nosciuta; i francesi, a rincontro, desiderati ed ac-
cohi festevolmente dovunque.
Nè meno prossimo è il trionfo decisivo dei fe-
derali negli Stati Uniti. Erano essi già prossimi a
Richmond dove una battagha stava per darsi.
Onorevole Redazione.
Spalato li 3 gingilo 1862.
K.ch
Questo articolo destinato al Nazionale pei mo-
tivi in esso esposti, prego sia accolto dalla Voca
Dalmatica, non potendo un Dalmata civile ricor-
darsi senza ribrezzo e nausea che nella sua pa-
tria si stampi quel periodico, dopo il suo sforzo
infantile d'insultare NICOLÒ TOMMASEO.
Spalato 1 giugno i862,
Quest' oggi la Camera di commercio ed indu-
stria di Spalato si raccolse in pubbhca seduta,
onde darsi lettura del decreto ministeriale che la
sciolse, disponendo l'immediato avviamento delle
pratiche di legge per nuove elezioni generali.
Un corrispondente del Nazionale, ne' suoi nu-
meri 22, 24, annunzia tale scioglimento, e ne
suppone le cause, ed enumera i meriti della de-
funta Camera, e facendo appello allo spirito di
corpo delle altre Camere deUa Dalmazia e del-
l'intero ceto commerciale ed industriale, la con-
forta di un cortese pronostico per le prossime
elezioni. Siccome però le Camere di commercio
sono istituti che l'avvenire della Dalmazia chiama
a sostenere una parte nobile ed utihssima se com-
prenderanno gh interessi veri della loro patria, e
con spirito superiore sapranno intendere ad essi,
studiandoli nella natura degli uomini, nella con-
dizione delle cose e nella forza degli avvenimenti;
non ho potuto persuadermi a lasciar correre quelle
corrispondenze senza richiamarle a verità, mosso
a scrivere dall'unico bisogno di non vedere in-
gannata la publica opinione con una leggerezza
veramente antinazionale, se pure non la si voglia
supporre una progettata tendenza, incompatibile
colla scrupolosa severità di che dovrebbe dare e-
sempio la stampa periodica, specialmente fra noi,
che, bambini alla vita publica, traviati da opinioni
discordi, facih quindi ad accoghere come dogma
le strombazzate di qualche fanatico, si corre a capo
basso sulle traccio segnate dall'errore o dall'im«
postura, senza badare a dove si arrivi, e se que-
sta cieca gara non conduca, anzicchè alla meta
naturale, a precipizii, nei quali meno male vi in-
cappassero i soh avventati, chè rischiano a tra-
scinarvi anche i semplici, e peggio ancora il paese. ^
Che se il Nazionale volesse chiedermi : perchè io
autonomista ricorra alle sue colonne anzicchè alla VOCÙ
Dalmatica, rispondo preventivamente : che anzitutto
iìNazionale, per essere nazionale e fedele al suo pro-
gramma, non dovrebbe respingere la onesta e tran-
quilla parola di ogni Dalmata, annessionista od au-
tonomista che egh sia, e così dar luogo alle con-
vinzioni dei figli di Dalmazia, sia che esse disilu-
dano 0 confermino i dogmatizzanti, perchè dalla
onesta discussione sarà sempre la verità che si
farà strada, ed è questa che oggi importa ai Dal-
mati di mettere in luce con buona fede e con
calma, come antidoto alle fantasie di quei veg-
genti politici di ogni colore che potessero scam-
biare il loro desiderio od il loro intéresse come
necessità nazionale, come bene della patria; che
però non intendendo io di entrare nel campo po-
htico, non dubito nemmeno possano essermi vie-
tate le colonne del Nazionale per dire qualche
verità necessaria a correttivo di quanto altri con
troppa franchezza spacciava per vero; che con
questo intendimento credo debito di dirigere la
rettifica al periodico a cui l'errore fu regalato Q
J.IIIIO
ìl^rcl^O (à' associ'azionp in valuta austrii^ca pep
Zara: per un anno fiorini 8; per sei piosi Horini iy
per tre mesi fiorini 2. Pel rimanente della Provinci*
e fuori: per un anno fiorini S; per sei mef?i fiorini 4
soldi 50; per tre mesi fioi-ini 2:25, Per 1' es;tero, e
pel Lombardo Veneto gli stessi pr«zzi iij argento, fran-
chi del porto-posta.
G torna le p o I i ( i co-le ( ter a ri o
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I gruppi e is Mrr.nii.wsloiii, frandii delle spiesj»,
postali, isi liirigcno ir, iSara a Vincenza DuplancicK He-
drtitore dt:i!a Voce palifliill^a, e gii abbuonamenti,
neo-ozii l-i;>rsri! iJsi si^-n&ri fratelli Battara e PiJtr«
Abeìich. Gli avvi«; di H jiuse «ostaco I Corina, « o|r,ji
linea di pià soiMi 6'. La tfiHsa di finanza resta a canco
del comeiiuente. Un nuiner« separato costa soldi IO
Zara, 15 giugno.
Nel famoso articolo di fondo cM Nazio?iole n, 27,
fra le altre cose si legge : "Alla nuova redazione
della Voce Dalmalica una sola domanda. Com' è,
di grazia, clie i "contraddicenti„ del Nazionale, in
tre soli mesi d' esistenza che ha il loro periodico,
acquistarono più di 600 lettori, de'quali poco men
di 500 in Dalmazia ; mentre la Voce Dalmalica,
die pur trattò ampiamente nel suo senso la que-
stion politica dell' annessione, non n' ebbe mai, per
intero, 450; quantunque raccomandata dalle au-
torità comunali, accetta forse all' autorità politica,
e "onorata col nome e cogli scritti di Nicolò Tom-
maseo,,? Viste queste cifre, dirà ancora l'onore-
vole redazione della Voce Dulmaiica, che le nostre
* contraddizioni furono già giudicate dall'opinione
pubblica,, ?
