f^raiglia, e cercare l'indebolirli ,e scioglierli inte-
ramente.
„I loro affari pecuniari possono utilmente con-
tribuire a facilitare tale scopo, e perciò, imponen-
do le contribuzioni agli abitanti, voi cercherete di
ripartire le somnie in modo, che i membri della stessa
famiglia siano obbligati ad avere dei conti da re-
gohire tra loro.
• Si trova una famiglia, che amministra i suoi
beni in comune, senza che siano divisi Ira i suoi
weipbri, voi dovrete impor loro la divisione obbli-
gatoria, allegando la circostanza che il tesoro non
può perdere la somma, che gli è dovuta per le
formalità legali ed il bollo. Bisogna inoltre favo-
rire con tutti i mezzi i matrimoni coi russi. In una
parola, non devesi ommettere alcun mezzo per an-
nientare la nazirmalità polacca, ed accelerare il
,couipimeuto dell'opera di russiticazione di questo
paese.-' Altra dd 20.
Il governo Busso fa tutti i possibili sforzi, per
postringore gli abitanti del regno di Polonia, che
])rofe.ssano il culto greco-unito, ad adottare la re-
iigionc ortodossa. Questi sforzi trovano viva e4 e-
iicrgica opposizione in tutte le classi della società,
.soprattutto sui confini della Lituania, nel distretto
di Biahi.
I contadini di questo distretto non vogliono più
frequentare le chiese, nelle quali il governo ha
latto introdurre cambiamenti, secondo il rito russo,
ed ha abolito tutto ciò che ricordava il cattoli-
cismo.
Essi si radunano clandestinamente nelle foreste,
pve il veccliio più venerabile legge loro le pre-
ghiere ed i salmi. Ma guai a questi pi pellegrini
se le autorità russe scoprono il luogo delia loro a-
dunanzal Un distaccamento di soldati è mandato
in girali caso per castigare questi ribelli di un ge-
nere affatto nuovo, ed allora tutto il comune è alla
loro mercede. Non v' è abuso, nè rapina che que-
ste genti non commettano impunemente.
I contadini sono eccitati al massimo grado, ed è
a temersi che la loro opposizione passiva degeneri
in una lotta a mano armata, che non potrebbe se
non provocare nuove disgrazie, e fare nuove vittime.
(Nostri Carteggi particolari.)
Viemia 17 ottobre.
Icn la camera dei deputati votava la nuova leg-
gi cht ritornava lo statuto di febbraio. L' articolo
].o di questa legge comprende espressamente la
Dalmazia tra quei regni e paesi alla cui comune
rappresentanza è chiamato il consiglio dell'Impero.
Sancita che sia questa legge, per cui votarono» an-
che i Ministri-deputati, la questione dell'autonomia
è risolta. Liubissa erasi insinuato al presidente Gi-
skra domandando la parola per appoggiare in chiu-
sa alle disposizioni della legge un articolo che la
dichiarasse provvisoria per la Dalmazia fino a che
non fosse altrimenti risorlto sulla posizione di que-
sto regno rimpetto ai paesi della Corona ungarica;
ma convintosi che ogni sua moziune in proposito
avrebbe suscitato una tempestosa discussione, dalla
quale ei sarebbe uscito, al solito, malconcio, rinun-
ziò alla parola, e l'articolo, come dissi, venne votato.
Sign 16 ottobre.
I miserabili non si smentiscono mai!
Nella mia di data 26 settembre p. p. inserita
sotto il n.r 80 del patriottico Dalmata, mi prende-
va una riserva per ritornare sulle ultime elezioni
e dare così esauriente risposta allo screanzato ed
inesperto corrispondente di Sign nel Nazionale n.r
76, e l'avrei fatto, se dai miei amici, che mi ri-
chiamarono alla memoria il tenore di anteriori cor-
rispondenze, nelle quali sufficientemente era provata
la memorabile lezione data dagli autonomi agli an-
nessionisti appunto nelle ultime elezioni, non ne
fossi stato scoftsigliato.
Se però accolsi in massima il consiglio, non saprei
come del tutto privare dell' onore di una risposta
fi corrispondente suddetto, che non ha altro me-
rito all'infuor di quello di aver scritto per com-
piacenza verso la famiglia del sig. Stefano Tripalo po-
che righe, sul conto delle quali all' evenienza del caso
l'arò ritorno, e desiderando si sappia una volta an-
che nei circoli governativi quanto è meschina ed
inqualificabile fra noi la setta annessionistica, ho
pensato per tutta risposta ad interessarvi, sig. Re-
ffàttwe^ à voler comunicare qui sotto nel modo che
stanno scritti i nomi degli autonomi potabili di
SrgUj Che sono i veri nazionali:
Ilon Natale Simuncich, Antonio Buglian, Andrea
Brainovich, Stefano Tripalo, Giovanni Dalla Gosta,
Marco Massovcich, Pietro Nicolich, Pietro Mide-
gnach, Agostino Remettin, Gregorio Lovrich, Pie-
tro Dalbello, Gasparo Marzocco, Francesco Maz-
zocco, Vuletich Giovanili q.rn Marco, Tommaso Vu-
letich, Matteo Lovrich, Marco Brainovich, Basilio
Milcovich, Nicolò Nicolich, Pietro Vuletich, Marino
Percovicli, Cristoforo Buglian, Doimo Midegnach,
Andrea Bertizioli, Francesco Gra|)Ovaz, Antonio Chel-
inich, Antonio Catanussich, Francesco Lovrich, Giu-
seppe Percovich, Simeone Brainovich, Elia Barez-
za, Domenico Dalbello, Nicolò Tripalo, Stefano Gra-
bo vaz, Filippo Tripalo, Stefano Percovich q.m Si-
meone, Stefano Percovich di Giuseppe, Antonio
Percovich, Don Doimo Vuletich, Michele Lovrich,
Vincenzo Buglian, Giovanni Brainovich q.m Stefa-
no, Antonio Brainovich, Antonio Nicolich di Pietro,
Matteo Dalbello, Antonio Rarezza IIL", Lorenzo
Dalbello, Stefano Vuletich q.m Doimo, Giovanni
Brainovich qm Nicolò, Stefano Vuletich q.m Vito,
Maganich Giovanni, Antonio Maganich, Giuseppe
M^zzqccq, Antonio Mazzocco, Tommaso Franich,
Giuseppe Poles, Giovanni Franich, Antonio Ceri-
flich,, Nicolò Cerinich, Giuseppe Grabovaz, Simeone
Trek, Giacomo Dalbello, Spiridione Trek, France-
sco Dalbello, Giovanili Marcocchia, Giovanni Vu-
letich q.m Antonio, Paolo Barezza, Uodich Natale,
Peraizza Antonio, Felice Nicolich, Antonio Barezza
q.m Girolamo e Andrea Verdogliak.
Pra questi patriotti non abbiamo compreso fo-
rastieri rispettabili, e nemmeno legali, dottori, che
con noi tengono e fra i quali ve ne sono di quelli
che contano un domicilio di più anni. Non abbia-
mo neppur compreso altri^ rispettabili patriotti di
cappello e berretta, e nemmeno i villici il cui e-
ienco sarebbe interminahile.
Ora agli annessionisti, che non potranno negare
di avtrci provocati, spetterà di schierare i nomi
della propria setta. Si sforzino a declinarii, e se
non riescono a darne fuori un numero sufficiente,
noi, a titolo di compassione, accorderemo loro un
arruolamento forzoso, e non baderemo tanto pel
sottile se lo estenderanno sino al canagliume. Noi
non pubblichiamo quei nomi per rispetto verso il
nostro paese che potrebbe scapitare nella sua fama,
quantunque la malafede degli annessionisti e gli
intrighi secreti e palesi per far cadere il nostro
easino potrebbero allettarci ad una critica san-
guinosa.
Soddisfatti dalla vittoria riportata nella seduta
dei LS corr. e lasciando i russofili nel fango che
li ricopre, ben di cuore ringrazieremo tutti i no-
stri patriotti che con tratti generosi corrisposero
all'appello loro diretto poche ore prima dell'adu-
nanza del 13 suddetto, dimostrando così di sapere
apprezzare e dare il dovuto peso ad una vecchia
patria istituzione , la quale non ha, come taluno si
studierebbe di far credere, un colore di partito.
I miserabili non si smentiscono mai. Agli annes-
sionisti la risposta. '
Ciirzola 12 ottobre. .
L' autore infelice delle corrispondenze Curzolane
che si stampano nel Nazionale, ancor difeso dalla ver-
gognosa maschera dell' anonimo e col solito viru-
lento stile di cui andavano adorni i suoi poveris-
simi antecedenti scritti a danno del nostro Ginna-
sio reale, nel n.r 78 continua a tutelare la sua causa
miserabile.
La protesta di questi abitanti, munita da ben ot-
tantanove autorevoli firme, raccolte nel breve giro di
poche ore; la rettifica di chi manomesso nell'onore
sorge a fronte aperta ad annichilirne le accuse ; la
dichiarazione di chi generoso ripudia le lodi pro-
digategli col solo intento di detrarre il merito dei
propri amici e colleghi; le piiì genuine confessioni
di fatti esposti in cinque corrispondenze con tina
logica irrefragabile; lo scritto degli abitanti di Sa-
bioncello che respingono da sè le ingiurie lanciate
a nome del loro paese; la rettifica della Direzione
del Ginnasio reale ; l'indignazione in fine ed il fer-
mento d'un popolo a tutta ragione indignato ; no,
tutto questo non basta a conquidere le insolenti
menzogne del corrispondente del Nazionale, che con
scipite chiacchiere e con spudorata protervia sfida
dinanzi all' opinione pubblica atti così solenni, spe-
rando di menomarne il valore.
Io credo indegno ed indecoroso il continuare in
una lotta che, come caratterizza per vile chi primo
la mosse, cosi non può dare trionfo tanto splen-
dido a colui che la sostiene con avversari tanto
impotenti ; e quindi riponendo incontaminato nel
fodero quell' acciaro con cui furono ruzzolate nel
pantano le teste degli assalitori, recedo dal campo,
e lascio giudice F opinione pubblica del sostenuto
combattimento.
Innanzi però che m' allontani, osserverò al cor-
rispondente che se il D.r Trojanis procurò di a-
vere molte firme nella protesta già pubblicata, e
s' egli ciò fece in ispecialità perchè Direttore del
Ginnasio reale ; ogni onesto deve ammette.»'e che
egli, primo giudice de' suoi subalterni, come co-
nobbe ingiusti gli attacchi del corrispondente del
Nazionale, così doveva assumere la difesa di chi
veniva ingiuriato. Dirò che se il D.r Mirossevich
venne in aiuto al direttore dell' istituto, non lo fece
già perchè i suoi figli erano stati premiati ed era
stato loro concesso queir onore che voleva giusti-
zia, giacché factum infectiim fieri nequit; ma sib-
bene lo fece perchè, degno apprezzatore delle dofei
d' ognuno, ed influente nel suo paese, volle vendi-
care r offesa di tre o quattro frodolenti. Dirò che
le dichiarazioni emesse da alcuni dei firmatari al
signor corrispondente del Nazionale sono vecchie
scuse, che nulla provano finche 0 egli esplicitamente
non nomini chi si pentì d' aver apposta la propria
firma, oppure essi stessi non ne facciano una pro-
testa alla protesta firmat^a. Dirò che l'attribuire
al D.r Trojanis un animo dedito a sotterfugi non
è se non misurarlo col proprio regolo vizioso.
Dopo ciò noi consiglieremo il corrispondente del
Nazionale a non voler in appresso muovere guerra
a coloro che, seguendo la via dell'onestà, nulla
possono avere di comune con lui, ma riscuotono
meritato compenso dalla pubblica opinione.
diversi punti, i di cui colpi non cessarono finché
il piroscafo fu iti Vista. Egli venne accompagnato
a bordo da DOj^te barche da una popolazione che,
se era comm^a per la perdita dell' integerrimo
magistrato, del distinto cittadino, era d' altro canto
giuliva di rendergli un tributo di stima, d' affetto
e riconoscenza, che in tre anni di dimora a Ca-
stelnuovo i' egregio Simunich ebbe bene a meritarsi.
Augurando un fortunato avvenire a quest' uomo
distinto, non possiamo far a meno di consolarci coi
Sebenzani del prezioso acquisto che fanno.
Da notizie avute da Duga e Bagnana rileviamo
essere appianata la questione turco-montenerina che
minacciava di complicarsi ; le milizie accampate dal-
l' una e dall' altra parte vennero ritirate : ci consta
ancora che lo stato di salute in quelle località è
eccellente.
S. Pietro 22 ottobre.
(Z.) Da sabato, in seguito a certe notizie portate
da uno dei confratelli della setta russofila, reduce
da Zara, i nostri pochi Paladini della Jugoslavia
caddero in una indescrivibile costernazione, e le
loro contraffatte fisonomie ci fecero supporre essere
accaduta qualche sciagura alla grande famiglia.
Chi nei giorni precedenti, in cui, novello Lojola,
percorreva l'isola in missione apostolica il celebre
direttore delle reali in pesca d'indirizzi o che al-
tro, li avesse ben bene osservati nel pieno della
lor® gioia, ora certamente non li riconoscerebbe più
Di tanto si sono cangiati!!!
Ne a rinfrancare i loro spiriti abbattuti valse
questa mattina il telegramma portato in trionfo
pella boi gata dal figlio del pretore Smolcich annun-
ziante la rielezione in deputato alla Dieta dalmata
del famigerato romito di Podgora. Questo piccolo
trionfo è ben poca cosa a sostegno del loro crol-
lante fracido edifizio, nò varrà, siamo certi, a farlo
rialzare da quel mdla, dove il voto concorde dei
veri Dalmati l'ha irremissibilmente gettato. L'era
novella, lo speriamo, ridonerà la pace ai fratelli Dal-
mati, ed aprendo gli occhi alle verità a quei pochi
traviati, farà sì che, dettestate le infami dottrine di
Marco e Tadia, ritornino a quelle del vangelo che
loro impongono di essere veri patriotti e fedeli
sudditi.
pre pronto di sostenere \ indecorosa polemica; q
gli crediamo, essendoci noto pei: esperienza eh'e'di
non può trattare che indecorosamente le cosean
che di maggior interesse; ma la vuole soppressa
pe'suoi corrispondenti. Questa dovrebbe esser u,,«
severa lezione ai medesimi, cui il iVa^lowa^e ora in-
tende di alacciare la museruola, riservandosi
se piena libertà, e persuaderli una volta eh' my
lavora soltanto per conto proprio, e che non nf,^^
tenere altro linguaggio tranne quello che gli viene
imposto da coloro che gli gettano un tozzo di pane
Dopo tutto ciò e dopo sei anni di vita del A'a-
sionale, ci sarebbero ancora dei semplici ed inesperti
nel conoscere i lupi coperti da pelli di pecore che
sempre e dovunque gridano pace, nrtntre invece il
loro disegno è di combattere gli onesti patriotti e
soppiantarli da ogni posto per buscarsi da viveie
Questi lupi bisogna combatterli, ned è necessario
di giustificarsi per lo spirito di controversia e' di
polemica che regna nel Dalmata; combatterli ner
la giustizia, por la moralità, per il patriottismo e
per gV interessi dello Stato; usando però l'impar-
zialità, (osservata finora dal Dalmata) sugli Inte-
ressi di persone a qualunque classe ed a\ufllua-
que partito appartengano. Noi sappiamo che la po-
lemica deve essere diretta contro l'errore e' non
contro gli uomini che errarono, ma i croatoftli mai
attaccano le ragioni, essi diffamano, calunniano, pro-
vocano, e quando hanno suscitato fra amici fra
parenti, fra patriotti e fra paesi una scandalosa po'-
lemica, allora con infernale sogghigno si danno l' a-
ria di riguardarii sdegnosi.
Ed è per ciò che il Nazionale chiama negli au-
tonomi la virtù, l'onore, l'amore di patria,° 1'an-
negazione dei propri interessi col nome di odio, di
passione, di fini secondari. Ad onta di simile pro-
cedere dei nostri avversari, noi, qualora ci riuscisse
di scoprire in essi rette intenzioni, non.mancherem-
mo di rendere lorò la dovuta giustizia. Ma ad essi
non sì può credere, perchè quando anche fanno
sentire una voce dolce, e pariano di filantropia, di
moderazione, d'umanità, di liberalità, di civilizzii-
zioue, l'esperienza ci ha insegnato essere appunto
allora che essi nutrono nel cuore sentimenti affatto
contrari a quelli che hanno sulle labbra.
» Megline 16 ottobre.
È impossibile descrivere le manilestazioni di si n-
patia e di stima che questa popolazione ebbe a
dimostrare al distinto pretore Paolo Simunich pri-
ma della sua partenza per Sebenicow
Il giorno 6 corr. veniva imbandito un pranzo di
gala in suo onore di oltre 50 convitati, e gli ev-
viva ed i brindisi che risuonavano con animo com-
mosso per parte di tutti i commensali si protras-
sero a tarda ora di sera. La vigilia della partenza
vi fu una generale illuminazione della città e borgo
con relative iscrizioni à lui dirette. Il giorno 14
corr. alle 2 pom. una comitiva composta di pub-
blici funzionari, di tutti i rappresentanti comunali,
e della forza terriera, di possidenti e di numeioso
concorso di popolo preceduto da bandiere ebbe.per
terra ad accompagnarlo a Megline, dove venne sa-
lutato [da continui tiri di mortaretti appostati in
Pago 18 ottobre.
Il Nazionale per seguire 1' esempio de' suoi su-
periori coiuincia a metter in voga le circolari.. Il
suo lamento da coccodrillo nel n.r 81 col titolo
ai nostri corrispondenti ha 1' aria d' una vera cir-
colare, colla comminazione ai suoi corrispondenti
della repulsione dei loro carteggi che non si uni-
formassero alla sua untuosità. Questa circolare è
uscita in cì)nsenso a quella diramata ai pubbliei
funzionari, i quali si meritarono F energica inti-
mazione a causa di coloro specialmente che si sup^
pone facciano i corrispondenti del Dalmata. Ma
lasciando a parte le tante cose che in proposito
si potrebbero dire, passiamo alla prima sopradetta
circolare.
Se non si sapesse che le parole del Nazionale
suonano dolci agli orecchi di coloro che non guar-
dano nè a dritta nè a manca, farebbero ridere, ma
ridere di cuore.
Il Nazionale accusa gli autonomi d' aver provo-
cato a mezzo del Dalmata, loro organò, un' inde-
corosa polemica. Altre volte il Nazionale si espresse
in questo senso, ed oltre il Dalmata, anche noi ci
occupammo di smentirlo, ed ora quindi dobbiamo
servirci delle medesime ragioni per rincacciargli
ancora una volta la menzogna in gola. *
Prima che uscisse alla luce il Dalmata, il Na-
zionale ed i suoi corrispondenti godevano di poter
calunniare ed ingiuriare impunemente i più intel-
ligenti ed onesti autonomi, d' insultare e motteg-
giare persone rispettabili, corporazioni ed i capi
stessi della provincia, entrando perfino nel sacra-
rio della, famiglia. Si dirà che ciò non era un' in-
decorosa p)olemica. Ma era forse una pacata e di-
gnitosa discussione? era forse un servirsi con de-
coro della stampa per trattare le cose, rispettando
le persone? Si leggano i numeri del pri-
ma che avesse vita il Dalmata, e vi si troveranno
le più schifose contumelie.
Sorto il Dalmata, Yevo contrapposto del Nazio-
nale, era naturale che gli offesi e maltrattati im-
punemente dassero sfogo ai giusti loro risentimenti,
e che nondimeno vedendosi ancora fatti segno di
maldicenze, le rintuzzassero energicamente contro i
scribacchini del Nazionale,. Ma il Nagiomle dice
che le provocazioni vengono dagli autonomi. Anche
qui rimettiamo i lettori alla lettura dei due perio-
dici per ciò che riguarda fe cow-ispondenze in ge-
nerale della provincia. In quanto ai corrispondenti
di Pago, citeremo fatti, e questi faranno ConoisCeré
se essi provocarono o furono provocati. Quante
volte non fummo insultati e dal Ndzioncde e à?d
suoi corrispondenti nella persona dell' amato nè
stro concittadino Lapenna col porio in pretesi ri-
dicoli rapporti colla popolazione di questo distretto?
Quante volte il 'Nazionale ed i suoi aderenti ci
vollero far compai ire tanti credenzoni e ciechi stru-
menti illusi da promesse riguardo le questioni di
pascoli e boschi dei Loni? Non fummo accusati di
spogliatori dell' altrui possesso e delle altrui pro-
prietà secolari dal d.r Melifiuo in una memoranda
seduta della nostra dieta? E il Nazionale
volte non confermò una sì insensata accusa? E ul-
timamente non accusò che nel comune di Pago si
agita il modo di spossessare proprietari privati, vo-
lendo porre in sospetto quest'amministrazione co-
munale nei fattoi d'Arbe ? E non si stamparono nel
Nazionale corrispondenze, fabbricate nell' officina
degli scanna pagnotte in Zara, colla falsa data di
Pago ed Arbe, piene d'insulti e menzogne contro
i paghesi? Chi furono dunque i provocatori dell'in-
decorosa polemica?
Il Nazionale peraltro dichiara eh' egli sarà sem-
Cattaro 20 ottobre.
Il giorno 18 ottobre, cioè quindici soli giorni
prima della sua apertura la nostra Amministrazione
comunale (vi è fatalmente assente il Degiulli) pre-
tendeva di provvedere ai locali del giunasio-reale.
