Sìc.come il tumulto e le grida aumen-
tano, il presidente, sospende il dibatti-
mento.
Dopo una pausa durata an quarto d'ora
parlano i difensori per le repliche.
Alle, ore 1 e mezzo pomeridiane viene
finalmente pronunziata la sentenza per
1' oltraggio arrecato alla bandiera ungarica
Gli accusati vennero condannati a pene
varianti fra i sei, quattro, tre e due mesi
di carcere.
LA CRONACA
Per r onomastico di 8. M r im_
?eoatroCe- ~~ Ieri' nella insigne collegiata
di San Simeone, venne celebrato, per 1' o-
nomastico di S. M. l'imperatrice, un so-
lenne ufficio divino, con l'intervento delle
rappresentanze di tutte le autorità civili e
militari.
Per il monumento a Niccolò Tom
maseo. —- Riceviamo e pubblichiamo :
4Codesta spettabile amministrazione co-
munale ci fece una nuova graditissima o-
blazione di f. 30, avendone parecchi anni
or sono fatta altra di f. 100; e 1'egregio
signor podestà cav. de Trigari volle pare
per conto proprio mandarci una seconda
offerta. Questi atti spontanei di patriotti-
smo, nell' onorare la gloria più grande di
Dalmazia nostra, provano ancora una volta
quanto Zara sia città gentile e civile, lie-
ta di rendere omaggio ai nostri uomini
illustri ; ond' io sento il debito, a nome an-
che dell' intero comitato, di ringraziare pub-
blicamente e codesta spettabile ammini-
strazione comunale e il signor cav. Trigari.
Speriamo che giovi il nobile esempio a
scuotere qun' comuni della provincia, che
ancora non fecero un'offerta per il monu-
mento, benché invitati sin da quando si
costituì il comitato ; e la nuova lista che
oggi siamo lieti di mandarvi gioverà a
muovere altri comprovinciali, che sanno
apprezzare il Tommaseo, a mandarci un' of-
ferta.
Sua eccellenza monsignor Gregorio Rai-
cevich, arcivescovo di Zara f. 30 — Vin-
cenzo Rossini, Sebenico f. 4 — monsignor
vescovo Stefano Benedetto Pavlovich Lu-
cidi, Macarsca f. 7 -- Demetrio Luxardo,
Zara f. 15 — Michelangelo Luxardo, Zara
cor. 40. —
Grazie infinite a tutti questi degni pa-
trioti a nome dell'intero comitato e uu
particolare ringraziamento da parte mia a'i
distinti signori fratelli Luxardo, che voi
lero accompagnarmi e loro cospicue spon-
tanee offerte con lettere assai gentili, dalle
quali spira la venerazione che serbano alla
benedetta memoria di Niccolò Tommaseo.
Paolo Mazzoleni, presidente del comitato.»
Armamenti. — Mercoledì scorso è
pervenuto 1' ordine al Comando di marina
di Pola di porre in assetto di guerra le
corazzate Tegetthof e Imperatrice Elisabetta,
imbarcandovi le artiglierie di grosso calibro.
Questa notizia sta in connessione col
fatto, che quasi tutte le grandi potenze
europee mandano le loro squadre navali
in Oriente per indurre la Turchia a solle-
citare le promesse riforme, in seguito ai
t rbidi scoppiati in varie parti dell' impero.
I legni dell' Inghilterra, delia Francia e
dell' Italia devono essere già arrivati nei
vari porti dell' arcipelago greco e dell' A
sia Minore.
Movimenti militari. — Venerdì scor-
so arrivò nel porto di Gravosa il piroscafo
Bóthori della società Adria di Fiume e im-
barcò per Cattaro 821 fanti e 5 officiali
giunti dall' Erzegovina. L' artiglieria è in
grande movimento alle Bocche. Si traspor-
tano carri e munizioni e si armano le for-
tezze. Il battaglione della Landwehr sarà
trasferito provvisoriamente da Cattaro a
Perzagno.
I funerali di Romano Vlahov riu-
scirono imponenti, anche pel concorso dei
cittadini di Sebenico, giunti all' alba di do-
menica con vapore apposito. Il servizio di
pompe funebri, magnificamente fatto dal-
l' impresa del signor Antonio Mestrovich,
poteva figurare per decoro e ricchezza an-
che in una grande città. Precedeva una
guid i a cavallo, e, dietro alla croce, veni-
vano assai numerosi i ragazzi degli asili ;
poi venivano dei portatori di torcie ; poi la
deputazione di Sepurine — alla cui testa
stava il nostro egregio don Antonio Suria
— con una bella ghirlanda portata a ma-
no; veniva poi, in uniforme di gala, la no
stra Banda Comunale; poi le impagliatici
dello Stabilimento Godnig con ghirlanda
portata a mano ; seguivano altri portatori
di ghirlande, fra le quali — veramente no-
tevoli — quella dei Cittadini di Sebenico
dimoranti a Zara, quella della nostra Ca-
mera di Commercio, quella della Famiglia
Inchiostri di Sebenico e le tre mandate dalle
operaie, dagli operai e dagli impiegati dello
Stabilimento Vlahov. Un carro di gran lusso
veniva subito dopo, le tteralmente ricoperto
di corone. Ve n' erano ben dodici. Poi veniva
portata a mano un'altra corona, delle Nipoti
Carla e Maria Macule. Veniva poscia, in
uniforme di gala, la Banda cittadina di
Sebenico, di cui si notò la perfetta fu-
sione ; poi, portata a mano, una splendida
ghirlanda della Società Operaia di Sebenico
Concordia e Lavoro; poi veniva il porta-
bandiera della società, col gonfalone spie-
gato; e poi i soci, numerosissimi, ed infine
la direzione del sodalizio, a cui capo, con
altri cittadini, stanno gli egregi nostri a-
mici, il conte Emmanuele Fenzi e il d.r
Luigi Pini. In questa luttuosa occasione
Sebenico si è affratellata a Zara; e, men-
tre i sacerdoti benedivan la salma, abbia-
mo potuto stringer, la mano ad altri egre-
gie e care nostre conoscenze di Sebenico.
Dopo venivano le confraternite ed il clero;
un' altra guida delle pompe funebri a pie-
di e indi il ricco carro, a quattro cavalli,
recante la bara, al cui passaggio, la fol-
la enorme, adunata per le vie e sulle
piazze, dava segni di mesta reverenza.
Il carro colla salma era adorno dalle ghir-
lande del figlio Roberto, delle figlie e dei
generi. Reggevano i cordoni della bara
quattro industrianti concittadini: i signori
Artale S., Ghergurevich E.. Kiswarday L.
e Luxardo M. E il carro funebre eia pur
circondato da otto operaie dello Stabili-
mento Vlahov, vestite a lutto e recanti
torcie. Seguivano, immediatamente vicino,
i quattro fratelli, i generi ed i parenti del
defunto. Infine veniva il seguito, ben nu-
meroso, nel quale erano rappresentati la
spettabile amministrazione comunale di Zara,
la nostra Camera di Commercio, il corpo dei
nostri Pompieri Volontari, i gruppo della Le-
ga Nazionale di Sebenico, eccetera II Co-
mune e la Camera di Commercio avevano
esposti i segni di lutto. Il corteo, lunghis-
simo, procedette ordinato e imponente, e
in ognuno, pel povero Vlahov, era una pa-
rola di sincero e di meritato compianto.
da Voti pel calmiere. — Ci scrivono Ragusa, in data del 18 corrente:
«Il locale organo serbo Dubrovnik nel
n.o 46 di ieri in un trafiletto dal titolo
prezzi del pane e firmato Orlando, attaccan-
do l'industria del molino e commercio di
farine del negoziante G. Jelich, quale suo
monopolio a danno della popolazione, invo-
ca dal comune provvedimenti per il risor-
gimento del calmiere.
Si vede che l'articolista, degna dell'as-
sunto nome del paladino medievale, ha dor-
mito della grossa e si è appena svegliato
dal letargo, se ignora perfino che la novel-
la alla legge industriale 15 marzo 1883
(B. L. I. n. 39) in base al principio della
libera concorienza, ha del tutto abolito i
calmieri.
Invece di affannarsi inutilmente por far
ripristinare il calmiere, si rivolga piuttosto
il filantropico Orlando ai suoi amici ca-
pitalisti, a quelli, che sanno concorrere in tin-
torie, navigazione, imprese di ogni genere,
e li ecciti di occuparsi a creare un mo-
lino, di aprire forni e vendere il pane al
costo della farina per togliere al Jelich il
preteso monopolio e venire così in aiuto
a questa popolazione, del cui benessere so-
no tanto teneri
Sino a tanto che questo non arriverà a
fare avremo tutta la ragione di ritenere
che la sua sortita non abbia per movente che
il risentimento contro il Jelich, il quale
ebbe a dimostrare questi giorni al pubbli-
• co 1' arbitrio, per cui non sono 160,000 fio-
rini (come in origine si diceva) che si an-
dranno a spendere per la caserma a Gra-
vosa, ma oltre 220,000, od in altre parole
che la caserma dopo venticinque anni non
rimarrà al comune per so i fiorini 30,000,
come accertava -il podestà, ma verrà a sta-
re il suo pieno costo, in maniera che il
comune dopo venticinque anni avrà l'ag-
gravio di varie migliaia di fiorini per in-
teressi e forse senza nulla poter usufruire
dalla caserma. Ma di queste inezie non si
occupa il Dubrovnik quando l'impresa va
a favorire gli uomini suoi; nè trova nulla da
dirt di quei tre consiglieri comunali che secon-
do un giornale sono soci dell'impresa Job-
Vuletich per la fabbrica della caserma e
votarono per l'approvazione del relativo
contratto, senza riguardo alla più vantag-
giosa offerta del Jelich, negando così al
comune un risparmio di qualche migliaio di
fiorini. Di simili prove di patriottismo do-
vremo occuparci ancora.»
I chioggiotti maltrattati in Bal-
mazia, — Ci scrivono da Spalato, in data
del 17 corrente:
«Il Piccolo di Trieste ed altri giornali
hanno riferite notizie, secondo le quali nelle
sfere competenti si sarebbero prese ener-
giche misure per tutelare i poveri chiog-
gotxi, in relazione anche all'ultimo fatto.
In omaggio alla verità va notato: che a
tuta oggi i pescatori, arrestati dai poliziotti
comunali, restano tutt' ora negli arresti cri-
minali, che contro di essi (dicesi) sia stata
avviata istruttoria per crimine di pubblica
violenza mediante minaccie e manomissione
di organi dell'autorità; che contro alle
guardie di polizia non pende processo al-
cuno. e che due dei chioggiotti riportarono
nella notte del fatto rilevanti lesioni.»
Gli studenti universitari croati
condannati. — Gli studenti dalla Dalma-,
zia A. Fabrio, A. Fabris, F. de Giaxa e I.
Dabcevich — implicati nei fattacci di Zaga-
bria — vennero condannati, in base al §
302, a due mesi di arresto rigoroso ca-
dauno.
Fatto strano. — Ci scrivono da Spa-
lato :
«Mena rumore la scoperta di un grosso
defraudo di ferramenta (tubi, valvole ecc.;
perpetrato a danno del Comune.
Vennero arrestati, d' ordine del giudice
istruttore, alcuni si-azzini, un mereiaio, che
sarebbe stato acquirente, e l'impiegato co-
munale Kalina.
Si ignorano finora dati precisi; ma del
fatto si chiacchiera assai.»
Biancliineide. — In una delle ultime
sedute della Camera, 1' on. Bianchini si la-
gnò dei maltrattamenti subiti da soldati
nell'Istria e nella Dalmazia e chiese la
riattivazione della scuola pella milizia croa-
ta (???) a Zagabria. Accennò al processo
contro la gioventù croata di Zagabria, con-
dotto alla foggia asiatica, in modo da far
inorridire 1' intero mondo civilizzato, e
chiese se la monarchia Absburgica sia an-
cora uno stato giuridico? Alla preponde-
ranza magiara si deve gridare basta. I
croati ripongono fiducia nei lóro santi di-
ritti e nella giustizia dell'amato re della
Croazia (Il quale, poi, si sa come la pensi
in proposito).
Promozioni. — La direzione provin-
ciale delle finanze ha nominato a commis-
sari di finanza, nella IX classe di rango,
i concepisti di finanza Luigi Pini, Enrico
Czerwenka, Guido Ravasio, Diodato Bog-
danovich, Lorenzo Bucchich e Giuseppe
Dvornik.
Inoltre ha nominato ad ufficiali d'impo-
ste nella X classe di rango i controllori
d'imposte Alberto Alborghetti e Niccolò
Bilos, nonché 1' aggiunto d'imposte Vincen-
zo Persich.
Allegri, impiegati dello Stato. —
Al ministero delle finanze si lavora con
grande alacrità ad un progetto di legge
che ha per iscopo la regolazione delle pa-
ghe degli impiegati dello stato. Il nuovo
schema degli emolumenti verrà presentato
alla Camera prima dell' anno nuovo 5
Per debellare la filossera. — Scri-
vono da Pinerolo, che l'intraprendente ca-
valiere Lasagno, parroco di Fenile, dopo
lunghi e pazienti studi, è riuscito a trovare
una specia e concimazione che preserve-
rebbe le viti dall' infezione filosserica, e
risana le attaccate in poco tempo. Vennero
fatti con ottimo successo esperimenti in un
vigneto del cav. Chevalier, ed i risultati
furono splendidi. II nuovo sistema di con-
cimazione sarebbe destinato a produrre in-
calcolabili vantaggi per la enologia. Pro-
vino i signori filosserici.
Il caso di due pittori. — La lite
fra il pittore Celestino Medovich ed il ve-
scovo Strossmayer, a proposito di certi due
quadri, finì con un componimento. I due
quadri erano stati dapprima ordinati dal
vescovo, che poi, pentitosi, li aveva rifiu-
tati. Ma il pittore frate citò T amatore ve-
scovo in tribunale e monsignor Strossmayer,
esborsando 2000 fiorini, fu costretto a pa-
gare quello che aveva ordinato.
Il pittore Biagio Bucovaz Fagioni, che
ebbe a far dei dipinti pel teatro di Zaga-
bria, ebbe pur 1' onore di essere presentato
all' imperatore, il quale gli chiese se egli,
il pittore, forse croato od italiano. — Sono
raguseo, maestà ! rispose il Bucovaz.
Il tempo clie faceva, — Oggi —
poiché il freddo, il dì della Madonna della
Salute, non manca — oggi abbiamo avuto
un po' di freddo ed il cielo un po' annuvolato.
Ma gli scorsi giorni abbiamo avuto dei
tempi magnìfici, con smaglianti serenità
nell' azzurro del cielo e del mare. Ne han-
no approfittato un po' tutti, per fare delle
lunghe passeggiate,.fra le ultime, moriture
bellezze della campagna.
Teatro J\uovo. — Stasera va in scena
al Teatro Nuovo la compagnia Sainati, di
retta dall' artista Antonio Brunorini. La
trilogia di Dorina del Rovetta e una farsa.
Ij opera a Spalato. — Ci scrivono
da quella città, in data di ieri :
«Lo spettacolo d' opera al locale teatro
comunale procede di bene in meglio. Sta-
sera siamo alla terza della Linda, che ot-
tenne pieno ed incontrastato successo.
Festeggiatissima sempre la avvenente
signorina Ratti, ch» ha smessa l'aria bi-
ricchina di pupilla, tanto apprezzata nel
Barbiere, per assumere, con pari vantaggio,
le melanconiche seduzioni Iella ingenua
savoiarda. Iutonatissima sempre, la voce
fresca e bene educata della signora Ratti
trova felicissimi effetti e strappa 1' ap-
plauso.
Il tenore signor Freddi s' è rinfrancato
assai, e piace ogni sera più.
Il buffo, signor Trinci» è artista provetto,
che conosce e sa approfittare di tutte le
risorse di palcoscenico.
Proprio cospicuo il contralto, signora
Verghes.
Bene anche tutto il resto.
Sabbato e domenica il teatro era gremito.
Moltissimi i forestieri dai dintorni, chè la
molteplicità delle comunicazioni favorisce
le gite.
E le sere passan serene ed allegre, a
beneficio anche di quello spirito di socie-
volezza che va tanto raccomandato nella
nostra città.»
Teatro a Ragusa. — Ci scrivono da
Ragusa, in data del 18 corrente :
«Iersera, domenica, a teatro strapieno,
la compagnia veneziana S. Marco, diretta
dal Corazza, chiuse il breve ciclo delle
sue quattordici rappresentazioni colla nota
commedia del Goldoni Sior Todoro bronto-
lon, che fu applaudilissima, perchè data
egregiamente da tutti i personaggi, e con
una farsa brillante, cui seguì il pramma-
tico addio della brava e simpatica prima
attrice signorina Prosdocimi. Domani la com-
pagnia si reca a Cattaro, per dove le au-
guriamo ottime sorti.
Nel corso delle rappresentazioni il pub-
blico ebbe occasione di sentire e di ap-
plaudire la neoformatasi orchestra del Cir-
colo filarmonico raguseo sorta quasi per
incanto mercè le assidue e intelligenti cure
del violinista Arnerich e del maestro Ba-
gatella, ai quali, assieme alla solerte dire-
zione del Circolo, ed ai generosi soci obla-
tori, siano rese le più riconoscenti grazie.
