^tala ed insultata dai Narod e da RUOÌ
pari, talché ormai ua insulto da quella
parte è cosa onorifica, perchè esso si-
gnifioa che V insaltato milita nelle file
degli onesti.
ISu questo terreno, V abbiamo già
detto, noi non seguiremo il Narod, noi
non siamo nella categorìa dei Gazzet-
tieri Eosa, e di quella stampa giornali-
stica inqualifìcabiie e demoralizzatrice,
che nata dal fango, col fango si alimenta.
Con gli onesti potremo forse anche
accettare una polemica d'indole perso-
nale, ma per farlo col Narod, dovremmo
rinunziare alla stima di noi stessi e di-
scendere al suo livello; ciò che è impos-
sibile. Ohi vive unicamente per insul-
tare due volte la settimana i sentimenti
di una nobile città, non può avere altro
sentimento che quello della bassezza.
Il podestà Trigari è avversario troppo
temuto dalla camorra venduta, perchè
ossa non abbia a tentare tutti i mezzi
per denigrarlo. Egli però sta troppo in
alto nella stima dei suoi concittadini,
ed ha troppi titoli alla pubblica grati-
tudine, perchè 1 vili attacchi del Narod
possano raggiungerlo. La questione
dell' impresa ferroviaria dalmata fu
tanto svolta, ohe se non fosse altro a di-
struggere ogni mistificazione, basterebbe
il noto fulminante discorso del com-
pianto Liubissa e unicamente il Narod,
può avere V impudenza di ripetere
ancora le stesse mistificazioni. Tutti
sanno che il podestà Trigari nè si
tolse dall' impresa, nè la vendette, ma
restò in società, ed a ciascuno può
ancora esibirò il relativo contratto.
L' affare dei mutui fu già piena-
mente svolto, 0 sarebbe ridicolo ritor-
narvi, d' altronde mutui li ebbero an-
che altre persone, che non hanno una
posiziono sociale non solo a Zara ma
a Spalato ed in altri luoghi, e le quali
non militavano nelle nostre fila, seb
10 o n o liv c n o/Ti. JOOoa. V lu gtainu^llc* ollO vt<^>'C«
11 cav. Trigari. Il torto però è nostro
di entrare in simili discussioni, quasi
il procedere di un Trigari, di un Iva
nics, potesse aver bisogno di giustifi
cazioni, o taluno di essi, avesse biso
gno di trovarsi a Vienna al Consiglio
dell'Impero, per far pensionare qual-
che consigliere, onde dar posto a qual-
che protetto 0 scongiurargli qualche cri-
minosa conseguenza. Gli attacchi dui
Narod non meritano che il disprezzo.
Se la Katolička Dalmacija avesse
letta prima la corrispondenza di Pago
inserita nel Narodni List di sabato,
non avrebbe certamente posto in dub-
bio la fede politica del partito cho
riuscì trionfante nelle elezioni del 27 e
28 ottobre. In quella corrispondenza
vi è un tale bouquet di frasi scelte,
di pensieri gentili e nobili, che nes-
suno può porre in dubbio essere desso ' _ ^ An!n t'Irvi lo /^Ì^TlltÒ un' emanazione autentica della civiltà
licaaa. Noi quindi non ci soffermere-
mo sui fiorellini croatici di quella cor-
rispondenza, considerando che dessa è
il rifiedso del carattere degli autori ed
inspiratori; io lutile è V uomo.
Quello però che non possiamo sor-
passare si è la parte meritoria della
stessa. — I licani di Pago immagi-
nano che quattro frasi da trivio, ed
una spropositata citazione di §§. di
una legge, che studiano, ma non ca-
piscono, basta a persuadere. Ci vuole
ifatti un' ingenuità unica, ad un impu-
denza tutta licana, per dire che le e-
ezioni furono fatte sulla base delle li-
ste compilate dal Podestà.
Quando in un corpo elettorale che
conta appena 70 elettori, dopo la com-
)ilazione della lista per parte del Po-
destà, il Commissario politico vi can-
cella dieci degli elettori inscritti, che
realmente hanno diritto di voto in quel
corpo, ed invece vi aggiunge ventidue
3roletarì, e sulla base di questa lista
così rettificata si fa l'elezione, domandia-
mo noi, da chi fu compilata quella li-
sta? L'addotta giustificazione è quindi
un tentativo di declinare dal vero au-
tore la responsabilità, sulla paternità
delia lista e sui vergognosi mezzi, che
furono posti in opera per comporla nel
modo che fu da noi dimostrato. Se i
licani di Pago non hanno migliori ar-
gomenti a giustificare il loro proce-
dere, li consigliamo a tacere piuttosto,
e pensare invece al modo, per approf-
fittare dei vantaggi della riportata vit-
toria, onde imporsi ad un intera po-
polazione, che non è, nè mai volle es-
sere, nè sarà licana.
e Giustina prenderanno posto nell'oscillante,
per andare alla luna, è deciso di vendicarsi,
facendo saltare in aria il loro meccanismo.
Anch' egli si è costruito un oscillante; e starà
aspettando i suoi rivali nelle ultime regioni del-
l'atmosfera, per sfidarli a lotta mortale. Ma Miss
Zibaldon ha scoperto i suoi disegni ; Miss Zi-
baldoo. la strana viaggiatrice inglese, che ha
comperato a peso d'oro il diritto di montare,
in questo .primo viaggio, alla luna.
E qui abbiamo una delle più riuscite scene
del romanzo : un duello tra due oseillanti, li-
brati suir atmosfera. Le armi sono l'elettricità
e la luce; vinto dalle quali, il prof. Tekhudej,
disperato, manda in frantumi sè e la sua mac-
china mediante una torpedine.
E così Barbicane coi suoi può arrivare sano
e salvo al nostro satellite, che viene descritto
con rara erudizione dal sig. Bersa. La man-
canza dell' aria produce nei viaggiatori delle
allucinazioni stranissime ; e la diminuzione
del loro psso li fa quasi volare sulle rovine
vulcaniche della povera lana. Barbicane e
Giustina, in mezzo a quell'idillica quiete, si
confessano il loro amore; e finalmente, dopo
molte altre avventure, toccate ai nostri per-
sonaggi, che tengono sempre desta l'atten-
zione del lettore, ripigliano terra a Trieste,
dopo dieci giorni di viaggio,
Clazzettìno della città
e della provìiicia^
In seguito al deliberato della Oa
mera di Commercio e d'Industria, proso
nella seduta del 24 ottobre d. la Pre-
sidenza rassegnava al sig. Ministro del
commercio il seguente atto, che ci
fu gentilmente comunicato:
Eccellenza.
Nella seduta del dì 24 corrente fa comu-
nicato alla Camera il riv. ministeriale dispaccio
di data 4 corr. N. 1750, relativo alla nomina
del sig. d.r Buiat a membro del Consiglio di
Stato ferroviario.
La Camera non poteva non risentire quella
penosa impressione, che già aveva destata
generalmente, ed in particolare nei Circondari
di queste e delle altre due Camfire di Rovigno
e Ragusa, una nomina, che poneva in non cale
le concordi proposte delle tre Camere di Zara,
Ragusa e di Rovigno, che si erano concretate
nel mettere innanzi, come meglio che altri,
capace a fungere quell' incarico il sig. Podestà
di Zara cav. Nicolò de Trigari, per dare pre-
ferenza alla proposta isolata della Camera di
E qui il romanzo avrebbe potuto finire col
matrimonio di Giustina e Barbicane ; ma il
signor de Beisa ha voluto ancora dare corso
alla sua fantasia. •
Il matrimonio^si va a celebrare sulla luna,
e pérfino il ^rimo figlio di Giustina vedrà la
luce sul nostro satelite. Il| quale, per cura
dei fisici e dei maÈèmatici, ripiglierà il suo
movimento di rotazione, si avrà t' atmosfera,
e sarà finalmente abitabile.
E già alcuni piccoli villaggi sorgevano sulla
luna, ed alleggerivano così la popolazione ter-
restre, quanto un chimico ehinese fece la
prodigiosa scoperta dì cangiare i sassi in pane.
A questa conquista della scienza umana, si
depose il pensiero di colonnizzare la luna ;
giacché oramai in terra ci sarebbe stato pane
per tutti.
Così il romanzo finisce ; romanzo che si
raccomanda per 1' erudizione, per la fantasia,
per lo spirito e la vivacità non comune del-
l'egregio autore. Noi lo raccomandiamo a tutta la
gioventù studiosa, perchè da esso imparerà, di-
vertendosi, molte cose appartenenti alle scienze
esatte ; e lo raccomandiamo anche agli adulti,
che vi passeranno, ridendo, un paio d' ore.
L. D.
Spalato, riguardo il sig. d.r Bulat, da V. E.
prescelto.
Doveva recare poi non lieve sorpresa il
motivo, che V. E. si compiacque di dare per
tale preferenza, vale a dire il difetto di una
concorde proposta di qaesta Camera con quelli*
delle Camere di Commercio e d'Industria di
Rovigno, Spalato e Ragasa ^ "in Erman-
„glung eines einvernehimlicheà Vorschlages àer
„Geehrten Handel und Gewerberkammer in
„Rovigno, Spalato und Ragusa" — Siccome tale
motivo stà in aperta contraddizione col fatto,
che le tre Camere di Zara, Ragusa e Rovigno
hanno fatto una proposta uguale, dovuta alle
loro precedenti cointelligenze, così esso de-
vesi ascrivere ad un semplice errore nella re-
dazione del dispaccio.
Intanto questa nomina oltre che è altamente
pregiudicevole agi' interessi delle tre Camere,
viene anche di mortificazione per la loro di-
gnità.
Era di somma importanza, che Zara, così
ingiustamente trascurata nell' argomento ferro-
viario, avesse una voce, che sarebbesi elevata
in f5uo favore nel seno del Consiglio ferro-
viario, ed avrebbe dimostrata come questa
trascuranza partisse da incompleta apprezza-
•zione delle vero condizioni di fatto. E questa
voce sarebbe stata sempre pronta a propu-
gnare anche gì' interessi dei Circondari di Ro-
vigno e Ragusa, ai suoi non opposti, mentre
non avrebbe avuto nessuna ragione per com-
battere quelli di Spaiato già stabiliti con la
creazione delle linee ferroviarie decretate.
In quella vece ì tre Circondari nel rappre-
sentante da V. E. nominato non avranno nes-
suna simpatia, non tanto perchè una giusta
valutazione dei reciproci interessi lo debbano
porre in una situazione opposta, quanto per
le passioni e risentimenti di partito politico.
Creato il Consiglio ferroviario a scopi mera-
mente economici, ognuno avrebbe dovuto spe-
rare, che quelle passioni avrebbero trovato
cniusa la porta al loro ingresso nella sala, in
cui seguiranno le sue deliberazioni. La pre-
ferenza data alla isolata proposta della Camera
di Spalato desta seri timori, che quel Con-
siglio abbia da essere inspirato soltanto ai
bisogni economici, ed ai giusti diritti.
Dalla equanimità di un Ministro, che siede
nei consigli della Corona, ed a cui è affidata
la tutela d'interessi tutto altro che politici,
ognuno ha ragione di attendere deliberati, che
abhiaiso per base soltanto la fondata valuta-
žioiia dì quasi' interessi.
Non per nulla la legge organica del Consiglio
ferroviario ha stabilito, che i 24 membri da
; ^:(:gUerr5Ì da V. E. dietio proposta delle Ca-
iiiere avesse per base questa proposta.
Se Olio dei principi più incontrastabili del si-
stema costituzionale, è quello del rispetto alla
volontà delle maggioranze, questo principio
avrebbe dovuto mettere considerazione pre-
ponderante quando trattavasi di una proposta
complessiva delle quattro Camere di Commercio.
Nel riv. dispaccio 5 luglio 1884 N. 1192,
V. E. eccitava la Camera a proporre un mem-
bro, ma senza porsi in accordo con le al-
tre 3 Camere por la proposta.
Essa ha fatto di più, e si è posta in cor-
rispondenza per tale proposta.
Se delle tre Camere, due hanno dato il
loro appoggio a questa, ricusandolo solamente
quella di Spalato, ciò non voleva dire, che
questa rappresentanza è in opposizione alle
mire delle altre tre: avrebbe dovuto bastare
questo riflesso per non dar loro ragione.
La Camera per questi motivi ha deliberato
di far conoscere alla V. E. la penosa impres-
sione destata da questa nomina, e le ^uste
sue preoccupazioni per la realizzazione delle
sue aspettative in argomento ferroviario.
V. E. vorrà accogliere il presente atto uni-
camente come una delle attribuzioni, che la
legge organica delle Camere di Commercio dà
loro, di fare presenti direttamente le lagnanze e
proposte intorno ad interessi riguardanti il
commercio e l' industria.
Zara, 28 ottobre 1884.
^ ' Il Presidente
S. SALGHETTI-DRIOLI.
I II IIL-XiUjjte
già da qualche tempo erano stati attaccati
dalla filossera. Se si riflette poi che anehe
nei vignati del Wienerwald, ed in Gumpolds-
kirchen si vedono già da qualche anno gl'io,
dizii dell'infezione, è forza concludere, che i
nostri bei tempi della rinomata produzione
vinicola sono terminati, fino a che non ai
abbia la speranza di nuovo prodotto, sebbene
dopo più anni, dalla vite americana resistente
air infezione. L' energico procedere del Miai-
stero d' agricoltura ungherese, il quale pro-
gettò di far venire già nel prossimo anno un
milione di viti resistenti dall' America, spe-
riamo che non resterà senza influenza nel no-
stro governo. Se si avrà curasche anche presso
di noi, i proprietari di vignati devastati dalla
filossera, possano avere secondo il bisogno di
tali trapianti, potranno sperare di superare in
10 0 20 anni la calamità della filossera.
Abbiamo riportata questa notizia quale
avvertimento ai nostri possidenti, onde
non ommettano tutte quelle precauzioni,
che giovano a salvarli da una calamità
che sarebbe la rovina della Provincia.
Il ministro del commercio ha nomi-
nato amministratore di posta in Cattare
queir i. r. ufficiale e dirigente 1' uffi-
cio postale in Cattare, Paolo Tironi.
Il Luogotenente di Sua Maestà i. e r.