I cattolici celebravano S. Luca, i greci S. Tommaso
e siccome diversi consiglieri comunali chiamànsi ap-
punto Luca e Tommaso ed erano impegnati la mat-
tina a ricevere visite, cosi non comparvero alla se-
duta. L'ainministrazione (arca di scienza) non sì
perde di coraggio ma decise da sè. ') Decise cioè
dì trovare un alloggio provvisorio per la scuola di
Nautica e di cedere l'attuale camera-oscura della
Nautica ad uso del quarto corso del ginnasio-reale.
Io non so se il sig. dottore Trifone conte de Smec-
chia abbia anch' egli ritenuta buona questa dispo-
sizione So bene che l'ignoranza, l'egoismo e
l'ambizione trioniano e che il corpo insegnante,
adoperati inutilmente quanti mezzi poteva nobil-
mente adoperare, decise di rimanere passivo in que-
st' argomento e di lasciar andare le cose per la loro
china. Miserabile condizione di questa città, che uno
0 due biricchini comprando l'altrui ignoranza riescano
a metter ostacolo ad istituzioni di somma impor-
tanza per la sola ragione che eglino non ne pos-
sono essere i rettori magnifici. Ci rivolgiamo però
pubblicamente all' intelligente vicario Monsignor
Scarpa perchè, come sempre, così adesso special-
mente si mostri amico dell'istituto ed insegni ad
alcuno de' suoi reverendi che il dissuadere p. e. i
genitori dal mandare i figli ad istudiare il ginnasio
non è già esercitare un' opera di misericordia nè
spirituale nè corporale. Ma mentre lascio che i so-
liti vostri corrispondenti v' informino con miglior
maestria del nefando abbandono dell'istituto , per
.parte degF individui formanti 1' amministrazione co-
munale, a tutt'altro più abili che a quest'ufficio ;
mentre raccomando a loro di smascherare presto e
confondere certi reverendi nemici dell'istituto: io
vi scrissi questa principalmente per isvegliare gli
uomini della Luogotenenza ed avvisarli che ormai
solamente da un energico procedere da sua parte
potrebbe risorgere questo istituto nel quale ha pur
messe tante e tante speranze la popolazione del
circolo di Cattaro.
Ieri vennero aperte le^comunicazioni col Mont^erQ
Consiglio dell' Imxiero.
Camera dei deputati. — Vienna 9 ottobre. —
Sul banco ministeriale: le Lqra Ecc. i ministri
hm Beusi, bar. de BecJce, COìM 'fàaffè; ÌM.
di John e cav. de Hyc.
Il dep. Recìibauer e soci presentano una proposta
sull'abolizione del nesso feudale del feudo imperiale
esistente nella Stiria, già feudo salisburghese.
Il Miihlfeld presenta la seguente proposta:
Voglia r Eccelsa Camera deliberare di sotto-
porre al trattamento costituzionale il seguente pro-
getto di ; legge :
Art. 1. La legge 5 novembre 1855 pubblicata
nel Bullettino delle leggi nr. 195 (il Concordato)
verrà abolita e posta fuori d' attività per i regni
e paesi rappresentati al consiglio dell' Impero.
Art. 2. In luogo di quella legge verranno rimes-,
se in vigore quelle disposizioni legali che erano in
attività all'epoca in cui venne emanata quella legge-
Art. 3 Verrà intrapresa 4osto la revisione di
queste leggi nel senso dell' ugii iglianza di difitti
ed autonomia di tutte le confeasioni religiose.
Questo si chiama indipendenza !
Chi conosce il carattere dell' egregio conte Smcc-
chia, deve ritenere di no. (Nota della lied.)
lasserò, il ministro Rattazzi li mandasse pure o
non impedisse la loro partenza. L' Italia non può
dare pili che einqueraiìa volontari buoni. Suppo-
niamo (disse) che solo una metà di questi cinque-
milla andasse quest' anno e sottraetela dalla cifra
generale dei volontari raccoltisi. Ditemi poi cosa
fosse il corpo intiero. Levate dalla cifra generale dei
volontari i duerailla cinquecento,che batteronsi, chi
erano quelli che rimanevano? chi erano costoro lo
dicono le questure, le quali nel periodo del gari-
baldismo non registrarono reati Ciò prova che i
furfanti, i ladri, i manutengoli si mascherano da
garibaldini. Tanta sproporzione di volontari buoni in
mezrzo ai furfanti fu cagione della mala accoglienza,
che fecero loro le popolazioni. — Dichiarò poi che
il diritto d' iniziativa arrogatosi da Garibaldi c
insussistente, e dopo aver asserito che Mazzini
ebbe parte nei moti di quest' anno, conchiuse di-
cendo : Un Re solo, un solo Parlamento, una sola
bandiera, ed avremo così un holè esercito coli' e-
lemento volontario fuso in esso, la camicia rossa
ha fatto il suo tempo ; mettiamola nel museo na-
jsionale, accanto alla spada di Giovanni delle Bande
nere.
Revel, già ministro della guerra, parlando delle
forze italiane eh' erano al confine pontificio, le cal-
colò a 15,000 uomini, e disse eh' erano sufficienti,
Fece osservare che la frontiera romana è tale da
non potersi tutta custodire; si custodiscono alcuni
punti, e al resto si provvede con pattuglie. Secondo
lui, ciò fu fatto, e se i volontari poterono entrare,
fu perchè la custodia d' una frontiera di 420 chi-
lometri era difficile. Narrò come 1' ambasciatore di
Francia erasi lagnato che fossero dati cannoni a
Garibaldi ; il qual fatto fu da lui smentito ricisa-
mente. Asserì che la forza adunata era sufficiente
per r occupazione dello Stato romano in caso di
rivoluzione o di reazione. Egli, Revel, non credette
mai che si potesse pensare a far la guerra alla
rrancia. E qui dichiarò che, essendo sorto dissenso
fra lui ed i suoi colleghi il 16 ottobre intorno ad
alcune disposizioni militari eh' egli stimava potes-
sero essere giudicate dalla Francia come una pro-
vocazione, mentre gli altri erano d' avviso contrario,
diede in quel giorno stesso la sua dimissione.
Il ministro della guerra Bertolle Vialle diede
ragguaglio delle condizioni dell' esercito, indicando
che le forze radunate al confine ascendevano a
12,500 uomim', che 1'esercito attivo era di 165,000
uomini, di cui in servizio poco piìi di 140,000 e
che r occupazione del territorio pontificio fu solo di-
plomatica, per affermare un dir.tto. Respinse 1'ac-
cusa che r esercito sia stato umiliato,e sostenne
eh' esso fece ora e sempre il proprio dovere. Sulla
sua bandiera (disse) sta scritto : fede, onore, libertà,
abnegazione.
Crispi si studiò di rispondere al ministro della
giustizia. Accusò i ministri di aver fatto il callo
alle violazioni dello Statuto, perchè sono sicuri del
hill d' indennità ; negò che l'impresa di Garibaldi
portasse pericolo di guerra ; i Francesi (disse) in-
tervennero quando furono sicuri che non avrebbero
avuto pericolo di collisione cogli Italiani, di che
li faceva sicuri 1' avvenimento del Menabrea. Attaccò
la Convenzione di settembre, dicendola rinunzia a
Roma ; accusò la destra di aver in essa veduta la
soluzione della questione romana; e fece al Min-
ghetti un processo d' intenzioni dicendo che anche
egli sapeva benissimo che la convenzione era ri-
nunzia a Roma.
Altra del 17. Nella seduta della Camera di ieri,
Crispi, parlando contro il governo francese, bia-
simò le parole del Rouher che insulta ai vinti.
Minghetti e Visconti Venosta, spiegando il pro-
gramma da essi mantenuto durante la loro atti-
vità ministeriale, osservano che all' esecuzione di
un programma contrario sono dovuti i mali pre-
senti.
Depretis spiega le già note trattative per la for-
mazione d' un gabinetto Cialdini.
FRANCIA.
Parigi, 16 dicembre. Oggi al Corpo legislativo
Picard presentò tre domande d'interpellanza. Una
di esse riguarda alcuni dispacci contenuti nel Li-
bro verde, che non si trovano nel Libro giallo^
l'altra concerne il divieto de'giornali italiani e te-
deschi e la terza ha per oggetto le finanze della
città di Parigi. Rouher confermò che il Governo
presenterà quanto prima un progetto di legge sulla
dduzione delle tasse telegrafiche.
INGHILTERRA.
Londra, 13 dicembre. Viene comunicato ufìficial-
mente che da ieri ebbero luogo tre incendi, ap-
piccati da Feniani. Il Governo invitò al servizio
volontario in qualità di constabili. L'interrogatorio
de' prigionieri fu diferito.
TURCHIA.
Costantinopoli, 16 dicembre. Il Levant-Herald
d'oggi riferisce f Nel consiglio diministii, tenutosi
mercordì scorso, fu deciso di accordare le sei con-
cisioni chieste dai delegati di Creta, cioè : Esen-
zione dalle imposte per parecchi anni, fondazione
d'una banca agricola, apertura dei porti, sussidio
per i porti danneggiati, revisione delle imposte e
abolizione perpetua della contribuzione per la sur-
rogazione militare.
conteaera il testo di quella Dscena circolare,
alcuni noti agitatori, di taluno dei quali si
conoscono anche i nomi, dopo molti sforzi,
riuscivano a radunare nei locali della scuola
femminile, appartenenti alla Fabbriceria greca,
una parte della loro Comunità, onde indurla ad
infliggere un voto di biasimo all' illustre pa-
triotta mons. Kneževicli.
Crediamo per ora opportuno di tacere quanto
venne concluso in questa specie di scandalo-
sissimo meeting.
In questa, come in molte altre consimili
circostanze, il contegno dell'autorità politica
fu inesplicabile. Diciamo inesplicabile, poiché
— 0 essa era a giorno del complotto, ed allora,
tollerandolo, gli diede indirettamente il suo
placet: o non ne era a cognizione, ed allora
ebbe il torto imperdonabile di ignorare ciò
che tutti gli altri sapevano, fuorché lei.
In entrambi i casi, essa mancò al suo dovere.
Parecchi rispettabili negozianti e speculatori
nostri coiiipatriotti ci incaricano di esternare
pubblicamente il loro rammarico per la morte
avvenuta testé a Trieste del sig. Jacob Pardo^
registratore dello Stabilimmto Commerciale di
Assicurazione, del quale stabilimento essi fanno
parte in qualità di azionisti Nel rammentare
con commozione e con gratitudine 1' onestà spec-
chiata e r attività esemplare del compianto
sig. Pardo, essi concordi esternano il desiderio
che a surrogarlo nel posto di registratore dello
stesso Stabilimento sia scelto l'egregio sig.
Benedetto Luzzatto, la cui probità, zelo e ca-
pacità sono una caparra sicura eh' egli saprà
degnamente e puntualmente coprire il posto
lasciato vacante dal benemerito trapassato.
Le qualità distinte del sig. Luzzatto, i suoi
lunghi anni di esperienza nell' azienda sud-
detta, le simpatie eh' egli gode tra il ceto com-
merciale fanno sperare agli azionisti dalmati
dello Stahilimento Commerciale di Assicura-
zione che gli onorevoli loro colleghi di Trie-
ste in occasione del prossimo Consiglio gene-
rale, il quale si convocherà entro il venturo
mese di marzo, vorranno unire i loro suffragi
a favore del sullodato sig. Benedetto Luzzatto,
il quale d' altronde ne è pienamente meritevole.
Gazzettino della Città e
della Provincia.
La circolare del sig. Ljubissa ha cominciato
a portare i suoi effetti.
Mercordì a sera pochi momenti prima che
»i pubblicasse il n.r 101 del Dalmata, che
Per colpa d' un corrispondente male informato,
che scriveva per la prima v^lta nel nostro gior-
nale, vennero tempo fa erroneamente narrati dei
fatti risguardanti 1' on. sig. Giuseppe Hajdich po-
destà di Babinopoglie di Meleda.
Crediamo di fare atto di onestà e di imparzialità
pubblicando oggi il seguente scritto:
Babinopoglie di Meleda 20 novembre.
La corrispondenza di Meleda d. d. 24. ottobre
p. p. inserita nel n.r 89 del 3 novembre e firma-
ta (...X...) quanto falsa, altrettanto è calunniosa, e
non può che essere parto di quel vile che sotto
comode maschere da più anni tenta ora in uno
ora neir altro dei due giornali della provincia in-
famare qualunque siasi che disapprova il meno o-
nesto suo procedere.
Egli fende colla sua propria malignità ad oscu-
rare (e lo dico senza jattanza) la buona fama
che godo qui ed ovunque sono conosciuto ; procura
di far credere cha io imputi gl'incendi dei boschi,
i quali avvennero in questa isola, ai PP. Gesuiti ;
che dagl' incendi stessi tendo a ritrarre guadagno
col far seminare i tratti distrutti dal fuoco e che
io sia la causa della distruzione dei boschi.
A far risaltare chiaramente la malignità del no-
stro (...X...) dichiaro che egli non deve ignorare come
10 abbia consegnato una rettifica a questo ammini-
stratore parrocchiale don Giovanni Brasich appena
lessi la corrispondenza di Curzola 28 agosto p. p.
inserita nel Dalmata 6 settembre in cui dichiaravo
di non aver autorizzato il sig. corrispondente di
Curzola di accusare i Gesuiti come autori indiretti
degli incendi che avvengono in quest' isola, e che
11 suddetto sig. amministratore parrocchiale s'inca-
ricava, quàl corrispondente del Nazionale, di farla
pubblicare, sebbene io lo pregassi di pubblicarla
nel Dalmata, ma egli mi persuase di pubblicarla
nel Nazionale adducendo alcune ragioni non troppo
attendibili, ed alle quali ciò nondimeno io aderì.
Se tale rettifica non vide la luce fino ad ora, io
non ne ho la colpa, poiché il sig. don Giovanni
Brasich di continuo mi assicurava che verrebbe
pubblicata.
Non voglio imputare di malignità il corrispon-
dente di Curzola per aver egli detto che uo 1' ho
incaricato di lanciare un imputazione ai RR. PP.
Gesuiti, perocché io conosco quel corrispondente
per onesto ; ma forse accademicamente parlando seco
lui dei boschi dei Gesuiti, egli mi avrà male com-
preso e perciò si sarà male espresso circa il con-
tegno dei sullodati PP. Gesuiti.
Conoscendo quindi il sig. (...x...) il preciso stato
delle cose, in lui ad evidenza si ravvisa la mali-
gnità di voler far credere al pubblico ed ai RR. PP.
Gesuiti che io avessi voluto loro imputare fatti ai
quali li ritengo assolutamente estranei, e perchè
egli non ignora, nè ignorava quanto io abbia di-
sapprovato la distruzione dei boschi, come io ab-
bia in ogni circostanza portata denunzia alla giu-
stizia invocando energiche misure.
Che io abbia denunziato il fatto, assunti alcuni
rilievi, lo prova V arresto di due individui fatto se-
guire da una Commissione criminale, che giorni sono
da Ragusa qui si era recata allo scopo d'inquirire.
Avrei molto a dire al sig. (...x...) che io credo
di ben conoscere, ma avvolto come egli stà nella ma-
schera dell'anonimo, io debbo invitarlo a farsi cono-
scere al pubblico, altrimenti non discenderò seco lui in
una polemica disuguale ; dico disuguale, dappoiché
oltre ad atti ufficiosi, avrei tutti gli isolani, occor-
rendo, che concorrerebbero ad attestargli alcuni
fatti per provare a suo carico la pubblica indi-
gnazione.'
Ancora una parola al sig. (...x...) per assicurarlo
che nei caso egli non levi la comoda sua maschera
in un altra sua, io non lo degnerò d'una duplica,
ma sibbene lascierò il giudizio al pubblico al quale
sin d' ora mi rimetto, affinchè anche egli possa im-
primergli il marchio di calunniatore, come io fin
d' ora ritengo di darglielo.
Giuseppe Hajdich.
Farmacia e Drogheria SERRAVALLO
in TRIESTE.
Nr. 1453-civ.
EDITTO.
(2.a pub.)
Per parte dell' L R. Pretura di S^bion^ello si
fa pubblicamente intendere e sapere ch^ da una ap-
posita Commissione delegata nel locale d' uffizio
della pretura medesima, aalle ore 9 antim. fino al-
l'una pom. dei giorni 19 decembre 1867, 20 gen-
naio e 20 febbraio 1868, si terranno i tre incanti
per la vendita dello stabile di cui tratta il proto-
collo d' estimo sub numero 1152-civ. a. c. di ra-
gione dell' assente d' ignota dimora Luca Andrias-
sevich da Orebich, rappresentato dal curatore av-
vocato d.r Smerchinich da Curzola, oppignorato da
Matteo Passabanda da Orebich e stimato nell' importo
di fior. 198, restando ostensibile a chiunque in
questa Cancelleria il Protocollo di stima, e ciò
colle seguenti condizioni :
1. La prima voce d' asta sarà di fiorini 198 v. a.
2. Verrà deliberato al maggior offerente nei primi
due incanti e nel terzo incanto anche al dissotto
dell' estimo, previo deposito del 10 per cento a
titolo di vadio.
3. Il deliberatario dovrà ritenere a carico proprio
tutti i pesi, ed aggravi inerenti allo stabile, e
soggiacere alle spese d'uffizio dopo 1' acquisto.
4. Il prezzo di delibera dovrà essere esborsato
entro tre giorni, dal dì della medejsima in seno
giudiziale, altrimenti seguirà un reincanto a spese
danno e pericolo del deliberatario. "
Sabioncello 20 settembre 1867.
Grande Deposito Petrolio
DEL BELGIO
CANDELLE ^STEARICHE
a prezzi ridotti, presso la ditta
Angelo Ventura e in Trieste.
Corso degli Effetti e dei Cambi
alP i. r. Borsa pubblica in Vienna.
1. Bebito pubblico.
Metalliqaes al 5 7o • • • • •
coi censi Maggio e Novembre
Prestito nazionale al 5 ®/o • •
„ dello Stato del 1860 . ,
2. Azioni.
Azioni della Banca nazionale . <
„ dello Stabilimento di cre-
dito
Corso dei Cambi della
Borsa medesima.
Londra, per 10 lire sterline .
Argento, per 100 fiorini . .
Zecchini imperiali ....
Corso medio i n V. a.
18 19 20
decera. decem. decem.
55 70 55 85 55 70
57 75 58 70 58 40
65 10 65 10 65 -
81 70 82 30 82 10
677 - 679 — 678 —
183 70 184 20 184 30
121 25 121 50 121 .10
119 25 119 .^0 119 25
5 7b 5 76 V, 5 76
. Piccola Posta.
Sig. 0. Graz, — Avendo già il sig. lliich ri-
sposto alla rettifica del sig. Botteri, ci sembra per
ora inutile di ritornare sullo stesso argomento ;
quindi la vostra corrispondenza 13 corrente rimane
momentaneamente sospesa.
Le Pillole Holloway.
TUTTI I ĐIS0EDINI CHE AFFETTANO II
FEGATO LO STOMACO E LE VISCERE.
Queste Pillole possono essere raccomandate in ogni confi-
denza, come il pii^ semplice e il piii 8Ìciiro rimedio contro
l'indigestione, i flati, l'acidità, il mal di cuore, e tutte If
malattie che risultano dal disordine dello E.tomaco o degli
intestini. In tutte le malattie è d'un importanza primaria di
regolare le funzioni dello stomaco. Ora, queste Pillole che
sono purificatrici e fortificanti di quell'organo, possono pren-
dersi in ogni circostanza, colla eertezza di ottenere i riisul-
tatl più favorevoli. Quantunque eieno esse potentemente
toniche etl operative, sono pertanto gentili nella loro opera-
zione e benefiche pel sistema intiero.
Le Pillole Holloway, sono il miglior rimedio conosciuto
nel modo contro le infermità seguenti :
Errata-Corrige.
Nella corrispondenza da "Ragusa del 8 corr. in-
serita nel n.r 99 del Dalmata alla pag. 3.a colonna
seconda successe mia svista nella copiatura della
corrispondenza, od un' ammissione di stampa. Così
doveva riportarsi.
,, Z(' eside archimandrita del Montenero moftsi-
y^gnor Ducié che (a detta di alcuni giornali) con-
y^tinua a fare le sue gite d' escursione neW Ercego-
y^vina e nella Bosnia protetto da passaporti russi,
y^attrovasi tuttora a Bagusa^
Ricorrendo le Sante Feste
Natalizie il venturo foglio e-
scirà sabato.
Angina ossia infiam.
delle tonsille
Apoplessia
Asma
Coliche
Consunzione
Costipazione
Debolezza prodotta
da qualunque causa
Dissenteria
Emorroidi
Febbri intermitenti
— terzana
— quartana
Febbri di qualunque
specie
Gotta
Idropisia
Indigestione
Indebolimento
Infiammazione in ge-
nerale
Irregolarità dei me-
strui
Itterizia
Lombagine
Macchie sulla pelle
Malattie del fegato
— biliose
— delle viscere
Queste Pillole, elaborate sotto la sopraintendenza del
professore Holloway, si vendono ai prezzi di fior. 3 e fior.
3 soldi 90 per scattola, nello Stabilimento centrale del detto
Professore, 244 Strand, a Londra ein tutte le farmacie del
mondo civilizzato.
