>011 tuUi i i^.ibinctti ii'Eiro[ia varino però ;ivviluppit'
ad Op'uil ilinlln iioir aeeusM di iciìtezx.i e <ii pnea .'rior-
.ria vi-rsO le puteiìze ia c'^i ricade li resj)<)i!s,.bilità ili
ìjHanto avviene lu l'olunt.i Le siiHfialio dei i(..t}iiiolto di
Loiulra per la causa polacca SOHO (ru|>|IU evaietili [ler
poterle mellere in dubbio. L' Austria ser.te , se non al-
tro la neees-iilà di condurre a line un in'iviiiìento che
minaccia varcare un ^'iorno o l'altro le frontieio della
Galizia. Se (pieste due pi)k'u/.e avessero trovato nella Fran-
cia una (terielta consonanza il'idee e d'interessi, (re iden-
tiche note sarebbero ormai p;iriiie conlemporanenuieiite alla
volta <li Pietroburgo e di Berlino, ed il tuono ne sarebbe
stato sì categorico ed energico, da imporro la le^'gu al
cosacco ed al suo alleato. Ma, a Napoleone II' non yaiba
puitlo che la questione pnlaeca riceva si tosto ima sulu-
zione definitiva. All'lmj>eralore dei francesi gli avvenimenti
della Polonia prestano lco[)po importanti servizii, perchè
egli possa desiderarne al pari degli altri .stati d'Europa
l' immediata cessazione. Fino a tanto che i'attenzione del-
l' Europa è assorta intorno a qjan:o si passa lungo la
Vistola, le armate francesi possono compierti tranquilla-
mente, purché ci riescano, la coiupiista del Me.ssieo. Fino
a tanto che gli orrori inauditi che commetionsi dai cosac-
chi impietosiscono gli animi dei Francesi, questi non hanno
ngio di rimpiangere la perduta libertà, e le elezioni immi-
nenti [ìotranno compiersi sotto l'impressione dell'apparente
liberalismo predicato dai^li organi utììciosi e semi-of-
ficiosi dell'imperialismo. E poi ehi sa se le complicazioni
che potrebbero sorgere eoli' avanzare del tempo non of-
frirebbero a Napoleone il destro di fare un colpo di nrjano
nelle provincie Cenane? Queste riflessioni ci vengono i-
spirate non meno dall'indoie ben nota della politica na-
poleonica, che dalle notizie che ci giungono da varie parti
sulle trattalive che corrono fra i gabinetti di Parigi e di
Londra, stando alle quali notizie quest' ultimo si nfiute-
robbero di aderire alle proposte del primo, perchè tali, da
noli sortire il menomo efl'etto e da non avanzare d'un
sol passo la soluzione della questione cui si riferiscono.
Corre voce da varii giorni che il Reichsrath anzicchè
essere convocalo, come credtvasi dapprincipio, nel mese
di iHiiggìo prossimo, non si riunirà che nel mese di otto-
bre Vuoisi che tale dilazione sia cagionala dalla lusin-
ga di arrivare nel frattempo ad nn accomodamento colla
Ungheria, la Croazia e la Transilvama. Gli è peranco ma-
lagevole il predire quanto fondata sia oggidì siffatta lu-
singa. Certo si è però che la Dieta della Transilvania sarìi
fra poco con-zocata ed eccitata a dichiararsi se voglia o
meno eleggere i deputati pel Reichsrath, e che ripetute e
lunghe conferenze si tengono da qualche tempo fra il can-
celliere aulico conte Forgach e S. E. il ministro di stato.
Il ritardo della convocazione del Ueichsralh non man-
cherà però di produrre grave malcontento nel campo dei
liberali, i quali attendono con impazienza il momento in
cui la rap[iresenlanza .del paese possa dar mano alle tante
riforme di cui abbisogna 1" amministrazione, onde l'edificio
cosliluzionale riposi sovra solide basi.
Per riconoscere quanto sia giusta l'impazienza di quel
partilo che costituisce la maggioranza del paese, basta por
mente alla folla dei processi di stanipa che si agitano in-
cessantemente dinnanzi ai tribunali e considerare che do-
podimani entrerà in attività Ja nuova legge sulla slampa,
a mitigare la severità e le asprezze della quale, V istitu-
zione dei giurati, che sarebbero uno fra i primi risultati
della prossima sessione legislativa, si presenta come 1' u-
nico ed indispensabile mezzo.
Verso la metà del mese corrente comincieranno nel
Ministero di stato le conferenze della commissione per lo
statuto del regno Lombardo-veneto. II conte Bembo po-
destà di Venezia, il conte Ferrari membro della Congre-
gazione centrale, ed il conte .^larzani vice-luogo(enenle.,
sono stati invitati a recarsi a Vienna onde prender parte
allo deliberazioni. Stando alle notizie che giungono dal
Ventilo, r accoglienza che vi si prepara allo statuto é tale,
che la pubblicazione potrebbe esserne rimessa allo ca-
le nde greche.
Ragusa, 10 marzo.
Ai primi del mese corrente, abitanti turchi di Kolascin
assalirono il villaggio di Bielopolje, situato alle frontiere
dell' alta Albania, con aver massacrato quei cristiani, spo-
gliatone le sostanze e dato fuoco ai loro casolari. Giunto
tutto ciò a contezza della Sublime Porla, ha questa spic-
c;ito, a mezzo di fili elettrici, l'ordine al.governatore in
Mostar di tosto marciare con un corpo di due mila uomini
di truppa regolare, quattro cento Baxi-Bozuk, mezza bat-
teria di cannoni ed un numero di gendarmi verso il dello
Kolascin. Lo scopo di sì falla spedizione si è di farsi con-
segnare i capi che promossero 1' invasione e la devasta-
zione del paese di Bielopolje e le atrocità commesse su
quegli abitanti. Se poi una tale misura non sortirà il di-
visato effetto, la conseguenza irremissibile sarà di porre
a ferro, sacco e fuoco lutti e tutto, a[)partenenti a Kola-
scin, Fino ad ora , non si conoscono pel falto i risulta-
menti della spedizione di sopra accennata; però corre voce,
esservi questa indubitatamente seguita.
Il vapore ordinario in questo momento pervenuto, porla
le notizie in generale che la situazione delle provincie
dell'Albania ottomana conservasi sempre nelli somma in-
certezza e presenta una tensione visibile e sensibile in
tutti gli affari.
Notizie politiche.
AUSTRIA.
Vienna, 8 marzo. Notizie dalla Polonia aniiim-
ziaiio che pai-ecohie bande d'insorgenti furono
disperse e che ne vennero fucilati i condottieri.
Corre voce die il principe Alessandro di }Ies-
sen surrogherà il granduca Costantino che par-
tirebbe.
ITALIA.
Crediamo non senza interesse in generale, e
forse non senza pratiche applicazioni a noi stessi,
l'articolo che segue e che togliamo dalla Patria
di Xapoh.
IL PARLAMENTO
com' è e tome dovrebb' essere.
La storia è maestra della verità dettava Ci-
cerone; e crediamo che in questa sentenza con-
verranno anche coloro, i quah tuttoché dissen-
zienti, pure come noi amano sinceramente la patria.
Cosicché siamo d'avviso oggi di fare un po' di
storia per uso di quelli, che alle volte avessero
potuto dimenticarla.
Datemi un punto d'appoggio, diceva Archimede,
ed io vi sollevo il monclo; noi diremo: concede-
teci un termine di confronto perchè possiamo ve-
nire a concludere.
Il nostro termine di confronto sarà la Francia,
quella Francia che dall' ottantanove in poi tiene
il primato sulle nazioni civili e militari.
Luigi XI trovò la Francia spartita in tanti re-
gnucoli, come appunto fu l'Itaha sino al 1859.
Che fece esso ? Combattè, detronizzò, decapitò i
principotti di Borgogna, di Brettagna, di Nassau,
e costituì la Francia co' suoi naturali confini.
I di lui successori cercarono di mantenere e
consolidare quanto esso aveva compiuta, alimen-
tando lo spirito di gloria nazionale, onde ogni
francese è oggi informato.
Sorsero 1 Bichelieu, i Mazzarini, i Colbert, i
Luigi XIV, i quah con ogni mezzo ora feroce,
ora eroico, giunsero a cementare quella unione
derivata dalla prepotenza e dallo spargimento di
sangue.
Intanto durante i regni del Luigi XV e XVI
le dottrine di Voltaire, dei Rousseau, le mordaci
satire di La Fontaine incominciarono a minare i
pregiudizi e le superstizioni di che a bella posta
si erano rivendicati i troni, finché fatte giganti
nel cuore di quasi tutti i francesi produssero il
celebre 89, cui susseguì il 93, che costò più di
60 mila teste spiccate dal busto. Pure in mezzo
a tale cataclisma, a tanta rivoluzione che rove-
sciava ogni ordine, ogni idea, ogni istituzione, i
francesi uniti e compatti, scalzi e nudi corsero sui
campi di battaglia a rintuzzare la coalizione delle
potenze di Europa, finché vincitori poterono fi-
nalmente, fatti liberi, sciegliere unanimi quella
forma di governo piii confacente ai bisogni, e alla
gloria della nazione.
Anche allora esistevano un Parlamento, che
chiamavasi Convenzione, ma i convenuti, uomini
di mente e di cuore, non sentivano che il dovere
di tutelare la patria loro, cui miravano le falangi
armate di tutto il Nord, non che le navi della
signora de'mari, e lo compierono finché fu cre-
duta salva la Francia, per depositare la somma
delle cose nelle mani di un uomo che la fece glo-
riosamente grande e temuta.
Cosicché senza timore d' andare errati credia-
mo poter asserire che la Francia da Luigi XI a
Luigi XVI s'ingrandì, si consolidò, senza porre
in campo altra questione, e molto meno quella
della libertà.
Noi in quella vece abbiamo or ora fatto quello
che fece Luigi XI con guerre leali e generose,
con plebisciti, con ogni maniera in fine degna
dell' epoca in cui viviamo, avendo per gonfalone
il vessillo della libertà e della eguaglianza in fac-
cia alla legge, col progresso, coli' istruzione.
Noi in quella vece divisi in sette stati, per
abiti e per indole e per costumi diversi, influen-
zati da una politica straniera siccome l'austriaca,
da quella dei preti; noi, per uno di quei mira-
coli del quale neppur ora sappiamo renderci ra-
gione, Siam giunti dopo tanti strazii e tanti pati-
menti e tanto sangue e tanti e lunghi esiUi, a rag-
granellare la maggior parte dei popoli divisi tino
alla somma di 22 milioni, potiendo in campo nel
medesimo tempo le questioni di unità, d'indipen-
denza e di libertà; nò siamo coutenti! che un'al-
tra questioìie si vorrebbe agitata, quella della for-
ma di Governo, tenendo in non calo questa per
la quale oggi non siamo piìt una espressione ge»-
gra/ica come diceva la buon' anima di Metternich,
0 la terra dei morti come disse il vivente La-
martine. Nò basta che nel Parlamento stesso tra
gli eletti della Nazione sorgano questioni, non di
forma, non di sostanza, ma di persone, per cui
come si trattasse di tanti impresari di teatro, oggi
si contano dalle varie parti controvertenti i voti,
come appunto gl'impresari contano i biglietti di
incasso! Ma possiamo noi augurarci di peggio?