Siccome tale domanda, più die la nuova, ri-
sguarda la vecchia redazione di questo giornale;
così la medesima, per sollevare 1' altra, di fresco
subentratale, dall' incomodo della risposta, osserva
quanto segue:
fc Tutti sanno quanto interesse ab])iano per le at-
tuali condizioni dei tempi le notizie delle vicende
politiche, e quanto, appetto delle medesime, da
cui tutta viene assorbita l'attenzione del pubblico,
perdano d'importanza quelle concernenti soltanto la
letteratura e 1' economia, motivo per cui tanta è
oggidì la scarsezza, in certi paesi, dei fogli periodici,
che esclusivamente se n' occupino. E se ciò al-
trove, quanto più nella Dalmazia, ove l'esistenza
della stampa periodica, non politica, ebbe sempre
così poca fortuna. Il confronto quindi tra la vec-
chia Voce Dalmalica, soltanto economico-letteraria,
("A i\ Nazionale politico-letterario, non può dar
base per giudicare dell' opinione pubblica in favore
dell'uno piuttosto che dell'altro di tai giornah.
Cionondimeno, stando alle cifre surriportate, assai
più, certamente, avrebbe a compiacersene la prima
di quel che il secondo. E di fatti : quest' ultimo,
con tutte le premare usate per la sua ditFusio-
ne, con tutto il solletico d' una parte slava, con
tutta la vastità del campo aperto alle sue discus-
sioni, e con tutto il suo fervore nei trattare la santa
causa da cui prese il titolo, non avrebbe alla fin
iìne in tutta quella Dalmazia, a cui esso partico-
larmente consacra il zelante suo apostolato, nep-
pure 50 lettori (vorrà forse dire associati) più della
vecchia Voce Dalmatica, la quale ristretta alle sole
cose letterario-economiche, dovè tenersi entro i
propri confini per modo, che se anco trattò, sotto
quegli aspetti che le si competevano, la questione
dell' annessione, mai potè farlo così ampiamente,
quanto il Nazionale pretende, e quanto esso può
e fa ora. Quand' anco poi ai detti 50 si volesser
aggiungere i poco più di 100 lettori fuor di Dal'
mazia, che il Nazionale asserisce d'avere più
della sua rivale, ponderate imparzialmente le cir-
costanze tutte che sopra dicemmo, ed altre che
devono rendere il Nazionale ben accetto special-
mente in Croazia, non avrebb' esso al certo di che
menare gran vampo in confronto della vecchia
Voce Dalmatica,
La quale, d' altronde, lìon tutte godè quelle a-
gevolezze che jl Nazionale pretende, Raccomanda-
zioni delle autorità comunali essa mai m ricercò
nè seppe che fossero praticate a suo favore, sendo
stata la sola Comune di Zara che le accordò spon-
taneamente un sussidio d'annui fior. 200 per un
trièmiiio : suàsidio, la cui metà dovendo eas^'e im-
piegata, com' è noto, a non suo materiale vantag-
gio , si riduceva in sostanza ad annui fior. 100
soltanto. Neppure d'essere accetta ali' autorità po-
litica la vecchia Voce Dalmalica giammai s'accorse,
ma ebbe anzi, fra le altre gioie di cui fu sparsa la
sua carriera, l'onore di due processi, d'uno dei
quali, tentatole dagli illustri professori di questo
ginnasio ab. Diinilo e dr. Klaich, per lesione, d'o-
nore, la sua redazione, a dir vero, non si curò
mai di saper 1' esito, mentre ben sa che se dal-
l' altro, tenutole per lunghi mesi pendente sul capo
a titolo niente meno che di sedizione, restò assolta,
fu soltanto in effetto degl' imparziali giudizii di due
tribunali, e non d'alcuna indulgenza dell' autorità
poHtica, la quale anzi non mancò d'agire con tutto
quel fervore che stimava di suo dovere. Circa poi
l'accenno a Nicolò Tommaseo, quanta sia la ve-
nerazione dei veri Dalmati per un tal nome, il
Nazionale lo sa per prova ; gli scritti di lui però,
benché tali, da onorarsene qualunque giornale, fu-
rono così rari nella Voce Dalmatica, da non poter
ai medesimi attribuirsi ciò che altri vuole far tra-
vedere. Il favore quindi goduto neir opinione pu-
blica dalla vecchia Voce Dalmatica, oltreché supe-
riore, pegli esposti confronti, a quanto il Nazionale
pretende, non fu ad altro dovuto che all' affetto
dei veri Dalmati pegli interessi della patria, loro ;
affetto di cui riesce tanto più sjjlendida la prova,
quanto più gravi sono le scabrosità politiche ed
economiche con cui deve la povera nostra pro-
vincia continuamente lottare.
A Nicolò Tommaseo
il IimicipiQ di Spalato.
Senno civile de' Dalmati, tuona un detto di ve-
rità, che vendichi l'onta fatta all' ONOR nazionale
e disperda l'apostolato della discordia e deli' o-
scurantismo su questi fidi, già troppo e lunga-
mente desolati.