Mal caduco
— di capo e di gola
— di pietra
Renella
Re u mati smo
Ilisijiole
Ritenzione d'orina
Scrofole
{Sintomi secondari
Spina ventosa
Ticchio doloroso
Tumori in generalo
Vermi di qualunque
specie
La più bella qualità d' Olio di fegato di
Vieri uzzo si trova unicamente nella farmacia
Sì'Pravallo. Preparato per suo conio in Ter-
ranova d* itmerica, con fega i freschi e
scelti, può sostenere il confronto degli olii di
Merluzzo più rinonfiati, e viene venduto a prezzo as-
sai modioo in piazza del Sale.
Giova per guarire dalle malnltie delle scrofole, delle
racchitidi, dalle glandule, e dalla tisi
Questo purgativo, composto esclusiva-
mente di sostante vegetali è impiegato
da circa venti anni dal dottor DEHAUT,
inon solo contro le stitichezze ostinate e
come pure gante ordinario, ma special-
'mente come depurativo per la guarigione
delle malattie croniche in generale.
Queste pillole, la cui riputazione è sì
diffusa, sono la base del nuovo metodo
depurativo, al quale il dottor DEHAUT deve tanto successo.
Esse valgono a purificare il sangue dai cattivi umori, qua-
lunque ne sia la natura, e che sono la cagione delle ma-
lattie croniche, e differiscono essenzialmente dagli altri pur
gativì in ciò ch'esse furono composte per poter essere prese
in un con buon nutrimento, in qualsiasi ora del giorno, se-
condo V occupamone e senssa interrompere il suo lavoro :
il che permette di guarire le malattie che richiedono il più
lungo trattamento. Non vi può mai essere pericolo a valers
di questo purgativo anche quando si sta bene.
COMPOSIZIONE E PKOPEIETÀ
TERRAPEUTIOHE
delle
Pillole di Blaiicard.
P;trtecip.'!ndo della proprietà del I o d i o e del F e r r o,
le Pillole Blancard convengono specialmente nelle
numerose affezioni prodotte da Chaehessia scrofolosa
(tumori, ingorghi glandolar!, umori freddi, ecc.), contro
le quali i semplici ferruginosi sono insufficienti; nella
Clorosi (colori pallidi), nella Leucorrea (fiori bianchi)
neW Amenorrea (soppressione dei menstrui e menstrua-
zione difficile), specialmente allorquando queste ultime
malattie hanno origine da germe scrofoloso. — Se-
condo il Prof. Bouchardat (Formulario del i8S6,
p. 570)/il Ioduro di Ferro è dotato di un'efficacia
veramente maravigliosa contro i terribili accidenti della
Sifilide costituzionale (ulceri, esostosi, ecc.), che per
sì lungo tempo spliventarono medici e malati ; sempre
costanti nella loro composizione e nei loro effetti,
esenti inoltre dagli inconvenienti di cui si accusano i
mercuriali, queste Pillole sono il rimedio il più si-
curo che si possa amministrare in questo genere di
affezioni. — Queste Pillole sono pure molto effi-
caci nella cura dei Cancri, Erpeti ribelli, del Gozzo,
dei Tumori bianchi, dei Reumatismi cronici, del Ra-
chitismo, dell' Anemia, ecc. — Finalmente, i pratici
trovano in queste Pillole un agente terapeutico dei
più energici per stimolare l'organismo, e modilìcare
le costituzioni linfatiche, gracili, e debilitate.
Secondo Dupasquier, il quale ne fece esperi-
mento negli spedali di Lione, al I o d u r o di Ferro
puro, è pure destinata una parte importante nella cura
delle affezioni tubercolose (etisia).
Acqua di Giglio.
Uno der più ricercati prodotti perla toiletta è
r Acqua di Fiori di Giglio del Plancais, chimico pri-
vilegiati di Parigi.
La virili di quesl' Acqua è proprio delle più note-
voli. Essa dà alla tinta delle carni quella inorili-
dezza e quel vellutato che pare non siar-^
che dei più bei giorni della gioventù, e fa sparire 1«
macelile rosse. Qualunque Signora (e quale
non lo è?) gelosa della purezza del suo colorito, non
potrà fare a meno dell' Acqua di Ftori di Giglio, il cu
uso diventa ormai generale.
Depositari : Cattaro, Popovich. Castel-
nuovo, Dabovich. Curzola, Zovetti. Lussm
Piccolo, Viviani. Macarsca, Bojani. Kagusa,-
Drohaz. Scardona, Corobulo. Sebenico, Be-
^ros. Spalato, de Grazio. Zara, Bercich,
Metkvich e Mostar, d.r Plancich.
ENRICO MATCOYICH imprenditore, editore e redattore responsabile. Tipografia Battala.
dfaa
mille equivoci che gipva evitare specialmente per-
chè ricaderebbero a danno dell' amministrazione
di una cosa tanto santa come lo è la giustizia. Lo
istesso interesse del popolo esige che i tribunali e-
sercitino le loro mansioni con cognizione di causa
e con coscienza; nè si potrebbe raggiungere que-
sto scopo se i giudici non conoscessero perfetta-
mente la lingua di cui si servono. — Molti colti-
vano lo slavo con interesse, e da qualche anno si
sono fatti notevoli progressi in questa lingua: egli
crede che se si continuerà a studiare, tra non molto si
Jìotrà gmngere alla meta desiderata. Per ora è im-
possibile introdurre cambiamenti che riuscirebbero
rovinosi. Tutti gli uffici, tutte le camere di avvo-
cati hanno esternate! chiaramente il loro parere in
proposito. ;— Egli non nega il principio, egli non
mette in dubbio il diritto ; ma bensì combatte
r opportunità della loro attuazione. Si diffonde in
molte altre argomentazioni, e conclude proponendo
il seguente ordine del giorno motivato : — Consi-
derando che r introduzione della lingua parlata
slavo-dalmata negli uffizi amministrativi e giudi-
ziari è da lungo tempo un fatto compiuto ; che
•d.' altronde non è vietato, nè si fa ostacolo a che
le -parti presentino, ove il vogliano, anche esibiti
scritti nella lingua slavo-dalmata; che è altresì li-
bero ai giudici ed agli uffici amministrativi di ri-
spondere in iscritto jn questa lingua alla parte che
essa produce 1' esibito ; che a stabilire però im-
perativamente che uffici amministrativi e giudiziari
debbano fin d' ora corrispondere per iscritto colle
parti nella Imgua slavo-dalmata, il paese non è, nè
poteva essere preparato, come dichiararono tutte le
autorità giudiziarie e le camere degli avvocati del
Regno; che siffatta coazione implicherebbe gravis-
simi disordini, lesione di diritti acquisiti, e non sa-
rebbe attuabile per ragioni troppo manifeste di tem-
po e di luogo; che il Governo di S. M. ha già i-
niziate riforme e si occupa dell' argomento onde
affrettare 1' epóca in cui il diritto della completa
parificazione, come ella già sussiste per la lingua
parlata, sia tradotto in atto anche per la lingua
scritta ; — la Dieta passa all' ordine del giorno.
Klaich. Conviene con Lapenna laddove esso disse
ch'i il paese non è ancora prepai-ato all' innovazione
proposta dal progetto di legge; ma sono vciit'anni
che si va ripetendo la medesima cosa '). Il preopi-
nante ha anche soggiunto che in questi ultimi tempi la
lìngua slava ha fatto progressi in Dalmazia, e qui
egli non è d'accordo col d.r Lapenna, poiché di
progressi se ne sono fatti anzi pochissimi. ") Vuole
che la lingua slava venga appresa mediante coa-
zione e che agli impiegati sia stabilito un termine
fisso e perentorio di tempo per apprenderla.
Ghiglianovich. È anch' egli d' accordo con La-
penna che il paese non è preparato; ma voterà
contro r ordine del giorno proposto dal dep. La-
penna perchè esso non scioglie laquesti(me. È d'o-
pinione che non si respinga il progetto di legge,
ma che vi si introducano delle modificazioni, de-
termmando uno spazio di tempo di due, tre, quat-
tro ed anche cinque anni perchè la trattazione de-
gli affari in lingua slava divenga obbligatoria. In
questo decorso di tempo egli s'impegnerebbe di ap-
prendere anche la lingua chinese. (Si sogghi-
gna a destra, a sinistra e tielle gallerie).
Serragli. Deplora che il progetto di legge in di-
scussione sia impraticabile. 11 dep. Klaich ha par-
lato di coazione; egli se ne meraviglia e dichiara
di essere nemico accerrimo delle coazioni, poiché
desidera che ogni cosa si faccia, non già col mezzo
della forza, ma col mezzo della libertà. (Applausi
a sinistra e nelle gallerie). La libertà ha vinto sem-
pre e vincerà. Le lingue negli altri paesi non fu-
rono mai introdotte per coercizione. In Italia si
parlò il latino durante parecchi secoli, e poi non
si sa come, un bel giorno si cominciò in tutta la
penisola a parlare italiano. La lingua slava è atta tra
noi a trattare materie religiose, storia e poesia, e
tutto ciò EÌ è fatto senza coazione. Se la lingua
slava fosse arrivata al necessario grado di maturità,
essa si sarebbe già a quest' ora da sè sola intro-
dotta nella vita pubblica. Non solo ciò non è av-
venuto, ma anzi 1' opinione pubblica si mostrò con-
traria ad ogni innovazione a questo proposito ; dun-
que è giuocoforza concludere che il paese stesso
riconosce come la lingua slava sia immatura per
gli usi della giustizia. L' oratore dimostra che non
si può nemmeno stabilire un termine all' introdu-
zione di questa lingua nel foro e termina il suo
discorso deplorando che non abbiano potuto nu-
scire a buon fine le pratiche conciliative iniziate
nei giorni scorsi. (Applausi a sinistra e nelle gal-
lerie).
Klaich. Spiega il senso da lui dato alla parola
coazione. Egli ha voluto applicare questa parola
non già ai irberi cittadini, ma ai pubblici funzionari
ed agi' impiegati dello Stato. •*) (Si sogghigna a si-
nistra e nelle gallerie).
Sersagli. Replica alcune parole al dep. Klaich.
Voinovich C. Dice che col sistema attuale suc-
cedono molti inconvenienti nell' amministrazione
della giustizia. Per esempio ai dibattimenti spesso
si verifica il caso che i testimoni contraddicono le
loro anteriori deposizioni. Ha udito dal d.r La-
La confessione è preziosa. Il D.r Klaich rico-
nosce òhe il paese non è preparato alle innova-
^loni proposte da lui e dai suoi colleghi; ma tut-
tavia egli le propugna .... perchè sono venti
^^ anni che si va ripetendo la medesima cosa !
') Anche questa confessione è preziosa al pari del-
l' antecedente. — Se la lingua slava non fa pro-
gressi, allora come succede che il Nazionale, or-
del D.r Klaich^ va strombazzando in ogni
numero che questa lingua ha raggiunto il
elevato grado di coltura e che può stare a
Paragone colle altre più civili d' Europa ?
) Dopo questa infelice sortita t Zaratini hanno
^^posto al D.r Ghiglianovich il sopranome àb-
^^štanm anfibologico di deputato chinese.
penna che le proposte della minoranza si risolvono
nella lezione di un diritto acquisito; egli non sa
ciò che il dep. Lapenna abbia voluto significare con
queste parole. Parla dell' ordinanza Lasser che cadde
in obblio, perchè, a suo parere, i giudici furono
terrorizzati. Rammenta che il ministro della giustizia
d.r Herbst, rispondendo ad una interpellanza del
dep. Ljubissa, ha recentemente constatato che di
150 giudici dalmati 130 conoscono bene la lingua
slava. (Dunque se anche dapprincipio non vi sarà
quella perfetta cognizione che si richiede per a-
dempiere agli obblighi imposti dalla legge, è certo
che coir andar del tempo e colla buona volontà
tutto si potrebbe ottenere.
Lapenna. Crede di sognare confrontando tra loro
le prime e le ultime parole del discorso del dep.
Voinovich. La sua meraviglia si accresce poi an-
cora di più se confronta le ultime parole di quel
discorso colle ultime parole del progetto di leg-
ge. Il deputato Voinovich dice che egli ed il
SU& partito intendono di preparare poco a poco il
paese all' introduzione della lingua slava nella vita
pubblica. Il progetto di legge si chiude invece colla
seguente frase: „La presente legge entrerà in vi-
gore col giorno della sua pubblicazione.^'' Come si
vede le conclusioni e le premesse sono un impasto
di contraddizioni. (Applausi a sinistra e nelle gal-
lerie.) Ma dell' on. Voinovich si occuperà più tardi :
ora risponderà prima di tutto ad alcune osserva-
zioni messe innanzi da rltri oratori. Il dep. Klaich
deplorò che alcupi tra i pubblici funzionari non
conoscono perfettamente la lingua slava : ebbene,
di chi è la' colpa ? Non esiste forse una commis-
sione appositamente instituita per assoggettare a-
gli esami tutti i giovani che entrano nei pubblici
uffizi ? Non è forse vero che non può essere as-
sunto agi' impieghi chi ignora la linpa slava '?
Non è forse vero che il dep. Klaich forma parte
di questa commissione? — Chi dunque ha finora
impedito al dep. Klaich di dare il suo veto a quelli
che non conoscono la lingua in questione ? (Ap-
plausi a sinistra e nelle gallerie). Il dep. Ghiglia-
novich dichiarò tanto qui in Dieta, quanto nella
Camera degli avvocati di cui è membro, che la
lingua slava non è ancora matura per essere in-
trodotta nel foro ; pure egli dice che ciò nonostante
non conviene respingerci' odierno progetto di legge,
ma trattare su di esso. Trattare è una bella pa-
rola, ma su che basi trattare ? L' on. Ghiglianovich
deplorò eziandio che su questo proposito non abbia '
potuto aver luogo un componimento. Gli autonomi
hanno tentato questo componimento, ma i signori
della minoranza non hanno voluto sentirne parlare,
e Ghiglianovich e Voinovich fanno colla testa dei
cenni negativi.) L' oratore continua osservando che
è inutile scrollare la testa e dir di no, perchè il
deputato della maggioranza il quale si assunse l'in-
carico di tentare il componimento è persona alla
quale ei deve prestare piena fede. L' on. Ghiglia-
novich ha soggiunto ancora eh' egli in quattro o
cinque anni si impegnerebbe a parlare la lingua
chinese. (Ilarità generale). L' oratore confessa ohe
quantunque egli si occupi da parecchi anni a stu-
diare la lingua slava, pure questa non gli è fami-
gliare come r italiana. È persuaso che se il dep.
Voinovich avesse voluto tenere il suo discorso di
oggi, invece che in italiano, in lingua slava, non
sarebbe riuscito a comporlo; e prova ne sia che
ha preferito pronunziarlo in italiano. Fa appello
alla lealtà dello stesso dep. Voinovich affinchè esso
dichiari pubblicamente se, difendendo una causa,
sarebbe in grado di difenderla così bene in slavo"
come in italiano.
Questo è un quesito tutt' altro che indifferente
per la parte che sostiene T accusa, dappoiché è
certo che nessun accusato avrebbe troppo piacere
di vedere il proprio patrocinatore in atto di cer-
care col lanternino le frasi e le idee che debbono
servire alla sua difesa II deputato Voinovich asse-
risce di aver più d' una volta udito dire che alcuni
testimoni ai dibattimenti hanno negato al giudice
r esattezza delle loro anteriori deposizioni. Questo
fatto può essere vero, ma in ogni caso non dipende
dall' uso dell' una piuttostocchè dell' altra lingua.
L' oratore è stato anch' egli giudice in Dalmazia
per molti anni, eppure mai gli è successo nulla di
simile. Del resto anche presso gli altri popoli vi
ha differenza tra il linguaggio parlato e lo scritto
anche dove esiste una sola lingua. Serva di esem-
pio il Napoletano; la lingua colà parlata è essen-
zialmente diversa dalla lingua scritta e le parti si
trovano rispetto al giudice nella stessa nostra con-
dizione; anche là bisognerebbe dunque accogliere in
dialetto napoletano (e lo stesso dicasi pel Friuli)
ciò che viene deposto dalle parti per sottrarsi alle
accuse che oggi vengono tra noi formulate contro
la lingua italiana. ')
Il dep. Lapenna spiega quindi all' on. Voinovich
ciò che significa la frase diritti acquisiti. Il cacciar
via dall' oggi al domani tutti gì' impiegati i quali
hanno preso servizio in un tempo in cui non sie-
sigeva la conoscenza della lingua slava ; il cacciar
via questi impiegati perchè al momento non sono
in grado di rispondere alle esigenze, ecco ciò che
si chiama lesione di diritti acquisiti ! (Applausi)
L' oratore prosegue : L' on. Voinovich trovò anche
*) Il deputato Klaich dimenticava., quando pronun-
ziò queste parole, cW egli pure è xmbblico fun-
zionario. Che cosa direbbe V onorevole Klaich se
il Governo, abbracciando le idee da lui espresse
sulla coazione, lo costringesse a scegliere tra il
foglio di pagamento, e V obbedienza eh' egli, co-
me impiegato, deve al Ministero da cui dipende ?
Lo spazzatorc della burocrazia si ricorderà forse
un giorno di queste sue parole!
Intanto, finche ciò si ottiene, che le cose vadano
pure ad raagnam meretricem; che i tribunali e-
mettano pure sentenze in una lingua che non co-
noscono perfettamente; che i giudici interpretino
pure a rovescio quei paragrafi dalV applicazione
di contraddire la mia dichiarazione, che cioè venne
molto fatto in questi ultimi anni a prò della lin-
gua slavo-dalmata. Anche in questo punto della sua
orazione, come fece altre volte, egli incorse in una
contraddizione. Mentre dapprincipio negò che nulla
venne fatto, ci ha citata poscia 1' ordinanza Lasser
e ci disse che furono accolti protocolli, transazioni,
giuramenti ecc. in questa lingua. Ciò è senza dub-
bio un progresso, poiché non credo che 20 anni fa
tali apparizioni fossero frequenti. Ma egli dice: tutto
ad un tratto il progresso s' è arrestato. E non ne
vuol trovare la ragione in ciò, che ogni cosa corre
finché non incontra un ostacolo insuperabile, e che
allora si arresta. Tale fermata invece egli attribui-
sce al terrorizzamento, a ciò, vale a dire, che tutti
gli impiegati i quali facevano uso della lingua slavo-
dalmata temessero d' essere tacciati dal governo di
panslavisti. Ma, o signori, io n(.n voglio che dire
una sola parola. Noi non abbiamo mai inteso di
alcuna circolare che dichiarasse eminentemente sov-
versivi gli uomini della destra. {Applausi) Conchiu-
dendo, 0 signori, debbo ripetere che io ed i' miei
amici politici non contrastiamo il principio, non
discutiamo il diritto. Lo riconosciamo pienamente,
ma riteniamo che nelle attuali condizioni di tempo
e di luogo sia impossibile attuarlo nella sua pie-
nezza. Noi ci troviamo nelle medesime condizioni
di colui cui si dicesse : voi avete il diritto di ri-
petere un vestito gratuito di questa e questa for-
ma, di tale e tale stoffa, e che pretendesse da quello
a cui si farebbe tale imposizione la pronta conse-
gna del vestito prima che il sarte glielo abbia fatto.
Questo è impossibile. Ci sono diritti incontrasta-
bili ; ma che non si possono attuare perchè quelli
che dovrebbero corrispondervi non ne hanno la pos-
sibilità fisica 0 morale. Noi dobbiamo affrettare il
momento e desiderarlo, perchè nell' istruzione po-
polare sieno scelti maestri che comprendano il loro
dithcile còmpito e si diano premura di istruire i
giovani nella lingua slava; perchè l'accettazione
degli impiegati sia sotto la condizione della cono-
scenza di questa lingua; perché il governo ponga in
opera i mezzi acciò il principio possa essere at-
tuato; ma dichiaro sinceramente e lealmenle che
oggidì non è possibile attuarlo. (Continua.)
valevole pel regno di Dalmazia risguardante
la sorveglianza scolastica.
(Continuazione vedi n.r 78.)
§ 20. Nelle città che hanno un proprio statuto
comunale subentrano nella formazione del Consiglio
scolastico distrettuale le seguenti deviazioni dalle
norme stabilite nel § 19 :
a) Presidente è il podestà ; il sostituto del pre-
sidente viene eletto dal Consiglio scolastico distret-
tuale dal suo proprio seno a maggioranza di voti.
b) Ogni comunità religiosa il cui numero d' a-
nime importa più di 500 dev' essere rappresentata
nel Consiglio scolastico distrettuale da un sacerdote,
la comunità israelitica, in quanto essa superi que-
sto numero, dal suo capo.
c) La disposizione del § 19 lett. d) non trova
qui applicazione.
All' incontro la Rappresentanza comunale elegge
due membri del Consiglio scolastico distrettuale dal
proprio seno, oppure tra le altre persone eleggi-
bili alla Rappresentanza comunale. La perdita del-
l' eleggibilità alla Rappresentanza comunale porta per
conseguenza la sortita dal Consiglio scolastico ^di-
strettuale.
§ 21. Per rilevare gl'interessi religiosi di que-
gli abitanti del distretto alla cui confessione reli-
giosa non appartiene alcun membro del Consiglio
scolastico distrettuale questo ultimo elegge un con-
sigliere ausiliario per ogni una di queste confessioni.
§ 22. Tutte le nomine ed elezioni che hanno
luogo giusta i §§ 19, 20 e 21 soggiaciono alla
conferma del Capo del dominio;^ e sono valide per
sei anni.