Pei primi di dicembre si attende la ria-
pertura del teatro colla drammatica compa-
gnia Drago.»
Restaurant alla Posta. — Agisce
al Restaurant alla Posta una piccola ma
scelta troupe, diretta dal noto buffo napo-
letano Carrino. Entrata libera.
Restaurant Pilsen. — Al Pilsen a-
gisce con sufficiente fortuna la compagnia
di marionette del veneto Giuseppe Massi.
Sono assai belli i scenarietti e i fantocci,
e Facanapa, senza esser scurrile, fa ridere.
Bello il balletto, con vestiari sfarzosi.
Divertimento adattatissimo pei ragazzi,
che, cominciando da domani, pagheranno
10 e non più 20 soldi. Alle feste, comin-
ciando da domani, rappresentazione anche
al dopopranzo.
Bravo artigiano. — Un onesto arti-
giano trovò domenica, durante il concerto
della Banda militare, un braccialetto d' ar-
gento. Chi lo ha perduto, si rivolga, per
averlo, alla nostra redazione.
mano Vlahov, dalla spett. società Unione
Zaratina f. 1, dai signori Raimondo Rai-
mondi s. 50, Giuseppe Ceolin f 1, Deme-
trio Medovich f. J .50, Simeone Salghetti
Drioli f. 5.
Le oblazioni varie
Alla società di S. Vincenzo de
Paoli. — Per onorare la memoria del def.
sig Romano Vlahov, spett. Società filar-
monica cor. 2.
Per onorare la memoria del def. sig.
Andrea fu Giovanni Dvornik, decesso a
Spalato, sig. d.r Natale Krekich cor. 2, m.
r. don Antonio De Vescovi cor. 2.
Per onorare la memoria del def. sig. dr
Vincenzo Boschi, sig. d.r Casimiro Abelich
di Melada cor. 2.
Asilo delle orfanelle. — Per ono
rare la memoria del def. sig. Romano Vla-
hov, sig. d.r Gustavo cav. Ivanics cor. 5,
sig. Pietro Androvich e famiglia cor. 10,
rev.mo mons. Giovanni de Borzatti cor. 2,
spett. famiglia di Leopoldo Kiswarday cor.
2, spett. famiglia Oippico cor. 6, spett. fa-
miglia Czerwenka cor. 3, ditta Gasparo
Calligarich cor. 2, spett, famiglia Bertuzzi
cor. 2, sig. Stefano Kolumbatovic cor. 2,
ditta E. Sambo e C.o (Trieste) cor. 2.
Per onorare la memoria della defunta
sig.ra Angela ved. Ragazzini, rev.mo cano-
nico Enrico Ragazzini cor. 4, ìiob. famiglia
della sig.ra Evelina de Paitoni cor. 10, sig.
Ladislao cav. de Paitoni cor. 2, sig. Sta-
nislao Bilisko cor. 10, sig. Pietro M. An-
timo vich cor. 2.
Per onorare la memoria del def. sig.
Andrea fu Giovanni, sig.r Maria ved. Ga-
lasso nata Keller cor. 4, sig. Simeone Kre-
kich cor. 2, nob. famiglia de Borzatti cor.
2, sig.na Elisabetta Bartulovich cor. 2,
sig.ra Elisabetta ved. Buzzolich cor. 2.
Per onorare la memoria del def. sig. d.r
Vincenzo Boschi, sig. Ferdinando Zollar
cor. 1.
Per onorare la memoria del def. sig.
Andrea Palmarsan, sig. Stefano Koloinba-
tovic cor. 2.
Le direzioni preposte agli istituti bene-
ficati porgono col nostro mezzo i più vivi
ringraziamenti ai generosi donatori.
Per la soppressione dell' accatto-
naggio. — Per onorare la memoria del
defunto sig. Romano Vlahov. dalla spett.
Agenzia di Navigazione a vapore S. Topich e
C.o cor. 10, dal sig. Pietro Paparella cor. 4.
Il comitato riconoscente ringrazia.
classi, la quale offre inauditi combinazioni
di vincita. Da un prospetto statomi favo-
rito dal collettore generale Carlo Heintze
in Budapest, rilevo, che p e. ora, nella se-
conda classe di questa lotteria, la cui e-
strazione ha luogo al principio di decembre,
di 90,000 cartelle sortono più di 20,000
vincite nell' importo complessivo di quasi
4'/2 milioni di corone, tra le quali la vin-
cita principale può eventualmente ascende-
re ad un milione di corone.
Quale differenza tra questo giuoco ed il
piccolo lotto! Una tale lotteria a classi
sarebbe la vera base sulla quale potrebbe
derivare 1' abolizione del piccolo lotto.
Vogliamo ora produrci per l'introduzione
della lotteria a classi in Austria, od al-
meno adoperarci per conseguire che, prov-
visoriamente, possano venire apertamente
spacciate le cartelle della lotteria ungarica
a classi pure in Austria. I risultati di que-
sta azione saranno quindi fatti noti ed in-
tanto prego di fare propaganda per questa
idea. Edoardo Langer, privato.
RINGRAZIAMENTI
A tutti i parenti e congiunti, agli amici
e conoscenti, vicini e lontani, che presero
parte al nostro lutto, rendiamo grazie di
cuore.
All' esimia signora Angela Fabris poi,
ed agli amici carissimi d.r Malvić, Bilisko
e Bonić speciali ringraziamenti e 1' assicu-
razione di perenne riconoscenza.
Cattaro, 18 novembre 1895.
Emilio, Maria e Giuseppina Ragazzini.
A tutti quei gentili, che in qualunque
guisa cercarono di lenire il nostro inef-
fabile dolore per la morte della nostra
cara figlia
Maria
esprimiamo la nostra perenne riconoscenza
Traù, 7 novembre 1895.
Ernesta e Francesco Madirazza.
Edit. e redat. resp. Luigi de Negovetich
Stabilimento Tipografico S. Artale
COMUNICATO
Petizione al Consiglio dell' Impero.
Il sottoscritto è intenzionato di dirigersi
con una petizione al Consiglio dell'Impero
pella abolizione del piccolo lotto ed e-
sorta quindi col presente al sentimento di
concordia onde poter attuare questa sua
azione.
Non fa mestieri d' internarsi nella que-
stione, onde dipingere i danni che ca-
giona il piccolo lotto, sia nei riguardi e-
conomici che sociali. Il piccolo lotto nu-
trisce la tendenza alla volubilità, facilita
l'abitudine a basarsi sopra casi fortuiti
del tutto vaghi, offre al superstizioso ali-
mento e conduce non di rado l'infelice
giuocatore al delitto, oppure al suicidio ; ed
infatti, giusta una statistica comparsa di
recente, il piccolo lotto ha sulla coscienza
il 15 per cento dei suicidi. Nell'interesse
del paese, specialmente per la felicità della
«classe povera» sta quindi, che il piccolo
lotto, il quale offre sì minime combinazioni
di vincite ed anche tra queste giammai
possono essere guadagnati importi vistosi,
venga abolito il più presto possibile. Il
compenso però a questa istituzione sarebbe
trovato.
In Ungheria esiste già la lotteria a
Il sottoscritto si onora di avvisare i P.
T. Signori, che avessero l'intensione di
venire ad Imoschi, che alla metà del cor-
rente novembre ha aperto nel centro di
questa borgata un .
ALBERGO
con annessa eccellente cucina. Le stanze
sono messe con proprietà, il servizio è
inappuntabile e i prezzi discreti.
Raccomandandosi si segna
con tutta stima
Marco Dunda.
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La Lega Nazionale in Dalmazia
Profondamente commossi per le affettuose e splendide onoranze funebri
tributate al nostro dilettissimo
ROMANO VLAHOV
decesso addì 15 corrente in mezzo al generale rammarico, ci si impone il
mesto dovere di manifestare i sensi della nostra più sentita riconoscenza a
quanti, siano corporazioni e siano privati, vollero lenire il nostro vivo cor-
doglio. E, anzitutto, sincere grazie e al distinto medico d.r P. Vragnizzan —
che tutto pose in opera per render meno angosciosa la fine del nostro ama-
tissimo — e a monsignor canonico Giovanni Borzatti de Lowenstern, che ne
confortò l'agonia col sacro ministero. Un vivissimo grazie — coi segui della
più profonda gratitudine — s'abbiano la spettabile amministrazione della
ducale città di Zara e la spettabile Camera di Commercio e d'Industria di
Zara, le quali furono larghe di luttuose manifestazioni pel povero estinto, che,
in vita, amò Zara ouale patria adottiva e fu orgoglioso di appartenere al
novero dei consiglieri dell' una e dell' altra rappresentanza. Un vivissimo
grazie s' abbia la Banda Comunale di Zara. S' abbiano i segni della più viva
riconoscenza la spettàbile Direzione e Società Operaia di Sebenico. nonché
la spettabile Direzione e Corporazione della Banda Cittadina di Sebenico ;
tutte queste ultime venute con vapore apposito, affrontando, per assistere
solennemente al funerale, in oltre duecento persone, i disagi di una notte
di viaggio. Grazie cordialissime all' ottimo amico, il benemerito sacerdote don
Antonio Suria, per esser venuto espressamente a Zara, a capo di numerosa
deputazione di Provicchio-Sepurine, onde prendere parte al funerale. Grazie
infinite alle altre rappresentanze cittadine, nonché a tutti gli egregi amici
del defunto e della sua famiglia, che a Zara, e da Sebenico e da Trieste, e
con viglietti, e con dispacci, e con corone e con parole di conforto vollero
partecipare al nostro dolore. E grazie, infine, sentite grazie, al personale
del a casa Vlahov, che, in questa luttuosa occasione, gareggiò di premure e
di zelo affettuoso, a rendere più ordinate ed imponenti le funebri cerimonie.
Il ricordo perennemente vivo di tante cordiali manifestazioni andrà sempre
unito a quello del nostro indimendicabile estinto,-em senso di verace, di
dolce, di imperitura riconoscenza.
Zara, 19 novembre 1895.
Marianna Vlahov, madre.
Giuseppe Pascoli, genero Roberto, tìglio
Antonio Inchiostri, genero. Catterina Pascoli-Vlahov ì fio.,-
Emilia Inchiostri-Vlahov j ° ie>
Gasparo, Cristoforo, Lorenzo e Stefano fratelli.
Barbara e Lucia sorelle. <
Pervennero al gruppo di Zara: per o-
norare la memoria del defunto signor Ro-
modelli di fìsica, meccanica generale
od agraria ; una collezione di sementi;
una raccolta ornitologica del Litorale
comprendente oltre 700 specie; una
colleziono di ova e di nidi di uccelli ;
una raccolta di alghe, di crostacei e
di conchiglie dell' Adriatico ; una col-
lezione di rettili e molluschi istriani;
un;i collezione di fossili e di marmi
dell'Istria; una serie di modelli bo-
tanici ; un modello anatomico completo
d i un' armenta ; mólti modelli zoote-
cnici; una raccolta dendrologica i-
atriana ed una generale; una colle-
zione di frutta artificiali; una raccolta
di preparati di funghi, muschi, eccetera.
L'istituto dispone di un laboratorio
chimico e microscopico per l'analisi
dei mosti derivanti dall' assortimento
ampelografico, e, per quella succes-
siva e ripetuta, dei vini confezionati
nella cantina sperimentale, offrendo
eziandio gratuitamente pei saggi di
privati e corpi morali non solo le
analisi dei mosti e dei vini, ma ezian-
dio quelle degli zolfi, solfato di rame,
olio di oliva, werinouth, cognac, terre,
concimi ed acque potabili ; estende fi-
nalmente le proprie ricerche sulle ma-
lattie dei vini, sulla patologia gene-
rale ed Qntomologica. La stazione è
provvista di un potente microscopio e
di una completa serie di apparati
di polarizzazione, spettroscopi, micro-
tomi ed altri accessori.
Sono molto favorevolmente note al
mondo scientifico le pubblicazioni del
professor Ilugucs, tanto da poter di-
spensarci dall' enumerarle in questo
breve lavoruccio. Quella però che il
mondo scientifico ancora non conosce,
siamo certi crescerà la fama, già bel-
la tanto, dell' illustre autore. Trattasi
dell' FÀaiograJìa istriana, un lavoro di
considerevole mole sulle principali va-
rietà di ulivi dell' Istrici, con tavole in
acquarello, splendidamente riuscite, e
con cenni op{)ortuni sulla sinonimia,
letteratura, diffusione, statura e por-
tamento, caratteri botanici, adattamento,
usi, caratteri dell' olio, e cenni storici
illustrativi delle singole varietà. È un
lavoro che occupa tutte le ore libere
dell' autore da dieci anni a questa parte,
ed è appena terminato, ma non finito.
(ContinuaJ.
Perchè domani è festa cittadina,
questo numero è uscito stasera,
in ìli tedi 14 gennaio.
LA CROUTAGA
liR protesta grottesca!
Leggiamo in un dispaccio da Spa-
lato al Narodni List, divenuto organo
del comune di Spalato :
Il consiglio comunale, convocato oggi a
straordinaria seduta, ad unanimità di voti
deliberava :
1. Il consiglio comunale prende a notizia
ed approva tutto ciò che l'amministrazione
fece in occasione della morte e dei fune-
rali del d.r Michele Claich, e delibera, che,
per propria iniziativa, i-ia, nel giorno 14 cor-
rente, celebrata messa solenne, alla quale
interveirà in corpore la rappresentanza co-
munale.
2. Il consiglio comunale, disapprovando
e protestando energicamente contro il con-
t'igno del Comune di Zara e di quella città
in occasione della morte e dei funerali del
presidente della Dieta d.r Michele Claich,
incarica 1' amministrazione comunale di
produrre petizione alla Dieta dalmata, do-
mandando che la stessa voglia prendere le
opportune e necessarie misure, onde sia
data la dovuta soddisfazione alla provin-
cia ed alla nazione, pel contegno della città
di Zara in occasione dei funerali del pre-
sidente della Dieta d.r Michele Claich, e
che si provveda ad impedire fatti, che of-
fendono i sentimenti nazionali di tutta la
popolazione della Dalmazia, senza differenza
di sesso.»
In verità che, leggendo queste pa-
role, e riferendoci a quanto abbiam
detto neir ultimo numero, non occorrono,
da parte nostra, molti commenti. E' un
atto maniaco, che ogni persona impar-
ziale giudica subito come tale, e, nello
stesso tempo, è una delle solite mac-
chine montate dal d.r Bnlat, per far
del chiasso, e, col pretesto di Zara,
ac(|uistare della facile popolarità e at-
tutire, possibilmente, nella nuova ses-
sione dietale, i dissidi fra opportunisti
e radicali croati; dissidi già in parte
ammorbiditi, con poca coerenza, dal Na-
rodni List. Dovremmo sdegnarcene?
(iridare all'enormezza? A quale scopo?
Tutte le persone di buon senso, senza
distinzione, ravvisano subito la colos-
sale sproporzione fra cause ed effetti;
fra la corretta e pacifica jjassività del
nostro Comune e della cittadinanza di
Zara, nell' occasione dei funerali del d.r
(Jlaich, e la pazza irruenza del delibe-
rato del consigHo comunale di Spalato.
infatti, di un grottesco insuperabile
l'esigenza che una intera città venga
assoggettata a misure di estremo ri-
gore, perchè non ha potuto piangere. Il
d.r Bulat, liberale com'è, quante forche
desidera che siano erette sulla spianata?
Anzicchè sciupare i nostri sdegni per
queste sfacciate commedie, che il d.r
Bulat inscena a periodi fissi contro Zara
— contro la sola città, vale a dire,
nella quale può circolare solo e libera-
mente anche nel cuor della notte, men-
tre, nella Spalato da lui rigenerata, do-
vette per molti anni farsi custodire —
anzicchè irritarci, noi faremo, sempli-
cemente, qualche osservazione. I con-
senzienti del d.r Claich, dopo averlo
amareggiato in vita, non rendono anzi-
tutto un pietoso servizio alla di lui me-
moria, sollevando questa indecente gaz-
zarra politica intorno ad una bara, da
noi rispettata. Il d.r Bulat, poi, nella
sua qualità di cognato del defunto, do-
veva tanto più sforzarsi di soffocare
r orgoglio, non togliendo il povero
morto a pretesto di una agitazione in-
sensata, a fini esclusivamente politici.
Il d.r Bulat sa meglio di noi che Zara,
lesa nelle sue prerogative nazionali, non
poteva fare dimostrazioni di lutto; op-
però egli doveva guardarsi bene da
nuove attitudini provocatrici, tanto più
che esse, nel caso concreto, sono di
una ridicola ed inutile spavalderia. Il
d.r Bulat così, dopo esser stato ambi-
zioso competitore del d.r Claich fino agli
ultimi giorni, mancò a lui di quella
reverenza, in morte, cui mai mancarono
i nostri concittadini. Ci diano torto, se
possono, gli imparziali.