Noi ce ne appelliamo a tutti, meno alla schifosa
genia dei neri e dei retrivi: ce ne appelliamo a
coloro che di buona fede vagheggiano una idea
nazionale spontanea, ma ineluttabile, e dotuandia-
mo cosa significa il centro dritto e sinistro, l'e-
strema destra e 1' estrema sinistra ? Noi rispon-
diamo, significa non amare la patria; significa ac-
cettare un mandato senza la coscienza di poterla
compiere secondo le intenzioni di quelh che lo
hanno trasmesso ; significa infine essere stupida-
mente ambiziosi senza essere patriotti.
Ci obbietteranno forse che in tutti i parlamenti
esiste una opposizione. .E chi nega la necessità di
una ragionata opposizione? Vogliamo forse noi
che i deputati, inchinati al Governo, lascino che
questo faccia le cose secondo gii talenta e a spro-
posito e a detrimento della nazione ? Noi più che
altri vogliamo una opposizione ma non sistema-
tica, ma non personale, ma razionale e patriot-
tica ; si alzi pure 1' estrema destra a tutelare i
diritti consentiti dallo statuto al popolo ; s'alzi
pure la sinistra a difendere le proposizioni go-
vernative se reputate giuste, le combatta se in-
considerate e nocive, ma non si vegga la destra
perchè è destra far di cappello alle proposizioni
del Governo, e la sinistra combatterle perchè è
sinistra; perchè non può uno di destra opporsi,
non potrà approvare uno di sinistra gli schemi
di legge, 0 le proposizioni di modificazioni per-
ché fatte dal Governo ?
Cos' è una nazione? Una gran famiglia compo-
sta di tante famiglie. Cos' è un parlamento ? Una
espressione dei sentimenti della maggior parte di
quelle, che trasmettono 1' autorità ai singoh de-
putati di difendere la nazione e di tutelare i pro-
pri interessi. Ora perchè Tizio deputato della si-
nistra non vota anche una buona cosa perchè pro-
veniente dal Governo, e Caio della destra sostiene
il contrario di quello che vien proposto da qual-
cuno della sinistra? Ed è così che si crede di
soddisfare al mandato ricevuto ? Mal si appone
chi lo pensa. — Noi non esitiamo a concludere
che in tal guisa operando, noi operiamo da par-
ricidi e da nemici della patria.
Ma fossimo almeno costituiti, non avessimo al-
meno i Francesi e il Papa a Roma pazienza ; ma
contornati da nemici (e che nemici !) con nel seno
migliaia di Caini pronti a sacrificare i fratelli sul-
r altare della cupidigia, e del privilegio, i patriott^,
coloro che 1' amore di patria e il popolo e i di-
ritti hanno sempre sui labri (non sappiamo se in
core) sono i primi ad innalzar la voce contro la
patria, contro il Governo, contro lo Statuto, con-
tando i voti e rampognandosi a vicenda perchè
uno è stato fatto presidente invece d'un altro.
Noi, mentre i prescelti dalla Nazione contano i
voti, noi ne fticciamo uno, quello che i Dq)utati
di dritta e sinistra sieno Itahani coerenti a se
stessi, osservando il giuro solennemente prestato
e facendo ogni sforzo ad illuminare i rettori della
cosa pubblica, quah essi sieno, perchè questa. /-
talia sia.
— Scrivono alla Perseveranza da Torino, 8
marzo.
Oggi ha avuto luogo, nel teatro Alttorio Ema-
nuele, la riunione a favore della Polonia. Il tea-
tro era zeppo, egli oratori sono stati il Brofferio,
colla sua eloquenza, tutta folgori e senza tuoni;
a che uso, trasformate, potessero e dovessero ser-
vire. Il ministro dell' instruzione pubblica ha es-
presso un parere conforme. È venuto un diluvio
d' ordini del giorno ; ma le due risoluzioni prese
dalla Camera sono state queste: la prima, pro-
posta dal Giorgini, che il ministro dovesse essere
invitato a non nominare professori nuovi a quelle
cattedre di facoltà teologica, che restassero va-
canti. e nelle quali non s'insegnasse discipline di
generale interesse scientifico; la seconda, propo-
sta dal Bonghi, che la trasformazione delle facoltà
teologiche fosse compiuta insieme col riordinamento
dell' altre parti dell' insegnamento universitario.
GERMANIA.
Berlino 14. — Lettere da Varsavia recano
che tutti i membri indipendenti del Consiglio di
Stato hanno dato le loro dimissioni
FRANCIA.
Parif/i 12 marzo. Il H/onileur dice essere ine-
satto che il campo di Chalons debba riunirsi per
la fine di marzo ; si riunirà soltanto per la fine
di maggio, come negli anni precedenti.
La banca di Francia ha abbassato lo sconto
al 4 li2.
Dalla Patrie : Il prìncipe di Reuss, segretario
dell' ambasciata prussiana, è partito stamane per
Berlino.
I giornali annunciano che il principe di Met-
ternich si reca domani a Vienna. Questo viaggio
si riferisce agli affari di Polonia, e durerà solo
pochi giorni.
L'Imperatore ha presieduto oggi il Consiglio
dei Ministri.
INGHILTERRA.
- Il grand' evento al quale da gran pezzo pa-
reva vòlto ogni pensiero e cura del popolo in-
glese, finalmente si compì; e sabato passato la
principessa Alessandra di Danimarca, sposa al prin-
cipe di Galles, entrò in Londra tra pompe e fe-
ste che, al dire de'diarii inglesi, vincono quan-
tunque altre furono mai vedute dalle presenti o
dalle passate genti. Noi brevemente raccoglieremo
da' detti giornali, che n' empiono gli ampi loro
fogli, alcuni de' piìi rilevanti particolari :
La principessa, venendo da' mari settentrionali,
s'imbarcò insieme co' suoi parenti e con numeroso
seguito ad Anversa, e accompagnata dall' armata
inglese, dopo aver toccato Margate ed altri porti
della costa di Kent, entrò il Tamigi, e scese ai
Gravesend. Quivi era venuta a riceverla il prin-
cipe di Galles e gli altri membri della famiglia
reale ; e d'indi movendo per via ferrata, giunsero
alla stazione di Briklayers Arms, innanzi al ponte
di Londra due miglia. La stazione, come per con-
sueto in tali congiunture, era tutta messa a fiori
e festoni e addobbi e bandiere d'ogni nazione.
Quivi vennero a far omaggio i principali della
Casa reale e i grandi officiaU civili e militari. Di là
mosse la processione per andar all'altra parte della
città e traversandola per molte miglia, condursi
alla via ferrata di Windsor. Al ponte di Londra si
opera. Ma bisogna notare che, in virtù della con-
venzione (art. 4), è detto:
"Dans le cas où les travaux seraient com-
plètement terminés avant ce delai de 25 ans (à
partir da l.janvier 1862) le capital de 19,000,000
de fraiìcs sera augmenté d' une prime de cinq cent
mille francs pour chaque année entière, dont le
maxiinu'u de 25 ans aura été réduit.
"Si las travaux durent moins de quinze ans,
la pi;ime sera portée à six cent mille francs pour
chaque année entière, dont ce delai de quinze
ans aurait été réduit. „
Dunque, o signori, è evidente che, in seguito
ai risultati ottenuti dai lavori che vi ho accen-
nati, il termine di 25 anni, accordato dal Governo
francese, sarà abbreviato di 12 anni e mezzo, per
cui noi verremo a guadagnare le 600,000 lire
annue per due anni, e lire 500,000 per dieci anni,
portate dall' articolo 4, e per conseguenza avremo
ancora da percepire a titolo di premio oltre a sei
mihoni. Dippiù avremo ancora per varii anni gli
interessi deHe somine che spendiamo, poiché il
trovò il corteggio del lord mayor con tutte le sue
strane pompe e foggie antiche. La pioggia, T im-
mancabile compagna di Londra, qui cominciò a
riversarsi, e gli ombrelli a far tristo velo allo
splendore dellu spettacolo. Passato il ponte a vi-
sta dell' innumerevoli navi pavesate e stipate, la
processione si mosse per le dense vie della città,
a lentissimo passo, potendo appena proceder ol-
tre tra tanta folla infinita, che mandava fuori
grida frenetiche di gioia. Alle ore tre e mezzo
arrivò al Munsion House; dove la principessa fu
presentata di magnifici e ricchissimi doni della
città di Londra. Intorno alla chiesa di San Paolo
erano adunate più di cento mila persone.
A Tempie Bar il lord mayor col suo seguito
ebbe a ritirarsi, perchè la sua giurisdizione colà
s' arresta ; e sottentrarono 1' autorità civiche di
AVestminster. La lunga, grande e bella via dello
Strand mostrava spettacolo, incantevole, inenara-
bile. Tutta la più eletta società di Londra e di
Inghilterra empieva ogni loggia, ogni finestra; e se
di sè dicesse bella e sfolgorante mostra non è a dire.
Nò meno meravigliosa vista presentava la grande
piazza di Trafalgar, e quindi il Pali Mail e la via
di san Giacomo, dove innanzi al vecchio palagio
reale era schierato un battaglione della Guardia. Al
parco d'Hyde scambiava la scena ; all' aristocrazia
succedeva la democrazia; in luogo de' ricchi e lussu-
reggianti signori e signore, v' era adunata la mol-
titudine senza nome de' popolani e degli artefici.
Ma il iUorniiìg Post ci dice che niun popolo mi-
nuto al mondo si mostra si netto e ben vestito co-
me r inglese; e ricorda lord Macaulay, il quale nel
terzo delle sue storie conta che Guglielmo terzo
nella sua entrata in Londra rimase più che d'o-
gni cosa attonito al vedere il civile e lindo as-
petto del popolazzo britanno. E questa volta quel
popolazzo si mostrò ancora fervido e romoroso,
più che ne' tempi della rivoluzione, nel salutare
e accogliere la sua futura regina. Traversato il
real corteggio venne finalmente alla stazione di
Paddington, che come l'altra., era tutta festosa-
mente addobbata, e dove erano state accomodate
dieci mila persone. Là i principi entrarono nel
treno reale, per andare a Windsor ; donde il te-
legrafo indi a poche ore avvisò che erano felice-
mente arrivati ; e dove nel martedì seguente nel
vecchio castello de're inglesi, era per esser ce-
lebrata la cerimonia nuziale. E così finì questa
grande solennità, della quale furono spettatori più
milioni d' uomini, e che al dire de' giornah inglesi,
non fu vana pompa nè sfoggio insolente di forze
armate, ma libera e verace espressione di popolo
libero e felice e schiettamente divoto a'suoi principi.
PRINCIPATI DANUBIANI.
Buìmrest, 11 marzo. Continuano i dissapori tra
il Governo e la Camera.