§ 23. Al Consiglio scolastico distrettuale spetta
relativamente a tutte le scuole pubbliche popolari,
ed agli istituti privati e scuole speciali apparte-
nenti a questa categoria, nonché relativamente agli
asili infantili del distretto, quella sfera d' azione
che giusta le disposizioni siiiora vigenti era di com-
petenza delle autorità politiche distrettuali e degli
ispettori scolastici distrettuali. In particolare spetta
al medesimo:
1. La rappresentanza al di fuori degli interessi
del distretto scolastico, la tenuta in esatta evidenza
dello stato delle scuole nel distretto, la cura per
r ordine legale nel ramo scolastico ed il maggior
possibile miglioramento del medesimo in generale
e di ogni scuola in particolare.
2. La cura per la pubblicazione delle leggi e
disposizioni emesse dalle superiori autorità scola-
sliche in oggetti relativi alle scuole popolari come
pure la cura per l'esecuzione delle stesse ;
3. Il dirigere le trattazioni, che risguardano la
regolazione e l'avviamento delle scuole esistenti
come pure 1' istituzione di nuove, la decisione in
prima istanza nelle vertenze riferibili all' esclusione
ed aggregazione di singole località ad un circon-
da quali dipendono le nostre vite e le nostre so-
' stanze! — Ed è un avvocato quegli che si la-
scia sfuggire di bocca siffatte mostruosità.
Il dep. Voinovich si è guardato bene dal rispon-
dere a questa domanda.
1 fiamminghi del Belgio sono tedeschi, e colà la
giustizia viene amministrata in lingua francese.
In Francia gli Alsaziani vengono giudicati del
pari in francese. 1 Maltesi parlano un dialetto
quqsi intelligibile agli altri popoli; un dialetto
misto di voci arabe e sardo-sicule; i loro avvo-
cati li difendono in lingua italiana e la lingua
ufficiale dei tribunali e V inglese. Altro che da
noi !
„:• " -MÌBÌM.-I I TTI • 'T
dario scolastico, la sorveglianza superiore sugli e-
difici scolastici, in quanto le spese relative non
vengono sostenute con mezzi provinciali nonché in
riguardo all'acquisto degli oggetti necessari pei-
locali delle scuole popolari e la rettifica e confer-
ma delle fassioni scolastiche:
4. L'esercizio del diritto di tutela dello'Stato-
sopra i fondi scolastici locali e sulle fondazioni
scolastiche in quanto non siano a ciò destinati or-
gani appositi 0 non sia riservata all'attività in pro-
posito ad un autorità superiore;
5. Il patrocinio delle scuole dei maestri in tutti
i rapporti economici e di polizia, la decisione in pri-
ma istanza sopra i gravami in affari di emolumenti
(dotazioni) di competenze di provvigione in quanto
queste non sieno da prestarsi con mezzi dello Stato
0 provinciali, nonché la tutela dei mezzi d' inse-
gnamento ;
L' applicazione dei mezzi coercitivi nei casi [sta-
biliti dalla legge;
7. Il cuoprimento in via provvisoria dei posti
di servizio vacanti presso le scuole popolari, e la
cooperazione nel cuoprimento degli stessi in via
definitiva rispettivamente nel passaggio graduale
dei maestri nelle classi superiori di emolumento;
8. L'inchiesta sopra i trascorsi disciplinari ed
altri difetti del personale insegnante e sullo stato
delle'scuole, e la decisione su di ciò in prima istanza,
oppure occorrendo il far proposte al Consiglio sco-
lastico provinciale.
9. Il promuovere la coltura progressiva del per-
sonale insegnante, disporre la tenuta di conferenze
di maestri del distretto e sorvegliare le biblioteche
scolastiche e quelle dei maestri:
10. Il rilascio a persone del ramo magisteriale
di attestati riferibili alle loro prestazioni;
11. II dare disposizioni dirette a costituire i
Consigli scolastici locali ed il promuovimento e
la sorveglianza della loro attività (§§ 5, 6, 7, 12, 15);
12. Il promuovere straordinarie ispezioni delle
scuole ;
13. Lo stabilire, sentito previamente il Consiglio
scolastico locale, il tempo adatto alle circostanze
locali per le ferie legali presso le scuole elementari'
14. Il rassegnare informazioni, pareri, proposte
e periodici rapporti scolastici alle superiori auto-
rità scolastiche.
§ 24. Il Consiglio scolastico distrettuale si ra-
duna almeno una volta al mese in seduta ordinaria.
Il presidente può secondo il bisogno e deve so-
pra proposta di due membri, convocare radunanze
straordinarie. Tutti gli affari, relativamente ai quali
si deve prendere una decisione o rassegnare un
parere od una proposta, vengono trattati collegial-
mente.
§ 25. Per la validità di un concliiuso del Con-
siglio scolastico distrettuale si richiede la presenza
della maggioranza dei membri.
I conchiusi vengono presi a maggioranza assoluta
di voti. In caso di parità divoti decide il presidente,
iljquale è pure in diritto di sospendere l'esecuzione
di conchiusi, i quali a suo modo di vedere sono
contrari alle legge, e di ripetere in proposito la
decisione del Consiglio scolastico provinciale.
Alla discussione e votaaione in affari risguar-
danti r interesse personale di un membro, non deve
il medesimo prendere parte. Gravami contro deci-
sioni del Consiglio scolastico distrettuale vanno
diretti al Consiglio scolastico provinciale. I mede-
simi sono da insinuarsi presso il Consiglio scola-
stico distrettuale, ed hanno effetto sospensivo se
prodotti entro 14 giorni dopo la intimazione della
decisione che viene impugnata.
§ 26, In casi di urgenza (§ 14) può immedia-
tamente il presidente prendere disposizioni p/ov-
visorie, anche riguardo a quegli affari che sodo da
trattarsi collegialmente, egli deve però senza dilazione
ed alla più lunga nella prossima seduta ripetere
l'approvazione del Consiglio scolastico distrettuale.
§ 27. Il Ministro del culto ed istruzione nomina
per ogni distretto un ispettore scolastico e là dove
speciali circostanze lo rendono necessario anche
più ispettori scola?tici. La nomina segue sulla ba-
se di una proposta per terna fatta dal Consiglio
scolastico provinciale pella durata di sei anni.
Qualora l'ispettore scolastico distrettuale non ven-
ga tolto dal seno del Consiglio scolastico distret-
tuale in tal caso egli entra nello stesso quale mem-
bro ordinario in forza della sua nomina. La sor-
veglianza dell' istruzione religiosa non ispetta al-
l' ispettore scolastico distrettuale, ma all' autorità
superiore ecclesiastica.
§ 28. Direttori e maestri delle scuole popolari,
1 quali hanno da impartire l'istruzione in una'
classe non possono essere chiamati a disimpegnare
r ufficio d' un ispettore scolastico distrettuale che
soltanto coli''adesione di coloro che corrispondono
la dotazione alla rispettiva scuola. In questo caso
viene addetto ai medesimi secondo il bisogno pella
durata di questa mansione un maestro assistente
ad personam per prestare 1' assistenza temporaria-
mente necessaria nell' impartire l'istruzione presso
la propria scuola e ciò a spese del fondo scuole
normali.
§ 29. L' ispettore scolastico distrettuale è chia-
mato ad ispezionare e visitare periodicamente le
scuole.
Egli ha la facoltà di dar consigli in oggetti di-
dattico-pedagogici, e di riparare sopra luogo agli
inconvenienti in proposito osservati impartendo a
voce le necessarie istruzioni. Allo stesso spetta an-
che la direzione delle conferenze dei maestri del
distretto.
Nella visita delle scuole pubbliche ad esso ad
dette, r ispettore scolastico distrettnale deve nre-
ferentemente rivolgere la sua attenzione:
1. Alla circostanza se gli ispettori scolastici lo-
cali corrispondono al loro obblighi riguardo alla
sorveglianza della scuola; inoltre
2. All'osservanza delle determinazioni di legge
riferibili all'accettazione e licenziamento dei fanciulli;
si)enSìoiie del Levant Tìcrald e richiese un inden-
nizzo di 1000 lire tuichc a favore del suo re-,
daltore.
Le riforme postali inaugurate da Yaver pascià
fanno sentire i loro frutti: la regolarità delle corse
la puntualità ed il buon ordine nella consegna dei
piegiii sono superiori ad ogni elogio : le tariffe sol-
tanto non soddisfano pcrcbè troppo alte ed esclu-
denti la uioncta erosa. Il ceto dei commercianti ha
l)etv io avanzato in proposito delle rimostranze, e
HÌ ha motivo di sperare che quanto prima seguirà
la modificazione della tariffa.
Avrete probabilmente letto nel Commercio 0-
ricntalc la ridicola lettera d'uno slavo diretta al
•coini)ilatore dell' articolo „Le nasioncdità in Un-
gheria ed i Jugoslavi-'' nella quale si annunzia
allo strenuo difensore' del ministro Beust e della
Dalmata autonomia (sic !) per la ventura prima-
vera quanto sapraimo fare gli slavi. Eh 1 non c' è
che dire: gli adepti della camorra hanno anche qui
a Costantinopoli messa la loro radice. A domicilio
dello stesso autore di quell'articolo mentre egli era
assente da casa fu portata da uno sconosciuto una
lettera anonima nella quale gli si fanno delle mi-
iiaccie ove non si astenesse per 1' avvenire dallo
scrivere corrispondenze giornalistiche su cose che
l'iguardano i jugoslavi in generale e la Dalmazia
in particolare. L' autore dell' articolo se ne ride di
simili baggianate, ed è solo dolente che, per essere
da alquanti giorni fortemente indisposto, non sia
stato in caso di poter continuare il suo lavoro, che
però ripieni!erà appena ristabilito. Egli anzi m'in-
caricò di pregarvi, caro redattore, a voler pubbli-
care nel vostio liputato periodico una sua dichia-
razione che (luì acchiusa vi trasmetto.
L'ex-governatore d'Albania Isniail pascià tu de-
stinato come Vali in una provincia della Turchia
Asiatica.
Le notizie d' Albania non sono troppo rassi-
curanti.
Il commercio h totalmente arrenato a queste parti;
sono successi diversi piccoli fallinìenti, in uno di
questi ultimi giorni più che una trentina di basti-
menti auslria.ci, non potendo trovar carico nò in
Kussia nè qui, furono costretti a ripartire vuoti.
Anche i lavori della strada ferrata di liumelia fu-
l'ono nuovamente sospesi, a motivo che non ci sono
fondi por pagare le merce li degli operai; e per-
ciò una quantità di montenegrini e di dalmati ve-
nuti espressamente per impiegarsi in quei lavori li
vedi, poveretti, a lamingo. Con tutta la grande mi-
seria che regna e con tutto che la polizia ncn è qui
organizzata coaKi da noi, pure non si hanno a de-
plorare fatti contrc la pubblica sicurezza.
Un incendio scoppiato 1' altra sera in un paese
lungo il Bjbfuro distrusse molte case.
Fago 5 novembre (ritardato.)
Martedi u. d. alle ore otto di mattina sbarcava
a Valcossion S. E. il luogotenente cav. de Wag-
ner. Era atteso colà dall' Amministrazione comu-
nale, dai vari capi d' ufficio, dalla c. r. gendarme-
ria, dai cipivilUi dell'isola e daìle rispettive ronde
con quella dtilla borgata di Pago.
I rondai'i erano posti in fila sulla strada vicino al
molo, armati di schiuppo e di pistola. Ogni capo-
ronda stava alla testa dei propri rondari colla ban-
(liei'a, ed i capi-villa fuori della linea stavano da-
vanti ai capironda, onde poter meglio omaggiare
S. E. Era bello a vedere allineati quasi cento in-
div dui vestiti in vario costume, perchè ogni \il-
la;,;gio del ilistretto di Pago, e la borgata stessa,
luìnno differente foggia di vestire. Allo sbarcarsi dì
y. E., dopo brevi parole a lui dirette dal podestà,
scojìpiarono cntusiastiei vivo. S. E. passando di-
nanzi all^a ronda, con giovialità rivolgeva la paiola
ora ad uno ora all' altro dei rondarle specialmente
ai capivilla, e ad essi inspirava una pronta e li-
bera risposta. Il caporonda della, borgata, che por-
tava la bandi( ra Dalmata per questa occasione fatta,
interrogato s'egli conoscesse l'italiano ed in che
lingua vengono istruiti i ragazzi nella scuola di
Pago, rispose eh' egli parla 1' illirico e 1' italiano, e
che nella scuola normale s' insegna in ambe le lin-
gue. 0 snazionalizzato caporonda, parlava anche l'i-
taliano ! Ma non basta; sebbene di condizione a-
gricola, porta braghe large e stivali ; in casa vive
civilmente, adopera chicchere, tondi, tovaglia, e sal-
viette : la sua casa è decentemente ammobigliata.
E siaiilniente vivono a Pago tutti quelli che par-
lano oltre r illirico anch.e 1' italiano.
Ci JE'CCO la lettera accennata nella nostra corri-
spofidensa da Costantinopoli ;
i
Pregiatissimo Signor Matcovich
PiC dati ore del Dalmata !
Vi resto molto oì)bligato che vi siate compia-
ciuto di riportar nei n.r 84 e 85 del riputatissimo
vostro periodico (quantunque sia detto fra paren-
tesi, con qualche ommissione) il mio debole lavoro
a confutazione dell' articolo del pubblicista francese
de Lavaleye , Xe ìiaziouulità in Ungheria ed i Ju-
goslavi" fatto da me in origine pubblicare per vi-
ste particolari nel Commercio Orientale.
Se non che devo pervenirvi che per essere da
più giorni fortemente indisposto, ho dovuto mo-
mentaneamente sosiiendere la continuazione di quel
lavoro, eh' io per altro, a Dio piacendo, riprenderò
fin da domani, senza del resto curarnii di certo
salutare avviso datomi da ignoto amico (?) aii:nchè
in avvenir-c ped mio meglio m' astenga dal pubbli-
care qui od altrove qualsiasi articolo giornalistico
riferibilmente agli affari degli slavi in generale e
/della Balmasia in particolare.
Gradite i sensi della mia piìi profonda stima
C'ostuntinopoli 23 novembre 1868.
Vostro dev.mo ser.
Antonio Grati,
Mi sono divagato dall' argomento inavvertitamente,
-col pericolo di buscarmi dagli stizzosi scribacchini
qualche rabbuffo. Eccomi dunque a riprei>der.e -il filo
del racconto.
, Distaccatosi S. E. dai rondari montò a cavallo,
e colla comitiva da Valcossion s'inviò alla valle
salifera, dove nella località Zament, erano appron-
tate diverse barche imbandierate, \ppena imbarca-
tosi S. E., ed incamminate che si erano le barche
alla volta di Pago, lontano da colà quattro miglia,
i rondari che rimasero in terra fecero le salve con
'Schio])pi e pistole, e continuarono a sparare lungo
la strada tutta, mantenendosi «el cammino in di-
rezione delle barche.
Giunte alla distanza d' un miglio dalla borgata,
agli spari delle pistole e degli schioppi, risponde-
vano quelli dei mortaretti eoi suoni che partivano
dai campanili. S. E. si meravigliò quando potò
scorgeie la numerosa popolazione che attendevalo
alla riva e sul ponte, ed ebbe a dire: ^oh! quanta
gente !'•'• Alla riva il sig. luogotenente fu ricevuto
dal rev. clero con alla testa monsignor arciprete
Segarich, il quale proferi appropriate parole a S. E.
La calle principale per cui dovevasi prima passare
onde portarsi al Duomo era addobbata di archi, a-
razzi e bandiere moltissime, e sul primo arce era
posta un' iscrizione in italiano. La piazza davanti
al Duomo pella sua forma regolare faceva risaltare
le molle colonne che in giro si erano rizzate di
travi vestite di rami d' alloro, dalle quali tutto in-
torno pendevano festoni pure di lauro. Una gran
quantità di bandiere sormontavano i festoni e le
colonne. Da tutte le finestre rivolte alla piazza pen-
devano strati di vari colori. Sulla bdla e semplice
facciala della chiesa si leggevano tre iscrizioni in
latinc\ italiano, ed illirico; il portone ne era gra-
ziosamente ornato.
Dal punto dello sbarco fino in chiesa S. E. fu
accompagnato dalla moltitudine fra le piìi vive ac-
cìama.zioiii. Da colà esso passò in casa del podestà,
dove fece il ricevimento, e si degnò di aggradire
un rinfresco. Indi si trasferi all' ufficio della Co-
mune, in cui il Consiglio comunale ebbe 1' onore
di riceverlo, e col quale S. E. si trattenne a lun-
go. Visitò le scuole, la gendarmeria, si fece aprire
i magazzini di questo stabilimento salifero in sette
dei quali (e nove sono in tutto) gli fu impedito
r accesso perchè pieni di sale, il quale da anni sta
ivi depositato in vista di qualche arcana specula-
zione escogitata dalla regia finanza. Per dove pas-
sava S. E. accorreva la gente, e saluti e viva gii
venivano da ogni parte.
Se non che di tanto piacere che S. E. faceva
provare a questa popolazione colla sua presenza,
esso ha dovuto presto privarla, onde attenersi al
suo piano di viaggio. Partiva quindi 1' illustre o-
spite verso il meriggio; e al distaccarsi dalla riva
scoppiarono fragorosi viva drtlla popolazione accal-
cata L' accompagnamento di ritorno era eguale
come all' arrivo.
E credete voi che colla partenza del nostro luo-
gotenente cessasse la festa V La giornata era a lui
consacrata, e l'impressione che lasciò basti-iva a
mantenere 1' allegria. Anzi pochi gioi'ni prima del
suo arrivo si credeva che potesse uattenersi tutto
il giorno ed anche pernottare. Eiansi perciò ap-
prontati fuochi d' artifìcio, trasparenti con iscrizioni
e figure allegoriche, si era disposta una laminaria;
inoltre la comune aveva stabilito di oiiVire all' a-
mato parsonaggio una festa da ballo di sera in casa
del podestà, ed un kolo nelle ore pomeridiane, in
piazza.
Ho detto che colla partenza di S. E. non cessò
la festa. Infatti i rondari dei villaggi ed i capivilla
invece di ritornare da Valcossion alle case loro, si
trasferirono in borgata, dove fu loro allestito dalla
Comune il pranzo. Alla sera in casa del caporonda
della borgata vi era cena, a cui parteciparono tutti
i capivilla e l'amministrazione comunale. I canti, i
brindisi, i viva a S. E, continuarono sino ad ora
tarda di notte. Il giorno seguente le ronde villiche
partirono da qui, innalzando entusiastici saluti a
S. E. alla Comune e alla popolazione di Pago.
A molti nasceva il desiderio ch'i S. E. anche di-
stante da noi potesse vedere e sentire come si con-
tinuava a festeggiarlo, e come questi abitanti sono
attaccati ai degni rappresentanti del loro Impera-
tore. Naturale desiderio quando le manifestazioni
sono sincere espansioni di cuore. Eppure la popo-
lazione lii Pago, poco tempo addietro, era trattata
come figliastra, perchè non si prestava, tradendo
le proprie convinzioni e 1' indirizzo degli attuali
reggitori, a strombazzare qualche nome che si di-
stingueva unicamente nell' ammanire gli zuccherini
e nel rimeritare coloro che li smaltivano. Ma la-
scio anche questi baccalari, che non è qui luogo
di occuparsene.
Posso chiudere questa mia col dire che a Pago
non si passò mai una giornata come quella del 3
corrente. Mai, nelle più solenni occasioni, conven-
nero nella borgata tutti i capivilla dell' isola, le
ronde e i loro capi, onde in fraternevole unione coi
loro concittadini sepellire nell' obblio il disgustoso
passato.
Questa \olta lo si è fatto, per dimostrare a S. E.
il cav. de Wagner le vive speranze che in lui ri-
pongono i Paghesi ; i quali di cuore desiderano che
le di lui buone intenzioni e cure per migliorare le
cond'zioni della povera Dalmazia abbiano un felice
esito.
minuti dopo S. E. col suo seguito scese a terra e
venne ricevuto fra lo sparare dei mortaretti ed il
suono delle campane delle tre chiese, dal podestà
sul molo, che gli presentò gli omaggi a nome de-
gli abitanti, dagli assessori, dal segretario, dal clero
e dai più notabili della borgata, fra 1'acclamazione
del popolo. S. E. passando .sotto 1' arco sulla ma-
4-ina, domandò a quelli di' ebbero 1' onore di esser-
gli presso, in quale Jingiìa si parla, rispostogli in
illirico ed italiano diresse ora in uno ed ora in
altro idioma la parola a quelli che facevano spal-
liera sul suo passaggio. Si portò a visitare la chiesa
parrochiale in ri.parazione ; ritornò per strada
grande: visitò la scuola e vi fu ricevuto col canto
dell'inno all'Imperatore eseguito dagli scolari; u-
scito di là continuò per la strada stessa lungo la
quale stavano con ordine e simmetiia collocati i
colori imperiali in forma di festone con sovrap-
posta corona di lauro e iniziali dorate adattate
alla circostanza; passò sotto altro arco bello o dì
differente struttura fatto in mirto con allegorici
trofei presso il convento del Carmine che visitò,
ove, dopo breve preghiera S. E. ammirò una pala
fatta da un dilettante nostro compatriotta. Onorò
di sua presenza l'uffizio comunale nella cui sala
gli furono presentati i membri dell' amministrazione
coi quali S, E. s' intrattenne sulla necessità del-
l' istituzione della quarta classe nelle scuole po-
polari. Si portò quindi sul luogo ove cotnincierà
la radice del getto per il nuovo porto ed ivi do-
mandò al signor P. Giupanovich, addetto allo o-
perazioni da farsi, parecchi schiarimenti, ricono-
scendo r opportunità del lavoro. Ilitornò poscia
sui suoi passi montando per altra strada, passò,
pella spianata Fiazza sull' entrata della quale s' er-
gevano due alte antenne con grandi paviglioni au-
striaci, congiunte a una terza con festoni ben di-
sposti di eguali insegne. S. E. visitò due case allo
scopo di vedere se sarebbero * opportune per col-
locarvi il giudizio pretorile. Fatto il giro della
borgata si recò S. E. in casa del capitano Dome-
nico Bernetich ove s'intrattenne famigiiarmente con
quelli che ebbero l' onore di essere amjnessi alla
sua presenza, trovando per tutti un incoraggiamento
ed una gentile parola. La sera S. E. si degnò di
prendere un rinfresco nella sala della medesima
casa : a tavola v' erano S. E. ed il suo seguito,
r ingegnere Giupanovich,- il podestà, il padrane di
casa, il capitano Marinich e 1' agente del Lloyd.