Apostolica ha nominato il dottor Na-
tale Babarovich in provvisorio conce-
pista sanitario presso 1' i. r. Luogote-
nenza dalmata.
La Direzione provinciale delle finanze
ha nomitato il candidato al magistero
ginnasiale, Enrico Qelich, in cancellista
nella classe XI di rango.
Sotto il titolo Una supplica originale
a Sua Maestà l Imperatore alla Tages-
post di Gratz si scrive da Trieste : „Un
impiegato della Sildbahn di stazione a
Trieste, sloveno di nazionalità, di re-
cente innalzò una supplica a S. M..
l'Imperatore, nella quale pregava il
Monarca, a volersi degnare , di influire
perchè il supplicante sia traslocato da
Trieste a Lubiana. La domanda era
motivata con ciò, che a Trieste non vi
era qualsiasi istituto d'istruzione slo-
veno, nei quale il petente potesse na-
zionalmente educare i suoi figli; e ohe
questi nella scuola triestma veniva e-
ducati da irredentisti. Questa curiosa
supplica dalla Cancelleria imperiale di
gabinetto venne rimessa alla Luogote-
nenza di Trieste, che la proseguì alla
Direzione generale della Sùdbahu.
Il Segretario
Dr. G. Ghiglianovich.
Nella N. F. P. leggiamo la seguente
notizia sulla fillossera:
Come successe, anche in quest' anno si
vide palesamente poco prima della vendemmia
il danno cagionato alla vite dalla filossera.
Chi addietro una settimana avesse ispezionato
i vigneti sui pendii di Weidling, del Kahlem-
berg, di Nussberg, Grinzing, Sievering, \ Dò-
bling, dalle vili intisichite e spoglie di uve,
avrebbe potuto accertarsi del lavoro sotterraneo
di distruzione dell' insetto che va sempre più
propagandosi in maniera sconfortante. È>a
tali circostanze era da prevedersi, che non
sarebbero rimasti esenti i vigneti in Dorn-
bach. Ed ora da alcuni giorni è un fati;o che
anche i vigneti presso Alseck in Dorabar.h
Leggesi neh' Am. Balm.:
Contemporaneamente all' esposizione gene-
rale che avrà luogo a Budapest nell'anno
venturo, vi saranno esposizioni periodiche iu-
terzionali di animali, cioè, di cavalli, bovini,
lanuti, suini, conigli « volatili domestici. Vi
sarà inoltre un' esposizione apistica.
Coloro che intendessero inviare a quella
esposizione degli animali od oggetti, attinenti
all' apicoltura, vogliano rivolgersi alla Luogo-
tenenza, per ottenere i relativi programmi spe-
ciali, nonché le occorrenti stampiglie pella in-
sinuazione.
Notizie del €hoIera.
Italia. — Nel giorno 8 vi furono 3
ammalati nella provincia di Napoli; al
9 nella stessa provincia 1 ammalato;
nel giorno 10 non vi fu alcun caso.
Francia. — A Parigi: Dalla mezz^:
notte dell' 8 al mezzogiorno del 9 ^J
furono 48 ammalati e 12 morti. Dal
mezzogiorno del 9 alla mezzanotte 1S8
ammalati e 51 morti. Dalla mezzanotte
del 9 al mezzogiorno del 10 ammalati
55 e morti 27. Dal mezzogiorno del
10 alla mezzanotte morti 72. Dalla
mezzanotte del 10 al mezzogiorno dtl-
r 11 morti 36. Dal mezzogiorno alla
mezzanotte morti 20. Dalla mezzanotte
dell' 11 al mezzogiorno del 12 fur^^?
consegnati negli ospitali 132 am mala"
e ne morirono 51.
In Nantes vi furono nel giorno o
S. 95. ZARA, Mercoledì 30 Novembre 1887. Anno X
Associazione.
Per 7ara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per l'Impero Àustro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti alTU-
nione postale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti air nnione postale fi. S
e di più r aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
tJn numero arretrato s. 16.
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata,,
iu Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. 1 comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea.
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono
Ai nostri abbonati.
Siamo già prossimi alla fine del-
l'anno, e molti dei signori abbo-
nati non hanno ancora corrisposto
ai nostri ripetati inviti, rimetten-
doci l'abbonamento.
È noto a tutti quanto ingenti
sieno le spese per l'edizione di un
giornale, in ispecialità poi quando
esso appartenga alla stampa liberale
della nostra provincia. Ne 1' am-
ministrazione può fare a meno,
colla line dell' anno, di soddisfare
a tutti i propri doveri.
E perciò che facciamo appello
al patriotismo degli onorevoli no-
stri associati, pregando quelli che
non sono in corrente colla nostra am-
ministrazione, di rimetterei quanto
prima il prezzo dell' abbonamento
in corso, nonché gli arretrati, molti
dei quali datano da parecchi anni.
RIVISTA POLITICA.
La confusione in Francia aumenta
sempre più : se la crisi presidenziale
non è un fatto compiuto, essa pare ine-
vitabile. Clemenceau, Brisson, Raynal
Ferry e Ribot, in una parola le persona-
lità tutte più eminenti consultate da
Grevy per la ricostituzione del nuovo
gabinetto, finirono col dichiarare la di
lui dimissione essere assolutamente ne-
cessaria alla formazione del gabinetto.
E Grevy ne sarebbe finalmente convinto:
egli dichiarò che partirà soltanto dopo
aver emanato un messaggio per libe-
rarsi da ogni responsabilità nelle com-
plicazioni interne ed esterne che prevede.
E questa sua intenzione Grevy la comu-
nicò a Ribot, il quale sarebbe incaricato
di formare il gabinetto, che dovrebbe re-
care alla camera il messaggio di dimis-
sione. Ribot per altro pretese che que-
st' ultimo fosse sottoposto al suo giu-
dizio prima di approvarlo.
A questo gabinetto di transazione
Ribot, dicesi che parteciperebbero Wal-
deck Rousseau, Flourens, Sadi-Oarnot
e Ferron. Altri invece vogliono che con
Rt^ot entrerebbero nel nuovo mini-
stero Goblet e Danis.
, Circa poi al successore di Grevy, i
senatori opportunisti sostengono e fanuo
propaganda in favore della candidatura
del generale Saussier. Questa candida-
tura è però combattuta dai giornali ra-
dicali.
Pur troppo ha ragione lo Standard,
quando scrive che i partiti in Francia
non sanno unirsi che per demolire, ma
che essi sono incapaci di ricostruire
sopra una base razionale.
E la Neue Ir eie Presse, che si oc-
cupa del ritiro di Grevy, lo trova in-
comprensibile, anzi misterioso, vista
la unanimità di vedute in tutte le
persone che conferirono col presi-
dente. Secondo essa, o vi deve essere
un motivo segreto all'estero e noto solo
alla Francia, oppure un'ambizione smo-
data per il seggio presidenziale da parte
degli uomini politici che consigliarono
il Grevy. Comunque sia — conclude
— deve esistere assolutamente una
base e un vincolo di solidarietà tra gli
uomini politici, poiché la loro respon-
sabilità è straordinària.
Le dimissioni di Giulio Grevy, quan-
tunque fossero naturalmente attese,
hanno destato al Quirinale grande im-
pressione. Si temono gravi conseguenze
dopo questo avvenimento.
È veuuto il tempo, non per i bona-
partisti, chè non possono venir presi
in considerazione, ma per gli organi-
sti di arrabbattarsi per ispuntarla. Ed
a questo proposito circolano le voci
più strane. Così p. e. corre voce che
i banchieri orleanisti avrebbero rice-
vuto fondi dall' Inghilterra, probabil-
mente destinati a corrompere impiegati
e giornalisti per ricercare elementi per
un colpo di stato militare. Ma il go-
vernatore di Parigi ed il prefetto di
polizia hanno preso le loro precauzioni.
Tutti i picchetti militari furono aumen-
tati, lutti i posti di polizia rinforzati;
continue pattuglie sorvegliano lo adia-
cenze di Montmartre, dove i socialisti
tengono le loro riunioni. Secondo I E-
stafette, nove battaglioni di fanteria e
otto reggimenti di cavalleria ricevettero
l'ordine di rinforzare la guarnigione di
Parigi.
Con quale occhio si vedrà a Berlino
siffatto scalmanarsi del paese della ri-
vincita? Nulla ne dicono in proposito
i giornali; essi si occupano piuttosto
del discorso della corona all' apertura
del parlamento. Ed il discorso invero
nulla offre d'interessante, eccetto che
quello di ripetere per la centesima
volta, che la triplice alleanza null'altro
ha di mira che la pace. La National
Zeitung, che ne discorre estesamente,
trova di non comprendere il perchè del
silenzio sul prolungamonto della legge
contro i socialisti. Fa emergere però
l'accentuazione del carattere difensivo
della triplice alleanza; scusa se la vi-
sita dello czar non vi è menzionata,
perchè poscia si venne a rilevarne la im-
portanza soltanto relativa, e spera che
gli accennati risultati della politica pa-
cifica aumenteranno durante la sessione
inaugurata.
La Post invece, alludendo al discorso,
menziona la nuova legge daziaria russa
contro l'industria tedesca, seguita im-
mediatamente alla venuta dello czar a
Barlino, e dice che, anche non dando
importanza a questo atto, non si pos-
sono lasciare inosservati gir agglome-
ramenti di truppe russe ai confini, sullo
scopo dei quali non esiste dubbio. Se-
condo essa quelli che ne dubitano, du-
bitano del sole, mentre quello della
guerra austro-russa splende nel cielo
mattutino.
La Kólnische Zeitung a sua volta, di-
scorrendo della situazione russa finan-
ziaria, conclude essere un fatto che
alla Russia minaccia una crisi, e dice
che questa sarebbe affrettata, se la Ger-
mania, seguendo l'esempio della Russia,
chiudesse ai prodotti russi le sue fron-
tiere.
Dunque il conveguo di Berlino non
ha giovato a migliorare le relazioni
dei due imperi. Avrebbe giovato però
a mettere in chiaro alcuni fatti, i
quali, se veri, getterebbero una luce si-
nistra sul principe della Bulgaria. La
Kólnische Zeitung afferma, che nel col-
loquio dello czar col principe di Bis-
marck sarebbe stato stabilito che l'im-
peratore venno tratto in inganno da
false lettere del cancelliere. Se queste
lettere fossero state vere, con ragione
ne sarebbe stato adirato; ma invece
furono falsificate, e credesi da parte
orleanistica. Sarebbe stato inoltre sco-
perto che una piccola si, ma influente
parte dei circoli di^ corte a Berlino,
ha cooperato alla cosa, adoperandosi a
risvegliare in Pietroburgo la convin-
zione, che T imperatore Guglielmo non
trovasi sempre in pieno accordo col
cancelliere riguardo alla politica estera.
Se le comunicazioni del loglio di
Colonia sono esatte e la falsificazione
della corrispoudenza del principe can-
celliere sulla questiono bulgara potesse
provarsi, non solo falsificata, ma falsi-
ficata da parte orleanista, la oausa di
quest' ultima ne verrebbe a toccare un
gravissimo colpo. In ogni caso si dico
incamminato il relativo procedimento
giudiziario; vedremo che ne risulterà.
In attesa di ciò guardiamo all'Italia,
la cui politica d'espansione in Africa
è veduta di mal' occhio dalla Turchia.
A Costantinopoli non si vuol credere
che tanta truppa avviata a Massaua
tenda al solo scopo di metter a segno
1' Abissinia, no, si temono dei colpi di
mano d' altra natura. Un dispaccio da
Costantinopoli annunzia che un imbarco
di quattro reggimenti di fanteria ed
altri duo di artiglieria sono diretti per
Tripoli, cosi che la forza comples-
siva in rinforzo a quella qui stanziata
è di 14.000 uomini. La Turchia a-
vrebbe quindi a Tripoli una forza di
quasi 34.000 soldati.
Tale disposizione, com'era da preve-
dersi, mise in apprensione la popola-
zione di Tripoli, la quale prevede una
occupazione italiana. In ogni caso, si
scrive da colà alla Gazzetta, Piemontese,
la popolazione tripolina tende ad un
cambiamento di governo, e lo stesso
arabo agogna un governo migliore, ed
uno stato di condizione più felice. La-
sciamo al corrispondente la responsa-
bilità di essere smentito dai fatti.
Era poi corsa voce che una nave
francese fosse stata catturata presso la
baia di Obock; ora la notizia viene
smentita. Tanto meglio.
FINIS DALMAT1AE!
Quella malaugurata questione, che da ben
un quarto di secolo tiene divisi tra loro i fi-
gli d'uua stessa terra; quella questione perla
quale si sparsero rivi d'inchiostro e si con-
sumarono magazzini di carta; che diede tanta
matassa da dipanare a statisti e a giurecon-
sulti, a filosofi e a giornalisti, a secolari ed
a preti, a bianchi, a così così ed a ueri ;
quella questione le quale — dopo il martirio
di Nona — fu una delle principali fautrici
della celebrità dell'abate Danilo, per la defi-
nizione da lui datale di questione accademica;
quella famosa questione, lettori dolcissimi, venne
finalmente risolta: Dalmatia fuit! L'annes-
sione della provincia nostra alla Croazia ap-
partiene al numero dei fatti compiuti! Il
barometro politico europeo segaa: sego su tutta
la linea!
Qualcuno avrà la dabbenaggine di credere
che nello scioglimento del gran nodo, ammesso
che non ci sia entrata la spada di nessun A-
lessaodro, vi avranno avuto parte pelò i più
alti fattori legislativi della monarchia, come
ad esempio i ministeri cis e transleithano colla
rispettive Camere alte e basse, le Delega-
zioni ecc.
Niente dì meno t satto.
0 forse che per una simile inezia avrebbe
meritato la pena di strappare alla loro beata
quiete tante brave persone quali sono i depu-
tati, i luogotenenti, i ministri e così via?
Nemmeno per celia!
Amministrare un calcio al già ventenne dua-
lismo; dare alle stampe una edizione riveduta
e corretta della Costituzione, magari coi tipi
della tiskarnica che non esiste; pigliare
la Dalmazia per un orecchio e — come i pre-
stigiatori alle grida di uno due.... tre!
pssst! — farla politicamente passare da una
parte della monarchia all'altra, son cosuccie
che di primo acchito avrebb ro potuto imbro-
gliare anche un paio di Palmerston, se volete,
ma non già un Prodan alla vigilia di diven-
tare èanónico; il quale Prodan, in matèria di'
imbrogli diplomatici, sarebbe al caso di
dare trenta punti su quaranta allo stesso Bi-
smarck!