POLONIA.
Scrivesi da Varsavia 5 marzo, alla National
Zeitunq :
Anche oggi il Oziennik serba il silenzio in-
torno ai fatti della guerra, quantunque qui arri-
Governo francese non ci rimborsa immediatamente,
ma ci paga gl' interessi delle : somme che impie-
ghiamo annualmente per la parte verso la Fran-
cia ; i quali interessi riuniti assieme possono for-
mare una somma di 6,500,000 circa. Per cui noi
possiamo prevedere che ài fine dell' operazione il
Governo francese entrerà a parte della spesa per una
vino giornalmente notizie di vittorie degli insorti.
Ieri ebbe luogo uno scontro presso Kalaszyn (a
sei leghe da Varsavia), e la sera entrarono in
città parecchi carri di feriti. —• Le notizie con-
tenute nella Sc/tlesische-Zeìlunfj intorno alla vit-
toria di Langievicz sui Russi vennero, per ordine
del Comando urbano segreto, tradotte, stampate
e diffuse a centinaia di esemplari per la città. Il
giubilo per tale vittoria è indescrivibile, e si narra
che abbia avuto luogo un accordo fra i 7-ussi (de-
mocratici) e i bianchi (conservativi).
Mi dicono che Mierolawski ricevette ordine di
andare in Lituania ; secondo un' altra versione,
egli, malcontento dall'andamento delle cose in Po-
lonia, ne sarebbe già uscito.
Ieri comparve il seguente ordine del giorno (n. 6)
del Comando urbano clandestino:
I dolorosi fatti di cui resta vittima la nobile
battagliera gioventù di Varsavia, e specialmente
l'ultimo, che ebbe luogo da sabato a domenica
nella Via dei Signori, ove i volontari caddero
nella rete loro tesa dalle spie, rendono necessario
di ricordare il mio ordine del giorno n. 4, secondo
cui nessuno deve recarsi sotto le bandiere dell'e-
sercito nazionale, se da parte dell'arrolatore non
gli venga presentata 1' autorizzazione per iscritto
del Governo nazionale. Mentre raccomandando ciò
ripetutamente agU abitanti di Varsavia, dichiaro
al tempo stesso che il Governo nazionale non
assumerà alcuna responsabihtà per gli uomini ar-
rolati senza suo incarico, e che questi tali pos-
sono facilissimamente cadere nei lacci dei Mosco-
viti ; di che gli ultimi lacrimevoli avvenimenti danno
la più chiara prova.
Siccome parecchie persone hanno l'audacia di
sfruttare gli interessi nazionali pei loro sco^,
espilando considerevole contribuzione a queUi che
non guardano a sacrificii pel bene della patria,
senza averne formale autorizzazione e senza la-
sciar quietanze del ricevimento, così trovo oppor-
tuno di rinnovare il mio ordine n. 1, secondo cui
nessuno deve affidare a gente che non ha man-
dato del Governo nazionale e non possiede qni-
tanze della serie D cominciando dal num. 20,000,
danari contanti od altri oggetti. L' abuso e la rac-
colta non autorizzata di contribuzioni vengono se-
verissimamente puniti.
Le gloriose geste dell' insuperabile generale Lan-
gievicz , r eroe di Santa Croce , di Wonchock e
Staezow, il condottiero che nel corso di pochi
giorni seppe cangiare un pugno di malpratici vo-
lontari in un esercito vittorioso, fecero nascere in
parecchi bravi figU della patria il pensiero di of-
ferirgli una sciabola d'onore. Perciò si rende noto
che tutti coloro i quali desiderano partecipare a
quest'atto di gratitudine nazionale per uno dei
più valorosi liberatori della patria, possono de-
porre le loro offerte nelle mani degli attuah e-
sattori, con indicazione dello scopo.
Crediamo superfluo di aggiungere che le vittorie
contro il generale Langievicz, così spesso pubbli-
cate nell'organo ufficiale del Governo russo, non
sono che una rete tesa alla diplomazia europea.
somma totale di 31,700,000
Debbo aggiungere ancora eh
torio Emanuele è obbligata a
di 20 milioni, dei quah la Fra
contribuisce per altri 13 milio
opera, e quindi si deve fare a
il rimborso di 44,700,000 in
Per conseguenza, se la spesj
a circa 65 milioni, la nazio
vanto d'aver compiuta sì ma,
carico definitivo di 20 milion
stituiti ci consentono di preved.
avere il rimborso di 44 mili
Ma notate, o signori, che
è compresa anche l^a spesa OCCÉHÌ
araente.
tà Vii-
somma
ende 7,
so della
to sopra
ascenderà
avrà il
ra con un
calcoli i-
dobbiamo
20 milioni
r il tronco
di ferrovia tra Susa e Bardonneche, il quale ò
della lunghezza di circa 40 chilometri, e non co-
sterà meno di 14 e 15 raihoni.
Dunque in definitiva, pel passaggio del Monce-
liisio il Governo italiano avrà a spendere una somma
capitale di 20 milioni, ed io credo che questa sia
tenue in confronto del vantaggio immenso che
ridonderà alla nazione, la quale si trova separata
dal resto dell'Europa dall'immensa catena che il
genio dei nostri ingegneri ha saputo superare, e
che spero sarà pure varcata in altri punti non
meno importanti di questo.
Ecco, 0 signori, i risultati ai quali siamo giunti.
Io spero che la Camera avrà accolto con piacere
tali schiarimenti, e che sarà convinta, come fui
fin dai primi studii sur un sì importante argomento,
che quest'opera, la quale è sembrata così mara-
vigliosa e che ha destata tanta incredulità in co-
loro che non 1' hanno esaminata davvicino, spero,
dico, che la Camera sarà persuasa che essa opera
si compierà con gloria d'Italia e con grande bene-
fizio di tutte le nostre popolazioni (vivi applausi).
— Lo stesso giornale reca:
Un gran numero di polacchi di tutte le età,
impiegati nelle ferrovie francesi o in altre grandi
amministrazioni dello stesso genere, rassegnarono
le loro funzioni e partiranno tra breve per U
loro peese.
Parigi, 15 marzo. Il Moniteur reca molte no-
mine nell' esercito.
Parigi^ 15 marzo (sera). E giunto il conte A-
rese, che fu invitato subito dall' imperatore a re-
carsi alla Tuilleries, ove vennegli destinato un ap-
partamento.
Parigi, 15 marzo (sera). I documenti diploma-
tici relativi alla Polonia sono oggi comunicati al
Senato. Un dispaccio di Drouyn de Lhuys, in data
del 26 marzo 1855 a Walewski, ambasciatore a
Londra, ricorda l'imperatore Nicolò nel 1831 es-
sersi sciolto dagli obblighi verso l'Europa impo-
stigli dai trattati del 1815 relativamente alla Po-
lonia. Le potenze comprendono i pericoli dell'in-
grandimento della Russia, e i vantaggi del ritor-
nare ai trattati che le interdicono di possedere
la Polonia altrimenti che come uno Stato distinto.
Il momento sembra venuto di ricordarsi degli im-
pegni che la Russia aveva preso coli'Europa re-
lativamente alla Polonia.
Drouyn de Lhuys termina invitando Walewski
ad indagare le intenzioni di Clarendon su questo
soggetto.
Un dispaccio di Walewski a Persigny, in data
15 ottobre 1855, constata che Clarendon aveva
la stessa opinione di approfittare degli avveni-
menti, nella misura del possibile, in favore della
Polonia, ma non crede necessario farne una con-
dizione assoluta del ristabilimento della pace colla
Russia.
Un dispaccio di Drouyn de Lhuys a Talleyrand,
in data 17 febbraio 1863, duolsi che la Prussia
sia uscita dalla neutralità. L'inconveniente della
risoluzione presa dalla Prussia è di formulare la
questione polacca, di risvegliare l'idea della so-
lidarietà tra le differenti popolazioni dell'antica
Polonia 5 di provocare l'insurrezione veramente
nazionale, e di gettarsi così gratuitamente in gravi
imbarazzi, e di creare una situazione che sin da
ora è causa d'inquitudine e può diventare sor-
gente di complicazioni pei gabinetti.
Un dipaccio di Drouyn de Lhuys al duca di
Montebello, a Pietroburgo, in data dell'8 febbraio
scorso, constata che la questione polacca, piucchè
ogni altra, ha il privilegio di risvegliare in Fran-
cia le simpatie di tutti i partiti.
Rendendo conto d'una conversazione con Bud-
berg, dice non avergli nascosto che, nostro mal-
grado, gli avvenimenti potevano diventare imba-
razzanti, e che la pressione del sentimento pub-
blico s'imporrebbe maggiormente a misura che la
gravità delle circostanze aumentasse.
Drouyn de LhuySj rammentando le speranze che
l'avvenimento al trono dell' imperatore Alessandro
fece concepire, non nascose, che, esse non realiz-
zandosi, la Russia si creerebbe e farebbe a noi
stessi una situazione penosa. Gli dice di tenere
10 stésso linguaggio al principe Gortciakoff.
Finalmente una circolare di Drouyn de Louys,
del primo marzo, agli agenti francesi sulla con-
venzione russo-prussiana, rende conto de' passi fatti
su questo soggetto.
Parigij 16 marzo. Leggesi nel Moniteur^ che
11 senatore Pietri fu nominato all'amministrazione
della Gironda.
GERMANIA.
Berlino^ 12 marzo. La nomina di Bentkowski,
deputato di Posen al nostro parlamento, e offi-
ciale di artiglieria, come ad latus di Lankowski,
produsse grande sensazione.
Berlino, 13 marzo. Leggesi nella Gazzetta della
Slesia: Langiewicz ricevette 2700 fucili, molte
munizioni, viveri e un rinforzo di cavalleria.
Francoforte 13. — V Europe afferma che T Im-
peratore d'Austria chiamò Metternich a Vienna,
per discutere eopra un' alleanza tra Francia ed
Austria.
SVEZU.
Stoccolma, 14 marzo. Il conte Stael-Holstein
e Bjorek presentarono alla Dieta una proposta
tendente a dichiarare che la Svezia appoggia l'in-
surrezione della Polonia.
La discussione è fissata a lunedì.
RUSSIA.
Varsavia, 12 marzo. L'arcivescovo Felinski
diede la propria dimissione da membro del consi-
glio di stato.
Dal confine polacco, 13 marzo. Ieri Langiewicz
fu proclamato dittatore a Varsavia. Lunedì i russi,
sotto Toll, furono battuti dagl' insorgenti presso
Myszevo, nel governo di Plock.
Telegrammi.
Da Vienna 18 marzo:
Costantinopoli, 18 marzo. Ai primi d'aprile il
Sultano accompagnato da Fauld-pascià, farebbe un
viaggio in Egitto, rimanendo assente per 40 giorni.
La Presse di mercoledìi in data da Cracovia 17
porta: Il quartiere principale di Langievicz sa-
rebbe in Dzyaloscy. Nuovamente, da Cracovia, 17
a sera : La forza principale di Langievicz sarebbe
stata ieri in Ihiaz Wielki.