S. E. non accettò l'invito di passare la notte a
Selve, ove era tutto preparato per lui e per il suo
seguito, e ciò per potere partire di buon'ora la
dimane per altra ispezione. Si ritirò sul vapore alle
ore 10 di sera fra giulive acclamazioni di evviva
e živio e fra fuochi greci e bengalici rischiaranti
la via che percorse per portarsi suU' imbarcazione,
che lo attendeva sulla riva del molo ; seguirono
dopo altri fuochi artificiali e racchette. La lieta
impressione di questa fausta giornata durerà lun-
gamente tra noi.
Selve 10 novembre.
Il giorno 3 novembre giungeva da Pago in que-
sta rada di Selve il vapore da guerra che da tre
giorni si attendeva con S, E. il Luogotenente cav.
de Wagner.
Sulle due marine opposte fra loro, dalle quali
in graduata ascesa s'innalza la borgata, stavano
eretti due grandi e belli archi trionfali, tutti in
bosso e lauro, frammezzo ad insegne austriache
sventolanti. Il piroscafo arrivò alle 2 pom. e pochi
Selenico là novemlre.
Nel n.r 90 di data 7 novembre, del Nazionale Vor-
dinario menestrello agli ordini del d.r Suttina, si
sbraccia a squarciagola nell' inneggiare alla valen-
tia (sic !} di questo veramente eccezionale bacca-
lare delle mediche discipline.
Noi non ci saremo punto, nèpoco occupati delle
microscopiche individualità tanto del lodato, quanto
del lodatore, se pur quest' eunuco provocatore fe-
dele all'assuntosi compito di celebrare l'ingloriosa
gesta del suo beneficato, non KÌ fosse monellesca-
mente cimentato alla sterile prova d' attentare, co-
me egli crede, la riputazione di gente, alla quale
rifugge l'animo di avere qualsiasi contatto contali,
che, nella deficienza assoluta di mezzi consigliati
dal proprio decoro, e dignità personali, speculano
colla pubblica stampa della buona fede dei creden-
zoni, per procacciarsi una più o meno favorevole
posizione sociale.
E tanto meno lo avremmo fatto, inquantochè e-
ravamo intimamente persuasi che quel ritornello
di lodi sfumanti dovesse quandoché fosse femiare
r attenzione d' ogni onesto ed intelligente lettore,
a qualsiasi casta o partito appartenghi, e porgergli
il pieno convincimento essere quello non altro che
un utensile da mestiere per accallappiare i poveri
di spirito, e trarli alla bottega medico-chirurgo-
farmaceutica.di questo Nelaton in millionesimo, u-
tensile che trova riscontro perfetto nei cartelloni,
0 tableaux a lettere dorate cubitali, coi quali costui
ni Gratz, Venezia ecc. e per ultimo qui in Sebeni-
co. annunziava urhi, et orli la sua prodigiosa ap-
parizione alla foggia dei saltimbanchi, e dei canta-
storie.
Messe in sodo queste ormai storiche verità, che
nessun uomo d'onore potià impugnare, provocati
risponderemo interrogando anzitutto questo signore:
cred' egli od altro con essolui chi siasi che in Dal-
mazia nostra nel novero non tenue d' esercenti
l'arte 'salutare vi abbiano mancatilo manchino tut-
togiorno individui che dell' arte stessa hanno fatto,
e fanno una religiosa professione con risultati li
più splendidi, e soddisfacenti? Mai nò, dirà ognuno
che non abbia fatto colla propria coscienza divor-
zio. E soflermando<i per un istante al caso pratico
su me lo scrittorello scialaqua un subisso di pre-
maturi elogi, noi consiglieremo il nostro povero
dottore, senza percorrere eh' ei faccia la provincia
nostra, ove'potrebbe trar prove a tutto suo bel-
r agio, lo consiglieremo a rivogliersi ai nostri con-
cittadini, dai quali potrà rilevare come già da 50
anni addietro il benemerito e colto nostro d.r Gia-
dorov rifacesse dozzine, e dozzine dì volta quel-
r operazione (senza dir d' oltre di ben difficile na-
tura) e quasi -sempre con esito brillante a modo,
che negli annali universali di medicina d' Omodei,
molt'anni addietro leggevasi: ,/ra i medici italiani
il d.r Giadorov di Sebenico in Dalmazia fu il pri-
mo ad ottenere la cura radicale delle fistole col-
V iniezione jodata.^^ Ma noi a rincontro abbiamo
veduto con rammarico della medica casta, mesi c
mesi addietro gironzare pei caffè, e pelle botteg'he
il celebre dottore con un vaso vitreo in mano ed
entro vi un Tenia (verme solitario) quale nunzio e
documento di sua speciosa mpacità scientifica
quando d' altronde i medici qiKi.si lutti hanno già
da lunga pezza fatta cessione di questa pratica sa-
lutare alle mammane, agli infermieri, ed ai Dulca-
mara, Eppure nè il d.r Giadorov nè i suoi corre-
ligionari non ricorsero mai, nè ricorrono, quale soc-
corso di Pisa, all' invereconda penna d'un compro
imbrattacarte, come occorre da qualche tempo fra
noi, e più di tutto nel caso presente, ove, oltrec-
chè uno scambio di opera reciproca, pare, v' inter-
corresse quale movente causale il mal represso li-
vore (male di famiglia) dell' animo esulcerato, e de-
luso nelle smodate, e ridicole aspirazioni del tronfio
articolista. E giova ritenere per tale ragione ap-
punto ch'egli scagli i dardi dell'imbelle sua crì-
tica contro taluno del nostro medico ceto, il quale
colla sua influenza, frutto d' una già consolidata
favorevole pubblica opinione, concorse potentemente
a costituire il nuovo Municipio, di cui, si buccina,
il marmocchio frustapenne s'.atteggiasse a divenire
nientemeno che presidente (Podestà), e forse, si è
tentati a credere, con larghe promesse, di guider-
doni, e ricompense a quel suo infaticabile figlio d
Esculapìo.
Ma buon Iddio, vedi mò un innocente, ma elo-
quente concorso di circostanze, e quindi una ne-
cessaria inevitabile associazione, d' idee. Leggansi
ponderatamente la corrispondenza anonima da Se-
lienico, nonché quella da cui è preceduta da Zara,
e ci si neghi che gli individui che nè sono 1' og-
getto non rimpianghino, quale direttamente quale
indirettamente, gli stessi destini ! !
Quanto al medico d.r Culis, e specialmente nel
fatto che lo risguardn, stimiamo nostro dovere as-
soluto usare la maggiore riserva e non entrare in
materia strettamente medica e ciò pei riguardi do-
vuti al distinto nostro giovane concittadino, alle cui
sofferenze, ei può esserne sicuro, la città tutta pre-
se, e prende parte vivissima. A tempo debito pro-
mettiamo, -se -le circostanze il vorranno, di venti-
lare scìentificamento l'argomento, e lo faremo colla
scorta delle testimonianze autorevoli di alcuni del-
l' arte intervenuti all' operato.
Prima di congedarci dal d.r Suttina, e suo pa-
negirista, riputiamo atto di fraterna carità l'im-
partire ad arnbidue un amichevole consiglio, che,
se da essi adottato, varrà a farli cangiare d' indi-
rizzo nei futuri loro contatti sociali.
Smettete, caro dottore, la divisa che avete indos-
sata ; fate dell' arte di cui siete alunno un altare,
su cui possiate con coscienza tranquilla porgere
quale olocausto i vostri risultati di esperienza, e
studi in dare lotte sudate, evitate con serio pro-
posito, e con sagrifizì fossero anche onerosi, ogni
occasione, che attentando alla vostra dignità di cit-
tadino ed esercente, potesse trarvi al mal punto di
fare della professione mercato; consultate costan-
temente r opinione irrevocabile degli onesti, respin-
gendo i vaneggiamenti delle turbe incensiere, e cial-
trone; rammentate che il medico, uomo eminente-
mente sociale, deve, senza tradire la propria diffi-
cile, e dilicata missione, e con nobile rassegnazio-
ne, subordinare, od almeno conciliare il suo ope-
rato colle multiformi esigenze sociali ; siavi infine
ognora dinanzi quella grande verità. ,yAuctoritas
in medicina non dictat leges, refragante natura, a-
liud de alio judicat dies.^ Eccovi il tema; a voi
r applicazione, se pur ancora vi sentite tale da ri-
vendicare quello che avete perduto.
A voi, mio caro panegirista, che m'avete l'aria
tutta d'un fallito prestigiatore di cambiale, ram-
menteremo, essere voi già nostra antica conoscen-
za, esserci altre fiate scontrati sull' arena della pub-
blicità, e credevaiuo qumdi, non fuor di ragione,
che le ripetute busse ricevute vi avessero reso se
non più prudente almeno più serio. Colle triviali
vostre insinuazioni, tradite voi stesso, e mostrate
aver dettate quelle parole sotto l'incubo doloroso
del cittadino disprezzo, che vi ha tradotto a quello
sterile isolamento,'ove siete'costretto a trarre un
esistenza moralmente stentata. Il sale di cui vi a-
doprate a condire gli scritti vostri, anziché d' at-
ticismo, sà di certa sorgente, che in onta agli er-
culei sforzi, e sagrifizi durati non vale a sommini-
strare elementi capaci a poterlosi confezionare a
modo da soddisfare al non guasto palato di chi non
ha ancora la propria coscienza venduta, Interrogate
il passato, raffrontatelo col presente, e formulate,
se vi basta l'animo, dei corollari per l'avvenire. Al-
lora vi accorgerete, possiamo esserne garanti, che
gli allori, coi quali goffamente giuocate vi danno una
solenne mentita, stando lì, in onta al tempo ed alla
ladra mano che vorrebbe sfrondarli, rigogliosamente
verdeggianti all' ombra della stima, e fiducia citta-
dina. Voi a rincontro, è destino, dobbiate con ogni
assiduitcà, e diligenza intendere sui campi aviti alla
cultura di mirti peregoniani, coi quali possiate in-
trecciare una funebre corona da riporsi sull' avello,
che sta per accogliere i moribondi restì delle non
invidiabili glorie vostre famigliari. Eccovi degli u-
tili avvisi, e fate, se siete in tempo, di riparare,
non già ai torti che avete preteso ad altri di fare
(che non siete da tanto) ma sibbene a quelli cho
avete fatti a voi stesso.
Sign là novembre.
Un giornale umoristico che si pubblica a Spa-
lato stampò non ha guarì una corrispondenza inti-
tolata: „Corriere di Sign''^ nella quale presenta ai
lettori una filza di nomi d'individualità quanto in-
vise altrettanto discreditate.
Per far vedere da che sorta di soggetti si lascia
dominare il partito avversario, eh' è diretto e ca-
pitanato dall' inquieto Mattas ; 1' articolista in un
momento di buon umore, volendo scherzare cogli
intimi compagni ed amici del mai abbastanza lo-;
TST.iro 2. ZAHA, Merooledi 5 g-ennajo I870 Anno V.
Condizioni d'Associazione.
Per Zara.
Per un anno fiorini 8 : —
Per sci mesi 5> 4 : —
Pt;r tre mesi » 2 : —
Per l'Impero d'Austria.
Per.un anno fiorini 9: —
Per sei mesi » 4: 50
Per tre mesi „ 2 : 50
Per l'Italia, Francia, Inghilterra,
Serbia e Turchia.
la Banconote austriache fior. 12:50, all'anno
semestre e trimestre in proporzione.
Giornale politico, economico, letterario.
Le associazioni e gli importi di denaro, in
gruppi o meglio in assegni postali,
all' Amministrazione del Dalmata iv^
più alla Redazione. A Spalato prof
Lorenzo Gilardi. — Le corrispondi
dirigersi affrancate esclusivamente ai
Le lettere non affrancate saranno
comunicati si inseriscono al prezzo di soldi
8 !a linea. Non si inserirà nessun articolo tir,
mato, ove esso non sia accompagnato da un im-
porto di soldi 30 pei il pagamento della tass«
di finanza.
Un numero separato costa soldi 8
Esce il mercoledì c il sabato.
Si avvertono i signori Associati
che sono in arretrato e ai quali
riescirono infruttuosi i ripetuti
inviti e le sollecitatorie degli
incaricati, che ove non saldino
i loro conti a corso di posta
saranno invitati senza riguardo
al pagamento col mezzo del
giornale e senza riguardo per
alcuno.
L'Amministrazione.
Lettera aperta,
Al ten.-mar. barone de Rodich.
La fiducia di S. M. 1' Augustissimo Nostro
Imperatore ha Voi prescelto all' arduo incarico
di ristabilire 1' ordine alle Bocche di Cattaro.
La Vostra missione noi la chiamiamo ardua,
perchè nello stesso tempo ella è militare e po-
litica; e mentre gli allori da Voi colti sui campi
di battaglia ci rassicurano del generale, te-
miamo forte che P uomo politico non abbia
forse a subire 1' influenza di falsi profeti che
la voce pubblica in Dalmazia persiste a rite-
nere ispiratori della rivolta ed i quali, te-
mendo di essersi comprome ssi in faccia al po-
polo ed in faccia al governo, non trascurano
mezzo qualsiasi per far che i ribelli ottengano
u u pieno trionfo di fronte agli organi del go-
verno di Sua Maestà. In questo stato di
cose, non V' incresca se noi richiamiamo
alla Vostra attenzione alcune circostanze me-
ritevoli di speciale riguardo. La legge sulla
landwehr ed il modo con cui fu attivata sono
il pretesto della rivolta; ma quando si considera
che questa medesima legge fu dovunque e nello
stesso modo attivata, allora nasce spontanea
la domanda : per quale motivo 1' alpigiano di
Ubli ed Orahovaz, più fiero forse di quello del
Crivoscie e di Ledenizze nel distretto di Ri-
sano, e le Comuni di Cartolle, Lustizza, Teodo,
Mula eec. ecc. per nulla affatto più favorite
di quella di Xuppa nel distretto di Cattaro,
non si sieno dei pari ribellate contro la legge
in discorso?
Questa domanda Voi stesso potrete risol-
verla, solo che Vi piaccia informarvi a fonti
pure ed imparziali quali siensi mostrati anche
nei tempi anteriori i più fra i parrochi at-
tuali della Xuppa e quali sentimenti dessi
nutrissero per il governo del Nostro Impera-
tore ; come in pari tempo, chi sieno e di qual
carattere politico i più potabili individui di Ri-
sano in relazione con Crivoscie e Ledenizze.
Voi troverete che mentre alcuni dei primi
vivono oggidì fuggiaschi nel Montenero, parec-
chi altri furono in questi giorni arrestati sotto
l'imputazione di connivenza coi ribelli e per-
fino per crimine di alto tradimento. Non ricer-
cate dunque tra quelle file i vostri consiglieri,
perchè, mercè loro, potreste giungere al risul-
tato che ottenne il Vostro predecessore; quello
cioè di veder da una parte 1' armata stanca,
avvilita, mutilata e persino derisa da quei tri-
sti, e dall' altra più baldanzosi i ribelli, che im-
pongano condizioni troppo offensive all' onore
dell' armata medesima. Queste condizioni, che
prima non erano che ridicole, hanno dappoi
preso il carattere della più sfacciata impuden-
za. E diffatti nei primi giorni si domandava
che gli obbligati alla Landwehr potessero as-
sentarsi dal loro domicilio quando loro piaceva;
ma che lo Stato non ne li potesse distaccare
se gliene tornava il bisogno. Queste due con-
dizioni che si distruggono a vicenda qualora si
voglia giustificarle e che ad ogni modo rende-
rebbero vana la legge, noi le abbiamo ri-
tenute uno scherzo di cattivo gusto, eppu-
re vi furono molti che le hanno prese in sul
serio e le hanno perfino appoggiate; ma noi
abbiamo il coraggio di dire che le hanno ap-
poggiate per malizia o per ignoranza. Per quale
motivo non si potranno allontanare i 15 o 20
Crivosciani ed i 5 o 6 Ledenizzani soggetti
alla Landwehr in un caso di bisogno ? forse
perchè dessi soli bastano a garantire il confi-
ne? e contro di chi ? contro gli Ottomani forse,
che sono la vittima perenne delle loro rapine,
0 contro il Montenegro, il cui governo è per
essi il sogno più caro?.... La terza condizione
era queUa di non cangiare il loro vestito col-
l'onorata divisa del militare austriaco da essi
sempre aborrita, e, come dissimo, non possiamo
comprendere che siansi prese sul serio tali do-
mande.
L'indulgenza finora usata con quei selvaggi
fece sì che dessi moltiplicassero le condizioni,
perchè, come Voi ben saprete, essi chiesero
dappoi 1' allontanamento di tutto il militare
dalle Bocche, il cambiamento di tutti gli im-
piegati, ìa piena amnistia per tutte le loro
crudeltà ed un'indenizzazione per tutti i danni
da essi sofferti. Son condizioni che i vincitori
usano imporre ai vinti. Non cercate adunque, lo
ripetiamo, i vostri consiglieri tra coloro che
appoggiano tali domande, e che nel consigliarvi
avrebbero soltanto di mira 1' interesse dei ri-
belli, senza punto riguardo nè al vantaggio,
nè all' onore del governo e dell' armata. —
È un fatto incontrastabile che, mentre in
tutto 1' Impero fu accettata la legge sulla
Landwehr, quei pochi villaggi la presero a
pretesto per insorgere — è un fatto che
senza motivo alcuno essi non permisero che la
guarnigione del forte di Dragalj venisse au-
mentata, e che uccisero barbaramente l'infelice
primo tenente Rinek, che a tale scopo vi si
portava — è un fatto che quasi tutti i sol-
dati che furono presi dai ribelli vennero uc-
cisi o meglio martorizzati — è un fatto che
le più vergognose crudeltà commesse nel Cri-
voscie hanno sparsa una sinistra luce su tutta
la Dalmazia — eppure ad onta di tutto ciò
cercate inutilmente nell'organo della setta una sola
parola di biasmo pei ribelli e vi troverete invece
parole di compianto ed il biasimo versato a
piene mani su chi procura difendere la legge e
sopprimere la rivolta. È già lungo tempo che i
settari Vi attendono e vanno proclamando (certo
a torto) la Vostra venuta in Dalmazia come una
vittoria:—e sapete perchè? perchè Vi sanno croa-
to e perchè, sciocchi, osano sperare che mercè Vo-
stra saranno redenti i ribelli, anche a costo del
disonor militare, e sarà garantito ad essi il
nome di invincibili. E che a ciò tendano quegli
uomini veramente fatali alla tranquillità del
paese, Voi lo potrete rilevare nel n.r 101 del
Nazionale, in cui Vi si consiglia di tentare tutti
1 mezzi 'possibili per un pacifico accomodamento
coi ribèlli e Vi dicono che se anche V onore
delle armi austriache fosse compromesso, lo si
dovrebbe sagrificare alle esigenze imperiose del-
l' interesse dei ribelli ; che ad ogni modo Voi
dovete telegrafare a Vienna che il governo ed
i ribelli si sono stesi la mano ; e conchiudono
finalmente col minacciare che altrimenti i sen-
timenti degli insorti non potranno contenersi
nei limiti del distretto di Cattaro ; ma si co-
municheranno ed estenderanno maggiormente.
Quegli uomini fatali che Vi si offrono a consi-
glieri, mentre noi raccogliavamo denari a lenire
le sofferenze dei soldati feriti, lo raccoglievano
invece per soccorrere i ribelli, e la loro raccolta
deve aver preceduta la nostra, perchè altrimenti
era impossibile che un popolo povero e che or-
dinariamente non possiede che qualche oncia di
polvere, si trovi ad un tratto provveduto di
tutto ed in modo da poter resistere alla truppa
spedita contro di esso. Diffidate adunque di co-
storo e diffidate più ancora quando li vedrete umili
e col mele sulle labbra avvicinarsi a Voi pro-
nunciando con rispetto il nome dell' Impera-
tore — sono altrettanti Giuda che tradireb-
bero cento Cristi — sono serpenti che ingan-
nerebbero cento mila Eve e Vi persuadereb-
bero fino a stendere la Vostra valorosa destra
a Kiko Subotich, il carnefice della prima vit-
tima dell'insurrezione, vogliam dire, al carnefice
dell'infelice Rinek. Alle Bocche di Cattaro v'han-
no degli onesti; ma questi non Vi cercheranno —
cercateli Voi, e li ritroverete tra i Banovich, i
Vucovich, gli Sbutega, Jurovich e molti altri
ancora, e da essi saprete tutta intera la verità.