Tornando a noi, dunque, per soddisfare fe-
delmente al nostro compito di cronisti,. non
possiamo esimerci dai constatare il triste caso:
Dalmatia fuit! La poveretta, dopo lunga e
penosa malattia è passata a miglior vita senza
i soliti contorti, senza che nessuna prefica ne
abbia pianto la dipartita, senza che a nessun
cane sia saltato in mente di darle il vale di
prammatica: — reietta ed abbandonata in morte
come lo fu in vita! E se non ci fosse stato
prete Prodan ad annunziarne, commosso dalla
gioia del riuscitogli misfatto, l'improvviso de-
cesso, noi stessi, noi, figli di Dalmazia, ne i-
gnoreremmo la fine! Orribile!
Sien grazie perciò al molto futuro monsi-
gnoreil quale, se pure ci ha orbati d«lla ma-
div, ha avuto almeno la cristiana idea di av-
visarcene, perchè potessimo provvedere al de-
cente di lei collocamento nell' ultimo asilo.
Egli è vero che a monsignore non ha co-
stato nè molta fatica nò una spesa rovinosa il
regalarci la funebre notizia, giacché, parlando
nel suo giornale della Dieta dalmata, a lui è
bastato intitolarla: Hrvatski sabor u Zadru;
ma ciò non cale: ò alla buona intenzione che
bisogna badare, e noi vi badiamo.
Dunque Hrvatski sabor u Zadru e Hr-
vatski sabor u Zagrebu!
Immaginarsi la stizza delle altre provincie
della monarchia austro-ungarica, vedendosi con-
dannate alla fortuna di possedere una sola Dieta,
di froute alla privilegiata Croazia che ne conta
due, con uno Starcevich solo però, giacché
1" altro per ora è in campagna !
Senonchè, iu tutto questo benedetto guazza-
buglio che ha per soggetto la morte politica,
1' assopimento o la sparizione che dir si vo-
glia di questa grama Dalmazia, a noi sembra
d'intravvedere un tantino di mistero che, per
quanto ci scervelliamo, non riusciamo a spie-
garci. E quindi ci rivolgiamo umilmente a chi
ne sa più di noi, perchè voglia esserci cortese
delle seguenti risposte:
1. Come va che, essendo la nostra una
Dieta croata, sulla porta della Giunta si con
tinui a tollerare in pace la vecchia tabella colla
iscrizione: Pokrajnski Odbor Dalmatinski?
2. Come va che, essendo la nostra una
Dieta croata, i viglietti che la Giunta sullo-
data distribuisce per poter accedere alle gal-
lerie dietali, portino tuttavia l'intestazione:
Sabor dalmatinski ?
3. Perchè mai, se la Dieta dalmata è una
Dieta croata, S. E. il luogotenente nel suo
discorso d' apertura ha esordito colle parole:
„Visoki sabore, velečastna gospodo kraljevi ne
Dalmacije"?
4. Perchè, se una Dieta dalmata più non
esiste, l'ufficiale Avvisatore Dalmato si o-
stina a chiamarla Sabor dalmatinski?
5. Ed il croato Narodni List, che pure
dovrebbe saperne qualche cosa, perchè sci-
miotta P organo del Governo battezzando et>.so
pure la nostra Dieta col titolo di Sabor dal-
matinski? Forse per un rimasuglio di affetto
verso lo stari pobro?
6. E se la Dalmazia ha fatto fagotto per
1' altro mondo, se essa politicamente più non
esiste, per qua! motivo monsignor Prodan
continua a intitolare il suo cencio Katolička
Dalmacija e non Katolička Hrvatska? Sa-
rebbe forse per derisione? E si che il reve-
rendo Prodan, per quanto Prodan, nella sua
qualità di sacerdote almeno non dovrebbe i-
gnorare che de mortuis nil nisi bene!
Dunque?
In attesa delle sopra implorate sei risposte,
il dunque lo diremo noi in due parole, ed è
che il croatismo di monsignor Prodan è de-
generato in cretinismo!
sac... i tm -
GLI ITALIANHN AFRICA
Telegrafano da Massaua alla Tribuna che
ras Alula, non potendo alimentare tutte lo
truppe che s' erano concentrate all' Asmara,
ha pensato di distaccarne una metà nei vil-
laggi circostanti.
Trecento soldati sono accantonati a Ghinda.
La ferrovia dal forte Gherard a Monkullo
è quasi compiuta; non mancano più che un
500 metri.
— Il ministero della guerra ha disposto
perchè ai primi di dicembre si carichino
sulle navi tende, cuscini ed altre suppellet-
tili occorrenti alle ^quattro brigate che si
trovano in Africa. Inoltre il ministero della
guerra ha disposto che le navi Archimede'
Polcevera, Scrivia e Bosforo restino ormeg
tri sul livello del mare, in terreno pure im-
inuaa da fillossera, con terra r.rgillosa, bianca,
calcarei^.r-icoprente un sollosuolo di tassello
della formazione eocenica.
In quest'ultinaa terra bianca finora le Ri-
parie innestate e non innestate non danno in-
dizio alcuno di clorosi, per la quale vt;nne del
resto già provveduto colla introduzione d^lle
specie Vitis Cinerea, Vitis Cordifolia e Vitis Ber-
landieri, raccomandate ultimaiDenle dal yiala.
Che poi le viti americane anche qui si pre-
stino facilmente all' innesto, questo Istituto a-
grario provinciale è in grado di provarlo col-
r esito splendidissimo degli inD^!Sti praticati
su ampia scala in questi ultimi due anni.
E si noti che si trattava di barbatelle i i un
anno molto deboli, perchè avute da talee e-
8Ìli e molto avariate, con legno non del tutto
maturo, come provenienti dai paesi del Nord.
I)el quale ultimo falto fa prova anche la mor-
talità di alcuni ceppi innestati sulla R paria
più sottile e collocata in terreno meno favo-
revole.
Un fatto che dìi una nuova conferma alla
già uoDslalata precocitìi di produ/.ioue propria
di questi innesti di vili americane, è poi la
comparsa d: grappolini di Sè nilou, Cabernet
e 'JVrrano giù nell'anno stesso dell'innesto.
Gli innesti |)oi dol secondo anno njo.strano
grappoli normalmente sviluppati e naturali, ed
una vigori» straordinaria di vegetazione.
A lato di questi impianti con talee, ne sor-
sero anche, da parie dei privali viticultori, al-
tri numerosi con piante ottenute da seme; ma
8U questi ultimi non è prudente fare assegna-
mento, e sperasi vederli presto sustituiti con
materiale più corrispondente.
Dal suesposto si scorgo pertanto come 1' I-
stria abbia ormai tali risultati dalle viti ame-
ricane, da non ammettere ulteriori rèmore, non
restando qui cho ad ampliare ed applicare
quanto già si è aUVrmato praticamviile attui-
bile ed econoinicauu'nto conseguibile.
Egli ù per questo valido motivo, cho i trat-
tamenti colturali, dt'l resto qui difficilmeuto
possibili pei riguardi del tornaconto, non hanno
tatto breccia nei vigneti (illosserati, sebbene
promossi e inculcati con grande liberalità dal
governo e dalla provincia.
Alle viti americane, alla diffusione dell' im-
pianto e dell' mneslo della Riparia, del Yurk-
Madeira, della Solonis e della Rupetris, ten-
dono ora dunque con lodevole unità di azione
tulli gli organi agrarii in Istria, moltiplicando
i vivai, i filari modello di viti americane in-
nestate, le conieren/.e e le pratiche dimostra-
zioni, sostenuti dalla consolante speranza di
porre alfine un valido riparo ad un flagello
chs ormai da otto anni opprime 1' animo di
tutti i viticultori, minacciando indicibili scia-
gure,
Parenzo, 11 ottobre 1888.
Prof. Carlo Ilugnes.
La questione antisoliiavista al
„Reichstag'^
A proposito della coalizione delle potenze
contro la tratta degli schiavi in Africa, bel-
lissima tì civilissima e umanissima cosa, ma
che però dovrebbe essere subordinala alla prosa
delle condizioni degli stali ohe la intrapren-
dono, ieggesi nel Piccolo di Napoli:
Ben di rado 1' opinione pubblica si è tanto
appassionala per una questione come avviene
attualmente per la lotta della civiltà europea
contro la tratta degli schiavi in Africa.
Circa due mesi fa, la questione fu ridestata
in Germania ed oggi tutti ne parlano in guisa
cho chi — come noi — è costretto a seguire
giorno per giorno gli avvenimenti, non può,
anche a rischio talvolta di ripeters', non te-
ner conio delle varie fasi di essa.
Dopo il discorso della Corona con cui fu
inuugurato il Rekhslag in termini simpatici
alla questione, che, da quel momento entrò,
per cosi esprimerci, ufficialmente nel campo
della discussione, i partiti in Germania se ne
impadronirono e 1' altr' ieri fu trattata al Reich-
stag.
Dev' essere indubbiamente una questione di
grande importanza quella della tratta degli
schiavi 50 produco un'agitazione tale da avere
un contraccolpo in tutti i paesi civili. E di-
fatti, la soppressione della caccia e dfl com-
mercio degli schiavi è uno dei più grandi pro-
blemi umanitarii, la cui soluzione si sia im-
posta nell'era nostra. Appunto in ciò sta la
sua popolarità e la forza di attrazione, nonché
la possibilità che gli uomini di Stato di quasi
tutti i paesi d'Europa, senza differenza di prin-
cipii politici e di leligione, si trovino cosi
pienamente d' accordo.
Un'altra riflessione che s'impone è, che
36 la questione della schiavitù fosse sorta dieci
anni fa, si sarebbe, tutl' al più, formato una
0 più società antischiavista con uu programma
più 0 meno ideale e inalterabile. Ora è la
Germania, ossia l'impero più potente del mondo
che si è messo alla testa del movimento. Con
uno slancio ed un'energia — che, in qua-
lunque altro, salvo nel principe di Bismarck,
sarebbero sorprendenti — egli si è impadro-
nito della questione, ha iniziate trattative di-
plomatiche per provocare una azione possibil-
mente comune di tutte le potenze interessate.
Il movimento antischiavista ebbe un grande
impulso nella Germania in seguito all'assem-
blea popolare, che ha avuto luogo il 27 otto-
bre a Colonia,
Queli' assemblea fu importante, perchè in
essa si gettavano le basi di quell'azione, che
si è svolta ora al JRekhstag. Perchè — si
chiesero i capi del movimento — ciò che fu
iniziato a Colonia non dovrebbe continuare ed
essere sancito dalla rappresentanza nazionale?
L' interesse che il cancelliere prendeva allo
svolgimento della questione dinotava che nelle
alte afere governative lo si desiderava. Fra i
vari parliti furono iniziate trattative a fine di
presentare al Beichstag delle risoluzioni, che
approvate da tutte le trazioni dovevano porgere
al governo un punto di appoggio per un' a-
zione ulteriore negli affari d' Africa.
Sembrava che il centro cattolico dapprima
volesse mantenersi in disparte ; il discorso della
Corona — così ragionavano gli organi del par-
tito — aveva promesso dei progetti e pi-iciò
era opportuno attenderne la presentazione per
prendere posizione. Ma quando gli organi del
governo fecero comprendere che i progetti non
sarebbero stati presentati tanto presto e che
questo avrebbe accolto favorevolmente una mo-
zione nel senso suaccennato, il centro decise
di presentare una risoluzione, invitando il go-
verno ad esprimersi sui mezzi con cui intnn-
deva di combattere la tratta degli schiavi. *
sje
Il fallo che il centro, prima di presentare
la risoluzione, non si era inteso coi gruppi della
maggioranza governativa, poteva compromettere
r esito della missione se si fosse trattato di
una semplice quistione di partilo.
Ma la risoluzione del signor Windthorst,
il capo dei guelfi e dei particolaristi tedeschi
ed il luogot«oente del Vaticano al Reichstag
tedesco ed alla Dieta prussiana, era accetta-
bile per i gruppi della maggioranza governa-
tiva, essendo essa, in ultima analisi, una affer-
mazione del passo del discorso della Corona
relativo alla tratta degli schiavi.
(yhe se essa non conteneva una sola parola
sulla protezione degl' interessi tedeschi, ciò
che SI spiega, da una parte, col contegno di
opposizione del centro, e, dall' altra, cou la
posizione da esso presa sin dapprincipio al-
l' impresa africana, non era difficile al conte
Herbert di Bismarck ed alla maggioranza al-
largare la quistione, coinvolgendovi anche
quella degl' interessi e del prestigio tedesco
nell' Africa orientale.
*
La discussione della mozione Wmdlhorst,
se fu notevole per le cause che abbiamo enu-
merate, lascia ancora in:.olute le varie que-
stioni che la provocarono. Il Reichstag, ap-
provando la mozione, si è impegnato „apren-
„dere in seria considerazione il provvedimento
„che i governi confederali intendono presen-
„tare, e ad appoggiarli dal canto suo."
Cronaca provinciale.
La fontana monumentale. — Ci
scrivono da Spalato, in data del 16 corrente:
„Ieri fu finalmente inaugurata e consegnata
al Comune la nostra fontana monumentale, le
cai vicende sarebbero di poema degnissime
e di storia. Un nostro egregio concittadino ci
fece suonare all'orecchio, dedicandoli all'indi-
rizzo della fontana, i versi
seguo d'immensa invidia
e di pietà profonda.
Ma non si pensi al passato. La consegna
seguì senza cerimonie come se si trattasse di
un frutto proibito. Ad ogni modo il popolo
voleva festeggiare 1' avvenimento tanto deside^
rato, e alla marina alcuni negozi e alcune case
avevano già scioriniti gli arazzi di addobbo.
Accortosene però l'egregio Bajamonti, pregò si
sospendesse ogni dimostrazione, e gli arazzi
furono presto levati. Ma con ciò non cessò
la compiacenza dei cittadini, i quali tutto il
giorno facevano guardia d'onore al monu-
mento e si scambiavano tra loro parole di
compiacenza e frasi di buon augurio; nè tolse
che molti popolani acquistassero dei piccoli
fiaschi di maiolica colla leggenda Viva Ba-
jamonti e con questi si avviassero ad attin-
gere l'acqua alla fontana — una delle gemme
più preziose onde si onora Spalato."