Banditori di redenzione apprestarono alla patria
catene inorpellate dei nomi speciosi di nazionalità
e fratellanza; contesero il seggio del sapere alla
civiltà latina, e la bestemmiarono accusandola di
essere ostacolo allo svolgimento del nazionale pro-
gresso; imprecarono alla lingua cui devono quanto
sanno, e, non conoscendone un' altra, articolarono
suoni fortunatamente non compresi e ripudiati dal
popolo; vilipesero i liberi figli della patria, cuopren-
done di vituperio i credenti; predicarono dogmi
di sovversione e di sangue, e compromisero la
sicurezza e la pace dei fratelli vissuti per secoli
in ammirata concordia,
Il senno civile dei Dalmati giudichi e condanni
chi ha compromesso 1' onor nazionale e la pace
della patria.
E a Te che, grande di fama imperitura, non
sdegnasti, facile e pio^ di spezzare il pane della
verità ai figli di questa terra, dettando precetti
di prudenza politica, mai confutati, per quanto
abborriti dai fautori dell' ž^nnesgione ad ogni costo ;
a Te mite di animo, ma pure fieramente incon-
cusso nei santi principii la cui fede suggellasti
coli' esigilo e colla povertà ; a Te la cui anima
libera, trasfusa negli atti magnanimi, desta un fre«
mito di patria carità nei nostri petti, e ci fa pre-
saghi di giorni che redimano l'inerm secolare;
a Te benedizione e onore ]
Spalato, superba di noverare k #vicke glo-
rie il tempo e le dire di tua educaziasB giova-
nile ; Spalato, non invida alla gentile e diletta so<
rella che ti diede i natali, ma felice di divider^
con essa il vanto delle prime aure di vitat e del]^
scienza del grande figlio di Dalmazia; Spalato, per
la voce del suo Municipio, Ti saluta, genio di
e di verità, faro di sicura direzione fra le sù'ti
elevate dagli imprevvidenti.
Non è a vendicare il Tuo nome che la VOG|
di un popolo si eleva fra Te ed un insano, e scqa^
fessa, la follia di lui che Ti avventava un sarca^?
mo impudente, a.busando della cara lingua
insegnata da'Tuoi maestri volunai.
Parve facile impresa lo sfrenarsi sull' esule^ loa.^
tano e fu tentata; ma lo strale incontrò l'usbergo
adamantino del publico rispetto, e, spuntato, rU
percosse nel cuore della patria.
Dalmazia in Te difende se stessa e i suoi
fetti e le sue aspirazioni più pure. Un senso ^
dignità la istruisce che quella, voce di fastoso VH
lipendio non arriva alla sfera di onore dove ess%
Ti venera e plaude al Tuo nome, giusta, se pure,
aflettuosa, apprezzatrice di Tue rare virtù, del
cuor generoso, deli' anima incontaminata : eco di
autorità incontestate ed imparziali, come sono l'i-
tale glorie, nella cui luminosa cercMa Ti decretò
onorato seggio la storia.
All' insolente sia pmiizione 1' aver osato di al?
zare lo sguardo su Te, splendido propugnatQra
delle patrie IFpertà: cliè, siccome la luce accec^
chi temerario la fissa, egli, strige croata, si è eon^
dannato a non comprenderti apostolo di una li-
bera Slavia, ma ti travide parteggiatore dell' og^^
quando ne' Tuoi dettati germoglia e si matura una
scienza, un presentimento, una profezia !
E Tu grande per animo, quanto illustre per
opere della, niente, non cercare a che alluda que-
sto fremito della dalmata terra, echeggiaote de|
nome Tuo: ignora e perdona.
Spalato, 10 giugno 1862.
Nel n. 7 del nostro giornale venne pu"bl?lic.at^
la mozione fatta da molti sQcii del gabinetto ^
lettura di Spalato perchè, raccolta d' urgenza la
società, venisse pei motivi addotti votata l'espul-
sione da quel gabinetto del periodico il NmomU
per decreto della società stessa.
Perchè il pubblico possa conoscere il vero
delle cose, e non sia obbligato ad indovinare
verità interpretando a rovescio certe corrispondenza
del Nazionale, pubblÌQliia,mo ora, altri due atti yis-
guardanti la suddetta mozione — la risposta dj.
alcuni membri della direzione di quel gabinetto
lettura in opposizione alla mozione suddetti^, § j|i
replica dei proponenti,
S giugno 1862,
La proposta di respingere da questo gabinetto
di lettura, per solenne decreto della società, il
Èfazionale,' Unàerebhe, per avviso dei sottoscritti,
anzicchè ad omaggio di venerazione per parte della
città di Spalato al nostro insigne Tomma§eOj ad
inasprire i partiti, a disseminare la discordia e
ad accderare forse la dissoluzione di questa i-
stituzione tanto utile, che ognuno ne deplorerebbe
certamente la perdita. Animata la direzione anzi^
tutto dallo si3Ìrito di moderazione e cittadin§i con-
cordia, si trova in debito di dichiarare ; che epM
trova inopportuno e forse pericoloso il con vacare
la società perchè sia da questa deliberato
ripulsa M Nazionale da questo gabinetto, e pr§ga
&.ÌÌZÌ gli ono^ovoli losciittai'i a ritirare la.lore
"inflitto pubblico biasimo all' autore dell' articolo
"signor Sperato Nodilo, e nominato l'illustre Dal-
"mata socio onorario perpetuo del gabinetto, con di-
sviato di conferire, lui vivente, egual titolo ad altri. „
Da qual parte sta adunque V intolleranza ? Cui
la rabbia politica acceca fino alla contraddizione ?