Non ò già lo spirito di partito che ci spinge
a parlarvi, ma Voi stesso dovete compren-
dere che nelle Vostre mani non solo è affi-
dato 1' onor militare, bensì ancora la tran-
quillità futura di tutta intera la Dalmazia.
Se Voi siete il primo a stendere la mano ai
ribelli, Voi demoralizzerete tutto il popolo della
campagna e renderete più baldanzoso un par-
tito che lo è di già troppo in faccia al go-
verno — e ad ogni nuova legge che non fosse
di suo aggradimento si rinnoveranno le scene di
Cattaro, nella speranza che esse avranno sempre
la medesima soluzione. Noi non Vi domandia-
mo del nuovo sangue, ma amiamo che coi
mezzi che stanno in Vostro potere poniate i
ribelli nell'impossibilità di più nuocere, e nella
necessità di chiedervi perdono ed aita. — Al-
lora appena, quando vedremo avvilita la loro
audacia, allora uniremo anche noi la nostra
voce alla Vostra, per implorare dall' Augusto
Celare perdono ai traviati : e quel giorno che
la Clemenza Sovrana 1' avrà pronunciato, quel
giorno noi saremo i primi a gridare :
Viva 1' Imperatore !
Pubblichiamo con piacere la seguente let-
tera dell' on. dep. d.r Lapenna, la quale corri-
sponde pienamente alle vedute da noi in più
occasioni manifestate nel nostro giornale, e che
ogni giorno trovano nei fatti maggiore con-
ferma.
Pregiatissimo sig. Redattore !
Il Nazionale batte imperterrito la sua via.
Non lo seguirò io certamente sul campo delle
contumelie : queste sono estranee al mio pro-
gramma politico non meno che al mio dizio-
nario.
Mi piace però di correggere di quando in
quando errori, innocenti o maliziosi che sieno.
Io non ho calunniato il popolo slavo di
Dalmazia che amo e rispetto ben più che non
lo amino e rispettino quei disgraziati che lo
aizzano a lotte fratricide, lo illudono, lo cor-
rompono. E se non ho potuto e non posso
per amore del popolo slavo approvare la ri-
volta ed applaudire agli eccessi degP insor-
genti, ho trovato, trovo e troverò argomento
di pietà per essi nel lungo e sistematico la-
vorio de'pochi ma attivi mestatori i quali non
si stancano di sbrigliare le passioni dei nostri
montanari, di condurli in errore sul senso
e sulla portata delle leggi, di calunniare le
intenzioni dei governo, di spegnere il senti-
mento di rispetto verso la legge, la costitu-
zione e le pubbliche autorità — in una pa-
rola di corrompere e demoralizzare.
Costoro sono gli autori morali della rivolta
delle Bocche; le opere loro sono la prima
causa dell1 insurrezione. La legge sulla land-
wehr non ne fu che 1' occasione, come, tra
tali circostanze, altra disposizione della legge
avrebbe potuto o potrebbe dare occasione ad
eccessi in altri siti. Il povero popolo non è
che la vittima delle mene di que' mestatori.
Ciò dissi nel Comitato per l'indirizzo, non
esito di ripeterlo per la stampa, e so di es-
sere in ciò d' accordo con tutti gli onesti ed
intelligenti della Dalmazia.
Accolga ecc.
Vienna 31 decembre 1869.
Devotissimo
Lapenna.
La Wehr-Zeitung in un articolo intitolato:
La ribellione in Dalmazia dice quanto segue :
„GÌ' insorti Bocchesi si abbandonano al sac-
cheggio perchè mancano di viveri, e in pari
tempo domandano di venire a trattative, pel-
le quali desiderano avere un abboccamento col
generale conte Auersperg; a Praga si affig-
gono di notte tempo migliaia di cartelli ten-
denti a rovesciare il governo attuale ed a se-
condar sollecitamente coli'appoggio delle armi
i fratelli Bocchesi; il principe di Montenegro
riceve'da Pietroburgo il consiglio di far un
casus belli della confisca per parte delle au
torità austriache del materiale da guerra de-
stinato per esso, e il sig. tenente maresciallo
de Rodich, munito d' ampi poteri, è partito
ieri per Cattaro onde condurre a termine le
trattative coi ribelli, ed, a quanto dice un gior -
nale di qui, portò seco 200,000 fior, da offrire
agli insorti, io parziale indennizzo dei danni,
causati alle loro proprietà dalle operazioni delle
nostre truppe ! !
„Ecco cosa scrive un giornale austriaco, e
che il popolo austriaco legge oggi, senza ar-
rossire fino alle unghie !
„Ciò che asserisce il foglio in parola non
può nè deve aver luogo, altrimenti 1' Austria
si esporrebbe alle baie ed al disprezzo di tutti,
ed agli stessi suoi cittadini inspirerebbe forti
dubbi sulla potenza dello Sfato.
,,Ei ci repugna pensare che si voglia dare
un compenso ai Crivosciani, per essersi ribel-
lati contro la legge ed avere recisi naso ed
orecchi ai nostri soldati feriti. Pare d' altron-
de eh' essi tengansi certi di far valere i loro
reclami, e se il generale conte Auersperg in-
timerà loro di sottomettersi a discrezione, di
deporre le armi, ecc., essi gli rideranno iti
faccia, romperanno le trattative, ed attende-
ranno 1' arrivo da Vienna della colomba di
pace, portante nel becco un sacco di ducati
invece di un ramo d' olivo.
„Noi, all' incontro, siamo nella ferma spe-
ranza che queste voci e queste apprensioni non
avranno conferma, e che il tenente maresciallo
de Rodich non sia partito per Cattaro se non
per annunciare ai ribelli di non poter essi con-
tare sopra un appello ad una molla superiore
al comandante delle truppe d' operazione, e
non attendersi altro da Vienna che 1' accetta-
zione della loro sottomissione senza riserva.
„I Bocchesi vollero a fucilate respingere una
legge discussa dalla legale rappresentanza dello
Stato e sancita dall' Imperatore loro Signore;
hanno fatto guerra alle nostre truppe con fie-
rezza da cannibali, e tale da non trovarne l'e-
sempio che nella storia dei selvaggi di Ame-
rica. Nessun governo può transigere con ri-
belli cosiffatti : accetta la loro sottomissione, o
li schiaccia.
„Dove andrebb' ella a finire 1' Austria, se
ogni parte della sua popolazione fosse libera
di emanciparsi dal potere governativo e dallo
leggi create dalla Costituzione ?
„All' ammutinamento dei repubblicani, la
Spagna rispose a colpi di cannone. Abramo
Lincoln ed il suo governo esposero fin 1' ul-
timo dollaro e 1' ultima goccia di sangue per
vincere gli interni nemici dello Stato: 1' In-
ghilterra si prepara in questo momento alla
inesorabile repressione dei feniani; — l'Au-
stria costituzionale, non potrebbe meglio di
quelle Potenze commettere un suicidio, accor-
dando la sua approvazione alla ribellione aperta
e decretando premi all' assassinio."
(Nostri Carteggi particolari.)
Cattavo 24 decembre.
(Continuazione.) Quando un uomo costituito in
qualche autorità vuole opprimere i suoi dipendenti
e farsi loro crudele, assume i modi d' una sorve-
glianza così insultante, che qualsivoglia sua pre-
mura per far del bene si cangia in odiosa padro-
nanza. Osserviamo che anche lo schiavo americano
si affeziona al suo padrone e vi si rende più utile,
quando viene trattato con qualche umanità; ma si
dà alla disperazione con terrore, quando il pa-
drone continuamente lo maltratta. E Giuseppe
Pericich era di quest' ultima classe di padroni. Era
suo dovere di sorvegliare i docenti e gli allievi.
Ma come lo faceva egli ? Non basta che tenesse
tutti all' oscuro delle leggi che riceveva, non basta
che mai degnasse i docenti d' una p arola cortese
d' un sorriso, d'un consiglio. Sempre truce, sempre
inurbano riesciva a tutti esoso e ributtante. Nel
cuore di estate, colla più cocente canicola non era
permesso a nessuna classe di aprire la porta per
sespirare più liberamente. Lo scopo del Pericich
3xr.ro io. 25-émA, Mercoledì 2 Maraso 1870. Anno "V.
Condizioni d" Associazione.
Per Zara.
Per un anno fiorini 8 : —
Per sei mesi n 4 : —
Per tre mesi r 2 : -
Per l'Impero d'Austria.
Per 1111 anno fiorini 9 : —
Per sei mesi r 4:50
Per tre mesi „ 2: 50
Per l'Italia, Francia, Inghilterra,
Serbia e Turchia.
In Banconote austriache fior. 12:50, all'anno
semestre e trimestre in proporzione.
IL DALMATA Giornale politico, economico, letterario.
lìsce il mercoledì e il sa-frato.
Zara, 1 marzo 1870.
Varie volte abbiamo avuto occasione a
deplorare la demoralizzazione del popolo del-
la campagna, ed abbiamo richiamato V atten-
zione della pubblica amministrazione a stu-
diare le condizioni del paese ed a porvi un
riparo. Neil1 interesse della nostra patria, ed
in quello della civiltà, noi non ci stanche-
remo dal ritornare su questo argomento e
non ci scoraggieremo dinanzi all' apatia,
alla freddezza, all' indifferenza che per av-
ventura le nostre parole trovassero nella pub-
blica amministrazione. Ed oggi vi ritornia-
mo appoggiati air eloquenza delle cifre.
Presso il nostro Tribunale pervennero du-
rante T anno 1869 ben 1890 denunzie cri-
minali, cifra questa, che per sè sola espri-
me nel modo più eloquente la demoralizza-
zione da noi sopra accennata. Che se si ri-
fletta che i distretti insulari danno un nume-
ro assai limitato di denunzie, le quali si ri-
feriscono nella massima parte alla popola-
zione del continente, ne scaturirà tosto mo-
tivo a giudizio ben severo sulle sciagurate
nostre condizioni morali.
Il nostro Tribunale non venne meno al
gravoso suo compito, e ben 300 dibattimenti
furono tenuti durante 1' anno, e poste in ac-
cusa 430 persone. 1 condannati furono 310,
e tra questi, 4 per omicidio, 16 per uccisio-
ne, 94 per grave lesione, 110 per furto, IO
per rapina, 11 per truffa, 8 per estorsione,
10 per pubblica violenza mediante opposi-
zione alla forza, 3 per danno malizioso, 9
per ratto ecc. ecc.
I delitti di sangue, i furti, le rapine eb-
bero in generalo la meritata punizione 5 ma
i danni maliziosi, che rielP anno decorso si
accumularono a centinaia e che, pur troppo,
si vanno moltiplicando in modo spaventevole
anche in quest' anno, trovarono quasi sem-
pre assoluta impunità. E codesta una circo-
stanza sulla quale noi dobbiamo sostare scos-
si ed indignati. E dappoiché i danni maliziosi
costituiscono l' arma più terribile del malfat-
tore, e il flagello più grave tanto alP agri-
coltura quanto alla pastorizia, come in ge-
nerale alla sicurezza della proprietà, non pos-
siamo non dedicarvi a preferenza il nostro
anatema. U Tribunale, lo ripetiamo, ha fatto,
per quanto stava in esso, il suo compito, e
gliene porgiamo le nostre congratulazioni. Ma
mentre la punitiva giustizia adempì al suo
dovere, noi crediamo che V autorità politica
avrebbe forse potuto fare qualche cosa di
più per recare rimedio ai mali che ci tra-
vagliano.
E qui, abbandonando il campo delle astra-
zioni, e senza tema di peccare di indiscre-
zione, noi ci concreteremo nelle seguenti due
domande: ,
_____
La fìgiia d' una regina
(Episodio storico.)
Oltre cinque figli quasi legittimi che l'impera-
trice Elisabetta di Russia aveva avuti da Razu-
movsky, ne aveva dati alla luce quattro altri.
Una di questi era la principessa Tarakanoff.
Non sorridete del nome bizzarro*: la povera
principessa fini di morte si dolente, che rincre-
scerebbevi il sorriso.
Aveva venti anni, era bella, era libera, godeva
d' una fortuna assicurata. Bambina, era stata tra-
sportata da Pietroburgo a Firenze.; ivi era cresciuta,
povero fiore, come pianta generosa del nord tra-
piantata sotto il sole benedetto de' Michelangeli e
de' Raffaeli.
Era la regina delle feste di Firenze, di Pisa e
di Livorno. ••/ 1 ..
Niente di riconosciuto e di officiale in essa ; ma
quel mistero, che lasciava trapelare ima nascita
imperiale, aumentava ancora l'ineanto ehe la cir-
condava, come »na di quelle nubi, onde invilup-
pavausi le antiche dee, quando aoa voletflno ap-
parire del tutto a': mortali; >;,f v: > ; •
Due persone per altro la indovinarono; 1 una
„quali disposizioni abbia prese V Autorità
politica per venir in soccorso alla pubblica
sicurezza cotanto tra noi compromessa
„cosa abbia fatto in proposito il clero-
curato che nella campagna dovrebbe essere
la sentinella avvanzata della civiltà, della
morale, dell' ordine
La pubblica amministrazione non si avrà
a male, se, interpreti della generale ansietà,
e dinanzi al fantasma dell' anarchia che ne
minaccia, le rivogliamo francamente alcune
domande :
t. Si è ^lla persuasa che la legge comu-
nale del 1884 è assolutamente incompatibile
colle condizioni morali del popolo della no-
stra campagna, e che si rende necessaria la
sua radicale, e ormai troppo ritardata, ri-
forma?
& »Si è ella persuasa che certe larghezze
liberali, ottime ed opportune pegli innocui
inermi e pacifici abitanti di Vienna, sono as-
sai pericolose, anzi assurde coi rozzi mon-
tanari dì Krivoscie, cogli armati e violenti
figli della Bukoviza, dove in un solo mese
si commettono più danni maliziosi che non
ne seguano nell' Arciducato d'Austria in un
decennio ?
3. Si è dessa accorta che Y organizzazio-
ne politica, la quale lascia intieri, popolati
e demoralizzati distretti a la mercè di uffizi
comunali affatto disorganizzati e senza un
impiegato politico che vi eserciti un saluta-
re controllo, è un grave errore in linea am-
ministrativa?
4. Si è ella accorta che, nel difetto di sor-
veglianza di polizia, più facile riesce al mal-
fattore di mandare a compimento le proprie
imprese, più facile paralizzare le investiga-
zioni del giudice, sedurre 0 terrorizzare i
testimoni ad assicurarsi V impunità?
5. Si è ella accorta che il divieto del
porto d' armi è assai poco rispettato, e che
almeno per alcuni villaggi, ove non si vo-
glia per intieri distretti, è necessario, il ge-
nerale disarmo?
6. Si è dessa persuasa che gioverebbe alla
più pronta e più regolare amministrazione
della giustizia, ed ali1 esempio educatore del
popolo, Y istituzione di un Tribunale a Se-
benico, il cui giudizio inquirente ha petrat-
tato riell' anno decorso ben 700 procedure
criminali, che avranno occasionato presso il
Tribunale di Zara almeno 100 dibattimenti 5
- - il quadruplo cioè dei dibattimenti che si
tengono ai Tribunali di Ragusa e di Cat-
taro?
Lasciando per ora altre domande, osser-
veremo che noi abbiamo inteso più volte
qualche nostro amico sussurrarci ali" orecchio,
che in molti argomenti T amministrazione pro-
vinciale si lascia illudere da abbagliami ap-
per l'ambizione, l'altra per 1' odio : Carlo Radzivil
ed Alessio Orloff. :
jCarlo Radzivil, palatino di Vilna, nemico acca-
nito de'Russi, rivale degli Czartorisky, nominato,
nel 1792, governatore della Lituania da Augusto
III. di Sassonia, s'era dichiarato emulo di Ponia-
towsky al trono della Polonia.
Ma la sua ambizione era più vasta.
Ricordava l'antica grandezza della Polonia, quan-
do dava de're alla Boemia ed all'Ungheria; quando
acquistava mezza Prussia occidentale con signoria
sulla Prussia orientale, che univa a questa signo-
ria quella della Curìandia; quando riuniva a sè la
Livonia, finalmente quando prendeva Mosca.
Mosca, presa nel 1611, poteva esserlo ancora
nel 1764, o 1768; allora Radziwil si poneva sul
Capo la corona dei Monomachi e dei Jagelloni.
Largo era il disegno, lo vedete; ma, perchè
Carlo Radzivil era tanto acuto politico quanto va-
lente soldato, aveva anche pensato altra cosa;
farsi amare dalla principessa Tarakanoff, divenirne
lo sposo, e presa Mosca, farsi forte di tal anione
con la figlia d' Elisabetta, di cui farebbesi pubbli-
camente riconoscere la nascita, per agevolar lo
stabilimento del suo potere in Russia.
La povera principessa ignorava tutti questi di-
segni ambizione : ella vedeva io lui un palatino
giotfawe ancora, beilo di viso, elegante di
te&àk? etì* dimise i suoi omaggi ; e si sparse vo-
ce che Carlo Radzivil, palatino di Vilna; stava per
parenze. La è codesta un" accusa certo esa-
gerata 5 ma T amministrazione provinciale de-
ve tenerne conto, onde rimuovere i pretesti
che ad essa servono di base.
Il disordine quà e là assume proporzioni
così spaventevoli, e dalla maggior parte delle
comuni si ha rosi poco diritto a ripromet-
tersi qualche cosa di bene, che ormai 1' au-
torità politica ha il dovere di prendere le più
energiche iniziative a difesa della proprietà,
della civiltà, della sicurezza.
Congedandosi per quest' oggi dalla am-
ministrazione provinciale, rivolgeremo la se-
ria e patriotica nostra parola al clero cura-
to della campagna, e gli domanderemo cosa
abbia fatto durante il 1869 per moralizzare
ed educare il popolo alle sue cure affidato?
E dopo i disordini di Novegradi e di Ca-
stel Venier, nei quali ebbero tanta parte i
rispettivi parrochi, noi ci crediamo autoriz-
zati a siffatta interpellanza, che tanto più
toma opportuna in questo momento, in cui
alcuni parrochi d' ambo i riti della nostra
campagna si radunano di notte a segrete
combriccole qui in Zara, per ricevere istru-
zioni e per combinare manovre elettorali nel-
la costituzione del nuovo comune.
Il clero curato della nostra campagna (par-
liamo sempre del continente, e non del cle-
ro delle isole e del litorale) desta ormai, per
l1 indirizzo che ha preso, le più serie ap-
prensioni. Dopo quello che esso ha fatto ne-
gli ultimi anni, e dopo quanto si è scritto,
sarebbe tempo che e 1' Autorità poi tica, e le
preposte Autorità ecclesiastiche, raddoppias-
sero la loro attenzione, e abdicassero a quel
fatale sistema delle mezze misure, dei ri-
guardi, delle convenienze e delle riserve che
si è seguito sinora, l'i dicono che alcuni
Vescovi, alle accuse che si fanno contro
taluno dei loro parrochi, rispondano: Avete
ragione; il parroco del tale villaggio ha dei
difetti, e grossi: — ma per ora non ho con
chi sostituirlo: abbiale pazienza. A que-
sta risposta, che sappiamo essere stata data
specialmente per talune di quelle buone lane
che sono la maggior parte dei frati del Re-
dentore, noi soggiungeremo che è meglio non
avere alcun parroco, che averne uno inde-
gno.
L" Osservatore Triestino del 23 corrente
annunzia che i! sig. colonnello brigadiere cav.
de Schònfeld venne nominato a cittadino 0-
norario di Budua, e che si attende quanto
prima una eguale dimostrazione di gratitudine
da parte dì molte città della Dalmazia per il
T. IH. barone Rodich.
La prima parte di questa notizia è esat-
ta, e noi non possiamo che applaudire al
consiglio comunale di Budua che ha voluto
isposare la principessa Tarakanoff, figlia naturale
d' Elisabetta.
Questa voce giunse bentosto alla corte di Russia.
Caterina, imperatrice allora, ne fremè, giacché
indovinò i disegni del principe Carlo Radzivil.
Per quanti ostacoli rovesciava, altrettanti gliene
rinascevano sotto i passi.
Aveva fatto strangolare testé Pietro III., aveva
fatto assassinare il giovane Ivan, ed ecco una
fatalità le creava in Italia una pretendente, alla
quale non aveva pensato.
Se almeno si fosse questa trovata in Russia, a
Rop8cha 0 a Schlusseburgo, là ove poteva sten-
dere la mano ; ma in Italia, in Firenze, negli stati
del granduca ?...
Si affidò a' suoi buoni amici, gli Orloff.
Gli Orloff non erano mai imbarazzati.
Caterina lascerebbe travedere il disegno di no-
minare Stanislao Poniatowsky re di Polonia; que-
sto progetto trarrebbe a Varsavia Carlo Radzivil,
che lascerebbe intanto la bella Principessa indifesa.
In quanto ad Orloff, ecco cosa farebbe: pren-
derebbe tre vascelli ed andrebbe in Italia. Lo
scopo palese del viaggio sarebbe comprar quadri,
statue, gemme e condurre in Russia degli artisti.
Lo scopo celato si rivelerebbe da sè giunto che
ne fosse il tempo.
Orloff parti: il suo vascello era zeppo d'oro.