Parigi 17 marzo. Nel Senato incominciò il di-
battimento sui Polacchi. Parlano Bonjean, Lagiie-
roniere Poniatowski. Lagueroniere propone, l'or-
dine del giorno, nell' interesse della pace.
Da Vienna, !^ marzo mezzodì:
Parigi, 19 marzo. Mercoledì, nella seduta del
Senato ; Walewski protesta contro 1' asserzione di
Larochjaquellins : che i Polacchi siano un popolo
ingovernabile. Ne accagiona la stessa divisione
della Polonia. Il Principe Napoleone sostiene : che
il movimento della Polonia non sia rivoluzionario.
— Sotto il Governo di Napoleone III non si
può per se stesso inspirare pei trattati 1815.
Si deve parlar di loro puramente, per impre-
care ad essi. La Russia cerca di separare la Fran-
cia dall' Inghilterra per motivo dell' Oriente.
Il contegno dell'Austria mi può sorprendere,
ma esso mi tranquillizza. Sarebbe deplorabile il
consigliare i Polacchi alla rassegnazione.
L'imperatore è in pièna vigoria di età e di
genio. La nostra situazione è grande.
È arrivato il momento per agire. BillauU do-
manda che il dibattimento venga aggiornato ; af-
finchè il Governo possa rispondere alle impru-
denti parole che furono pronunciate. (0. D.)
Ma pace... premio della indisertabile
Pugna al natal gemella.
Ch'agli eletti più e più si serra, e l'ultimo
Giacer di lauri abbella.
Ma silenzio... sigillo e ingenua aureola
Dalla parola ornata.
Che ferace sgorgò, ch'ebbe qualch'anima
Accesa e innamorata
Al riso dell' eterno, vivo, fulgido
Ideal cui battea
Il cor nel tuo segreto... e in estri e cantici
I voli a lui spandea!
0 pace! o invidiabile silenzio
Che suoni i muti avelli,
E d' amor li ringemmi, e indissolubili
A vivi l'innanelh
0 mio Giovanni, s'il desio di porgersi
Oltre la fiamma estrema
Anche di qua, grido è di Dio, cuor d'anima
Cui r anima non gema ;
Se dell'ardore che traesti, vivide
Si parver le faville
Seme d'affetti e di pensier che valsero
E ancor vàvianno mille:
L'acherontèo torpore... oh queste frangono
Le leggi d' una fossa,
Onde a soli risacre... e vita e fremiti
Mandano conscie 1' ossa
A me tu spiri... il nugolino eh' ondula
Piangente al sol caduto,
A lui riverte la fuggevol porpora
In menore tributo...
POESIA.
Alla memoria di
Giovanni Franceschi
UHirambo.
Dove sei mio Giovanni?., un tardo annunzio
Che acuto il petto m'ange,
T'impone anche al mio pianto... al desiderio
Ch' ad un avel si frange !..
Ahi recusando eredità... la lacrima
Flebil chi sa a qual pietà,
Altrice stilla a vivi cespi... inutile
Spesso su steril creta.
Pur invocata della vita all'ultima
Orma ... là pia si spande ...
E benedetta !.. Oh sì ì' aprii dà a ceneri
Ad ambe man ghirlande!..
Tu fosti !.. ed or ?.. giran le spere, vigila
La nostra speme ancora,
E sempre fitta all'oriente e immobile
Non so qual' alba implora...
Ed una imbianca... e non è quella ... e a gemiti
E a prieghi il labbro alterna...
Muto a'geli sepolti... e là t'avvolgano
Silenzio... pace eterna!
La "Madre Slava,, che non ebbe al vindice
Suo grido Ausonia sorda
Forse in prima al tuo suon, della magnanima
Ira temprò la corda.
E quel pietoso fior che man femminea
A tua memoria porse,
Ingenuo fior! desto al tuo lampo, a'roridi
Influssi tuoi non sorse ?..
E non vive nel raggio che su gì' ardui
Cacumi il sol saetta.
Quando avallato nell' estremo oceano
A prode opposte affretta? . . . .
No, la vita non muore ! e quando scingesi
I veli egregia un'alma,
Qual pio guerrier lo stanco brando, e chiudesi
Entro il suo ciel di calma;
La Patria allor, come a gelosa gloria...
Come a retaggio sacro ...
Si getta sopra i santi avanzi, e innondali
Dell' espiator lavacro...
E al cor li serra... e singultante gli aliti
Erranti ne raccoglie,
E nel furor de' baci, e senno e palpiti...
Degli estri il nume coglie...
Quindi la tomba è un' ara... ad essa striugesi
Come a invincibil loco
Un fausto genio... e guarda intaminabile
Vestale il sacro fuoco
Da' quattro venti indi il gran squillo ... destasi
La rediviva polve,
E non occidua dal caòs de'tumuli
L'alba di Dio si svolve !
Venezia li 2 Febbraio 1863.
ANTONIO Bossi.
Tipografia Fratelli BATTARA. VJÌSCEKZO DUPLANOICH edit., iropr. e red. responsabile.
per attender a quel ch'era fitori di loro {udite,
udite). II passato regno non si curava della Gre-
cia, ma di quel eh' era fuor della Grecia, e spar-
geva ricchezze che inaridivano le sorgenti interne
per arricchirne altrui. Il fallimento seguì, tutti
gli uomini di Stato caddero nella pubblica repu-
tazione, e finalmente, re e regina ebbero a fug-
gire un paese che non avevano saputo nè reg-
gere nè far prosperare {udite, udite). Quale Stato
era in miglior condizione delia Grecia? Guaren-
tita dalle potenze, essa non abbisognava eserciti,
nè armate, nè fastosa diplomazia; onde l'Inghil-
terra sempre la consigliò a svolgere e fomentare
le ricchezze proprie, e stare in pace co'vicini.
Ma noi eravamo detti gli amici dei Turchi, % i
nemici de'Greci; e lor amici quelli che alla loro
rovina gU spingevano {udite, udite).
È stata ancora censurata la deliberazione di
dare l'isole Jonie. 11 Governo inglese non ebbe
mai caro di possederle ; e se le tenne, egli era
perchè conosceva che darle alla Grecia, quando
i suoi disegni erano aggressivi, riusciva fatale alla
sua politica nel Levante. Come prima vide il Go-
verno inglese il destro di renderle senza pericolo,
significò questa sua deliberazione; sì veramente
che la Grecia avesse dato prova di fondare un
governo stabile e senza disegni di guerra ai vi-
.cini. E noi speriamo che questo potrà in breve
seguire {applauso). Non voglio dar lettura alla
Camera di geografia; ma poscia che si va per
tutto dicendo che le provincie turche s'aspettano
più alla Grecia che alla Turchia, vediamo un poco
come sono esse geograficamente costituite. Di quali
paesi è la Turchia formata? I Principati danu-
biani, sotto r alta signoria della Porta, abitati da
popolo cristiano, con la sua indipendenza made-
vata dalle potenze, e pagando leggiero tributo al-
l'alto signore. La Servia, con meno diritti che i
Principati, ma pur quasi indipendente, abitata da
genti slave di fede greca, rappresentate dal patri-
arca greco a Costantinopoli. La Bulgaria, che
contiene le più strane anomalie etnologiche, par-
lano lo slavo e sono di greca religione, ma per
origine e natura sono tribù tartare ; i padroni di
terre sono turchi e tengono le terre assolutamen-
te; i contadini e lavoratori sono greci, ma non
dipendenti dal patriarca di Costantinopoli, e vo-
gliono piuttosto diventar cattolici che sottostarvi.
La Bosnia, abitata da popolo slavo ; al tempo della
conquista, i padroni di terre si fecero maomet-
tani per salvare la possidenza ; gli altri sono or-
todossi. La Rumelia, abitata da slavi, i padroni
di terre vi sono maomettani. L'Albania, dalle
parti più meridionali in fuori, è tutta turca. In
Tessaglia, i padroni di terre sono i discendenti
degh antichi conquistatori turchi, e, come per sot-
tostrato, il popolo minuto è greco; e in Mace-
donia altresì. Or qual è il novero delle popola-
zioni, cosa che è pure di gran momento ? Il sig.
Ubicini, autorevolissimo, le pone così: I Maomet-
tano della Turchia europea 2,400,000; Greci slavi
4,000,000; Armeni 400,000; Ebrei 70,000; Slavi
6,200,000; Rumeni 1,500,000; Albanesi 1,500,000
Tartari 46,000; Tsigami 214,000. In Costanti-
nopoh sono 475,000 Maomettani, 205,000 Ar-
meni e soH 130,000 Greci. I più adunque nella
Turchia europea sono Maomettani ; e per soprap-
più quasi tutti i padroni di terre sono Maomet-
tani , i quali sono ancora gente buona all' armi,
contro ai quah non reggono i più dei cristiani. E
questo è ben certo che niun conquistatore trattò
mai i vinti più liberamente che il turco; il quale
lasciò la loro Chiesa, le loro leggi municipali, la
lingua. Si fa gran rumore dicendo : i Greci hanno
da avere Costantinopoli. Desiderano forse i Co-
stantinopolitani un re greco ? Guai all' Europa se
questo fosse tentato ; sarebbe il più grande scon-
volgimento che potesse sostenere. Che si farebbe
dei padroni delle terre maomettani ? S' avrebbero
a privare delle loro sostanze? Sono cose che al
solo pensarvi fanno impaurire !
S'è parlato della Servia, di Belgrado, dei Prin-
cipati. Or è certo che la Turchia non ruppe il
trattato con la Servia, ma questa più e più volte
10 violò. E nondimeno la Turchia quando vide
alcun atto soprastante dei suoi officiali, gii punì
e concesse risarcimenti. Ma quei popoli sono sem-
pre incitati da agitatori stranieri, che gli spin-
gono a cercar contese co' Turchi, perchè poi que-
sti sieno costretti alle difese o alle rappresaghe,
e accrescer così l'odio e il mal talento.
L'Inghilterra sopra ogni altra nazione desidera
che lo stato dei cristiani soggetti della Turchia
si mighori, che abbiano pieno possesso delle loro
sostanze, che possano liberamente attendere agli
usi della loro religione, sieno meglio governati e
liberi. Ma per ottener queste cose noi crediamo
che più loro giovi vivere quietamente che venir
ad ogni poco a contesa, cedendo agli incitamenti
de'loro provocatori. Noi non vogliamo ingerirci
nelle cose della Turchia, più che faccia bisogno
per la difesa de'cristiani, ma desideriamo che nè
pur gh altri usino ingerimenti ingiusti. Che è suc-
ceduto in questi ultimi anni nel Montenegro?
Lasciandosi trascinare dalle instigazioni altrui, il
Montenegro ha rovinato sè stesso, ha perduto i
suoi migliori uomini, i suoi più valorosi soldati,
ed è stato ricacciato cinquant' anni addietro. Se
s'atteneva al consiglio dell'Inghilterra, ora sarebbe
in assai migliore stato {udite). Credo adunque che
i modi tenuti dal governo in Grecia e nel Le-
vante sono i più confacenti alla pi-osperità di quei
popoli e alla sicurezza nostra. {Persev.)