Non certo l'autonomia che in parte erasi asso-
ciata al Nazionale^ e lo respinse solo dopo il suo
articolo dei n. 27, non politico^ ad onta anche delle
suo esorbitanze politiche precedenti; che nella
società del gabinetto aveva lasciato correre le
elezioni fino a nominare due direttori fra i notorii
annessionisti, convenendo con questi nella nomina
di un terzo, quando i ciechi vedono che le avrebbe
bastato il voler approfittare delia propria posizione
per essere sempre in maggioranza ; che non si
valse mai della sale del gabinetto per tenere con-
ciliaboli, ed anzi spesso si^astenne dal ricoverarvisi
per non dare ombra e non parere indiscreta ; che
ieri sera, tuttocchè disponesse della votazione, HUI-
lameno al proferirsi della prima parola di conci-
liazione, le andò incontro con spontaneità e calore
tali da cancellare un'ira di secoU ! Eppure non
tutti gli annessionisti risposero all' appello dei più,
bravando, cariatidi immote, l'indignazione destata
dalla loro caparbietà, figlià di un progettato stu-
dio di provocazione e di insulto.
La seduta fu prorogata a giovedì. Ebbene, ogni
onesto dovrà plaudire a chi francamente e since-
ramente tendeva la mano sul campo della giusti-
zia civile, reclamante una riparazione all' onor na-
zionale offeso in Nicolò Tommaseo ; e, smesso ogni
spirito di partito, riconosceva la verità proclamata
dal grido della Dalmazia intelligente che alcune
intemperanze meritano il bando sociale perchè fe-
riscono il cuore della patria e ne compromettono
la quiete, cambiando il campo della discussione in
un vitupero di polemiche e d'ire personali, indegne
di chi voglia convincere e progredire, proprie di
menti limitate, di uomini senza cuore.
A Giovedì.
In questo mentre leggo nel n. 31 del Nazionale,
appena giunto, una corrispondenza da Spalato che
si segnala per un lusso di turpitudini e di sfron-
tate menzogne, degno di un corrispondente prez-
zolato della ex Bilancia. Ritenete intanto pretta
invenzione quanto si spaccia sull' esito finale del-
raspettativa del signor Nodilo, chè il non essere
stata onorata dell'intervento del corrispondente,
nè di altri del suo mantello, esclude la presun-
zione della presenza di quella canaglia prezzolata,
e fischiate analoghe, di cui è cenno nella corri-
spondenza.
La storia poi delle barchette soccorritrici delle
Castella altro non è che un burlesco riscontro di
quelle lagrime di tenerezza che i vecchiardi di Ca-
stel Vecchio tributarono in copia per impastare
il cemento idrauhco di un concubinato hnguistico,
quando altri piangevano da senno sull' attentato
stupro della bella lingua slavo-dalmata : riscontro
lepido di quel protocollo la cui redazione in lin-
gua nazionale si è attribuita a due signori medici
e ad un funzionario di l'raii, sorpresi del nuovo
onore, cui notoriamente non avrebbero saputo a-
spirare perchè classificabili fra gli ignoranti del
gergo in voga.
Che dire sulla commutazione del Nazionale colla
Voce Dalmatica, la quale abbonda sui tavoli degU
autonomisti pel solo legittimo titolo di abbuona-
mento, e non come retribuzione di compiacenti
corrispondenze, che fanno i calci coli' onestà e col
buon senso, come quella testé accennata?
Vi dissi del gabinetto di lettura, e sono costretto
di ritornarvi a segnalare 1' unità di vedute di que-
sti signori annessionisti con quelle dei sette che
segnarono l'indirizzo al Nazionale, incoraggiandolo
a perseverare nella brillante carriera. In vero, non
potevano far cosa pii^i grata all' autonomia che mo-
strarsi a nudo quali sono e come intendono ci-
viltà; mentre i nostri furono più umani (o più
scaltri) nel votare unanimi (meno un par di paia
fra i più ignoranti) un biasimo all' articolo inso-
lente, sceverando il turpe vezzo della personalità
dalla discussione propria di principii e di vedute
politiche. Citiamo ad onore dei concorsi nella vo-
tazione i ragguardevoli avvocato Vojnovich ed abate
Granich, i quali, pagato il tributo alla renitenza
innata negli uomini di partito, non hanno potuto
resistere al vero che si svolgeva dinnanzi agli oc-
chi loro, e, convenendo non trattarsi di questione
! politica neir emergente relativo a Mcolò Tomma-
seo, e rendendo pubblica giustizia ai tanti titoh che
lo fanno caro e rispettato, non ebbero la ventura
di uniformarsi alle profonde vedute di quelli che
al giovane Nazionale tributarono il pungolo dei loro
incoraggiamenti.
Ciò basti a mostrare che molti non sanno quello
che si voghano, nò di che si pascano ; invidiabile
! vantaggio di chi preferisce il limbo e la sua vita
I gratuita all' operosità faticosa, ma pure proficua,
di questa valle di lagrime !
Albe 1A giugno.