Cose comunali. — Ci scrivono da Se-
benico, in data del 20 corrente:
„L' elezioni comunali dovrebbero esser vi-
cine; ma nulla accenna a un po' di onesta
resipiscenza da parte degli amministratori. E'
regola elementare, quasi volgare, di mettere
un po' d' ordine e di parsimonia negli ultimi
periodi di una gestione. Chi vuole essere ri-
confermato cerca almeno cosi di gratificarsi
gli animi dei contribuenti. Da noi, invece,
neanche questo elementare spcdiente. E le
gravezze crescono a dismisura, mentre lo spet-
tacolo delle miserie cittadina è avvilente. Ita-
liani 0 slavi, senza distinzione di partito e
nel supremo interesse della città, facciano un
estremo tentativo per porre al Comune uo-
mmi che abbiano per sola missione 1' ordine
0 r economia. Se non riusciranno, tanto peg-
gio per tutti e per la fama di chi vuol tra-
scinata la nostra città alla rovina. "
Gabinetto di Lettura. — Abbiamo
da Spalato, in data del 16 corrente:
„Ieri sera è stata costituita così la nuova
direzione del Gabinetto di Lettura:
Dr. Antonio Bajamonti, presidente — Si-
meone de Capogrosso, vice-presidente — Mon-
signor Giovanni Devich — Eugenio Savo, in-
gegnere — dr. Ercolano Salvi — Niccolò II-
lich, ingegnere.
La scelta non poteva esser miglioro."
Offerta al Pro Patria. — Ci scri-
vono da Spalato, in data del 20 corrente:
„la una cena di amici, fatta la sera della
inaugurazione della Fontana Monumentale a
Spalato, vennero raccolti fiorini 11 a beneficio
del gruppo locale Pro Patria}'-
I guai dell^ emigrazione. — L'i.
r. Luogotenenza di Trieste publicava questo
avvertimento :
„In seguito a dispaccio dell' eccelso i. r.
ministero dell' interno 8 dicembre 1888 N.
547l-M. 1. si fa presente a tutti quelli, che
intendessero di emigrare pel Brasile (Rio de
Janeiro), che trecento immigranti austriaci, ivi
arrivati al principio del corrente mese, chiedet-
tero di venir rimpatriati, trovandosi sedotti,
delusi nelle loro aspettazioni ed in istato di
miseria e vedendo che le autorità del paese
non si curavano di loro.
Un tanto riferiva per telegrafo il 5 dicem-
bre 1888 r i. r. consolato generale in Rio de
Janeiro ufficialmente all' i. r. ministero degli
affari esteri.
A questo tristi condizioni di trecento com-
patì ioti in quel paese straniero, viene con ciò
richiamata 1' attenzione di ognuno, che come
essi avesse l'intenzione d'emigrare, ammonen-
dolo di non prestare fede alcuna a fallaci pro-
messe, da qualunque parte vengano, di facile
od agiata esistenza nell'America meridionale."
E sta bene, scrive il Piccolo.
Però ricorderemo che al tempo della prima
spedizione di emigranti, noi abbiamo subito
accentuata la necessità, non di leggi restrittive,
nè di misure contrarie alla libertà personale,
ma di quel tanto di ingerenza governativa che
valga a tutelare gl' interessi, le sorti dei citta-
dini che espatriano ; abbiamo detto che dovere
del governo sarebbe quello di assumere esatte
informazioni sui luoghi di destinazione degli
emigranti, sulle condizioni che loro si fareb-
bero, sulle garanzie che offrono tali condizioni,
in una parola sulla sorte che sarebbe per a-
spettare la genie che lascia il proprio paese
per recarsi oltre 1' Atlantico in cerca di gua-
dagnarsi la vita.
A noi sembrava — e lo abbiamo detto —
tale còmpito non impossibile e neanche diffi-
cile; a noi sembrava che a mezzo dei rispet-
tivi consolati il governo quelle informazioni
avrebbe potuto procurarsele di leggeri, ed e-
ravamo d' opinione che fosse stato anche in
obligo di procurarsele e di renderle poi di
publica ragione e ciò per tutelare la gente di
buona fede contro le fallaci promesse.
L' autorità governativa non ha fatto nulla di
tutto ciò; gli emigranti sono partiti ed ora 300
di essi assediano le porte del consolato au-
striaco di Rio Janeiro per venire rimpatriali.
Naturalmente il governo dovrà finire col pre-
vedere e quindi subirà un sacrificio, che a-
vrebbe potuto risparmiarsi con un po' di pre-
videnza — anzi facendo anche a meno di que-
sta — ascoltando soltanto i suggerimenti spas-
sionati che gli venivano diretti.
Ma i sacrifici che farà il governo saranno
ben poca cosa in confronto dei danni che col-
piscono tutte quelle persone che sono stale
ingannate da fallaci promesse; ce no sono tra
queste alcune che hanno venduto fin 1' ultima
scranna, per far su un gruzzoletto affine di
poter emigrare nella illusione di trovar certa
fortuna in America. Se prima quelle persone
stavano male, ora poi si vedono completamente
rovinate.
Ad ogni modo, per evitare almeno altre di-
sastrose conseguenze e per mettere sull'attenti
coloro che ancora si proponessero di emigrare
in America, sarebbe desiderabile che all'aw-
vertimento luogotenenziale vanisse data la mag-
gior possibile diffusione ed anzi —siccome il
contingente degli emigranti si compone in
buona parte di analfabeti — bisognerebbe che
la publicità avvenisse a mezzo della parola
viva, servendosi per esempio del pergamo.
ordine a Sebenico, non siamo noi
a constatarlo.
La Dalmacija Katolička d'ieri reca che a
Sebenico, in quindici giorni, s'ebbero tre fatti
di sangue.
I commenti a chi vuol farli.
Vino. — Di questi giorni caricano vino
nel porto di Spalato due nuovi piroscafi, uno
norvegese e l'altro inglese. 1 carichi sono
fatti per la Francia.
Altri caiichi vengono regolarmente eseguiti
su navi con bandiera austro-ungarica.
Fatto di sangue. — La mattina del
9 corrente Jovo Marie si recava da Kruseva
a Bilisane; quand'ecco che incontra per via
certo Ante Klanac, il quale lo ferma senza
alcun motivo e gli ruba della rascia.
II Marie ritorna ad Obbrovazzo e va a de-
nunciare il latto ai g udarmi, che lo assu-
mono e lo licenziano.
Uscito però di caserma il disgraziato Marie
non è all'ultimo canto della sua iliade. Egli
è aggredito dai fratelli e dalla madre del sud
dello Klanac, e, mentre uno lo atterra per le
mani, l'altro gli dà una coltellata. Ferito mor-
talmente, l'infelice cade a terra e muore di li
a poco.
1 gendarmi arrestano i malfattori e, con essi,
una femmina, che avrebbe prestata 1' arme o-
micida.
Brutte storie.
Terremoto. — Venerdì scorso, a Se
benico e a Knin, venne avvertita una scossa
di terremoto.
Cronaca locale.
Avvertimento. — Quest' anno il Na-
tale ci porta quattro feste e la tipografia non
lavora. Abbiamo pensato perciò di non far u-
scire il numero di mercoledì ; ma, in com-
penso, di fare uscire il numero di sabato con
un supplemento.
I lettori cortesi abbiano un po' di pazienza,
e noi cercheremo di soddisfarli nei numeri
venturi.
II Natale. — Eccoci dunque al Natale,
la festa intima, che i bimbi attendono con
gioconda impazienza e agli adulti ricorda tante
dolcezze passale. Ecco il Natale, coli' alberello
sfolgorante di luce, adorno di ninnoli multi-
colori; ecco le strenne gentili, i giuocattoli de-
siderati, i libri belli, ove sono i racconti me-
ravigliosi di reginette e di paggi; ecco i pre-
sepi con un Betlemme dai tetti rosati e tur-
chini, con cupole mai più vedute, e coi tre re
inevitabili, ma buoni, sorridenti, barbuti.
11 Natale è la festa domestica; la festa che
ai solitari dà la commove,ite nostalgia della
famiglia. Sulla tavola del ricco sono imbaudite
le scelte vivande, i dolci odorosi, le delica-
tezze più ricercate. E il povero festeggia la
nascita del Bimbo divino, facendo un po' di
baldoria, perchè anche lui ne ha diritto, per-
chè r onesto lavoro e la filantropia cittadina
vogliono fornita ogni mensa, allegro ogni volto,
sereno e felice ogni bimbo.
Un grande scettico disse una volta che tutto
vorrebbe abolito, fuorché il Natale, che dona
tante placide ebrezze, tanti ingenui entusiasmi,
che schiude ai vecchi l'orizzonte sereno dei
ricordi.
E v'è nell'aria, di questi giorni, come un
vapore e un odore — fatto di mille odori —
che gli altri giorni nessuno rimarca. E' come
una lietissima gara per ottenere almeno un
poco di felicità. V è un movimento inso-
lito, un'insolita gaiezza, fatta di parole, d'in-
time preoccupazioni, di soddisfazioni infantili.
Il Natale è proprio simbolo di redenzione: si
rinasce nel culto comune delle memorie, nel
desiderio tranquillo delle pareti domestiche,
allietate, abbellite, adorne di fiori.
Vedrete dopodomani che movimento. Zara
— si sa — ò uu piccolo ma valoroso centro
gastronomico. Sarà una festa di cobri, uu
assalto organizzato contro quanto v' è di bello
e di buono e di commestibile. E, tra la folla
pratica, gaudente, consumatrice, vi sarà, come
sempre, la nota ideale, 1' eterno femminino, in-
carnato dalle belle figliole, eleganti come fiore di
giglio, che Zara vanta ed ammira. ""
E le strenne ? Avete veduta la vetrina della
libreria Nani? Avete veduti i magnifici nu-
meri di Natale dei grandi giornali illustrati ?
Le strenne, dai grandi quadri in colori, sono
superbe. C è l'imbarazzo della scella. Ma un
buon papà non può essere imbarazzato perchè
ha lì pronti tanti bei libri italiani, rabescati, do-
rati, miniati, pei bimbi e pei giovinetti.
E la mostra del Tamino, con quelle sfar-
zose pupattole che sembran damine; cjn quei
giuocattoli tanto variati e piacevoli? — E le
vetrine del Gilardi, ove sono disposti ricchi
ed eleganti oggetti d' arte, della rinascenza, o-
rientali e cinesi, fatti apposta per esser dati in
regalo alle dame gentili?
La mostra della libreria Woditzka ha pur
strenne scelte e raccomandabili; il Schòufeld
provvede con molto buon gusto alla colonia
tedesca,
11 pasticciere Battara e il Lesluzzi hanno
fabbricati dei bomboni a quintali. La foresta d'al-
beri natalizi darà frutti dolci e graziosi così,
dai prismi scintillanti di zucchero.
Bellissime le vetrine del Mazzocco, ove im-
perano i salumi della dotta Bologna, ove sono
disposte con eleganza le più variate e le più
scelte delicatezze esotiche, dai mandorlati a
mosaico di Marsiglia ai pasticcini di Stras-
burgo. Una profusione di cose buone, multi-
colori, muUisapori, che commuovono gli emeriti
buongustai.
E nelle altre botteghe sono colonne di ciam-
belle, esposizioni di frutta superbe, di nature
morte che attendono 1" opera benemerita delia
cuoca. E intanto i nostri pescatori affondano
V esca, come nella Gioconda^ per popolare
dopodomani di pesci superbi la prima pescheria
del mondo, la nostra.
Volevamo dir quattro parole e la penna ha
prevaricato.
I lettori benigni ci perdonino, tanto più
che noi rivolgiamo loro 1' augurio cordiale di
buone feste!
Partenza. — Giovedì ripartì per Fiume
r i. r. generale maggiore cav. Catinelli. Prima
della partenza, era stato invitato da S. E. il
luogotenente a un diner.
Cose municipali. — Ieri sera il con-
siglio comunale tanne seduta. Discusse e stan-
ziò il preventivo per l'anno 1889. In riserva
di pubblicare il resoconto, rileviamo fino da
ora che per la città di Zira le addizionali alle
imposte dirette furono stanziate nella propor-
zione del 45 per 100, p quelle sul dazio con-
sumo del 100 per cento.
In porto. — Giovedì gettò 1' àncora nel
nostro porto il yacht a vapore Fantasia, della
i. r. marina da guerra, C era a bordo il signor
contrammiraglio Pittner.
Ieri a sera, in suo onore, vi fa un diner da
S. E. il luogotenente, al quale furono invi-
tati i capi delle autorità militari. Oggi il Fan-
tasia col contrammiraglio partì per Pola.
Zelo ufficioso. — Eitornato il consi-
gliere aulico de Pavich, ieri partiva in per-
mesvso il signor de Fekete per riposarsi dalle
grave fatiche. Si vuole che egli approfitti del-
l' occasione anche per informare vocalmente
il Ministero sull' azienda della luogotenenza e,
fra le altre cose, sopra certe deliberazioni in
colla troboinizza, esposta dalla prelodata
redazione. Gii angeli del ra. r. Uccellini
hanno cantato un coro glagolito in segno di
esultanza.
Gli angeli. — Domenica, alla funzione
solenne in chiesa di S. Simeone per 1' ono-
mastico di S. M. i' imperatrice, presenti tutte
\& autorità civili e militari, dopo il Tedeum
si innalzò la consueta preghiera : Salvum fac
Imperatorum nostrum Franciscum losephum
e poi 1' altra per la imperatrice.
Alla prima invocazione, cantata, i chierici
del seminario teologico non risposero.
E non risposero neanche alla seconda.
Assoluto s;letizio,, con scandalo degli a-
stanti.
Prova di quanto abbiam detto noi sugli
angeli del seminario.
Ma come ? Creature così perfette e ce-
lestiali ignorano un semplice versetto di ri-
sposta?
Venga loro insegnato, se non lo sanno,
monsignor Uccellini!