GERMANIA.
Berlino, 20 marzo. Nella seduta che tenne oggi
la commissione militare fu respinta dal commis-
sario governativo la proposta tendente a stabilire
11 servizio militare a due anni. . (Diav.)
SPAGNA.
Madrid, 13 marzo. Il nuovo Ministero non ha
ancora dato segno di vita, na non è morto, ed
lio ogni ragione di credere che si prepari ad in-
gannare i pronostici funebri de' suoi avversari.
Malgrado la stranezza della composizione dei suoi
organi principali, esso comincia a respirare e, per
uno di que' miracoli pohtici che non si vedono
che in Ispagna, un partito considerevole, quello
dei liberali di Rios-Rosas, gh inpirò un'aere vi-
vificante, di cui s'aspettano i migliori risultati.
Ieri sera, tutti i partigiani della libertà munici-
pale, tutti coloro che si sono separati dall'Unione
o' donnolista per conservare la loro fede nei prin-
cipii costituzionali, si sono recati dal loro capo
Rios-Rosas, ed hanno deciso, dietro le conclusioni
dell' illustre oratore, di dare il loro appoggio al
Gabinetto Miraflores-Concha. Un sì inaspettato
concorso ha naturalmente fornito materia ai com-
menti più singolari, e tutti i giornali si sono im-
padroniti di questo fatto, giudicandolo in mille
modi. Il più chiaro effetto che ne consegue è la
conferma delle mie precedenti opinioni sulla vi-
tahtà del nuovo Ministero, che fu considerato come
nato-morto, e che, mercè F afflato liberale del
sig Rios-Rosas e de' suoi amici, promette di per-
correre lunga strada. Due motivi principali hanno
contribuito a codesto riavvicinamento : il primo,
è la tema che ha la Corte d' essere costretta a
porsi nelle braccia del partito progressista puro
e della sua Guardia nazionale, raff'orzata dalle
baionette della sovranità popolare ; il secondo, è
il passato del generale José de la Concha, il quale
nel 1854, protestò arditamente nel Senato con-
tro le tendenze reazionarie del ministro Sartorius,
ed inaugurò 1' era del vicalvarismo, che il gene-
rale 0' Donnell usufrutto in seguito con tanta per-
fidia contro la libertà. Il generale Concha ha fama
di liberale, ed è quanto basti perchè trovi appoggio.
L'individualità del sig. Mirafiores e le sue ec-
centricità elettorali sono completamente oscurate
in questo- punto delle influenze di cui dispone il
generals José de la Concha. Questi è deciso, di-
cesi, a camminare francamente nella via del libe-
ralismo, ed a profittare dell' impotenza dei partiti
detti progressisti e moderati, per formare una
maggioranza indipendente, e conciliare i diritti
della Corona con quelli delle Cortes. Egli è, del
resto, mirabilmente giovato dalle circostanze. Da
un lato, i progressisti non osano inalberare la loro
antica bandiera e patrocinare apertamente la re-
staurazione dei loro antichi principii sulla legitti-
mità dinastica, per tema di rendersi per sempre
impossibili come elemento governativo ; dall' altro
i conservatori moderati temono d'aumentare la
impopolarità profonda di cui sono l'oggetto, ri-^
suscitando i loro programmi anti-costituzionii, e
riconducendo al potere uomini antipatici all'opi-
nione pubblica. Il generale Concha, che ha dato
grandi prove della sua abilità amministrativa e
diplomatica nel comando di Cuba, si trova dun-
que favorito in modo singolare dalle circostanze
per usufruire, a profitto delle idee hberali, del
disaccordo che regna tra le frazioni dei progres-
sisti e dei moderati.
Non è dunque da stupire che i liberah indi-
pendenti e disinteressati, come Pacheco e Rios-
Rosas, l'abbiano assicurato del loro concorso, e
r abbiano incoraggiato ad inalzare la bandiera del
liberahsmo sì all' interno che all' estero.
Dopo essersi assicurato delle disposizioni favo-
revoli del partito che rappresenta nelle Cortes i
principii realmente costituzionali, il Ministero at-
tuale ha avuto l'eccellente idea di conciliarsi le
simpatie dei molti funzionari deputati nominati
dal maresciallo 0' Donnell ; esso non ha voluto
provocare alcuna dimissione, al contrario di ciò
che si è praticato finora in Ispagna, tutte le volte
che v' ebbe un mutamento di Ministero. Così esso
arriverà a costituire uua maggioranza parlamen-
tare composta dalle reliquie di tutte le antiche
frazioni della maggioranza e dell' opposizione che
diedero tanta molestia al maresciallo O'Donaell.
La grave quistione dei dimissionarli della ma-
rina, che ha accelerato la caduta dell' altro gabi-
netto, è in piena via d'accomodamento. Il Con-
sigho di Stato ha deciso non esservi luogo a pro-
cedere contro la condotta dei membri e degli im-
piegati superiori del Consiglio di ammiragliato,
che avevano creduto dover rassegnare le loro
funzioni in causa della nomina del signor Ulloa
a ministro della marina: è un impiccio di meno
pel nuovo gabinetto.
Le sedute delle Cortes non saranno aperte che
il dì successivo alle feste di Pasqua. Intanto i
ministri studiano con uno zelo lodevohssimo i
modi migliori per introdurre economie nel bilan-
cio dei loro rispettivi dipartimenti : si calcolano
da 50 a 60 mihoni di reah le economie o di-
minuzioni d'imposte che saranno proposte dai mi-
nistri della guerra e della marina. Questo fatto
sarà un'ottima raccomandazione del nuovo Mini-
stero rispetto alle Cortes ed agli elettori. >
Perchè la sessione che sta per riaprirsi sia più
fruttifera e più popolare, il Gabinetto Miraflores-
Concha ha risoluto d'evitare tutte le quistioni po-
lìtiche che potrebbero dar luogo a discussioni ir-
ritanti nelle Cortes ; e' non intende occuparsi che
degl'interessi puramente materiali ed economici
del paese, ed è fermamente risoluto a sostituirò
la politica degli affari alle oziose discussioni di
parte. L' appoggio della frazione Rios-Rosas e d i
deputati funzionari, eh' ebbe il buon senso di non
destituire, gli assicurano già una imponente mag-
gioranza.
Assicurasi che sarà di molto raddolcito il re-
gime draconiano che regge ora la stampa. Non
v'ha miglior mezzo di far dimenticare il mini-
stero 0'Donnell.
La dimissione del signor Antonio Gonzales dal
suo posto d' ambasciatore di Spagna a Londra,
non ha nulla di politico; essa è cagionata solo
da ragioni di salute.
Il generale Prim si agita molto per diventare
il capo militare del partito progressista : il mare-
sciallo Espartero l'ha vivamente raccomandato
a'suoi amici; ma tutti questi tentativi non rie-
sciranno a nulla, sinché i progressisti persiste-
ranno a sostenere il principio della sovranità po-
polare, ed a negare la legittimità del diritto (li-
vino della regina Isabella. {Persev.)
Tv^ogràU Fratelli BATTAEA, YRNCMM DUPIÌANOICH edit., impr. e red. responsabile.
Jlf« 35« Zara Marzo 1§63.
La Voce Dalmatica
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j5»ra: per un anno tiorini 8; per tei iii^si fiorini 4;
per tre mesi fiorini 2. Pel rimanente della Provincia
o fasri: per un anno fiorini 9; per sei mesi fiorini 4
soldi 50; per tre mesi fiorini 2:25. Per 1' estero, e
pel Lombardo Veneto gli stessi prezzi in argento, fran-
he dei porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I gruppi e le commissioni, franchi dell» spese
postali, si dirigono in Zara a \ incenzo Duplanc eh Re-
dattore della Voce Dalmatica, e gli abbuonamenti, ai
negozii librari! dei signori fratelli Battara e Pietro
Abelich. Gli avvisi di 8 linee costano 1 fiorino, e ogrnì
linea di più soldi 6. La tassa di finanza resta a c<trioo
del committente. Un numero separato costtt soldi 10.
Con questo numero, che è T ultimo del
presente trimestre, interrompiamo le no-
stre pubblicazioni. Con apposito avviso
renderemo noto in qual tempo, sotto quali
forme e a quali condizioni ci sarà dato
riprenderle. Kestano intanto presso l'am-
ministrazione del giornale gì' importi ri-
cevuti superiori al ])rezzo trimestrale di
associazione a disposizione di chi li ha
versati.
Le colonie italiane
SUL LEVANTE.
Quando, nel nome di Skanderbeg e della cri-
stianità, vogliamo rifare un Oriente greco; quando
dimandiamo che la bandiera italiana sventoli sul
Campidoglio ed il labaro sventoli sulle cupole di
Santa Sofia, facciamo un voto ed imprendiamo
un' opera, in cui l'Italia ha interesse non solo u-
manitario, ma commerciale.
Quando 1' Oriente cessò di esser greco, fu un
iiiiomento italiano.
I Genovesi ed i Veneziani corsero pressoché
soli in mar Egeo, il mar di Marmara, il mar Ne-
ro ; ed a mille leghe dal loro paese avevano fon-
dachi e scali godenti delle stesse franchigie che
nella madre patria.
Nel mar Egeo i Genovesi avevano Sniiinj, Te-
nedo, Metelino. Ohio fu conquistata con galere
fornite ia comune da nove famiglie genovesi, che
ne conservarono il governo fin nel 1550, e ne
ritraevano 120,000 scudi annui. Nel mar Nei-o
avevano Gaffa, Azof, Kars^ Eraclea, Sinope, Ca-
strice, Ackerman.
A Gaffa in ispccie i Genovesi erano come in
patria. Affatto sciolti dal dominio turco, vi ave-
vano un porto nazionale per deporvi le merci e
rintoppare le navi nel!'inverno : avevano stretto
relazioni co' popoli vicini ; avevano dato alla loro
colonia magistrati speciali e statuti e moneta ; in-
fine vi avevano stabilito una missione per la dif-
fusione del cristianesimo.
Gaffa nelle loro mani divenne ben presto tanto
importante che i Turchi la chiamavano Costanti-
nopoli di Crimea. La repubblica la cedè più tardi
al banco di San Giorgio. Quella parte della Tau-
ride era stata ceduta da' Tartari, che 1' avevano
con([uistata, nel 1237, a'Genovesi, riservandosi la
città di Crim. Questa crebbe tanto pel vicinato
de' Genovesi che die il nome di Crimea a tutta
la penisola.
I Genovesi possedevano ancora Tripoli di Se-
ria, che fu loro tolta da' Turchi e renduta da un
trattato col re d'Armenia; più la Marca de'Zac-
caria, la Focide de' Gatti 1 usi, l'Acaia de' Centeri,
la Canea in Candia, Famagosta, Limisso, Cassan-
dra, Ainos, Salonicchi, la Cavalla nella Macedo-
nia, xiltoluogo e Sotalia in Turchia, Lisi, Tarso
e Lajazzo nella due Armenie, Totalis in Mingre-
lia, Kubatscka nel Daghestan.