D'altra parte, con qual diritto un
comune si arroga la competenza di giu-
dicare atti estranei alla sua urbana
giurisdizione e alle sue facoltà giuri-
diche? Con qual diritto s'ingerisce così
direttamente sulle attitudini e sui sen-
timenti degli abitanti di un altro co-
mune ? Il nostro consiglio comunale si
mise mai a protestare contro le infinite
insensatezze del consiglio comunale di
Spalato? Mai! E che diavolo di soddi-
sfazione si ha da dare, per far piacere
al d.r Bulat, alla provincia? E chi gli
dà il diritto di parlare a nome della
provincia ? E chi gli conferisce V auto-
rità di sconvolgere la provincia, che ha
tanto bisogno di pace ? E a nome di
quale nazione protesta il consiglio co-
munale di Spalato, o meglio il d.r Bulat?
La nazione del diritto di stato, o la na-
zione che si ripara, con fini specula-
tivi, sotto le ali del conte Hohenwart?
P] quale misui'a di rigore potrà imporre
alla cittadinanza di Zara sentimenti che
essa non ha? Si vuole mutar Zara in
una carcere enorme, o si vogliono rin-
novare, pei zaratini, le proscrizioni di
Siila? E quando mai i zaratini hanno
offesa la popolazione della provincia?
I zaratini, sempre buoni, sempre lieti
e ospitali, usarono la più civile tolleranza
verso i forestieri, anche quando, come
nelle ultime elezioni dietali, tentarono
di sollevar le campagne contro il Co-
mune ; anche quando si presentarono al-
l'urna, in atto ostile. Ma si sa: Zara
non tollera nè urla, nè bravate croate;
e, se un paio di volte reagì, lo fece
solo perchè provocata nei suoi senti-
menti più cari. Ma, a Zara, mai, sotto
nessun pretesto, avvennero e le aggres-
sioni selvaggie e i conflitti sanguinosi
e le scene d'orrore, che avvennero, in
questi ultimi anni e in grande abbon-
danza, nella povera città oppressa dal
d.r Bulat. Ma i fatti delittuosi del gin-
nasio di Spalato non ebbero riscontro,
mai, nella nostra città- Eppure, allora,
il consiglio comunale di Zara — di
Zara capitale della provincia — ha
forse pensato, di contro alla mostruo-
sità dell' accaduto, di inscenare un' agi-
tazione coritro la città di Spalato? No.
E ci siano permesse ancora poché
domande. Chi rappresenta, anche a Spa-
lato, il consiglio comunale di Spalato?
Non certo la maggioranza reale di quel-
la cittadinanza; e i risultati della ele-
zione Borcich, per esempio, messi in
rilievo dalla minoranza della commis-
sione alle verifiche, son lì a provarlo,
eloquentemente. Da chi è costituito il
consiglio comunale dì Spalato ? Forse
dai più visibili e più intelligenti citta-
dini ? No ; niente affatto. Non è adunque
una singolarissima audacia quella del
d.r Bulat di arrogarsi rappresentanze
che legalmente non ha, che nessuno gli
ha mai conferite, per inscenare una a-
gitazione demente e per esigere — oh,
i liberali! — misure estreme, misure
inique, che ripugnano, non solo ad ogni
più sacro concetto di autonomia comu-
nale, ma anche al buon senso?
Noi, grazie al cielo, non abbiamo
bisogno di ultenori parole per signifi-
care all'imperizie regio governo e al
paese l'insensatezza del conchiuso con-
sigliare di Spalato. E.' cosa — ripe-
tiamo — che si giudica da se. Vor-
remmo solo che il governo finalmente
vedesse in qual sorta di persone egli
ha riposta una così completa fiducia.
Se tanto grottesco scalpore si fa per-
chè i zaratini non hanno fatto nulla di
male e — ad onta delle numerose tri-
colori provocatrici — sono rimàsti pas-
sivi e tranquilli; se tanto scalpore si
fa, pur dinanzi al fatto, che, a Zara,
durante i funerali, non si videro i gen-
darmi, che pur necessitarono nella stessa
città di Spalato, — che cosa non si pre-
tenderebbe, ove, per avventura, qualche
disordine fosse avvenuto? Pioggia di
fuoco e zolfo, allora, come per Sodoma
e Gomorra !
Via ! siamo seri, siamo logici, siamo
imparziali. Più che un dovere di pa-
triotismo, è un dovere di senso comune.
Jfoi e gli avversari. — Un
organo scarlatto d'oltre Veiebit, fa-
cendo il paio coir Jedinstvo — o/i, ri-
spondenza d' amorosi sensi! — ci ac-
cusa di voler ostinarci in una menzo-
gna convenzionale e ripete la solita
siocchezza di aver noi mutato di pro-
gramma.
Quel giornale non sa quello che si
dica.
L' abbiamo dimostrato fino alla sa-
zietà. Nulla di più coerente e di più
serio del nostro programma, che, in
trenta e più anni, non ha subita nes-
suna alterazione nei suoi principi fon-
damentali. Mentre i nostri avversari
ricorsero a tutti i travestimenti, a tutte
le truccature, a tutte le coccarde, noi
siamo rimasti sempre immutabili, e,
se non abbiamo raggiunta una posi-
zione invidiabile, la causa va appunto
ricercata nella nostra intransigenza,
spesso audace, ma sempre encomiabile.
Ci siamo detti autonomi, costituzio-
nali c italiani ; ma una qualifica non
distrugge 1' altra ; una, anzi, avvalora
e completa le^ altre. Noi siamo auto-
nomi rimpetto alla questione dell' an-
nessione di Dalmazia a Croazia, e con
noi, in ciò, aderiscono molti amici, che
vogliono esser Dalmati soltanto. Noi
siamo francamente costituzionali, perchè
riguardiamo lo Statuto dell' impero co-
me tutela eccelsa dei nostri diritti po-
litici. Siamo italiani, perchè la nostra
lingua — sola caratteristica nazionale
— è italiana, perchè italiana è 1' im-
pronta delle città del nostro litorale,
italiana la coltura dei Dalmati, che
hanno veste civile.
Nessuna contraddizione, adunque.
Autonomi dal giorno in cui venne sol-
levata la sciaguratissima tesi dell' an-
nessione, non è recente, non è affatto
nuovo, il nostro affermarci come ita-
liani. Abbiamo veduto che, trent' anni
or sono, il Duplancich, patriota franco
ed insigne, proclamava altamente l'i-
talianità di una gran parte dei Dal-
mati. Quindici 0 sedici anni fa, 1' on.
Keller, in pieno parlamento, parlava
degli Italiani della Dalmazia, non di
soli Dalmati di coltura italiana, e per
gli Italiani reclamava soddisfazioni le-
gali. Il Bajamonii e il Lapenna tennero
Io stesso contegno. U Avvenire, la Di-
fesa, il Dalmata da anni ed anni di-
cono la stessa cosa. Che più ? Abbia-
mo veduto neir ultimo numero che
quando la conferenza banale di Croa-
zia voleva gratificarsi l'affetto dei Dal-
mati per affrettare un' unione che sa-
rebbe stata servaggio, essa ebbe a ri-
volgersi agli Italiani, garantendo il
rispetto alle loro prerogative lingui-
stiche e nazionali. E, nel Nazionale
di allora, eran frequenti le allusioni
agli Italiani della Dalmazia, che do-
vevano aver diritti eguali agli Slavi,
non predominio o dittatura morale.
Ma, certi signori radicali delle Do-
movine e dei Pravo d' oltre montagna,
non sanno punto la storia ; perchè il
passato è tutto un rimprovero alla
cricca di volgari affaristi, che pri-
ma assunsero il titolo collettivo di na-
zionali e poi si dissero solo croati ;
che prima fecero dei pellegrinaggi a
Mosca e poi, per sola speculazione,
inneggiarono in coro a tutti i go-
verni centralisti e ad una politica con-
traria al panslavismo ; che prima si
dissero annessionisti, poi, con grave
scandalo pubblico, proclamarono 1' an-
nessione una questione puramente ac-
cademica. Uomini, che hanno iniziata la
loro carriera col promettere la reden-
zione del popolo e che, invece, hanno^
oppresso questo povero popolo con
gravi imposte di sangue e di denaro ;
uomini che sorsero paladini dell' inte-
grità elettorale e che, invece, si sono
resi colpevoli di frodi mostruose; uo-
mini, infine, che hanno percorsa tut-
ta la rosa dei venti della politica.
Questa, questa è storia !
Santa Anastasia. - j^/f"
stra chiesa e la nostra citta ce ebr^ìo a
festività di s. Anastasia, titolare e patrona
dell'arcidiocesi. i Pre-
Fiori essa nel terzo secolo, figua d f^e
testato e di Fausta, romana di n^tf' Jj'
fortune cospicue. La madre, eh era ui
sliaua, le instiJlò col latte la vera tede,
e Grisogono, eh' ebbe maestro di spinto
con santi documenti dapprima, e poscia
col proprio sangue/la confermo m e-
roica costanza. Soffri lunghi travagli dal
marito idolatra, e morto questi, con apo-
stolico zelo molte regioni percorse, ani-
mando i fedeli, soccorrendo i poveri, con-
fortando gli oppi essi. Più ardeva ia pei-
secuzione allora mossa da Diocleziano alia
chiesa, più ella ardeva di carità. Giunta in
Sirmio, ed ivi accusata a Floro pretetto
dell'Illirio, fu tormentata con la prigionia
e con l'inedia, ma senza frutto ; fu esposta
con altri cristiani su d'uno sdruscito na-
viglio perchè restasse preda dell' onde, ma
indarno ; finalmente relegata sull' isola Pai-
maria, fu condannata al rogo, e da quello
intrepida volò a ricevere la corona del
martirio. Raccolte le sue ceneri da una pia
matrona, vennero nel quinto secolo traspor-
tate a Costantinopoli, dove furono venerate
sino al secolo nono, quand'ito colà n am-
basciata presso r imperatore Niceforo il
santo V3SC0V0 di Zara Donato, 1' ebbe da
esso in dono, e qui arrecate, le collocò
nel tempio maggiore di s. Pietro, a cui la
divozione del popolo cangiò il nome in
quello di s. Anastasia. La chiesa ne cele-
bra la memoria il giorno stesso del santo
Natale, ma nell' archidiocesi di Zara ne
viene trasferita la festa al 15 gennaio.
Il luogotenente della Dalmazia.
— È ritornato da Vienna S. E, il luogo-
tenente David, con un ritardo di tre giorni.
Causa la bora che questi giorni imperversò
con insolita veemenza, il luogotenente do-
vette — come abbiam detto — rifugiarsi
nel porto di Ossero.
Contraddizioni. — Ci scrivono da
Ragusa, in data del 10 corrente:
«Il .Duhrovnili nel numero primo di que-
st'anno in una sbirciata retrospettiva al
1895 torna a parla: e dell'nitima elezione
del deputato della città di Ragusa alla
Dieta provinciale. E. nell' esprimere un giu-
dizio apparentemente oggettivo sul conte-
gno dei partiti in quella occasione, cade in
tali coliti addizioni, che noi, che ci eravamo
proposti di non occuparci più dell'argo-
mento, siamo costretti di litoinare alla
questione che sì imprudentemente si vuole
rievocare.
Dice bene 1' articolista del Dubrovnik che
dal 1889 il partito autonomo e serbo si
erano uniti ad un' azione comune contro
l'esclusivismo croato. Non è vero però che
tale azione, come egli di poi soggiunge, si
limitasse alle sole elezioni comunali e fosse
un semplice cotnpromesso elettorale per que-
ste ultime. Se alla vigilia delle elezioni
comunali del 1894 si stipulò dai due par-
titi un formale compromesso scritto, ciò fu
per regolare le cariche amministrative,
l'uso delle lingue nel Comune ecc. Ma l'a-
zione comune, che 1' articoli&ta stesso am-
mette, contro r esclusivismo croato, esisteva
già indipendentemente da quest' ultinio com-
promesso, tanto è vero che nelle penultime
elezioni dei deputati alla Dieta, in base
appunto all' azione comune convenuta, gli
autonomi e i serbi avevano eletto d' accor-
do il barone Gondola a deputato della
città di Ragusa. Adone comune _ contro
V esclusivismo croato vuol dire un agire con-
corde in tutto quello dove autonomi e serbi
si trovano di fronte ai croati. Quando dun-
que nel consiglio comunale si trattava della
nomina dei due membri della commissione
elettorale per la ultima elezione del depu-
tato della città non potevano i serbi —
prelude ido già a quello che volevano fare
di poi nella elezione stessa del deputato
— votare da soli per propri candidati
senza cointellig-enza cogli autonomi, ma
dovevano intendersi con questi per la_ no-
mina di un membro autonomo e di un
serbo, come dagli autonomi era stato loro
proposto e come stava nel loro stesso in-
teresse di fare, perchè, col votare da soli,
non riuscirono ad avere un proprio membro,
bensì s )rtirono eletti un autonomo ed un
croato. Così pure col voler uscire soli alla
ultima lotta elettorale per il deputato della
città con- un programma proprio esclusiva-
mente serbo e col proclamare candidato
serbo il barone Gondola, che fino allora
era stato il candidato comune, essi si
staccarono apertamente dagli autonomi.
Sappiamo anche noi che compromesso
non vuol dire fusione, nè a questa mai si
tendeva. Ma l'azione comune contro V e-
sclusivismo croato, da cui parte lo stesso
articolista, esigeva un procedere concorde
e nella preesistita musica cittadina, che
veniva sostenuta da autonomi e serbi in
opposizione alla banda croata e nella so-
cietà operaia, nè potevano i serbi in queste
due istituzioni comuni magg orizzare gli
autonomi e disporre ivi a proprio benepla-
cito perchè un bel giorno con un colpo di
mano si trovarono in accidentale maggio-
ranza in confronto ai propri alleati. Lo
stesso ritenevano di poter fare nella ele-
zione -'el deputato della città, perchè fino
all' ultimo momento credevano che non si
presenteranno i croati e si erano assicurati
in precedenza i voti di alcuni autonomi
che per motivi personali si impegnarono di
votare pel Gondola. Essi credevano, come
abbiamo detto altra volta, di poter avere
a buon mercato una grande vittoria, di
poter cioè con richiamo al loro programma
elettorale dove avevano proclamato di ve-
nir soli alla lotta (ciò che in ogni caso
non era vero, perchè avevano saputo assi-
curarsi i voti di parecchi autonomi, come
Paladino, Serragli, Negrini ecc. prima che
il partito autonomo presentasse un proprio
candidato) di aver essi soli anche il mo-
nopolio politico nella città, ciò che non è,
nè può essere.» '
Morte di un patriota — È
a Gorizia dopo lunga m;dattia, nella gray^
età d' anni 80, 1' ex podestà di quella città
Giuseppe d.r Maurovich
Fu un vero patriota, lavoratore instan-
cabile promotore d' ogni cosa buona.
Ebbe splendidi funerali. La citta intera
o-li porse l'estremo oniaggfio di affetto.
I capi panslavisti non intervennero „i
funerali e stettero muti, impassibili spet-
tatori al funebre corteo.
Ma — ne siamo certi — il Comunedi Go-
rizia non protesterà.
Monumento a Suppè. - Allo scul
tore Richard Fautenhayu è stata affidata
1' esecuzione di un monumento da erigerai
in onore del maestro Suppè, alla fine del
corrente anno, nel cimitero centrale di
Vienna.
AYTertimento. — Preghiamo gentil-
mente quei signori, che hanno da comuni-
care notizie e inserzioni a pagamento al
nostro giornale, di non attendere il pome-
riggio di mercoledì e di sabato. Le ultime
ore vanno dedicate esclusivamente alla
correzione e all'impaginatura e il nuovo
materiale turba 1' economia del lavoro.
Abbiamo per ciò deciso di non accettare
— salvo in casi d'importanza eccezionale
— i manoscritti che ci venissero consegnati
al pomeriggio dei giorni in cui esce il gior-
nale.
Questa preghiera e questo avvertimento
ai signori che ci favoriscono manoscritti.
I^a Società del Casino durante il
corrente carnovale dà i s< guenti tratteni-
menti: addì 5 febbraio conversazione con
ballo {toilette da passeggio) ed addì 17
febbraio il tradizionale baiiu dell'ultimo
lunedì di carnovale.
Diversi soci poi c' interessano di estei -
nare il loro desiderio perchè si dia una
veglia mascherata.
Giriamo tale loro desiderio alla spetta-
bile direzione del Casino.
I*er gl' impiegati. — Dalla Nenc.
freie Presse dell' 11 corrente rileviamo
quanto segue :
II progetto di legge, che rifletto il mi-
glioramento degli stipendi degli impiegati
e che verrà piesentato alla Camera dei
deputati è stato già ultimato.
Il progetto di legge significa un note-
vole miglioramento in confronto alle con-
dizioni attuali e ciò si deve, in modo
speciale, a due moventi, che cioè nelle
classi di rango più basse (XI, X e IX)
verrà aumentato il numero delle gradazioni
di paga e diminuito all'incontro il tempo
di servizio necessario per avanzare nelle
medesime. E precisamente nelle suddette
tre classi invece dei quinquenni vi saranni»
peir XI i bienni, pella X i trienni e pella
IX i quadrienni.
Neil'XI classe di rango vi sono presen-
temente tre gradazioni di paga nell'am-
montare di 600, 700 ed 800 fiorini. Col-
r attuazione del nuovo progetto di legge,
vi saranno gradazioni con 700, 800, 900 e
1000 fiorini di paga. L'avanzamento seguiva
finora dopo 5 nni di servizio, che d' ora
innanzi saranno ridotti a soli due.