Il fatto di sangue. — Fra il torni-
tore Vincenzo Genti lizza da Spalato, un ma-
rinaio adetto a questo comando di marina
ed un infermiere dell'ospedal militare, dal-
l' una parte, e Vittorio Grubelich, lo scal-
pellino Giovanni Cassani, Gasparo Pontelii
e Antonio Turiani, dall' altra, esisteva una
vecchia ruggine, che, anche domenica 12
corrente, degenerò in qualche via di fatto.
Domenica, 19 corrente, i tre primi si udi-
rono con alcuni marinai della squadra, fra
i quali, fatalmente per lui, v'era certo Doimo
Bile, da Spalato, marinaio di prima classe
della i. e r. nave Hum. Le due compagnie
si scontrarono, di sera, in Via S. Demetrio;
e il marinaio Bile — aizzato evidentemente
dai compagni, chè nulla egli sapeva della rug-
gine fra le due parti — diede un pugno al
Pontelii, gettandolo contro una portiera, di cui
andò infranta una lastra. 11 Pontelii, cogli altri,
E6 la diede a gambe, temendo la peggio ; e
subito si impegnava una zuffa tra il Bile e
il Vittorio Grubelich. Quest' ultimo, anzi,
ferì il Bile al ventre, con un coltello. Dalla
zuffa sfuggì ii Grubelich senza cappello, la-
gnandosi a una guardia di polizia e ai gen-
darmi, accorrenti, di esser stato percosso,
mentre il Bile, in istato di ubbriachezza,
e pur lagnandosi, ignorava di esser stato fe-
rito. La ferita era in apparenza leggera ; ma
il coltello aveva invece perforato l'intestino;
tanto che il povero Bile, trasportato all'o-
spedal militare, morì lunedì sera alle nove
e mezzo. Moribondo, dinanzi alla commis-
sione giudiziaria, designò come suo feritore
il Grubelich, che è in carcere pel relativo
procedimento. Gli organi della polizia co-
munale e i c. r. gendarmi possono asserire
la verità di questa narrazione, eh' esclude
canti e provocazioni d' indole nazionale.
Dopopranzo ebbero luogo i funebri, bellissi-
mi, del povero ucciso, cui presero parte gli uffi-
ciali e i marinai dell'Andreas Hoffer, la Banda
militare, e da tre a quattro cento persone,
manifestanti il pubblico cordoglio per l'acca-
duto. E' venuto qui anche il padre del-
l' ucciso, ch'è affranto dal dolore.
Infamie. — Questa esatta narrazione
del tatto annienta la infame versione che la
Katolička Dalmacija — sempre pronta a
denigrare la nostra città — seppe escogitare
nell' ultimo numero. Il conto, per la Kato-
lička, era subito fatto. „E' venuta la squadra,
e un marinaio venne ucciso da certo Pon-
telii, zaratino, perciò solo che osò di can-
tare in croato ! !"
Zara, insomma, è il solito covo di bri-
ganti !
Invece niente Pontelii, niente zaratino,
niente canzoni croate! Un disgraziato ac-
cidente, in rissa.
E' turpe, che un giornale cattolico, un
giornale fregiato della firma di un sovrano
pontefice, un giornale redatto da preti, stampi
e propali di simili infamie, coiia coscienza,
poi, eh' esse son tali.
A questa stregua s. giudichi a quale criterio
direttivo si inspiri li libello.
Il decorato. — L'imperatore conferì
la croce d' oro del merito al controllore pen-
sionato dell' ufficio ipoteche, presso il tribu-
nale circolare di Spalato, Giovanni Battista
Donadini.
Santa Cecilia. — Stamane la Banda
Comunale — a festeggiare la celeste pa-
trona delle armonie — percorse le princi-
pali contrade della città, suonando allegre
marcie e sostando sotto la abitazione del
signor podestà, della cui distinta signora ri-
corre V onomastico. E i bandisti, in corpo,
assistettero a un solenne ufficio divino nella
chiesa di S. Francesco. Stasera saranno riu-
niti a fraterno banchetto.
Il dalmata in processo. — Ecco
il fatto, che trarrà al banco d'accusa, a
Trieste, un dalmata, certo Iurich.
Una processione stava per rientrare nel
santuario della Natività di Betlemme ; ii sa-
grestano del Santuario aveva il compito di
tenere sgombro il passaggio e siccome il
Iurich, cavasso della società russa „Palestina"
caporale nell'esercito austriaco, dalmata, il
quale faceva da scorta ad alcuni touristi
russi, non volle saperne di tirarsi da parte,
ne nacque una collisione tra il cavasso e il
sagrestano, durante la quale il Iurich estrasse
il revolver ed esplose un colpo contro que-
st' ultimo, il quale cadde morto sull' atto ;
dopo di che il Iurich sparò altri colpi contro
la folla e ferì gravemente un vecchio monaco,
il padre Raffaele, il quale versò in serio
pericolo.
Arrestato, il Iurich fu sottoposto a pro-
cesso istruttorio da parte del consolato austro-
ungarico, terminato il quale egli sarà tra-
sportato a Trieste e giudicato da quella au-
rità giudiziaria.
Libri nuovi. — Ferriani cav. avv. Lino
{Procuratore del He) „ Madri Snaturate"
(Studio psichico-giuridico.) Editori G. Chiesa
e F. Guindani-- Milano 1693 — Lire 3.50.
Ferriati , già noto pei suoi lavori prege-
vclssimi ( La infanticida nel C. P. e nella
vita sociale — L'amore in tribunale) e
pei suoi brillanti articoli giuridico-sociali, col
suo recente volume Madri Snaturate e-
legantemente edito dall' importante casa E-
dltrice G. Chiesa e F. Guindani, ha riem-
pito una lacuna nel campo della psicologia
criminale. E' un libro nuovo, originale, pal-
pitante di dolorosa attualità, che già ottenne
il plauso della stampa italiana politica e giu-
ridica e quello di uomini illustri come M.
Nordau, Corre, Lombroso, Ceneri, De-A-
micis, ecc., e tale plauso è pienamente giu-
stificato poiché desso rispecchia uno de'
problemi più importanti della vita sociale.
L' autore tratta l' argomento con magistrale
competenza (dice Nordau) con senno, scienza
e cuore (affermano De-Àmicis e Mantegazza)
ed è dettato con forma elegante, vivace, pro-
pria di chi — come asserì Ceneri — unisce
ai pregi del giurista quello del letterato fine.
11 giovane e già rinomato magistrato si
occupa di 232 fanciulli seviziati; e la parte
statistica è accompagnata da dotte, pratiche
osservazioni, da studi psicologici, sociali e
da un esame erudito di tutte le legislazioni
europee e americana e da ogni pagina del-
l' elegante volume spira 1' alto sentire del-
l' uomo di cuore che sa vincere le proprie
ripugnanze per recare un vantaggio all'u-
manità. Pel modo col quale è scritto esso
può venir letto da ogni classe di porsone,
siano pur desse ignare del giure penale; ed
è questo il voto che formiamo, poiché rari
sono i libri che al pari dell' attuale istrui-
scano, commovano, additino alla società quali
santi doveri questa abbia verso que' poveri
piccini che nella madre non trovano amore
ma un carnefice spietato. Il cav. Ferriani
può andare orgoglioso del successo ottenuto
dal suo volume, che ha conquistato un posto
eminente tra le opere di criminologìa so-
ciale, uè una meritata lode si neghi ai va-
lorosi giovani editori che lo pubblicarono,
augurandoci che nuovi lavori del genere e-
8cano dalla penna colta e briosa dell' emi-
nente magistrato.
Corte d' assise. — E' incominciata la
sessione ordinaria alla nostra corte d'assise
con un processo contro Marco Zigun q.m
Ante da Vissoeiaoe, d'anni trenta, ammo-
gliato con prole e due volte condannato per
lesione corporale. Accusato del crimine di uc-
cisione in danno di Gregorio Dundovich da
Radovin, fu riconosciuto colpevole dello stesso
crimine e condannato a tre anui di carcere
duro con un digiuno ed un isolamento. La
corte: Bersa, Costa e Palisca; per la procura:
Barich ; difesa, cl.r Claich.
L'equilibrista nato. — Il popolano
Giovanni Pularich, sopranominato Garibaldi,
ha compiuto anche quest' anno, con sessanta
e più primavere che ha sulle spalle, un vero
prodigio di forza e di agilità. Dal suolo,
anche quest' anno, aggrappandosi al ferro
conduttore esterno del parafulmine, salì su,
sino alla cima del can panile di San Simeone,
attaccando all'asta estrema una bandiera. In
alto, ancora, fece degli esercizi ginnastici,
denotando una mirevole sicurezza e una
incoscienza grande del pericolo. In una città
grande, per questo sport di nuovq genere,
il Pularich godrebbe un quarto d'ora di
meritata celebrità.
La più ricca e potente Compagnia
di assicurazioni del mondo
Telegrammi particolari
del„Dalmata"
VIENNA, 22 novembre. — La pre-
sentazione di un progetto di riforma
elettorale avrà la preminenza in vista
all'agitazione degli operai socialisti de-
mocratici.
L'agitazione si vuole estendere in
tutta la Cisleitania.
= Dall'Inghilterra si annuncia che
nelle ultime burrasche perirono oltre
300 persone.
ROMA, 22 novembre. — E' smen-
tita, da parte ufficiale, la notizia di
disarmo da parte dell' Italia^ propalata
dai giornali francesi.
Notizie da Parigi dicono imminente
un manifesto del primogenito del conte
d'Eu, come imperatore del Brasile.
COMUNICATI *)
A smentire delle voci, che possono nuocere
al mio esercizio, mi interessa di dichiarare,
in base alla verità più assoluta, c&e nella mia
Trattoria alla Città di Trieste in Contrada
San Demetrio, non e avvenuto il ferimento di
un marinaio della i. r. squadra e che anzi,
appena dopo un'ora e mezza del fatto, lo
seppi dalla gente. Io credo che la zuffa e il
ferimento siano accaduti nella contrada, ma
non sono accaduti, assolutamente, nella mia
trattoria. Girolamo Giurgia.
99 THE MUTUAL u
Tipografia ArtaU.
Edit. e redat, responsabile Riccardo Forster.
Visti i ripetuti comunicali, inseriti daj
signor Antonio Mestrovich, devo, per la ve-
rità, far conoscere a questo P. T. pubblico
che io mi staccai spontaneamente dall'azienda
di mio padre e ciò per crearmi una posizione
indipendente. In pari tempo, mi permetto di
notificare avere io stabilita una società col
sig. G. Denaro, per solennità funebri,
sotto la ragione di Impresa per solen-
nità funebri di M. Mestrovieh e G.
Denaro. Noi ci troviamo in grado di poter
assumere ogni e qualsiasi trasporto funebre
a prezzi modicissimi. Di più la nostra impresa
verrà incoutro a chi lo desidera, accordando
anche pagamenti rateali. Il recapito della
nostra impresa si trova in Via Larga, Casa
Giuppani, al civico numero 522.
Matteo Mestrovich.
*) Per questi comunicati non assumiamo altra
responsabilità che quella voluta dalla legga.
FONDATA NEL 1842.
Istituzione puramente mutua, senza
azionisti. 1 soli assicurati ricevono
tutto l'utile della Compagnia.
Fondo di garanzia 907
milioni di franchi
all'incirca 130 milioni di franchi
più di qualunque Società esistente*
Assicurazioni assunte sinora:
10 IU miliardi di franchi.
Finora pagato agli assicurati od
accumulato per essi:
2 3U miliardi di franchi.
Dividendi pagati e riservati per
gli assicurati in 50 anni:
oltre 530 milioni di
franchi
di cui la quota più elevata nel
1892:
30 milioni di franchi.
La riserva dei premi (fondo di
garanzia) per tutte le assicurazioni
concluse in Austria resta deposi-
tata quale copertura speciale, nel-
1' i. r. Cassa dello Stato in Vienna
(in forza dell' atto di concessione
dd. 29 aprile 1890 N. 6677).
Solidità e riputazione.
N. 1031. Nuova York, 8 giugno 1891
AlV Inclito i. r. Tribunale Prov.
Trieste.
Sulla stimata richiesta del 12
m. d. N. 249(2245 mi onoro di
comunicare sulla MUTUAL Life
Insurance Cy in New York. Al 1
gennaio 1890 la detta Compagnia
possedeva una sostanza capitale di
dollari 135,638.539 (fiorini circa
340 milioni.) In tale riguardo que-
sta Compagnia non viene superata
da nessuna altra. LA MUTUAL
va considerata siccome una delle
meglio amministrate e più solide
Compagnie degli Stati Uniti, e
siccome la più importante Com-
pagnia di assicurazione del mondo.
(L. S.) Dall'i, r. Consolato Genoraie a.-u. in New-York.
RAPPRESENTANZA GENERALE per Trie-
ste, Istria, Dalmazia, Goriziano e Trentino
TRIESTE — Via Canal Grande, N. 2.
RAPPRESENTANZA PRINCIPALE in Zara
— Pietro Androvic — in Spalato, Pietro
Karaman — a Selenico, A. Carbonetti —
alla Brazza — Matt. Kovacic — in Puci-
schie. (18-24)
1998MMMMMMMIMOMM9M J
Lezioni
di
PLUIO e CAUTO
Il sottoscritto lia l'onore di par-
tecipare a questa gentilissima ed o-
spitale cittadinanza di essersi qui domi-
ciliato in qualità di maestro concerta-
tore della locale Società Corale, avver-
tendo che nelle ore libere darà lezioni
di piano e di canto, tanto a domicilio
che nella sala della Società Corale.
Per ulteriori informazioni rivol-
gersi alla Libreria Intemazionale di
A. Nani, Via Larga.
Dev.mo
Giacomo Monti
Maestro Concertatore.
M4
Ricercasi selvatico
chi ha delle Beccaccie e Cotorni
può fare 1' offerta in quantità
piccole e grandi, anche per tutta
la stagione, a Giovanni Span-
ghero.
Trieste, Corso N.o 19.
•RRtati'isss'iii
Dentista Americano.
11 uostro comprovincia'e signor G. M.
Veza, per parecchi anni domiciliato in Ame-
rica, ha imparata colà perfettamente l'arte
del dentista, sicché dalla Università di Balti-
mora a' ebbe la migliore delle onorificenze
ed ebbe a ottenere il diploma di dottore come
dentista specialista. Il ministero austriaco gli
accordò il permesso di esercitare liberamente
la sua professione come dentista tecnico.