Da cinquanta a settanta grosse navi partivano
ogni anno dalle coste della Liguria pel commer-
cie de' tre mari Mediterraneo, di Marmara e Nero.
Insomma Genova teneva le tre grandi vie del com-
mercio dell' Asia centrale e dell' India, di cui l'una
riusciva al mar Caspio ed al Volga; la seconda
a Pogolato e Lajazzo pel golfo Persico, Aleppo
e r Armenia ; la terza ad Alessandria pel mar
Rosso e r Egitto.
Noto è come Venezia crescesse non solo col
commercio, ma con la guerra, prendendo parte
alla crociata, die pose Baldovino sul trono di
Costantinopoli. Grazie ad Enrico Dandolo, vegliar-
do dall' anima giovanile, cieco dallo spirito chia-
roveggente, essa vi si sostituì alla potenza dei
Pisani. Unitasi a'nemici dell'imperatore greco per
la conquista di Costantinopoli, ne ottenne in ri-
compensa tre degli otto quartieri della città ed
un quarto e mezzo dell'impero. Non ebbe un do-
minio unito ed omogeneo, ma la sua potenza si
disseminò sulle coste della Propontide e del ponte
Eusiuo. Bonifazio di Monferrato le cedè l'isola
di Candia ed i suoi crediti contro Alessio per mille
fiorini di oro e per un territorio nella Macedonia.
II possesso d' una parte di Costantinopoh as-
sicurava a Venezia l'entrata del mar Nero, ove
sboccavano il Tanai, il Boristene, il Dniester ed
il Danubio. Essa riuniva dunque ne'suoi scali le
spezierie del mezzogiorno, le pellice del setten-
trione : tutti gh oggetti di lusso venduti in Co-
stantinopoli vi erano immessi da' Veneziani : com-
pravano a' Mongoli i loro schiavi e i loro bottini ;
vendevano in Egitto armi, legname, olio, noci, man-
dorle, seta, cotone, datteri, zucchero : avevano pri-
vilegi e franchige sulle coste d' Affrica e di Siria ;
fino a Trebisonda possedevano un quartiere con
giurisdizione a se e corrispondevano con l'Armenia,
la Persia o la Mesopotamia, ove ebbero libero traf-
fico e fondarono banchi : da ultimo pel Danubio
negoziavano con P Ungheria, la Bulgaria, la Ser-
via e la Vallachia.
Or dunque che vogliam noi quando chiamiamo
i nostri fratelh ad una nuova ed ultima crociata
contro il Turco ? Non solo cacciar di Europa un
nemico barbaro ed oppressore, far libere le na-
zionalità oppresse ; ma ancora riaprire all' Occi-
dente e particolarmente all'Italia tutte le fonti
di riccliezza che le sono state chiuse senza com-
penso ed a vergogna dell' Europa civile che, da
quasi cinque secoh, riconosce la conquista della
barbarie. (L'Indipen.)
ALESS. DUMAS.
APPENDICE.
Igiene pubblica.
{Continuazione vedi il nr. 23.)
Pel fatto è cosa troppo ridicola che un corpo
d'uomini rivestito dalla legge della piiì alta ma-
gistratura sociale, non sia organizzato alla foggia
d' ogni altra magistratura, nè presenti la sua ge-
rarchia come garanzia degli atti di ciascuno dei
suoi magistrati.
Egli è ridicolo che in virtù del suo diploma cia-
scuno dei membri abbia il diritto di costituirsi cerre-
tano, di vendere al maggior offerente la sola promes-
sa della salute, senz' essere tenuto alla sua parola.
Una riforma è quindi ricercata dal tempo, la
quale faccia cessare questo stato di cose, e operi
una modificazione utile al malato e al medico de-
gno di questo nome ; poiché a gloria dell' umanità,
ve n'ha di cotali.
Dirigendo queste idee al medico di buona fede,
e al malato di buon spirito, gioverà stabilire i re-
ciproci loro doveri.
11 medico, pel suo diploma, non ha il diritto di
vita e di morte sul suo malato ; il malato non è
obbligato di professare una fede cieca nel suo me-
dico. E lo dimostra il fatto, che il malato è li-
bero di scegliere, nella massa, il medico che gli
inspira la maggior fiducia; egli è adunque giu-
dice del suo medico. Perchè non potrebbe esserlo
del valore delle sue prescrizioni ?
La medicina, in tanto ch'essa è l'arte di cu-
rare i malati, non è una scienza ma un tenten-
namento, ed è cio che la fa cadere molto spes-
so nell' arbitrario e nel capriccioso. È noto il
fatto di Bosquillon medico dell'Hotel - Dieu, che
entrando una mattina nella sua sala, diceva agli
studenti accorsi alla clinica "che faremo noi og-
gidì? Ebbene prescriveremo purganti a tutta la
parte sinistra della sala, e salassi alla diritta.,, Kec-
camier, altra celebrità del gran mondo, ordinava
la prima cosa che gli veniva in mente : oggi pezzi
di pomi di terra, domani decozioni di tele di
ragno, e via via. Lo si vide contr'ogni accesso
di emicranie, passare all' estirpazione d'un dente;
contro un semplice tintinnio d'orecchie applicare
stromenti per dilatare il meato uditorio, a rischio
anche di fratturare qualche osso.
("Nostre Corrispondenze).
Vienna, U SS marzo.
Sarete ormai informato delle notizie giunti tre giorni
or sono in via telegrafica da Cracovia sugi' ultimi avve-
menli del teatro dell' insurrezione polacca. Stando a que-
ste notizie il corpo di Langiewicz, formante il nerbo dello
forze polache, era slato completamente disperso, Langie-
wich istesso internato nella Galizia e l'insurrezione di-
strulla annichilita d'un sol colpo. Sennonché i telegrammi
susseguenti e i giornali polacchi giuntici questa mane, hanno
ridotto al vero loro valore notizie cosi esagerate. Già ier
sera un telegramma ci annunciava che malgrado questi
rovesci l'insurrezioiiii è sul crescere tanto nella Lituania
che nella Podolia. Quest'oggi poi la Presse pubblicava un
telegramma particolare giuntolo da Cracovia in data dei
3 ore e mezzo di sera così concepito: «Dopo i fatti del
i 7 e del i 8 corrente presso Zagosce e Busk, i Russi su-
periori in forze, forzarono Langiewicz a passare la Vi-
stola alla testa d'un piccolo distaccamento ed a rivolgersi
verso la Galizia. Il reslo delle bande commandate da Lan-
giewicz si divise in tre colonne per continuare la gue-
Tutti i giorni si sente dal medico onesto con-
fessare ai parenti del malato la propria impotenza
dopo alcuni mesi di trattamento, o meglio di ten-
tennamento inefficace ; io ho esaurito tutte le mie
risorse : non so più chè ordinare ; io domando un
consulto.
Capriccio adunque dalla parte del medico : ed
alla sua volta capriccio dalla parte del malato;
egli prende ed abbandona il suo medico senza
cercarne la ragione. Perchè nè il medico nò il
malato saprebbero trovare una buona ragione di
questa preferenza, visto che nello stato attuale
della medicina non ve n'esiste alcuna. Perchè il
tale è malato ? Uno dice, è il sangue. La bile, dice
r altro. I nervi, il terzo. Come se si potesse esser
malati senza che i suddetti costituenti dell'orga-
nismo vi siano interessati. Ma perchè il sangue,
la bile, e i nervi se ne risentono? Io sfido che
il hnguaggio medico attuale possa rispondere di
una maniera, non dirò punto perentoria, ma in-
telligibile all'una o all'altra delle tre questioni:
la soluzione non la si trova che nelle più grandi
profondità dei misteri della vita. Non è a doman-
darsi alla teoria che il praticabile ed il possibile:
la sesta i ragazzi dai dieci ai quindici anni, la settima
i g-iovani dai quindici ai diciotto anni, la ottava i soci
sopra gli anni diciotto, la npna e 4a decima riunite
sono riservate agli operai e ai giovani di negozio,
Tuna per queili sotto i quindici anni, l'aitra per quelli
dai quindići anni in poi, e cio per dar loro la possibi-
lita di fTequ€ntare la palestra nelle ore libere.
In tutte queste sezipni viene svpito durante l'anno
scolastico un programma die di anno in anno il sot-
toscritto propone, e in date prestabilite vengono fatti
i prescritti esami ai singoJi alUevi per ogni parte dal
programma, cosi che šila fine dell' anno si ha una
votazione per ogni allievo che da modo di formare
una media e di Stabilire una graduatoria> in base alla
quale ali'epoea del saggio finale si distribuiscono i
prcnii ai piu raeritevoli.
ovvio pero che 1'opera di un solo istruttore
non i potrebbe bastare a portare a termine una cosa
cosi complesisa' con si gran numero di allievi, ed-e
percio che noi teniamo annualmente un corso di ca-
pisquadra per poter creare gli elementi che servanc^
di aiuto. per r istruzione ; e con 1'ausilio appunto def*
capisquadra, alcuni dei quali veramente provetti, it
direttore tecnico suddivide le diverse numerose squadre -
in sezioni piu piccole e, dopo aver prescritto la parte
dei programma da svolgersi nella sezione, lascia^ ai
capisq[uadra 51 comp^o della istruzione. Risulta da
quanto e sopra esposto che si prende il bambino dal-
l'eta di sei anni e lo si guida durante tutta la puerizia
e avanti nelia giovinezza fino alla maturita, curandp
il suo fisico e il suo morale in maniera tale da for- »
marne un cittadino forte ed equilibrato. £ si possono di ^
anno in anno constatare i progressi dei fanciulli e dei
giovani con i dati statistici di cui si prende costante-
mente nota.
E' notevole' adunque che in questa citta in cui
si fiene in si gran conto Jo sport in genere e la edu-
cazibne fisica in particolare, si sia cercato di poter
svolg-ere un concorso ginnastico intersezionale e che
si speri di poterlo organizzare in maniera tale che tutti
queili che ci faranno il piacere e l'onore di intervenire
d^bbano restare soddisfatti dell' accoglienza, della o-
spitalita, della. organizzazione tecnica, dei premi.
Prof. Felice Vejflia-
V > direttore tecnico sezi«nale
II Bollettino sara spedito gratis a tutte guelle So- \
cietd o Ginnasti che uvranno la compiacenza di chie-
derlOy rivolgendosi con cartoiina postale alla Sočietd
Ginnastica Zara.