Non s'è cessalo di declamare in questi uUirnl tempi
che Arbe, la città dei Doniinis, dei Galzigna ecc. ecc., fosse
la città del passato senza speranza di un più lieto avve-
nire, qoasi che il buon senso de'suoi abitanti e le dis-
posizioni naturali da cui sono favoriti fossero venute a
meno, mentre il cessalo regime, sgraziatan:iente protratto
per più lustri, più penoso perchè oppressore dell' intelli-
genza, che senza la libertà non può produrre clic fruiti
infecondi, non poteva risparmiare Arbe nella sua benefica
azione. Dateci libertà e noi avremo vita, dal cui maggiore 0 minor grado dipende l'attività. Questa vera od appa-
rente libertà ha prodotto i suoi fruiti, e noi vediamo con
somma consolazione ogni cittadino alto levar la sua voce
a difesa de'propri! diritti, da qualunque parte s'attentino,
e tutte le forze e tutti gli elementi sociali collimare al
medesimo scopo. Anche noi tendiamo a libertà, e il dolce
croatico connubio, per cui mancano ancora i patrini, non
ci si presenta così attraente, come più poeticamente che
politicamente ce lo vorrebbero far credere, e specialmente
alcuni che dovrebbero ricordarsi della gran massima ora-
mai elevata ad assioma, che i governanti reggono pei go-
vernati; nè vorremmo vedere lo spettacolo d'impiegati fatti
propagatori di mal' intesa nazionalità, fra popolazioni che
intendono bene quali sieno i mezzi più acconci a con-
durli all'ottenimento dei loro morali e sociali bisogni.
Arbe fin da principio della questione ha manifestato il
suo voto, istruita forse meglio dalla posizione geografica
confinante a Croazia. 11 Nazionale, semìnsilo forse ad arte,
non ha avuto tanta forza da smuovere la nostre convin-
zioni, e nella lolla ineguale impegnatasi ulUmamenle fra
questo periodico ed il nostro Tommaseo ci ricordammo
che Tommaseo era Dalmata, ma Dalmata di cuore, e le
nostre glorie ci sono troppo care per lasciarle contami-
nare i.npunemente. Infatti, il giornale che portava quelle
invettive venne lacerato, e quantunque sembrino ridicole
queste manifestazioni a chi n' è 1' oggetto, pure hanno il
loro significato, e bisogna rinunziare al senso comune per
negarlo, il giorno appresso circolava pel casino una pro-
testa convalidata da molte firme con cui si chiedeva l'e-
sclusione dril giornale. Non sappiamo l'esito della mede-
sima, ma desidereremmo che lutti i voli legittimamente es-
pressi trovassero il loro compimento E non sarà super-
fluo di notare in proposito, che ricorrendo ai 13 corr. l'o-
nomastico del nostro arciprete Dn. Antonio Nimira, uomo a-
mato e riverito pelle sue doti di mente e di cuore, la
scolaresca in attestato di slima ed affetto erasi recata a
ossequiarlo. Uno fra i migliori giovanetti ebbe a recitare
una poesia in lin^iua italiana. Venne terminata acclamando
a Dalmazia e ad Arbe Ma in quell'ardente emozione d'af-
fetti non venne dim-ìnticato il nostro magnanimo esule,
chè una voce dal grembo di quelle anime vergini indi-
rizzava le menti ancora bambine a Tommaseo, ed un u-
nanime evviva faceva echeggiare la stanza dell'esimio sa-
cerdote, sulla cui fronte era dipinta la sua anima agitata
Queir evviva rammentava ai fanciulli che la loro causa non
era perduta, rammentava ad essi che si può essere grande
anche in esiglio, e che quantunque il morire fuori della
patria è doloroso, pure può essere onorato. Nel mentre
tributiamo le dovute lodi al bravo maestro Vujas'Kovich, ec-
citiamo la gioventù a continuare ne'loro nobili affetti, sicuri
che smentiranno neli' avvenire 1' irrisione lanciata alla no-
stra patria di città del passato.
Ragusa, 15 ghigno.
Lettere giunteci col vapore del i3 dall'Albania, che
hanno i requisiti di autenticità, offrono un qualche det-
taglio dello scontro avvenuto il 51 maggio a Vassojevici.
Vedi l'art 6 corrente. Il corpo comandato da Mirko fia
patito molle perdite, in conseguenza di che, ebbe a co-
minciare la ritirata; e per il primo ne fece parte un porta-
bandiera Barjaktari che Mirko con un colpo di pistola
freddò , unitamente a due altri. A ciò il fratello del pri-
mo ucciso rispose con un'arma da fuoco, ferendo nél
braccio lo stesso ftJirktr. Indi nacque una disordinata ri-
tirata. Ora è manifesta 1' insurrezione dei miriditi in fa-
vore de" turchi, la quale circostanza influirà alla totale
disfatta de'montenegrini ed invasione del Montenero. In-
tanto, vi è r ordine alla truppa turca, che continuatamente
arriva e sbarca in Antivari, di marciare per Scalari; ed ai mon-
tenegrini non rinnarrebbe alcun punto di territorio da li-
' pararvi in fuori dell'austriaco. Il concentramonto sarebbe
a Bielopavlovici.
Dopo il clamoroso fatto d'armi sotto Ostrog, Derviso,
con un corpo d'armata trovasi a Bilecia in attesa di vet-
tovaglie da questa parte, per scortare ; e tanta ei si dà
premura di esserne proveduto, che risulta chiaro il piano
di operazioni per un colpo decisivo.
Collo stesso vapore dell' Albania furono sbarcati 300
montenegrini a Budua, richiamati dai lavori di terre ia
Costantinopoli.
Col vapore venuto dalla Dalmazia la u^Uina del vetierd*
partì pel Montenegro questo console russo, Petcovicb,
dicesi oon danaro.
Vaga ancora una voce molto importante, die inerifa però grandissima riserva, essersi il principe di Monlenéro
rifugiato nel circolo di Catlaro. Avvertenza. Lamia fonte d'ordinario pura non mi con-
ferma la notizia del principe, riparato nel territorio di
Cattare, bensì della sua scomparsa da Montenero.