Nella X classe di rango sussistono delle
gradazioni di paga nell'ammontare di 900,
950 e 1000, che verranno aumentate a
1100, 1200 e 1300 fiorini, mentre gli anni
di servizio necessari all'avanzamento da
cinque saranno portati a tre.
Nella IX classe di rango si avrà un au-
mento delle paghe da 1100. 1200 e 1300
fiorini a 1400, 1500 e 1600 fiorini ed una
diminuzione degli anni di servizio da cinque
a quattro.
Neil'Vili classe di rango gli stipendi
attuali di fiorini 1400, 1600 e 1800 ver-
ranno portati a fiorini 1800, 2000 e 2200,
mentre il numero degli anni di servizio
all'avanzamento resta invariato.
In egual modo si procederà fino alla V
classe di rango.
Non è presa in •''onsiderazione una mo-
dificazione del soldo di attività.
Nulla puossi dire del progettato aumento
dei salari, poiché corrisponde pienamente
alle attuali esigenze, ai bisogni ed alle
prestazioni anche dei signori impiegati
Ma se dal lato materiale si migliorano
le loro condizioni, perchè non lo si fà an-
che dal lato morale, stabilendo finalmente
una prammatica di servizio, la quak ser-
virebbe a non permettere che il povero
impiegato sia alla mercè d'un capo d' uf-
ficio, il quale se vuole può anche rovinarlo
Ottenuti quindi i miglioramenti economici'
è certo che i signori impiegati faranno
ogni sforzo per migliorare anche le loro
condizioni di servizio e per ottenere quindi
1 desiderati vantaggi morali.
. ~ ^^ carissimo
amico Riccardo Forster pubblica nel Fan-
tulia delta Domenica un notevole articolo
critico S I 1 giovani di R. Doumic.
~ ^^ ^^^'ivono dalla Brazza, in data dell'11 corrente-
^L' ottimo arciprete don Matteo Scarich,
dopo essersi occupato per una lunga serie
d anni nella cura d'anime e da ultimo so-
stenuta la parrocchia di Neresi, in questi
gioini ha ottenuto il ben meritato stato di
riposo, e, come molti sacerdoti dell' isole,
trascurato dai suoi superiori di Lesina,
senza distintivi e senza elogi.
. Don Matteo lascia un vuoto difficilmente
riempibile, sia per la di lui non comune
coltura, sia per l'affezione mai sempre ad-
dimostrata alla nostra bella lingua; vuoto
che ogni giorno più sarà inteso, quanto
più dal successore vorrà essere colmato.
A successore di lui, però, come ammini-
mstratore parrocchiale, per ora, fu nominato
il dottore in sacra teologia don Antonio
Mihcevich giovane sacerdote, che alquanto
tempo addietro era addetto alla curia di
Lesina. Quantuque extra diocesano, lo vol-
lero col ocare nella migliore parrocchia
torse della diocesi intera.
Come curatore d'anime il Milicev'ch è
uomo nuovo, perchè non ancora ha prestato
e luogo acclamare i padroni, i nostri
potres patriae 9 Si dispendiarono oltre
fiorini 50,000 per lavori inconcludenti
che all' acquedotto non abbisognavano
affatto ; ma si fecero per capriccio, per
discreditare, sopratutto, 1' opera memo-
randa del d.r Bajamonti. Si spesero
fiorini 20.000 circa per depurare l'ac-
qua, onde sia limpida, perchè tor-
bida alquanto quando fa pioggia ; ma
l'acqua è sempre la stessa. Polvere
negli occhi -ai poveri grulli !
E' da notarsi, che, quando piove,
T acqua dalla sorgente scende torbida
nel fiume. Come si può adunque pre-
tendere che diventi limpida nel depo-
sito, se viene torbida dalla sorgente ? Ma
ciò basta per dimostrare che l'acquedot-
to è mal costruito ; e non importa poi che
si sprechino delle migliaia di fiorini.
La costruzione dell' intero acque-
dotto, opera colossale, venne a costare
fiorini 300.000 ; e si gridò contro il
povero Bajamonti e lo si martoriò in
mille modi. Orbene : 1' attuale ammi-
nistrazione comunale, por restaurarlo,
come dice il Jedinstvo, preventiva fio-
rini 200.000. È enorme!
E che cosa è di Solta? Che cos'è,
ora che le rendite dovrebbero essere
di più del doppio di quelle che si ri-
traevano all'epoca di Bajamonti? Coll'au-
mento nei prezzi dei vini e gli im-
pianti di viti, fatti da quindici anni a
questa parte, le rendite devono esser
vistose. Con tutto ciò, le rendite non
ascendono neppure a quanto ascende-
vano all'epoca Bajamonti, nella quale
epoca — si noti — il vino era a fio-
rini 4 il barile, mentre ora lo si vende
a fiorini 10!
Ma non basta che le rendite non
corrispondano; vi sono anche le enormi
spese, sostenute dall' attuale ammini-
strazione per ritirare la domenicale.
Sotto l'amministrazione Bajamonti si
incantinavano oltre a 2500 barili di
vino, si acquistava del bottame, e, per
far la vendemmia, non si arrivava a
spendere fiorini 2000; mentre oggi,
senza acquistar bottame, e per incan-
tinare dagli 800 ai 1000 ettolitri di
vino, si spendono fiorini 5000; e que-
sta spesa la si sostiene, non già per-
chè sia necessaria, ma perchè si vuole
occupar della gente, che all'occasione
possa gridare dei živio frenetici alla
Croazia e magari alla .... santa Russia.
Che cosa volete di più ? Vi fu un anno,
sotto 1' amministrazione croata, che si
incantinarono circa 1000 erAolitri di
vino. Volete sentirne una grossa?
Quando si effettuò la consegna, ossia
il travaso, vi fu uno scemo di più di
100 ettolitri divino, mentre lo scemo non
doveva essere che tutt'al più del 2 per
cento, essendoché il vino, che s'incan-
tina, è vino netto. L'amministratore
si giustificò, dicendo che una buona
parte del vino era stata consumata dai
sessanta zupani, spediti a Solta dal
Comune per la vendemmia, onde, as-
sistiti da venti gendarmi, sotto il co-
mando dell' amministratore dei beni di
Solta, prender d' assalto i soltani.
Che bevute ! !
E questi signori, che in modo così
egregio amministrano il povero Comune
di Spalato, si mantengono al potere
anche dopo trascorso il termine legale;
e non si provvede perchè sieno una
volta tolti dalla mala amministrazione
e sostituiti interinalmente da un com-
missario governativo, onde ponga ri-
paro a tanta enormità!
Falso è che nei preventivi — sotto
l'amministrazione Bajamonti — non
fossero contemplate le rendite e le
spese dei beni di Solta e di Slatine;
e che perciò il preventivo annuale a-
scendeva dai 60.000 ai 70.000 fiorini,
mentre oggidì, sotto L'amministrazione
modello, ammonta a oltre fior. 200.000.
1 preventivi della gestione Baja-
monti contenevano sempre la rubrica
Rendite e Spese dei beni di Solta e
di Slatine; e se veniva tenuto un gior-
nale separato sugli introiti ed esiti di
questi bèni, il registro era interinale,
mentre i risultati sommari venivano ri-
portaci e conteggiati nel giornale prin-
cipale di cassa.
Se nell'ultimo anno di gestione del
povero ed illustre d.r Bajamonti il pre-
* ventivo aumentò, questo aumento di-
pendette unicamente dalla spesa con-
templata pella costruzione dell' acque-
dotto, e non per altre spese, che sotto
l'attuale amministrazione si preventi-
vano senza bisogno di riscontro.
E che cosa si dirà dell' enorme di-
spendio fatto pel teatro? Dell' impresa
dei lavori, affidata al consigliere co-
munale Brajnovieh, e nella quale erano
incaratati i martiri Isacchetto e com-
pagni, i quali ebbero un guadagno, po-
veri diavoli, di oltre 100.000 fiorini ?
Non basta, che, a causa del teatro,
eh' è passivo, oltre al prestito di fio-
rini 400.000, se ne sia fatto un altro
di fiorini 200.000 ; ma si vuole farne
ora uno più grosso ancora, un bel debi-
tone di fiorini 600.000!
E che.cosa importa che il Comune
si immerga in un oceano di debiti?
Non temete, contribuenti, non sarete
aggravati nell' aumento d'imposta e
nelle altre addizionali; non soffrirete
1' enorme carestia e .... i debiti si e-
stingueranno da sè.
Ma crede forse il Jedinstvo di poter
darla ad intendere? E' passato il tem-
po di far vedere lucciole per lanterne;
nè siamo tanto sciocchi da lasciarci
illudere dalle sue proteste.
Sostiene il Jedinstvo che il Comune
attualmente sostiene più spese di quelle
che si sostenevano sotto 1' amministra-
zione Bajamonti.
Queste spese si sostengono, perchè
si vogliono sostenere, non già perchè
siano necessarie ed indispensabili.
Chi vi dice di tenere al Comune
una moltitudine d'impiegati e di per-
sone sussidiarie ; chi vi dice di spen-
dere tante migliaia di fiorini, senza
che siano poi buoni a disimpegnare il
loro servizio ; mentre, con quattro
buoni impiegati, si farebbe molto di
più di quello che si fa coi dodici e si
spenderebbe la metà di quello che si
spende adesso ? E' la mala direzione,
è la cattiva amministrazione, che vi fa
spendere e che fa ascendere i preven-
tivi ad oltre fiorini 200.000.
Spalato è abbandonata; e, se non
verrà tolta dalle mani dei despoti, essi
la condurranno allegramente alla totale
rovina.
Ed ecco poi quanto scrive lo
stesso Narodni List:
«È da deplorarsi altamente che il comune
di Spalato, il quale si trova in condizioni
peggiori di quelle di un negoziante fallito,
permetta che il giornale, il quale si sostie-
ne unicamente ed esclusivamente con le pe-
cuniarie sovvenzioni che percepisce dal co-
mune, scriva in tale forma vergognosa.
Non sarebbe cento volte meglio, che que-
sta sovvenzione, la quale ingiustamente si
toglie a'magri introiti comunali, col mani-
festo intendimento di avvelenare tutte le
condizioni nazionali, politiche e morali, fos-
se impiegata a pagamento dei debiti nei
quali il comune di Spalato senza sua colpa
si trova inviluppato ? Che i signori capi e
membri del partito nazionale croato, pon-
gano le mani nelle proprie saccoccie, se
vogliono mantenere un organetto, che canti
la loro gloria e che con modi triviali e
maligni attacchi gli avversari. Ma non de-
fraudino denari d' altri, che sono proprietà
di tutto il comune, il quale ha bisogno di
risparmiare anche il soldo, ove non voglia
che lo colga il krach morale ed economico,
che già batte alle porte. Non è cosa da
pigliarsi a gabbo il debito di un milione,
al cui pagamento sarà necessario sagrifi-
care ogni anno il terzo del preventivo co-
munale. Ad illustrazione delle infelici con-
dizioni comunali, basti il dire, che già
ognuno a Spalato desidera e sospira il com-
missario governativo, come unica salvezza
nelle difficili ed intrigate condizioni di cose.
Ecco in pochi anni dove si giunse col così
detto risveglio artificiale della città di Zvo-
nimiro. Fatale, ma vero. Sotto V illusoria
superficie della pretesa era della legalità,
delV ordine e del lavoro, a Spalato il più
fracido marciume ha già invaso tutti i rap
porti sociali, nazionali e politici ; e noi qui
(a Spalato) nuotiamo nell' ampio mare del-
l' epoca romana di Tiberio. E la stessa
idea dello stato, per la quale si rompono
tante lancie, nulla ha da guadagnare in
questo caos ed in questo disordine. E si
deve inoltre riconoscere con cuore morti-
ficato, che a Spalato, non solo è morto il
trasporto e 1' entusiasmo per il croatismo,
e per l'idea croata, ma che è cessato per-
fino il più comune sentimento croato. L' a-
patia e l'indifferentismo sono dominanti
su tutta la linea ; e ciò per colpa di quelli
che stanno al timone della cosa pubblica.
A Spalato si ha abbondante e pronto mate-
riale per foggiare lina qualsiasi Debreczin
magiara, o una tedesca Meklemburg. Altro-
ché gingilli e ciambelle /»
Si può essere più categorici di così?
E, badate, non siamo noi che scri-
viamo.
I NOSTRI CARTEGGI
Botte e risposte.
Cattare. 7 ottobre.
Allorché giunge il Dalmata tutti accor-
rono in caffè per leggerlo.
— C' è qualche cosa da Cattaro ? doman-
dano subito a chi fu il più lesto a pren-
derselo; e, se questi dice di si, tutti gli
altri attendono il turno, guardando in fac-
cia chi lo legge, per conoscere, se il gior-
nale contiene delle droghe, o della malva.
— Oh! arriva il commissariò?
— Baie! — rispondono gli altri — da
quanto tempo lo si attende e non viene
mai
— Sentite quest'altra. I ricorsi eletto-
rali sono stati evasi e le elezioni si faran
no quanto prima.
— Che quanto prima d'Egitto ! Sono
trascorsi tre anni, e siamo sempre al sicut
erat, quasiché non ci fossero disposizioni
tassative in proposito.
— Ha per 1* amor del cielo, insorge un
altro a dire. Credete voi che colle nuove
elezioni trionferà il partite autonomo-serbo ?
E non sapete, che Bismarck ha detto beati
possidentes, il che, nel caso nostro, vuol di-
re, che chi sta bene non si lascia muo-
vere !
— Olà compare! risponde un quarto.
Dunque credi che il Comune debba passa-
re in eredità come un feudo ; e che il .mag-
giorasi sia de'croati ?
— Caro compare ! Io vedo che essi lavo-
rano, mentre, fra di noi, non vi è unione e
nemmeno spirito di sacrifizio....
— Lascia, compare, le chiacchiere. Al
momento delle elezioni vedremo le forze
e le misureremo.
— Non sperar niente, te lo dico io.
Quello che vorranno i signori di palazzo
sarà fatto.
— Dunque, compare, ne sai qualche
cosa?
-— Io non so niente; ma ripeto, che da
quasi tre anni siamo senza una legale rap-
presentanza; e le cose sono andate lo
stesso avanti, perchè, di uomini, non ab-
biamo che il fusto.
— E credi tu, che sarebbero cosi an-
date le cose, se vi fosse stato chi avesse
alzata la voce in luogo competente?
— Perdio ! la stampa ha parlato ben
chiaro.
— Non basta la stampa.
— Ma, allora, che cosa si sarebbe do-
vuto fare ?
— Che cosa? Quello che avrebbero fatto
in qualunque altro paese, capisci? Abbiamo
diritto si o no? Ebbene! questo diritto si
doveva farlo ben valere.
— Adesso ho capito! Hai ragione!
— Finalmente mi hai compreso. Avreb-
bero mandato un commissario imperiale da
molto tempo.
— E noi non domandiamo di meglio.
— Ed io ti dico, che le cose sarebbero
andate meglio, più. legalmente e più deco-
rosamente.
Adesso . '.. sarebbe inutile ...
— Adesso conviene attendere che si fac-
ciano le elezioni; ma, se dovessero ritar-
dare, bisognerebbe insistere, mandando una
deputazione magari a Vienna.
— Abbiamo a Vienna il deputato Kve-
kvich.
— Niente di meglio. Si manda a lui una
protesta con molte firme, perchè la presen-
ti e 1' appoggi.
— L'idea è buona; così egli potrà dire :
Vedete ... qui ci sono molti cittadini, che
reclamano un sacrosanto loro diritto; e
questo diritto non può venire dilazionato
senza mettersi in opposizione colle stesse
leggi.
In questa maniera si mostrerà di esser
vivi, di avere il coraggio di sostenere il
proprio partito e di far uso di un diritto
incontestabile ; altrimenti, noi non cesse-
remo di essere ritenuti, o imbecilli, o in-
fingardi.
— Affemia! che parli bene.
— Ma, pai, dopo ciò, è pur d'uopo ve-
nire ađ un accordo fra serbi ed autonomi.
— Volendo, si può raggiungerlo. Io be-
ne ricordo, che, non sono troppi anni tra-
scorsi, il cattolico col greco erano amici e
compari. Adesso, invece, croato ha signifi-
cato di cattolico e serbo vuol dire greco ;
mentre autonomo vuol dire propriamente
colui che non fa entrare la religione nel-
l'interesse della cosa pubblica.
— Dunque, prima di tutto, il bene pub-
blico ?
— Certamente!
— Io bandirei, infatti, gli appellativi, e,
piuttosto che dirai cattolico o greco; mi
vorrei dire cristiano e figlio delle buone
azioni.
— Questo si pratica in paesi meno igno-
ranti ; ma il popolino vuole venir soddi-
sfatto da bandiere, da professioni di fede,
dal mangiar bene e dal lavorar poco.
— Che importa a noi del popolino ?
— Eh! via! Le masse sono sempre gui-
date da certi messeri, cui preme il disac-
cordo. E, per tagliar corto, ti dirò, che al-
le Bocche di Cattaro si parte sempre da
un principio, il quale è santo in chiesa e
fatale in piazza.