Prospera fu la navigazione : Varcò senza acci-
denti il capo Finisterra, traversò il golfo di Gua-
— —•—-—
Le associazioni e gli importi di denarj*
gruppi 0 meglio in assegni postali, si dil
all' Amministrazione del Dalmata in Zar»
più alla Redazione. A Spalato presso il si
Lorenzo Gilardi. Chi non respinge il foglnT
dopo scaduta 1' associazione s'intende obbli-
gato per il trimestre susseguente. — Le cor-
rispondenze devono dirigersi affrancate esclu-
sivamente al Redattore. Le lettere non affran-
cate saranno respinte. I comunicati si inseri-
scono al prezzo di soldi 8 la linea. Non si
inserirà nessun articolo firmato, ove esso non
sia accompagnato dall' importo di soldi 30 per
la tassa di finanza.
Un numero separato costa soldi 8.
dare all'egregio cav. de Schònfeld un atte-
stato di stima per P energico contegno da
lui serbalo di fronte ali1 insurrezione, e me -
glio, di fronte al brigantaggio di cui fu tea-
tro il distretto di Cattaro.
Ma per quello che si riferisce al sig. T.
M. barone Rodich — I' uomo delle capito-
lazioni — 1* eroe della famosa pace di Knez-
laz — possiamo assicurare Y Osservatore
Triestino che le principali città della Dalma-
zia sono disposte a tutt' altro che a prodi-
gare a costui dimostrazioni di gratitudine, o
di simpatia. La fredda, la glaciale acco-
glienza che il barone Rodich trovò non ha
guari tra noi fu cosi marcata e cosi uni-
versale, da render inutile qualsiasi commen-
to in proposito. Diremo soltanto che sap-
piamo come I1 autorità politica abbia dovuto
impiegare giorni fa tutta la sua influenza e
tutta la sua sorveglianza per impedire una
dimostrazione ostile, che era già stata pre-
parata contro l1 anzidetto sig. generale.
I soli municipi di Castelnuovo, Ragusa, e
pochi altri della medesima risma, — per ob-
bedire ai cenni della setta — potrebbero for-
se avere 1" impudenza di nominare il sig.
Rodich a cittadino onorario ; ma d'altro can-
to è fuor di dubbio che tale nomina verreb-
be considerata dalla generalità, o come una
faceta commedia, 0 come mia sfida ridicola,
unicamente destinata a mistificare V opinione
pubblica fuori di provincia.
Leggiamo nei giornali di Vienna:
Sotto la presidenza di S. Maestà l'Imperatore
si discuteva oggi (18) ne! Consiglio dei Ministri
stalla posizione della Dalmazia, e in is;)ccie dei di-
stretti che presero parte alla rivolta.
Nelle lotte che ebbero luogo perdettero quasi
tutti le loro colto invernali, di modo che al pre-
sente corrono pericolo di morire di fame.
11 governo si troverà perciò costretto di far una
domanda al Consiglio dell' Impero per 40 0 f>0,000
fiorini in aiuto dei distretti più bisognosi.
Per quanto poco i Bocchesi si meritino le sim-
patie dell' Impero, sarà però difficile il non aderire
a tale domanda; ci pare però che il sig. Tenente
Maresciallo Rodich non sia la persona consiglia-
bile alla distribuzione di eventuali sussidi.
Oltre ai proposti soccorsi, si prese pure di mira
il modo di poter dare maggiore e stabile prospe-
rità a quei paesi.
Scrivono da Bucarest ali Aoenir National la
lettera seguente:
„Se ogni voce che qui ci giunge non è 1' eco
di vani presagi, la prossima primavera non sarà
per noi la stagione dei fiori, ma dei grandi arma-
menti e della difesa.
„Ecco i ragguagli. Ve li do come autentici.
„Anzitutto, si è persuasi che la sottomissione
degl' insorti dalmati e del Viceré d' Egitto non sia
che una lustra, un mezzo per aspettare la prima-
vera.
„E la convinzione in noi si rafforza, dal sapere
da sicura sorgente che un ufficiale greco membro
scogna, lo stretto di Gibilterra, e venne a gettar
l'àncora nel porto di Livorno. <
Iddio aveva gli occhi rivolti altrove.
Era di luglio; quanti erano iu Toscana genti-
luomini eleganti e donne alla moda accorrevano
a respirar la brezza del Mediterraneo e prender
bagni di mare a Livorno.
L'arrivo d' Alessio Orloff, dell' uomo cioè che
aveva preso la parte la più importante alla rivo-
luzione del 1762; del fratello dell'amante in titolo
di Caterina, destò, come potete pensare, la curio-
sità. Era sul nome, è vero, la macchia di sangue
di liopscha ; era Alessio colui che aveva avuto
quell' alterco d' ubbriachi con Pietro III. ; alterco
finito cosi male pel povero imperatore; ma un
delitto riuscito a bene non è quasi più delitto.
Se Iddio permise, perchè gli uomini non per-
donerebbero ?
Fu dunque ricevuto, carezzato, festeggiato. Era
bello, giovane, poderoso. Piegava, come Porthos
una verga di ferro; rotolava, come Augusto di
Sassonia, piatti d' argento ; spandeva l'oro a staia
come Buckingham. Ebbe il più bel successo fra le
signore fiorentine.
Ma Alessio non corteggiava già le signore di
Firenze; corteggiava la vezzosa sua compatriota
la principessa Tarakanoff; solo per lei aveva
sguardi, cortesie, assiduità, compiacenze.
Orloff le aveva chiesto un abboccamento, ohe gli
99. ZA.Sabato XO Decembre 187G.
Condizioni ti'.Associazione.
Per Zara.
Per un anno anticipatamente fiorini 8 : —
Per sei mesi „ „ 4 : —
Per tre mesi „ 2 : —
Per l'Impero d'Austria.
Per un anno anticipatamente fiorini 9 : —
Per sei mesi „ „ 4:50
Per tre mesi „ 2 : 50
Per l'Italia, Francia, Inghilterra,
Serbia e Turchia.
Iu Banconote austriache fior. 12:50, all'anno
semestre e trimestre in proporzione.
Giornale politico, economico, letterario.
. Esce il mercoledì e il satiatfo.
Le associazioni e gli importi di denaro, in
gruppi o meglio in assegni postali, si dirigano
alY Amministrazione del Dalmata in Zara e non,
più alla Redazione. A Spalato presso il .signor
Lorenzo Gilardi. Chi non respinge il foglio dopo-
scaduta l'associazione s'intende obbligato
per il trimestre susseguente. — Le corri-
spondenze devono dirigersi affrancate esclu-
sivamente al Redattore. Le lettere non affran-
cate saranno respinte. I comunicati si inseri-
scono al prezzo di soldi 8 la linea. Non si
inserirà nessun articolo firmato, ove esso non
sia accompagnato dall'importo di soldi <J0 per
la tassa di finanza.
Un numero separato costa soldi 8;
La riscossa.
Tutto il mondo politico è stato scosso di
questi giorni dalla grande notizia, che cioè l'e-
sercito di Parigi avesse rotto quella enorme
cerchia di ferro che lo avrebbe chiuso nella
capitale, fino al momento in cui la fame tri-
onfasse della sua costanza, se a questa virtù
non si fosse aggiunto il valore e 1" annega-
zione.
Quantunque replicatamente smentita e ri-
confermata, questa notizia continua a menar
scalpore dovunque, ed a trovare moltissimi
elieliti tra coloro che vorrebbero veder de-
lusa la stolta ambizione d' un re, e smagata
la machiavellica astuzia d1 un ministro.
Dinanzi a simile fatto che, vero, addur-
rebbe, se non la fine della guerra, la riabi-
litazione almeno della Francia, desiderata da
ognuno che abbia un cuore in petto, anche
a noi sarà permesso soffermarci; e, con cri-
tica impaiziale, tentar dai dati che ne pos-
sediamo scaturire la verità.
E, p r ben cominciare, diremo che le due
fonti ufficiali discordano tra loro in un modo
così sfacciato e burbanzoso, che ci fareb-
be disperare del nostro compito, ove non
offrisse degli addentellati ali1 osservazione.
Per esempio, gli ultimi bollettini prussiani
che annunziano la ripresa delle posizioni di
Champigny e Villiers, non accennano punto
a ciò che il corpo di Ducrot sia stato co-
stretto a ripararsi nella cinta di Parigi Me-
desimamente un dispaccio da Tours, smen-
tendo la notizia della ripresa per parte dei
Prussiani delle posizioni suddette, confessa
che le comunicazioni aerostatiche sono fin
dal 2 con*, interrotte fra la capitale e le Pro-
vincie.
Cosa vorrebbero dire qnest' esitanza e quel
silenzio? Ci pare che si possa, con un poco
di buona volontà, inferirne che né i Prus-
siani, nè i Francesi ottennero un completo
successo. I primi nò, perchè non arrivarono,
come avrebbero dovuto, a sloggiare intera-
mente il nemico dalle posizioni conquistate,
e rincacciarlo in città; e gli altri neppure,
perchè non poterono effettuare il vagheggiato
congiungimento coli1 esercito della Loire, nel
quale intento avevano irrotto sulle linee te-
desche.
A rassodarci in quest"1 opinione, ne viene
molto a proposito un telegramma recentissi-
mo da Tours, il quale è cosi concepito : „Si
hanno per pallone notizie di Parigi fino al i
di sera. Secondo le medesime, dopo la bat-
taglia presso Champigny, i Prussiani lascia-
rono i loro morti e feriti sul campo. Le loro
perdite nei combattimenti del 30 novembre e
del 2 corr. ammontano, a quanto pare, a circa
20,000 uomini. Nel passaggio della Marna,
effettuatosi il 3, i nostri non vennero mole-
stati dal nemico. Le vittorie del 30 e del 2
eccitarono a Parigi immenso entusiasmo. Il
generale Lacharière è fra i morti; tre altri
generali di brigata sono feriti. Il numero
complessivo delle forze prussiane superava
il 2 dicembre 100,000 uomini. Un rapporto
ufficiale, affisso la sera del 4, dice che 1" e-
sercito tro Dan tesi fuori di Parigi è assicuralo
contro ogni attacco, e raccoglie nuove forze
in ben meritato riposo
Neil'esaminare questo dispaccio abbastan-
za esplicito, troveremo subito la confessione
un po1 velata di ciò che la sortita non è riu-
scita. Tosto che il corpo d' armata atlrovan-
tesi fuori di Parigi, che dev1 essere quello
di Ducrot, raccoglie nuoce forze in ben me-
ritato riposo, è chiaro come il sole che ha
fallito il suo scopo; ch'era appunto di non
is are in riposo, meritato o nò poco monta.
Si dovrà dire per questo che f ultime sor-
tite dei Parigini non abbiano valso a nulla?
Noi crediamo. Tanto le notizie dì Tuurs quanto
quelle di Versailles ammettono, le prime con
affermare^ le altre con tacere, ammettono,
diciamo, che il corpo di Ducrot si trovi an-
cora extra muros ; il che vorrebbe dire aver
ess'» occupate e mantenute almeno le posi-
zioni avanzate del nemico. Ora* con questo
solo fatto, si ha ottenuto un rilevante van-
taggio da parte francese. Nella lunga ed
accanita azione le trincero prussiane avran
sofferto, com1 è probabile, guasti enormi : i
cannoni, se non tolti, saranno stati inchio-
dati, le munizioni distrutte, i magazzini sac-
cheggiati. E se, quale appare infatti, un cor-
po di 103,000 Francesi si trova assicurato
coulro ogni attacco dietro la Marna e sotto
le batterie di Vincennes, non deve riuscir
così facile ai Tedeschi di riparare queste
jatture, anche perchè le pioggie ed il gtdo
concorrono a difficoltarne i necessari provve-
dimenti
E poi, è sempre un passo fatto, un piede
posto ali1 asciutto, un polmone reso respira-
bile; e, con un po1 d'astuzia e un briciolo
di buon volere, non sarà difficile recar nuovi
guasti alle opere del nemico per dilazionare
il bombardamento, e provvedersi di vettova-
glie per rendere impossibile la resa della
città. Ecco cosa veramente ottennero i Fran-
cesi coi brillanti e sanguinosi combattimenti
del 30 novembre e del 2 dicembre.
Senonchè questo parziale successo sareb-
be di gran lunga superiore, qualora l1 eser-
cito della Loire non fosse battuto, ed Or-
léans ripresa dai Prussiani, come ci annun-
zia un novissimo dispaccio. Tutte le spe
ranze d' una riscossa vittoriosa si fondavano
sul fatto del congiungimento d'una parte del-
l' esercito di Parigi con quello del generale
Paladine. In tal caso, i Tedeschi sarebbero
stati presi tra due fuochi; giacché, mentre gli
uniti eserciti di Paladine e Ducrot li avreb-
bero còlti alle spalle, Trochu sarebbe uscito
di Parigi con tutte le truppe disponibili. Al-
lora una catastrofe per le armi germaniche
riusciva ineluttabile. Adesso invece che l'ar-
mata di soccorso è respinta oltre la Loire,
cir è quanto a dire oltre la sua base stessa
d'operazione, la riscossa, se non diviene im-
possibile, è però indefinitamente procrasti-
nata.
I giornali di Vienna, qual più qual meno,
vanno tutti in visibilio. La vecchia Presse
specialmente vede nell'ultima vittoria d'Or-
léans il dito della Provvidenza, che volle
preservare la sua junge Deutschland da un
orribile lutto. Non canti però anzi tempo l'or-
gano aristocratico. Dopo Sédan, per esem-
pio, chi avrebbe mai preveduto che la guerra
continuerebbe fin oggi, fino alla metà del di-
cembre? Ed anche dopo Metz, dopo la pri-
ma vittoria d1 Orléans, dopo il fatto di Le
Bourget, chi avria detto che i Francesi tro-
veranno tanta forza e tanto coraggio da viti-
cere a Coulmiers, da riprendere Digione, da
passare la Marna uscendo di Parigi ?
Eppure questa è pura storia; e se un1 altro
Sédan e un'altra Metz avverranno, cosa non
molto facile ora che i VVimpffen ed i Ba-
zaine sono a Wilhelmshòhe, tutto il mondo
è persuaso che V orgoglio, o meglio, il pa-
triottismo francese durerà nella sua cecità, o
piuttosto nella sua costanza.
Quanto a noi, crediamo fermamente che
le coudizioni attuali della Francia, malgrado
i recenti scacchi, siano migliori d1 assai che
al principio della guerra. Ma questo è un
tema che merita la più seria ponderazione e
gli studi più accurati : locchè ci riserviamo
di fare in un prossimo scritto.
Atteso lo stato di degradazione in cui è
caduta tra noi la stampa, manomessa da
quelli che noi chiamammo le tante volle i
malviventi della letteratura, atteso il sistema
dei libelli, delle calunnie e delle mistifica-
zioni che noi vediamo organizzate dai nostri
avversari sulla più vasta scala, e in pubbli-
co e in privato, e nei giornali e nella piaz-
za, talora nella cattedra e nel pergamo,
crediamo opportuno di riportare il brano di
un programma che l1 onorevole Paolo Fani-
bri dedicava di recente agli elettori di Ve-
nezia sua patria, i quali ebbero il buon sen-
so di nominarlo, per la terza volta, deputa-
to al Parlamento d'Italia, di cui è splendido
ornamento. =
„Niente di più naturale del supponili fuori
dei gangheri contro la stampa, e quindi in-
chinevole ali" opinione di quei moltissimi che
ne sono stomacati e la vorrebbero pure im-
brigliata ad ogni costo. Niente di più natu-
rale che il supportili idrofobo dopo vistomi
assalito a un tempo da tutti i cani idrofobi
della Penisola. Se non che que' disgraziati
animali, non essendo punto riusciti a morde-
re per davvero, ma solo a insudiciarmi d1 un
po1 di bava, io mi trovo sempre in condizio-
ni perfettamente normali di corpo e di spi-
ritose perciò dopo sì lunghe e dure prove
sono, rimasto dell1 opinione di prima.
|§* quale è dessa questa opinione ?
spella di prima, dissi, cioè la esposta nel
libro II della Giurisprudenza del duello. Ec-
cone un saggio:
SyIla. meno che mediocre necessità di una
fiera repressione del libello addurrò un ar-
gomento che non m'accadde di vedere cita-
to mai, sebbene e' cada tutto giorno sott1 oc-
chio: gli è il poco danno eli1 esso fa per I1 ap-
punto alle riputazioni. Si sente spessissimo
a dire che le riputazioni difficilissime a fab-
bricarsi sono poi agevoli a demolirsi.
La sentenza è tra le più sconfortanti, e
se fosse vera, potrebbe non solo spiegare
ma giustificare la vigliaccheria di coloro ai
quali la stima di sè medesimi e la testimo-
nianza della propria coscienza non bastano.
Per buona ventura le riputazioni onestameli
te acquistate sono all' opposto tanto difficili
a demolirsi che non è di più un monumento
granitico. Se passeggiale I' antica Sicilia o
la Magna Grecia, il Lazio o la Terra di
Lavoro, voi trovate la costa e la campagna
sparse di grandi avanzi che furono più forti
dell' opera del tempo e della rabbia dei po-
poli. Nei templi di Pesto 'non mancano che
gli idoli e i sacerdoti ; il Colosseo è capa-
ce ancora di un popolo: gli avanzi del Tem-
pio di Giove a Selinunte colpiscono più di
San Pietro. Una forte riputazione è monu-
mento contro del quale si spunterebbero in-
vano ben altri scalpelli che quelli di un mi-
serabile libellista. Da quanti anni infatti, con-
sulta la tua memoria o lettore, da quanti an-
ni non ti suona essa ali1 orecchio, picchiata
e ripicchiata la calunnia più pazientemente
ed abilmente architettata a carico di qual-
che nobile cittadino? Egli, dicesi, ha forni-
cato coi nemici del suo paese, ne ha tradi-
ti» gì' interessi, ne ha prostituito V autorità,
si è arricchito dell' altrui, la pubblica mise-
ria ha indorato la sua casa la quale è mac-
chiata di tutte le vergogne, perchè madre e
sorelle, moglie e figlie hanno fatto a gara
a chi meglio vendicasse il paese, rendendo-
gli male per male ed onta per onta. Ebbene,
o letlore, quante centinaia di volte ti è ar-
rivato di udire o di leggere tuttociò? E quan-
te volte non hai tu sclamato : anche quest' uo-
mo è finito, questa riputazione è anch' essa
caduta. Ebbene, restò vacante una cattedra,
un comando, un1 ambasceria, un seggio mi-
nisteriale.... do*re si cerca l'uomo? chi è
il candidato? — Il tale! - Il tale? Avete
inteso bene? — Lui, lo ripeto, lui! Ma
tutto ciò che si è detto del fatto suo? —
Da chi? — • Dal tale uomo, dal tal giorna-
le. — Ti ridono in faccia : ma il tale è suo
amico, ma il tal giornale lo sostiene, o per
lo meno non lo combatte più. — (7 è da
perdere la testa per coloro i quali hanno
sprecato tutto il loro fiato e tutto il loro in-
chiostro ad abbattere queir uomo, a mac-
chiare quella riputazióne. Hanno torto, per-
chè tutto ciò è neir ordine delle cose. La
verità e la virtù hanno delle attrattive per
tutti, non esclusi i tristi, quante volte il lo-
ro interesse non si trovi in qualche spicca-
ta opposizione col loro dovere. Ora è egli
possibile che la maggioranza di un popolo
sia interessata a demolire un uomo onesto?
E se questo è impossibile, come non Io sa-
rebbe il trionfo della calunnia e del libello
a carico di un onest' uomo, il quale alla lun-
ga deve avere necessariamente per sè tut i
gli onesti e di più tutti i tristi che non han-
no immediato interesse di combattergli con-
tro ?
Il libello è d'altra parte una necessaria
pietra di paragone della serietà e solidità
dei caratteri. Le antiche società secrele so-
levano provare i loro adepti con dei secreti
terrori. La moderna lascia provare i suoi
uomini colla contumelia e la calunnia, e ri-
ceve un servizio effettivo dalla canaglia che
fa commercio di tale derrata.
Chi vorrà infatti negare che due righe di
accusa tra il si e il no, di accusa impossi-
bile a sopprimersi anche da un censore pre-
ventivo, non agitino un paese schiavo infini-
tamente più di quel che non riesca a fare
un libello in piena regola, con commenti cioè
e documenti, in un paese libero? — Scia-
gura, sclama il principe di Ligne, a coloro
che non hanno ciò che in arte si chiama il
far largo. I paesi liberi hanno per appunto
il far largo, e la stampa licenziosa ci con-
tribuisce alla sua volta, come la bisca e il
lupanare sono pur necessari a formare ciò
che si chiama un uomo di mondo.
Dopo qualche lustro di stampa libera un
paese acquista davvero le qualità di un uo-
mo di mondo.
Che Tarluffo vada a calunniare un galan-
tuomo presso un uomo di mondo, ne avrà un
ghigno di sprezzo, perchè questi indovina
subito i suoi secondi fini : bisbigli invece
qualche cosa all' orecchio di un collegiale,
costui si scandolezzerà.
Sembra un paradosso e gli è un fatto po-
sitivo. Colla libertà della stampa spinta fino
al libello, la calunnia ci perde un tanto.*
Noi non possiamo che plaudire alle idee
generose, alle teorie liberali dell1 onorevole
Fambri; ma crediamo che sarebbe un grave
errore restenderne troppo I' applicazione, l'a-
ver una cieca fiducia sul trionfo della verità
e della giustizia. L' onorevole Fambri fu in-
fatti bersaglio alle calunnie le più avvelena-
te d1 ingenerosi nemici, uia egli ha trionfa-
to di esse, e con lui trionfò la verità e la
giustizia. Senonchè, se il Fambri si fosse
presentato quale candidato a qualche col-
legio d* importanza secondaria, a qualcuno
di quei collegi sui quali V opinione pubblica
non esercita influenza, oppure il giudizio del
pubblico è giuncato, noi crediamo che la can-
didatura di quell'eminente patriota avrebbe
corso qualche pericolo.