La partenza del Petcovich è seguita in compagnia di
un incognito, forse niente misterioso, se non semplice-
mente portatore del danaro. Ragusa, 48 giugno.
Da notizie, datate di Antivari, rilevasi, esservi stato un
fatto d' armi — senza indicaz'one del punto — tra mon-
tenegrini e Abdi pascià, con la peggio di questo. Ciò sa-
rebbe confermato dalla circostanza di aver marciato la
truppa turca, con lasciare affatto sguernita quella piazza,
cioè di Antivari.
Dall'altra parte poi, si conserva lo stato dapprima.
Milano, f i giugno.
La Costituzione di oggi pubblica un comunicato, a cui
generalmente si attribuisce un valore ufficiale, essendo
quel giornale 1' organo diretto di Rattazzi e di Pepoli. la
esso si annunzia il prossimo riconoscimento del regno
d'Italia per parto di: alcune grandi potenze, l'allontana-
mento di Francesco II da Roma, e si fa sperare non lon-
tano il finale scioglimento della controversia romana.
Gli arrestati di Sarnico furono tutti rimessi in libert?!.
11 vero motivo di questa determinazione rimane ancora
un mistero, ed è dubbio se la liberazione venisse d'im-
pulso del tribunale o del governo.
Un dispaccio giimto quest'oggi da Torino annunzia es-
sere stato firmato il contratto per l'istituzione del credito
fondiario. Prima di parlarvene attenderò che si presenti la
legge relativa alla sanzione del parlamento.
Alle camere p.er ora nulla di nuovo ; quella de'deputali
continua ad occuparsi della legge sulle camere di com-
mercio, la quale finora non presentò alcun incidente degno
di essere notato.
Il noto indirizzo dei vescovi ha ringalluzzito la corto
di Roma, la quale, prevedendo qualche nuova mossa da
parte delia Francia, dichiarò ufficialmente a quésta po-
tenza, che non avrebbe accettala alcuna proposta tendente
a modificare le condizioni del potere temporale.
Sono assicurato da persona degnissima di fede che il
generale Cialdini ha date lo sue dimissioni dalla carica
di vice-presidente della società del tiro nazionale.
Una congrega reazionario-legittimista si prepara in Isviz-
zera, nel castello dell' ex duchessa di Parma. 11 conte di
Cambord, questo Enrico V. in sedicesimo, ne sarà il pre-
sidente, e tutti i corifei del legittimismo, tutti i principi
spodestati vi prenderanno parte. Questo conciliabolo monstre
terrassi il 17 giugno, cioè il prossimo martedì, e quanto
sia per uscire da esso, nessuno può ancora indovinare.
Questa mattina il presidente dei ministri, uscendo dal
consiglio, ebbe una lunga ed a quanto pare importantis-
sima conferenza col signor Benedetti, ministro di Francia.
Le notizie che |giorna!mente giungono dalle provincie
meridionali recano particolari di piccoli scontri brigante-
schi di nessuna entità.
Nel prossimo agosto saranno formate sei nuove brigata
di fanteria e prenderanno i seguenti nomi: Puglie, To-
scana, Palermo, Cagliari, Ancona e Alessandria.
ler r altro il contrammiraglio conte Albini partiva da
Genova per il golfo di Palmas, ove trovasi una parte della
flotta italiana di evoluzione, composta di io legni.
Le trattative per le strade ferrate calabro-sicule sono
bene avviate, e credesi che verranno concluse contempo-
raneamente a quella delle linee napoletane concesse ai
signori Rothschild, i quali le cedettero alla compagnia
delle Lombarde e dell'Italia centrale, formandone una
società sola, separata dalle austriache.
Ieri sera è partito per Napoli il ministro di agricol-
tura e commercio, marchese Pepoli.
Il marchese di Lavalette è giunto a Roma la mattina
del 6 e fu ricevuto in udienza particolare dal Papa il
giorno 7. il generale di Montebello rimarrà ancora a Pa-
rigi qualche giorno.
Vengo a sapere di positivo in questo momento che il
colonnello Nullo fu posto in libertà ; egli si è recato im-
mediatamente da Garibaldi a Belgirate.
Scrivono dal Veneto alla Sentinella Bresciana, giornale
d'ordinario benissimo informato , che al vescovo Zinelli
venne diretta una lettera nella quale gli si annunzia la
sua morte perii giorno 24 c. e si invita il capitolo a deli-
berare per il tempo della vacanza. Il luogotenente di Vene-
zia, edotto della C0S8, telegrafò il 10 allo'ZinelIi, consiglian-
dolo ad abbandonare la diocesi ed a ricoverarsi a Venezia.
25 €^ìttsiiO 1§62, Anno II La Voce Dalmatica
Prezzo d'associazione in valuta austriaca pf»r
Zara: per un anno fiorini 8; per MM mesi fiorini
per tre mesi fiorini 2. Pel rimanente della Provincia
e fuori: per un anno fiorini tì; per sei mesi fiorini 4
solili 50; per tre mesi fiorini 2:25. Per 1' estero, e
pel Lombardo Veneto gli stessi prezzi in argento, fran-
chi del porto-posta.