— Basta, basta. I migliori patrioti si uni-
scano contro i croati, al solo effetto di com-
battere i croati; ed io sono certo che il
Comune cadrà finalmente in mani migliori.
Noterelle lissane.
Lissa, ? ottobre.
Il raccolto delle nostre uve darà il so-
lito eccellentissimo vino, forte e limpido,
che gode tanta fama nel commercio euro-
peo. Il vino di Lissa, infatti, è degno del-
la sua notorietà e v'hanno augusti perso-
naggi, che lo preferiscono ai più prelibati
prodotti della cantina francese.
Non è vero che si vogliano fortificare le
isole di Lissa e di Comisa e di Busi, o,
almeno, è vero che nulla appare che le-
gittimi tale notizia.
Lissa, una volta, era bene fortificata, e
lo stato, cogli anni, e con lenta spesa, a-
vrebbe potuto mutarla in una seconda Gi-
bilterra.
Vi sarà noto che a nostro podestà ven-
ne eletto il signor Serafino Topich, che,
quantunque nostro avversario politico, non
può altrimenti dirsi che uomo onesto, in-
telligente e pieno d'intraprendenza.
Vi sarà noto eziandio che fra giorni si
procederà alla nomina degli altri assessori
a completare l'amministrazione, mentre in-
fatti i due soli nominati non bastano. E
cosi Lissa, con sei assessori, potrà gareg-
giare appunto con le altre città dell'im-
pero.
Fra i quattro assessori da eleggersi sup-
pletoriamente vi saranno due autonomi, in
prova che il signor Topich non teme il
controllo degli avversari politici, anzi li
desidera nella pubblica azienda dappertut-
to, come nella commissione della Pubblica
Beneficenza, nel consiglio scolastico ed in .
tutti gli istituti cittadini. ,
Speriamo che questo accordo amministra-
tivo sarà aggradito da tutti e che altri co-
muni troveranno utile e pratico d'imitarne
l'esempio nell'interesse del paese.
Se saranno rose, fioriranno.
LA CRONACA
II ginnasio croato a Zara.
— Non vogliamo, non possiamo an-
cora credere che, in una città pretta
italiana come la nostra, e ad onta del-
la legale e patriottica protesta del no-
stro Comune, si possa imporre un gin-
nasio croato, un ginnasio esotico, un
ginnasio, che, aperto, sarebbe fonte per-
petua di provocazione.
A Zara si vive tranquilli; ognuno
vi è rispettato e nessuno neanche si
sogna la necessità di un istituto me-
dio croato, in irritante contraddizione
coi sentimenti della vera e propria
popolazione, tutta italiana, sempre i-
taliana.
Pure abbiamo letto che nel bilancio
del ministero della pubblica istruzione
è stato fissato V importo pel ginnasio
croato di Zara !
E possibile ciò ? È possibile che ra-
gioni di partito, o piuttosto volgari
puntigli di singoli, abbiano potuto con-
sigliare una misura, che colpisce al
cuore e turba ogni leale cittadino di
Zara ?
Perchè il ginnasio croato, se gli
stessi serbi dei distretti limitrofi, che
avrebbero maggiore comodità nel man-
dare i loro figliuoli al ginnasio di
Spalato, li mandano invece a Zara ?
Per dare il gusto al pretuncolo Zarich
— energumeno fabbricator di croati —
e ai pochi italiani rinnegati, che, per
fare le scimmie croate, incretiniscono
i loro figliuoli col mandarli alla scuo-
la croata, mentre di croato non sanno
sillaba ?
Oggi — pur coli' animo pieno di
proteste — ci soffermiamo qui, dispo-
sti a gridar forte perchè Zara italiana
sia rispettata, intenzionati di esporre
a sua eccellenza il signor ministro
del culto e della istruzione -- a tutela
della pubblica moralità e della giusti-
zia — tutte le nostre ragioni, tutto
quanto proclama il ginnasio croato di
Zara una lesiva superfluità.
Pel nostro diritto. — Da fon-
te autorevole veniamo informati che il
ministero della difesa del paese —
venuto a rilevare che in epoca ante-
riore, ad insaputa dello stesso, ed ar-
bitrariamente, venne eliminata dalle
tabelle dei comandi ed appostamenti
dell' i. r. gendarmeria la lingua ita-
liana — ebbe ad ordinare ai rispettivi
organi di attenersi d' ora in poi stret-
tamente alle prescrizioni in proposito
vigenti, per le* quali 1' uso delle lingue
del paese sulle dette tabelle deve es-
ser conforme a quello osservato dalle
preposte autorità politiche. E quindi,
in Dalmazia, dopo la tedesca, quale
lingua di servizio, devono figurare sulle
tabelle ambo le lingue del paese : V ita-
liana, cioè, e la serbo-croata.
Finalmente — almeno in tesi di
principio — ci si rende un po' di giu-
stizia e si toglie una triste anomalia,
contro la quale il nostro Dalmata ha
mille volte reclamato.
Vedremo adesso se questa dispo-
sizione sarà eseguita, o se resterà let-
tera morta, come tante altre.
Vedremo.
Zara a Dante. — Curiosità cit-
tadine. — Il giorno 17 maggio 1865 la
pubblica loggia, in cui si trova la Biblio-
teca comunale fondata dal nostro P. A.
Paravia, anch' esso illustratore di Dante,
era rivestita a festa e sfarzosamente ad-
dobbata. Sul frontone leggevasi la seguente
epigrafe : Nel secentesimo anniversario —
del natale — di — Dante Alighieri — za-
ratini ed estranei — onorate V altissimo
poeta.
Nell'interno, fra trofei di bandiere, e
sotto apposito padiglione, una maestosa
immagine in rame di Dante, circondata da
una corona di alloro, con sotto le varie
edizioni ed illustrazioni delle sue opere. E
poi componimenti poetici, tutto in giro,
e vaghissime rame fiorite. Ma il fregio più
bello della Biblioteca consisteva in forse
un centinaio di ritratti dei più valenti dal-
mati, che nelle lettere, nelle scienze e nelle
arti illustraron la patria. Talché in un
componimento leggevasi :
A Te, fra i vati massimo,
Più che di lauri e gigli
Corona fa Dalmazia
De'propri illustri figli.
Osservabili si rendeano del pari sei
busti di gesso, i quali avevano il pregio
di rappresentare antichi illustri zaratini e
di avere appartenuto ad un' Accademia e-
sištita nel secolo scorso in questa città.
Nè la Biblioteca soltanto, ma la città
tutta scorgevasi adorna dell' effigie dell'im-
mortale poeta e dei diversi componimenti
poetici sorti in luce per l'occasione. La
sera, nel mentre la Loggia accoglieva nu-
merosi visitatori, il teatro, sfarzosamente
illuminato, era gremito d'un pubblico eletto,
e l'attore Vernier, ora impresario tea-
trale, sollevava T entusiasmo^del pubblico,
declamando il canto XXXIII della Divina
Commedia. 1 , '
I giornali dell'epoca tributano grandi
elogi al distinto concittadino bibliotecario
Giuseppe de Ferrari Cupilli, operoso e
valente cultore della stona patria e orga-
nizzatore di queste feste.
Decesso, T- Giovedì, in tarda età, è
morto il nostro concittadino signor Urbano
Giancix, persona generalmente stimata per
la bontà del carattere; uno dei vecchi e
saldi patrioti zaratini, di cui, pur troppo,
si va perdendo lo stampo. Era affezionato
esemplarmente alla nostra causa, sempre
tra i primi, anche grave d'anni, nel farle
onore. Sulla sua bara diamo sincero, affet-
tuoso compianto.
Mare magno croato. — La Katoli-
àka, l'altra mattina, si è alzata di malu-
more e si è accorta che gli italiani -,
guarda un po' — gratificano i croati die-
piteti animaleschi.
Tutta una fauna.
E prete Prodan — a concludere — ha
ripetuto 1' apotegma cretino dell' arco trop-
po teso..... col resto che sapete.
Ah sì, eh?. Ma quando trenta o qua-
ranta manigoldi croati ruttano in coro can-
zonaccie oscene contro gli italiani e gli
autonomi, sotto le orecchie della 'beneme-
rita, che cosa ci sa dire di bello quel caro
don Giovanni?
Che corda, allora, ha da spezzar l'arco
troppo teso?
La corda, forse, reclamata pel collo degli
italiani ?
*** E anche giorni sono, a Spalato, come
se il processo del ginnasio fosse stato un
piatto di fragole inzuccherate, quei cari
minorenni, che fanno la Croazia.... nei
calzoncini, hanno strillato parecchie ore
vituperi contro gli italiani e gli autonomi.
Ma il faut que jeunesse se passe.
Noi soli, secondo le teorie di don Gio-
vanni, abbiamo il diritto al silenzio, Y acre
silentium di Plinio.
*** La stessa effemeride asserisce che i
giovani Blagorod Belja e Palocca vennero
condannati dalla locale corte di giustizia
per motivi politici.
Motivi politici un fico secco !
Due fanatici aggrediscono e a momenti
freddano un povero diavolo, che neanche
conoscono, ma che ha il torto di canta-
rellare in italiano .... e quest' azionaccia
brutale viene elevata all' onore di un fatto
politico ? !
0 sta a vedere che, da qui a cent'anni,
si festeggerà con banchetti il martirio po-
litico del Eelja (juniore) e del Palocca!
Proprio come pei martiri Zriny e Fran-
gipani.
Ma ! Se ne vedono tante nel mare magno
croato.
*** C'è qualche idiota, che, a casa sua,
coi suoi figliuoli, non sa, non può parlare
altro, che il venezianino, o il zaratino.
Ma, fuori, nella posa eroica di Bruto,
colla mano nello sparato del gilè, fa da
croato, da ultra-croato, da più che croato.
E mette i figliuoli — che non sanno dir
pane in croato — nella scuoletta esotica,
nella scuoletta provocazione, diretta dal-
l' illustre glottologo Paulicevich,
Bella coerenza !
Facciano almeno una cosa, prima.
Facciano venir d' oltre monte una balia,
perchè almeno giovi ai loro marmocchi la
formola della lingua succhiata col latte.
Saranno meno ridicoli, se anche dovranno
spendere qualche fiorino di più.
*** L'on. Bianchini celebra le nozze
d'argento con la sua gazzetta.
El bon don Nico riproduce il capitolo
doloroso dei primi istanti: la povera sof-
fitta, l'insonnia, gli stenti... .
Cose da far lacrimare un moro di bronzo.
Don Bianchini scriveva sedici ore al
giorno, su ventiquattro. E niente divaga-
z oni ! niente sospiri ! niente disavven-
ture !
Ma, poi, il Narodni List, colle belle mi-
gliaia di fiorini pappate a monsignor Stros-
smayer, mise pancia, divenne robusto e
vivacchiò allegramente.
E, da grafomane, don Giorgio divenne
oratore.
Egli ha bisogno di salire quotidiana-
mente su qualche cosa per tenere un di-
scorso.
Quando si celebreranno le sue nozze
d'oro, avrà più parlato lui di tutti i ciar-
latori greci e romani messi assieme.
Uno sgomento ì
JLa fiera. — Favorita da un tempo ma-
gnifico, la fiera tradizionale di San Simeone
— patrono di Zara — lasciò in tutti, que-
st' anno, una gratissima impressione.
Una giornata estiva, piena di sole, di
movimento e di allegria. Le vie gremite. Il
solito, caratteristico frastuono di fischietti
e di trombettine ; il solito assalto ai negozi
di giuocattoli.
1 mercanti di trastulli hanno fatti in-
cassi ragguardevoli.
Nel'a bella chiesa collegiata, ove il santo
riposa nell' arca d' argento, 1' arca del dolce
miracolo, le funzioni ebbèro luogo con so-
lennità straordinaria; con lusso di argen-
terie, di fiori, di cere.
Il Comune — per antico privilegio — è
il custode dell'arca. Esso ne ha le chiavi;
e, per vecchia e cara consuetudine, il pri-
vilegio viene in questo giorno avvalorato.
Un assessore apre solennemente l'arca.
Mai come quest' anno numerosi i devoti
che passarono innanzi la reliquia, colla fede
nell' animo e la prece sul labro. '
Al solenne pontificale venne eseguita
assai bene, da provetti cantanti cittadini,
diretti dal m.o Eavasio, la bella méssa del
Canetti, a piena orchestra.
Finita la funzione ebbe luogo uno scelto
concerto della Banda comunale.
Alle funzioni serali si è ammirata la
splendida illuminazione nell' interno del
tempio, rischiarato vividamente anche a
luce elettrica.
La spesa d'installazione della luce elet-
ritorio ; ed è certo che nei terreni ab-
bandonati ed incolti dì quella provin-
cia (come, ad esempio, nei molti e fer-
tilissimi terreni del distretto di Zara,
in gran parte senza coltura, che po-
trebbero easer ridotti a superbi vigneti)
la produzione vinicola potrebbe ancor
tanto progredire da fare ascendere il
milione di ettolitri di })roduzione a
cinque volte tanto. La vastità dello
spazio coltivato con viti, e le qualità
dei vini prodotti sono differenti, se-
condo le differenti posizioni e la qua-
lità del terreno della provincia. Dalla
parte del nord, presso Zara, e nelle
isole circostanti, si producono vini leg-
geri ed amabili e la campagna è me-
no coltivata ; nei distretti di Spalato
e di Sebenico, e nelle adiacenti isole,
le popolazioni si occupano solamente
ed intensamente della coltivazione vi-
nicola, ed il terreno è di tale natura,
che si producono anche i vini neroni,
ricchi di abboccato, armonici nel loro
complesso ed addattissimi per il ta-
glio ; e questi sono i vini che fonda-
rono la fama del tipo enologico dal-
mate ; vini, che, con tutto diritto, po-
trebbe io chiamarsi la vera essenza del
vino nero.
Nelle parti di Ragusa ed al sud di
essa la viticoltura è di bel nuovo di
minore importanza, cosichè la produ-
zione non soddisfa neppure il bisogno
locale; e cosi pure dicasi delle Boc-
che di Cattare — bf^llissima creazio-
ne della Natura — quantunque, in
quel distretto, progredisca abbastanza
il nuovo impianto di viti e sia da ri-
tenersi che, fra breve, il paese avrà
la produzione sufficiente al suo con-
sumo.
Epperò il distretto di Spalato e le
sue isole hanno oggi la maggiore ira-
portanza pei negozianti forestieri; in
ogni caso questa progrediente città
promette di essere per il territorio vi-
nicolo delia Dalmazia quello che è
Oporto, pel paese vinicolo dell'Alto
Douro. Perciò voglio, anche in questo
schizzo supen'iciale, intrattenermi più
attentamente alla viticoltura dalmata,
che ebbi occasione di conoscere solo
da poco tempo; e non posso far a
meno di accennare in questo incontro
che debbo essere grato in prima li-
nea alle affettuoso e disinteressate pre-
stazioni del signor Lodovico Riboli, e-
sportatore di vini in Spalato, ed uno
dei primi conoscitori dello condizioni
della viticoltura in Dalmazia. E' a
questo signore che sono riconoscente
per avermi forniti i dati esatti, neces-
sari, in generale, a questo mio studio
sulle condizioni vinicole <lalmate.
Già air arrivo, nello spazioso e ben
sicuro porto di Spalato, ove si vedono
colossali battelli a vapore, e nel quale
si lavorano rive e moli di approdo, si
presenta, agli occhi del viaggiatore,
r importanza della città, e, dalla pri-
ma impressione e dall' insolito movi-
mento, si deduco essere quel porto il
più importante peli' esportazione dei
vini dalmati.
La larga riva del bacino del j)orto
— dalla dogana alla diga foranea un
cliilometro circa — è coperta da mi-
gliaia e migliaia di botti da trasporto,
che stanno pronte per essere caricate
sui diversi piroscafi stranieri, — men-
tre da una quantità di barche a vela,
che portano il vino dai luoghi vicini,
si pompa il vino nelle botti da tra-
sporto, per essere imbarcato special-
mente per l'estero.
L' animato commercio di quel porto
e della città è da attribuirsi alla fio-
rente esportazione vinicola. La viva-
cità di quella forte ed intelligente po-
polazione ci offre la prova, che, an-
che li, come ovunque, la viticoltura
si presta quale promotrice dell' agia-
tezza e del progresso.
Subito fuori della città, si trovano
i vigneti, lavorati con cura ed esat-
tezza unica. Le viti sono, come in tut-
ta la Dalmazia, coltivate in forma di
fusto basso, e, secondo una precisa
regola, poste in filari lineari simmetri-
camente esatti. Là dove lo esige il
terreno, si trasporta la terra da altri
punti più elevati, e si levano tutti i
piccoli sassi, coi quali si fabbricano
dei muricciuoli di demarcazione, men-
tre^ lateralmente alle strade, i vigneti
sono circoscritti con muri facettati e
lavorati cosi bene da destare 1' ammi-
razione sulla diligente operosità dei
contadini, che possono a buon diritto
chiamarsi fra i primi d'Europa.