Ora il signor Veza è domiciliato a Zara ed
alloggia al Grand Hotel. Tra breve visiterà
l'intera Dalmazia.
Tatti coloro, che avessero già de-
ciso di recarsi dalla Dalmazia in Ca-
lifornia, si rivolgano al sottoscritto, che,
domiciliato a San Francisco, offrirà loro,
non solo il vantaggio di essere ac-
compagnati, ma anche una riduzione
nel prezzo del passaggio.
Rivolgersi con lettera, per maggiori
informazioni, al sottoscritto, che, ora a
Spalato, ripartirà per San Francisco al
primo di decembre a. c.
B. Docekal.
Moderni orologi da muro, da tavolo, sve-
gliarini d'ogni qualità, orologi per Signori e
Signore d'oro, d'argento, d'acciaio e di me-
tallo, oggetti d'oro, d' argento, gioie trovasi
n grande assortimento presso
Carlo B. Ledvinka
Orologiaio
(prima P. Bader)
Zara, Via S. O&tterina,
Fis a Vis del Caffè Centrale.
Lo stesso assume qualsiasi riparazione d'o-
rologi ed effettua le ordinazioni a corso di
posta.
h.B. Tatti gli oggetti d' oro e d'argento sono
timbrati dall'i, r. Ufficio di puuzonamento.
Attenzione
Persone di vaglia e stimate, senza differenza
di ceto, possono procurarsi felicemente un
Guadagno accessorio.
Escluso il rischio. Non si rendono neces-
sarie cognizioni speciali. Guadagno mensile,
spiegando alquanta attività 200 Marchi: a
condizioni impiego fisso. Si prega di fare le
ofle-rte sotto L. Y. 527 alla spedizione di
anunzi di Gottardo Latte, Amburgo.
LA MIGLIORE
rSÌA PIÙ RICERCATAé).
MARIA LEVI
Zara
Piazzetta marina - Casa Burattini.
I0G000008000000I
SlUlx* di
Ferro-China Pigatti
efficacissimo rimedio
nelle anemie, nelle clorosi e nelle
malattie dello stomaco in generale e
delle inappetenze in particolare.
FARMACI* ZANETTI - TRIESTE
Via Nuova N. 27.
Brevetti d'invenzione
in tutti gli «tati del moDdo procura a prezzi
modesti 1' ufficio internazionale J. Fischer a
Vienna, 1. Maximilianstrasse 5. Dai 1877
furono procurati oltre 6000 brevetti austro-
ungarici. Corrispondenza italiana. Traduzioni
inappuntabili da valente traduttore premiato in
Austria ed Italia.
Per signori.
La più bella scoperta moderna è
V apparato g&lvano-elettrioo per proprio uso in casi di debolezza che
fu imp.egato sempre col miglior suc-
cesso. E' raccomandato dai medici in tutti gli «tati. Facilissimo l'uso del-
l' apparato. Tascabile in etuì. Descri-
zione dell' apparato gratis. In buste
chiuse verso francobollo di 10 soldi.
D' aversi presso l'i. r. proprietario
e inventore privilegiato J. Augenfeld,
Vienna I., Schulerstrasse 18.
Fabbrica di Casse
Wiese & Comp.
Vienna, II, Taborstrasse IO
(ProdHotenbSrse)
Prag, Herrengasse 6. — Budnpesl,
Giselaplatz 6.
DEPOSITO RICCAMENTE ASSORTITO
di riconosciute Casse e Cassette forti. di
serrature artistiche e tor chi-copialettere.
SI poasjedono a centinaia gli attestati di
prove di resistenza al fuoco ed al forzare.
Premiato a tutte le Esposizioni
coi primi premi,
pf Si prega di porre comp.
speciale attenzione alla firma
ed air indirizzo.
Premiata con medaglia
ESPOSIZIONE CHICAGO
Unica occasione
PER TAPPEZZARE
SALONI
Caffè, Restaurant
Plafoni a soldi 14 per rotolo
Tappezzerie a soldi 11 per rotolo
FABBRICA DECORAZIONI
in fìnti Stucchi di tutta novità fantasia
ARAZZI E CARTE GEOGRAFICHE
applicabili su tutta una parete
GIUSEPPE BERTII
TRIESTE
Via S. Caterina 2 (11 -20)
Tinel capsici compw
(Pain-Expeller),
preparata nella Farmacia Richter, Praga,
frizione leniti, a universalmente conosciuti», e
in vendita nella maggior parte delle farmacie
al prez/o di fior. 1.20, 70 soldi e 40 soldi.
Andar molto cauti nella compera e
non accettare por gonuine ss non lo
bottiglie avonti a marca di fabbrica
/' Ancora. — Spedizione centrale:
Farmacia Rlohter al Leone d'oro, —— jPrUffO.. ——
»CU&msam
Serravano —
Serravano —
Serravano —
Serravano —
Serravano —
Acqua anaterina por
l'igiene della bocca.
Acqua di catrame per
le malattie del petto e
della gola.
Essenza colombiana per
il dolore dei denti.
Olio naturale di fegato
di Merluzzo per i bam-
bini deboli e convale-
scenti.
Olio vergine di ricino
per tutte le persone
che abbisognano di un
ottimo purgante.
?
Numero 101. ZARA. Mereoledì 19 Dicembre 1894. Anno XXIX., IL DA LM ATA
ASSOCIAZIONE.
Pen Zara fior. 8 anticipatamente, semestre e trimestre in proporzione.
Per 1 impero Austro-ungarico fior. 9, semestre fior. 4:50, trimestre fior. 2:50.
Per gh Stati appartenenti all^ Unione postale fior. 12 all'anno, semestre e
trimestre m proporzione. Per gli Stati non appartenenti all' Unione
postale fior. 8 e di più l'aumento delle spese postali, semestre e trimestre
in proporzione. Un numero separato costa soldi 10. - Un numero arr soldi 16.
numeri del giornale si vendono allo spaccio tabacchi di GioTanna Paus via Larga.
f^iornale politico^ economico, letterario
£sce il mércoledì e il sabato
Ufficio di Redazione in Tia Carriera n.o 366.
INSERZIONI.
Le associazioni e gli importi di denaro, in aaieg^ni pOfltali^|tii diri
gano all'Amministrazione del DALMATA in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta 1' associazione, s'intende olibligato per il trimestre susseguente
Le corrispondenze devono dirigersi affrancate esclusivamente alla reda-
zione. Le lettore non affrancate saranno respinte. I comunicati si inseriscono
al prezzo di soldi 10 la linea, cai-attero testino. Avvisi ed inserzioni a prezzo
moderato da convenirbi. — I manoscritti non 8Ì restituibcono.
Di un opuscolo e d'altre cose
Un opuscolo, pubblicato dall'i, r.
aggiunto giudiziario signor Davide Man-
dolfo, ci ha semplicemente scandolez-
zati. Mai, crediamo, si è veduto nei
felicissimi domini austriaci alcunché di
simile ; mai giudice alcuno oiferse di
sè eguale spettacolo. È noto 1' affare
Mandolfo ; uno solo, cioè, dei molti
episodi, che illustrano la burrascosa
carriera ufficiale di codesto beniamino
dell' illustrissimo signor presidente
d'appello Bercich. Il 30 settembre
1892, egli, nelì' esercizio delle sue
funzioni di ufficio, fece scortare al
Griudizio di Obbrovazzo da un c. r.
gendarme Miliza Vulinovich e France-
sca Draghicevich — che il l.o otto-
bre dovevano testimoniare in un di-
battimento qui a Zara — le privò
delia libertà personale e quindi, sem-
pre con la scorta di un gendarme, le
fece tradurre nella nostra città, senza
emettere in loro confronto un ordine di
arresto. Denunziato per ciò, il giorno
19 decembre 1892 l'i. r. aggiunto giu-
diziario Mandolfo veniva da questa
Pretura Urbana riconosciuto reo della
contravvenzione prevista dal § 6 della
Legge 27 ottobre 1866 N.o 87 B. L.
L e come tale condannato alla multa
di f. 40, commutabile in dieci giorni
di arresto pel caso d'insolvenza. La
locale Corte di Giustizia di prima
istanza, come fòi'o di seconda istan-
za, confermò la sentenza del giudice
primo. L'i. r. aggiunto Mandolfo pro-
dusse supplica di grazia air imperatore ;
ma la Pretura Urbana non trovò di
pi'oseguirla, mentre il giudice distret-
tuale di Orebich, Polich, infliggeva all'i,
r. aggiunto Mandolfo, eh' era stato
traslocato ad Orebich. la pena d'ordi-
ne dell' ammonizione. Ultimamente,
infine, la Corte di Cassazione in Vien-
na ebbe ad annullare la sentenza del
primo e dei secondi giudici e ad as-
solvere l'i. r. aggiunto Mandolfo, in
seguito a gravame a tutela della legge,
interposto dal procuratore generale.
Questo il fatto, che offre all' i. r.
aggiunto Mandolfo il destro di richia-
mare sovra di sè, per la centesima
volta, r attenzione del colto. Neil' opu-
scolo, infatti, questo signor i. r. ag-
giunto giudiziario si permette di criti-
care pubblicamente e con sottintesa
impertinenza i magistrati delle instanze
inferiori ; si mostra fanatico dell' idea
partigiana, che vuole diffusa anco in
Dalmazia la propaganda dei santi Ci-
rillo e Metodio, SÌQO al puato di dedi-
carle il ricavato netto del libretto ; usa
frasi sarcastiche all' indirizzo del si-
gnor procuratore di stato ; si gloria di
esser stato quasi premiato, per le sue
gesta di Obbrovazzo, col trasferimento
da Orebich a Spalato, ove ha trovato
V atmosfera... del d.r Bulat; narra
piacevolmente, infine, che, in relazione
al fatto audacissimo di Obbrovazzo e
al trasloco per Spalato, i notabili di
Orebich gli dettero un banchetto, met-
tendolo al posto d' onore, dedicandogli
un bouquet colla tricolore croata (zivio
8tarcevich!) e magnificandolo, in brin-
disi, pel suo patriottismo croato ! E,
tutto ciò, col condimento di pettego-
lezzi e di estrinsecazioni, che poster-
gano i più elementari principi della
collegialità. Tant' è vero che questo
i. r. aggiunto Mandolfo pubblica le
parole del tutto confidenziali dei suoi
colleghi e ifn dispaccio, anco del tutto
confidenziale, del giudice Polich, giovine
di buon senso e animato da intenzioni
conciliative, che vede ricambiata la sua
amicizia in questo bel modo !
E questo Mandolfo è un giudice !
Un giudice, che fa polemica sotto gli
auspici dei santi Cirillo e Metodio !
Un giudice che censura dei giudici !
Un giudice, che festeggia settaria-
mente r obliterazione di sentenze di
altri giudici. Noi siamo di fronte al-
l' inverosimile, al mai veduto. Che cosa
si aspetta per imbandierare le Citao-
nizze da Arbe alla solita Budua ? Che
cosa si aspetta per far consigliere il
Mandolfo?
Siamo di fronte ad una cnormezza
che non ha qualifica, e eh assai pro-
babilmente, non avrà repressione. Per-
chè r i. r. aggiunto Mandolfo, noto per
le sue stravaganze, gode, come ben si
sa, tutta la eccelsa e paterna bene-
volenza dell' illustrissimo signor presi-
dente d'appello, che gliene asciugò
molte e che non si scomporrà certo
per tutto questo, fosse anche peggio.
In fondo, il signor Bercich può aver
ragione. Non si tratta, già, di un i.
r. aggiunto, o giudice autonomo, da
sbalestrare, qua e là, per inezie, nei
distretti meno accessibili ! Non si tratta
di sussidi negati a poveri giovani,
rei di dirsi nostri, fuori, ben fuori d'uf-
ficio ! Si tratta di un opuscolo e il
mondo non casca mica per un opu-
scolo !
La sentenza della Cassazione è ir-
rimediale e taglia corto alla questione.
Ma e che perciò? E forse la prima
volta clic la Cassazione annulla sen-
tenze inferiori ? E, avuto pure riguardo
all'alto responso, non resta netta e
chiara la convinzione, in tutti, dell' a-
buso commesso dall' i. r. aggiunto
Mandolfo verso due donne (di una
delle quali offende adesso l'onore)
effettivamente private della libertà per-
sonale, senza decreto d'arresto? Mille
sentenze di Cassazione non potranno,
vivaddio, distruggere questa convin-
zione.
E ad un i. r. aggiunto, a un magi-
strato in funzione, e in certo tal quale
rapporto alle sue funzioni, deve essere
permesso quanto niun libero e privato
cittadino forse si permetterebbe? Deve
esser concesso ad un i. r. aggiunto di
bravare, in pubblico opuscolo, la pub-
blica opinione, beandosi delle congra-
tulazioni di quanti croatofili lo cono-
scono e considerando piacevolmente il
suo trionfo quasi un trionfo del partito
croato ? Almeno questa è l'impressione
che si ritrae dalla lettura del classico
stampato.
Deve esser concesso ad un i. r.
giudice di discutere con ironia sen-
tenze di giudice, di fare atto di
fede partigiana e di scatenare un pet-
tegolezzo scandaloso, che abbatte l'au-
gusto prestigio della giustizia ? Che
cosa dovrà pensare della amministra-
zione della giustizia in Dalmazia 1' e-
straneo, che avrà letto lo sfogo dell' i.
r. aggiunto Mandolfo? Che cosa dovrà
pensare del supremo magistrato dal-
mata, del presidente d'appello, sotto i
cui auspici sono, non solo possibili, ma
forse anco plausibili, le emanazioni
dell'i, r. aggiunto Mandolfo?
L'indirizzo della cosa giudiziaria in
Dalmazia è quanto mai deplorevole,
perchè il signor presidente d'appello
Bercich non sa o non può provvedere
con efficace e serena dignità al suo
compito. Siamo ben lontam dai tempi
del barone Rossi-Sabatini, del barone
Lettis e del signor Defacis, magistrati
degnissimi per utile e scrupolosa in-
tegrità. Sotto il signor Bercich tutto
par confuso, minuto, volgare, e solo,
sì, nelle tenebre, spiccano codesti fa-
voritismi di natura politica, vantag-
giosi a quei croati, che il signor Ber-
cich predilige cotanto. E, vedete un
po', anche nelle cose formali e anche
nelle cose più piccole.
