V. PARTE.
I più illustri vojvodi del Montenero : Mirko Retrovie,
vincitore di Grahovo. — Mašo Vrbica. — Božo Petrović.
— Stanko Rađonić. — Marco Miljanov il prode di Kući.
— Petar Vukotić suocero del principe Nicolò.
Varietà.
II D.r Bogišić codificatore del Montenero. — La
Krvarina (vendetta di sangue). — Storia di Šćepan
Mali, lažni Car (Stefano il piccolo).
Il prof. Vincenzo Miagostovich di Sebenico, lesse
non ha guari innanzi a distinto uditorio sul tema: Bi-
cordi di Trieste dalla vita e dalle opere di Nicolo
Tommaseo.
Colla scorta di molti brani tolti dall' epistolario e-
dito ed inedito dell'illustre dalmata, il prof. Miagosto-
vich mostrò palpitante di vita il Tommaseo che amò
immensamente Trieste ed il suo sviluppo letterario al
quale coadjuvò efficacemente insieme ai preclari che la
città di Trieste ricorda : Grassi, Dall' Ongaro.
Nel mentre noi plaudiamo a questa felice idea del
nostro compatriotta e collaboratore, facciamo voti per-
chè 1' opera di mole eh' egli da lungo prepara sulF il-
lustre dalmata possa una volta di più provare al mondo
letterario quanto si lavori per la lingua di Dante in
questa terra dimenticata.
Udiamo anzi che il sullodato professore terrà quanto
prima a Trieste una seconda lettura sui Letterati istriani.
NOTIZIE e SPIGOLATURE.
La biblioteca regia di Dresda prepara la pubbli-
cazione del catalogo dei suoi manoscritti, presso Triib-
ner di Lipsia.
•A;
Nel corso di febbraio il prof. Trezza deve con-
segnare ad un editore di Verona il manoscritto della
sua nuova opera San Paolo.
Il monumento a Nicolò Tommaseo s' inaugurò a
Venezia il 22 di questo mese.
A Catania sarà inaugurato quanto prima un mo-
numento a Vincenzo Bellini.
li: ^ •H-
E. Schiaparelli ha tradotto e commentato il libro
dei funerali degli antichi egiziani. Il primo volume ha
veduto la luce a Torino.
La Nuova Antologia annuncia un volume di
I. Ewans intitolato : L' age da hronze, istriments, armes^
ornements. È pubblicato a Parigi e contiene 540 figure.
È uscita l'opera di Stapfer su Goethe e i suoi
capolavori classici.
* *
I Monumenta Germaniae Jiistorica hanno inizialo
una nuova edizione critica dei Capitolari francesi:
essa è affidata al Boretius.
• *
. *
La pubblicazione della Nanà di Zola, in una
traduzione danese fu proibita a Copenhagen e si iniziò
un procedimento penale contro il traduttore.
* «
*
E uscito il fascicolo secondo dei Regesta Ponti-
ficum romanormn del JaiFe, curata dal Loewenfeld dal
Kaltenbrunner e dall'Ewald.
* «
* A Firenze è uscita un'opera del Chiaparelli sulla
interpretazione panteistica di Platone.
* »
II professor Chiarini pubblica nel Fascicolo V.»
(L» marzo 1882) della Nuova Antologia uno studio
Sui „Sepolcri'' e gli altri carmi ideati da Ugo Foscolo.
«
11 sig. Simeone Pjerotié, vice-segretario al Mini-
stero di Serbia ha pubblicato in un opuscolo edito dalla
solerte tipografia Woditzka i suoi cenni biografici : Sulla
vita e sulle opere di Mattia Ban che erano comparsi
periodicamente nel nostro giornale. L' opuscolo ha in
prima pagina il ritratto, del noto letterato serbo.
Al teatro Majesty di Londra venne rappresentato
lo scorso febbraio, il Tannhduser di Wagner tradotto
per la prima volta in inglese.
Odette, di Sardou ha raggiunto il 13 febbraio scorso
la sua 100.ma rappresentazione al Vaudeville di Parigi.
Col N.r 24 della Palestra, che
uscirà, a completamento della IV. ^
annata, entro la prima metà di a-
prile p. V. verrà sospesa definitiva-
mente la pubblicazione di questo
periodico
Le crescenti passività che deri-
vano all' Amministrazione della Pa-
lestra dalla sua pubblicazione, di-
pendono esclusivamente dalla reni-
tenza al pagamento di molti signori
associati, che non ebbero a saldare
ancora nemmeno l'abbonamento delle
annate arretrate.