11 terreno è morbido; una magra
ealcirea di diverga compo^^izione, come
è gencialmcnt»^ ti suolo "aleareo della
Driliiifizia. che apjiurii ne alla forma
calcarea dell'Jura. Là dove il suolo
contiene ferro e creta argillosa in co-
pia maggiore, si producono i vini ne-
roni e pesanti e piuttosto duri ; ed,
air opposto, ove i terreni son più ar-
gillosi e bianchicci, il vino è più ric-
co di abboccato. 11 taglio delle viti
viene eseguito con rozzi co telli, simili
a quelli, che si adoperano attualnìen-
te in Grecia. Contro la crittogama,
che da molti anni compare special-
mente nelle isole di Lissa, di Lesina,
della Brazza e di Curzola, s' adopera
con felice risultato lo zolfo di Roma-
gna. Ci consta che la Dalmazia il
appena prova, in piccole proporzioni,
flagello della filossera; — ma, all'op-
posto, la peronospora viticola compar-
ve in questi ultimi sei anni, sebbene
non con intensità cosi forte come com-
parve nell'Istria, nell'Italia superiore
e in Francia, perchè il clima asciutto
della Dalmazia, come pure il sistema,
in generale adottato, di non impiantar
nei vigneti alberi fruttiferi, non per-
mettono, nè sono favorevoli alla diffu-
sione di questa malattia, quantunque
la peronospora si sia "mostrata molto
più intensa neir interno della Dalma-
zia — ove vi son tratti boschivi, ed
ove, in alcune pianure, scorron dei
fiumi — che non nelle asciutte e cal-
de parti delle coste, e sulle isole tut-
te soleggiate.
A motivo della mite temperatura
invernale, in Dalmazia non esiste 1' e-
sempio di viti chc periscan dal fred-
do ; come del pari è assai raro il ca-
so che la grandine devasti il raccolto.
Secondo la più o meno prospera si-
tuazione dei vigneti, delle qualità del
suolo e dei sali che contiene, la Dal-
mazia produce i più neri e forti vini
da taglio, con una forza di quattordici
gradi di alcool naturale. E, a seconda
del terreno, produce i vini rossi co-
muni, fini, delicati nel gusto e bril-
lanti di colore, con un aroma pronun-
ciato di Bordeaux, e molti col sapore
dei vini di Borgogna, tanto da non
poterli distinguerò da questi ultimi^' I
cosidetti vini piccoli, ossia di meno
infenso colore, che si attrovano parti-
colarmente nelle isole, ed in alcune
località dell' interno della Dalmazia,
sono pure pregevolissimi, perchè han-
no un carattere spiccato di frutta d'uva,
e, come vini da pasto, non possono
desiderarsi migliori. Egualmente si pro-
ducono nelle isole, in parecchie loca-
lità, dei buoni vini bianchi, poi quali
converi ebbe avere più cura nel confe-
zionamento, mentre spesso si trovano
vini gialli con colore un po' forte, e
che, lavorati razionalmente, superereb-
bero, pel loro contenuto, tutti i vini
di tal genere che produco una parte
di Europa. La Dalmazia ha anche i
più vantaggiosi punti climatici, ed of-
fre, a richiesta, distinti liquori e vini
da bottiglia. Li producono diversi pos
Bidenti pel loro uso speciale, come
per esempio la Vugava della Brazza,
il Tartaro e il Maraschino di Sebeni-
co, il Moscato Rosa di Almissa, che
possono concorrere coi più fini vini
dell' Europa del Sud. (Anche per l'c-
sportazione si confezionano eccellenti
vini da dessert. La fabbrica Vbihov di
Zara è di prim' ordine per la sua ri-
nonianza.)
Ai vini più oscuri, più forti e con
più pronunciato sapore del vino di
Bordeaux, appartengono quelli di Spa-
lato, coi suoi quattro sobborghi, più
quelli di Kučine, Mravinze, Zernizza,
della pittoresca Clissa, nonché di Sa-
lona, i cui vigneti crescono in mezzo
alle rovine dell' antica città, distrutta
dagli Avari. A questa località si uni-
sce il territorio delle sette Castella :
Castel Suciuraz, con un forte vino ne-
ro da taglio, contenente i quattordici
gradi di alcool ; Castel Abbadessa,
Cambio e Vitturi, con vini fini, rossi
e neri, contenenti da dodici ai tredici
gradi di alcool, più Castel Nuovo,
Vecchio e Stafileo, che danno un vino
buono, fino, nero, dagli undici ai do-
dici'gradi, però un po' meno colorito
di quello delle accennate località. La
posizione geografica di quella stupen-
da riviera, i cui Castelli si specchia-
no neir azzurro mare, desta un' impres-
sione d'incanto indescrivibile. Situata
alle falde del monte Koziak, la cam-
pagna delle Castella è tutta verdeg-
giante e gli olivi, i melagrani, i man-
dorli ed altri alberi fruttiferi vi vege-
tano rigogliosi, e, qua e là, bianche
ville e casali, fabbricati a capriccio,
completano il quadro assai pittoresco
e presentano all' occhio una variazione
incantevole, indescrivibile, che va a
completarsi verso l'Est, nelle argen-
tee acque del seno di Salona.
(La fine al prossimo numero.)
I NOSTRI CARTEGGI
Del nostro giuilizio.
TrilÙ, 2 decembre.
II nostro giudizio distrettuale tiene i suoi uffici in quel vt^cchio palazzo vesco-vile, che di palazzo ha il nome e forse la pretesa, ma certo non ha nè la vastità, nè quel comfort, che di primo acchito potreste supporre.
Abituati a modesti desideri iu una città
di provincia, e precisamente di quella pro-
vincia di Dalmazia, cui è riservata la parte
di Cenerentola fra le consorelle cisleitane,
noi rinunzieremmo di buon grado ad ogni
idea di vastità e di lusso, ove soltanto ci
fosse dato di avere pel nostro giudizio dei
locali salubri e decenti ; ma invece dob-
biamo deplorare, oltre che ristrettezza di
spazio, tale indecenza e tale mancanza di
aria e di luce da superare il più triste
concetto che vi foste mai formato.
Venite un po' in un giorno destinato alle
udienze e sopportate, se ne avete U forza,
il fetore che sentite in un corridoio stretto,
stretto, dove a dozzine le parti devono at-
tendere il loro turno, ano contro l'altro
pigiato, da ricordare le solite sardelle nel
solito barile.
Recatevi nel locale dove si trovano le
pubbliche tavole e badate di non muovervi
e di attendere quieti quieti, le delucida-
zioni che vi offre il cortese impiegato; al-
trimenti qualche grosso volume, che sta a
mala pena negli scaffali, potrebbe farvi
compiendere tutta l'importanza del suo
peso.
Eitrate nella stanza del giudice e da
tre porte e da due finestre vi rallegrerà
un giro d' aria ribelle ad ogni freno ; nella
stanzetta dei dibattimenti penali da quattro
fori, d'inverno, penetra tanta aria da farvi
gelare il cervello.
Nella stanza, o meglio buco, del cancellista
di pieno giorno stentate a distinguere una
persona per 1' oscurità che vi regna.
Poi in tutti i locali muri crollanti,
soffitti cadenti, pavimenti distrutti, finestre
e porte le cui chiusure non chiudono niente,
pitture indecenti, in una parola le cose
ridotte in tale stato di completa rovina da
rendere, più che necessario, indispensabile
un radicale provvedimento.
E sarebbe opera veramente meritoria il
non indugiare ulteriormente, visto lo stato
infelice e deplorevole delle carceri, dove
si presta fatica a comprendere t^ome, date
le moderne esigenze in fatto di igiene nell ì
prigioni, si possan rinchiudere degli sven-
turati, che, entrati in locali così umidi e
così malsani, nove volte su dieci ritornd.no
ammalati alle loro famiglie, buscandosi
delle indisposiiioni, le cui conseguenze sono
incalcolabili.
In appoggio del nostro asserto dobbiamo
citare il fatto seguente: un inglese giunto
tempo fa a Traù volle visitare il nostro
giudizio e rimase scandolezzato dei locali,
osservajido che nella sua patria, modello
in fatto di istituzioni e di civile progresso,
una simile bruttura non sarebbe stata tol-
lerata.
Ci dicono che il locale comune, a cui
serie lagnanze erano state fatte in argo-
ment> ed ai cui buoni uffici certamente
dovrebbe venir data la giusta considera-
zione, avesse facilitato la regolazione di
questa vertenza (importantissima per Traù)
offrendo in affittanza a modiche condizioni
una parte del nuovo edificio comunale, co-
struito secondo tutti i dettami delle mo-
derne regole, ed assumendo V obbligo di
ese'/uire le d visioni interne e di adattare
tutti i locali alle più recenti esigenze per
r uso di un giudizio e delle carceri.
Speriamo che il nostro nuovo presidente
di appello — integerrimo e simpatico ma-
gistrato — che viene da un gran centro
e che deve avere assolutamente la giusta
idea di ciò che si vuole in oggi per gli
uffici di un giudizio distrettuale, nonché
dei riguardi dovuti agli impiegati, alle
parti ed ai poveri carcerati, vorrà prestare
a questa faccenda tutta la sua attenzione,
prendendo quella risoluzione che da un
uomo avveduto e tenero del decoro della
giustizia, del bene dei subalterni e della
sorte dei miseri prigionieri si può ragio-
nevolmente sperare.,
Nutriamo fiducia, che egli, di cui ci* di-
cono tanto bene, corrisponderà alle j^'-ene-
rali aspettative, acquistando un serio titolo
alla nostra riconoscenza.
E si abbia sin d' oggi i nostri ringra-
ziamenti.
In giro pei* I9 Dalmazia.
Dalla provinola, 3 decembre.
Nella prima decade del corrente mese
intrapresi un viaggio per affari di commer-
cio fino a Trieste. Provavo una solita con-
tentezza nel sapere che il piroscafo avrebbe
fatta sosta anche a Traù. Cosi, pensava,
avrò occasione di vedere ed esaminare il
priporodjeni Trogir. Causa il tempo bur-
rascoso e le molte merci che si dovettero
imbarcare nelle precedenti piazze, giun-
gemmo all'imboccatura del porto a notte
tarda e con sensibile ritardo Entrati fe-
licemente nel canale (cosa molto diificile
colla oscurità della notte) mi affrettai dì
salire sul cassero ; e, tutto occhi, cercava
di indovinare la posizione della città, L' 0-
scurità era perfetta. Il comandante fece
rallentare il movimento alla macchina e
per un pezzo il battello si avvicinò lénta-
tamente verso un punto rosso. Un marinaio
mi avvertì essere quello il fanale del ponte
che congiunge Traù coli' isola Bua. D'un
tratto cessò l'azione dell'elica e intesi il
tonfo dell' àncora. Agli affaccendati marinai
chiesi se si fosse arrivati, ed ebbi una ri-
spo.<ita affermativa. Io nulla ravvisavo. Non
un fanale illuminava il luogo di approdo !
Il Comune, pensai, risparmia il petrolio 0
er beneficare l'imprenditore, 0 per far
vivere i suoi concittadini nel buio. Un per-
chè ci deve essere ; la questione però resta
sempre equivoca e molto strana. Qual-
cuno mi assicurava che il Comune pot^^'
benissimo essere nemico della luce.... Ma
qui si trattava di petrolio e di una neces-
sità assoluta per le opt^razioni commerciali.
Basta ! Al chiarore di un fanale a mano,
portato probabilmente dal servente del-
r agenzia, si alzava il ponte, che, accomo-
dato al suo j)osto, ho potuto transitare
senza pericolo, colla scorta valida di un
marinaio. Messo il piede in ten a a tastoni
in quella oscurità e non senza fatica, trovai
un popolano che pregai mi conducesse in
qualche trattoria dove poteva prendere un
po' di cibo. Questi mi fece entrare per un
colossale portone nella città; e diedi un
sospirone alla vista delia morente luce di
un fanale, la quale però bastava solo a
non permettere che mi rompessi 1' osso del
collo. Svoltammo, e, dopo un naio di nuove
giravolte, entrammo in un sottovulto più
oscuro dell'inferno. Tenevo saldo la guida
per la mano, studiando di scansare gli ine-
vitabili urti. D'un tratto, però, mi trovai
completamente investito su di un corpo
prominente che seppi dalla guida essere
la corona di un pozzo. Guadagnammo un
vicolo e passammo per una contrada, la
quale, come le altre, era nello stato più
deplorabile, con selciato impossibile, man-
cante e sopra più allagato da una melma
oleosa che aumentava il pericolo di stra-
mazzare. È questo il preporodjeni Trogir?
domandava a me stesso. Entrammo in una
specie di grotta strettissima affatto oscura
e con infinite pozzanghere. — Ma dove
mi conduci ? chiesi bruscamente alla guida.
— Qua, signore, è la prima locanda della
città! Presi a mala voglia un poco di cibo,
e, colla mia inseparabile guida, feci tosto
ritorno a bordo.
Nella pericolosa traversata delle contra-
de di Tran ebbi la squisita fortuna (di-
ciamolo cosi) di vedere in una lurida can-
tina un uomo con un lumicino tutto intento
a somministrare la p ofenda a due grossi
maiali, i quali, inerti, giacevano sopra una
massa di letame, donde usciva una puzza
incredibile. E ciò, sapete, in una contrada
della città !
— Ma in fine dei conti, mio signore, mi
disse la guida, a pochi è dato di vedere
queste miserie, poiché, se qui arriva qual-
che personaggio, gli uomini del Comune lo
fanno girare esclusivamente attorno la
città.
Dieci giorni dopo feci ritorno collo stesso
piroscafo delLloyd nella città di Traù, ma
questa volta di pieno giorno. Ammirava
con entusiasmo il bellissimo canale, la pit-
toresca posizione della città, il vasto porto
di Saldon ; ma tutto ciò scemava in pregio
di fronte alla doloi-osa impressione ricevuta
giorni prima. Mi sbarcai nuovamente e feci
da solo il giro attorno la città che è in-
cantevole. Tentai d'inoltrarmi in città, solo
per correggere la triste impressione rice-
vuta, ma mi sono ingannato Tornai a ve
dere immondizie, strade in completo ab-
bandono, con ai lati dei canali colmi di
certi liquidi nerissimi e putridi, e da per-
tutto, a pian terreno, stalle ingombre di
letame con ogni sorta di animali, cose in-
somma che ripugnano e che fanno pensare
air abbandono totale nel quale trovasi la
infelice Traù, una volta la bella e la gra-
ziosa città dì Traù. Uscii all' istante fuori
dalla città e giunsi vis-a-vis ad un grazioso
boschetto di pini, ma disgraziatamente an-
che questo flagellato dal solito odore, che
va diffondendosi da un tempietto vespa-
siano, fatto sorgere da qualche infelice
mente, scegliendo un disegno ancora più
infelice e piantando lo stesso in una pitto-
resca posizione che il più barbaro zulù a-
vrebbe gelosamente risparmiata. Uscito dal
boschetto m'incontrai in una colossale fab-
brica nuova a foggia di muracca, sulla fac-
ciata della quale sta scritta scorretta la
parola Mesarnice^ mentre il fabbricato è
uno solo. Corsi in piazza (chè il piroscafo
dava il primo fischio) e visitai in tutta
fretta lo splendido tempio, la regolare
piazza, il palazzo comunale anche bellissimo
e la loggia, che è un vero capo d'arte.
Dunque puzza sopra puzza, ma, secondo il
signor podestà microbista, la puzza è neces-
saria, per iscongiurare le intermittenti. È
questo adunque il Preporodjeni Trogir? Io
lo qualifico Upropastjeni Trogir. P.P.P.
LA CROHTAGA
Scandalo. — In vista alle ele-
zioni comunali, già si vedono per le
vie della nostra ciità, anche di notte,
alcuni di quei parrochi starceviciani,
che, ribelli ad ogni ordine, fomentano
r odio dei contadini contro la città,
seminatori di discordia. Questi reve-
rendi abbandonano le loro parrocchie,
abbandonano per intere giornate i lo-
ro doveri sacerdotali, per venire in
città, a correre, dalla casa del nobile
grancroato degli Abelich alla Citaonizza
croata, per assistere a sedute tumul-
tuose, ove pochi forestieri, invisi a Zara,
hanno la sfacciataggine di cospirare
contro Zara, sempre troppo tollerante
e troppo civile. In alcuni villaggi, ab-
bandonati. dai parroci^ vi sono malati
in istato grave, che possono aver biso-
gno dei conforti spirituali; ma, invece
no, non v'è un cane che li assista,
mentre i signori parrochi fanno qui
gli agitatori politici, in modo scanda-
loso.
Che non ci sia una legge, una di-
sposizione, che vieti tanta impudenza ?
Noi protestiamo altamente contro
questo scandalo, chiedendo seri ed im-
mediati provvedimenti perchè venga
impedito. È strano che mentre i più
alti funzionari dello stato hanno biso-
gno di un permesso per assentarsi
anche un giorno dal loro uffiicio, que-
sti signori preti possano prender.si
quanti permessi mai vogliono, infi-
schiandosene di leggi e di superiori. Al-
meno — ripetiamo — la loro assenza
fosse rivolta al bene, ad un' opera di
misericordia ; ma no : è invece rivolta
ad un' opera odiosa e di esaltazione
settaria.