Giornale poliìico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
i grn^fw' e 'e cinumisKioni, franclii ilelle spesa
j>o>4(ali, tii dirison«» in Zara n \ ituteiizo Diiplancic'i Ke-
datfore della VocC I>ttl!ì3ìttÌ(.';J, gli abbuonamrnti, ai
ne^ozii libraiii dei (ii^jioii jranUi Batiara c Pictru
Aln-lic'i. (i!i m \ isi di S ii/i;.-« ooftano I fiorino, e ogni
linea di più snidi i>. J<a (;t>sa (ii finanza resta a carico
del romwiuesjitj. Un nmaorif srparato costa ^oidi IO
Que' signori soci che non avessero
peranco soddisfatto la rata scaduta^ sono
jDregati di versarla quanto prima, onde
evitare ritardi nel ricevimento del giornale.
Zara, 24 giugno.
Nelle sedute della Camera dei deputati dei 16,
17 e 18, vemie discusso il budget della guerra e
delia marina. La somma prima proposta dalla com-
missione, per r esercito in istato di pace, ascendeva
£i 82 milioni; ma avendo il Ministro Degenfeld di-
chiarato essergli impossibile di limitarsi a meno
di 92 milioni, la maggioranza adottò quest'ultima
cifra e la propose alla Caméra. Notevole, nel vi-
vissimo dibattimento, fu la proposta del deputato
Skene, d'invitare il governo a regolare stretta-
mente l'avanzamento degli ufficiali, secondo Tan-
zianità, la capacità-e i meriti, proposta die im-
plicava un biasimd sulla condotta passata del go-
verno a questo riguardo; nè, a dire il vero, ingiusto.
Chi non ricorda gli ultimi sinistri avvenimenti,
quando l'inettitudine di alcuni ufficiali superiori
produsse rovesci militari che trassero seco solenni
disfatte politiche e finanziarie e perdite irrepara-
bili ? La Camera concluse finalmente adottando la
proposta della maggioranza del comitato, e la pro-
posta Skene, e fissando a 92 milioni il budget
della guerra.
Nella seduta ,di mercoledì fu dato principio alla
discussione generale sul budget della marina, e in
essa posta la questione dell'aumento della flotta.
Fra gli opponenti al rapporto della Commissione
che mostrava la necessità di risparmi, o di limi-
tarsi almeno al preventivo fissato, furono i nostri
deputati Lapenna e Glmbissa, i quali sostennero
con gran calore, e dimostrarono con speciose ra-
gioni la necessità di aumentare la flotta, e per pro-
teggere il commercio marittimo e per difendere le
coste da una invasione nemica. Mentre siamo lieti
di poter rendere nuovo tributo di lode al Lapenna
per la facondia del dire, dobbiamo schiettamente
confessare che siamo assai lontani dal dividere
questa volta le sue opinioni. Un aumento della
flotta quale sarebbe consigliato dai nostri deputati;
tale cioè, da renderla pari alla flotta italiana, coni' è
presentemente, e come sarà in seguito; porterebbe
im enorme dispendio, incompatibile col misero stato
delle nostre finanze e che da solo controbilance-
rebbe e annullerebbe i vantaggi ottenuti pei ris-
parmi negli altri rami dell' amministrazione ; dis-
pendio che non sarebbe per nulla giustificato
dalla necessità dello stato, nè consigliato dalla u-
tilità delle singole provincie. Una invasione degli
Italiani sulle coste orientali dell' Adriatico non è
a supporre, perchè non necessaria allo scopo a
cui tendono, che è l'affrancamento del veneto.
Potrebbe al piìi succedere uno sbarco temporaneo
e uiìa occupazione fuggevole, allo scopo di aprirsi
il passo per dar mano a insurrezioni lontane; non
mai coir intendimento di impossessarsi di paesi
il cui conquisto ad ogiji modo non potrebbe es-
sere condotto a fine nè mantenuto da una parte, o
conteso vahdamente dall'altra, se non che cogli e-
serciti di tèrra. Quanto alla protezione del com-
mercio marittiìi^o , è questi pur troppo^ eh assai
poca rilevanza, perchè" non' basti à tutelarlo la
flotta attuale, Senza colonie, senza esportazioni di
gl'ave importanza, le nostre operazioni di com-
merciò sono il transito, cioè il trasporto degli og-
getti di commercio da uno ad un altro stato e-
stero, onde la sola utile protezione è da ricer-
carsi in buoni trattati internazionali-
Questa opinione, a cui appena per la ristrettezza
di tempo e di spazio possiamo accennare, viene da
noi francamente manifestata, perchè sappiamo non
esser soltanto nostra, ma, contrariamente a quanto
i deputati nostri asserivano alla Camera, della
grande maggioranza dei Dalmati. Alcun tempo fa
certo dottor Nazor dalmata, impiegato in quahtà
di medico nell'i, r. marina, apparve tra noi, con
la missione, a quanto sembra, di ottenere dalla
popolazione nostra dimostrazioni favorevoh all'au-
mento della flotta. A questo fine si adoperò egli
presso la Giunta provinciale, i Municipii e le Ca-
mere di commercio; ma sappiamo di certo aver
egli trovato dovunque assai freddo accoglimento,
risposte evasive, e aperti rifiuti. Se alcuni indirizzi
e rapporti favorevoli ottenne, fu alla Brazza sua
patria, dove le relazioni sue personah possono aver
giovato allo scopo al cui ottenimento mostrava es-
sere personalmente interessato. Sapj^iamo di più che
fatta da persona autorevole ricerca • dell' opinare
a questo riguardo degli abitanti di Lussin-piccolo,
che per essere specialmente dedicati alla naviga'
zione, dovrebbero avere a ciò maggiore interesse,
ne ottenne risposta apertamente contraria ; conva-
lidata da ragioni e argomenti inoppugnabili.