OROIVAOA
Aus^uri
Uscendo alla vigilia della Fešta di Natale e a-
vanti il Capo d' Anno, šentiiimo il dovere di rivolgere
i piii fervidi auguri a tutti i Ginnasti d' Italia, bene
auspiicandrO anzitutto per la grandezza ~ della nostra
amata Patria, affidata ogg-i alla solerte opera delle
forze' giovani e nazionali, cuf spetta il compito di
restituirk nei suoi veri«confini, segnati dalla storia
secolare, e dalla natura. Alla Federazione nostra rivol-
gfianao poi il csldp, affettuoso augurio che possa espli-'
care la massima attivita a Zara e in tutta la Penisola,
validamente cooperando a mezzo di ginnasti animati
da forte volonta e uhiti in coneordia di mezzi -e di
fini, air educazione gipvaliile, sportiva e morale nelle
palestre e campi di jgiupchi; Ppssa la nostra istituzione,
coi suci Ijen ponđerati prbgrarami, condurre al^ vit-
toria la gioventu mandat^i ai Cpnporsi ć pfeparare al
nostro giprioso Esercito, coi sudi corsi jjremilitari, sol-
-dali bene addestrati kila disciplina e al coraggio.
fidenti nella riscossa ideale dei nostro paese. Sia l'anno
noveilo mantenitore delle promesse iatte dai nostri
giovani, i quali, servendo devotamente la patria rin-
novellata dali' avvento delle energie nazionali al go-
verno, correranno alla meta prefissa con sicura fede
ed animo invitto.
II nostro augurio d' oggi e un atto di fede nel-
r avvenire.
Rilevammo dali' Organo Ufficiale della F. G. N.
I. il „Ginnasta" che il Presidente Federale Zaccaria
Oberti, con recente decreto, e stato nominato Grande
Ufficiale in consideraztone degli eccelsi meriti che si
e acquistato favorendo, con la sua perspicace intelli-
genza, con 1' indefessa attivita, con la generosita d' a-
nimo, lo sviluppo commerciale itsJiano, la beneficenza
pubblica e tutte le iniziative rivolte alla grandezza
d' Italia ed al bene dei prossimo.
La nostra „Sezione Federale Dalmata" e la „So-
cieta Ginnastica Zara" inviarono telegrammi di felici- ^
tazioni ed auguri per i'cnorificenza metitata dal Primo
Ginnasta, che ha svolto un' opera vasta e complessa '
a favore della propaganda per 1' Educazione Fisica
Nazionale. Alle felicitazioni gia inviate, il Comitato
esecutivo aggiuuge cordialmente le sue.
La direzione della Societa Ginnastica Zara, nel
assumere il cot^ito di un Concorso Ginnastico Adria-
tico nella nostra citta, ha preso la lodevole determi-
nazione di affidare 1' incarico dell' organizzazione al
suo presidente onorario Signor Vittorio cav, Verban.
Tutti i Soci, ed in ispecie i ginnasti, appresero
tale decisione con compiacenza, o^ sapendo che nOn
si poteva trovar persona piu adatta dei nostro valente
amico per realizzare per la prima voltav.il loro sogno
di un Concorso Ginnastico a Zara.
Comitato esecutivo. Domenica ebbe luogo nella
sala Baiamonti della Societa Ginnastica Zara, l'adunanza -
numerosissima di soci,. mvitati e di tutti i direttori
delle varie sezioni, per ia costituzione dei Comitato
esecutivo dei Concorso Ginnasticd Adriatico che si
terra addi 1-3 giugno a. p. La votazione segui a vbti
unanimi e, dopo ampi schiarimenti e relativa relazione
da parte dei Dott. Sorich Casimiro e Verban Vittorio;
la presidenza dei Comitato esecutivo fu eletta coii :
il colonnello Federico cav. Ferri a presidente, il coman-
danle Romaho cav. Alvigini e Vittorio cav. Verban a
vicepresidenti, Anlonio Smirich a segretario, Abele
Radman « cassiere, Felice prof. Veglia a direttore
tecnico.
Dei componenti le varie commissioni, come lo
prescrive il Regoldtaento tecnico federale, e dei Co-
mitato femminile, daremo i nomi nel prossimo numero.
L' inizio fu buono ; ora rimane 1' arduo compitp
che tutti devono ašsolvere, per la miglior riuscita dei
Concorso, affidato a peršone di ottima perizia e volonta.
, Concorso. E* aperto il concorso per un disegno
— possibilmente a colori — da utilizzarsi per un ma-
nifesto reclame per il Concorso Ginnastico Adnatico.
Sarebbe desiderabile che fosse messo quale figura
principale e ben rilevata il discobolo, ch' e compreso
nel nostro distintivo sociale. Come fondo dovrebbe
essere la „fossa" di terraferma, con la bella porta dei
Sanmichieli, completa nel suo basamento, e barche da
pesca chiog-giotte;
II termine dei concorso sara la fine della seconda
decade di gennaio. I dise^ni dovranno pfesentarsi
nella Segreteria, sociale.
Editrice : La Societa Ginnastica Zara
Direttore: Simeone Vallery
Tipografia E« de Schonfeld
gianti parole, promettendo il suo appoggio piii completo
per il prossimo concorso.
II generale marchese Trionfr, comandante della glo-
riosa Brigata Liguria, e lieto di assicurare che sia perso-
nalmente, sia come comandante del Presidio Militare di
Zara, dara ogni appoggio alla brillante iniziativa presa dalla
nostra societa «che si rende veramente benemerita nell'in-
culcare ai giovani insieme alla passion^per ogni esercizio
sportivo, i piu s?ini e pattriottici sentimenti verso la nostra
grande Patria».
II dott. Rodolfo Battara, commissario pel comune di
Zara, afferma che alla grande manifestazione sportiva, la
quale «ha cosi alto significato nazionale ed e atta a dar
particolare lustro alla nostra citta, non puo mancare 1' ap-
poggio morale del Municipio».
II colonnello Cav. Uff. Ferri, comandante del glorioso
157.0 Reggimento fanteria, si dichiara «ben lieto di (pterci
prestare la sua opera ed il suo concorso, che, se modesti,
avranno pero il pregio di essere spontanei e volpnterosi».
11 Commissariato postale telegrafico della Dalmazia
".osi chiude la sua vibrante adesione: «La manifestazione
sportiva servira inoltre a far meglio conoscere ai fratelli
della Penisola questo estremo lembo di terra italiana, vigile
scolta sulla spondš orientale dell' Adriatico, e varra a ce-
mentare piii saldamente i vincoli di amore e di solidarieta
fra r una e 1'altra sponda, per il bene e per le migHori
fortune della Patria comune».
Plaudono pure alla belia iniziativa il Comando dei
servizi della Regia Marina e la R. Capitaneria di Porto,
offrendo l'aiuto che sara loro possibile di dare.
La Presidenza del R. Ginnasio-Liceo «G. D'Annun-
zio» offre, interprete sicura «del fervido consentimento dei
colIeghi», «la modesta collaborazione di insegnanti e di
alunni» per il concorso, «che nel pensiero dei suoi promo-
tori dovrebbe assurgere alla dignita di una solenhe mani-
stazione nazionale».
La Presidenza della R. Scuola e Istituto Tecnico
«plaudendo alla patriottica iniziativa che contribuira a pren-
dere vieppiu note le virtu degli italiani della Dalmazia,
promette fin d' ora di dare tufto 1' appoggio possibile per la
migliore riuscita di questa manifestazione sportiva».
La scuola d' Arti- e Mestieri »P. Bakmacz>> aderisce
con entusiasmo e mette a disposizione del comitato una
squadra di operai.
Anche la Presidenza del R. Istituto Magistrale di
Borgo-Erizzo offre il suo appoggio morale e materiale agli
organizzatori del Concorso.
11 «Circolo degli Ufficiali» assicura che prestera alla
iniziativa della nostra societa tutto 1' appoggio che potra,
tanto piu che essa societa ha comuni con gli ufficiali lo
scopo ultimo ed il programma dell' opera: <<1' elevazione
morale e fisica delia gioventu per un' Italia completa e
compiuta».
Per mancanza di spazio dobbiamo semplicemente re-
gistrare una quantita di altre adesioni pervenuteci, vibranti
anch'esse di fervidi consentimenti e di fraterne offerte di
collaborazione e di aiuti:
Associazione tra Mutilati e Invalidi di Guerra.
Associazione Nazionalista Italiana - Gruppo Dalmazia.
Convitto Nicolo Tommaseo.
^ Circolo Canottieri «Diadora».®
Societa Filarmonica.
Lega Italiana.
Juventus Jadertina.
Comitato permanente del Fascio. delle associazioni
pattriottiche di Zara e Borgo-Erizzo.
Unione 3portiva Jadera.
"Veloce Club Zaratino.
Fer schianmenti, adesioni e altro scrivere :
<dla „Societa Ginnastica Zara'' in — Zara,
oppure rivolgersi personalmente alla segreteria
Palazzo Fozza dalle 5-6 di tutti i giorriL
Aspettando il programma.
Non possiamo ancora spedire il programma che
si trova presso il Direttore tecnico federale per I appro-
vazione. Appena ci sara ritornato, lo comunicheremo
immediatamenie.
Per ora possiamo informare che nelle linee gene-
rali seguira il programma dell ultimo concorso nazionale
di Trieste.
Probabilmente verrd eliminato il secondo esercizio^
del collettivo.
OROJVAO^
li lavoro di organizzazione. Dei vari comitati
che lavoreranno per la perfetta riuscita generale del con-
corso sono gia stati costituiti i piu importanti e cioe: 11
comitato finanžiario,^ Štampa e pubblicita, Alloggi, Vitto.
Man mano si sta procedendo alla costituzione definitiva
degli altri come: Trasporti e facilitazioni, Ricevimenti e
fešte, Premi ecc.
Chi intendesse prestare 1' opera sua per i lavori di
organizzaziune puo annunciarsi al comitato' esecutivo del
\ concorso.
L' inno del concorso. Troviamo nel Bollettino
della Societa Ginnastica «Ardita» di Milano la ristampa •
deir inno popolare delle Societa Ginnastiche del prof. Cav.
Aldo Boito — Mušica di Giacomo Bini — Noi siamo
Ginnasti dal braccio gagliardo», perche esso venga adottato
come inno nei concorsi. Aderendo a tale proposta, il Co-
mitato Esecutivo lo fara obbligatorio per il nostro Con-
corso Adriatico.
Rendiamo noto alle Societa che 1' Editore e Giuseppe
D'Amato, Torino Via 20 settembre.
Accademia di ginnastica e di varieta. Ala-
cremente coadiuvato dai direttori della sezione ginnastica, il
prof. Felice Veglia sta organizzando un' accademia di gin-
nastica e di varieta.
Editrice: La Societa Ginnastica Zara
Gerente responsabile : Simeone Vallery
Tipografia E. de Sćhbnfeld
Banca Adriatica
Capitale azionario Lire 15,000.000 - Riserve Lire 5,100 000
Abbazia, Belgrado, Cattaro, Cilii, Krainburg, Lubiana,
Marburg, Metcovich, Ragusa, Sarajevo, Sebenico, Spalato,
Trieste, Zagabria, Zara
Eseguisce transazioni bancarie d' ogni genere
Accetta versamenti
su libretti di đeposito a risparmio ali' interesse annuo del
Importi migliori vincolati ad un preavviso
alle migliori condizioni da convenirsi
DEPO SI TO
BIRRA DREHER
—^ Rappresentante
STEFANO MILIN - ZARA
======= Magazzini commerciali - = =
Telegrammi: MILIN — Telefono N^-o 19.