Il significato del lOO gruppi —
Il Oiovane Pensiero di Pola constata an-
ch'egli con gioia il grande [»rogresso ed il
grande cammino, che, in soli 5 anni, dal
1891 in qua, ha fatto la Lega Nazionale e
che dal Pro Patria non era stato rag-
giunto. Ed il significato assai letificante di
questo rafforzamento ed ingrossamento del
numero dei gruppi, 1' ottimo confratello i-
striano così conchiusionalmente commenta
ed illustra :
«Il raggiungimento di 100 gruppi è un
buon SHgìio e un ottimo augurio. Vuol dire
che ci sono 100 paesi ove esistono uomini
che vogliono salva la lingua e la cultura
nazionale da ogni soverchiamento stranie-
ro. E che commovente alleanza di città,
borghi e ville, presenta questo elenco dei
100 gruppi della Lega iVaž'toMfiZe, dalla la-
boriosa Trieste alla piccola borgata tren-
tina, al villaggio friulano, al castello e alla
città marinara dell' Istria e alla aristocra-
tica ci ttà dei nobili ragusei ! Saranno 25.000
italiani, il fiore delle nostre terre: vecchi,
giovani, fanciulle e giovanetti. Dietro ad
essi il popolo, che partecipa con l' anima
all'azione, a questa campagna di dif(^sa
fatta sotto l'usbergo 'elle leggi e del di-
ritto naturale.»
Circolo accademico italiano In
Vienna. — Nell'assemblea generale or-
dinaria tenuta ai 28 novembre furono e-
letti a formare la nuova direzione i se-
guenti soci :
Presidente : Celestino Armani, studente
di filosofia. — Vice-presidente : Faustino
Nicolich, studente di medicina. — Biret-
tori: Iginio Zucali studente di filosofia, se-
gretario. — Mario Rossi, studente tecnico,
cassiere sociale. — Silvio Anesi, studente
di filosofia, cassiere di mutuo soccorso. —
Pietro Giurco, studente di filosofia, bibliote-
cario. — Emilio Cuizza, studente tecnico,
provveditore dei giornali. — Sostituti: Mario
Zeni, studente di medicina Antonio Leva,
studente di filosofia, Matteo Manzin, stu-
dente di filosofìa, Andrea Manzolini, stu-
dente di medicina, Giovanni Cattarinich,
studente tecnico. — Revisori: Antonio Ro-
bert, studente di medicina, Mario Turek,
studente tecnico. — Giuria d'onore: Um-
berto Garlatti, studente di medicina, Er-
nesto Fortuna, studente di medicina, Vi-
scardo Torboli, studente di medicina. —
Sostituto: Oreste Wolff, studente di me-
dicina.
Il nostro saluto ai giovani egregi!
In comunella. — I giornali croati
pubblicano la seguente dichiarazione :
«Dietro invito del signor d r Laginia, i
seguenti deputati sloveni e croati del par-
lamento austriaco : Bianchini, Borcich, l)a-
par, d.r Feriancich, d.r Gregorich, Kobiar,
Kusar, d.r Laginia, Nabergoi, Perich, Pfeif-.
fer, Povsè, Robich. Sr'ncicli, d.r Sustersi^'h
e Visnikar - si riunirono a comune seduta
per trattare il desiderio manifestato da
più parti di veder riuniti i deputati slove-
ni e croati del nuovo Consiglio dell'impero
in un club riunito allo scopo di ooperare
per l'ottenimento di risultati fortunati. Già
in questa prima discussione gli stessi giun-
sero a constatare, che, ad onta di tutte le
divergenze di principio, non soltanto è pos-
sibile, ma — in vista alle esperienze ac-
quisite — per il prosperamento della na-
zione è addirittura necessario che tutti ii
deputati croati 0 sloveni del futuro Con-
siglio dell'impero formino fra loro un grup-
po parlamentare allo scopo di poter pro-
cedere con risoluta solidarietà nelle que-
stioni nazionali ed economiche ; e constata-
rono inoltre che lo sviluppo di questa idea
devasi lasciare alle diverse direzioni dei
partiti politici nelle singole provinole. In-
fine tutti i rappresentanti di questi partiti
dichiararono che le loro direzioni di par-
tito sono disposte ad entrare a questo sco-
po nelle necessarie trattazioni,
<I deputati d.r Bulat, conte Coronini,
d.r Claich, cav. Supuk e Bosniach hanno
promesso la loro approvazione a questa
lega.
«Vienna, 26 decembre 1896.
«d.r Laginja, d.r Feriancich, Borcich,
Perich, d.r Sustersich.»
Ora staremo a vedere se la nuova lega
avrà vitalità e quanta. In generale, le pre-
visioni che si fanno per essa non sono
certamente rosee.
Ringraziamento. — Riceviamo e pub^
buchiamo- di buon grado :
«A tutti quei P. T. signori, che gentil-
mente vollero porgermi le loro felicitazioni
in occasione del compimento del mio qua-
rantesimo anno di servizio, rendo sentite
grazie, assicurandoli della mia viva rico-
noscenza. Zara, 4 dicembre 1896.^—Beden.>
Fidanzamento. — Mercoledì seguì il
fidanzamento della gentile e avvenente si-
gnorina Nella Ivanics, nipote carissima al
nostro podestà, coir egregio capitano della
marina da guerra Angelo barone de Rossi-
Sabbatini, figlio all' illustre e compianto
presidente dell' appello dalmato. Congratu-
lazioni vivissime.
lia nuoTa legge sulla valuta. —
Fra i referenti dei ministeri di finaìiza
austriaco ed ungherese ebbero luogo negli
ultimi- giorni parecchie conferenze, nelle
quali venne concretato il testo della nuova
legge sulla valuta. Il progetto si fonde
sugli accordi presi nell'estate di questa
f^OOOOOOOOOOOOOOOOO^
Ji
Per i
convale-
scenti
i Merluzzo
di J. SERRAVALLO - Trieste
preparato a freddo da fegati frescbi e scelti in Terranno va d'America.
Quest' Olio viene raccomandato quale potente rimedio e quale mezzo alimentare ad un tempo conveniente
in tutte le malattie che deteriorano la nutrizione.
Quaranta anni d' esperienza hanno ormai dimostrata la efficacia indiscutibile e la
superiorità di quest' OLIO in confronto alle altre qualità.
E' purissimo e di sapore non dÌSS:UStOSO ' b: nibini più restii io prendono volentieri ed in
^ ^ brtve teo'po ne ritraggono evadenti vantaggi.
E' facilmente digeribile e quindi indiato anche aì!e persone di stomaco debole. E' economico poiché in rag-one del contenuto dello bottiglie il prezzo è minore di ogni altra qaaltà.
Signor Jaoopo Serravallo. — Trieste.
L'Olio naturale di fegato di Merluzzo, che Voi ci favoriste per il trattamento degli scrofolosi ricoverati all'Ospizio
Marino fu da questi bene tollerato e spiegò sui medesimi costantemente un ottimo effetto locchè ben volentieri vi attestiamo.
Trieste, gennaio 1890. Per il Comitato esecutivo
delV Ospizio Marino
A. Dottor Castiglioni.
Si vende a fiorini UNO la bottiglia.
L'Olio di fegato di
viene preparato col suddetto Olio bianco purissimo e possiede perciò tutte It doti di t sso; con questa differenza che se quello
è più conveniente nelle cond z;oni uioibose a lento decorso, che non possono e non devono essere attaccate con mezzi curativi di azione
energica, questo è ind.cato in tntti i casi a decorso più acutoe i;e quali ujge di rifocillare la nutrizione languente.
ECCOUfE UUfAL MtOVAHI
Signor J. SERRAVALLO, farmacista, Trieste.
Ho riavido a suo tempo la spedizione di hoitiglietie del suo Olio di Fegato di Merluzzo Jodoferrato, che io le com-
misi. Godo poterli comunicare che la cura dell'Olio di Fegato di Merluzzo Jodoferrato fa miracoli alla signora, alla qucde lo
prescrissi. Essa, dchilttuta cstnman ente da un parto laborioso e da v,n puerperio pieno di vicissitudini, giunta ora appena alla quarta
bottiglietta, ha già aumentato di due chilogrammi di peso e sia benissimo, come da lungo tempo non si sentiva.
Aggiungo d'avere inoltre esperimentato il suo eccellente prodotto in altri casi di gravi ane-
mie, fra cui in uno complicato con assalti epiteta formi, ottenendo sempre ottin i risultati e guari-
gioni incontestabili e durature.
GRADO, 15 Novembre 1890. Devotissimo D.r Paride Candìoli.
Si vende a soldi 70 la hottigia.
erfif
preparato dal chimico farmacista J. SERRAVALLO ii^ Trieste.
Td Olio di ricino, quando è perfetto, è il migliore purgante
8he si conosca — e fa beno!
L' Olio di ricino, quando non è perfetto, è un veleno — e
fa male!
Olio vergine di ricino, ottenuto con particolare pro-
eesso dal chimico-farmacista J. SERRAVALLO h quanto di più puro, di
più perfetto si possa desiderare.
Questo ottimo purgante ottenne già il favore dei signori Medici
e del Pubblico, che lo usa già da parecchi anni con grande successo ed è dive-
nuto tanto popolare, che in ogni famiglia lo si tiene come cosa indispensabile.
Tanta fortuna dovea naturalmente eccitare la gelosia e l'avidità di
alcuni speculatori, i quali spacciano un'Olio di ricino, imbianchito artificial-
mente, ma cattivo e dannoso alla salute, illudendo la buona fede del pubblico
coir imitare la forma delle fiaschette e delle etichette di Serravallo.
Per salvaguardarsi da tali dannosissime imitazioni il pubblico dovrà
por mente:
Che la boccetta sia della forma precisa del presente disegno e che porti
incrostate nel vetro le parole: J. SerraVftllO-Trieste.
CAB sulla capsula metallica vi sieno pure rilevate le parole Farmacia Ser-
ravallO-TrÌ6St0 ed H monogramma.
IIL"" Che IOJ etichetta^ che rappresenta la pianta del ricino^ sia attraversata
dalla arma J, SERRAVALLO in COlOF TOSSO.
1 F.^ Cbe ogni boccetta sia munita di relativa istruzione^ sulla quale si trovino
pure stampate la firma del produttore e il disegno della boccetta,
NB. La boccetta piccola contiene 30 grammi, e la grande 45 grammi di OLIO VERGINE.
Ultima estrazione
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25.000
10.000 „ ^^
in contanti col 207o di trattenuta
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Attivi della società al 31
decembre 1897 . . .
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ed Interessi al 31 de-
cembre lb97 . . . .
Pagamenti pei- assicura-
zioni ed interessi per
storni ecc. dall'esistenza
della società (1848) . . „ 343,860,067.—
Durante V anno 1897 fu-
rono emesse 7468 polizze
sopra un capitale di . „ 67,331,351.91
Prospetti e tariffe sulle cui basi sono emesse
le polizze della società, come pure i formu-
lari di proposte vengono spediti gratuitamente
dalla :
Agenzìa generale della „Gresham"
in Trieste.
via del Teatro, n. I. Tergesteo Scala IV., I o p.
cor. 159,947,579.—
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Si cepcano buoni agenti ed
acquisitori.
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possono guadagnare persone d'ogni con-
dizione in ogni località, sicuramente ed
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vendita di cartelle e viglietti permessi
dallo Stato. Olferte a Ludwig Ósterreicher,
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Si raccomanda di prestare at-
tenzione a questo segno impr®®"
so a fuoco nel turacciolo ed al-
l' etichetta con aquila rossa per
garantirsi contro le numerose
falsificazioni del
Acqua Acidula Giessliiibler di Mattoni.
Deposito generale pella Dalmazia, Bosnia
ed Ercegovina presso Frane. leckel, Fiume.
Depositi secondari : Zara, Farmacia Androvich.
Spalato : Farmacie Tocigl e Volpi e Drogherie
Aljinovid e Marid. Ragusa : Farmacie Drobao
Sarid, Drogheria Lopizd, presso i R. P.
cescani e presso E. Srindid e B. Weiss. Cat-
tare : Farmacia Stefanovid. Mostar : Farmacia
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presso Visko Vnletid.
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da fiorini 500 in sù procura come credito
personale correntemente e direttamente.
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r^umero 104
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7(
ZARA, Sabbato 30 Decembre 189a^^ Anno XX
ASSOCIAZIONE.
DALMATA
Per Zara fior. B anticipatamente, semestre e trimestre in nron (i^ i ornale politit^o^ economico« letterario
Per l'impero Austro-Ungarico fio,-. 9, semestre fior. 4:50. trimestre fior o-^n
per Sta», appartenenti all' Unione postale fio.-. 12 all'an^T aerne^tm e
tr.n^e.t,e n p oporz.one. Per Stati non appartenenti all'Unione posale
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INSERZIONI.
Le associazioni e gli importi di denaro, in attegni postali, li dirigano
all'Amministrazione del DALMATA in Zara. Chi non respinp^o il foglio dopo
scaduta 1' associazione, s' in<:onđe obbligato per il trimestre susseguente.
Le corrispondenze devono dirigersi affrancate esclusWamente alla re-
dazione. Lo lettere non afiancate saranno respinte. I comunicati si inseriscono
al prezzo di soldi IO la linea, carattere testino. Avvisi ed inserzioni a prezzo
moderato da convenirsi. — I manoscritti non si restituiscono.
I COMPROMESSI.
recenti eleziuni comunali se-
gttiteifcprovincia avvennero, tra altri,
dpe f^fc—: lino per noi significante
e 4'alđpđeplorevoiissimo — che me-
ntano pjlrticolare considerazione e re-
clamano seri éd urgenti provvedimenti.
Abbiamo veduto, cioè, da un canto,
gli avversari politici nostri invocare
l'aiuto 0 l'intervento delle nostre più
ragguardevoli personalità locali, ove si
trattò di salvare dei Comuni da im-
minenti amministrative ruine; e, dal-
l'altro canto, gli amici nostri, perso-
nalmente, 0 mediante i loro aderenti,
concorrere a tale lavoro di salvazione,
senza però esigere, previamente, delle
ampie garanzie in linea politica da
parte della nuova combinazione. Se,
ora, l'invocato aiuto nostro ove si trat-
tava di restaurare dei comuni in isfa-
celo economico, e di riporre il governo,
ove imperava 1' anarchia, doveva lu-
singare il nostro amor proprio di per-
sone oneste e polite, ed amanti della
libertà nell' ordine, l'incautela (h i no-
stri consenzienti prima di rispóMere
air appello, e le conseguenze della
medesima, debbono assolutamente sof-
ferma-re l'attenzione del partito. Im-
perocché lo sperare nella lealtà degli
avversari nostri è follia. (Josi avvenne,
che, alla vigilia delle elezioni, specie
ove i croati nazionali volevano portare
via il Comune a mani radicali croate,
• 0 conservarlo, prevedendo il formida-
bile attacco radicale, fu nel campo
dell' opportunismo un grande inno di
laudi in onore di vari uomini nostri,
di.cui invocavasi l'interposizione di-
retta per la vittoria.
E fu così, che, dopo V intervento
ingenuamente concesso, nel medesimo
campo, ad elezioni finite, sorse il pro-
vocante grido della vittoria esclusiva-
mente croata, sconfessando il nostro
appoggio, nulla intendendo di ricono-
scere in riguardo allo stesso, e con
elargizione al nostro indirizzo dei so-
liti vituperi e delle consuete calunnie.
Traile varie, l'elezione di Scardona,
a conti fatti, è quella che più d' ogni
altra ci addolora.
Della cessata amministrazione co-
munale di Scardona, noi, politicamente
e nazionalmente, avevamo ragione di
lagnarci forse meno che di qualsiasi
amministrazione comunale avversaria.
Se dal punto di vista amministrativo
essa soddisfacesse alle esigenze dei
nostri amici politici di Scardona, non
discutiamo. Osserveremo, però, che
r uomo non vive di solo pane; Comun-
que siasi, se i nostri amici di Scar-
dona credevano che il Comune, dal
punto di vista economico, ed anche mo-
rale, avrebbe meglio funzionato quando
diretto da mani diverse da quelle dei
cessati amministratori, padroni, padro-
L'apertura dell'Anno Santo.
Il papa, che come abbiamo detto iniziò
Ja serie degli anni santi, fu Bonifacio Vili.
Egli bandi il primo giubileo il 22 febbraio
del 1300. Fra gli accorsi a Eoma da ogni
parte del mondo ricordiamo Dante Ali-
ghieri, che faceva parte d' una ambasce-
ria mandata dal governo popolare di Fi-
renze.
Bonifazio Vili ebbe la suprema soddi-
sfazione di constatare il successo mondiale
ottenuto dall'appello rivolto da lui ai fe-
deli ® si sa infatti che oltre due milioni
dì forestieri si portarono a Roma ad im-
plorarvi l'indulgenza per le loro colpe.
Alessandro VI., Borgia, aggiunse alla
cerimonia dell' Anno Santo il completamento
dell'apertura della Porta santa.
La Porta Santa.
La Porta Sajjta, detta anche aurea, è
^ nitima delle cinque porte della Basilica
^ destra di chi entra.
. La parte murata, che sì demoli, misura
tre metri e mezzo di altezza e poco
Pw di due metri di larghezza.
