[Da Bortolo Occhi Libraro fopra h
Riua de'Schiauoni alllnfegna di
San Domenico al Ponte della
Madonna fi vendono li Libri
feguenti in Lingua Schiau^,
La Rapprefentatione della Paflioi)
del Signor .
II Pianto della Madonna.
Dottrina Chriftiana del Bellarmi-
no.
Giarula, cioe Teftamento Vecchio j
e Nquo.
Li Sette Salmi di Dauide.
Euangelio di San Giouanni,
Diuerfe Orationi, e Diuotioni.
Hiftoria di Oliua.
Hiftoria diHlomena.
Malta*
Cliffa.
Starababa con diuerfcCanzonete.
slato dal latino in illirico, e stampato con ca-
ratteri latini in Roma, dallo stesso Zanetti, nello
stesso anno 1582, in 8.», di fac. 168. — Di
questo si fece una seconda edizione con carat-
teri glagolitici per cura del P. Raffaele Levaco-
vich, in Roma, coi tipi della Propaganda, nel
1635; ed un' altra con caratteri latini in Vene-
zia, dall' Occhi, nel 1709.
La terza operetta è la Somma della dottri-
na cristiana composta in latino dal Canisio, e
di cui si fecero traduzioni in tutte le lingue. Il
Budineo la voltò in illirico, e fu stampata, co-
me dice il frontispizio, per ordine di papa Gre-
gorio XIII, con caratteri latini, e separatamente
con cirilliani, Roma, 1583, da Domenico Basa,
in 4.»,runa di fac. 132, l'altra di 196. L'edi-
zione con caratteri latini è notabile pel trovar-
visi le pili antiche tracce di qualche parte della
presente ortografia usata dagli slavi scrittori.
Con queste operette s' acquistò il Budineo
molta riputazione al suo tempo, e quantunque
sian esse di piccola mole, cionondimeno a chi
anche dal poco argomenta il mollo più di cui
potrebh' essere un beli' ingegno capace, non de-
ve parere infondata la stima che allora e poi
mostrarono fare di lui quelli tutti che ne hanno
parlato. Prova ne sono gl'illirici versi che si
leggono in fronte alla sua versione dei salmi,
diretti alla magnifìca città di Zara da prete J.
B. S. (iniziali sotto cui celasi un altro cultore
,, delle patrie muse finora ignoto), coi quali dopo
aver detto che sempre sarà gloriosa Spalato pel
suo Marulo, Ragusa pel Ragnina, Lesina per l'Ecto-
revich. Nona pel Zoranich, Zara pel Carna-
ruti, il nuovo lustro esalta di cui quest' ultima
ornava col canto suo il Budineo. Lui pur men-
tovarono con onore il Cavagnini nel suo poema
illirico Ricchezza e miseria fra gli altri uomini
distinti della terra nostra, ed il Baracovich nella
sua Giarula; ed anche il P. Appendini, accen-
nando la seconda delle precitate versioni, la dice
eseguita con molta felicità (^Not. di Rag. II, 252}.
Ridotte però ai tempi nostri rarissime 1' edizioni
di tali operette, non era il Budineo conosciuto
dai più se non per la fama del nome suo, quando
giuntane una d' esse, quella cioè dei salmi, alle
inani del benemerito nostro sig. prof. ab. Gio-
vanni Bercich, e veduta dal croato sig. France-
sco Kurelaz in una sua escursione a queste parti,
s'invogliò di ristamparla. E tale disegno pose
anche in effetto, dopo fattivi sopra diligenti stu-
dii, colla nuova edizione che ne usci quest'anno
dalla tipografia Rezza di Fiume in un bel volu-
metto in 8.", e che a noi porse occasione di
stendere quest'articolo.
Ad essa il Kurelaz premise una prefazione
di XXXV facce, in cui del Budineo e degli scritti
suoi .prolissamente discorre, facendovi seguire la
di lui traduzione de'salmi in 99 facce, e chiù,
dendo il libro, che giunge alla facce 111, con una
poesia di Tomeo Marnavich sulla morte di Cristo
Prolisso dicemmo il discorso che del Budineo
fa il Kurelaz; vi dobbiamo però anche aggiun,
gere che troppo talvolta si perde in minutezze
per conciliare date e circostanze di poco mo-
mento, cadendo anche in qualche abbaglio non
lieve. Tal si è quello principalmente ove dice, che
il Budineo seguì a Trento 1' arcivescovo Calini
(facc. Ili); eh' ivi gli fosse dal medesimo com-
messo di rispondere per lui ad un' orazione del
cardinale di Lorena (IV); ch'ivi possa egli aver
conosciuto di persona il P. Canisio, e conferito
in argomento di lingua con altri ecclesiastici slavi i
(XIX), ecc. — Oltre che dagli atti notarili del
Budineo consta positivamente che nel tempo in |
cui fu a Trento il Calini, cioè dal 1560 al 63,
si trovò egli sempre in Zara; il documento ri-
portato dal Parlati (IV, 417), nel quale si vede
sottoscritto Simeone come cancellier del Calini,
ed al quale appunto s' appoggia il Kurelaz, non s
è di Trento, ma di Traù, dove nel 1565, cioè
due anni dopo compiuto il concilio,' si portò il
Calini a tenére un sinodo qual vicario del ve-
scovo Cornare, ed ebbe seco realmente per can-
celliere il Budineo. Così pure là dove parla il i
Parlati dell' incarico impartito al Calini dal con-
cilio di rispondere al cardinale di Lorena (V,
127), nulla v' è che accenni essersi l'arcive-
scovo nostro giovato in ciò di Simeone, come
non poteva pel fatto, non avendolo seco. Ci reca
quindi sorpresa non poca la facilità del Kurelaz
di spacciar frottole tali, col farsi puntello d'un auto-
re sì cognito quanto il Parlati, senza che questi nep-
purmai sognasse di scrivere ciò ch'egli pretende.
Un errore notammo anche nel frontispizio,
dove Tomeo Marnavich è detto Spalatense, quan-
do è già noto, e dai cenni stessi che di lui pre-
mise il Kurelaz a que' suoi versi rilevasi eh' e-
gli fosse nativo di Sebenico.
Ad onta però di queste mende, è da sa-
pere buon grado al sig. Kurelaz per l'impresa
sua, e la città di Zara doppiamente sapergliene
dovrebbe, siccome quella cui egli dopo sette anni
di penose fatiche, pik imidiata ripose sul capo
V inclita corona del suo Budinich^ come taluno ;
scriveva. Ma Zara invece da ogni gratitudine si
trova dispensata verso il buon. Kurelaz, ed egli
medesimo è quello che ne F assolve, facendole
apertamente conoscere in chiusa del suo lavoro
di non aver punto imprese per essa tante fatiche,
coir indirizzare al Budineo una patetica apostrofe
per esortarlo a tenersi lontano dalla città sua
nativa, da cui non sarebbe riconosciuto per fi-
glio, 0 sarebbe deriso per avere scritto in illi-
rico; la quale città d'altronde, a suo dire, non
sarebbe neppure degna di vederlo, non avendo