Numero 3. Conto corrente con ia posta.
Maržo
ir. O. JV. I. G. JV. I.
Concorso Ginnastico Adriatico
Intersezionale maschile e femminile
sotto l'alto patronato di S. A. R. il Principe Ereditario UMBERTO Dl SAVOIA
BOLLETTINO UFFICIALE
DA TRENTO A ZARA
Trento, Trieste e Zara
sono nomi che ricordano e
definiscono tutt'una epopea
nazionale di lotte e di mar-
tirio, di speranze e di do-
lori, di ben meritata libera-
zione e idi incredibile sacri-
fizio.
Trento e stata la prima
citta redenta ch' ebbe il
battesimo dei ginnasti di
tutta Italia in un' esaltazione
di forza, di gagliardia, ma
sopratutto di iede.
E Trento accolse i gin-
nasti con larga ospitalita e ,
con intima gioia di citta che
tranquillamente assapora la
dolcezza dell' intera e piena
iiberazione. Ed i ginnasti la
invasero tutta, portando ol-
tre che la loro balda spen-
sieratezza giovanile, un or-
goglioso senso di padro-
nanza, non riscontrato nei
passati concorsi.
E Trento seppe nella
breve permanenza dei gin-
nasti, avvincerli sempre piu
a quelle superbe balze, ma
seppe sopratutto farli pie-
gare in muta venerazione
davanti la vi'a crucis dei
martirio di Cesare Battisti;
fece inchinre le fronti ardi-
mentoše al ćolosso di forza,
di fede e di volonta ada-
mantina, che basterebbe da
solo ad esaltare una NaziOne che non fosse 1' Italia e
renderla invidiata da tutte.
Monumenti, personalita ed avvenimenti di Trento
sfuggiranno dilla mente dei ginnasti, non sfuggira dal
loro cuore il ricordo imperituro di Cesare Battisti,
il solo. ' _
Ricordo, sempre, come i nostri ginnasti irmppero
spensierati ed ailegri al canto di inni patriottici, nel
castello dei Buon Consiglio, per divenire poi subito
pili gravi e pensierosi, ed
uscirne poi cambiati da una
intensa commozione patriot-
tica mai prima provata. E
le fotograjfie dei martirio,
acquistate in quella circo-
stanza, con venerazione con-
tinuano ancor oggi nei lo-
cali Sociali ad imprimere alti
sentimenti di carita patria.
Da Trento comincio- il
pellegrinaggio sportivo Na-
zionale dei Ginnasti d' Italia
che continuo ed ebbe il suo
piu superbo coronamento a
Trieste, radiosa nel suo bel
golfo.
Trento e Trieste nomi
cari di lotta per tutti gli
Italiani contro il secolare
innominabile oppressore; e
che rappresentavano le cin-
que provincie da redimersi r
Dalmazia, Gorizia, Istria,
Trieste ed il Trentino. E
dai monti al mare, nel rag-
giunto suo naturale confine
dalle Alpi al Carnaro, i
ginnasti d' Italia ricambia-
vano a Trento eda Trie-
ste, le innumerevoli gite di
ginnasti irredenti, nei con-
corsi vari delle varie Citta
della Penisola.
Anche a Trieste i ginnasti
s' inchinarono pensierosi al
Segno fatidico ed ammoni-
tore di pura fede Nazionale,
a Guglielmo Oberdan: di Guglielmo Oberdan, che
seppe precedere con I'esempio dei suo martirio, tutti
gli eroi delle nostre regioni, che, nelle lunghe ore
della lunghis^ma attesa dei fratelli, si ritempravano pe!
supremo cimento.
Ed in ispecie. Trieste ebbe il siio ben meritato
entasiastico successo, nell' undecimo Concorso Nazio-
nale, per quella numerosissima sćhiei'a di Ginnasti,
disciplinati e ben organizzati dai forti Uomini nostri^
Conto correnfe con ia posta.
fr. C^. JV. lE^. G. I.
Concorso Ginnastico Adriatlco
1-3 OitaLgno 10^3
Intersezionale maschile e femminile
sotto l'alto patronate di S A. R. il Principe Ereditario UMBERTO Dl SAVOIA
BOLLETTINO UFFICIALE
11 conte Piero Foscari
e morto sabato 7 aprile.^
A1 gentiluomo Veneto perfetto, al patriotta
insigne^ al Combattentć onorato, al figlio de-
voto di nostra Terra, alF apostolo d' Italianita i
ginnasti di Dalmazia s' inchinano angosciati per
Ia terribile perdita, che sopportano, faeendosi
del suo illustre Nome ara e vaticinio di miglior
vita per la grandezza della Patria.
Gloria!
L'ulfima sua lettera dd. 18 maržo 23, pervenutaci :
»Gratissimo dell'onorifica offerta, accetto con entu-
siasmo di far parte del Comitato d' onore del prossimo
Goncorso Ginnaštićo Adriatićo, desideroso di venire in quei
giorni, come per devoto pellegrinaggio, a codesto altare di
italianita sublimata dai secoli e dalle vicende antiche e nuove.
Con riconoscente saluto Piero Foscari,
Adesloni per il comitato di Onore
Le adešioni numerose e sincere che ci sono pervenute
via via sono ragione di legittimo orgoglio per il nostro
comitato; infatti tutte le persone piu note di Zara, della
Dalmazia, deUMtalia tutta hanno voluto accettare di far
parte del nostro corftitato d' onore inviandoci i I saluto e
r augurio anirnatore. Ricordiamo successivamente :
// senatore Vittorio Zippel «accetta con animo rico-
noscente... col memore pensiero alle indimenticabili magni-
fiche giornate di Zara nel Congresso della «Dante Alighieri».
L* avvocato Guglielmo Bonarelli ci 'mv'm dalla vicina
Ancona i piu fervidi voti «grato agli amici di Zara per la
miemoria che conservano di lui».
II sen. Paoto Boselli ti telegrafra: Rićevo ora la
sua lettera. Ringraziando, mi e grato far parte del Comitato
pro Concorso, cui Ella e preside. Tutto cio che riguarda
Zara mi commove e mi inspira per la virtu dei ricordi e
per la fede che sempre piu arde».
Amedeo Moroni telegrafa: Accetto volentieri fare
parte Comit&to d' onore pro Concorso Ginnastico Adriatićo.
Cordiali saiuti.
II prof. Angelo BertoUni: «Ricevo il cortese invito
di codesto spett. Comitato di aderire a far parte del Co-
mitato d' onore per il Concorso Ginnastico Adriatićo che
si terra nella nostra Zara dal 1 — 3 Giugno p. v. E non
occorre che io Le dica con quanto piacere aderisco pron-
tamente ali'invito, considerandomi molto onorato di veder^
mielo rivolto®.
II Comandante Roncagli scrive: Aderisco assai
di buon građo alla nobile manifestazione patriottico-sportiva
di cosi schietto carattere adriatićo, che avra luogo'in co-""
desta italianissima citta, e mi dichiaro ben lieto di entrare
a far parte del Comitato d'Onore. <
II prof. Emilio Bodrero scrive: «invio la mia piu
calda ed affettuosa adesione, sicuro che essa, confermera
una volta di piu le tradizioni nobilissime di Zara e della
Dalmazia tutta italiana, da ^rbe a Cattaro. Accetto di far
parte del Comitato d'onore»,
Da Michelangelo Zimolo alto Comnaissario Politico
del Fascismo, Rappresentante della Dalmazia nel Consiglio
del Partito Nazionale Fascista riceviamo: Ringrazio viva-
mente codesta on. Presidenza che si e compiaciuta inclu-
dermi tra i membri del Comitato d' onore del Concorso
Ginnastico Adriatićo Intersezionale sotto l'altro patronato di
S. A. Reale il Principe Ereditario. Accettando auguro al
Concorso Ginnastico 1' esito migliore. Certo da esso ancora
una volta risultera il valore in tutti i giuochi sportivi della
gioventu zaratina, espressione purissima di tutta la gioveuru
generosa della Dalmazia muti|ata e tradita, ma che il Go-
verno nazionale di Benito Mussolini non oblia. ,
V On. Paolucci ringrazia vivamente di far parte.
S. E. Sićiliani Luigi: «Accetto, di gran cuore rin-
graziando, r onore di far parte del Comitato per il Concorso
Ginnastico Adriatićo, cui auguro il piu completo successo».
II Conte Carlo Brandolini d' Adda... «Col fervida
augurio per la migliore riuscita del Concorso stesso invio i
migliori e fraterni saiuti». .
L' avv. Cesare Plccoli ci scrive: «Ricevo il Vostro
invito ed aderisco ben volentieri e con grato animo».
PROGRAMMA
DELLE GARE E DEI FESTEGGIAMENTI
Mercoledi 30 Maggio.
Ore J7.~. - Apertura della Mostra artistica alla Biblioteca
Comunale Pier Alessandro Paravia. La Mostra
restera aperta fino a tutto il 3 giugno dalle 17
alle 19. I biglietti d'ingresso alla Mostra co-
steranno 50 centesimi.
Giovedi 31 Maggio.
Ore 18.—. - Arrivo di ginnasti via Trieste.
Ore 21.—. - Arrivo di ginnasti via Ancona. - Gli arrivi delle
squadre di ginnasti hanno luogo sempre alla Riva
IV novembre di fronte alla Porta Catena.
Ore 22.—. - Maraschino d'onore al Caffe Centrale.
Venerdi 1 Giugno.
Ore 6.—. - Sveglia. La banda dei ginnasti percorrera le vie
§ della citta.
Ore 7.—. - Apertura del Concorso Ginnastico Adriatico allo
Stadio della Societa Ginnastica Zara (Ingresso
dal Viale Francesco Rismondo). — Gare indi-
viduali artistiche ed atletiche.
Ore 10.—. - Adunata degli ospiti non conconenti in Piazza del
Plebiscito per una visita alla citta.
Ore 14.—. - Continuazione delle gare allo Stadio con i campio-
nati atletici individuali.
Oie 21.—. - Concerti musicali alla Riva Vittorio Emanuele III.
Sabato 2 Giugno.
Ore 6.30. - Sveglia della banda dei ginnasti.
Ore 7.—. - Gara nazionale di squadre.
Ore 10.—. - Visita ai monumenti della citta
Ore 11.—. - Apertura della Mostra d arte sacra nel Palazzo
Arcivescovile. La Mostra restera aperta a tutto
4 giugno dalle 11 alle 13. Ingresso libero.
Ore 14.—. - Gare militari. Produzioni squadre femminili ed
allievi. - Gara artistica di squadre.
Ore 21.—. - Concerti musicali alla Riva Vittorio Emanuele III. -
Frescata in rpare. - Concorso di barche illumi-
nate. Un'apposita giuria assegnera dei premi
in oggetti.
Ore 21.20 - Arrivo delle rappresentanze federali.