Lo spessore del muro era di circa un
jjetro ; il muro era fatto di tre strati di
gattoni ; nello strato centrale si trovavano
J «lattoni, portanti impressa la marca o
iniziali delle famiglie che li avevano
nissimi di mettersi d' accordo con que-
sti altri. Noi nulla avremmo obbiet-
tato. Ma, per carità, non cosi incautis-
simamente, come fecero, senza stabilire
anzitutto delle garanzie in linea poli-
tica e nazionale, come, data l'impor-
tanza del loro suffragio, avrebbero a-
vuto cento volte diritto di pretendere
Prima delle elezioni di Scardona, nei
ciTOoli della maggioranza croato-oppor-
tunista, si asseverava, senza ombra di
reticenza, che, privi dell'aiuto degli
autonomi di Scardona, i croati nem-
meno si sarebbero sognati di tentar a
prendere il Comune di Scardona. E
prima dell' elezioni stesse, nelle colonne
àeWJedinstvo^ non era che un inno di
adulazione all'indirizzo degli uomini
nostri di quella città. Or bene: pur il
più semplico spirito di previdenza non
avrebbe suggerito, fra tali circostanze,
ai nostri amici di chiedere ai croati in
corrispettivo del loro appoggio quella
parità di diritti, da noi sempre propu-
gnata, e che sarebbe stata indubbia-
mente concessa?...
Invece, nulla, che sappiamo, fu ri-
chiesto e garantito ; e ad elezioni com-
piute, nel mentre che anche le donne
che vanno all' acqua sapevano che
quella vittoria era dovuta agli auto-
nomi di Scardona, non leggemmo noi
nello stesso Jedinstvo la celebrazione
di queir avvenimento come d' una vit-
toria puramente croata?... Gli spudo-
rati !
Ed abbenchè dalla lista dei nomi-
nati consiglieri noi si poteva preve-
dere quale sarebbe stato I esito del-
l' elezione dell' amministrazione, tutta-
via (lo confessiamo) quell' elezione ol-
trepassò ogni nostra aspettativa.
Ma valeva proprio la pena di fare
quello che si fece, per avere, invece
del podestà Sinobad, e dei suoi asses-
sori, il podestà Matas, e gli assessori
Marun, Kisié, Marin, Ardalié, eccetera.
Proprio; ne valeva la pena?...
Sono essi, come elementi ammini-
strativi, e di pubblica moralità, mi-
gliori ? E, riguardo al nostro punto di
vista politico-nazionale, ci offrono que-
sti, meglio di quelli, più favorevoli ga-
ranzie di moderazione?
Non lo crediamo ; e, si nella nomina
del nuovo consiglio, che in quella della
nuova amministrazione comunale di
Scardona, noi scorgiamo piuttosto la
realizzazione dell' astuto piano, già da
gran tempo concepito del reverendo
Kralj, al quale è riuscito di fare a
Scardona un Comune croato, nuli' altro
che croato, ben sapendo che ai nostri
elementi di Scardona avrebbe ripu-
gnato, all' ultimo momento, di entrare
nella combinazione; — un Comune
croato, il quale, cessata domani la jie-
cessità del favore governativo e guin-
tale, voterà nelle prossime elezioni po-
litiche, assieme a Vodizze, per Paolo
mandati e che saranno restituiti alle ri-
spettive famiglie. I Sampietrini demolirono,
martedì scorso, alla presenza del maggior-
domo e di altri dignitari della Corte e dei
rappresentanti del capitolo vaticano i due
strati di muro verso l'interno della Basi-
lica, togliendo l'urna di marmo che rac-
chiudeva le medaglie commemorative del
giubileo del 1825, chiuso da Leone Xll,
ed altri oggetti. Fino l'altra mattina era
rimasto intatto il terzo strato di mattoni,
dello spessore di una trentina di centii-
metri, e che dalla parte che guarda 1 atrio
conservava ancora intatto l'intonaco di-
pinto a marmo, colla croce di bronzo nei
centro. , , , ,
Questo muro dalla parte che guarda la
Basilica era stato coperto da grosse ta-
vole di legno, fortemente assicurate con
perni e viti di ferro, in modo da costituire
un solido letto, su cui riposa tutto il muro
stesso, quando, mediante un abile congegno
di staffe di ferro, di argani e di carrucole
dono i tre colpi di martello dati dal papa,
fu fatto cadere in blocco, tutto intero vei-so
l'interno della Basilica. ,sopra c»^
appositamente costruito e tosto allonta-
"In questo modo si evitò l'inconveniente
lamenuto in altre simili circostanze del
sollevamento di un palverone di cal^^^^
molto fastidioso nel momento della caduta
del muro e si risparmiò molto te. oo per
la rimozione delle macerie.
Rozza; — un Comune croato, che, a
differenza della cessata amministrazione
assai presto o i etterà anche il relativo
uso della lingua italiana in affari uf-
ficiosi, e che, sul proprio edifizio, inal-
bererà, alla prossima festività, non già
il dalmatico vessillo, come sino ad ora,
bensì il tricolore croato !
Ripetiamo: una coalizione autonomo-
croata a Scardona peri le recenti ele-
zioni comunali, noi l'avremmo
mai disapprovata, qPnlÌ0 ci avesse
lè politica e
flio e neir am-
Jostri amici di
|^iritt<ì. di pre-
iìon possiamo
la^' quando
tato un pugno
garantito quella posi
nazionale, e nel coni
ministrazione, che i
Scardona avevano oi
tendere; ma è certo
fare a meno di ri_
la stessa ci dà per rii
di Matas, di Marun}di Ardalié;
quando la stessa, al ji^fronto di pri-
ma, ci pone, e sempj^ più ci porrà, in
una posizione di maf&sta inferiorità
politica e nazionale; quando i no-
stri amici di Scardon^ con riguardo
ai componenti il nuoìfo stato di cose,
non sono neppure in grado di ripro-
mettersi la tanto desiderata restaura-
zione economica comunale.
Patti chiari ed amicizia lunga. Per
oltre sei anni, noi abbiamo avuto un
compromesso coi serbi pel Comune di
Ragusa; ed anche alla vigilia delle
recenti elezioni avevamo rinnovato un
consimile compromesso.
0 forse che i nostri amici di Ra-
gusa stipulavano tali pattuizioni per
amore dei serbi?... Non c' è anima
viva che penserebbe seriamente di affer-
marlo. I nostri amici di Ragusa sti-
pulavano tale compromesso, giacché i
serbi di Ragusa garantivano loro per
iscritto, ogni volta, la metà dei consi-
glieri e degli assessori e 1' uguale uso
delle due lingue del paese nel disbrigo
degli affari comunali. E per la stessa
ragione — non già per l'amore di noi
— i serbi accettavano dette forme di
compromesso.... Si trattava di un re-
ciproco proficuo affare; epperciò lo si
stipulava; epperciò lo si sarebbe sti-
pulato nuovamente. Non per altro.
Purché adunque un compromesso ci
giovi in linea politica e nazionale, lo
si stipuli, col nome di Dio; ma stipu-
larlo senza compenso qualsiasi, anzi
con perdita, per la semplice gioia di
vedere spazzati via degli antipatici
serbi, o degli antipatici croati, eh ! via,
che non la si potrebbe, nè la si può
tanto facilmente digerire. E tanto meno
quando la gioia è accompagnata dagli
insulti di chi fu disinteressatamente
soccorso.
Il proficuo compromesso stipularlo
sempre, abbiamo detto; ma subordi-
nare, anzitutto, la sua approvazione
alle persone che hanno la direzione
del partito. Chi dirige il partito sola-
mente, per la esperienza di uomini e
Il martello donato dall'episcopato.
Questo martello è un'artistica opera di
cesello dell' argentiere dei sacri palazzi
apostolici, De Angelis, eseguito su disegno
del prof Tartini di Bologna.
Ha la forma usuale e la grandezza or-
dinaria di un martello da muratore. Pesa
circa mezzo chilo.
Da una delle faccie laterali porta inciso
il versetto : Aperite mihi porta justitiae,
dall' altra faccia l'altro versetto : Juhilate
Deo omnia terra-
Un fregio composto di un ramo di rose
corre lungo tutto il martello.
Il manico, lungo 25 centimetri, è d'avo-
rio. Nella testa porta da ambo i lati, in
rilievo, lo stemma di Leone XIII ; nel corpo
vi sono due riquadri piani, incorniciati da
fregi d' oro ; uno di questi riquadri ha scol-
pita nel centro una croce bizantina.
La parte inferiore del manico è ornata
da un ramoscello di rose e circondata da
un anello costellato da otto rubini.
Nella parte inferiore della impugnatura
è incastonato uno splendido topazio, dal
quale si diparte una catenella d'oro, alla
quale è raccomandata una grossa medaglia
d'oro con questa iscrizione: Leoni XIIL
Pont Max. Anno Jubilaei Episcop. D. D. ;
e poi il seguente brano della Bolla ponti-
ficia d'indizione del giubileo : Quotquot igi-
tur ubique estis, dilecti fili, quihus cotnodum
est adesse, ad sinum Roma suum vos antan'
ter invitai. Leo P. P. XIIL
di cose, e per la intuizione del momento
poliiico, è più che noi siano i comi-
tati locali fu rrado di apprezzare se
un dato co uip'-.»messo, pur convenendo
al paese in cui deve venir concluso,
non possa nuocere al partito in gene-
rale. Un' azione indipendente dei co-
mitati locali, alle volte eventualmente
contradditoria, potrebbe essere anche
fatale alla coesione del partito, il quale,
se ha ragione di sussìstere, non lo e
certamente per i singoli suoi quadri, ma
per tutti i quadri collettivamente con-
siderati. Nello stesso modo: se il par-
tito è una forza politica provinciale,
lo è in grazia ai suoi adepti dalT uno
all' altro estremo del paese; e non già
per gli adepti di Ragusa, o per quelli
di Zara, o per quelli di Scardona.
Istcssamente — ciò che si avvera
specialmente jj^lle elezioni provinciali
e politiche, e Bèi contatti tra partito
e partito ed ^ quelli tra questi e il
governo ; — istessamente : forse che le
frazioni nostre di' Spalato, Ragusa,
Curzoìa, eccetera, avrebbero tanta im-
portanza, se, dietro loro, non stessero
quelle di Zara, Cittavecchia, di
Pago, eccetera, e viceversa?... Certa-
mente, no; opperò urge per 1'afferma-
zione più secura — per la lotta più
intensa — per la vittoria collettiva,
che le frazioni tutte agiscano compatte
e concordi, sotto una direzione unica.
Occorre che i benefizi singoli sieno
sagrificati al vantaggio generale. Oc-
corre — la gran parola l'avete intuita
— la disciplina: quella che cominciò
da più tempo a mancarci e la man-
canza della quale è in gran ])arto
causa dell' attuale nostra posizione in-
feriore.
Abbiamo detto.
Laddizionale sui vini di Marsala.
La clausola.
L' agitazione che viene fatta dal
commercio e dalle autorità italiane pella
minacciata addizionale sul dazio au-
striaco sui vini di Marsala dovrebbe
servirci di esempio e di ammonimento.
Di esempio, per la tenacia e per
r ardore che addimostrano i nostri con-
correnti ; di ammonimento affinchè ban-
diamo ogni illusione e stiamo ben si-
curi che se per alcune migliaia di
fiorini di differenza essi fanno tanto
scalpore, quale battaglia non si com-
batterà, quali e quanti mezzi non si
adopereranno per indurre il governo
austriaco a rinnovare il trattato con-
cedendo il favore della clausola (di
quella clausola che a noi fu origine
di tanto e cosi forte danno) trattan-
dosi di non perdere una esportazione
che raggiunge la cifra di molti mi-
lioni, e libera V Italia meridionale da
una massa di vino altrimenti difficil-
mente vendibile.
La solenne inaugurazione della Porta Santa a San Pietro.
Martedì mattina il papa ha inaugurato
solennemente il «bileo universale, aprendo
la Porta Santa a.ih Basilica di San Pie-
tro. La cerimonia si è compiuta a porte
chiuse nell'atrio della Basilica, addobbata
per la circostanza, alla presenza del corpo
diplomatico, del patriziato romano e di un
migliaio d'invitati che avevano preso po-
sto in tribune speciali.
Il papa alle ore 10.30 è disceso nella
sala dei paramenti, dove ha indossato glj
abiti pontificali e dove lo attendevano i
cardinali, i patriarchi, gli arcivescovi, i ve-
scovi e i dignitari di Corte.
Lungo il passaggio del papa nelle log-
gie di Raffaello e nelle altre sale facevano
ala i rappresentanti del clero regolare e
secolare. Il papa, salito sulla sedia gesta-
toria, si è recato nella Cappella Sistina,
dove erano gli altri rappre^jentauti del
clero, ed inginocchiatosi dinanzi all'altare,
venne intonato il Veni Creator ; quindi, pre-
ceduto dalla Corte dei cardinali, discen-
dendo dalla scala regia, si recò nell'atrio
della Basilica e si assise in apposito trono
erettogli accanto alla Porta Santa.
Al suo ingresso nell' atrio della Basilica,
il papa venne ricevuto dal capitolo vati-
cano ; dopo aver recitate alcune preghiere,
il papa, assistito dal cardinale Vanuutelli
.Serafino, penitenziere maggiore, da due car-
dinali diaconi e dai cerimonieri pontifici,
Le assicurazioni, che ci vengono'
fatte da qualche tempo in forma ab-
bastanza vaga, che la clausola non
verrà rinnovata; le informazioni tran-
quillanti che fanno capolino sui gior-
nali, a dire il vero, ci trovano scettici.
Noi crediamo nella buona volontà dei
nostri reggitori ; temiamo però che i
nostri interessi saranno sacrificati ad
altri, specialmente se all'agitazione dei
nostri concorrenti, noi non sapremmo
opporre la propaganda più attiva onde
influire sui negoziati del nuovo trat-
tato.
Se pensiamo agli interessi di natura
politica che determineranno concessioni
di natura economica nel rinnovamento
dei trattati, se pensiamo all'esuberanza
della produzione industriale austriaca
che cerca sfogo nel vicino regno, se
pensiamo infine alla nostra popolazione
che per menomarne il valore un vec-
chio detto maliziosamente osserva for-
mare appena una parto di alcuni sob-
borghi di Vienna, ed i cui interessi
quindi vengono considerati di discuti-
bile importanza, noi dobbiamo star
bene in guardia e vegliare colla mas-
sima attenzione onde non venir sor-
presi dagli avvenimenti.
E' vero che il danno arrecato non
soltanto alla nostra provincia, ma al
Trentino ed all' Istria è a cognizioyno
dei circoli competenti; c vero che :
negoziatori austriaci non si devono nè
si possono faro illusioni sull'entità de!
r esportazione di prodotti industria
austriaci in Italia, con riflesso al c
lessale sviluppo che va prendendo T i.
duàtria italiana ed alla tendenza ('
emanciparsi dall' estero ; è vero c
r impbrtanza della nostra costa ì-vj -
una grande potenza, che vuol rimar,
tale, è di gran lunga superiore all' e-
sigua cifra della nostra popolazione,
tuttavia, malgrado queste ed altre cou-
siderazioni, data T esperimentata abi-
lità dei negoziatori esteri, nei non sa-
premmo mai abbastanza raccomandare
di vigilare energicamente ed attiva-
mente perche il beneficio della clau-
sola non venga assolutamente ricon-
cesso.
• A nostro modo di vedere i giornali
provinciali dovrebbero occuparsi inde
fessamente della questione, invitando
i loro collaboratori della provincia a
trattare, preferentemente l'argomento
come quello della massima importanza
ed attualità.
In ogni più piccola città dovrebbero
costituirsi appositi comitati (dipendenti
da un comitato centrale residente in
una città principale) per tener desta
la più viva agitazione, accettando, di-
scutendo 0 mettendo io esecuzione con-
venienli proposte da qualunque, inizia-
tiva provenissero.
Ed il comitato centrale, forte del-
l' unanime adesione da parte dei sot-
si è recato dinanzi alla Porta S-mta; la
percosse tre volte con l'artistico martello
d'oro donatogli dall'episcopato, recitando
a voce alta i versetti rituali.
Dopo il terzo colpo di martello il papa
è ritornato ad assidersi sul trono. Intanto
i sampietrini demolircno rapidamente la
Porta Santa asportandola noli'interno della
Basilica; quindi i penitenzieri della Basilica
lavarono con 1' acqua santa la soglia e gli
stipiti della porta. Il papa discese nuova-
mente dal trono; andò ad inginocchiarsi
sulla soglia della Porta Santa ed intuonò
il Te Deum, che venne continuato dai
cantori della Cappella Sistina ed assi-
stenza.
Il papa poscia tenendo nella destra un
crocefisso e nella sinistra un cero acceso
è entrato per il primo dentro la Basilica
per la Porta Santa alle ore 11, seguito
dai cardinali, patriarchi, vescovi, perso-
naggi di corte, capitolo vaticano e rappre- -
sentanti del clero regolare e secolare ;
tutti tenendo un cero acceso. Intanto le
campane di tutte le chiese della città suo-
navano a distesa. >
Sulla piazza di San Pietro facevano il
servizio d' ordine le truppe e i carabinieri ;
grande folla stazionava in piuza dinanzi
ai cordoni della truppa, attendendo che si
aprissero i cancelli della Basilica per as-
sistere alla benedizione papale. Nelle adia-
cenze del Vaticano era grande animazione.
Il tempo bellissimo.