Esperiti tutti i mezzi, si riserva
di procedere contro quest'ultimi nelle
vie legali L'Amministrazione.
Giovanni Perissich, redattore. Tipografia di G. Woditzka.
della miseria altrui, per ammassare l'oro nei
propri scrigni. Quell' accusa fu messa in corso
da chi era interessato a farla credere a questi
buoni Bchiavoni, die amavano sempre Ve-
nezia e non potevano mai capacitarsi che la
sua potenza fosse del tutto tramontata. Chi
beveva le ultime stille del sangue del povero
agricoltore era una folla di usurai, per so-
lito villani rifatti, che consci dell'indole e
dei costumi del contadino sapevano trarne
ogni vantaggio possibile. E perchè le mie
non sembrino vane parole, riporterò qui al-
cuni contratti, depositati negli archivi nota-
rili, che potranno all'uopo essere consultati.
Nel 1801 poco prima del raccolto i fra-
telli di Zara hanno stipulato con stru-
mento rogato dal notaio Pietro Paolo Coltelli
il seguente contratto con Ivan Viduca qu.
Petar da Zemonico. Affittano essi al conta
dino un paio di manzi, stimati 480 lire dal-
mate, al prezzo di due quarte zaratine di
frumento all'anno. È naturale che questo con-
ti'atto dura finche il contadino ha bisogno
dei manzi, o finche non abbiano 480 lire,
per poterseli acquistare. Per cui gli anzidetti
fratelli di Zara ricevettero:
per la metà dell'anno 1801 una quarta di
frumento, che valera allora . . lire 200
pel 1802 due quarte .... „ 384
„ 1803 „ „ „ 312
„ 1804 „ „ 320
„ 1805 „ „ 304
„ 1806 „ „ 3M
Totale lire 1864
Dopo questa somma, da cui risulta più d'un
400% di guadagno in così poco tempo, il
paio di manzi è sempre dei fratelli
') Il nome, scritto qui dal nonno, deve resfarmi
nella penna, perchè appartiene a famiglia ricchissima,
che ancora esiste nella nostra città, e che è stata ono-
rata di un titolo patrizio dal governo austriaco.
La lira dalmata, moneta ideale di conto, impor-
tava dieci garzelle; dodici di qneste lire formavano,
sotto gli Austriaci, un fiorino. La voce libra continuò
a denotare fino ai nostri tempi fra i contadini una
moneta ideale di cinque carantani, pari appunto a
dieci gaxfsette.
Il contadino adunque, che avea bisogno d' un
paio di manzi, ne ha pagati in cinque anni
quattro paia, e ne ha sempre un paio, che
non è suo, per 1' uso dei quali è costretto a
pagare ogni anno quasi l'intero valore dei
medesimi.
Ma vi erano contratti d'un'indole ancor
peggiore. L'usuraio talvolta non voleva ar-
rischiare il suo paio di bovi, ma anticipava
al contadino dalle 350 alle 400 lire, per le
quali si pagavano sempre annualmente le
solite due quarte di frumento,' cioè come
frutto quasi tutto il capitale sborsato. Se ca-
pitava poi un anno di carestia, pel quale il
debitore non avesse potuto soddisfare al suo
impegno, allora egli, a scongiurare il pericolo
di una causa civile, placava il suo creditore
con regali, che superavano lo stesso debito
e che non venivangli computati nè come in-
teresse, nè come estinzione del capitale
prestato.
Altro esempio di usura colossale, è il se-
guente, N. N. di Pago diede, con scrittura
30 nov. 1803, sette zecchini ad un agricol-
tore. Questi s'obbligò di tenere ipotecato, a
cauzione dei sette zecchini, un suo manzo,
pagando ogni anno come frutto quattro quar-
tieri di frumento col colmo. Eccone il con-
teggio :
anno 1804 — quattro quartieri di frumento
a lire 44 . .
colmo . . .
anno 1805 — quattro quartie-
ri come sopra a
lire 42 . . .
colmo . . .
anno 1806 — quattro quartie-
ri come sopra a
lire 45 . . .
colmo . . .
Il creditore si
appropriò il bue
e lo vendette al
macello per .
lire 176 —
24,15
168 —
23,13
180 —
25, 6
576 —
'} Anche qui tacciamo il nome per la medesima
ragione detta di sopra.