Ciò che troviamo peraltro, nelle cose dette in
questa occasione dai deputati nostri, altamente lo-
devole , a cui r opinione del paese pienamente
s' accorda, è la lamentanza e la protesta contro la
preferenza data finora dal governo, neh' impiego
di ufficiali di marina, a stranieri nati in paesi di-
scosti e montani, ignari della lingua nostra, af'
fatto inesperti del mare, sopra i Dalmati e i litorani,
le cui maggiori attitudini sono così evidentemente
palesi > è soprattutto la protesta contro l'esigenza
della cognizione della hngua tedesca in ufficiah che
devono pure parlare a' marinai che la ignorano com-
pletamente.
Le ultime notizie telegrafiche pervenuteci ci
danno a conoscere che la proposizione della com-
missione sul budget della marina venne dalla Ca-
mera a grande maggioranza adottata.
Consiglio municipale di Zara.
Seduta pubblica del giorno 2S con.
Il sig. podestà alle 6 pom. apre la seduta
ed espone, come essendogh pervenuta colla posta
di ieri una lettera di Tommaseo in risposta all'in-
dirizzo del Municipio, egli si credesse in dovere
di farla nota al Consigho, onde soddisfare all' an-
sietà con cui da ieri si desidera di conoscerne il
contenuto, quindi in mezzo al piix religioso silen-
zio si legge:
Al Municipio di Zara,
Signori, -
Quand' anco io avessi,. colle opere dell' ingegno
e della vita, soddisfatto al desiderio mio d' ono^
rare e giovare la patria quanto si conviene alle
sue necessità, e a' suoi dolori e al nome suo, inte^
merato nella storia -de' popoli (dal che, troppo sento
quant' io mi rimanga lontano) ; la manifestazione
solenné dèi vostro afifetto, b signori, me ne avrebbe
ampiamente rimeritato. Quand'anco la coscienza
dell' avere obbedito a ua dovere sacro, dell' essere
interamente nella verità e ad diritto del soste-
nere il decoro e T utilità vera di tutto il popolo
nostro e di tutte le genti slave, e di voler rispar-
miare danni e rimorsi alla Croiizia e agli avver-
sarli nostri stessi, non mi collocasse tant' alto ch3
fino a me non possono giungere i non umani ru'
mori, non che le immondizie avventate con fiacca
mano dal fondo ; quand' anco fosse capace 1' anì^
mo mio di vendetta ; io dovrei dalla pia indegna-
zione che voi significate con tanto vigore, tenermi
e delle passate e delle future contumehe vendi-
cato. Ben mi dorrebbe che nella terra nostra, ri-
scaldata non meno da un senso invitto di gene-
rosità che dal sole benigno, nota da secoli al mondo
per r ospitalità nell' angustie sue esercitata verso
gU stranieri e gU ignoti, potesse trovarsi un Dal-
mata, pur uno e qual che egli si sia, discoi'tese
a un compatriota lontano, esule, quasi cieco, op-
presso da occupazioni e da cure, tratto per forza
a entrare nella questione da chi, frantendendo hj
sue parole, voleva commetterlo in coiitraddiziomi
seco stesso, e far della debole autorità del suo
nome puntello a improvide meschine mire. Ma
poiché il detrattore rifugge dall'essere Dalmata,
e legittima origine non rinviene che tra'Croati;
lasciamglielo, e la Croazia*-compiangiamo. E giac-
che doti de' Dalmati son sempre state la cordia-
lità e la costanza, la veracità e la franchezza;
senz' avere in dispregio le altri genti, serbiamo
religiosamente il costume de' nostri maggiori : e
r avvenire è per noi.
Credete, signori, alla rispettosa perenne rico^
noscenza del vostro
Compatriota affe.mo
N. TOMMASEO,
17 giugno 1862, di Firenze,
Tocchi soprattutto dalle espressioni degli ultimi
periodi gh astanti, accolgono con riverenza le pa-
role del grande uomo, ed a significare col fatto
di quale amore sia da noi rimeritato il suo af-
fetto alla patria, il consigliere nob. Ponte presa
la parola dice;
«L'illustre Nicolò Tommaseo, gloria di Dalmazia
sua patria, sublime per scienza e per amore alla
terra sua nativa, cui sempre rivolge il pensiero af-
fettuoso, è esule per pohtici avvenimenti, alla nostra,
provincia non riferibili,,.
Pacificati tali movimenti, la grazia sovrana fu
concessa per altre provincie a quelh che vi pre-
sero parte, ma non per Dalmazia, rimastavi estranea,
e perciò pochi dalmati altrove in simili,fatti im-
plicati non parteciparono alla generosità sovrana".
"A. Nicolò Tommaseo negli ultimi suoi anni po-
trebbe sorgere più imperioso che mai il desiderio
di rivedere la patria or interdettagli^.
'-'Propongo per ciò che lo spettabile Consiglio
innalzi umilissima supplica a Sua Maestà I. R. A.
il generosissimo nostro Sovrano, con preghiera che
voglia benignamente degnarsi di accordare il liberò
ritorno a Nicolò Tommaseo negU stati austriaci, od
almeno in' questa provincia, non vincolato a condi-
zioni, essendocchè la grandezza di Tommaseo da
una condizione sarebbe iiniiliata, e la sua integrità
e delicatezza assicurano, più d' ogni condizione, che
dal suo ritorno non potrebbe derivare alcun pro-
giudizio
Il Consiglio approva ad unanimità.
Passata quindi a pieni voti la parta del conto