Per esempio.
Il signor Antonio Bercìi?h trascura
e fa trascurare 1' osservaiiza di un ca-
tegorico dovere ufficioso. Infatti, seb-
bene ci sia una legge, non - abrogata
da qualsiasi altra, per la quale la lin-
gua interna d' ufficio ha da esser sem-
pre r italiana, pure, nelle sedute del
tribunale di appello, si riferisce in
lingua slava ; e, come se ciò non ba-
stasse, r eccelso appello carteggia alle
volte, pure in lingua slava, in que-
stioni interne d'ufficio, coi giudici della
provincia.
E poi c'è ancora.
Per un deplorevole caso avvenuto
nella nostra città'lo scorso estate, un
povero diurnista della Pretura Urbana
di qui, che c' entrava per nulla, venne
condannato a quilidici fiorini di multa,
in base a quella Patente del 54, sotto
la cui anormale sanzione può cader,
puta caso, anche un ministro. Il diur-
nista, bravo, diligènte ed insostituibile,
venne ipso facto cacciato via ; e non
valsero nè le preghiere, nè i prece-
denti di onorato e devoto servizio a
scongiurare questa misura. Un altro
diurnista, ma agitatore croato dei più
scalmanati e dilettissimo perciò al
cuore del signor Bercich, venne invece
condannato dalla locale Pretura Ur-
bana, per calunniose asserzioni a carico
del nostro Comune, che è quanto dire
contro un'autorità costituita, a ben f 300
di multa, o a 60 giorni d'arresto, in
caso d'insolvenza. Ma, ad onta di
questa grave condanna di giudici c in
sede penale, esso, non solo venne man-
tenuto imperturbabilmente al suo po-
sto, ma anco riconfermato, adesso,
diurnista pei libri tavolari, senza c!ie
S. S. I. il presidente d' Appello Ber-
cich abbia trovato di batter palpebra.
E questa è storia ! E cosi, aporta-
mente, si è data occasione al pubblico
di fare confronti e di scorgere che,
anco neir amministrazione della giu-
stizia in Dalmazia, vige il sistema dei
due pesi e delle duo misure.
Ma, dallo scandalo del libretto Man-
dolfo, quale criterio naprà trarre il si-
gnor conte Schonbojii, ministro della
giustizia, chiamato a. ripristinare il de-
coro della Giustizia anche in questo
estremo lembo diten*a?Noi vorremmo
che Sua Eccellenza giudicasse delle
nostre cose giudiziarie, alla stregua ap-
punto dell'opuscolo deir i. r. aggiunto
Mandolfo, e, per esso, si convincesse
della assoluta inidoneità del signor
-presidente d'appello della Dalmazia.
L'opuscolo, in questo caso, è una vera
rivelazione. Più che denudare moral-
mente Davide Mandolfo denuda Anto-
nio Bercich. Sotto nessun altro presi-
dente d'Appello si sarebbe potuto osare
un'eguale cnormezza.
E ci vuole un rimedio. Ci vuole
una soddisfazione al pubblico risenti-
mento. Bisogna, finalmente, che dalla
suprema sede della dalmata magistra-
tura vengano quelle garanzie di effi-
cace serietà e di imparzialità assoluta,
che il signor Antonio Bercich, comun-
que, non è in caso di dare.
I NOSTRI CARTEGGI
Vicissitudini.
Traù, 17 decembre.
Quello che il vostro corrispondente
scrisse della banda autonoma non è
che la infinitesima parte delle vessa-
zioni e dei soprusi cui questo patriot-
tico sodalizio viene fat^o segno dal
comune croato, che per ironia si intitola
rigeneratore di Traù.
Siccome la banda autonoma, soste-
nuta, come vi dissi altre volte, con
mezzi privati, è un' affermazione so-
lenne della vita e del partito autonomo
di Traù; cosi i nostri reggitori non
possono tollerarla, e adoperano ogni
mezzo, per illegale che sia, onde sop-
primerla.
Conoscete già le vicende e le so-
praffazioni avvenute a Pasqua dell' anno
che sta per spirare, e saprete del pari
che gli assalitori dei bandisti autonomi
furono tutti condannati tanto in sede
politica, quanto in sede penale. Lo
strano si è che le decisioni politiche,
abbassate per l'intimazione a questo
Comune, non vennero, a quanto mi si
dice, ancora intimate; e non è quindi
a sorprendersi se i soliti facinorosi
traggano da ciò argomento e baldanza
a nuovi eccessi. *)
Degno di nota particolare è quanto
è avvenuto mesi addietro in questa
— •
*) A lei, eccelsa juogotenenza.
città. La banda rallegrava de' suoi
concenti un fiorito passeggio alla ma-
rina, e pella prima volta dopo circa
un anno di sua esistenza suonò la
marcia del Si.
Chi lo avrebbe creduto? - Questa
marcia ferì le suscettività nazionali
(sic!) di un famigerato galeotto, il
quale si fece ad insultare pubblica-
mente il partito autonomo, alla cui'
longanimità e prudenza sì deve se e-
gli non ebbe tosto un' adeguata le-
zione Questo fatto, venne colorito
e dimostrato dal Comune come atto a
turbare le orecchie somari ssime de-
gli avversari, e l'autorità politica, senza
altre indagini, ebbe tosto a vietare alla
banda di suonare in appresso la mar-
cia suddetta.
Questa lodevolissima sollecitudine
dell' autorità politica ci richiama alla
memoria per associazione d' idee uua
altra domanda, che, durante le turbo-
lenze di Pasqua, diressero alla Luo-
gotenenza alcuni dei migliori nostri
cittadini pel porto cV armi: domanda
che a tutt' oggi attende ancora un' e-
vasione.
Ma torniamo alla banda. Dopo il
divieto suddetto, venne 1' esigenza il-
legale del Comune di avere un pro-
gramma dei pezzi da suonarsi, e, per
colmo di prepotenza, vennero le prov-
vide disposizioni del Comune di impe-
dire armata mano che la banda si
producesse in pubblico, anche quando
la legge lo permette, senza precedenti
partecipazioni.
Così avvenne nel caso in cui la
banda stessa intendeva accompagnare
il corteo della signora Antichievich-
Nutrizio : occasione questa in cui prov-
videnzialmente la banda ritardò al-
quanto di comparire e scongiurò così
le afifjressioni della polizia comunale
(cui doveva dare appoggio la gendar-
meria spalleggiata la polizia dagli
sgherri del partito croato, già antici-
patamente radunati nel palazzo comu-
nale.
Che se tutto ciò non bastasse a di-
mostrarvi le amorevolezze del Comune
verso la banda, vi basterà richiamare
al pensiero le questioni che si sono
fatte (e vi prese parte, come al solito,
r autorità capitanale) quando si trattò
di festeggiare 1' onomastico di S. Mae-
stà r Imperatore, occasione questa in
cui per aver suonato la banda stessa
alquanti minuti prima delle nove,
venne assoggettata ad una procedura
politica; e l'altra occasione, che, di-
vietato finalmente alla nostra banda
di suonare all' i. r. squadra, fu essa
costretta di esternarle questo atto di
omaggio recandosi in apposite bar-
chette al porto Saldon, ove le navi
da guerra erano ancorate.
Dopo ciò non meritano risposta le
ribalde insinuazioni dell'anonimo cor-
rispondente della Katolička Dalmacija :
insinuazioni degne di una spia avarea-
ta ; però nè la Banda autonoma
suonò mai marcie portanti i nomi da
esso indicati, nè tali marcie esistono
nel repertorio de! noslrj so lalizio.
E superfluo il dire che contro le
illegali disposizioni del Comune e i
divieti del capitanato fu interposto
ricorso. Auguriamo soltanto che i ri-
corsi stessi abbiano sollecita e giusta
evasione, e ciò perchè non si sospetti
un momento che 1' autorità superiore
condivida le intemperanze del comune
croato e le animosità private verso un
sodalizio, che ha per sua divisa la
legge e la indiscussa fedeltà al sommo
imperante.
Agitazioni scolastiche.
Milnà, 15 dicembre.
Ogni manifattura ha bisogno per certuni
d'una marca di fabbrica per essere riconosciu-
ta ; e così dell' identità tipica hanno bisogno
alcuni fra i nostri, pochi in numero, croato-
*) Si doveva dargliela.
**) I direttori della banda, che ne chiesero conto,
ebbero per risposta dal dirigente dell' appostamento
di aver avuto ordine di appoggiare la polizia comu-
nale I
1-adicali ; forse perchè ' x>;arlanti spessissimo
con tutti l'italiano, temono si possano
scambiare per nati e cresciuti dalmati veri.
Questo segno, che non pbssono come un
marchio aver scritto sulla fronte, lo sosti-
tuiscono colla berretta rossa, distinta dalla
dalmata per la sovrapostavi scritta circo-
lare a caratteri maiuscoli in colori bianchi
e blù, il sospiro di tutti i giorni, cioè col
motto di Zicila Hrvatska.
Difatti, alquanti ra:;az2;i,"'fra i quali quello
d' un maestro ; e due ragazzette, delle quali
una figlia allo stesso maestro e 1' altra figlia
d' un gendarme, ora a Dernis, lontana dai
genitori e vivente coi propri parenti qui
in borgata, che portano ambedue e possie-
dono il cappello per ogni stagione come i
più visibili del paese, usano le suddette
berrette in testa, non solo quando isolata-
mente se ìli vanno al passeggio, quantun-
que il più spesso ne vadan • anche senza;
ma puntualmente e con animosa msistema
ogni volta che si recano alla scuola da sole,
oppure corporalmente colla scolaresca dalla
scuola in chiesa e viceversa nei giorni fe-
stivi per la messa, istigate dai loro geni-
tori e parenti, soltanto per emergere, pro-
vocare e infastidire il prossimo loro.
I regolamenti scolastici ordinano ai mae-
stri in generale, o [ter conseguenza logica
anche agli scolari d' ambo i sessi in parti-
colare, di astenersi dall' abusare della scuola,
0 della loro posizione nella medesima, per
agitazioni politiche, nazionali e religiose e
d'invigilare su tutti (e non su certi sol-
tanto) i fanciulli affidati alla loro sorve-
glianza. Ordinanza IVIinisteriale 20 agosto
1870 N. 105 B. L, I V. Doveii del maestro
§. 26.
Ma questi doveri, se anche si sanno, non
vengono che in parte osservati; e molte
volte s' incorre facilmente e senza pensarvi
troppo in venti punti dell'Ordinanza 28
giugno 1885 N. 709, quando specialmente
non si voglia credere, che, essendo al mae-
stro affidati i i agazzi d' ogni nazionalità, è
proibito allo stesso di vessare una parte
per proteggere l'altra della nazionalità più
simpatica al maestio ! ! !
Considerando poi che i figliuoli del sud-
detto maestro portano in trionfo le ornai
famose berrette croate, è evidente che il
popolo in generale debba credere che tali
emblemi siano permessi dai regolameriti
scolastici e si confermino nell'opinione che
1 loro teneri figliuoli sieno del tutto idonei
a dare il voto ad un iniovo deputato raili-
cale croato da eleggersi in futuro, e pren-
dersi il lusso della politica dal momento
che questo è l'esempio di lutti i giorni
che hanno sottocchio, senza che coloro, che
possono e devono avere ingerenza assoluta,
vi pongano un pronto ed efiìcace rimedio.
Ma già: a che serve oggidì )1 progresso
se abbondano invece le grida sfrenate di
Zivila Hrvatska !
A che servono gli esempii dei più vecchi,
che alla politica anteposero lo studio e ben
riuscirono e nelle scienze e nelle arti
colti ed istruiti e anche nei mestieri? Ma
quelli erano tempi da sciocchi, direbbe il
nostro corrispondente. Vediamo un po' il
progi esso di queste scuole popolari ma-
schili e poi, chi ne ha il coraggio, giidi
pure all'unisono viva lo Starceviyh e viva
Croazia.
Quest'ottobre tre lagazzi di buone fami-
glie, che percorsero queste scuole popolari,
per quanto fossero stati preparati dui'ante
le vacanze autiuuiali, pure dovettero esseie
rimandati all'esame d'ammissione del gin-
nasio di ^Spalato, perchè impreparati al
grande passaggio.
Uno di questi sarà senza dubbio il degno
successore dell'anonimo ma noto corrispon-
dente locale del n.o 99 del Narodni List,
12 decembi'e a. c.
A conti fatli i:i Otto anni, sei ragazzi,
cioè tutti quelli che si presentarono, furono
rimandati dall'esame di anujiissione delle
scuole medie di Spalato, come affatto ina-
bili, senza contai e altri tre, che furono pre-
paiati in grande anticipazione a Spalato
da esperto docente ed in causa di ciò gli
unici finora ammessi negli istituti medii
di quella città.
È voce accreditata presso di molti che
il progresso scolastico stia in relazione
colla intelligenza e fecondia rettorica del
maestro. Noi invece siamo dell'opinione
più pratica che il progresso vada di pari
passo colla buona volontà, attività, diligen-
za, affabilità del pedagogo., Infatti, che mi
vale una saperlatira .intMif/.'ma diz'^om,
quando alcuni vogliono il maestro ora iu
campagna, ora in cantina, ora alla fabbri-
ceria, ora alla cassa della Fahìdiiu Jieneji-
cenza, ora alla direzione della Cilaonizza
ed infine alle sedute del consiglio comu-
nale ?
Quanto tenipo cosi può restargli per pen-
sare alla scuola? E se poi alcuni lo vo-
gliono in tutti questi luoghi e in un punto
solo, oh, allora, povero progresso ed assai
più poveri genitori e scolari!!!
Quindi, anzicchè plaudire alle berrette
rosse croate ed a tutte queste incredibili
ma pur vere eccezioni, che ogni giorno ac-
A porre in pratica il programma, la Direzione
della Società nella seduta del 23 luglio ha nominato
un comitato di tre persone, formato dai sottoscritti,
coli'incarico di formulare le questioni più urgenti di
economia, ed invitasse poi là stampa provinciale ad
un convegno per porsi d'accordo sul modo che si
dovrebbero al bisogno trattare.