Le condizioni morbose nelle quali noi ci
troviamo da vari anni sul proposito dei li-
belli e delle calunnie, e i frequenti trionfi che
vediamo da qualche tempo di avventurieri,
di ciarlatani, d' impostori, d' intriganti e
peggio, ci persuadono che le brillanti teorie
del deputalo di Venezia non sarebbero per
noi applicabili, e che noi peccheremmo di ot-
timismo e d1 illusione nell' abbandonarci a
troppa fede sul trionfo del vero e del giusto.
Infatti 1' opinione pubblica, quella che si
riassume nel motto vox populi, vox Dei, pres-
so di noi è, salve poche eccezioni, un mito,
un' incognita; e se ella vi è, noi la vediamo
sfidala con un1 audacia che tiene all' impu-
denza. Non abbiamo noi veduto p. e. or son
pochi mesi un Fluck, settuagenario, reazio-
nario, forestiero, nemico a Zara, candidare
per deputato in questa città? E vero chela
sua candidatura fallì, ma se nella capitale
del regno si osò far tale insulto alla pub-
blica opinione, cosa non si osa di fare e
con maggiore fortuna del Fluck nei luo-
ghi minori? In generale, tra noi l1 intelli-
genza non rappresenta la maggioranza del
popolo; e dappoiché 1* uomo onesto non scen-
•^''.»mmm
reziooe. I! signor Giovanoi cav. Màrassovich do-
niauda iii liiic la cagione por cui sin'ora non è
sfato assoggettato ad esame del Consiglio d'ispe-
zione e rispettivamente della convocazione gene-
rale il centegno del capitano Stefano Stuck co
rnaodaote il MatnsaUm nel!' avveunla collisione
colla nave amencann. Il preside rÌ8")ionde che a
motivo di lotto nella faraig^lia Stueh non si ha po
toto sin'ora precedere a tale egaroe e si farà quan-
to prima. Il signor Marassovieh si dichiara soddi-
sfatto della data spiegazione.
Da ultimo il sig. de Saraca donnanda spicga-
gazione sulla settima emissione d' azioni, una vol-
ta chela gesta non è ancora coperta, e chiede alla
Direzione se essa ò intenzionata di respingere le
prenotazioni che eventnalniente le venissero fatte.
'[I preside risponde essere stala sospesa la settima
emissione ed il signor de Saraca si dichiara pie-
namente soddisfato. — Chiuso, letto e fìruialo.
fetto, o in altri modi gentili q cordiali pwcnrarono
di lenire il^ mip intenso i|olqre, prego vogliano
compiacersi'di accettare questo pubblico atto d;i
grazie eoa assicurazione dell'imperitw^ ricona-
scenza.
Zara, 11 gennaio 1S72.
Michele, JacsìcJi
1. r. officiale contabile luogotenenziale.
Per ini'ziativa presa da questa Direzione fornios-
8Ì qui pure un Consorzio enologico, ed a merito
dello zelo intelligente e della disinteressata attivi-
tà del comitato eletto dal Consorzio stesso «lei si-
gnori Oliubislavo Covaeevieb, Romano Vlahov, Vin-
cenzo Persen, Elia Scocich e Simeone Gojanovicii
Megliada, presieduto dal sig. C<tvacevich, e per
cura specialmente del li signori Vlahov e Persan
si ottennero soddisfacenti risultati in questo (;rimo
esperimento, Evvi lusinga che il Consorzio, sussi-
diato sarà dall' eccelsa Lnogotenenza come gli
fu promesso, e nel venturo anno si Sj)era otte-
nere utili e maggiori risultati, e che il vino di-
stinto del quale abbonda il nostro distretto ed i li-
quori di Sebenico saranno meglio conosciuti ed
apprezzati.
Lode pertanto ai soprannominati signori che si
resero qiu gt' anno benemeriti, non perdonando a
fatiche e dispendi pel bene delia loro patria.
Dalla Direzione del Comizio agrario
Sebenico, 10 decembre 1871.
Rosa II i, preside.
Jj' ass. Giov. Bellamaricli.
Coo animo profondamente commosso per viva
e indellebile riconoscenza, ringraziano dal fondo
del cuore i sottoscritti tutti quei loro cari amici,
e le multe persone generose e pie che con infiniti
modi genlili e delicati s'adoperarono a lenire l'in-
tenso loro dolore per la perdila da essi fatta del-
l' amata e indimenticabile loro figliuoletta Zocka.
Zara, M gennaio J872.
Spiridione ed Emilia eonjugi Bilbia.
previene che nei giorni di Domenica, Mer-
coledì e Venerdì dalle ore 10 alle 12
terrà consulto durante l'inverno per
malattie d* oreceliie.
Il ricapito è in casa ('aslelli, li piano,
rimpello la sala della Diela.
Coiiinnicato.
Pregiatissimo signor Redattore!-
Pregovi di essere compiacente ad accogliere e
dar posto nel reputato vostro giornale il Dalmata
a questo mio scritto in idioma slavo; in risposta
alla insipiila calunnia lanciatami gratuitamente da
un anonimo galantuomo, inserita nel Crnogorac
colla data Bajnaluca 1 dicembre a. p.; e ripubbli-
cata nel Pseudo Narodni List 23 p. p. N. 102
al quale nulla è sacro.:
„Znam da ce se nasladiti oni časni VlastiInik
(autore) diigorilo onog dopisa, samo kad vidi da
sam se i za malo vrieme k' njemu okrenu; ali je
to samo rad moje čistoće da moram se obazdrti
i treunt s'nogom za odbaciet smrdljvo Pilo s'koim
ot|e da me olipi.
j Dali prvo neg unidjem u odgovore dopisa gori
rečentig, reću sramnom dopisateiju dogorilo onog
Čilanjka, da dostaje za mene to što me saiio od-
kriti neuredni obraz svoi, već iza plota itase s'pi-
lom siiprotiv meni, i di neuzdržašese kadar uka-
zat lice, buduć da ga nej osiduje.
„Sad nek znade čisto, okaljani, Dngorilo, vla-
stilnik, onog dopisa, da ja jesam Andrsa Milosse-
vich sin Ivanov, a ne Milošecić kako on piše, ro-
djen u Glavicam kod Signa, bio sam dobrovoljac
Žandar, a sada trgovac pribivatelj u Splitu, i pri-
kazitelj Kuća Trgovački iz Mletaka Talianski gosp.
A. Battaggia i gosp. G. D. Riko, da odam za iijov
r^čun po Dalraacji i po Bosni rad posala trgoxiue
oni kuća, a ne za dragog posla. Da sam vodom
i srcom Siavljanin Dalmatinac, virni podajuik Ce-
8ara Austrianskog; što su bili i moi Diedovi, otac,
ja i bitće moj pinovi, da nisam Poklisar; da nisam
kupljen kako je možda on, od nitkoga, nit ima
novaca za koje kupljen mogao bi biti, sa sviem
da sam siromah Čoviek, dali sam cola vedra, či-
sta i nepomrčana. I još da bi bili on i svi oni
koi su kako on Ijuborodni koliko ja, mogli bi se
veoma dičit, ali je on kako toliko drugi lucimi-
raca nj.«mu prilični, izdaica, a ne brat SUn ljanski.
„Ja se nebavim o političkom uredu, dali bez
krivenja, kad bi bio upitan alti u kakvu slučaju
oli u razgovoru važnu, bi čisto i bistro izrekao što
Bàm, t. j. da sara siavljanin p#svemn i na svemu
dalmatinac kako gori reko ; da nisam Rus nit pol
Bns, nit što drugo. I to nisam se boja nit sramo-
va izi'cć u svakom slučaju, prid svakim i na sva-
kom mi est u di sam bio.
„Od više reću dugorilu, nek odkrie, sramno čelo
svoje, i nek se podpiše s' imenom i prizimenom
(ako poznaje svoje prizinie, što se boim da ne-
zna) kako i ja se podpisa, pak će vidit da u pr-
vom srietkn primit će pozdrav moi.
„Još moram reći dugorilu, da ako muku podnose
nepravedno bratja Slavljani pod jarnmu), to je za-
sluga naiviše on a kov i bezposlenika kakav je on
i ni ego vi ortaci, jerbo nose lažljivo ime od Na-
rodnjaka, dali nisu drugo već raspor naroda; —
samo njovH važnost jest napunit svoje dupe."
Split, 3 sičnja 1872.
Andria MilossevicJi.
il EPEETICI (caduco)
guarisce per lettere il medico speciale per
r Epilessia D.r O. Killisch in Berlino, ora
Neuenburgerstrasse 8. — Guarigioni comple-
te a centinaia.
Farmacia e Drogheria SERBAVALLO
in TRIESTE
Ciiracao ferrogiiìoso.
Prima d'anaunziare pubblicamcnle questo mio nuovo
preparalo, ho voluto affidarlo al ' esperienza medica, ac-
ciocché ne accertasse il valore nei casi, per i quali il
ferro viene tuttogioriio raccomandato.
(ili splendidi f^uccessi ottenuti mi servono d' attestazio-
ne, e m'invogliano a renderlo popolare.
Questo liquore è di un grato sapore, ed è combinato
ad un ferruginoso 11 meglio assimilabile (Pirofosfato di
ferro e di soda) che non cagiona costipazioni, nè nausee,
nè cattivo alito, come avviene spesso per l'uso dol C'«r-
boiiati e JoJuri di ferro e del Ferro ridodo con V idro-
gene.
Surrogando questi preparati che godettero fin qui nella
ter.ipia un posto primario, se ne surroga anche 1'azione;
e difatti, nelle leucoree, nelle mestrumAoni difficili, nei
C'iori pallidi, in varie affezioni del fegato, nella malaria,
ed in molte malattie consuntive nelle racAtitrf», nelle scro-
f le e ne,\V anemia, s'ottennero effetti meravigliosi e ^rua-
ri(ji >ni perfette.
Le persone gracili, i bambini deboli, ed i convalescenti
che hanno bÌ50^no di riparare all' anemia con eguente ai
processi morbosi sofferti, invece di ricorrere alle acque
minerali di lontana provenienza, imbottigliate e per lo
pili vecchie, soggette sempre se non ad una totale, certo
ad una considerevole decomposizione, e quindi d' effetto
malsicuro, troveranno nell' uso di questo nuovo liquore.
il migliore ed il più efficace mezzo a ricuperare un' otti-
ma S'ilufe.
Ai bambini se ne danno due cucchiaini da caffè due
volte al giorno; ai ragazzi due cucchiaiate, ed agli a-
dulti due bicchierini da rosolio, sempre un' ora prima del
desinare.
me pure in tutti quei oasi foolori pallidi, at
Hieiiort»«', ecc.) ove è necessario di reagire sul
sangue, sia per rendergli la sua ricchezza e la sua
abbondanza normale, come per provocare o rego-
lare il suo corso periodico.
B. U Jod81 PO (li foi'po impuro o al-
terato e un medicamento iiifVdfl«», li'pit.isU«».
Come prova della purezza e della autenticità delle
vere pilloio di Biancard, si esiga il n«»-
•sirtJ.^igfilllO d'ai'S""«»*«» r*'a<Sivo elnno-
fip«tia qui aggiunta in calce dell'etichetta
verdf^. Guardarsi dalle contraffazioni.
tarmacista a Parigi Rue Bonaparte, 40.
Non più
affezioni reumatiche!
con 1'OVATTA I>1
da raccomandarsi a tutte le famiglie, si guarisco-
no i doltiri goto»», peiiMiatìc'^ i caiaiTi,
i dolori arllcolarì, il «Md«»fc» pe«p e s-
d<*i pic'd i ntali di denti e di tv-
sla. Eccellente rimedio domestico e necessario.
Prezzo: 1|2 pacco fior. — soldi.
« 1- n ^ ® n^
l^a virtù di qtiesl' Acqua è propria delle piìt notevoli.
Essa dà alla tifila delle carni quella lsi«trltÌ(ioz?.a
e quel vellutato che pare non siano che dei più
bei giorni della gioventù, e fa sparire le liiaceilio
Ptm»«'. 0'ial""fl"e signora (e quale non lo è?) gelosa
della purezza del suo colorilo, non potrà fare a meno
dell'Acqua di Fiori di Giglio, il di cui uso divenla cimai
generale.
|ì<'|?oSÌ<aE'i : Spalato, de Graz-io. Ciirzola,
Zovelti. Lussin Piccolo, Viviani. Macarsca, Po-
jani. Hagnsa, Drohaz. Scardona, Corokilo. Se-
benico, lieros. Zara, Bercich.
Corso degli Effetti e elei Cambi
all'i, r. Borsa pubblica in Vienna.
Acqua di Giglio.
Uno dei più ricercati prodotti per la loiletta
qua di Fiori di Giglio del Planchais, chimico
giato dì Piirigi.
è TAc-
privile-
Meialliqtìes al 5 '/o
coi censi iV1aa;gio e Nuvenibre
Prestito nazionale al ."> "/g
„ dello Staio dei iSCO . ,
-^'/jossi.
Azioni della Banca nazionale . .
^ dello Stabilimento di cre-
dito
Corso dei Cambj della
Borsa medesima.
fiondra, per 10 lire sterline . .
Argenlo, per 100 fiorini
Zecchini imperiali ...
Napoleoni d' oro t . . . .
Corso medio in v. a.
11
genn.
Il
genn.
13
genn
63 2.5; 62 TO; 63 ~
6 25 62 70 i 63 —
73 70 73 40 ; 73 <0
100 - 105 -llo.b 25
810 — 858 — 863
343 60 344 — 346 60
114 «0 n.S 10 112 90
113 35 113 80 ll4 ts-ii
5 42 5 47 5 46
9 10 19 13 9 It'/;
L' ANCOR "
f)
f)
f^)
te
Società cT Assicuratone sulla Vita e sulle RendUe.
(La sede della Società è in Vienna, città, bober Markt N. 11 nello stab. prop. Ankerliof).
Al 31 Dicembre 1870, erano in vigore:
85,762 contratti con fior. 88,569,772:83 capitali assicurati, e
fior. 54,9b9:39 di rendite vitalizie.
I Fondi di riserva ammontavano a tutto 1870 a fiorini 4,421,098:34.
Lo stato delle associaziotii di so|irawivo«»xa per provveilimento pei
fanciulli e per la vecchiaia al 31 Agosto 1871 ammontavano
a 46,426 soci con un capitale inscritto di fiorini 38,432,264:44
1
Pagamenti per assicurazioni pel caso di morte dal 1." Gennaio 1859, fino il
31 Dicembre 1870.
Por 2025 polfx^ e fior. 3,(509,0 >3:75
Ž)
La Società assume le seguenti diverse ai=isicurazioni :
Pn'l eas» fìi morie, con e senza })artecipazione agli utili a tempo indeterminato o
determinato (vita durante o tenìporariamente),
„ „ €li vita, a preiitii fi«^!»!, con iniiiiitiaU* g-arasiHto oppure me-
diante partecipazione alle mutue a»!»oeia:rJ(»iii di so-
pra vi veii/.a, le quali offrono il più facile mezzo per as-
sicurare dotazioni a fanciulli, e garantire capitali per la vec-
chiaia e ciò mediante un tenue contril)uto annuo.
Coiìtr<>-ais*cisra7Joi»ì per garanzia di pagamenti fatti nelle a.<^!ìoc*iazioEii.
Kc^isclite viiaiixie con rendile annuali, immediate o protratte.
) Per gli scritti inseriti sotto a questa rubrica,
la "Redazione non assume altra responsabilità
tranne quella imposta dalle leggi.
Ringrazlamenli.
Non permettendo l'afflizione che mi preoccupa
porgere personalmente i dovuti ringraziameiìti a
otti quelli che nella perdita dell'amata consorte
Btanislava. mi diedero ambita testimonianza di af-
EMORROIDJ, FISTOLE, ed INFIAMMAZIONE
INTEUNA.
Questi malori tristi e debilitanti possono essere sicura-
mente guariti dai sofferenti, se vogliono adoperare l'Unguento
Holloway, e o-servare, con attenzione minuta, le stampate
Istruzioni. Deve fregarsi bene sulle parti al dintorno del
male, onde ogni materia nocevole venga radicalmente espulsa.
Un cataplasma di pane ed acqna, applicato al coricarsi, sarà
Aantaggioso. La più gran pulizia è necessaria alla cura. Se
coloro clic leggono questo paragrafo, lo porteranno alla co-
noscenza degli amici loro cui esso possa importare, rende-
ranno un servizio che non si dimenticherà mai piò, perchè
la guarigione è sicura.
Tanto 1' Unguento, come le Pillole, debbonsi adoperare per
le seguenti malattìe :
Lombaggine
Mal di capo
„ di gola
„ delle mammelle
„ dei capezzoli
^ di gambe
Morsicature di Mo-
squito, mosche di
rena, ecc.
Pedignoni
Questo maraviglioso unguento elaborato sotto la eoprain-
tenden/.a det professore Holioway si vende ai prezzi di fiorini
3 e fiorini 2 e soldi 90 per vaso, nelle stabilimento centrale
244 Slrand, a Londr», ed in tutte le Farmacie e Drogherie
del mondo.
S K«$f>83tpl. Una persona nell'età di 30 anni mediante un pagamento annuo di fior. 224, può assicurare ai suoi eredi un capitale di fiorini 10,000, da pagarsi dalla Società avvenga la morte dell'assicarato in qualunque epoca, andie un giorno dopo pagata la prima rata del ^ premio. C(»si {)ure: un uomo di 30 anni, assicura mediante un premio annuo di soli fior. 178,
^ alla sua tnoglie d' anni 25, pel caso eh' essa gli sopravvivesse un capitale di fiorini 10,000,
oppure una rendita vitalizia di fior. 738.28. Per assicurare una dote od un capitale a barn-
bini. Si raccomandano le /lH«ocla/J4»tii di »<»ps'a%'vìvc»i»'/.a mediante le quali, con un
versamento atmuo di fiorini 100. — Si riceverà dopo 20 anni una somma incirca di fiorini
6000 a fiorini 8000. — Secondo 1' età dell' assicurato.
N. E. Versamenti tanto maggiori che minori renderebbero in proporzione.
Pros{)eiti estesi sui vari modi di assicurazione, nonché tutti gli schiarimenti de- ^
siderabili, tanto verbali che in iscritto, si ottengono dai rispettivi signori Agenti e @
dai sottoscritti {jm
FedericoHeìmann. (jn
Rappresentante per Trieste, Litorale, Carniola, Stiria, Dalmazia, Carintia, Tirolo e Fiume,
in TIÌIESTE, Via Nuova, Nr. 24, g
Ig in ZARA press» il liljrajd sig. l§pirUIÌone Arla!e Agi-iite dell'AN'CORA. ^^
s
Cancheri
Contratture
Emorroidi
Blefantias
Fistole
Ferite
Gotta
tìonflament! glan-
dulari
Infermità cutanee
Reumatismo
Risipo a
Scorbuto
Scottature
Screpolature
labbra
Screpolala: e
mani
Tumori.
Bolle
sulle
Pillole di Blancard
al «ioduro di ferro iiialtorahite.
Approvate dall' Accademia di medicina a
Parigi ecc. ecc.
Partecipando delle proprietà del Jodio e del
ferro, queste pillole vengòno prescritte spe-
cialmente contro le scrofole, la ti »i nel suo
primo stadio, la gracili là del temperamento, co-
FARINA
del DoUor BEMTO del Uio di Messico
Prodotto alimentare naturalmente ricco di di calCC
Eniinenteinente nutritivo e di digeribilità straordinaria.
Ric»-jroosciuta dai più distinti professori della scienza medica conte l'unico specifico per guaiire le
seguenti malattie:
La coiisuiizioiii' — la broiìcliite e laringite cronica — il calarlo polmonare.
V Anemia (povertà di sangue) — \2i jiara^plegia nei bambini -- le malattie delle ossa e del midollo
spinale — lo spossamento delle nutrici e per riparare le forze dei bambini esauste dal troppo
rapid(» sviluppo.
La Farina Messicana del dottor Beilifo d<'l Bin, adottala dai principali medici nella cura delle aff*"
7.ÌOIIÌ inbercolose, possiede speciali proprietà curative constatale da tinmerose guarigioni. La sua azio««
confortante e riparatrice agendo direttamente sulla turbercolizzazione dei polmoni, ne facilita la cicatrizzazione eh®
si opera prontamente, e ne rende sicura la guarigione.
Prezzo di una scatola di grammi 250 fior. I ; dO.
Unico deposilo in Zara presso la farm. BERCICH — in Milano presso i depositari generali per T Italia:. G-
Laltuada e De Bernardi via S. Pietro dell' orto tO; dalla Società Farmaceutica, A. Mamoni e Comp. —
nezia farm. Zampieroni Zanetti farm. Trieste — ed in tutte le principali farmacie.
Contro domanda si spedisce g^ratls «a opuscolo del dottor Bciiìfo «lei Rio sulle malattie di petto®
loro guarigione mediante la Farina Messicana. — Non confondere la Farina Melisicaiia colla Remltnt^
Arabica Du-Barry.
MATOOVIOH ifiipretiditore, editore et redattore Tipografia Detuaichi-Roo^ier,