Il sottoscritto comitato esegui il detto incarico,
col fori»aIare il seguente programma ; e fiducioso si
rivolge al patriottismo di Essa spettabile Redazione»
affinchè voglia compiacersi d'indicare alla Direzione
della Sccietà agraria della Dalmazia:
1. Se accetta l'invito per un convegno, e se lo
stesso Redattore sia disposto ad intervenire alla di-
scussione, oppure delegare uno o più rappresentanti;
2. se trova necessario che al convegno vengano
invitati tutti i podesià della provincia, ed eventual-
mente quali altri rappresentanti del popolo; e
3. in quale mese del corrente anno preferirebbe
che il convegno avesse luogo.
Appena il sottoscritto comitato avrà evasiva ri-
sposta, con apposita lettera Essa spett. Redazione ri-
ceverà l'invito pel giorno del fissato convegno.
Zara, 20 agosto 1893.
II Comitato:
Batistié prof. N.; Nimira prof. A.; Vusio sac. E. M.
NB. L'invito venne spedito alle seguenti redazioni:
Narodni List, Dalmata, Katolička Dalmacija, Srpski
Glas, Gospodarski Poufnik, Narod, Smotra Dalmatinska,
Seljak, Crvena Hrvatska, Pučki list, Dubrovnik, Econo-
mista, e Corriere Dalmatino.
PROGRAMIMA
da discutersi nel convegno della stampa provinciale
ed eventualmente dei podestà ed altri rappresentanti
del popolo.
1. Elezione del presidente, vicepresidente e se-
gretario;
2. Quale sistema o piano dovrebbe adottare il
Governo per lo sviluppo dell' agricoltura e pel miglio-
ramento delle condizioni economiche della Dalmazia.
3. Quali leggi agrarie sarebbero necessarie di
raccomandare alla Dieta ed alla Giunta.
4. Quali cure dovrebbero impiegare i Comuni pei
progresso agricolo e di quali mezzi pratici servirsene.
5. Quale interesse dovrebbero avere i parrochi
ed i maestri per aiutare il ceto agricola, e di quali
mezzi si dovrebbero servire pel pregresso agricolo.
6. Quale piano si dovrebbe adottare per estendere
l'istruzione agraria, e come praticamente diffonderla.
7. Quale sarebbe il mezzo più utile e più pra-
tico per fondare nei villaggi le società villiche.
8. Come si dovrebbe applicare la legge sulla
divisione dei beni comunali.
9. Come si potrebbe garantire l'avvenire del no-
stro vino, e quali mezzi si dovrebbero adoperare per
spacciarlo.
10. Quale piano si dovrebbe addottare per mi-
gliorare e sviluppare l'allevamento del bestiame —
ed eventuali proposte sui pascoli e prati artificiali.
11. Come sviluppare: 1. la pollicoltura; 2. la se-
ricoltura; e 3. l'apicoltura.
12. Eventuali proposte e deliberazioni.
I I I I U mie Ilei m coiEiiaai!
Una legge severa colla quale si obbligassero i
Comuni ad effettuare la divisione dei beni comunali,
si rende ormai indispensabile e di urgente necessità.
Sebbene la slampa provinciale agraria si occupi
da tre anni su questo argomento con preferente inte-
resse, pure la scrivente si rivolge con fiducia ad Essa
eccelsa Giunta, onde voglia compiacersi di pren-
dere in serio esame la questione, ed approntare per
la prossima sessione dietale un progetto di legge, af-
finchè la delta divisione possa effettuarsi il più presto
possibile e col miglior utile risultato.
Secondo la statistica, in Dalmazia si hanno 266
mila e 607 ettari di terreno coltivato; 593,900 ettari
di pascolo e 381,762 ettari di bosco.
Riservando i 381,762 ettari per i boschi, nelle
condizioni economiche poco felici nelle quali vive il
ceto agricola, i 593,900 ettari di pascolo, come beni
comunali non solo non hanno titoli per essere con-
servati come tali, ma inceppano grandemente e con
grave danno l'economia della popolazione dalmata.
In Dalmazia vivono 399,054 abitanti col solo la-
voro della terra. Secondo la statistica dell'anno 1892,
si calcola a 36 milioni il prodotto medio dei 266.000
ettari di terreno coltivato, i quali corrispondono perciò
a 720 milioni di capitale. Divisi i 36 milioni di pro-
dotto fra i 400,000 agricoltori, risulta una media di
25 soldi a testa di guadagno a! giorno, media che
è assolutamente inferiore ai bisogni della vita giorna-
liera. Questa media poi in appresso sarà ancora più
bassa, perchè fra i 36 milioni di prodotti, quasi la
metà (17 milioni) si introitano dal vino. Ora colla
clausola, è ben noto che questa media d'introito del
vino, verrà sensibilmente diminuita.
La sproporzionata estensione dei beni comunali
è la causa precipua per cui l'agricoltura in Dalmazia
debba essere a priori passiva; essendoché per ogni
singolo agricoltore risulti una media di poco più di
mezzo ettaro di terreno coltivato. Ora si sa, che I»
media minima per assicurare una discreta esistenza,
dev'essere almeno di un ettaro a testa. Se la Dalmazia
è quindi passiva ; se la rendita giornaliera risulta di
25 soldi a testa, ciò lo si deve principalmente ascri-
vere al motivo che vi mancano ancora 134,000 ettari
di terreno coltivato. Dunque anche sotto questo ri-
guardo, o devesi introdurre la coltura intensiva (ciò
che per ora è un assurdo il pretendere) o si deve
addivenire alla divisione dei beni comunali, affinchè
la popolazione agricola possa raggiungere il necessario
quantitativo per poter coltivare ancora i 134.000 di
terreno necessario.
Il bisogno di venire a questa divisione dei beni
munali, si presenta ancor più ragionevole, quando si
riflette al meschinissimo utile che si ritrae dai 593.900
ettari di pascoli; poiché questi non servono ad altro
che a mantenere il bestiame il quale, giusta i prezzi
medi che si tengono in Croazia, rappresenta un ca-
pitale di soli 14 milioni di fiorini. Se quindi 266,000
ettari di terreno coltivato rappresentano un capitale
di 720 milioni di fiorini, e 593.900 ettari di pascolo
un capitale di soli 14 milioni, devesi venire alla con-
ni *\ ^^ JPf®®®^^« ^Ttìcolo venne spedito in forma di rapporto
ali eccelsa Giunta dalla Società agraria della Dalmazia in data
2 agosto a. e. N. 188.
Nr. 18
persone di Sebenico, Spalato, Rag^usa, Cattaro etc. e-
rano a giorno di quanto si stava facendo, ed aiuta-
vano col consiglio perchè l'impresa riesca degna
opera di chi avea dato P ispirazione.
Ma non era ancor nata legalmente la Società, e
già s'incontrava il priniio intoppo, precisamente là
dove si dovea credere che la Società verrebbe accolta
a braccia aperte. Quali argomenti (poco onorifici!) si
portava in campo perchè la Società non abbia vita,
oggi non Io diremo „qui potest capere copiai''', diremo
soltanto che il giuoco andò per le lunge e forse oggi
non esisterebbe ancora la Società, se da Vienna non
fossero venute parole di conforto e di coraggio.
Fu il nostro presidente Vusio che nel maggio
1893 si portò a Vienna, e venne accolto con squisata
bontà da S. Eccellenza il ministro d'agricoltura e da
altri distinti consiglieri presso queir Eccelso Ministero;
e fu Sua Eccellenza il Conte G. di Falkenheyn che
incoraggiò l'impresa patriottica, per la qual cosa la
nostra Società gli è, e gli sarà sempre r conoscente,
poiché Io si può considerare come il primo socio fon-
datore della stessa.
Infatti un mese dopo la nostra Società era legal-
mente riconosciuta; e un mese più tardi — il 9 luglio
1893 — la sua esistenza era un fatto compiuto.
Premesso questo istoriato, l' A, dice delle frottole
e noolto male difende certi suoi colleghi e impressari
che volevano rigenerare la Dalmazia coi soli pini lau-
tamente pagati, quando asserisce che il presidente
Vusio ha fondato per suo conto la Società, che è
circondato da persone ricche, che suntuosamente vi-
vendo, non conoscono i bisogni del popolo, e che non
comprende lo scopo di questa Socielà, mentre noi
non comprendiamo quello che l' A. volle va dire.
A schiarimento di queste ed altre simili frottole,
gli diremo invece che appena la nostra Società venne
legalizzata, da Mie le parti insulari, litorali e montane
delia provincia pervennero lettere di congratulazione
e di adesione; che g'à nel primo mese se ne conta-
rono a centinaia i soci; che già nel primo mese si
potè fondare dm giornali econo mici-agricoli-morali, e
la Società avere il lusso di due organi propri, che
vivono, prosperano, hanno 40 e più collaboratori, sono
letti in tutti gli angoli della provincia, e fanno tanto
e tanto bene, — anzi hanno iniziati la vera èra del
risorgimento; che la Società incontrò il favore e l'ap-
poggio di tutti i 3 partiti politici della provincia, be-
ne visa e perfino protetta dai rispettivi loro organi po-
litici — il Narodni List, il Dalmata, il Srpski Glas,
e la Katolička Dalmacija', che fra i 1700 soci 'che
conta, si trovano persone di tutti i partiti e di tutti
i ceti, mirabilmente misto il ceto agricola e povero,
col ceto possidente e ricco; che dapertutto si fonda*
rono e si stanno fondando delle filiali (meno a Ragusa,
dove l'impetuosa ira del prepotente, ci scrisse un
amico, impiega ogni mezzo per impedirlo); che da
ultimo in un solo anno di vita la Socielà ha fatto già
molta strada, come lo vedremo altra volta.
Questi sono tutto fatti; e se la serena letizia ed
il pacifico lavoro della Società, venne già nel primo
anno di vita da alcuni turbato, questo, come lo di-
mostremo p.ù tardi, conferma ancor meglio l'impor-
tanza della Socielà, e la prepara attraverso difficoltà
nuovi campi di conquista, e bea meritati alori.
A questi fatti, chiudiamo questo articolo col ri-
portare testualmente il primo punto anarchico dell' A.
sfidando la barba d' Aronne a spiegarci magari il solo
senso.
Ako se uzme da rečeno društvo nema nikakve političke
šare, još manje ono može označivati presjednika, koji živi pri-
tbjanijem političkijem životom, koji naliči na onaj našega naroda,
biva, životom prostijem, sa màlenijem dohocima, sa velikom
štednjom, sa mnogijem dužnostima a skučenijem pravima. Ali
takav život nije ovog našeg presjednika. On se jagmi, da sebi
prisvoji posve druge osobine, pa nastoji da stvori sebi ekonomni
položai, koji je sasvijem protivan onome našega naroda. U tome
mu para nema. S toga mu se i čudimo kako on u svome or-
ganu često 0 sebi govori, da je borac za životne, narodno-eko-
nomne interese, i da su njegova ekonomna načela jednaka na-
čelima našega naroda.
Na ovo mora da pristane i sam gosp. Vusio, jer nebi
inače mogao oporeći, ako ima dva prsta obraza. Tada što da
rečemo 0 tom, njegovom društvu, kojemu je duša sastavljena iz
jedinaka sa masnijem plaćama, sa malijem poznavanjem narodno-
ekonomnijeh potreba, sa mnogo prava a malo dužnosti, sa la-
ganiiem radom i raskošnijem grackijem životom?! Još bi se
moglo pojmiti, kad bi takovi elementi, kojijema je na čelu pop
Vusio, tormulisali sredstežnu tačku kakvog staleškog pokreta,
kakve modem« gospoštine, ili kakve moderne kojiževničke kor-
poracije, te je posve nepojmivo, što se oni zagrću naroduijem
ekonomnijem životom, kad se u stvari njihovog društva takova
materija, na kojoj se narodni ekonomni preporod može toliko
isto pojaviti, kao što se može pojaviti grofovske gospostvo na
Mosećani. (Continua).
Diamoci alla vita di Campagna
Da uno studio testé pubblicato dal maestro d'agri-
coltura, signor S, M. Pjerotić, che porta per titolo
ma piaga della Dalmazia — riportiamo il seguente
brano, sul quale anche noi siamo pienamente d'ac-
cordo, confermando che una delle piaghe della Dal-
mazia si è appunto la mania del possidente di vivere
in città.
„Un buon signore di Spalato ultimamente mi di-
ceva, di passaggio per Sebenico, la campagna essere
un luogo di esilio; invece il compitissimo e gentilis-
simo cav. Fontana da Sebenico la ritiene a ragione, ua
luogo di paradiso. Il primo (Spalatino) senza volerlo,
significava l'andazzo comune: e il secondo signore
(Sebenzano) significava quello che è ritenuto davvero
da tutti gì'intelligenti e ricchi possidenti nei paesi
progrediti e civih d'Europa. Da noi in Dalmazia tutti
i signori vogliono vivere in città; 1' erede di poche
centinaja di fiorini di rendità all' anno, ammassate per
lo più a furia di operazioni d' usura, sì f^ Spalatino,
Zaratino, Sebenzano, Raguseo, Cattarino ecc. : in città
ia vicenda dei piaceri, le belle maniere, il teatro, il
caffè, la čitaonica, il gabinetto di lettura, la musica,
le manovre dei sokolaši, dei pompieri, dei braccianti,
le regate dei cannottieri ecc.; onde questa cittamania
è una delle cause dello stato attuale dell'agricoltura
in Dalmazia nostra.
Ho veduto nei paesi germanici, in Ungheria,
nella Stiria, nella Boemia, nella Slavonia ecc. tutto il
contrario. Al Tedesco p. e. ripugna rinchiudersi nella
città; abbisogna egli, come gli antenati suoi figliuoli
della foresta, dell'aria libera dei campi. La nazione
tedesca e l'inglese pure, può dirsi in campagna, ove
tutti vogliono essere nati, e chi non vi è nato, de-
sidera almeno morirvi. Questi suda a far denaro per
comperarsi pochi ettari di terra ove passare tranquillo
lungi dall'aria affamicata e pesante dei grandi centri
di popolazione. L'origine campagnarda è marchio
d'aristocrazia.
I grandi, i ricchi, i baroni, i conti i lord questi
ultimi (in Inghilterra) hanno stabile domicilio nelle
loro terre ; i membri del Parlamento Inglese p. e.
non tengono in Londra se non poche stanze per la
durata delle sessioni parlamentari.